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Exclamation Intervista A Jerry Schilling

Questo è un libro che vorrei leggere!!!

Intervista con Jerry Schilling 18 Agosto 2006

Jerry ha un suo intuito…… Era uno dei pochi ragazzi che diceva ad Elvis la verità (George Klein)

Jerry Schilling ricorda il momento in cui è cambiata la sua vita. Aveva 12 anni e una partita di football, in caldo pomeriggio del Luglio del 1954. Il ragazzo che stava di fronte a lui aveva una pettinatura ordinata e imbrillantinata all’indietro, e indossava un paio di jeans, una maglietta bianca ed un sorriso. .... Elvis.

“Era il modo migliore di atteggiarsi senza dare l’impressione di avere un atteggiamento” disse Schilling, 64 anni “Da Roy Rogers a Marlon Brando. Per tutta la mia vita avevo cercato di essere come chiunque altro.”

Così inizia il racconto di Schilling, nel suo libro, su un’amicizia durata 23 anni: Me and a Guy Named Elvis: My lifelong Friendship with Elvis Presley.

Schilling il membro più giovane della Memphis Mafia – un mix di amicizia, sostegno e guardia del corpo – oltre ad essere stato un manager musicale, un editore di films, produttore televisivo e di documentari e Presidente della Memphis and Shelby Country Music Commission.
Dona ad Elvis quella stessa fiducia, che lo ha portato ad essere quello che è oggi. “Ero un ragazzino timido che non parlava molto, che rispetto a quella volta, ha certamente recuperato. Elvis mi ha dato una certa fiducia.”

Schilling è diventato amico di Bono, John Lennon e altre celebrità. “Elvis mi ha dato il passaporto per questo”

D. Di sicuro hai una vista spettacolare dalla tua casa.

JS : Elvis l’ha comprata per me.

D. Puoi dirci qualcosa circa le droghe?

JS: Penso che sia già stato detto abbastanza. Tutto è stato espresso con le prospettive soggettive, e non merita altri commenti. Red, Sonny e Dave hanno esagerato e hanno messo le cose, completamente al di fuori del loro contesto.

D. Che cosa pensava Elvis del libro? (Elvis What Happened)

JS: Mi disse che qualsiasi cosa fosse stata scritta su di lui, era già stata scritta. Perciò, personalmente, non lo infastidiva poi così tanto. Quello che lo infastidiva era che questa volta usciva dall’interno, da amici con cui era stato buono e a cui aveva dato molto. Questo feriva il suo orgoglio. Pensava anche, che un sacco di altre persone sarebbero state ferite, come sua figlia Lisa, o Vernon, o persone che lavoravano con lui. Perciò penso che sia stato molto imbarazzante per lui, estremamente imbarazzante.

D. Sai se Elvis ha letto il libro?

JS: No, Questo è sempre stato come un puzzle. So che era a conoscenza di certe cose che c’erano nel libro, ma non so se l’ha letto.

D. Billy Smith dice di no

JS: Non credo che l’abbia letto. Conoscendo Elvis, e il fatto che non amava nemmeno vedere i suoi films, dubito che l’abbia letto. Non credo che l’avrebbe voluto leggerlo.

D. A parte l’apparente tentativo con John O’ Grady di parlare a Red e Sonny, cercando di convincerli a non pubblicare il libro, per quanto tu ne sappia, Elvis non ha mai fatto grossi sforzi, per bloccarlo, nel senso di chiamare Sonny e Red?

JS: Sì, ha chiamato Red

D. So che ha chiamato Red una volta, ma secondo il libro, lui disse di procedere con qualsiasi cosa stessero facendo.

JS: Questo è stato, dopo aver creduto che avrebbe potuto convincerli a non pubblicarlo. Elvis non è mai stato il tipo di persona da chiedere a qualcuno di fare qualcosa che non voleva. Se conoscevi Elvis, e sono sicuro che Red lo conoscesse, il semplice fatto che abbia chiamato Red era, a dire “Hey, è andata troppo per le lunghe” Ma non l’avrebbe fatto per dire“Red, ti prego, non scrivere quel libro”. Avrebbe umiliato se stesso. Ma la verità è che lui ha chiamato e parlato con Red, questo era il modo di Elvis per scusarsi. Era talmente sensibile che non riusciva a convivere on il risentimento, troppo a lungo.

D. Perché pensi che Red, Sonny e Dave siano stati licenziati?

JS: Non so esattamente il perché, sospetto per una serie di ragioni che sono successe tutte in una volta. So solo che Elvis me ne parlò dicendomi che, semplicemente, si erano allontanati, che non erano più interessati alle stesse cose. Cosa che, d’altra parte, era legittima. Credo che Elvis si fosse stancato dell’iper protezione, anche se, sicuramente, ci sono stati dei momenti che ne aveva bisogno.

D. Ho sentito dire e credo che questo includa anche te, che i ragazzi erano dei parassiti.

JS: Non mi tocca.

D. Tu ti sei tolto, sei andato via e hai fatto le tue cose. Giusto?

JS: Qualche volta, ma sono sempre tornato. Era per seguire cose mie. Infatti una volta stavo parlando con Lamar e dissi “Guardiamoci in faccia, Elvis è una grossa parte della nostra vita e lo sarà sempre!

D. Quello che sto chiedendo è, sec’era un feeling genuino oppure Elvis era una polizza di garanzia?

JS. Come la vedo io, è che ho sempre ammirato Elvis, persino prima di conoscerlo di persona. Ci sono tanti momenti di noia in un lavoro, così come ne abbiamo avuti noi. Tanto tempo in cui dovevi avere una tua forza interiore per sostenere questo genere di vita. Dici a te stesso, sto conducendo questa vita ed è l’unica cosa che so. Cosa succede se mi licenziano? Ma credo che quasi tutti coloro che hanno lavorato per Elvis, prima di tutti erano amici. Tutti noi, gli originali prevalentemente avevamo il lavoro, in seguito all’amicizia. Non era come diceva Elvis: “Ho bisogno di un ragioniere”.
Ho iniziato nella sicurezza, assistendolo in alcuni films, anche fino all’uscita, e poi, negli ultimi cinque anni, sono diventato il suo incaricato alle pubbliche relazioni personali. Quello è stato il lavoro che mi ha offerto in occasione dell’ incontro con Nixon. Quella volta ero con lui. Me lo propose e, sul momento ho rifiutato perché l’idea di tutto quel tempo passato a fare niente, se non guardare ripetutamente film, non mi attraeva.
Dissi: “Come pensi che mi senta, siamo tornati a Memphis e stiamo là seduti per tre mesi e guardiamo films tutta la notte” E’ stato così grande!! Disse solo: “Come pensi che mi senta io, faccio la stessa cosa.” Più tardi mi mandò una lettera in cui mi nominava suo manager per le pubbliche relazioni personali. E le biglie hanno incominciato a girare, di nuovo. Ho promesso a me stesso che se mai fosse diventato come un lavoro, lo avrei lasciato perché non volevo che interferisse con la nostra amicizia. Non solo abbiamo lavorato assieme, ma vissuto assieme. Credo che il gruppo che lavorava con Elvis si sia innalzato, senza rendersi conto, si era elevato a guardare alle necessità, di modo che Elvis potesse vivere la vita che lui voleva viverla, e credo che questo gruppo abbia fatto in modo che potesse averla.


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