dal libro ELVIS E IO

[marianna]

Quando facevo qualcosa che non era di suo gradimento,mi redarguiva prontamente.Era dificilissimo muoversi a proprio agio,sentendosi esaminata con tanta atteNzione.Non gli sfuggiva nulla.Quasi nulla.a eccezione del fatto piu' salientessia che io ero un vulcano sul punto di esplodere.c'erano sere in cui mi rispediva di sopra a cambiarmi perchè,per i suoi gusti,mi ero vestita in modo "scialbo","poco lusinghiero"o"non abbastanza elegante".Trovava da ridere persino sul mio modo di camminare;mi suggerì di muovermi piu' lentamente,per un breve periodo,mi costrinse a camminare per casa con un libro in bilico sulla testa.gli ero grata per l'interessamento,ma detestavo sentirmi rammentare così spesso i miei difetti e dovergli ogni volta promettere che non avrebbe piu' dovuto ripetermelo.sarei riuscita a essere all altezza di come elvis immaginava che dovesse essere e comportarsi la sua donna ideale??doveva essere sensibile,affettuosa ed estremamente comprensiva.disposta ad appagare richieste inconsuete che qualsiasi donna normale avrebbe magari respinte.il che comprendeva il fatto di restare buona buona a casa quando lui partiva per i viaggi "d'affari"alquanto dubbi,dettati dall impulso del momento.Doveva essere carina e doveva possedere uno starordianrio senso dell umorismo per sopportare tutti gli scherzi che si combinavano a Graceland.Spesso mi capitava di aggregarmi alla comitiva che guardava un incontro di football della domenica pomeriggio e di udire battute pesanti sulle grazie delle ragazze pon pon.A un certo punto mi sorprendevo a pensare come uno dei ragazzi.."ha un bel paio di tette..cosce troppo grosse ma con quell faccia se le fa perdonare".