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Vecchio 29-12-2010, 15:01
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Predefinito Intervista al Dr. Nick - 2010

INTERVISTA AL DR. GEORGE NICHOPOULOS - 2010:

Il Dr. Nichopoulos - chiamato Dr. Nick - è stato il medico curante di Elvis Presley per molti anni.
Insieme al Colonnello Parker e a Priscilla Presley è tra i "personaggi" della vita di Elvis che suscitano opinioni molto controverse: sembra che nei loro confronti non si possa trovare la mezza misura tra odio e amore. I sentimenti nei loro confronti molto spesso sono ai due estremi.
E' interessante sapere che coloro che hanno vissuto vicino ad Elvis nutrono grande stima per il Dr. Nick, descrivendolo come un medico molto professionale e attento alla salute di Elvis, e che ha fatto in modo di gestire la situazione nel miglior modo possibile.
Quello che è successo al Dr. Nick a partire dal 1977 è stato un calvario giudiziario che non ha coinvolto solamente lui, ma tutta la sua famiglia, e di cui ancora oggi porta le conseguenze sotto molti punti di vista.
A distanza di oltre 30 anni dalla morte di Elvis Presley e dopo la fine delle peripezie giudiziarie, il medico ha deciso di scrivere un libro, in cui ha raccolto tutti i suoi ricordi inerenti al suo rapporto con Elvis, a quello che è accaduto mentre Elvis era in vita e dopo la sua morte, avvalendosi anche dell'opinione di altri medici che si sono esposti con nomi e cognomi all'interno del libro per esprimere i loro pareri professionali sull'intera vicenda.


D: Possiamo iniziare parlando un po' di te? Tu sei di origina greca e sei cresciuto in Alabama. Ci puoi parlare della tua famiglia, degli anni della scuola?
GN: Sono figlio di immigranti greci. Mia madre a malapena sapeva parlare inglese quando ci siamo trasferiti qui. Non c'erano altri greci nel circondario, così per qualche tempo ci siamo sentiti come degli "estranei" in America. Ci siamo trasferiti perchè mio padre aveva acquistato un ristorante, e noi abitavamo proprio sopra di esso. Ho lavorato lì fin da piccolo.
Dopo aver terminato gli studi alla scuola superiore, sono entrato nell'esercito. Ho firmato per entrare nel Medical Corp e sono stato mandato in Germania.
Dopo il congedo, sono entrato alla "University Of The South" nel Tennessee e poi alla Vanderbilt University Medical School di Nashville, e durante i mesi estivi ho studiato farmacologia e anatomia.
Quando ho iniziato a frequentare Edna, che sarebbe poi diventata mia moglie, suo padre aveva un ristorante nel nord di Memphis, poco lontano dai Lauderdale Courts dove abitava Elvis. Vedevamo Elvis ogni tanto, anche se io non lo conoscevo ancora personalmente, ma Edna sì: lei e sua sorella avevano frequentato la Humes High School, la stessa in cui andava Elvis.
Tornai a Nashville ed entrai nuovamente alla Vanderbilt University dopo aver deciso che preferivo dedicarmi alla medicina pratica piuttosto che alla ricerca. Io ed Edna avevamo già 3 bambini, e così mi dovevo destreggiare tra gli studi e il lavoro per mantenere la famiglia.

D: Hai sempre voluto diventare medico?
GN: Penso di averlo deciso quando avevo 8 o 10 anni. Mi è sempre piaciuto vedere il Dr. Welby in TV

D: Sei conosciuto per essere una persona molto riservata. Pensi che questo abbia influito sulle opinioni negative nei tuoi confronti?
GN: Non ho mai sentito nessuno considerarmi una persona riservata. Quando sono iniziate le speculazioni sulla morte di Elvis, ho smesso di dare opinioni in merito perchè tutto quello che dicevo veniva distorto. Le persone pensavano che io non parlassi perchè avevo qualcosa da nascondere; i media continuavano a dipingermi come un mascalzone. Penso che tutto questo abbia influito nel creare opinioni negative nei confronti miei e di Elvis.

D: Il tuo libro - "The King and Dr. Nick: What Really Happened To Elvis And Me" - è stato pubblicato all'inizio di quest'anno. Sei felice dei riscontri?
GN: Sono molto felice per il libro e sono grato all'editore, che mi ha lasciato raccontare la mia storia nel rispetto che Elvis merita. Ero determinato a non fare sensazionalismi sul rapporto tra me ed Elvis, come invece mi era stato chiesto da altri editori. Lo scopo del libro era focalizzare l'attenzione su come il pubblico è stato ingannato nel far credere che Elvis sia morto per overdose e che sia stato io a fornirgli le pillole che lo hanno ucciso. Questo è l'elemento chiave che ha distrutto la reputazione di entrambi.
Il libro è stato scritto in collaborazione con Rose Clayton Phillips e ci sono voluti 18 mesi per portarlo a compimento. Abbiamo dovuto dedicarci a molti dettagli per fare in modo che il risultato fosse accurato. Volevamo che gli avvocati e i medici coinvolti leggessero il manoscritto finale, e questo ha richiesto molto tempo. Sono stato frainteso e quello che ho detto è stato distorto così tante volte, che non volevo essere incolpato di aver ricostruito in modo errato qualsiasi informazione. Sono stato fortunato per la presenza di Rose all'ultimo tour di Elvis, cosicchè lei stessa ha potuto percepire cosa stava realmente accadendo.
A suo tempo si è anche occupata delle mie udienze e dei miei processi per i media nazionali, cosicchè ne ha avuto esperienza in prima persona come li ho vissuti io.

D: Ti senti sollevato per il fatto di aver potuto finalmente dire la tua versione di questa storia?
GN:
No, non mi sento sollevato. Sono contento di aver dato ai fans e al pubblico, che ha giudicato male Elvis per anni, la realtà dei fatti.

D: Quali sono i temi principali del libro?
GN:
Il libro racconta una storia di fiducia e tradimento sotto molti aspetti: come le persone ne usano altre per i loro interessi, specialmente se si sentono minacciate. Racconta degli effetti devastanti che può avere un giudizio affrettato dato su persone innocenti e sulle loro famiglie; e quanto le persone sono riluttanti nel riconsiderare i loro punti di vista per paura di ammettere di aver commesso un errore.
Nella vita di Elvis e nella mia si può vedere come le persone confondono i fatti e come si formano opinioni basate sul "sentito dire". Ci sono persone che preferiscono vivere in un errore piuttosto che ammettere di aver sbagliato.

D: Cosa speri rimanga nei lettori del tuo libro?
GN:
Spero che il libro serva ad imparare di pensare prima di giudicare le persone. Le apparenze possono ingannare, quindi le persone devono considerare la fonte di una storia e vedere se la persona a cui è riferita ha qualcosa da guadagnare da quello che racconta. Il lato più triste della storia di Elvis è che le persone a cui lui voleva più bene hanno sbagliato nel giudicarlo e nel comprenderlo e hanno parlato liberamente contro di lui. Slealmente hanno distorto la sua immagine, ma sembra non abbiano nessun rimorso per quello che hanno fatto per il loro guadagno personale e per quello del loro editore.

D: Quando hai iniziato ad occuparti di Elvis?
GN:
All'inizio del 1967. Il medico a cui si rivolgeva solitamente non era disponibile, così venni chiamato per occuparmi di lui per alcuni acciacchi dovuti allo stare a cavallo, prima che partisse per Hollywood.

D: Eri il medico di Elvis, ma eri diventato anche suo amico. Come amico, quale è il tuo ricordo di Elvis?
GN:
La sua generosità, che era evidente in tutto quello che faceva. Aveva un grande cuore!

D: Ho letto in un articolo che in più di un'occasione tu e Joe Esposito, rovistando nella camera da letto di Elvis a Graceland, avete trovato 3 bottiglie giganti in cui erano contenute pillole di Seconal, Dexedrine e Placidyl e anche boccette di pillole trovate nelle cuciture delle tende. E' vero?
GN:
Sì. Ci era stato detto che alcuni farmaci si trovavano lì, abbiamo cercato e le abbiamo trovate. Le bottiglie erano sigillate e non c'era il nome di nessun medico su di esse. All'apparenza sembravano arrivare da qualche farmacia. Abbiamo prelevato le bottiglie ed Elvis non ha mai chiesto nulla a riguardo, per quanto ne so.

D: Un fatto come questo chiarisce i problemi di dipendenza di Elvis con i farmaci e le distanze che doveva percorrere per ottenere i farmaci che voleva. Ci sono stati altri avvenimenti come questo?
GN:
No, l'incidente non "chiarisce i problemi di dipendenza di Elvis con i farmaci e le distanze che doveva percorrere per ottenere i farmaci che voleva", a meno che non si voglia dimostrare a tutti i costi che è così. Semplicemente, per quanto mi riguarda, dimostra che sono stati trovati dei farmaci nella stanza di Elvis, che qualcuno ci ha detto provenissero dalla California. So che nell'entourage di Elvis c'erano altre persone che acquistavano farmaci e li prendevano. Molti di loro l'hanno ammesso nei loro libri. Elvis era in ospedale nel momento in cui abbiamo trovato quei flaconi e quel tipo di farmaci non è stato riscontrato nel suo organismo dagli esami di laboratorio fatti durante il ricovero.

D: Quando è che la questione dei farmaci è diventata una preoccupazione per te?
GN:
Elvis nel 1973 è tornato a Memphis in emergenza medica che era il risultato di un trattamento medico non tradizionale (agopuntura) a cui era stato sottoposto per sei mesi. Quel trattamento l'ha portato a diventare dipendente dal Demerol. Dopo essere stato disintossicato, il suo fisico non è più stato lo stesso. Ha subito un danno permanente che ha avuto riflessi sulla sua salute fino alla fine della sua vita. Ne ho parlato nel mio libro perchè è stato alla base delle conclusioni del fatto che Elvis fosse un tossicodipendente.

D: Quale è stato il tuo piano di trattamento per Elvis?
GN:
Il piano era differente in base alle condizioni di salute di Elvis del momento. C'era trattamenti specifici per problemi specifici.

D: Il problema di Elvis con i farmaci era peggiore mentre era a Las Vegas, in tour o a casa?
GN:
Devi leggere il libro per capire che Elvis aveva problemi di salute che non c'entrano nulla con l'assunzione di farmaci, come invece la tua domanda vuole insinuare. Il libro spiega nel dettaglio da quali disturbi Elvis era tormentato in base al luogo in cui si trovava (ad es: durante il periodo a Las Vegas, a causa del clima molto secco del deserto, aveva grossi problemi alla gola, che dovevano essere curati per permettergli di esibirsi; quando era in tour lo stress si faceva sentire molto di più rispetto a quando era a casa). Quando era a Graceland doveva prendere molti meno farmaci perchè lo stress e le cause di malessere erano minori.

D: Nel 1973 Elvis andò in overdose di barbiturici 2 volte: una a Las Vegas e l'altra a St. Louis. Erano le prime volte che accadeva?
GN:
Le tue informazioni in proposito non sono corrette. Se leggi il libro, troverai spiegazioni su cosa è realmente successo.

D: Come hai risposto alle overdosi del 1973?
GN:
Non ho curato Elvis per nessuna overdose nel 1973. Il termine "overdose" non è quello corretto da usare per ciò che è successo ad Elvis.

D: Elvis era molto testardo quando voleva qualcosa. Quanto eri consapevole del fatto che otteneva farmaci da altri medici?
GN:
Non ero a conoscenza di quello che succedeva in California o in Nevada quando altri medici si occupavano di Elvis. Quello che le persone devono capire è che c'erano molte persone nell'entourage di Elvis coinvolte nell'acquisizione e nell'uso di farmaci. Queste persone, per difendere loro stessi, hanno fatto apparire Elvis come l'unico che prendeva farmaci.
Se Elvis avesse preso la quantità di farmaci che gli viene imputata, non avrebbe mai potuto fare i concerti che ha fatto. E' totalmente irrealistico credere a queste chiacchiere e mi sbalordisce che le persone possano essere così stupide dopo tutti questi anni.

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