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Vecchio 13-05-2007, 07:30
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Geicn 53 Intervista A David Stanley

David Stanley è cresciuto come fratellastro del Re del Rock ‘n Roll.
In questa intervista esclusiva, David parla candidamente del suo famoso fratello e del patrigno, del sesso, droga e rock ‘n roll, della Memphis Mafia, del colonnello, del discusso libro delle guardie del corpo, e della sua ultima avventura, Solutionary Dynamics.


D. Tu ti sei trasferito a Graceland quando avevi 4 anni. Ti eri reso conto dell’enormità della cosa?

DS. Com’è crescere con la tua famiglia? La stessa cosa stata crescere con Elvis, questo era ciò che sapevo. Quando mi trasferii a Graceland non sapevo cosa fosse una star rock ‘n roll o houd dogs, o le canzoni rock o i films. Tutto quello che sapevo era che c’era quest’uomo, di cui mia mamma aveva sposato il padre ed ora è il mio fratellastro. Quando hai 4 anni non hai una conoscenza concreta e così era tutto ciò che sapevo. La gente mi chiede cosa voleva dire crescere con Elvis. Posso dirti com’ è stato fino a che non se n’è andato. E’ stato diverso come lo sarebbe stato per chiunque ha un fratello che è una rockstar e chiunque avesse una Graceland. Per me era normale.
Come ragazzo cresciuto amando gli Stones e I Beatles, per me il successo era rappresentato dalla dimensione della folla. Sapevo che Elvis faceva il sold out, ma quando eri lì e vedevi la gente che gli dava riscontro – 20.000 lampadine accese tutte nello stesso momento, la gente che correva sul palco e il massimo dell’isterismo – allora realizzavi che non si trattava di un concerto, ma di un evento storico.

D. Che ricordi hai di Vernon Presley?

DS. Vernon era il mio patrigno, mio padre. Mi portava a scuola, si assicurava che andassi agli allenamenti di football. Aveva un grande senso dell’umorismo. Era molto tirchio con i soldi, mi dava una paghetta, ma erano solo 50 cents. Credo che, nonostante la grande ricchezza di Elvis, avesse sempre paura di scoprire, che la mattina dopo, aveva perso tutto. Ma se parliamo dell’influenza su di me, va tenuto cinto che ogni cosa ruotava attorno ad Elvis. Per cui ci sono state cose dove Elvis mi ha influenzato. Elvis giocava a calcio con me, mi ha introdotto nel karate e nella musica.

D. E Priscilla. Che rapporti avevate?

DS. Priscilla fu il mio primo amore a 6 anni. Una cotta. Era molto simpatica. Abbiamo trascorso insieme dei gran bei momenti, andavamo al parco, a nuotare. La nostra casa In Dolan Street era collegata a Graceland, così trascorrevamo molto tempo assieme, eravamo molto uniti. Era come una sorella maggiore. Dopo la morte di Elvis, abbiamo preso strade diverse, ma ho ricordi molto belli. Ammiro anche quanto ha fatto per tener vivo Elvis. Se tu fossi stato Elvis non sarebbe stato difficile farlo, ma qui si parla di Priscilla e lei ci è riuscita.


D. David, tu e i tuoi fratelli siete cresciuti in un contesto inusuale, circondati da grande ricchezza, tentazioni e un gruppo di individui molto interessanti, quasi eclettici come quelli della Memphis Mafia. Tu eri particolarmente vicino a Lamar Fike. Hai assistito a molte cose di Lamar e degli altri della Memphis Mafia.

DS. Infatti, ne parlavo con Lamar la notte scorsa. Sai, lui, quando avevo 2 anni, mi cambiava il pannolino. Di recente ho incontrato Patty Perry e parlo ancora con Joe e Charlie, così come Dick Grob. Non si può dire che siamo in continuo contatto, ma c’è un legame. Quei ragazzi mi hanno cresciuto, sono diventato uno di loro e, in un certo senso, la persona di David Stanley è un po’ tutti loro. Avevano molta influenza su di me e una delle cose che la gente non capisce, della Memphis Mafia è che sono gli storici di una delle persone che ha maggiormente influenzato il 20° secolo.

D. Lamar (Fike) ha dichiarato “I fratelli Stanley sono stati corrotti da Elvis Presley”. Cosa pensi di quanto è successo?

DS. Credo che la situazione sia stata travisata. Stavamo vivendo una vita libera da ogni restrizione: Sesso, droga e rock & roll. Io ero un ormone che camminava! Ma non è Elvis che mi abbia mai obbligato a farlo. Sicuramente lo stile di vita ha contribuito, ma ciò che è successo veramente, è che siamo cresciuti troppo in fretta.

D. Come precedente Ministro della Religione, come ti senti verso quella gente che vede Elvis Presley come un movimento religioso?

DS. E’ piuttosto spaventoso. C’è un solo Re e questo è Cristo. Elvis pensava questo e lo sapeva. C’è una grande differenza nel riempire le pareti della tua stanza con foto di Elvis e memorabilia, e vedere Elvis come una figura religiosa, questa è un’altra cosa. Elvis pensava che il suo compito fosse trasmettere il gospel alla gente ed è per questo che inseriva canzoni gospel nei suoi concerti. Lo capisci ascoltandolo quando canta How Great Thou Art. Il dono spirituale di Elvis è stato cantare per comunicare la musica gospel.

D. Il critico Dave Marsh, una volta, ha scritto: “Fino a che non si capisce che Elvis Presley, molto più di qualsiasi altra cosa, è stato un leader spirituale della nostra generazione, non c’è alcun modo reale, per definire la sua importanza, dove il significato della musica, è molto meno importante”

DS. Quello che ha scritto Dave Marsh è vero, non tanto per Elvis come figura religiosa, ma in quanto leader di una generazione di musica.

D. Verso la fine dei tours, circa i documenti dell’autopsia e la tomba, tu sei quasi brutalmente onesto sul modo in cui è finita la sua vita. Pensavi che fosse necessario umanizzarlo in questo modo?

DS. Elvis è una figura divina e non capirebbe mai la pazzia che c’è oggi. Però c’è un motivo per cui Elvis ci ha lasciato così presto, ed è morto così giovane. IL MONDO MI VENERA, avrebbe ucciso chiunque. Riesci ad immaginare il mondo che ti ama e tu sai quanto cattivo puoi essere? Elvis era un grande uomo, ma era anche un cretino, sapeva essere cretino e non aveva importanza se era un cretino, loro lo amavano comunque. Elvis non poteva fare un errore, perché il mondo l’avrebbe amato lo stesso e ancora.
Se Elvis fosse entrato in riabilitazione, sarebbe stato 10 volte più grande di prima, perché il mondo lo avrebbe abbracciato e tutti avrebbero detto: lasciati amare e fatti aiutare da noi. Lui credeva invece, che se il mondo avesse saputo cosa stava succedendo nella sua vita, tutti l’avrebbero abbandonato. Alla fine Elvis ha ucciso Elvis e i fans colpevolizzano tutti, fuorché lui. Non è per essere denigratorio o irrispettoso, ma la sua morte, lo ha umanizzato ancora di più di qualsiasi altra cosa abbia fatto.

D. Ci sono state un sacco di congetture sul suo rapporto con il Colonnello, verso gli ultimi anni. Qual è la tua opinione su questo?

DS. Il Colonnello mi dava sempre peluches, cose della RCA e sigari. La cosa che devi sapere di Elvis è che nessuno stava con lui, se lui non lo voleva. Se non era lui a volerlo, tu non c’eri. Spero che questo faccia capire il senso, Il Colonnello era il suo manager, non suo padre, così la sua era solo un’influenza professionale. Bisogna rendersi conto che Elvis aveva un carattere molto forte e se lui avesse davvero voluto fare altre cose, le avrebbe fatto. La gente spesso chiede: E’ stato il Colonnello a creare Elvis? E se è stato lui, perché non l’ha fatto con qualcun altro? C’è stato solo un Elvis e poteva essercene solo uno. Dopo la morte di Elvis, il Colonnello ha iniziato a far parte del giro delle accuse: perché Elvis non ha fatto tours in Europa, perché non ha fatto A Star Is Born? Il Colonnello, Ginger, Lamar Fike, Dr. Nick, David Stanley. E’ facile accusare le persone, ma la realtà era che Elvis stesso ha portato il crollo su di sé. So che può sembrare duro, ma è la verità, a prescindere da quanto possa far male.

D. C’è una “sentenza” di “personale responsabilità”?

DS. Sì, verissimo. Dobbiamo smettere con questo modo semplicistico di colpevolizzare. So che molti fans non amano sentirlo, ma andò esattamente così. Elvis diventò come Howard Hughes, molto autodistruttivo. Aveva paura di perdere e doveva proteggere la sua immagine. Una sciarada a tutti i costi. Bastava che ammettesse il suo problema con i farmaci. Era una desolazione, ma è riuscito ad evidenziare, che anche i re possono fare degli errori e possono essere fragili come chiunque altro. La morte di Elvis è stata una perdita tragica. La Memphis Mafia ha perso un amico, io ho perso un fratello, i fans hanno perso il loro idolo, ma ciò che è più importante da ricordare è che Elvis ha perso la sua vita.

D. David, c’è un altro grande dubbio sul mondo di Elvis ed è la sua relazione con Ginger Alden, in modo particolare se erano fidanzati. Come ci puoi illuminare?

DS. Ero là, quando Elvis le chiese di sposarlo. Ero là, quando le diede l’anello e c’era anche Charlie. Ma penso che dobbiamo guardare alle sue condizioni psicologiche.Aveva bisogno di amare qualcuno e aveva bisogno di loro. Voleva tenersi vicino Ginger, ma sposarla? Non credo che lo volesse fare.

D. La tua personale amicizia con Ginger divenne evidente. Eravate vicini di età e vi piaceva la musica moderna. Com’era Ginger come persona?

DS. Giusto, avevamo molto in comune, ma non nel senso che potesse pregiudicare Elvis. Ginger fa parte della “mentalità dei colpevoli”. I fans necessitano di colpevolizzare qualcuno. Se solo fosse entrata in bagno prima, Elvis sarebbe ancora vivo. In sua difesa posso dire che era una ragazzina, entrata nel mondo di Elvis e vedeva tutti questi problemi. Era difficile e non era abbastanza matura per sapere come gestire il tutto, cosa fare.
Non credo che Ginger fosse veramente innamorata di Elvis.

D. E se ci fosse stata Linda Thompson e non Ginger?

DS. Penso che Linda ed Elvis si amassero ed è possibile che le cose sarebbero andate diversamente. Ma, ancora una volta, non si può biasimare Linda per questo. Elvis era Elvis e, come ho detto prima, in fondo a se stesso, sapeva che, nelle relazioni interpersonali, era ben lontano dall’essere perfetto. Alcuni fans non vogliono capirlo, ma è la verità.
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