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Vecchio 25-10-2007, 09:30
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STANCO DI ESSERE ELVIS PRESLEY


Come raccontato da:

FELTON JARVIS - Ricordo che Elvis mi disse “Sono così stanco di essere Elvis Presley”

LAMAR FIKE - Doveva continuare a lavorare. Elvis aveva un libro paga che era fenomenale e doveva continuare a lavorare per i suoi dipendenti. Ma nonostante questo, l’anno precedente alla sua morte, non avrebbe dovuto lavorare.
Tutti dicevamo al Colonnello: “Hey basta, fermati! L’uomo è malato. Il ragazzo sta veramente molto male.” E' vero Elvis doveva pagare le fatture, ma sono convinto che anche il Colonnello dovesse pagare le sue.
Oggi non succederebbero cose così. Chi è quello che va a Las Vegas, lavora 4 settimane continuate, facendo 2 o 3 spettacoli a sera? Intendo che è una cosa impensabile. L’hotel predispose una sala speciale che potesse contenere migliaia di persone per i concerti, perché Elvis voleva fare solo uno show a sera. Credo che Fred Allen sia stato grande quando ha detto “Dimenticarlo si chiama torturarLO”

LOWELL HAYS - Verso la fine, Vernon aveva impostato l'organizzazione in modo tale che quando arrivavo, dovevano prima informarlo del mio arrivo. Vernon arrivava e stava con me tutto il tempo, cercando di tenermi lontano da Elvis. Elvis aveva problemi finanziari. Aveva già fatto degli acquisti sbagliati e c’erano anche problemi con quegli aerei. Da tempo non mi pagava. Non mi sono mai preoccupato di non essere pagato. Per lui, a quel tempo, non c’erano problemi a guadagnare 150.000 dollari. Per me era un momento difficile, ma io operavo con la stessa sua banca e loro lo sapevano, quindi se ne avessi avuto bisogno, la banca mi avrebbe fatto un prestito.

GEORGE KLEIN - Era arrivato al punto che non voleva che andasse gente a Graceland. Diventò come un recluso ed era arrivato persino a non scendere nemmeno in pigiama e a non tagliarsi i capelli. Così gli ultimi 6 mesi che Elvis rimase con noi, disse “Guardate ragazzi, non ho niente contro di voi, ma non mi sento assolutamente bene. Allora, perché non chiamate e verificate se tutto va bene, prima di venire a Graceland?”

Non credo che Elvis sapesse quanto era malato. Credo che nessuno lo sapesse. Sapevamo che non era in un buon stato di salute, ma non avevamo la minima idea che fosse tanto malato quanto effettivamente era

DR. GEORGE NICHOPOULOS - Ci sono state volte in cui ho pensato che ad Elvis piacesse stare recluso e altre volte ho pensato che non avesse scelta. Non poteva uscire quando voleva, perché la folla ai cancelli l’avrebbe seguito ovunque. Elvis ha fatto moltissima meditazione. Amava leggere, guardare la tv e non avere invece sempre qualcuno che gli stava addosso, come succedeva quando era per strada.


ELVIS ERA DISPETTOSO

Come raccontato da:

BOBBY ODGIN (musicista) - Quando era sul palco, Elvis stava sempre addosso a qualcuno facendogli dispetti mentre suonava. Una volta mi gettò l’acqua che c’era in una di quelle tazze che teneva vicino a sé. Si guardava intorno per cercare qualcuno da attaccare, come un bambino dispettoso. Poi tutto ad un tratto ti tirava l’acqua. Lo fece a me, alle raqazze. Alle volte faceva la finta con una tazza vuota. Adorava fare il pagliaccio, anche per rompere la monotonia. Ad un certo punto nello show, Elvis si avvicinava e si metteva una sciarpa al collo e la gettava alle signore del pubblico, Chiarlie Hodge doveva essere pronto a prenderne un’altra e mettergliela al collo. Elvis si dirigeva verso il bordo e tutte le donne si agitavano e diventavano isteriche. Prima di fare tutto ciò Elvis si toglieva quegli enormi anelli di diamanti, che portava e li dava a Charlie perché li custodisse.
Una sera mentre gettava la sciarpa, buttò anche l’anello in mezzo al pubblico. Non si preoccupò minimamente! Non ho idea del valore di quell’anello, ma sono sicuro che valesse una piccola fortuna. Elvis era grande quando succedevano queste cose. Non diceva niente e continuava con il quello che stava facendo.

SHAUN NIELSEN - Sul palco di Baltimore, Elvis si sentì male. Fu costretto a lasciare il palco e noi a completare lo show. Quando tornò, alcune persone del pubblico lo fischiarono, ma sicuramente erano molto meno di quelli che esultarono per il suo ritorno.

L’ULTIMA SESSION E L’ULTIMA CANZONE

Come raccontato da

CHIP YOUNG – Avevo suonato a quasi tutte le registrazioni di Elvis del 1966. Una volta che ti conosceva veramente, era molto amichevole con te. Entrò nella session e mi mise il braccio intorno al collo. L’ultima session che ho fatto con lui, a casa sua (Graceland 29-31 Ottobre 1976) fu praticamente un fiasco. Il camion della produzione era fuori e giravano fili per tutta la casa. Elvis doveva fare “Way Down” e “He’ll Have To Go”. Ma tecnicamente non era una buona situazione, oltre al fatto che non penso e Elvis, mentalmente, fosse dello spirito giusto. Fatto sta che non ho mai capito perché avesse voluto registrare in casa.
Aveva fatto 2 album e tutti i microfoni erano stati messi in quella piccola area, che era la Jungle Room. Tutto quello che abbiamo fatto è stato spostare mobili e piazzare tutto il necessario. La batteria era messa vicino alla porta aperta, Sfortunatamente, il suono fluiva dentro gli altri microfoni. Elvis stava in mezzo, così anche tutti gli strumenti confluivano nel suo microfono. Misero pannelli in plastica, ma non era sufficiente per tenere i suoni separati. Elvis non si era mai interessato a cose tecniche come queste. Non aveva una mentalità tecnica. Quando finimmo la session, salì di sopra e, ad ognuno di noi, diede le sue camice personali (quel genere con il collo alto e le maniche rimborsate).
Mi mise il braccio al collo e disse: “La prossima volta che registriamo, verrò nel tuo studio di Murfreesboro e lo facciamo lì ” Ma non registrò più. A parte le registrazioni prese dai suoi concerti, l’ultima canzone che completò nella session di Graceland, il 1° novembre 1976, fu “He’ll Have To Go”.

LARRY STRICKLAND – Quando eravamo liberi da impegni con Elvis, lavoravamo come Stamps Quartet. Avevamo un ingaggio in North Carolina, ma saremmo stati a lasciarlo perdere perché dovevamo fare una session con lui, a Graceland. Elvis non volle ascoltare che perdessimo la nostra serata e ci imprestò il suo Lear Jet, permettendoci di andare da Memphis a North Carolina, per rispettare la nostra data.
Probabilmente il costo di andata e ritorno del volo con il Lear, è costato 10 volte di più di quello che abbiamo guadagnato nel nostro show.
Tornammo a Memphis e finimmo l’album, ma non sapevamo come tornare a casa a Nashville. Avremmo dovuto prendere un volo, ma non potevamo sostenere la spesa. Elvis disse “Prendete la mia limousine, fra poco mi arriverà una nuova” Così ci regalò la limousine.


FAI QUELLO CHE DEVI FARE

Come raccontato da

EDDIE FADAL – Elvis si sentiva colpevole ogni volta che dispiaceva ai suoi fans. Li amava moltissimi e se lavoravi con lui e insultavi i suoi fans, rischiavi di essere licenziato.

MYRNA SMITH – A causa dei farmaci che prendeva, Elvis si arrabbiava facilmente. In un momento o nell’altro tutti i ragazzi venivano licenziati, ma poi venivano riassunti, così come sarebbe stato fatto per Red e Sonny. Era impensabile che fossero stati mandati via in modo definitivo. Sicuramente li avrebbe richiamati. Erano i suoi amici. Mi è capitato di vederlo arrabbiato, un paio di volte. Quando venne a sapere del libro che Red, Sonny e l’altro stavano scrivendo si arrabbiò, ma più di tutto era molto ferito. Non voleva che Lisa leggesse certa roba. Loro dissero che il loro scopo era di aiutarlo, ma lui invece si sentì tradito.

LARRY GELLER – Venimmo a sapere del libro Elvis What Happened, alla fine del 1976. Distrusse Elvis. E’ inspiegabile il dolore che ha creato. Era la più grossa carica di esplosivo sensazionale (e controversa) su un’icona. Mesi dopo Elvis l’aveva accantonato. Pensò che forse non sarebbe uscito e forse questo era negarlo a se stesso. Ma io ero sicuro che sarebbe uscito, tutti noi lo sapevamo.

BILL E. BURK – Red disse che che poco dopo che furono licenziati lui ed Elvis ebbero una conversazione telefonica e che Elvis aveva espresso il suo disappunto per l’uscita del libro. Elvis sapeva quale sarebbe stato il contenuto, ma non ha mai detto “Non pubblicatelo”. Ha solo espresso il suo disappunto. Alla fine della telefonata Elvis disse a Red “Fai quello che devi fare”

continua
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