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#1
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Non vorrei essere accademica ed eccesivamente pedante, ma la riflessione che fa Manzoni, riguardo la massa e l'individuo, ne I promessi sposi è sempre verde, nonchè assolutamente geniale nella sua contestualizzazione. Ovviamente, io sono d'accordo nel pensare Elvis esattamente come te. Anch'io sono più interessata alle qualità intrinseche dell'individuo, come il carisma e la simpatia di Elvis. Non sono d'accordo sul fregarmene completamente dell'America quando penso ad Elvis, perchè se fosse nato in Giappone sarebbe stato un'altra persona. Non è per scadere nel biografismo, ma il posto dove nasci e cresci è determinante nella produzione artistica. E analizzare la società americana del tempo, lo vedo un modo per capire ed avvicinarmi sempre più all'artista che amo. Alla fine è solo una questione di indirizzare gli sguardi: c'è chi si fissa sugli aspetti, c'è chi fa i 360° attorno al personaggio. |
#2
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E' vero che il luogo dove nasci influenza la tua vita, senza alcun dubbio, però vedi MYGIRL, noi sull'artista ci stiamo girando intorno veramente a 360°, mentre un'affermazione fatta e chiusa rimane superficiale e banale e poteva benissimo evitarla di fare o quanto meno andare a spiegare il perchè di quello che ha affermato, facendo cosi invece ha dimostrato due cose, o che è un personaggio superficiale e banale o che voleva creare una polemica, ma a che scopo???
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#3
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Ma, ripeto, secondo me, non ci troveremo mai su questo argomento.. ![]() |
#4
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Quando si parla di Elvis, il primo pensiero è: come è morto, di cosa è morto ma è morto veramente? per noi fan il primo pensiero è: fare un sorriso, ricordarlo vivo ed iniziare a canticchiare qualche suo motivo.
Poi se qualcuno ce lo tocca in maniera "cattiva" è normale difenderlo. |
#5
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Poi, sul carattere di incalcolabilità e casualità della morte, mi sono già espressa.. Come pure sul fatto che sta a noi, che gli vogliamo bene (un bene VERO), redimerlo. |
#6
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Esatto MygirlMygirl la mia domanda, di fatto, voleva essere una provocazione per fare alcune riflessioni.
La frase abituale, in quegli anni, per ogni personaggio famoso che aveva raggiunto un declino: E' morto solo !!!! Ma quel solo, non aveva e non ha nemmeno oggi, il significato:cribbio, prima aveva tanti amici e adesso LO hanno lasciato solo, ma nascondeva il significato inverso. Come a dire che ,chi muore solo, se la sia voluta e cercata ![]() Rimango della mia opinione che se ELvis fosse morto nel suo letto (quindi in quel modo diciamo dignitoso, normale e tradizionale), avrebbe avuto l'opportunità di recuperare una buona parte di quella dignità , che i suoi amici , raccontandolo, hanno completamente distrutto, facendosi anche i soldi sopra (ho appena finito di vedere un documentario italiano del 2002, dove per le bestialità che dicono, e la diffamazione su colui che li ha mantenuti alla grande, i preti direbbero.........andrete all'inferno). Se Elvis fosse morto nel suo letto, alcune verità sulle sue reali malattie, forse sarebbero uscite prima. Invece una morte come la sua, non solo lo ha ulteriormente danneggiato, ma ha permesso e, a quanto pare, permette tuttora a persone vuote (questo è l'aggettivo onorifico che gli riservo), come Ligabue, di portare come esempio il modo in cui Elvis è morto, per dire "Polvere eri e polvere diventerai". Ma questo vale anche per lui!!! Per fortuna ci sono stati i suoi fans, quelli che lo hanno amato veramente per così tanti anni, che lo hanno salvato. Con il riprovevole gossip dei vari Marthy Lacker, Sonny e Red West, Lamar Fike, ecc. la morte di Elvis, metaforicamente parlando, sarebbe stata ancor meno dignitosa di quello che è stata. |
#7
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A questo punto ho voglia di fare una citazione per quanto riguarda la "dignità" nel morire.
'A morte 'o ssaje ched'è?... è una livella. 'nu rre, 'nu maggistrato, 'nu grand'ommo. trasenno stu cancello ha fatt' 'o punto c'ha perzo tutto, 'a vita e pure 'o nomme Perciò, stamme a ssentì... nun fà 'o restivo, suppuorteme vicino-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e fanno sulo 'e vive. nuje simmo serie... appartenimmo a morte! Trasenno = passando, entrando Questi sono gl'ultimi versi di una bellissima poesia scritta da un altro grande mito, Totò (Antonio de Curtis) immagina un dialogo tra due morti vicini di loculi, un netturbino ed un nobile. Il nobile voleva che il netturbino facesse spostare il suo loculo da un'altra parte e dopo una diatriba fra loro il netturbino conclude con i versi che ho scritto. |
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