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#1
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![]() Non ci provare, adesso vogliamo sapere TUTTO sull'arrivo dell'extraterrestre! ![]() Io vado sempre per primo a questa discussione con la speranza di trovare la prossima puntata, che dobbiamo fare, metterci in ginocchia????? Sul serio: i tuoi racconti sono deliziosi, pieni di vita, ora non ti deprimere di fronte alla tua stessa storia... arriva al punto che arriva ELVIS e ti sentirai subito meglio! ![]() ![]() ![]() ![]()
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#2
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E' testè superata la mia breve crisi, mia cara Wonder, tant'è che sto postando il 12° episodio. Grazie anche a te di cuore per le tue espressioni di incoraggiamento che hai voluto riservarmi. Gondar
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#3
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Gli stracci
Per contro, dicevo, ho ancora in mente quei rari signorotti di paese che ostentavano l'opulenza della loro pancia tenuta raccolta da un panciotto enorme ma aderente, attraversato da una lunga catenella in argento le cui estremità erano agganciate da una parte ad un bottone e dall'altra ad un orologio a cipolla che si eclissava in un taschino del mega gilet, mentre la giacca era tenuta aperta a mo’ di proscenio. Ed erano oggetto di invidia dato che davano la sensazione di essere boriosi e soggetti a omertose critiche da parte della gente per come si atteggiavano. Per avere un’idea di come la gente li sopportasse, gustiamoci questo storico pezzo di Eduardo De Filippo. Ebbene, debbo confessare che, pur non intuendo i motivi, sognavo di poter diventare un giorno come loro . Troppa grazia sant'Antonio, direbbe qualcuno, perchè oggi siamo quasi tutti un po’ obesi e saremmo disposti a tutto pur di tornare ad essere quello che eravamo. E i pantaloni? che dire dei pantaloni o pantaloncini su cui venivano cucite delle pezze per gli strappi procuratici o per il loro lungo uso? Andare in giro con le pezze al :-dem, beh sì al sedere, era a quei tempi segnale di estrema indigenza e ci si prestava particolare attenzione, a tutela del proprio decoro, a limitare tali tipi di inconvenienti. E pensare che oggi i jeans più sono rotti o sdruciti più sono alla moda e più costano. Per quanto riguarda il giacchettino (quello che si indossava alla festa o in una particolare ricorrenza) veniva confezionato da uno dei tanti sarti di paese (a quei tempi non erano neanche in predicato i negozi di abbigliamento) di due o tre misure superiori perché doveva servire per diversi anni a venire. Infatti, riguardando la foto della mia prima comunione è evidente tale stato di cose. E le scarpe, che dire dell’unico paio di scarpe attenzione. A proposito di giochi, sono certo che vi interesserà sapere quali erano i giochi che praticavamo nel corso degli anni cinquanta. Io stesso mi emoziono al pensiero di descriverveli. Alla prossima quindi. Gondar.(continua) Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:15 |
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#4
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Grazie Gondar!!
Ma a scrivere un libro ci hai mai pensato?
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#5
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Sinceramente, Wonder, fino a quando non mi sono iscritto al G.E., non mi è mai passato per la testa di farlo. Se tu intendi dire che mi possa cimentare nello scrivere tutto quello che si può narrare in funzione della mia elvisdipendenza, ergo da fan di Elvis Presley, beh, credo che lo stia già facendo. Eh sì, perchè credo di aver detto fin'ora la centesima parte di quello che vorrei raccontare. Ed è facile arguirne il motivo: tutta la mia vita, da quel magico momento in poi - seppure in sordina e nella maniera più tacita possibile - si è modulata in funzione della vita del nostro mito . E se i miei amici del Forum me lo permetteranno, potrei pensare di portare a termine la mia missione. Non prima di dire grazie a Lisa, ai magnifici del suo Staff e a VOI TUTTI del Forum. Gondar.
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#6
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Gondar,
Con grande piacere leggo questi tuoi racconti che mi portano in un'altra epoca, visto dalla vita agiata che ci godiamo oggi. Sono vivi e hanno il sapore di vita vissuta con ingenuità giovanile e tanto entusiasmo. Ora, se penso a quello che può essere successo a quel ragazzo che eri quando appare Elvis in quel contesto, già mi viene da sorridere. "Elvis - l'Extraterrestre"? Sarebbe un libro delizioso e amato da tutti i fans di Elvis su questa terra. Sai quanti altri avranno vissuto esperienze simili? Secondo me, ci dovresti pensare seriamente. Anche perchè nello scenario della bibliografia su Elvis sarebbe una novità freschissima e sicuramente accolta con entusiasmo. ![]() ![]()
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#7
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Certamente Elvis non credo se la passasse meglio di me quando lui aveva dieci anni. Anche il mito ha avuto grossi problemi esistenziali anche se in un contesto completamente diverso. Con una sola differenza: la sua famiglia era disagiata in un mondo più o meno agiato . La mia famiglia, invece, era disagiata in un contesto generalmente disagiato. Inoltre, Elvis era figlio di una nazione che aveva vinto una guerra mondiale Ciao Wonder. Gondar.
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#8
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Ho i lacrimoni dal ridere!! ![]() ![]() LISA
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Grazie Elvis Official Fan Club![]() Officially Recognized by Elvis Presley Enterprises, Inc. www.ShopElvis.it Il negozio online del nostro Fan Club! Unisciti a noi anche su Facebook!!! http://www.facebook.com/pages/Grazie...2474753?v=wall |
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#9
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Si, Lisa, quel noto detto scaturisce proprio da quelle amare esperienze di vita. Ciao. Gondar.
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#10
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Dopo aver chiamato a raccolta i miei ricordi sul primo gioco presentatovi al posting 65 di questo topic, consentitemi di concentrarmi sul gioco n.2: Il cerchio . Si recuperava una vecchia ruota di bicicletta, si sfilavano il copertone e la relativa camera d’aria, si toglievano tutti i raggi, ci si muniva di un robusto ramo di ulivo, gli si toglieva la corteccia e lo si faceva essiccare fino a diventare una bacchetta flessibile . Si poneva il cerchio a terra, si appoggiava il segmento della bacchetta lungo la rientranza del cerchio e lo si spingeva guidandolo per la strada e correndogli appresso . Le gare di pilotaggio del cerchio a tre o quattro sfidanti muniti tutti dei rispettivi cerchi, rappresentavano il top del divertimento in quanto chi arrivava per primo ad un traguardo prefissato era il vincitore della gara. Era un gioco sfizioso per quei tempi, anche se debbo dire che numerose sono state le volte in cui, non riuscendo a fermarlo specie in discesa, andava a sbattere contro la porta di qualche abitazione e rompesse i vetri del malcapitato proprietario Dov’era e cosa faceva il nostro idolo quando, sul finire dell’estate del 1954, io avevo undici anni e lui venti? Diamo un’occhiata al di là della massa oceanica, ma solo per creare una una breve sospensione, sfruttando la contemporaneità degli eventi. Gondar.(continua) |
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