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D. Sappiamo dell’ultima conversazione telefonica tra Red ed Elvis. Quale fu l’ultima volta che ti mettesti in contatto con lui?
SW. L’ultima volta fu il giorno del mio compleanno, il 5 luglio 1976. Avvenne nell’atrio di Graceland dopo uno show al Mid-West Coliseum. Era la fine del tour che era durato 12 giorni. Gli augurai la buona notte e gli dissi di riposare, che ci saremmo visti entro pochi giorni. Lui iniziò a salire le scale per andare in camera da letto, si girò e mi disse “Buon Compleanno” Lo ringraziai e dissi che, siccome Judy mi aveva fatto una torta, se voleva poteva averne un po’. Mi rispose “Certo, Linda verrà a prenderla. Buonanotte” Non l’ho più visto e non gli ho più parlato. Lo chiamai nella casa di Palm Springs, credo fosse il giorno dopo che Vernon mi comunicò il licenziato ma, secondo quanto mi disse uno dei ragazzi, Elvis non si era ancora svegliato e non poteva rispondere al telefono. Il giorno dopo richiamai e il numero era stato cambiato, Alcuni giorni dopo. Dave Hebler scoprì che Elvis aveva lasciato Palm Springs e era andato a Las Vegas per rimanere nella casa del Dr. Ghanem. Così chiamai da lui e al telefono rispose il medico. Io chiesi se Elvis era sveglio, Disse di sì e che aveva appena finito di mangiare. Gli chiesi di parlare un attimo con lui. Dopo un po’ il Dr. Ghanem tornò e mi spiegò che Elvis non voleva parlare con me. Pensai che Elvis credeva che lo stessi chiamando per riavere il mio lavoro, così chiesi al dottore di spiegargli che non era per quello, ma volevo solo conoscere il vero motivo del mio licenziamento. Dissi persino al dottore che poteva essere lui a darmi le risposte di Elvis e che se non voleva parlarmi non aveva importanza. Ghanem tornò al telefono e disse che Elvis non intendeva affrontare l’argomento. Allora dissi al Dr. Ghanem. “Bene, allora gli riferisca che non lo chiamerò più”. Ti confesso che mi sentivo davvero ferito. D. Un tema ricorrente della carriera di Elvis fu il razzismo, opinione che continua anche nel 2007. Cosa ne pensi? SW. Non so da dove arrivi quest’affermazione. E’ stato accusato di pregiudizi verso i neri, gli ebrei e i messicani. Ma non è vero. Quando seppe che si stavano dicendo di lui queste cose, ci stette male e nessuno di noi riuscì a capire da chi e cosa fosse partita quest’affermazione. Questa cosa lo tormentò per tutta la vita e non poteva essere più lontana dalla realtà. Io credo che ci siano state delle congiure da parte di persone e associazioni che hanno creato questa diceria facendola arrivare ai media. D. Quando è stata l’ultima volta che sei entrato in casa a Graceland? SW. L’ultima volta è stata nel 1983. Chiamai Jack Soden e gli chiesi se potevo portare un paio di amici a Graceland, niente di speciale. Lui acconsentì e così andai, ma per me fu dura. Attraversai la porta principale e guardai nel salotto. Rimasi in piedi e pensai a tutte quelle volte che ero stato lì. Sono riuscito a controllare la mia emozione perchè c’era gente, ma poi non ci sono più tornato fino a due anni fa. Ero nei dintorni per delle cose che stavo facendo e vidi la fila per il tour. Così dissi ad alcuni miei amici “Vedo se riusciamo ad entrare”. Ci unimmo alla gente, mettendoci in fila insieme agli altri. Camminai di fronte alla casa e raggiunsi dove c’erano due o tre persone assorte. Non vedevo dove stavo andando, ma all’improvviso, mi girai e vidi la tomba di Elvis. La guardai per un secondo e mi venne la pelle d’oca. Mi girai verso i ragazzi e dissi: “Devo uscire da qui” e me ne andai. Mentre me ne stavo andando, arrivò una signora e mi chiese se ero Sonny West, Le dissi di sì e lei mi disse “Voglio ringraziati tanto perché sono convinta che se l’abbiamo potuto avere per tutto il tempo che l’abbiamo goduto, è merito tuo e di Red”, Questa affermazione mi ha molto commosso e ho continuato la mia strada con le lacrime agli occhi. D. Qual’è stato il modo più strano che un fan abbia usato per avvicinarsi a te? SW. La stessa donna mi presentò ad un ragazzo del Messico. Avrà avuto 20/21 anni e non parlava bene inglese. Mi chiese il perché Elvis non amasse i messicani. Aveva sentito dire che così pensava Elvis. Gli dissi che erano tutte bugie e che al contrario Elvis amava i messicani. Mi spiegò che aveva sentito dire che Elvis pensava fosse gente con i capelli grassi e sporchi. Gli ricordai che Elvis era uno che, sui capelli, si metteva tutta una serie di porcherie per farli apparire brillantinati e che se li era anche tinti neri. Sono state riportate un sacco di cose che si suppone siano state dette da Elvis, ma che invece lui non ha mai detto, tanto che era arrabbiato perché non gli era permesso andare in Messico, per paura di rivolte. Sul set di Fun In Acapulco, Elvi si arrabbiò con il regista che a sua volta si era arrabbiato con un paio di attori perché non parlavano bene inglese. Il regista aveva gridato “Gesù, ma non riesci a dire le cose bene?”. Elvis lo prese da parte e gli disse “Signore, queste persone sono state assunte dal produttore, lui lo sapeva come parlavano e conosceva quale era la loro lingua, ma ha voluto proprio loro e loro fanno quello che sono in grado di fare. Non mi piace come si comporta con loro”. D. Elvis era una persona molto riservata riguardo le sue idee politiche. Perché secondo te, visto che alla fine degli anni ’60 molti attori e cantanti rock hanno reso pubbliche le loro ideologie politiche? SW. Su questo argomento, Elvis era molto riservato, ma era appassionato di politica e ne parlava con noi e con chi si poteva fidare. Lui riteneva che le persone in una posizione come la sua o in altri settori pubblici non dovevano influenzare la gente con le loro opinioni o rischiare di farlo, a seguito della loro posizione. Non avrebbe mai aderito con i metodi in voga oggi di contestare pubblicamente il Presidente e la sua politica, con violenti attacchi verbali, pieni di odio D. Traendo spunto da questo, però ci furono segni di un “Elvis politico” che nel 1968/69 si espresse con due successi quali “If I Can Dream” e “In The Ghetto”. Non credi che il contenuto di queste canzoni possa avergli fatto perdere l’opportunità di entrare in un nuovo mercato discografico “nuovo e attento alla politica”? SW. Non credo che Elvis l’abbia mai vista in questo modo. Io non c’ero quando fece lo special del 1968, quindi non posso fare commenti su “If I Can Dream”, ma c’ero quando incise “In The Ghetto”. Amava quella canzone, ma cercò di evitare possibili risultati parlandone o cantandola in modo che potesse esprimere quello che era la sua opinione personale a riguardo. Entrambe le canzoni sono dei grandi pezzi musicali e sono felice le abbia incise. D. Ci sono dei sospetti che Elvis possa aver sofferto di disturbi depressivi bipolari. I sintomi sono difficoltà di dormire, impulsività, impazienza, sovra emotività, alle volte cupi e scontrosi, facilmente distratto e con alle volte poca concentrazione. Secondo te questi sintomi descrivono Elvis? Poteva essere considerato bipolare? SW. Questa è una domanda interessante perché anche se questo argomento mi è molto più familiare oggi, rispetto a quella volta. E’ vero, anche se non tutti i sintomi che hai elencato erano presenti in Elvis. Però è anche vero che quei sintomi sono associabili agli effetti che i farmaci hanno sulle persone. Sinceramente non mi va di continuare su questo argomento perché non sono abbastanza preparato e nemmeno abbastanza informato per fare commenti, che siano in un modo nell’altro La Memphis Mafia D. Di suo la Memphis Mafia è un’icona. Da molti è stata definito un periodo spensierato e divertente. E’ corretto vederla così? SW. E’ stato un periodo divertente. Ci hanno affibbiato il nome nel 1962, mentre eravamo a Las Vegas indossando vestiti neri e occhiali da sole scuri. Direi che è stato la definizione giusta per indicare che il nome rappresentava grandi momenti di divertimento. D. La gente descrive spesso la Memphis Mafia come tirapiedi e persino parassiti che avrebbero dovuto essere più onesti con Elvis dicendogli la verità per il suo bene. Tu hai detto che “Dovevamo sempre chinare la testa e dargli ragione” Questo è abbastanza difficile da credere di Elvis? Nel tuo intimo pensi che avreste potuto fare di più? SW. Prima di tutto, vorrei che fosse chiaro che noi non eravamo dei tirapiedi. Voi che siete impiegati salariati e cui vengono dati dei compiti e delle responsabilità vi ritenete dei tirapiedi? Naturalmente no. Considerate dei tirapiedi i vostri amici che non lavorano per voi, ma con voi passano del tempo venendovi a trovare e facendovi compagnia? Quindi la mia risposta è NO. Noi non eravamo groupies. Il fatto che lavorassimo per Elvis Presley, la superstar delle superstar, dà per scontato che noi dovremmo essere rispettati come persone che fanno il loro lavoro e che si divertono perché il loro capo vuole che fosse così? Su andiamo, la stessa gente che parla di noi in questo modo, 9 su 10 dovrebbero scambiarsi con noi per un minuto. FACILE DA DIRE! Seriamente, non credo che sia corretto giudicarci come qualcosa di diverso da chiunque altro che abbia uno stipendio. La differenza sta solo nel fatto che non avevamo un grande capo a cui piaceva avere divertirsi lavorando e voleva che noi fossimo con lui ad ogni suo movimento. A dire la verità e per essere onesto con lui, c’erano alcuni di noi che lo facevano. Nel 1961, io lo sostenevo e dopo un anno ero a lavorare per lui. Mi fece delle minacce, gli dissi che queste cose non dovevano succedere. Lo paragonavo ad un ufficiale della Gestapo perché sembrava aver sviluppato ogni tipo di arroganza. Gli dissi che era cambiato, che non mi piaceva più e che non volevo più girargli intorno. Terminai la conversazione dicendogli ti lascio e me andai. E’ stato un pugno nello stomaco. Perciò vorrei sapere in quale contesto e a che proposito io potrei aver detto che “Dovevamo abbassare la testa ed dargli ragione”. Pertanto vorrei che chiunque abbia fatto quella domanda, mi rispondesse quando, dove e a che proposito io l’avrei fatto D. Sei ancora in contatto con i vecchi componenti della gang di Elvis, quali Larry Geller, Marthy Lacker, Joe Esposito? Un che rapporti sei oggi? SW. Sono rimasto molto in contatto con Marthy Lacker, Lamar Fike, Billy Smith, Dave Hebler e, naturalmente mio cugino Red West. Non vedo e non parlo con Larry Geller dal 1972, quando venne a vedere uno show di Elvis a Las Vegas con Johnny Rivers. Dopo quella notte non è più rientrato fino a che io non me ne sono andato nel luglio 1976. Per quanto riguarda Joe Esposito non lo vedo e non lo sento dal maggio del 2003, quando ci siamo trovati ad un evento a cui entrambi eravamo stati invitati a partecipare. Oggi le cose vanno bene e credo sia meglio continuare e lasciare tutto questo alle spalle. Nel 2006, allo show di Palm Springs, c’era anche Charlie Hodge e subito dopo è morto. Sua moglie Jennifer mi chiese di parlare al suo funerale ed io acconsentii. Poi mi chiese se potevo chiamare qualche altro del gruppo per vedere se volevano dire qualcosa. Loro avrebbero scritto il loro pensiero e io lo avrei letto al funerale per conto loro. Contattai molti di loro e tutti mi risposero che non gradivano che qualcun altro parlasse al posto loro, Priscilla ed altri. Contattai via mail anche Joe. Non ricevendo risposta, lo chiamai. Quella volta mi disse che non poteva perché aveva altri impegni con altre persone, ma da quello che so ha assunto questi impegni dopo aver ricevuto la mia e-mai. Questo è Joe. Inoltre vorrei far notare che lo stesso Joe che una volta, rispondendo ad un fan che gli chiedeva una storia che ancora non era stata raccontata, rispose “Hanno già detto tutto”, in un recente estratto da un “altro libro” di Joe Esposito, dichiara che ci sono nuove rivelazioni sulla sua onestà e “verità” su tutto. Noi questo l’abbiamo fatto 30 anni fa, quando Elvis era ancora vivo, quando avrebbe potuto affrontarci o, al limite, confutare le nostre affermazioni e l’iniziativa, mentre Joe ha deciso che ora è arrivato il momento di essere onesto. Buona tempistica per le tue “rivelazioni di onestà e straight up”, caro Joe. Nell’estratto del suo libro, lui continua dicendo che il libro Elvis, What Happened? Fu scritto per “Vendetta e per pareggiare i conti con Elvis” per essere stati licenziati. Lui sa che non è andata così, ma forse lo ha lasciato con l’immagine di essere uno dei bravi ragazzi, che sono rimasti leali ad Elvis. Una cosa che potrebbe essere interessante nelle sue nuove rivelazioni “Straight up” ed oneste, se veramente lui lo è, sarebbe dire la verità sulla storia che c’è dietro il fiasco del racquetball, da cui Elvis si tolse perché aveva percepito che era usato e preso in giro da coloro che erano direttamente coinvolti in quell’avventura. Elvis stesso disse a Red durante la loro ultima conversazione che ne aveva fin sopra i capelli di tutto l’affare del racquetball, affermando che non intendeva continuare. Da quello che ho capito e sentito, quell’affare costò ad Elvis un sacco di soldi. |
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D. Quali erano i privilegi di essere un membro della Memphis Mafia?
SW. Solo il sentimento di essere uno dei ragazzi che lavoravano e viaggiavano con un grande boss. E’ stato un gran bel viaggio! D. E gli svantaggi? SW. Per me non ce n’è stato nessuno Vicino ad Elvis D. Sonny, come descriveresti le seguenti persone, in poche parole: Minnie Mae Presley: Qualcuno a cui ho voluto molto bene e con cui ho passato molto tempo a parlare della sua vita e dei suoi anni. Il suo tema preferito era parlare del suo ex-marito. Lo incontrai una volta in tour, quando suonavamo a Louisville e quando glielo dissi, si illuminò. Era quello che si definisce un uomo che piace alle donne e a cui le donne piacciono. Quello infatti era stato il problema tra loro. Era una donna molto saggia nei confronti della vita ed era bellissimo parlare con lei, di quasi tutto. Il suo soggetto preferito era parlare di quanto carino fosse Elvis da ragazzo e di come, mano a mano che cresceva fosse sempre più fiera di lui. Si volevano molto bene. Priscilla Presley:Qualcuno che sembra determinato a mantenere il nome Presley come suo nome definitivo. Elvis ci aveva detto che, nella sentenza di divorzio, c’era una clausola inserita dall’avvocato, con cui si stabiliva che lei non avrebbe dovuto usare il nome Presley per la sua carriera. Lei non lo fece fino dopo la morte di Elvis e poi se lo riprese ed iniziò la sua carriera di attrice. Quando parlano con lei, molti ospiti televisivi e giornalisti la chiamano la vedova di Elvis, anziché la sua ex-moglie. Lisa Marie Presley: Se qualcuno le riferirà quello che sto per dire, sono sicuro che non le farà piacere, ma credo che suo padre sarebbe amareggiato per alcune delle scelte che lei ha fatto nella sua vita, mentre, per altre, sarebbe notevolmente arrabbiato. Lei ha rimproverato alcuni di noi di aver tolto la dignità a suo padre e di aver ferito la sua memoria, ma ovviamente lei non si prende alcuna responsabilità di qualche suo comportamento (e non sto parlando dei 4 matrimoni). Aveva 9 anni quando Elvis morì. Lei non conosceva le sue opinioni di uomo adulto in merito agli argomenti a cui mi riferisco nei suoi confronti, altrimenti non avrebbe fatto certe scelte. So che se fosse stato vivo suo padre non avrebbe fatto nessuna delle scelte che ha fatto. Non mi piace l’idea di parlare di lei in modo negativo, ma è molto difficile astenersi dal replicare o tacere sapendo quello che lei ha commentato con i media, le TV, le radio e la stampa, in tutti i modi possibili. Ci sarebbero talmente tante cose di quelle che lei ha detto, che potrei contestare, ma mi trattengo per ovvi motivi. Lei è la figlia di Elvis e per rispetto alla sua memoria scelgo di stare zitto. Colonel Tom Parker: La persona più calunniata del mondo di Elvis Presley. Parker si preoccupava per Elvis e, alle volte, quando la situazione sembra era preoccupante, usava dei modi bruschi. Non era sempre nel giusto, come non lo è nessuno, ma lo è stato la prevalenza delle volte. Si sarebbe meritato molto di più di quanto invece è stato fatto. Nel mio libro, rettifico molti concetti sbagliati sul Colonnello, la maggior parte dei quali sono stati fatti da persone che, semplicemente, non conoscono la verità, tra cui anche personaggi che hanno fatto parte della cerchia interna di Elvis o da altri che sembra abbiano pronta un’ascia da scagliare contro di lui. Red West: Mio cugino, un uomo brutale ma con un cuore enorme, a cui devo l’opportunità di aver fatto parte della vita di Elvis. Sin dall’inizio il suo rapporto con Elvis è stato un rapporto molto speciale. Io sono molto orgoglioso di quello che ha fatto nella sua vita come attore e autore di canzoni. Red ha molto talento in entrambi i campi. Marty Lacker: Marty è quella che si definisce una persona onesta e molto brava a portare a termine le cose, così come ha fatto per Elvis per molti anni. Quando Joe se ne andò, lui era diventato il capogruppo, per poi al suo ritorno dividere con lui gli impegni, fino a che Marthy se ne andò, trovando anche la possibilità di dedicarsi di più alla sua famiglia. E’ stato co-testimone al matrimonio di Elvis. E’ un uomo burbero che ti dice le cose come stanno, talvolta anche sbagliando. O lo accetti com’è e gli vuoi bene, oppure no. Io gli voglio bene Lamar Fike: Una persona divertente, con grande intuito e che ama essere al centro dell’attenzione facendo divertire. Basta un attimo per affezionarsi a lui. E’ una persona colta ed informata su un sacco di cose e con lui puoi parlare di tutto e imparare molto su tutti gli argomenti. E’ divertente stare con lui. Billy Smith: E’ il cugino di Elvis che lui trattava come il fratello minore. Nell’ultimo anno di vita di Elvis, Billy passava la maggior parte del tempo con lui insieme a sua moglie Jo e Ginger Alden. Con Billy, Elvis condivideva molti dei suoi pensieri e passavano molto tempo insieme. Loro sono stati confidenti di quello che Elvis pensava di tutti noi, inclusi Red, Dave e io. Pensieri che Billy ha poi condiviso con me. Penso che Billy e suo cugino Gene Smith, da ragazzini, fossero legati ad Elvis più di qualunque altro cugino maschio. Elvis era anche molto legato a sua cugina Patsy, che era l’unica la sua unica doppia cugina. Joe Esposito: Quando incontrai Joe per la prima volta, nel 1960, diventammo compagni di stanza a Graceland, perché dividevamo la stessa camera, vicino a quella di Elvis. Poco dopo essere arrivato a Memphis, tutti insieme andammo all’Ellis Auditorium per vedere lo spettacolo dell’Holiday On Ice, io ero seduto vicino a Joe e gli spiegai che quello era il luogo dove venivano fatti molti spettacoli rock e chi c’era. Negli anni seguenti ci furono litigi e disaccordi tra alcuni ragazzi, tra cui io, anche se adesso sto parlando di quelli con i quali io non c’entravo niente. Avevo la mia opinione su chi sbagliava e chi aveva ragione e perché era successo, ma sostanzialmente la cosa non mi riguardava e io ne stavo fuori, Quello che creò una vera rottura tra me e Joe fu quello che lui disse dopo che ero stato licenziato nel 1976 e quello che sta dicendo adesso, Joe ha bisogno di rallentare e ricordare da dove viene e dove sta andando con questa revisione della storia, prima di continuare e trovarsi con serie denunce da parte della maggioranza del resto del gruppo. Noi abbiamo risolto le nostre vecchie questioni, anni addietro, senza renderle pubbliche. Credo che dobbiamo farlo anche adesso e in futuro, ma con il passare degli anni, sono cambiate molte cose e probabilmente, questo non succederà. Mi sento anche di avere questa reazione per quello che è stato detto su di me da altri Dick Grob: Dick iniziò a lavorare con noi, quando Elvis riprese a fare i tours. Si è comportato bene fino a che Red, Dave e io non fummo licenziati. Il quel periodo si vantò di quanto Elvis volesse una maggiore sicurezza e che ci aveva licenziato per poter nominare lui capo della sicurezza. Sono certo di avergli raccontato che Elvis non mi aveva mai spiegato perchè ero stato licenziato. Vernon aveva giustificato la cosa come taglio delle spese, altri dicevano perché c’erano troppe cause legali in corso (io ne avevo solo una), ma ti posso dire che non è vero che Elvis voleva una maggiore sicurezza e che voleva nominare Grob come capo. E come me la pensavano tutti Come hanno pensato tutti che se lui fosse stato in disaccordo con il libro e l’avesse detto senza fare altri commenti, l’avrei accettato, così come ho fatto con gli altri, ma non c’entra la sicurezza. Mi è stato detto che persino Joe afferma che, grazie a Red e me, Elvis aveva un ottimo servizio di sicurezza. Jerry Schilling: Devo dire che Jerry mi piace molto e che, in tutti gli anni che siamo stati assieme, non abbiamo mai avuto degli scontri. Ma nell’ultimo anno, con la pubblicazione del suo libro, pare che faccia dei commenti su di me (nonostante io ancora non l’abbia letto). Non voglio fare un elenco, perché non ho ancora parlato con Jerry per capire se è vero o no che ha scritto certe cose. Quindi, fino a quel momento, eviterò di fare commenti Nel mio nuovo libro, faccio un riferimento a quello che lui dice in merito al fatto che nel 1976, dopo il mio licenziamento, io lo chiamai per coinvolgerlo nel libro “Elvis What Happened?, in modo tale che potrò chiarire le cose. In ogni caso quello che dice Jerry è assolutamente falso. Ti faccio notare che io non ho letto nessun libro su Elvis, da chiunque sia stato scritto, In alcuni di loro ho letto solo le pagine dove si fa riferimento a me, prendendole dall’indice. Charlie Hodge: Un piccolo uomo con una grande voce. Idolatrava Elvis e la sua vita era esclusivamente collegata ad Elvis. Le nostre vite giravano intorno ad Elvis, invece Charlie viveva per Elvis. Non riusciva a vivere senza Elvis e, per un periodo, fu a pezzi, fino a che non incontrò sua moglie Jennifer che lo ha amato molto e si è presa molta cura di lui. E’ una donna super. George Klein: E’ una persona che mi piaceva molto. Mi salutava chiamandomi “Buddy” (che è il mio diminutivo di quando ero bambino), facendomi sorridere. Non ci eravamo mai parlati o visti a proposito dell’Elvis, What Happened?, se non in occasione di una triste circostanza che ci ha portato sullo stesso posto: il funerale di un nostro comune caro amico, Richard Davis. Al servizio funebre abbiamo parlato entrambi. Prima che iniziasse, ero seduto pensando a Richard e a cosa avrei detto di lui. George mi apparve alle spalle e, abbassandosi mi mise le braccia intorno al collo e mi disse “Ti voglio bene Sonny” “Anch’ io ti voglio bene, George”. Poi si raddrizzò e tornò al suo posto. Pensai che aveva fatto una cosa carina e per me quel gesto significava che era stato superato il nostro difficile rapporto. Poi lo cercai, ma non lo trovai più. In seguito, però, ha detto e fatto un paio di cose che mi hanno portato a non avere più fiducia in lui. Linda Thompson: Linda Thompson era la donna giusta per Elvis, visto come si è presa cura di lui. Lei lo amava molto, cercò di aiutarlo per i suoi problemi con i farmaci, ma sbattendo contro un muro di pietra. Lei fu capace di tirarlo fuori da situazioni pericolose più di una volta. Mi è molto dispiaciuto per lei che quando, dopo la morte di Elvis, Vernon mandò a prendere Priscilla, questa non l’abbia voluta sul suo stesso aereo. Ginger Alden: Mai conosciuta e incontrata. Non posso dire niente per quanto riguarda la parte affettiva, se non avere delle opinioni in base a quello che ho sentito e letto su di lei. |
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D. Joe Esposito viene spesso definito la spia del Colonnello Parker. Sembra che abbia guadagnato soldi sia da Elvis che da Parker, alimentando il gossip su Elvis (e sulle vostre vite private) che poi andava a riferire anche il Colonnello.
Pensavate di avere una spia in mezzo a voi? SW. No. Non lo sapevamo e non penso che ci fosse molto da dire su di noi, da poter riportare al Colonnello. Più che altro erano cose che riguardavano Elvis perché quando peggiorò, chi interessava al Colonnello era Elvis, non noi D. Larry Geller ci ha raccontato la storia del Colonnello secondo cui, nella camera dell’hotel prima di un concerto, vedendo Elvis semi-incosciente, Parker avrebbe detto “Adesso ascoltami bene. La sola cosa conta è che quell’uomo sia sul palco stasera! Mi hai sentito? Non mi interessa niente altro”. Hai anche tu storie simili. E’ possibile che il Colonnello fosse così incurante? SW. Come prima cosa lasciami dire che non do credibilità a niente di quello che racconta Geller, in quanto ho sentito troppe falsità che gli sono state attribuite. Come Joe Esposito, anche a lui piace rivedere la storia. Non è vero quello che racconta che è stato con noi per quasi 13 anni, perché è rimasto circa tre anni e mezzo, in totale e questo include anche l’ultimo anno, quando noi ce n’eravamo già andati. Il lavoro gliel’aveva dato Sal Orifice e non Alana Fortas, come dichiara lui. Detto questo è chiaro che non credo a quello che dice del Colonnello, visto che non c’era amore tra i due uomini. D. C’eri nel settembre del 1973, quando Elvis licenziò il Colonnello? Elvis ti confidò quali erano i suoi piani o circa il suo desiderio di andare oltremare? SW. Sì erò là. L’incidente che portò a questa situazione fu il licenziamento di un cameriere che, durante le pause tra i concerti, portava i pasti ad Elvis nella sua suite. Il cameriere raccontò ad Elvis di essere stato licenziato e questo fece arrabbiare Elvis moltissimo. Non so quale sia stata la motivazione che il cameriere diede ad Elvis circa il licenziamento, ma sicuramente creò un grosso attrito tra Elvis e il Colonnello. Quella sera Elvis salì sul palco e durante lo show parlò molto male di Barron Hilton e di altra gente dell’hotel, rimproverandoli per il licenziamento del cameriere. Il Colonnello non era presente, ma qualcuno lo informò della cosa e, appena saliti, lui si presentò nella suite di Elvis. Era visibilmente molto arrabbiato e andò nella camera di Elvis per parlare con lui. Da fuori noi potevamo sentire entrambi che urlavano. Non riuscivamo a sentire tutte le parole, ma non passò molto tempo prima che il Colonnello uscisse sbattendo la porta e urlando che avrebbe indetto una conferenza per la mattina dopo, per annunciare la fine della loro collaborazione. Elvis gli urlò che andava benone e che, anzi, la conferenza l’avrebbe indetta lui la notte stessa. (erano circa le 2 di notte). Il Colonnello, a quel punto urlò che avrebbe fatto i calcoli di quanto Elvis gli doveva e che, il giorno dopo, avrebbe mandato la fattura ad Elvis e Mr. Presley. Poi se ne andò. Non ricordo che Elvis sia uscito dalla sua stanza, dopo che tutto era finito, ma ricordo la discussione tra noi ragazzi, su quanto era appena successo e le possibili ripercussioni che ci sarebbero state. Così come uscì una lista di nuovi potenziali managers per Elvis. Io non volli nominare nessuno, ma uno dei ragazzi pensava che tra Elvis e il Colonnello fosse veramente finita. Gli dissi che non ci credevo, anzi che ero più sicuro che una volta sbollita la cosa tutto sarebbe tornato come prima. Devo ammettere, però, che la cosa andò più alla lunga di quello che pensavo, perché passarono due settimane prima che Elvis mi chiedesse di chiamare il Colonnello nel suo ufficio agli MGM Studios. Quando Elvis prese la telefonata, io lasciai la stanza per andarmi a risposare, visto che nelle ultime due settimane non avevo dormito molto. Quando mi alzai, Elvis mi informò che tutto era rientrato. D. Molti fans rimproverano il Colonnello Parker di aver portato Elvis alla morte, facendolo lavorare troppo,. Hai letto il libro di Alanna Nash “Elvis and The Colonel”? Cosa ne pensi? SW. Non ho letto il libro e ho anche rifiutato il suo invito ad essere intervistato per farlo. Ripeto, i fans possono solo fare congetture per conto loro o leggere il libro di qualcuno o le affermazioni come questa e crederci. La verità è che il Colonnello fece lavorare molto Elvis perché (e loro questo non lo vogliono sentire) più tempo Elvis aveva tra i tour, più era a rischio di quello che poteva capitare nel periodo tra i due tours. Qualche volta nessuno aveva la certezza che fosse in grado di affrontare un tour. Iniziammo a fare tours più lunghi, con periodi di pausa più lunghi, ma come ho detto, questo metodo non andava bene. Andavano meglio periodi di pausa brevi, ma non troppo. Era l’unico modo per evitare che Elvis avesse il tempo materiale per entrare in confusione. D. Secondo te il Colonnello aveva bisogno di Elvis per foraggiare la sua passione per il gioco d’azzardo? SW. No. Il Colonnello era pieno di soldi e le sue perdite sono state descritte, da molti, in modo esagerato. Perse un sacco di soldi, ma non più di quello che poteva permettersi di perdere. Il Colonnello teneva sempre sotto controllo quello che poteva permettersi di perdere o vincere. Credimi, io ero lì con lui un sacco di volte. D. Alla fine il Colonnello si prendeva più della metà delle entrate di Elvis, il che significa che Elvis doveva per forza fare i tours. Visto che la maggior parte dei manager prendono il 10-15%, come si può giustificare questa cosa? Sw. Innanzittutto io e quasi tutti gli altri non sapevano quali fossero gli accordi contrattuali tra Elvis e il Colonnello, che peraltro erano svariati. Uno era la percentuale sulle vendite dei dischi e dei films, uno era sulle concessioni che venivano vendute, cosa che avveniva tramite una società che il Colonnello aveva fondato, dove lui ed Elvis si dividevano gli utili al 50/50. Qui negli USA i manager personali prendono il 25%, gli agenti il 10-15%. Ricorda che la prevalenza dei managers hanno più di un cliente e si prendono una percentuale da tutti loro. Il Colonnello rifiutò di gestire molti altri artisti, che lo volevano come manager, dicendo che lui aveva tempo solo per Elvis, a cui dedicava il 100% del suo tempo sia per il management che per lapromozione. La morte di Elvis Presley D. Sonny, guardando indietro a questi 30 anni, se Elvis non fosse morto nel 1977, quanto diversa sarebbe la tua vita oggi? SW. E’ una domanda molto interessante. Non sono sicuro di conoscere la risposta. Anzi sono sicuro di non conoscere la risposta, ma posso solo ipotizzarla. Mi piacerebbe pensare che avremmo raggiunto il nostro scopo e che lui fosse riuscito a vincere la sua battaglia. In questo modo saremmo tornati con lui per tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno di noi, Magari avrebbe ripreso a fare qualche film, ma questa volta scegliendo lui cosa interpretare, senza vincoli di contratto. So di averlo detto tante volte e che la gente si sarà stancata di sentirmelo dire, la adoravo lavorare per Elvis e amavo il business del cinema e sarebbe perfetto riuscire a far combaciare le due cose. D. E ancora, se Elvis non fosse morto nel 1977, oggi quanto diversa sarebbe l’opinione del mondo sulla sua leggenda? SW. Questa è un’altra domanda interessante. Se Elvis oggi fosse ancora vivo, non sono così sicuro che sarebbe stato grande come la leggenda che è. Io credo che una leggenda diventi ancora più grande, se è creata dall’inizio. Però sarebbe ancora la leggenda di tutte le leggende, in quanto non credo che ci sia stato nessun intrattenitore grande come lui. D. Queste due domande creano i presupposti per altre importante domande. La prima è: perché Elvis Presley è morto? SE. Non so perché è morto. Sicuramente non penso che avrebbe dovuto morire. So che dentro di sè aveva ancora delle cose che voleva fare, come tour nel mondo o andare in posti dei quali aveva solo letto o sentito parlare. Lui parlava spesso del fascino delle culture diverse e dei modi di vivere di altri popoli, molto diversi dai nostri. D. Seconda domanda. Doveva morire? SW. Qui ti rispondo in modo determinato NO! Perchè dovrebbe morire così presto una persona con così tanto talento e che ha ancora così tanto da offrire al mondo musicale e al cinema. Se è vero il detto “Solo il buono muore giovane” è vero, allora Elvis lo impersona. D. Terza domanda. Pensi che prima di morire Elvis avesse coscienza della sua importanza culturale nel mondo? SE. Elvis sapeva che aveva qualcosa di speciale per essere chi e che cosa era. Ma non sapeva cosa e perché. Io, però, sono sicuro, come gli altri, che non si sarebbe mai aspettato che questo fosse talmente schiacciante da durare per così tanto tempo e senza una fine all’orizzonte. E’ qualcosa di veramente speciale e unico. D. I fans odiano il Dr. Nick rimproverandogli spesso di essere la causa della morte di Elvis. Cosa provi verso il Dr. Nick e, secondo te, sono giustificate queste opinioni dei fans? SW. So cosa significa essere odiati da alcuni fans, credimi. Non credo che l’odio sia giustificato verso di me e non credo che sia giustificato verso il Dr. Nick. Il Dr. Nick non è un uomo cattivo e nemmeno un cattivo dottore. Di fatto è un uomo premuroso e anche un medico premuroso. E’ stato dimostrato che il Dr. Nick ha prescritto farmaci in eccesso anche a persone che non erano ricche o famose e questo dimostra che non l’ha fatto a scopo di lucro. E’ stato un conforto per i suoi pazienti e abbiamo ragione quando diciamo che non doveva farlo e visto che come medico ne aveva la possibilità, non doveva compiacere ai suoi pazienti. Elvis sapeva essere molto persuasivo quando voleva qualcosa di sbagliato, il Dr. Nick avrebbe dovuto dirgli di no. Ma quella volta, c’era un sacco di gente che, sin dall’inizio, avrebbe dovuto dire di no ad Elvis, ma era difficile, così come lo è stato per il Dr. Nick. Avrebbe dovuto essere Elvis a dire di NO alle sue voglie morbose, che lo stavano distruggendo. Questa è la battaglia che doveva vincere. A questo mondo ci sono tante persone che hanno un desiderio morboso, per cose diverse e ci saranno sempre. Devono essere continuamente contrastati e combattuti e si deve rimanere sempre in guardia. Non sto né difendendo né condannando il Dr. Nick, sto dicendo solo quello che penso. D. Cosa c’è da dire degli altri medici quali il Dr. Ghanem e Dr. Flash? Non erano bravi medici? SW. Dr. Ghanem e Dr. Flash erano pessimi medici. Davano ad Elvis tutto quello che voleva e quando lo voleva. Entrambi erano a Las Vegas. Il Dr. Ghanem per un periodo ha saputo ingannare anche qualcuno di noi, ma poi si è rivelato essere come gli altri dottori che si facevano comprare. |
#4
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Elvis dopo il 16 Agosto 1977
D. Sonny, molti asseriscono che i media si sono focalizzati troppo sul soprappeso, sul cibo spazzatura a discapito della grande musica che ha lasciato. Cosa ne pensi? SW. Credo che le storie che riguardano quello che Elvis mangiava o il suo soprappeso siano state create per vendere i giornali spazzatura. Mi arrabbiavo sempre quando i recensori scrivevano del suo aumento di peso, piuttosto che la recensione dello show, della musica e della voce di Elvis. C’erano alcuni che recensivano la musica e quanto Elvis lavorasse sodo per piacere al pubblico e quello era bello da leggere. D. Se Elvis fosse vissuto avrebbe 72 anni. Cosa pensi dei fans che non credono sia mortoil 16 agosto 1977 e che invece è ancora vivo? SW. Sai ci sono alcuni fans che credono veramente che Elvis sia vivo, letteralmente. Ne incontro sempre qualcuno e dico loro alcune cose che dovrebbero farli riflettere su quello che credono. Chedo loro, se Elvis fosse veramente vivo e si stesse nascondendo, pensate veramente che sa rimasto da parte, permettendo a Lisa Marie di sposare Michael Jackson? Non faccio questa domanda come discriminazione, ma è un fatto che Elvis non lo avrebbe permesso o al limite avrebbe cercato di non farla arrivare al matrimonio. Non le avrebbe permesso di fidanziarsi con gente del mondo dello spettacolo, soprattutto un idolo pop come era lui. E non avrebbe nemmeno permesso che sposasse Nichola Cage, per lo stesso motivo di Miche, Nessuno dello show business, che fosse attore o cantante o altro, avrebbe avuto il privilegio di fidanzarsi con Lisa e tantomeno sposarla. So che molta gente direbbe che Elvis si sarebbe trovato nella stessa posizione di altri genitori, quando per i loro figli arriva il momento di dire cosa fare. Lascia che ti dico una cosa. Tu non hai idea la forza che avrebbe avuto Elvis se sua figlia avrebbe fatto quello che voleva, incurante dell’opinione di suo padre. In nessun modo. Punto. D. Hai mai letto delle teorie sulla cospirazione? Ti hanno fatto piangere o ridere? SW. Non so quante ce ne siano e non ho letto tutti I libri, ma quelli che ho letto rasentano il ridicolo. Per rispondere alla tua domanda, non mi fanno ridere, ma sicuramente mi fanno sorridere. D. La figlia di Lucy De Barbin, Desiree e tutti gli altri ipotetici figli di Elvis. Cosa ne pensi? Non è strano che un uomo che ha passato tanto tempo con un sacco di ragazze, non abbia dei figli nascosti? SW. E’ sorprendente e sono completamente d’accordo con te, ma è un fatto, per quanto ne so, che coloro che dicono che sono suoi figli, sicuramente lo dicono perchè gli è stato detto dalla madre, non appena hanno iniziato a capire il significato delle parole. Credo sia vergognoso che una madre faccia questo a suo figlio, sapendo che è falso. Coloro, invece, che hanno un certificato del DNA che confermerebbe le loro affermazioni, è un falso. D. Dee Stanley è stata sui giornali dicendo che Elvis era gay, che aveva rapporti incestuosi con sua madre. Perché l’avrebbe fatto? Che rapporti avevi con lei quando vivevi a Graceland? SW. Dee è una persona con dei disturbi. Nel corso degli anni, ha raccontato delle cose bizzare, ma quando ha raccontato che Vernon le aveva confidato che Gladys e suo figlio avevano una relazione incestuosa, ha superato ogni limite. Stava facendo la trattativa per un libro da pubblicare che era qualcosa di oltraggioso. Ricordo di aver visto quello show in cui c’erano Dee, insieme a un tipo del National Enquirer e anche JD Sumner. L’uomo dell’Enquirer, che credo si chiamasse Cadler era seduto tra Dee e JD. Quando ad un certo punto, JD le saltò quasi addosso aggredendola verbalmente e in modo molto pesante, Calder che stava sul bordo del suo posto, si ritirò nella sua sedia, in modo tale da non trovarsi in mezzo qualora succedesse qualcosa. Credo abbia pensato che JD stesse per darle un ceffone o qualcosa di simile. Ma devo dire che JD ha detto tutto quello che voleva dire ed era giusto. Ricordo quando lei, Marty Lacker ed io eravamo ad show a show in Los Angeles. Si chiamava AM Los Angeles con Regis Philbin e Cindy Garvey. Eravamo tutti là per parlare dei nostri libri. Lei chiese a Marthy e a me di mnon dire niente di cattivo su di lei, cosa che, comunque, nessuno dei due avevain mente di fare. Questo però succedeva anni prima che lei facesse quest’affermazione su Elvis e sua mamma. Chi è Sonny West oggi D. Chi è Sonny West oggi? SW. Sono produttore esecutivo di un reality televisivo che andrà in onda il prossimo anno. Inoltre faccio presenza per diversi promoters nel mondo, dove parlo della mia vita e del mio periodo con Elvis. Lavoro anche con l’Elvis Tribute Artists, che, secondo me, fa molto per divulgare l’immagine di Elvis e farlo conoscere a nuovi fans. D. Dopo la morte di Elvis, com’è cambiata la tua vita e quella di Judy? SW. Stiamo bene. Abbiamo continuato a viaggiare e vedere tanti posti del mondo che probabilmente non avrei mai visto, se non fossi stato vicino ad Elvis. Devo essergli molto grato. D. Che cosa fa Sonny West nel tempo libero? SW. Quale tempo libero? A modo suo,. Elvis mi tiene ancora piuttosto occupato con apparizioni personali e con spettacoli che faccio. Poi passo il tempo con la mia famiglia, gioco a golf e passo del tempo facendo niente, cosa che sembra sia piacevole. D. Dopo Elvis, chi sono I tuoi cantanti preferiti? SW. Assolutamente Celine Dion. Come ho scritto anche nel mio libro, credo che sarebbe piaciuta anche ad Elvis, se non addirittura la sua preferita. La prima volta che ho ascoltato “The Power Of Love, ero in macchina con mia figlia, Alana e la stavo portando a scuola. Ho alzato il volume al massimo e ho detto a mia figlia che sarebbe diventato un successo. Naturalmente, mi piacciono anche altri come Shania Twain, Tom Jones, Elton John, Roy Orbison, Frankie Valli, Jackie Wilson eConnie Francis. D. E i tuoi attori preferiti? SW: Gene Hackman, Clint Eastwood, Dustin Hoffman, Jon Voight, Russell Crowe, James Woods, Kurt Russell, Denzel Washington, Mel Gibson, Sidney Poitier, Robert DeNiro, Al Pacino, Marlon Brando, Christopher Walken e molti altri. Comunque James Dean rimane il mio preferito degli anni '50. Sonny West – Il DVD e il sito D. A parte il tuo nuovo libro, mi sembra di capire che sta uscendo anche un nuovo DVD dal titotlo ELVIS: Up Close & Personal With Sonny West . Vuoi parlarne? SW. Sono molto orgoglioso del DVD. E’ un prodotto professionale e stiamo trattando per la distribuzione. Sono due ore e mezza con pezzi di show presi di fronte, con tre telecamere dalla parte del pubblico, un Domanda & Risposta – incontro e saluto – una domanda private che come risposta ha un segmento con il produttore e regista e un segmento del backstage originale. Non appena avremo concluso la trattativa ti farò sapere. D: Quando verrà pubblicato? SW: Sto aspettando. Ti farò sapere D: Dove si potrà comprare? SW: Sia sul mio sito , www.sonnywest.com che in altri posti: E’ un sito creato per le vendite del libro e per dare ai fans la possibilità di mandarmi delle mail. E’ ancora in costruzione perché c’è un problema con il link di Paypal |
#5
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Mi sbaglierò, ma quest'uomo continua a non convincermi....
![]() ![]() Mi sembra che in alcuni punti di questa intervista parli più per simpatie/antipatie personali che per verità e fatti concreti. E in ogni caso nessuno mi toglie dalla testa che non ci sono scusanti per il libro "Elvis What Happened?": non si è mai visto che per risollevare e/o aiutare qualcuno, si lavino i suoi panni sporchi in piazza!!!! Questo non è aiutare qualcuno, è farlo sprofondare, umiliarlo, fargli perdere fiducia nelle persone, e chi più ne ha più ne metta!! Non vado nemmeno a sindacare se l'hanno fatto per soldi, per vendetta o per qualsiasi altro motivo. Posso anche pensare, per assurdo, che nella loro testa l'abbiano fatto in buona fede, ma se volevano davvero aiutare Elvis hanno usato il modo più sbagliato che ci poteva essere!! Non solo perchè era Elvis...penso che il discorso valga per chiunque!! ![]() Questa frase "Decidemmo di scrivere il libro per raccontare come ormai fosse vincolato ai farmaci e che aveva bisogno di uscirne. Così come era successo a Jerry Lee e Dean Martin, che ne sono usciti e hanno potuto raccontare la loro storia" è una contraddizione, nel senso che Jerry Lee Lewis e Dean Martin ne sono usciti e sono stati loro in prima persona a raccontare la loro storia; hanno deciso loro di farlo, nei tempi e nei modi in cui si sentivano di farlo! Nessuno l'ha fatto per loro! Quindi il paragone non regge..... ![]() Mah...mi sembra di leggere "il duomo che parla male della altre chiese..." ![]() LISA
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