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Vecchio 05-02-2008, 12:02
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Predefinito Re: Notizie da Internet

Dischi in vinile In Italia gli acquisti sono cresciuti del 250 per cento in un anno
In Rete la rivincita degli Lp Vendite boom, Beatles in testa

A 60 anni dalla sua introduzione sul mercato, il disco in vinile non solo sopravvive al progresso tecnologico ma addirittura compete su Internet


MILANO — Hanno tentato di farlo fuori in tutti modi. A colpi di compact disc, minidisc, laserdisc e, ultimo, il download di musica digitale da Internet. Niente da fare, a 60 anni esatti dalla sua introduzione avvenuta nel 1948, il vinile resiste. Piccola enclave dell’industria discografica, addirittura sta conoscendo una seconda giovinezza. Perché, come ha detto Bob Dylan «i dischi moderni sono atroci. Oggi non puoi fare un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo ancora». Dischi in vinile, ovviamente. I numeri sono esigui ma i segnali sono importanti. Nel 2007, in tutto il mondo, sono stati venduti, tra album e 45 giri, 990 mila pezzi in vinile (+15,4 per cento rispetto al 2006) per una quota di mercato pari allo 0,2 per cento (i cd rappresentano ancora l’85 per cento, il download quasi il 15 per cento). In Italia, nel primo semestre dello scorso anno, il fatturato del comparto vinile ammonta a 150 mila euro, che significa 10 mila pezzi venduti. Il 250 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2006.


«Abbey Road» dei Beatles è il vinile più venduto in Rete. Ma nella hit ci sono anche gruppi attuali come i My Chemical Romance

Nicchia in crescita
«Il vinile non rilancia l’industria discografica ma è una nicchia in crescita» dice Enzo Mazza presidente della Fimi, l’associazione che riunisce le principali case discografiche. «Il mercato è ormai polverizzato e la fruizione della musica avviene sotto diversi formati, dai più moderni come la chiavetta usb e il download, a quelli tradizionali, cd e, appunto, il vinile».
Il vinile, nel suo piccolo, è anche un fenomeno di moda a cui il settimanale Times Magazine si è interessato di recente. Scontato che l’acquirente di vinile sia il 40-50enne legato ai miti dell’adolescenza, il fenomeno ora interessa anche i giovanissimi che acquistano l’Lp feticcio, per poi ascoltarlo su mp3 dopo averlo scaricato da Internet.
Gli artisti si adeguano volentieri. I Radiohead per esempio, che hanno sfidato l’industria discografica pubblicando il loro ultimo album In Rainbows su Internet e lasciando decidere ai fan quanto pagare per scaricare le nuove canzoni, dello stesso hanno distribuito nei negozi la versione in vinile. Ogni nuova uscita dei Rolling Stones è accompagnata da una tiratura limitata di copie in vinile. Lo stesso vale per i Depeche Mode, Manu Chao, mentre gli U2, per celebrare i vent’anni di un loro storico album The Joshua Tree, hanno scelto l’edizione in vinile. Tra gli italiani, il bestseller per antonomasia Vasco Rossi dopo aver pubblicato un cofanetto di singoli in versione 45 giri, naturalmente in vinile, si appresta a pubblicare nello stesso formato anche il nuovo disco atteso per quest’anno.
Soluzione scelta anche da Adriano Celentano per l’ultimo «Dormi amore - La situazione non è buona», uscito a fine novembre in versione cd e vinile.

In campo anche le major americane

Se negli Stati Uniti la casa discografica Wea dichiara che le vendite di musica in vinile sono aumentate del 30 per cento, da noi la multinazionale Sony-Bmg ha iniziato a ripubblicare in vinile, al prezzo di 14 euro, alcuni dischi che hanno fatto storia: Elvis Presley, Miles Davis, Lou Reed, Simon & Garfunkel e altri ancora perché «l’obiettivo è offrire un prodotto di alta gamma agli appassionati ma anche avvicinare i più giovani a un prodotto che ha fatto la storia della musica». La Virgin punta su alcuni big della scena alternativa degli ultimi anni quali Blur e Massive Attack e celebra gli anniversari di album come Sgt. Pepper dei Beatles o Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols ripubblicando in vinile l’opera originale.

Le catene di negozi si adeguano, così come l’industria dell’alta fedeltà che ha immesso sul mercato nuovi piatti iper tecnologici che arrivano a costare anche 10 mila euro. A Milano e Torino Fnac riserva uno spazio vendite al vinile dove è possibile trovare titoli che non sono più disponibili nel formato cd, operazione ora intrapresa anche da Mediaworld. Fiutando l’affare, anche Amazon, il più importante emporio musicale online, da ottobre ha aperto una sezione dedicata alla vendita di vinile.
Al momento, la classifica dei più venduti vede al primo posto Abbey Road dei Beatles. Ma che non sia solo cosa per nostalgici vecchietti, lo dimostra la presenza nella top ten di The Black Parade dei My Chemical Romance e di Sawdust dei Killers, band dell’ultima ora, molto amate dai ragazzini.

Roberto Rizzo
05 febbraio 2008

da www.corriere.it
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Vecchio 06-02-2008, 14:00
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Edimburgo, 21:19

MUSICA: IN VILLA SCOZZESE 'MEMORABILIA' DI ELVIS PRESLEY

Alcuni 'memorabilia' di Elvis Presley sono stati ritrovati in una villa di Edimburgo. Ne da' notizia la BBC, spiegando che si tratta di un disco d'oro e di una foto autografata dal "re" del rock, oggetti recuperati nei giorni scorsi all'interno di un'abitazione. Probabilmente, secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine intervenute e consultate dall'organo di informazione, si tratta di oggetti rubati a qualche collezionista. Comunque - hanno garantito le autorita' - non si tratta di pezzi falsi. "Il loro valore al momento non si puo' ancora determinare - ha detto un portavoce della polizia scozzese -. Speriamo che, se si tratta di refurtiva, si facciano avanti i proprietari e si possa dunque sapere qualcosa di piu' sulla loro provenienza".

da Repubblica.it
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Vecchio 06-02-2008, 14:04
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MILANO
LA SOLIDARIETÀ DI UN IMPIEGATO ALLA POLIZIA MUNICIPALE
GLI AMICI DI TINDARO

In mensa mangia solo il primo, il secondo lo porta ai poveri della zona. E adesso i suoi colleghi lo imitano.



Piove e fa molto freddo oggi a Milano. Joseph è accucciato sul sagrato della chiesa di Sant’Alessandro, nel cuore della città. È arrivato dalle isole Mauritius undici anni fa e per vivere si arrangia con piccoli lavori: aiuta qualche anziano a fare la spesa, o taglia l’erba di qualche prato. Quando nessuno lo chiama, passa le sue giornate qui a chiedere l’elemosina. Dice di essere a digiuno da ieri. Tindaro lo saluta e poi gli dà due vaschette: dentro ci sono un po’ di pasta e del tiramisù. Sono una parte degli avanzi della mensa dove Tindaro Scurria, impiegato alla Polizia municipale del Comune, va durante la pausa pranzo.
Ha iniziato cinque anni fa, per caso: «Un giorno, all’entrata della mensa, ho trovato un ragazzo che chiedeva l’elemosina. Io sono contrario a dare soldi, perché spesso finiscono nelle mani degli sfruttatori di chi vive in strada. Ma il sorriso di quel ragazzo mi aveva toccato il cuore. Così decisi di donargli una parte del mio pranzo».
Da allora, tutti i giorni Tindaro paga il pasto completo, ma mangia solo il primo: «Il resto lo porto ai poveri che trovo qui attorno. Non riesco a chiamarli barboni». La voce in breve si è diffusa e qualche collega ha iniziato a mettere da parte una bottiglia d’acqua o un panino, finché Tindaro una volta ha chiesto a Luciano, il titolare della mensa My chef, se poteva dargli gli avanzi del pranzo. Da allora ogni giorno 15-20 persone hanno un pasto caldo.
Non solo: grazie alla solidarietà dei colleghi, Tindaro spesso porta con sé anche scarpe e vestiti. Joseph vorrebbe tanto un sacco a pelo per difendersi dal freddo. «Ho solo dei giacconi da donna, ma te lo troverò», gli promette Tindaro. Si avvicina un altro senzatetto, è italiano. Tindaro gli mostra le sue vaschette.
«Grazie, ho già mangiato. Portale a chi ha bisogno». «Fanno tutti così», commenta Tindaro, «tra loro si aiutano sempre».

Arriviamo in via Torino dove, seduto su una sedia accanto a un’edicola, c’è un omone dalla lunga barba bianca che sta fumando il sigaro. I giornali si sono spesso occupati di lui. Si chiama Roye Lee, ha 72 anni, è americano, ma è in Italia da una vita. Ha scritto centinaia di canzoni, ha conosciuto Frank Sinatra ed Elvis Presley e ha recitato accanto ad Anthony Quinn e Silvana Mangano in Barabba. Vive in strada da quando la moglie lo ha abbandonato, portandosi via le loro due figlie. Accanto a lui ci sono alcuni volontari della Croce Rossa. Non è stata una bella giornata per Roye. Per anni ha vissuto in fondo a un vicolo qui vicino, riparato solo da un telone.
Questa mattina però i vigili e i netturbini gli hanno detto che lì non poteva più stare. Durante lo "sgombero", Roye è caduto e ora mostra il suo ginocchio ferito. Ma sorride sempre e canta con la sua voce calda. «È una nuova canzone, sarebbe bello portarla a Sanremo». Tindaro gli porge una vaschetta con della carne e un po’ di patate. «Dove passerai la notte?». «Non in un dormitorio. Io sono un uomo libero».
Dall’altra parte del marciapiede, davanti alla chiesa di San Sebastiano, c’è Johana. È arrivata dalla Romania un anno fa. Ripete solo: «Grazie, grazie», quando Tindaro le dà la vaschetta con la pasta. Poi con la mano indica i suoi piedi. Le scarpe sono tutte bucate. «Se ne trovo un paio te le porto», le assicura Tindaro. Il tempo della pausa pranzo sta finendo. Tindaro accelera il passo ed entra nel sottopassaggio di piazza Duomo: «Forse ci sono Jurgen e Bianca. Di solito mi aspettano qui». Ma oggi non c’è nessuno. «Capisco se qualche povero viene sfruttato quando cambia spesso il luogo dove si ferma a chiedere l’elemosina. Gli aguzzini non vogliono che i passanti si stufino di vedere sempre le stesse persone. Oppure lo comprendo dal fatto che, pur avendo il contenitore pieno di monete, sono affamati. Ieri uno di loro mi ha confessato di essere a digiuno da più di un giorno».
C’è ancora tempo per dare un piatto di pasta a Nicolae, sotto i portici di piazza Missori. Non ha una gamba e si regge su due stampelle. È in Italia da 4 anni, dorme al Cimitero Monumentale e appena può torna in Romania per portare dei soldi alla moglie e ai tre figli.
«Oggi piove e molti non sono venuti», dice Tindaro: «Umberto forse è all’ospedale, quando l’ho visto l’ultima volta non stava bene». Così il giro si conclude dove era iniziato, nella chiesa di Sant’Alessandro.

Quel che passa il convento
Quando capita, come oggi, che avanzi qualche vaschetta, Tindaro la consegna al parroco, don Antonio Gentile. «Mi dispiace, non è rimasto molto». «Hai portato quel che passa il convento», risponde pronto con una battuta don Antonio: «Ogni giorno qui bussano alla porta moltissime persone affamate. Purtroppo non riusciamo ad accontentare tutti, per questo siamo grati a Tindaro per il suo aiuto».
È tempo di tornare al lavoro. Tindaro si congeda, con un desiderio: «Vorrei tanto trovare un locale dove i miei amici possano riunirsi per mangiare insieme. Mi ricordo quando trentotto anni fa sono arrivato qui dalla Sicilia. Vivevo in un tugurio: quando spazzavo per terra, dal pavimento veniva su una nuvola di polvere. Per questo quando aiuto loro, in realtà aiuto me stesso. Se sono stanco, o arrabbiato, mi basta un loro sorriso per ritrovare la serenità».

Da Famiglia Cristiana.
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Vecchio 25-03-2008, 20:25
Paul1 Paul1 Non in Linea
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Predefinito Re: Notizie da Internet

Come sempre, quando viene pubblicata una classifica nella quale appare Elvis, i confronti sono inevitabili. Quindi scaglio la prima pietra: Janet Jackson 10 volte numero uno?!!! La logica conseguenza mi farebbe pensare a Elvis 500 volte numero uno!
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  #5  
Vecchio 26-03-2008, 07:12
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GeA12 Re: Notizie da Internet

La moglie di Elvis Presley sfigurata da un falso dottore

scritto alle 19:14 da elvezio in Curiosità, Gossip, Personaggi
Ne parla tutta Hollywood e non potevo certo lasciarvi a bocca asciutta, pardon, a labbra asciutte sullo scandalo più hot del momento. Pare che Priscilla Presley, moglie del notissimo cantante, sia una delle “vittime” di Daniel Serrano, un gigolò argentino che ha avuto una gran pensata per aumentare i suoi guadagni.
Serrano, arrivato a Hollywood, si è spacciato per dottore e ha importato clandestinamente un silicone di bassa qualità, assai simile a del lubrificante per le parti in movimento delle automobili, spacciandolo per il miglior prodotto cosmetico sulla piazza, in grado di stracciare il Botox.
Convinte alcune star, lo strano gaucho ha cominciato a infiltrarsi nella buona società di Los Angeles fino a organizzare vere e proprie feste a casa della moglie di Lionel Richie: durante le feste, con soli 500 dollari lui poteva spararvi in faccia un po’ del suo magnifico silicone. Le feste naturalmente duravano All Night Long
Peccato che la sostanza, scarsamente testata e non approvata dal governo statunitense, abbia provocato a molti pazienti paralisi e buchi nella faccia, al punto da rendere impossibile persino un’azione semplice come bere dell’acqua. Ora Serrano è in prigione, dove dovrà inventarsi qualche nuovo uso per il suo silicone speciale, mentre Priscilla cerca rimedio presso qualche chirurgo serio. Magari uno specialista costoso, d’accordo, ma in grado di distinguere fra donne e automobili…
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Vecchio 27-03-2008, 08:53
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La musica che non c'è /7 Bobby Solo – Brian Wilson
diGianni Giletti/ 27/03/2008




Anche l’italiano Bobby Solo può stupire allontanandosi dall’elegante rock ‘n’ roll a cui ci ha abituati e creando un disco che si richiama a Johnny Cash. Similmente, incuriosisce la storia di “Smile”, opera di Brian Wilson.

L’amante del rock 'n' roll Bobby Solo con il suo tributo all’americano Johnny Cash e il chiacchierato disco “Smile” di Brian Wilson, cofondatore dei Beach Boys, sono i protagonisti del settimo appuntamento curato da Gianni Giletti, membro della Fraternità del Sermig di Torino che ospita anche il Laboratorio del Suono. Una rubrica nuova, che parla di musica, ma non della solita “sbobba” che troppo spesso subiamo dai mass-media; parliamo di musica vera, che trasmette emozioni, che tocca il cuore e che non è tanto conosciuta. Meglio, tentiamo ogni settimana di trovare un disco - di ieri o di oggi - che ancora ci possa far sognare, spaziando un po' su tutti i generi. Le caratteristiche che deve avere il "lettore tipo" sono la curiosità e la ricerca della qualità della musica.


BOBBY SOLO, Homemade Johnny Cash - Azzurra music 2004

Un disco come questo ci fa capire quanto sono ingannevoli classificazioni e definizioni in campo musicale.

Bobby Solo (vero nome Roberto Satti), classe 1945, da decenni rappresenta, insieme a Little Tony, il mito di Elvis Presley formato Italia, con i vestiti bianchi attillati, i lustrini e le frange, le mossette e il ciuffo, la voce gigiona e lo sguardo languido.

Oggi rischiano di sembrare un po’ patetici e ridicoli, ma quando qualche anno fa, ormai attorno ai 60 anni, sono saliti sul palco dell’Ariston a Sanremo per cantare insieme Non si cresce mai, mi hanno fatto tenerezza e simpatia non solo per la canzone malandrina, ma per la fedeltà con cui recitano il loro ruolo artistico. A loro piace il rock 'n' roll, stravedono per Elvis e continuano a fare la musica che amano.

Sono “animali da palcoscenico” in via d’estinzione, d’accordo, ma mantengono la loro dignità artistica e oggi si sa quanto ce n’è bisogno! Ma tutto questo è per introdurre il disco di oggi, che devo dire mi ha sorpreso veramente.

“Homemade Johnny Cash” infatti è uno splendido tributo a quel gigante della musica americana che è Johnny Cash. Scomparso nel 2003, Cash è uno di quegli artisti che non solo ha fatto la storia della musica country - che era la sua “provenienza artistica” - ma ha attraversato con il suo carisma e la sua voce baritonale mezzo secolo di musica americana.

E qui Bobby Solo si trasforma, non è più il clone di Elvis, con ammiccamenti, mossette e sorrisi, ma diventa un brillante artista americano che rifà alcuni “classici” di uno dei suoi miti con un piglio e una personalità che lasciano sbalorditi. Qui il Nostro infatti non solo canta ma suona tutti gli strumenti (tranne la batteria) e si “permette” anche di scrivere un pezzo insieme a Tracy Quade, “Just one thing”, che ricalca in pieno lo stile di Cash.

Ascoltando il disco senza sapere chi è l’interprete, mai e poi mai penseresti ad un italiano e meno che mai a Bobby Solo! Quello che mi ha fatto intuire che questo era un disco speciale è stata l’assenza di pubblicità e di passaggi radiofonici che ha avuto; si sa, la roba seria – soprattutto musicale - difficilmente si sente in giro, occorre cercarsela con il binocolo.


Cliccando sulla freccina vicino alla scritta "Tracks 15" si ascoltano tutte le anteprime di 30 secondi del disco.


BRIAN WILSON, Smile

Il disco di questo numero non è un disco, è un mito. Più di un mito: una chimera, un sogno, una leggenda, una cosa che non c'è mai stata, data per dispersa, improvvisamente rimaterializzatasi a 40 anni dalla sua scomparsa.

A questo punto voi smettete di leggere. Per forza, direte, il rubricista, che una volta scriveva di musica, improvvisamente ha cambiato genere ed è passato alla fantascienza. Oppure semplicemente ha bevuto qualche bicchiere di troppo ed è un po' euforico.

Beh, niente di tutto questo: quello che ho detto sopra è la pura verità; Smile (sorriso) è veramente il disco con una storia tra le più incredibili nella storia del rock. Ma andiamo con ordine.

Dell'autore, Brian Wilson, un distinto signore americano di 62 anni, possiamo dire che è uno dei fondatori dei Beach Boys, mitico gruppo di pop-rock americano degli anni sessanta e uno dei più grandi compositori pop degli ultimi 50 anni.

La storia di Smile ha davvero dell'incredibile: siamo nel 1967, anno in cui i Beach Boys sono all'apice del successo, milioni di dischi venduti con una musica leggerina e sognante che fa pensare - come dicono loro stessi - al mare, al sole e alle belle ragazze.

Ma Brian non è soddisfatto, la musica che "deve" fare non è quella che "vuole" fare, inoltre comincia ad essere tormentato dalle nevrosi che lo porteranno negli anni seguenti a curarsi dagli psichiatri.

Organizza un colpo di mano: manda il resto della band in vacanza, acchiappa un paroliere (Van Dyke Parks) che definire estroso è un eufemismo, convoca in gran segreto alcuni musicisti a casa sua e compone quello che lui stesso chiama "una sinfonia adolescenziale rivolta a Dio".

Quando i Beach Boys tornano a casa trovano un matto (si dice che suonasse un pianoforte contenuto in un enorme scatolone pieno di sabbia!) ma anche una musica lontana mille miglia dal "sound spiaggifero e marittimo" che in genere producevano.

Discussioni a non finire tra i membri della band, fino a che si decide che il disco deve uscire. Ma in una notte di follia, Brian distrugge tutti i nastri in suo possesso e consegna il suo disco e se stesso alla leggenda. Da allora, infatti, si è creato un alone di leggenda attorno a Smile; ogni disco che usciva dei Beach Boys o di qualcuno dei suoi membri spuntava insistente la domanda: "Ci sarà un brano di Smile ?".

Nessuno, tranne i membri della band, lo aveva ascoltato, per cui si inseguirono i musicisti che avevano partecipato alle registrazioni, si favoleggiò di nastri scampati all'incendio, si citarono persone che erano presenti, si scrissero libri e romanzi sull'argomento... insomma una vera saga.

L'unico che poteva rispondere era sotto cura psichiatrica, eppure il mito sopravvisse nei decenni e ogni tanto qualcuno ritirava fuori l'argomento; sembrava una cosa tipo "Elvis è vivo e abita in campagna sotto falso nome", una bufala insomma. Ma non avevano fatto i conti con Brian, che verso la fine degli anni 80 si riprende e ricomincia a scrivere musica (il suo primo disco solista è del 198.

A tutte le persone che gli chiedevano di Smile, rispondeva con il silenzio. Fino a che, all'alba del 21° secolo, decide che è ora che Smile venga definitivamente alla luce. Richiama il paroliere di 30 anni prima, recupera una band, si barrica in studio e nel 2004 Smile esce dal mito ed entra nella realtà.

Va beh, mi direte, bella storia, ma il disco com'è? Qui sta la parte migliore della storia, perchè la musica di Smile ha un solo aggettivo che le rende giustizia: immaginifica, cioè immaginaria + magnifica!

Si tratta cioè di una musica che solo un genio come Brian "vede" e può trascrivere sul pentagramma. Non si tratta di musica a facile ascolto, è una "suite", però non si possono non ammirare le "visioni" di Brian, che unisce il pop al jazz, l'avanguardia e il rumorismo ai coretti stile Beach Boys. La parte vocale ha un’importanza centrale; oserei dire che è l'elemento che tiene insieme il disco e che ne innerva le varie sezioni.

Ne esce comunque un'opera omogenea, coerente nella sua visionarietà, che Brian ha presentato a Londra nel febbraio 2004 con uno storico concerto alla Royal Albert Hall - il tempio londinese della musica rock - e che ha raccolto un pubblico soprattutto adulto e con i lucciconi agli occhi; è sembrato a tutti che si tornasse indietro di quarant'anni. So long, Brian!

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Vecchio 28-03-2008, 07:57
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Paganini come Elvis e i Rolling Stones

Gli Amici di Jachy raccontano l'ultimo viaggio del violinista. Artista atipico e a suo tempo vera pop star. Dal 3 al 6 aprile all'Albatross

di Francesco Pedemonte
GENOVA, 27 MARZO 2008

Niccolò Paganini è stato probabilmente una delle figure più innovative del suo tempo: non solo artista virtuoso, ma instancabile viaggiatore, anticipatore del concertista moderno e abile manager di se stesso. Un rivoluzionario, che nel suo modo di porsi di fronte al pubblico, ha anticipato i moderni divi del rock.

Paganini. L’ultimo viaggio
, spettacolo portato in scena al Teatro Albatross dagli Amici di Jachy, da giovedì 3 a domenica 6 aprile, è un lavoro che parte dalla fine, dal percorso compiuto dal violinista dopo la sua morte.
Il lavoro teatrale di Arnaldo Bagnasco, Roberto Iovino e Francesca Oranges, per la regia di Paolo Pignero, pensato inizialmente come progetto cinematografico, segue quest'ultimo e più drammatico viaggio del violinista genovese.«Attraverso la tecnica del flash back – ha precisato Iovino, autore con Francesca Oranges anche della biografia Niccolò Paganini, un genovese nel mondo – lo spettacolo ricostruisce varie occasioni per ricordare l’uomo e l’artista:Fu una star nel senso moderno del termine e i suoi atteggiamenti scatenavano scene di vero fanatismo».Come ribadito anche dal regista Paolo Pignero, sarà uno spettacolo moderno: «abbiamo giocato con l’oggettistica, coi movimenti, con le scene e soprattutto con i costumi. Abbiamo cercato di tirar fuori il Paganini che è in noi, ed è bene che gli spettatori sappiano che non si tratta di una rappresentazione classica, ma di una rottura con la tradizione».
La rappresentazione godrà del contributo artistico del Conservatorio di Musica Niccolò Paganini, mentre i costumi, a cura di Anna Alunno, saranno in linea con l'aspetto moderno del musicista genovese. Non abbigliamenti d’epoca, ma accentuate quelle similitudini che avvicinano il violinista ottocentesco ad Elvis Presley e ai Rolling Stones.
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  #8  
Vecchio 16-02-2007, 08:14
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MA QUESTO L'HAI MAI VISTO L'ALOHA???? ELVIS GRASSO E A PEZZI???? MA HA VISTO UN INCONTRO DI SUMO PER CASO???? E POI QUESTA GENTE VIENE PURE PAGATA PER SCRIVERE CERTE SCHIFEZZE" "L'Elvis grasso di Las Vegas". Ma l'ha mai visto "The Lost PERFORMANCES"? Era magrissimo nella registrazione del 1970. E poi cos'è tutto questo colpevolizzare le persone grasse? C'è una cosa che non vi ho mai detto. Io sono sempre stata non dico anoressica, ma quasi, non per scelta, semplicemente potevo svuotare il frigo in un millesimo di secondo e non ingrassare. Purtroppo soffro quotidinamente di cefalea a grappolo, così', due anni fa, ho iniziato una cura. Ora sto bene....ma guardate cosa sono ora... La cura è a base anche di cortisone. Nel prossimo topic mi vedrete in una foto scattata due mesi fa. Non potrò più tornare ad essere 38 Kg., perchè se smetto le pastiglie, ricomincia il mal di testa. Allora, secondo "giornalisti" come quello, cosa dovrei fare, SPARARMI???
SCUSATE LO SFOGO!
Marzia.
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  #9  
Vecchio 16-02-2007, 08:16
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http://outdoors.webshots.com/photo/2...51094985zVkWvy
...ecco cosa sono diventata...
Marzia.
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  #10  
Vecchio 16-02-2007, 09:18
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Predefinito Re: Articoli

Marzia, la cosa più importante è che tu possa aver trovato il modo per vivere meglio, a prescindere dall'ingrassare o meno.

Per me questi non sono giornalisti, sono gentaglia, della peggior specie. perchè, oltre che considerarsi intelligenti, scrivono questi articoli solo per fare sensazionalismo o per non scostarsi dalla massa e magari inneggiano ad un Marylin Manson, solo perchè così fa audience.

Io, di tutto cuore, gli auguro di diventare un barcone che non riesce nemmeno a muoversi..... poi lo vado a trovare e insieme guardiamo l'ALOHA FROM HAWAII, magari scopre che anche gli piace!!!!

Peccato che questa gentaglia è quella che con il titolo nobiliare di critico musicale, continua a portare avanti l'immagine di Elvis in questo modo
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