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quanto amo elvis ragazzi,mi riempie tanto saxe ke ancora oggi si parli di lui!!!!
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#2
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Raga, questi due sono le leggende delle leggende. Se penso che Celine ha l'età di Lisa Marie....e qui mi fermo.....altrimenti divento polemica!
![]() Marzia1969 ![]() ![]() DANKE GRANDE SCHUMI! |
#3
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Da www.mymovie.it
Elvis Presley Pino Farinotti ![]() di Pino Farinotti Nome: Elvis Aron Presley Data e luogo di nascita: 8 Gennaio 1935, Tupelo, Mississippi, USA Data e luogo di morte: 16 Agosto 1977, Memphis, Tennessee, USA L'attività di Presley. come attore è semplicemente una conseguenza della sua strepitosa carriera di cantante. I film con Presley, quasi sempre, erano un pretesto per le sue canzoni. E anche se le sue doti recitative erano assolutamente irrilevanti, la sua presenza era tale da riempire le sale. Coi suoi film, negli anni Sessanta Presley rilamciò, alla MGM il genere musical, tramontato da almeno un decennio. Le storie erano sospettosamente simili, Elvis girava il Paese in cerca di lavoro, lo trovava, ora come bagnino, ora come barista o pugile, e poi, con la chitarra cominciava a cantare e a ballare, mentre intorno a lui si formava una piccola folla, soprattutto di ragazzine incantate. Se i film non sono stati all'altezza del suo personaggio vanno sicuramente menzionati i due documentari che lo riguardano Elvis That's the Way R is (Denis Stander 1970) e Elvis on tie Tour (Pierre Adidge e Robert Abel 1972). Da questi filmati emerge il disagio, la fatica e il dolore della carriera, specie finale di un personaggio arrivato in cima al mondo a vent'anni gestito senza riguardo dai suoi manager, dedito all'alcol e alle droghe, letteralmente sformato e consumato, pronto a morire poco più che quarantenne. |
#4
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#5
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pino farinotti secondo me sniffa la muffa
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#6
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Putroppo negli articoli dei giornali italiani, è ricorrente parlare di un Elvis dedito all'alcool.
Sono le affermazioni come queste che hanno distrutto l'immagine di Elvis, in Italia!! E' da una vita che lo leggo e ogni volta mi incavolo ![]() ![]() ![]() Perchè non si documentano prima di scrivere?? |
#7
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#8
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una gran marea di cavolate...ma ki è ke le pubblica certe idiozzie.....mah?????
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#9
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Qualche idiota. In Italia si tende a scrivere idiozie su Elvis così la gente pensa sempre male, se non conosci un persone come fai a giudicarla.
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#10
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Che articolo di fuffa..
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#11
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In Italia, ci sono sempre persone che leggono meno.
Adesso ho capito il perchè,basta gurdare i giornalisti,si fa per dire,che ci sono nel belpaese. Scrivono solo, ed esclusivamente cose che dice, il loro editore. Vorrei essere smentito,ma ho ragione. Faccio una domanda: In un paese normale non l'Italia,a chi deve rendere conto un giornalista? Rispondetemi,grazie. |
#12
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rispondendo a te ask, presumo che un giornalista debba rispondere solo alla sua integrità e onesta morale...ossia , presumo, che per essere giornalisti si è spinti dalla PASSIONE di rendere partecipi la collettività, dare voce ai fatti, informare senza limiti di censura o o altro genere di "modificazioni", insomma scrivere è un po' DARE A CHI NON HA "PAROLA"......
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#13
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![]() Quote:
![]() ![]() Eticamente parlando, dovrebbe essere come dici tu, ma se si vogliono vendere giornali, anche nel caso in cui si voglia DARE A CHI NON HA PAROLA, devi infilarci qualcosa che faccia SENSAZIONE..... alla faccia della professionalità, che dovrebbe imporre una vera preparazione sull'argomento trattato. Invece c'è sempre qualcosa che non viene detto, o al contrario si gonfia per poter attirare l'attenzione. Non deve esistere la censura, l'unica cosa che DEVE esistere, è la cronaca dei fatti esattamente come stanno, senza interpretazioni personali, altrimenti si tace. Le interpretazioni le dà il lettore. Nel caso specifico di Elvis, il 99% degli articoli postati su questo forum, dimostrano chiaramente che i giornalisti continuano sull'onda dell'Elvis drogato, ciccione, aggiungendoci pure la balla colossale del dedito all'alcool, solo perchè il popolino ha bisogno del gossip, per evitare di guardare ciò che succede "a casa sua". Io non ritengo che questa sia informazione, ma alterazione dei fatti fino alla vera diffamazione ![]() ![]() |
#14
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Sono d'accordo con te, infatti rispondevo a ask che diceva "IN UN PAESE NORMALE"...traducendo,io, "normale " l'idea di un paese forse un po' utopico...dove l'informazione sta nel dare voce ai fatti, cosi come realmente accadono.....
propabilmente non ho saputo spiegarmi bene ![]() ![]() ![]() ![]() Quote:
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#15
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Secondo me, il giornalista dovrebbe solamente rispondere al suo lettore.
E' colui che gli permette di lavorare,in un paese normale. In Italia i "giornalisti"non rispondono al lettore,ma solo al loro editore. Se voi vedeste com'è considerata l'Italia, in fatto di libertà di stampa nel mondo vi verrebbero i capelli bianchi. |
#16
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#17
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Questo articolo ha ormai 9 anni, ma va bene lo stesso.
Da Repubblica.it Da Graceland al viaggio negli anni Cinquanta, tra curiosità, oroscopi e filatelia Elvis Presley, un mito in Rete di PAOLO GALLORI ![]() Una passeggiata in rete può essere sicuramente utile per comprendere le dimensioni e l'attualità di un mito come quello di Elvis Presley. L'impressionante numero di siti dedicati al principale artefice della rivoluzione che cambiò la musica ma soprattutto il costume della gioventù americana degli anni 50 è probabilmente la migliore prova di un sentimento fortemente radicato, incurante del trascorrere del tempo e che accomuna i fan americani a tantissimi appassionati sparsi per il mondo. Un culto della personalità che rasenta i connotati della religione e che ha trovato in Internet una via di diffusione quasi naturale. Il sito ufficiale, graficamente molto elegante, è corredato della biografia di Elvis, passa in rassegna la discografia più significativa e i film che videro per protagonista la star, oltre a presentare un catalogo di gadget acquistabili via e-mail. Ma ciò che lo distingue dalle pagine Web di altri artisti è la sezione dedicata a Graceland, la casa-museo di Presley a Memphis visitata ogni anno da 700.000 persone. Con le informazioni relative a ristoranti, alberghi, agenzie che organizzano i tour, servizi per disabili e calendario degli eventi, è possibile programmare nei minimi dettagli la propria visita a questo autentico "santuario". La misura di quanto sia parte della memoria collettiva colui che fu The Pelvis, il bacino, il cui ancheggiare scardinò le resistenze del perbenismo guidando i giovani americani verso la definizione di uno stile di vita finalmente personale, ribelle e trasgressivo, è data dalle centinaia di siti gestiti dai fedelissimi, dove è realmente possibile trovare di tutto. Come Elvis Presley, un sito aggiornato col contributo dei fan di tutto il mondo la cui ricchezza, accanto a una discografia veramente completa, sono i testi di oltre 700 canzoni. Vi sono inoltre catalogate le apparizioni tv di Elvis, i suoi film, descrizioni dei concerti del periodo '68/'77 e un interessante elenco di registrazioni non ufficiali. All'indirizzo FiftiesWeb è possibile intraprendere un bellissimo viaggio nei 50 di Presley, sicuramente il periodo più importante della sua vicenda artistica. Col supporto di suggestive foto d'epoca ritornano così alla memoria i primi passi con la Sun Records, il pragmatismo del "Colonnello" Parker, il passaggio alla Rca, il servizio militare. Si può addirittura ascoltare la testimonianza di Ed Sullivan, che nel suo famosissimo show impose al giovane idolo dei teenager di essere ripreso solo dalla cintola in su. Immancabile la lista delle canzoni pubblicate da Presley in quegli anni, con la possibilità di ascoltare dei file audio di Heartbreak Hotel, Don't Be Cruel, Hound Dog e Love Me Tender. Impressionante la mole di dati presenti nel sito curato dal giapponese Haruo Hirose. Oltre al catalogo dei cd di Presley pubblicati nel Sol Levante dalla Bmg-Rca Victor, vi è la discografia americana '56/'98, compresi gli E.P., le classifiche di Billboard, la lista dei dischi d'oro e di platino, le canzoni dalla A alla Z, alcune delle quali ascoltabili in Real Audio, i video pubblicati in Giappone, i concerti degli anni 70 con la "scaletta", le foto e i filmati. Per chi crede nell'oroscopo segnaliamo Elvis Presley's Astrological and Psychological Magazine, una curiosa pubblicazione che analizza il profilo astrale del re del r'n'r cercando di dimostrare come il suo destino fosse scritto nelle stelle già al momento della nascita. Naturalmente, non poteva mancare l'angolo dei filatelici: a pensarci è stata l'inglese Josephine Woodward di Canterbury che mostra alcuni pezzi della sua straordinaria raccolta di francobolli dedicati a Presley, il primo dei quali fu stampato a Grenada nel 1978 in occasione del primo anniversario della morte. Ma tutta la collezione è una celebrazione, francobolli emessi in 37 paesi di ogni continente a ricordare canzoni, pellicole ed eventi. Tra le curiosità si segnala un documento che agli Archivi Nazionali degli Stati Uniti è più richiesto del testo della Costituzione e del Bill of Rights: la foto della stretta di mano tra Elvis e il Presidente Nixon in occasione dell'incontro avvenuto alla Casa Bianca il 21 dicembre 1970. Tutto era partito da una lettera scritta dalla star al presidente in cui Elvis, diventato ormai una triste icona dei conservatori, chiedeva di essere nominato agente federale del Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs. E, per chiudere questa evidentemente ridotta ma significativa rassegna, volete conoscere le ultime volontà di Presley, morto per abuso di psicofarmaci il 16 agosto 1977? Il testamento è a vostra disposizione. (16 marzo 199 ![]() |
#18
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Sempre del 1998, da Repubblica.it
The Pelvis "rivive" grazie alla tecnologia fino al 22 marzo otto date negli States Il ritorno di Elvis in concerto virtuale di ANDREA SILENZI ![]() Elvis Presley è in tournée. Dopo aver "cantato" nello scorso agosto a Memphis in occasione del ventennale della sua morte, Elvis è ora impegnato in un tour che porterà il suo spettacolo in otto città americane. Quello che sembrava un paradossale scherzo è diventato improvvisamente realtà: una realtà virtuale, fatta di schermi giganti e di resurrezioni fittizie, che comunque appassiona e esalta migliaia e migliaia di fan che non conoscono la parola rassegnazione. L'idea del concerto virtuale è nata nella scorsa primavera, quando gli eredi di Presley erano impegnati nei preparativi del ventennale della morte del "re". Grazie a una sofisticata tecnologia, Elvis è stato fatto rivivere attraverso le immagini dei suoi vecchi concerti (gli spezzoni sono tratti da "Elvis: That's the way it is", "Aloha from Hawaii" e "Elvis on tour"): mentre sul palco i suoi musicisti più fedeli risuonano con minuziosa precisione i grandi successi come Heartbreak Hotel, Don't be cruel, Jailhouse rock e Love me tender, gli schermi irradiano con perfetto sincronismo i video di quelle stesse canzoni. I filmati, peraltro, sono montati in modo tale da permettere a Presley cambi d'abito altrimenti inspiegabili: l'impressione finale è quella di un concerto assolutamente vero, con tanto di pause e di cambi di scena, con il protagonista che scherza con i suoi musicisti e con la platea. Niente è stato lasciato al caso, al punto che lo show dello scorso agosto ha scatenato una e vera propria ondata di entusiasmo. Il fenomeno, come era prevedibile, riguarda in massima parte i fan più giovani, quelli cioè che non hanno mai potuto ascoltare dal vivo il loro idolo e che proprio per questo hanno sviluppato un fanatismo esasperato. Tra le 10.000 persone che hanno assistito al "concerto" di Graceland ce n'erano alcuni provenienti addirittura dalla Macedonia. Secondo Jay Gordon, un dj di Boston che conduce uno dei più seguiti radio-show interamente dedicati a Presley, questo concerto non è soltanto un viaggio nella memoria: "Siamo di fronte a un grande spettacolo, e non solo da un punto di vista tecnologico. In questo tour sono impegnati alcuni tra i migliori musicisti in circolazione". Todd Morgan, responsabile dell'Elvis Presley Enterprises, sostiene che questa iniziativa non è che il primo passo verso una nuova frontiera dell'intrattenimento. Più caustico il commento del professor Gilbert B. Rodman, docente dell'Università della Florida e autore del libro "Elvis after Elvis: The posthumous career of a living legend", che afferma che questo tipo di iniziativa avrà principalmente lo scopo di rilanciare il turismo a Graceland e il merchandising legato alla figura di The Pelvis. In qualche modo, ognuno di loro dice la verità. Certo è che di fronte a un simile scenario e'difficile restare indifferenti. Se qualcuno cercava una strada per l'immortalità, potrebbe averla trovata. Sempre che questo sia vivere. Un primo bilancio, almeno a livello di risposta del pubblico, si potrà fare al termine degli otto concerti previsti: il tour è partito il 10 da Louisville e proseguirà fino al 22 marzo toccando Evansville, Auburn Hills, Cleveland, Grand Rapids, Pittsburgh, New York (Radio City Music Hall, dal 19 al 21) e Filadelfia. (16 marzo 199 ![]() |
#19
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Il concerto virtuale è meraviglioso e fa venire i brividi, grazie x l'articolo hurt che ne parla!!!
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#20
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Cioè, ma spiegatemi
![]() ![]() Marzia1969 ![]() ![]() DANKE GRANDE SCHUMI! |
#21
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#22
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Tenchiù!
![]() ![]() Marzia1969 ![]() ![]() DANKE GRANDE SCHUMI! |
#23
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te lo consiglio marzia, ti commuove oltre che hai continuamente i brividi
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#24
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Marzia, non puoi farti scappare Elvis Lives, il dvd dell'Elvis The Concert svoltosi a Memphis nel 2002.
E' qualcosa che non si riesce a spiegare a parole!!!!!!!! |
#25
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Interessante Hurt!!!!
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#26
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queste pers mi stanno proprio simpatiche...finalmente qualcuno che capisce qualcosa di musica!!!!!!
![]() ![]() ![]() ero stufa della solita gentaglia che parla male di Elvis x ignoranza!!!!!!!! ![]() |
#27
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E' evidente che sono fans, non giornalisti
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#28
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Questo invece è giornalismo!!! da Repubblica. it
Oltre a Morrison, tutti gli altri artisti passati ai raggi X Anche Josephine Baker tra i sospettati di attività anti Usa Elvis Presley, quella spia che sparlava dei Beatles di GINO CASTALDO Ma il rock, è stato o non è stato autenticamente sovversivo? Se dovessimo giudicare dall'interesse dell'Fbi sembrerebbe proprio di sì. Basta dare uno sguardo, anche solo nel sito ufficiale aperto al pubblico, per trovare abbondanza di file su Jimi Hendrix, Janis Joplin, i Doors, John Lennon, su Woodstock. Pur con le molte cancellature e omissis si intuisce tra le righe del file dedicato ai Grateful Dead una dichiarata preoccupazione su certi movimenti sospetti di partite di Lsd. Per quanto riguarda Hendrix lo si trova citato in un progetto intitolato "The cospiracy" che legava i rivoluzionari "cattivi" Abbie Hoffman e Jerry Rubin. Non faceva eccezione la folk music, almeno quella più militante. Ci sono documenti intestati a Woody Guthrie, tanto per andare alle origini, fortemente sospettato di attività comunista, e perfino su nomi a dir poco innocui come i Monkees. Anche loro, chissà, tra una canzonetta e l'altra avrebbero potuto inquinare le menti aperte dei giovani americani. Va da sé che di mezzo non c'è solo il rock. Di pericolosi sovversivi era pieno il mondo dello spettacolo, e allora si indagava anche su Nat King Cole o Josephine Baker, anche lei sospettata di attività antiamericane, tranne poi ammettere con malcelato dispiacere che non si sono trovate prove. In qualche caso i file sono davvero illuminanti, una controstoria del rock che aggiunge elementi clamorosi, anche se a tratti ridicoli. Si scopre che Elvis Presley faceva di tutto per offrirsi all'Fbi come informatore volontario, che giudicava Edgar Hoover il più grande americano vivente, e malgrado questo continuava ad esser visto con un minimo di sospetto per i suoi atteggiamenti stravaganti. Era pur sempre una rockstar, ma chiese con insistenza di poter visitare gli uffici del bureau, riuscendoci finalmente, e di incontrare di persona Hoover che però con una scusa evitò l'incontro. Fece in tempo, comunque, a segnalare la pericolosità dei Beatles che spargevano veleno nelle menti recettive della gioventù americana. (12 ottobre 2004) |
#29
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#30
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ke testoline di ***** hanno in mano la penna x scrivere stronzate simili...una recensione degna di un italiano fan di zarrillo e della pausini con una certa simpatia x vasco....complimenti x lo scritto......
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#31
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ecco come raccontano elvis su un blog barese....
L’esordio ufficiale nel mondo del cinema di Elvis Presley risale al 1956 quando interpreta Love Me Tender ('Fratelli Rivali’, 1956) di Robert D.Webb. E’ un western curioso, che fu traformato all’ultimo momento come veicolo per l’esordiente Presley che qui canta Love Me Tender e Poor Boy. Fu però con la sua interpretazione di Vince in Jailhouse Rock (‘Il Delinquente Del Rock’n’Roll’, 1957) di Richard Thorpe, che nacque il primo vero divo del cinema rock. Elvis Presley ‘The pelvis’, incarnava un nuovo modo, tipicamente giovanile di ‘sentire’ ed esperire la musica. Cresciuto a contatto con la musica e la cultura dei ‘neri’, ne riadattò elementi musicali, stilistici e performativi, diventando così l’eroe della nuova adolescenza. L’immagine del ribelle gli andava a pennello: aria da camionista, capelli un po’ lunghi, trasudava sessualità. Il vasto successo provocò l’indignazione della stampa puritana e la censura televisiva, che, loro malgrado per una sorta di feedback inverso, contribuirono ad alimentare il mito di Elvis, e contemporaneamente, a diffondere lo spirito trasgressivo del rock’n’roll. La costante pressione dell’opinione pubblica costringevano però, a cercare di ridurre il mito a valori più accettabili, così assistiamo alla trasformazione dell’Elvis cinematografico, in un eroe romantico, un bravo ragazzo dai sani principi. La scorza sembra dura, ma il nucleo è tenero. In Jailhouse Rock interpreta infatti il giovane Vince che in carcere, condannato per omicidio, impara a suonare la chitarra, riscontrando un grande successo. Anche se questo gli dà alla testa alla fine rinsavisce per l’amore di Peggy. E’ considerato il film più riuscito di Presley: "Nel suo miglior film, Elvis ‘The King’ regge bene il ruolo drammatico, pur riuscendo a mantenere la giusta grinta per le esibizioni canore", mentre per Morandini: "Il suo miglior film e non solo perché è meno fatuo degli altri". Questo dramma giovanile, dove musica e ballo sono ben compenetrati, impose definitivamente il ragazzo di Memphis sulla scena musicale e cinematografica. A questo si giunse anche grazie ad un’accurata manovra promozionale che non tralasciava l’immagine: capelli pettinati in un certo modo, carichi di brillantina (il famoso taglio ducktail), i movimenti molleggiati e le scarpe a punta bluesuede. La colonna sonora conteneva Jailhouse Rock, Don’t Leave Me Now e Treat Me Nice. Il successo straordinario del film portò anche a riletture parodistiche come il film The Girl Can’t Help It (‘Gangster Cerca Moglie’ tit. it.,1956) di Frank Tashlin con Jane Mansfield e Gene Vincent, Little Richard e The Platters in ruoli secondari. Al di là di una o due canzoni cantate, i film di Elvis non sono però dei veri esempi di cinema-rock, ma rimangono sostanzialmente commedie: Fun In Acapulco (‘L’idolo Di Acapulco’,1963), Viva Las Vegas (‘Viva Las Vegas’, 1964), Speedway (‘A Tutto Gas’, 196 ![]() Nonostante le scarse doti recitative interpretò trentuno film, passando con disinvoltura dal ruolo di cow-boy alla guida turistica, dal delinquente al bagnino, al pugile. A Jailhouse Rock, fanno seguito ottime opere come King Creole (‘La via Del Male’, 195 ![]() Nel 1961 cominciò con il regista Norman Taurog un prolifico sodalizio, che portò alla realizzazione di nove films, alcuni dei quali sono i suoi più celebri: - Blue Hawaii (‘Blue Hawaii’,1961) dove canta Can’t Help Falling In Love. La trama racconta di un ragazzo dalle grandi doti vocali, che smessa la divisa di soldato, trova impiego in un’agenzia turistica di Honolulu contro il parere della madre. - G.I. Blues (‘Caffè Europa’ ,1960) dove canta Wooden Heart e Tonighi Is So Right To Love. Tre soldati americani in Germania, tra cui Tulsa McCauley (Presley), si esibiscono con successo come cantanti. Uno dei tre, per scommessa, si propone di sedurre una famosa ballerina di cui, però, s’innamora sul serio. - It Happened At The World’s Fair (‘Bionde, Rosse, Brune…’,1962) dove canta A World Of Our Own e Happy Handing. Mike, ama le donne e Danny ha la passione del gioco. Sono due piloti di aerei, amici per la pelle, che sono sempre in mezzo ai guai. - Girls!Girls!Girls! (‘Cento Ragazze E Un Marinaio’,1962) dove canta Return To Sender e Song Of The Shrimp. Il sogno del marinaio Ross (Presley), è quello di diventare padrone del peschereccio West wind, su cui lavora. Una delle sue pretendenti lo compra di nascosto, ferendolo nell’orgoglio. A parte i film musicali da lui interpretati, vanno ricordati i vari film biografici e i documentari realizzati tutti dopo la sua scomparsa (avvenuta il 16 Agosto 197 ![]() - Elvis (‘Elvis, Il Re Del Rock’n’Roll’, 1979) di John Carpenter con Kurt Russel – doppiato nelle canzoni da Ronnie McDowell- nella parte del Re. Si ripercorre la sua vita dal concerto del 26 luglio 1969 a Las Vegas, indietro a colpi di flashback sino al 1945 e poi in avanti in linea cronologica. - Elvis And The Beaty Queen (‘Elvis E La Regina’ ,1981) di Gus Trikonis con Don Johnson nella parte del Re, che racconta la sua chiaccherata storia d’amore con Linda Thompson. E altri sono soltanto riletture del fenomeno Elvis come Heartbreak Hotel (1985) di Chris Columbus, Honeymoon in Vegas (‘Mi Gioco La Moglie A Las Vegas’, 1992) di Andrew Bergman. Ci sono poi altri banali documentari come Elvis In Hollywood, The 50’s, con scene di spettacolo dai suoi vari tours degli anni Settanta, immagini inedite e interviste a personaggi vari, dai celebri Leiber e Stoller a una sua presunta girl-friend June Janico, più molti altri, come i film-concerto tra cui il recente Elvis On Tour, che servono solo a far sopravvivere il mito (come se ce ne fosse bisogno). Francesco Serini |
#32
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cmq anche in questo articolo ce ne sn di cassatelle scritte....
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Affari tuoi: Elvis non va a Memphis
![]() Dopo una partenza non propria buona, Beppe ha accetato di cambiare il suo pacco con il 17 e la sua scelta si è subito rivelata positiva visto che il pacco numero 7 conteneva una tinta per capelli. Il nostro Elvis ha così continuato il suo viaggio dalla Tiburtina a Memphis aprendo i pacchi ed eliminando sia opportunità positive ( 50.000 € e 25.000 €) che altre decisamente negative, rifiutando di volta in volta le offerte che gli venivano fatte: prima 22.000 €, poi 28.000 € ed infine l’offerta più alta della serata 40.000 €. Purtroppo dopo l’apertura dei pacchi contenenti i 500.000 € e i 100.000 € anche l’offerta è scesa a 25.000 € e a questo punto Beppe ha deciso di giocare davvero fino in fondo a caccia dei 250.000 € che lo avrebbero portato dritto a Memphis. Purtroppo la sorte ha voluto un finale emozionante che contrapponeva 10 € ai 250.000 €. A questo punto l’interlocutore telefonico ha proposto un cambio di pacco che però il nostro Elvis ha rifiutato. Questa volta il 17 ha tradito Beppe e gli ha regalato solo 10 €: Elvis tornerà in Puglia con la sua energia e la sua simpatia. anche questo è un modo x ricordare elvis!!!! |
#34
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Aspettiamo conferma da Lisa, se questa notizia è vera!!!!
(20/06/2007) Elvis Presley: venduti all'asta un'arma e un flacone di medicine ![]() Cosa non farebbe un vero fan per aggiudicarsi un feticcio dei propri idoli.
Nei giorni scorsi si è tenuta negli Stati Uniti un'asta durante la quale sono stati venduti anche due oggetti appartenuti ad Elvis Presley. Si tratta di un'arma, placcata in oro che ha raggiunto i 28.800 dollari e un flacone (vuoto come vuole la legge americana) di Naldecon, antistaminico prescritto al Re negli anni'70 dal suo medico personale George Constantine Nichopoulos, venduto per 2.640 dollari. |
#35
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Cosa non fanno. Fino a qusto punto arriviamo.Bah
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#36
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Purtroppo tutto fa brodo..........
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Beh, a me non spiace come articolo.... Almeno non ha gettato fango sul King defindendolo grasso, drogato, ciccione,etc. Ok, non avrebbe potuto definirlo così, dato che aveva 21 anni quando l'ha conosciuto, ma almeno, guardiamo il lato positivo...Che ne dite?
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#39
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![]() Da Kataweb Musica di Massimiliano Leva Sembra ieri, e invece sono già passati trent’anni. Il 26 giugno 1977, Elvis The King, teneva il suo ultimo concerto. Già da tempo non era più il ragazzo snello e affascinante che con quel suo roteare pelvico, lo sguardo malizioso e le voce suadente aveva conquistato anni prima il mondo e aperto porte come forse mai nessuno aveva osato prima di lui. Dagli anni ‘60 si era ritirato a Hollywood, catturato dal grande schermo. Sommerso dalle sue fortune. Circondato da un entourage a sua disposizione per ogni vizio. Era ingrassato, schiacciato dalle droghe e dalla sua stessa fama. Lontano miglia e miglia dal ragazzo appena ventenne che timidamente si era affacciato sulla storia con la sua musica nuova. Eppure, la sera del 26 giugno di trent’anni fa, quando alle 20:30 salì sul palco della market Square Arena di Indinapolis bardato come al solito con lustrini, giacca di pelle e zazzera impomattata, Elvis fece ancora una volta epoca. Indipendentemente dalla sua volontà. Perché, nessuno avrebbe predetto che poche settimane dopo, il 16 agosto, il Re se ne sarebbe andato. Lasciando un vuoto che nessuno (forse solo i Beatles) ha mai potuto colmare.La date del rock sono incerte come le vite dei santi. Per esempio, è tutto da vedere se sia stato Elvis a inventare il rock’n'roll. Un po’ come per il primo essere umano nello spazio, ci sono arrivati prima i sovietici, ma a quell’epoca gli americani sapevano promuovere meglio ogni evento. E così in pochi si ricordano oggi della cagnolina Laika, ma tutti hanno visto almeno una volta l’uomo camminare sulla luna. Elvis, se non fu l’inventore del rock, fu comunque il più grande idolo pop di tutti i tempi. Il piede che per primo tocco il suolo dell’universo giovanile, sconvolgendolo come un terremoto. Così, quando dopo l’esilio hollywoodiano, nel 1968 tornò a sorpresa sulle scene, anche se l’idolo era cambiato, per lui fu di nuovo un successo. Mancava forse il fascino di un tempo, il suo tocco di Mida. Ma la fisicità sul palco era sempre la solita. In fondo, era stato The King a stabilire quali fossero le regole per comunicare con il pubblico. Qualsiasi cantante rock, dopo di lui, se non avesse attinto almeno un segreto da Presley, non sarebbe mai stato considerato. Anche quella sera a Indianapolis, quindi, il bacino ricominciò a roteare e lo spettacolo prese subito la piega giusta. Elvis salì sul palco tonico, concentrato, disinvolto nel passare da un giubbotto di pelle nero a un candido abito di scena bianco, capace con grande disinvoltura di sciorinare per il piacere del pubblico i suoi classici, compresi vecchi e cari standard rock & roll. Da Johnny B. Good a Don’t be cruel. Da Hound dog a Jailhouse rock. Del resto, neppure lui poteva permettersi di tagliare con il passato: soprattutto quando il passato significava milioni di dischi venduti. Si concesse anche un paio di cover - What I’d say di Ray Charles e Bridge over trouble water di Simon and Garfunkel. Poi, dopo quasi due ore di musica, con Clasing Lamp, si concedò. Nessuno avrebbe mai detto che quella sarebbe stata la sua ultima esibizione. Come per i Beatles, undici anni prima, tutto sarebbe stato scoperto qualche mese dopo. Con la tristezza che non solo un mito se ne andava, ma anche un’intera epoca con tutto ciò che di buono o cattivo aveva portato. E quando, il 16 agosto 1977 Elvis morì, il rock davvero non sarebbe stato davvero più lo stesso. Per ironia della sorte, in un momento in cui, con la rivoluzione punk in atto, le nuove generazioni speravano di azzerare tutto sin dall’inizio. (27 giugno 2007) |
#40
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AGI) - Londra, 23 giu . - E' andata a Elton John la vittoria in una gara di karaoke di beneficenza fra alcune star della musica inglese. Il cantante di 'Your Song' si e' imposto con una reinterpretazione della hit di Elvis Presley, 'Are You Lonesome Tonight', grazie alla quale e' riuscito a raccogliere ben 110 mila sterline (oltre 160 mila euro) da destinare ai bambini palestinesi in un evento ospitato dal Ronnie Scott's Jazz Club di Londra, e che vedeva tra il pubblico celebrita' del calibro di Kate Moss ed Elle Macpherson. Al secondo posto della competizione si e' piazzato Nick Cave, che si e' esibito con 'Bootylicious' delle Destiny's Child, mentre piu' indietro si sono classificati Shane McGowan, ex frontman dei Pogue, con 'We didn't start the fire' di Billy Joel e Mick Jones, che si e' presentato sul palco con un grande classico dei Clash, 'Should I stay or should I go'. In totale nel corso della serata sono state raccolte 385 mila sterline (oltre 570 mila euro) che saranno devoluti alla Hoping Foundation. -
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I Doors cantano Elvis Presley
Nel triplo live "Live in Boston: 1970" Il triplo disco "Live in Boston: 1970" dei Doors (in uscita il prossimo 23 luglio) contiene delle chicche per tutti i fan della band. La registrazione riconsegna Jim Morrison in una delle ultime apparizioni con grandi successi del calibro di "Alabama Song (Whisky Bar)", "Light my fire" e "Break on through" oltre a una cover di "Mistery Train" di Elvis Presley. il tutto x dare ragione a quello ke penso ![]() |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() 1977-2007, continua la 'caccia' a Elvis Presley Avvistamenti, ipotesi fantasiose e persino una taglia. A trent'anni dalla scomparsa, il mistero che avvolge la morte del Re tiene banco tra i bit della rete ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Sull'argomento sono stati scritti libri, pagine di quotidiani e periodici, sono stati fatti servizi e programmi televisivi. Ma è internet a fare la parte del leone. Il sito www.elvislives.net, ad esempio, elenca 10 teorie per cui il Re del rock'n roll è vivo. La prima sostiene che sia stato messo nel programma protezione testimoni con una nuova identità dopo il famoso incontro con Richard Nixon. C'è poi la storia del nome scritto sbagliato sulla lapide (Elvis Aaron Presley anziché Elvis Aron Presley), le fotografie del corpo nella bara che lo fanno sembrare una statua di cera, le contraddizioni riguardo alle circostanze del decesso. Lascia poi interdetti la notizia che nel 2002 una etichetta indipendente ha pubblicato un album, 'Kingtinued', dove si sente la voce di Presley che canta almeno 14 canzoni mai esistite prima del 1977. Ma c'è di più. Adam Muskiewicz, scrittore, attore e produttore cinematografico, attraverso il sito www.elviswanted.com lo scorso anno ha annunciato una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi proverà che Elvis è vivo e vegeto. Intervistando teorici, esperti, autori e amici intimi del Re, Muskiewicz ha deciso di produrre anche un documentario, il cui trailler è disponibile sul sito www.truthaboutelvis.com, che dovrebbe uscire proprio in occasione del trentesimo anniversario della (presunta) morte. Nella pellicola, dal titolo 'The Truth About Elvis', verranno analizzati fatti e persone, il rapporto dell'autopsia, la villa di Graceland, la Memphis Mafia e la questione del nome sulla sua lapide. Si prenderanno inoltre in considerazione i motivi per i quali Presley puo' aver simulato la sua morte e chi puo' averlo aiutato in tutto questo. Interessanti alcune testimonianze che riportano: "Nessuno sa perché due settimane prima di morire abbia detto che doveva andare via, e che non avrebbe avuto più la possibilità di vedere le persone care. Perché ha detto una cosa del genere?". Oppure: "Gente che lavorava all'ospedale, ancora adesso sostiene che il corpo che fu portato in ospedale non era quello di Elvis Presley". Linda Thompson racconta: "Mia madre era al funerale, e qualche giorno dopo disse: 'Sì, oggi fanno delle cose miracolose con le statue di cera; molte persone pensano che lui sia alle Bahamas'''. "Mi ricordo una persona che guardò al corpo nella bara e mi disse, no, non è Elvis", dice una donna, mentre un'altra afferma: "Elvis Presley è venuto nel nostro ristorante e ha ordinato un wopper cheeseburger, senza cipolle e patatine". Molte poi le teorie bizzarre che si susseguono nella rete e negli anni la leggenda per chi non si rassegna o per chi vuole giocare alla 'caccia' a Elvis ha avuto molte versioni. Il forum del sito www.grazielvis.it, ad esempio, riporta un articolo nel quale si afferma che una donna in visita a Graceland, dopo essere entrata in una zona proibita al pubblico, si è trovata davanti un uomo su una sedia a rotelle a cui ha scattato una foto prima che i guardiani la portassero via. La foto è stata quindi consegnata a un detective che si occupa di identikit di persone scomparse, il quale ha dichiarato che, secondo lui, l'uomo sulla sedia a rotelle era Elvis Presley. In particolare, la donna ha detto che quando le guardie l'hanno portata via, continuava a ripetere loro di aver visto Elvis Presley. E la cosa che l'ha stupita più di tutto è stato che queste non abbiano negato e nemmeno si siano comportate come se lei fosse stata una visionaria. C'è poi la teoria esposta da Massimo Polidoro che nel suo libro 'Elvis è vivo' vuole The King celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesù Cristo, mentre lavora come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga. Tutte queste teorie si basano su un concetto spiegato da Polidoro, che si richiama alla 'verità delle emozioni', come la chiama lo scrittore. E cioè che non si può accettare l’idea che qualcuno fuori dal comune sia morto per una casualità, e quindi nulla diventa più credibile dell’incredibile. |
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Trend globali
![]() ![]() ![]() ![]() ![]() 09.08.2004 I numeri parlano chiar fra meno di cento anni il pianeta sarà invaso da una pletora di imitatori del re del rock. Da persone di buon senso, puntereste su questa scommessa? I mercati finanziari sono luoghi in cui domanda e offerta di valori si incontrano. Il venditore di titoli ne ricava fondi da reinvestire nell'azienda, mentre l'acquirente si garantisce una rendita fissa oppure il diritto di partecipare agli utili futuri della relativa società. Un meccanismo semplice e logico che potrebbe indurci a credere che il mercato si comporti in modo altrettanto efficiente e razionale. Il seguente esempio, che si rifà al mondo dello spettacolo, è tratto da un'analisi della prestigiosa ABN Amro e ci fornisce conclusioni interessanti al riguardo. - Nel 1960 si contavano 216 imitatori di Elvis. - Nel 1970 erano passati a ben 2400. - Nel 1980 il loro numero era stimato intorno ai 6300 a livello internazionale. - Nel 1992 infine erano arrivati a 14 000. - Di questo passo, entro il 2100 gli imitatori di Elvis rappresenteranno il 25 per cento della popolazione mondiale. Segnali chiari eppure fuorvianti I dati rilevati sull'arco di trent'anni sembrerebbero suffragare l'ipotesi che entro il 2100 si verificherà un autentico boom degli imitatori del King. Chiunque negasse l'evidenza rischierebbe di vedersi accerchiato da frotte di cloni di Elvis, con tanto di costume bianco e capello impomatato. Male che vada, avremmo sbagliato i nostri pronostici e ci ritroveremmo a fare i conti con l'orgoglio offeso degli impersonator. Più gravi possono invece essere le conseguenze di un errore di valutazione in campo finanziario. Basti ricordare come in epoca recente l'euforia innescata dalla corsa dei titoli tecnologici abbia alimentato l'illusione di inesauste chance di guadagno, illusioni che il crollo della new economy ha spietatamente infranto cogliendo gli investitori completamente impreparati. E dire che le previsioni non sarebbero potute essere migliori. Ma per citare il grande economista John M. Keynes: "Resta un mistero che un essere razionale possa compiere un atto tanto insensato come quello di investire in borsa". Questa convinzione è tuttavia in netto contrasto con la teoria finanziaria neoclassica secondo cui gli operatori sarebbero dei soggetti perfettamente razionali e come tali riescono a ottimizzare i rischi rispetto alle opportunità di guadagno, anticipando la dinamica dei prezzi in base alle informazioni disponibili – e ciò con lucidità e senza essere vittime di distorsioni di carattere emotivo. Tuttavia questo "homo oeconomicus" è ben lontano dalla realtà e la teoria dei mercati cosiddetti efficienti non è in grado di spiegare alcuni fenomeni ricorrenti che smentiscono l'assunto stesso di razionalità del comportamento dei suoi attori. E con ciò non ci riferiamo alle varie "regole d'oro" o dritte per vincere in borsa (si veda il riquadro) proposte dagli esperti di turno, bensì ad alcuni quesiti ben più cruciali cui possiamo trovare risposte convincenti soltanto includendo nel nostro modello di pensiero l'irrazionalità come costante dell´agire umano. Fare i conti con l´emotività D'altronde è lecito chiedersi cosa spinga gli operatori a scambiarsi grandi volumi di titoli se ognuno di loro dispone delle stesse informazioni e basa le proprie decisioni sulle medesime aspettative. Altrettanto incongruo ci sembrerà il fatto che i prezzi dei titoli possano accusare oscillazioni talora marcate se queste non trovano riscontro in eventi altrettanto significativi nell'azienda sottostante. O ancora, come mai la prospettiva di un aumento del dividendo faccia lievitare le quotazioni in misura sproporzionata rispetto al resto del listino. Tutte domande che ci lasciano perplessi e non trovano altra giustificazione se non quella che le scelte degli investitori non sono frutto di riflessioni spassionate e obiettive. Questa consapevolezza ha portato all'emergere di una nuova disciplina, la cosiddetta finanza comportamentale, che sposa la psicologia con le scienze economiche. Giungendo a scoperte sconcertanti. È ormai comprovato che il processo cognitivo degli investitori – dall´acquisizione all'elaborazione dei dati utili ai fini della decisione circa il titolo più promettente – contravviene sistematicamente ai dettami di razionalità cari ai manuali di borsa. La "behavioural finance" ha messo in luce alcune trappole psicologiche come la percezione selettiva della realtà, l'ipersicurezza che induce un´eccessiva fiducia nelle proprie capacità oppure l'avversione alle perdite. Concetti questi che in breve tempo si sono imposti a pieno diritto fra le teorie finanziarie più accreditate, sfatando definitivamente il mito della borsa come entità razionale. P.S.: Quanto agli imitatori di Elvis purtroppo mancano stime affidabili e aggiornate al 2004. Se le proiezioni di cui prima dovessero avverarsi, fra trent'anni saremo circondati da migliaia di nostalgici che faranno rivivere il mito del King – a suon di rock'n' roll. |
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Sono stati venduti all'asta un'arma appartenuta ad Elvis che ha raggiunto i 28.000 dollari e un flacone (vuoto) di Naldecon, un antistaminico prescritto dal dott.Nik negli anni 70, venduto x 2.640 dollari
![]() Inutile scrivere che sono alquanto disgustata x il flacone di antistaminici ![]() ![]() |
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![]() ![]() ![]() Elvis Presley - ELV1S - 30 #1 HITS - Bmg Ricordi (CD) Ha funzionato, eccome, per i Beatles. Perché non dovrebbe funzionare con Elvis? L’idea, che la BMG ha mutuato dalla EMI, è esattamente la stessa: impacchettare in un’antologia nuova di zecca, nel packaging come nella rimasterizzazione digitale, i numeri uno del King del rock and roll (non tutti, come riconoscono onestamente le note di copertina) e aspettare che il pubblico accorra a frotte a comprarla nei negozi. Difficile resistere alla tentazione, in effetti: collezionisti e “completisti”, condannati a procurarsi ogni briciola discografica disseminata dagli amministratori dell’eredità Presley, possono trovare motivo di soddisfazione nella cristallina resa sonora delle incisioni (i tecnici incaricati, Ted Jensen e George Marino, hanno lavorato bene); i novizi hanno modo di riscoprire, non è mai troppo tardi, una quantità di gemme straordinarie, alcune delle quali neppure troppo note all’appassionato “medio” italiano. E chi da un greatest hits pretende cura dei particolari e attenzione al dettaglio non può lamentarsi: grafica elegante ed essenziale, crediti precisi (comprese puntuali informazioni sulla “chart life” di ogni singolo pezzo), note brano per brano redatte da Peter Guralnick, riconosciuta eminenza in elvisologia. Qualcuno, semmai, storcerà il naso per l’inclusione di “A little less conversation” nella versione shakerata dal dj olandese JXL ad uso delle piste da ballo di tutto il mondo. Lo stacco sonoro rispetto al resto del programma è indubbiamente forte e farà sobbalzare sulla sedia qualche purista: ma la canzone si guadagna il diritto di accesso in qualità di ultimo numero uno della serie, la voce del rocker resta inconfondibile in primo piano, e il cocktail rockabilly-house ha un sapore irresistibile (solo Fat Boy Slim aveva raggiunto risultati altrettanto brillanti nel miscelare dance e rock). Chi di Presley ricorda soprattutto il ciuffo, l’ingenua filmografia e i movimenti del bacino, troverà ciò che si aspetta di trovare: l’Elvis elettrico e ad altissima gradazione erotica di “Jailhouse rock”, di “All shook up” e di “Heartbreak hotel” (il primo e più improbabile degli hits, sottolinea Guralnick: il testo è ispirato al bigliettino di commiato lasciato da un suicida). Il languoroso e confidenziale crooner di “Love me tender”, “Are you lonesome tonight?” e “Can’t help falling in love”. Quello rilassato, controllato ed infallibile della maturità (“Return to sender”, “Suspicious minds”, “In the ghetto”). E anche – nota dolente - quello tentato dalla tradizione melodica del belcanto (“O sole mio” e “Torna a Sorrento” tradotte rispettivamente in “It’s now or never” e “Surrender”). Ma potrà anche (ri)scoprire tante altre cose. Innanzitutto l’incredibile versatilità di un interprete capace, con quella voce, di cantare qualunque cosa, il blues di Big Mama Thornton (“Hound dog”) e il country & western di Hank Snow (“A fool such as I”), l’r&b di New Orleans (“One night”) e il candido gospel di “Crying in the chapel”: il diavolo e l’acqua santa, davvero (e nessuno c’era arrivato prima di lui, al matrimonio misto e sacrilego tra country bianco e rhythm and blues nero). E poi tanti dettagli e particolari gustosi. Come le impeccabili, pulsanti voci di supporto dei Jordanaries (tanti anni dopo ripescati dai Blasters dei fratelli Alvin). La chitarra acuminata di Scotty Moore e la stilosissima Telecaster di James Burton (un quarto dei leggendari TCB, band di accompagnamento anni ’70, che qui sfoggia la sua potenza in “Burning love”). La ruvidezza da “buona la prima” di “Too much” e i collage di studio di “Hound dog” e “Don’t be cruel” (venti, trenta takes diverse per arrivare al massimo grado di semplicità). E ancora, la squisita scrittura di autori di lusso come Otis Blackwell, Doc Pomus, Leiber& Stoller. Ci sarebbe molto altro Elvis, naturalmente, da mettere in scaffale a fianco di questo super-greatest hits. Ventinove canzoni (più una) non bastano a disegnare i contorni del mito. Il consiglio, inevitabile, è di procurarsi almeno le prime leggendarie incisioni per la Sun di Memphis, “That’s alright (mama)”, “Mystery train”, “Baby, let’s play house” e le altre: un Presley così libero e selvaggio non lo ascolterete più, neppure negli anni dorati raccontati da “Elv1s”. Perché regalarlo: Elvis è "The king". Per una volta un soprannome che dice le cose come stanno, e questa godibilissima e corposa raccolta ci ricorda da dove è nata tutta la musica odierna. Iniziate (o ripartite) da qui. TRACKLIST (Alfredo Marziano) “Heartbreak hotel” “Don’t be cruel” “Hound dog” “Love me tender” “Too much” “All shook up” “(Let me be your) Teddy bear” “Jailhouse rock” “Don’t” “Hard headed woman” “One night” “(Now and then there’s) A fool such as I” “A big hunk o’ love” “Stuck on you” “It’s now or never” “Are you lonesome tonight?” “Wooden heart” “Surrender” “(Marie’s the name) His latest flame” “Can’t help falling in love” “Good luck charm” “She’s not you” “Return to sender” “(You’re the) Devil in disguise” “Crying in the chapel” “In the ghetto” “Suspicious minds” “The wonder of you” “Burning love” “A little less conversation (JXL radio edit remix)” (23 Dic 2002)
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Trent’anni dalla scomparsa di Elvis: si comincia con una statua
Con un annuncio proveniente dalle isole Hawaii è iniziata la serie di iniziative che marcherà i trent’anni dalla scomparsa di Elvis Presley. Le autorità locali hanno dato il semaforo verde ad una statua del King che sarà piazzata nel prossimo luglio, poco prima del giorno dell’ anniversario, davanti al Neal Blaisdell Center, dove Presley nel 1973 tenne il concerto “Elvis: aloha from Hawaii”. La statua sarà in bronzo ed in scala 1:1. “Per molti di noi Elvis rimane un idolo”, ha affermato Mufi Hannemann, sindaco di Honolulu, “e, visto che qui trascorse un certo periodo, lo consideriamo come un figlio adottivo. Elvis farà sempre parte dell’identità delle Hawaii, dal suo film ‘Blue Hawaii’ allo storico concerto che la scultura commemora”. Presley morì il 16 agosto 1977. Da Rockol |
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Il francobollo di Elvis Presley è il più collezionato negli Stati Uniti
Il francobollo che raffigura Elvis Presley è il più collezionato negli Stati Uniti. A poche settimane dal trentesimo anniversario della scomparsa di Elvis, che avvenne il 16 agosto 1977, il Servizio Postale d’oltreoceano fa una scoperta: su cinquecentodiciassette milioni di francobolli venduti con il ritratto del cantante di Memphis, centoventicinque milioni sono stati conservati dal 1993, anno in cui vennero messi in commercio. Intanto molti fan di Presley spediscono lettere con l’affrancatura del "King of rock" a indirizzi inesistenti per ricevere indietro il francobollo con il timbro “Return to sender” (restituito al mittente), titolo di un grande successo di Elvis negli anni Sessanta. (Fonte: La Repubblica) |
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Si un bel articolo degno di essere chiamato articolo su Elvis. Complimenti
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IL NUMERO UNO E' SEMPRE LUI: ELVIS PRESLEY
Le celebrità scomparse che guadagnano di più Nell'ultimo anno il nome del re del rock è fruttato ben 49 milioni di dollari. Kurt Cobain fuori dalla classifica ![]() Di Lea Goldman e Jake Paine Le 13 leggende della settima classifica annuale delle celebrità scomparse di Forbes che guadagnano di più hanno racimolato, in soli dodici mesi, ben 232 milioni di dollari. La maggior parte di loro sono nomi immediatamente riconoscibili (basti pensare a Elvis, Marilyn e Warhol) e che continuano a essere amati in tutto il mondo, per la felicità di coloro che possono sfruttarne i diritti. Tutti i personaggi presenti nella classifica di quest'anno sono l'immagine di imperi commerciali del Elvis Presley (Ap)merchandising estremamente redditizi e in continua crescita. Il nome di Albert Einstein, ad esempio, viene utilizzato per la vendita dei DVD dei Baby Einstein. I libri di Theodor "Dr. Seuss" Geisel sono un must per tutti i bambini del mondo. Centinaia di performance deIl mio amico, Charlie Brownhanno fatto la fortuna di Charles Schulz, creatore di Peanuts, la celebre striscia di fumetti pubblicata in tutto il mondo. Ma anche dopo la morte, il Re è sempre uno. Nell'ultimo anno il nome di Elvis Presley è fruttato ben 49 milioni di dollari, cifra che lo porta al primo posto della classifica. CKX Entertainment, la società che gestisce direttamente l'impero di Elvis (di cui la figlia Lisa Marie Presley detiene il 15%), ha annunciato che quest'estate, nel 30° anniversario della morte del Re, Graceland è stata completamente rinnovata. Tra le novità vale la pena ricordare un nuovo hotel con centro conferenze, un museo multimediale all'avanguardia e un centro visitatori più ricco. |
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E' un bell'articolo, anche se ci sono degli errori che suppongo siano errori di battuta
![]() ![]() ![]() Da Caffenews Elvis Presley, una delle più belle voci rock e melodiche degli ultimi 100 anni Di Antonio Sidari Novembre 15, 2007 at 1:06 pm | Cari amici di Caffenews, oggi vorrei parlarvi del mio idolo da quando avevo 7 anni, quando nel lontano agosto del 1977 tutti i tg televisivi dedicarono alcuni minuti alla morte del Re del Rock´n´Roll, Elvis Presley. Elvis è stato uno dei più celebri cantanti Rock´n´Roll e Rockabilly di tutti i tempi. La sua presenza scenica, pressoché inimitabile, ha avuto un impatto sulla cultura statunitense e mondiali senza precedenti. Molto stimato da fans e critici ha saputo andare oltre l´arte che rappresentava, quella musicale, finendo per diventare una vera e propria icona della cultura pop del XX secolo. Tra i soprannomi con il quale era ed è tuttora conosciuto vi è “Elvis the Pelvis”, per il suo esuberante stile di esibizione caratterizzato da bruschi ed ammiccanti ondeggiamenti del bacino. Eccetto cinque concerti tenuti in Canada, non si esibì mai fuori dagli Stati Uniti. La sua morte, prematura ed improvvisa, gettò nella disperazione milioni di fan in tutto il mondo. Nel corso della sua carriera Elvis Presley ha visto le sue canzoni approdare più volte ai vertici della Top Chart della rivista Billboard, punto di riferimento per le vendite nel mercato discografico statunitense. Sul mercato britannico, il cantante di Tutelo piazzò 21 singoli in vetta alle classifiche di vendita, con ottanta settimane di permanenza al primo posto. I suoi dischi a 45 giri rimasero in classifica 1277 settimane, mentre i long playing con le sue canzoni stazionarono nella Top 10 dal novembre 1958 al luglio del 1964. Fra il 1972 ed il 1977, anno della sua morte, furono venduti nel mondo oltre un miliardo di suoi dischi: il 60% nei soli Stati Uniti, ed il restante quaranta per cento sul mercato discografico mondiale. La musica proposta nel lontano 1954 da Elvis era così nuova che gli ascoltatori telefonavano ai DJ delle radio per chiedere chi fosse quel nero che cantava canzoni country, oppure chi fosse quel bianco che cantava pezzi blues. Inoltre Elvis era l´unico artista che appariva sia nelle classifiche di vendita di rhythm and blues, che in quelle country. Nel 1958 gli morì la madre e la cosa ebbe su Elvis effetti devastanti e dai quali, forse, non si sarebbe più ripreso. Le nuove rock band avevano ormai invaso il mercato dei primi anni sessanta, e i ragazzi avavano nuovi idoli musicali come i Beatles, i Beach Boys o i Rolling Stones. E fu proprio in questo periodo che Elvis si dedico al molto più remunerativo filone cinematografico. Interpretò ben 29 film, dei quali solo tre o quattro erano artisticamente validi. Elvis aveva una certa propensione alla recitazione, anche se, purtroppo, a causa del suo manager Colonnello Parker gli furono sempre affidati ruoli poco favorevoli a mostrare le sue doti. Fu chiamato per interpretare film come “La gatta sul tetto che scotta”, “E´ nata una stella”, “Un uomo da marciapiede” e “West Side Story” che non fece mai per le richieste esose del manager che gli impedì di diventare un attore da oscar. Nel 1968 Elvis, a 33 anni, sposato con Priscilla e padre di una bambina, Lisa Marie Presley, stanco di fare film di poco conto, volle ritornare a fare ciò che sapeva fare meglio e che gli piaceva di più: musica. Nello stesso anno fece uno special televisivo intitolato “68 Comeback Special” il cui incredibile successo rinnovò in Elvis il desiderio di fare musica di qualità. Così da quel momento sembrò deciso a voler recuperare tutti gli anni perduti lontano dal pubblico e nell´arco di sette anni, fra il 1970 ed il 1976, si esibì in quasi un migliaio di concerti, ad una media di uno ogni due giorni e mezzo circa, anche due o tre nello stesso giorno. Malgrado insistenti voci di possibili tour esteri, Elvis non si esibì mai al di fuori dei confini degli Stati Uniti principalmente a causa del manager che essendo un immigrato europeo clandestino in America, non permise mai ad Elvis di uscire fuori i confini americani usando cavilli legali relativi al loro rapporto di lavoro. Di conseguenza furono migliaia gli appassionati che da tutto il mondo si recarono negli USA per poter assistere ad una sua esibizione. Nel gennaio del 1973 venne trasmesso in TV il primo show via satellite della storia del rock da Honolulu intitolato “Elvis: Aloha From Hawaii”, seguito da un pubblico stimato in oltre un miliardo di telespettatori in quaranta paesi. Nello stesso anno Elvis divorziò dalla moglie Priscilla e sebbene l´amicizia di entrambi sia durata per tutta la vita del cantante, ciò gli provocò un lungo periodo di acuta depressione che sconfinò nel consumo di barbiturici, tranquillanti e anfetamine che diventarono i suoi compagni di tutte le ore del giorno e della notte. Morì nella sua villa di Memphis chiamata Graceland (in onore della madre Grace) per una aritmia cardiaca il 16 agosto 1977. Graceland fu aperta al pubblico nel 1982 ed è divenuta una sorta di santuario del rock e meta del pellegrinaggio continuo dei suoi fans. In questa breve biografia non ho citato le circa 700 canzoni che Elvis ha interpretato dal 1954 al 1977 semplicemente perché ognuno di noi ne ha ascoltato almeno una nella propria vita, visto le sue canzoni hanno fatto il giro del mondo, e a distanza di 30´ anni dalla sua morte festeggiati alla grande il 16 agosto 2007 tramite manifestazioni in tutto il mondo, sono ancora centinaia i ragazzi di tutte le età che si emozionano ancora ad ascoltarlo. Uno di questi sono io. La cosa più bella che mi ha dato la musica di Elvis è stata principalmente l´ottimismo che traspare ascoltandolo e soprattutto il fatto che nonostante abbia avuto nella sua vita dei problemi con droghe varie, lui con la sua musica e il suo amore incontrastato per il suo pubblico non ha mai insegnato hai giovani a drogarsi, come invece hanno fatto tanti altri della sua epoca e non solo. Io canto le canzoni di Elvis dall´età di 10 anni ed essendo napoletano verace vorrei dedicare a tutti gli amici di CaffèNews una delle quattro canzoni che Elvis ha dedicato proprio a Napoli e cioè It´s Now Or Never (O´ Sole Mio) in una registrazione che ho fatto quando avevo 17 anni. Per i curiosi le altre 3 canzoni che ci ha dedicato sono “Surrender” (Torna a Surriento), Write to me From Neaples e Santa Lucia. Questi sono i commenti all'articolo 2 Commenti » RSS feed dei commenti a questo articolo.
Ultima Modifica di hurt : 16-11-2007 08:16 |
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Evviva Elvis!!! ![]() ![]() |
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Da Kataweb - Musica
ELVIS RUBACUORI E L’INVIDIA DI JERRY LEE LEWIS ![]() ALMANACCO - 23/11/1956-1976 di John Vignola
23 novembre 1956: l’operaio Louis Balint viene arrestato dopo aver preso a pugni Elvis Presley in un hotel di Toledo. Blaint si giustifica dicendo che la passione di sua moglie per Elvis ha fatto naufragare il suo matrimonio. Viene multato per 19 dollari ma finisce ugualmente in prigione perché non può pagare l’ammenda. Il giorno dopo, il cantante viene stigmatizzato come un rubacuori impenitente, unicamente per i suoi atteggiamenti “provocatori” durante i concerti. A vent’anni di distanza, il 23 novembre del 1976, Jerry Lee Lewis viene portato in guardina dopo aver mimato un colpo di pistola davanti ai cancelli di Graceland. Fin dal primo pomeriggio si era presentato con una rivoltella chiedendo di vedere “il re”. Le indiscrezioni dell’epoca parlano di invidie antichissime, mai confermate del tutto. E ovviamente di donne, nonostante Lewis si sia presentato con la moglie Linda Gail. ![]() I due nel tempo hanno condiviso gli sudi di registrazione - quelli della mitica Sun di Memphis, dove hanno pure suonato assieme a Carl Perkins e Johnny Cash, nel celebre Million Dollar Quartet - e hanno segnato l’ascesa del rock’n'roll. Più focoso e indisciplinato di Presley, Lewis conoscerà presto difficoltà non solo per il suo temperamento, ma anche per la crociata contro il rock’n'roll che lo vedrà al bando dalle scene dal 1958, per aver sposato la cugina tredicenne, Myra Gale Brown. I fatti descrivono in questo caso il “killer” (sorannome quanto mai appropriato di Jerry Lee) infuriato per non essere stato ammesso alla presenza di Elvis. Il Re, dal canto suo, non brilla al periodo per lucidità e chiede espressamente alle guardie in servizio a Graceland di allontanare “quel pazzo”. L’episodio si chiude con Lewis in carcere, per tutta la notte. Non avrà altre ripercussioni sulla vita di entrambi. Quella di Presley, del resto, era prossima al traguardo, raggiunto mestamente il 16 agosto 1977. |
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bravo ki ha scritto,una pulizia ke gli perdona l'errore di graceland!!!
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Infatti e non solo quella, ma anche questa
Lisa Marie Presley, stanco di fare film di poco conto, volle ritornare a fare ciò che sapeva fare meglio e che gli piaceva di più: musica. Nello stesso anno fece uno special televisivo intitolato “68 Comeback Special” il cui incredibile successo rinnovò in Elvis il desiderio di fare musica di qualità ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Questo articolo c'entra qualcosa con il sondaggio del Tg com
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Credo abbiano voluto portare questo sondaggio anche in Italia, aggiungendo artisti italiani.
Secondo me è anche plausibile che in Inghilterra abbia vinto Freddie Mercury visto che è inglese. |
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Chi resuscitare per 5 minuti,
Lady D. batte Marilyn e Elvis ![]() ![]() Chiamati a decidere chi resuscitare dalla morte tra i personaggi icona di tutti i tempi, i cittadini britannici non hanno dubbi: la principessa Diana LONDRA Chiamati a decidere chi resuscitare dalla morte per cinque minuti tra i personaggi icona di tutti i tempi, i cittadini britannici non hanno dubbi: la principessa Diana. Lady D, vittima di un incidente d’auto sotto il tunnel de l’Alma a Parigi nel 1997, è stata scelta dalla maggioranza dei partecipanti a un sondaggio - commissionato dall’operatore di telefonia mobile Virgin Mobile per il lancio del nuovo schema tariffario "Get Paid As You Go" - davanti alla leggendaria attrice statunitense Marilyn Monroe e al "Re del rock and roll" Elvis Presley. Solo sesto nella lista dei più desiderati nuovamente tra i vivi, preceduto al quarto posto dal leader dei Beatles John Lennon e al quinto dall’altro Beatle George Harrison, è Gesù Cristo. La principessa del Galles è arrivata in cima alla classifica dopo essersi aggiudicata più di un terzo dei voti totali. Agli intervistati è stato inoltre chiesto chi vorrebbero diventare se per cinque minuti potessero essere qualcun’altro. Quasi la metà dei britannici (il 40 per cento) ha dichiarato senza esitazione che vorrebbe vestire i panni dell’81enne regina Elisabetta. I cinque minuti di storia mondiale che il 61 per cento dei partecipanti vorrebbe modificare sono quelli degli attacchi alle torri gemelle dell’11 settembre 2001. Tra le scelte a seguire anche i momenti dell’incidente fatale della principessa Diana, che si conferma un’icona ingombrante dell’immaginario britannico. LA STAMPA CHE DIRE????? |
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Bubba Ho -TepRegia: D. Coscarelli - Nazione: USA - Anno: 2002</SPAN>
![]() Diretto nel 2002 da Don Coscarelli (la serie “Phantasm”) questo “Bubba Ho-Tep” è uno strambo film che tenta di battere la strada, ormai abbastanza sfruttata, della horror-comedy. Il film, stranamente ancora inedito in Italia, è riuscito in breve tempo a guadagnarsi, quasi all’unanimità, l’appellativo di “cult” creando da subito una vera e propria cerchia di fan pronti a venerare ed esaltare questa bizzarra pellicola. Ma il film è ben lontano dall’essere quel “cult” come molti ci hanno fatto credere, anzi, risulta persino strano notare lo strepitoso successo e l’acclamazione che la pellicola ha ricevuto. Se ci si domanda a cosa è dovuto questo eccessivo consenso la risposta più sensata sta nell’intelligente connubio fatto tra il protagonista del film e la star utilizzata per interpretarlo. Il film, come è deducibile dal plot, ruota attorno ad uno dei personaggi più famosi (il più famoso forse?) dell’universo musicale, Elvis Presley, una vera e propria icona del Rock ‘n Roll e dunque un personaggio di indubbio interesse e fascino. Ad interpretarlo ci pensa Bruce Campbell, attore divenuto ormai leggenda grazie a sfavillanti interpretazioni passate (chi non lo ha visto nei panni di Ashley “Ash” Williams nel film “Evil Dead”?) e divenuto un'icona del cinema horror. Dato che la matematica non è un'opinione e dunque due più due sarà sempre uguale a quattro, è normale che unire l’icona dell’universo musicale con l’icona dell’universo cinematografico horror avrebbero senz’altro dato buoni frutti; e infatti così è stato! Gli unici pregi del film, infatti, sono riscontrabili sia nel plot di base (fa un certo effetto vedere Elvis Presley agire in un film horror) che nella magnifica interpretazione di Bruce “Ash” Campbell nei panni di Elvis “The King” Presley; seppur il buon Campbell è ormai ingiustamente condannato a ruoli marginali o film di poco conto, è ancora capace di offrire magnifiche interpretazione degne di rimanere impresse nell’immaginario di qualunque buon cinefilo. Bruce da prova di essersi divertito ad interpretare Elvis ed anche di aver lavorato molto sul suo personaggio poiché riesce ad imitarlo nel migliore dei modi, sia nelle movenze che nel parlato. Ma è doveroso sottolineare che Bruce non è il solo attore capace presente in questo filmetto poiché è affiancato da un grande e simpaticissimo Ossie Davis (qui nei panni di Kennedy), che purtroppo si è spento a febbraio del 2005. Peccato però che con i complimenti alla pellicola dobbiamo fermarci qui; per il resto questo “Bubba Ho-Tep” è davvero poca roba! Un primo aspetto da sottoporre a facile critica è proprio la regia del buon Coscarelli che non si dimostra all’altezza nel trattare il soggetto di base poiché sempre fortemente indeciso sulla strada da percorrere: horror o comedy? Nell’indecisione, Coscarelli decide di non percorrere nessuna delle due strade generando un prodotto anomalo e inqualificabile: troppo fiacco e poco divertente per essere una commedia ma al tempo stesso troppo stupido per essere un horror. Ma i problemi non si fermano certo alla regia. La più grossa lacuna è riscontrabile nella disastrosa sceneggiatura (a cui a preso parte Coscarelli stesso) che non riesce mai a fornire un minimo di ritmo alla pellicola; l’andamento sarà dunque a dir poco fiacco e a tratti soporifero. Inoltre, cosa del tutto sbagliata, è la presenza di un eccessivo uso del linguaggio scurrile, troppo invadente, che potrà solo far storcere il naso allo spettatore poiché estremamente inutile e fuori luogo. Anche nel finale, momento in cui lo spettatore spera in qualche cosa di più “movimentato” rispetto ai minuti trascorsi, la situazione non vuole ravvivarsi e il tutto risulta piuttosto prolisso ed esente di un buon climax. Volendo si potrebbe spendere qualche piccola parola in positivo per il look della mummia cowboy, ma anche questa risulta malamente sfruttata poiché sono poche le scene in cui la si potrà vedere agire. In conclusione “Bubba Ho-Tep” è un film enormemente sopravvalutato che regge tutta la sua fama solo ed esclusivamente sulla magnifica interpretazione di Bruce Campbell ma che, per il resto, non ha davvero nessun ulteriore spunto interessante e ammirevole da offrire. Autore: Giuliano Giacomelli Che ne pensate di questa trovata??? |
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Elvis Presley: la vita
Elvis Presley nasce l'8 gennaio del 1935 a East Tupelo, piccola cittadina del Tennessee poco distante da Memphis. Sono i genitori, membri del coro gospel della chiesa locale, a regalargli la prima chitarra. Elvis ha solo dieci anni ma comincia a farsi le ossa con i primi accordi di brani country e blues, nei quali sono già contenuti i semi di quello che, dieci anni più tardi, diventerà il rock'n'roll. Trasferitosi a Memphis insieme a tutta la sua famiglia, termina gli studi e inizia a lavorare come camionista. A diciott'anni conosce Sam Phillips, il titolare della Sun Records e dei Sun Studios, la più importante sala d'incisione di Memphis. Inizialmente è costretto a pagare di tasca sua per registrare i primi brani ma poi Phillips, alla ricerca di «un bianco che canti come un nero», lo richiama per concedergli la sua grande occasione. Nel 1954, affiancato dal chitarrista Scotty Moore e dal bassista Bill Black, il futuro re del rock'n'roll incide brani come That's Alright Mama, Mystery Train, Good Rockin' Tonight e Just Because. «È tutto da vedere - ha scritto il nostro Riccardo Bertoncelli - se sia stato Elvis Presley a inventare il rock'n'roll; un po' come Colombo con l'America, i vichinghi erano arrivati prima ma non avevano fatto la promozione giusta. Ma se si accettano le date convenzionali (1954 come il 1492), allora queste incisioni sono le prime in assoluto e queste sedute Sun il glorioso momento dello sbarco del Mondo Nuovo». I suoi dischi iniziano a fare capolino dagli scaffali di diversi negozi del Sud degli Stati Uniti e Elvis, concerto dopo concerto, si costruisce una solida popolarità locale. Il 16 aprile del 1955 avviene il fondamentale incontro con il Colonello Parker, colui che più di ogni altro contribuirà alla leggenda di The Pelvis ma anche al suo sfruttamento commerciale. Passato dalla Sun alla Rca per quarantamila dollari, grazie alla decisiva mediazione di Parker, ormai manager a tempo pieno del golden boy, Presley pubblica il suo primo album vero e proprio. È il 1956, uno degli anni d'oro per il cantante, che per ben undici volte entra nelle classifiche di Billboard con brani tuttora popolarissimi come Blue Suede Shoes e Love Me Tender. Il 1956 è anche l'anno del debutto cinematografico grazie a Fratelli Rivali, pellicola senza troppe pretese diretta da Robert D. Webb e costruita su misura per far conoscere al pubblico le doti canore di Presley. Il 24 marzo 1958, Elvis inizia il servizio militare: l'Arkansas, il Texas e poi la Germania sono le tappe di un percorso che per due anni gli impedirà di registrare nuove canzoni. La macchina messa in moto dal Colonnello Parker è però inarrestabile e i dischi continuano a vendere come se nulla fosse cambiato. Elvis Is Back, uscito nel 1960, segna il ritorno in pista di un re che non ha mai abdicato. Parker, attento più ai guadagni che alla qualità dei prodotti, spinge Elvis a partecipare a innumerevoli film, nessuno dei quali entrato nella storia del cinema. Dal 1961 al 1968, Elvis smette di esibirsi dal vivo e quasi tutti i suoi album sono colonne sonore di film da lui interpretati. Ritornerà a frequentare assiduamente il pubblico solo a partire dalla metà del 1969, tenendo più di mille concerti in sette anni. È l'inizio della fine: Elvis mangia in continuazione e ingrassa a vista d'occhio. La droga, i medicinali e il divorzio dalla moglie Priscilla, avvenuto nel 1973, fanno il resto: i ricoveri in ospedale sono sempre più frequenti ma lo spettacolo deve continuare e il cantante passa on the road anche la prima parte del 1977. Tornato nella sua casa di Graceland, a Memphis, muore il 16 agosto del 1977, ufficialmente per un attacco cardiaco, in realtà stroncato dagli eccessi di una vita consacrata al rock'n'roll, la musica di cui resterà per sempre il re. Da Del Rock.it 4.12.2007 |
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jerry ti si è incantato il dito????
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![]() ![]() 73 anni fa nasceva The King, il re del rock’n’roll Oggi è l’anniversario della nascita di Elvis Presley, nato nel 1935. Autentico rivoluzionario della musica, seppe fondere più e meglio di tutti la musica bianca e il rhythm’n’blues in quella miscela esplosiva, il rock’n’roll che a metà degli anni cinquanta sconvolse, e scandalizzò, il panorama musicale e non solo degli Stati Uniti d’America. Per questo Elvis fu da allora fino ad oggi The King, il re del rock’n’roll. Nato da una famiglia di umile origine a Tupelo, sopravvisse al fratello gemello morto appena nato. Un episodio questo che lo lega curiosamente ad un cantante rock di oggi, Nick Cave, veneratore di Elvis, tanto da dedicargli una canzone, Tupelo appunto. Cresce, prima a Tupelo poi a Memphis dove la famiglia si trasferisce, frequentando soprattutto i quartieri della gente di colore, e questa cosa, insieme alle origini Cherokee del padre, fa di lui una figura anomala nel panorama razzista del Sud degli Stati Uniti degli anni ’50. La sua scoperta musicale è dovuta al caso: fu notato agli studi di registrazione della Sun Records dove si era recato per registrare, a pagamento, una canzone da regalare alla madre. Gli fecero registrare dei dischi, tra cui il primo fenomenale That’s All Right Mama, che divennero immediatamente delle hit musicali. Il suo successo fu immediato ed immenso, non solo per la musica, ma per l’abbigliamento, il suo famoso ciuffo e le basette sconvolsero la moda imperante che imponeva agli adolescenti pettinature stile marine, e per lo stile, il suo tipico ancheggiare sensuale, da cui prese il soprannome Elvis the pelvis, che scandalizzò l’America puritana e perbenista. Dopo ci fu il servizio militare, in Germania, dove conobbe la sua futura moglie, Priscilla. John Lennon una volta disse che Elvis dopo il servizio militare non era stato più lo stesso. Di certo negli anni ’60 il rock cambiò, nuove esperienze, nuovi gruppi, a cominciare dai Beatls e dai Rolling Stones esplosero. Presley si perse via recitando in svariati film di grande successo ma di scarsa qualità (a parte Viva Las Vegas e altri due o tre). Ma quando tra la fine degli anni sessanta e l’inizio dei settanta ricominciò a fare musica (sono di questo periodo le bellissime In the Ghetto e Suspicious Minds), ad apparire con show musicali alla televisione, a fare concerti apparve chiaro che lui era ancora il più grande, era ancora il Re. Gli ultimi anni della sua vita li spende in concerti che tiene a ritmo forsennato, un migliaio circa in sette anni. Ma l’uso di droghe e di medicinali (Elvis era noto per la sua ipocondria) e l’alimentazione smodata lo portarono alla morte per infarto a soli 42 anni). Praticamente tutto il rock deve qualcosa ad Elvis o ha preso influenza da lui (forse solo il progressive e i Pink Floyd ne hanno fatto a meno, e si sente!), persino il più iconoclasta dei movimenti rock, il punk, che forse più di tutti ha saputo esprimere di nuovo il carattere intimamente rivoluzionario del rock’n’roll. Per questo vogliamo ricordarlo con l’omaggio che Joe Strummer, già cantante dei Clash purtroppo anche lui scomparso, gli fece “recitando alla Elvis” nel film “Mystery Train” di Jim Jarmush, in cui ci fece sentire tutti dei piccoli Elvis. Alberto Visco Gilardi - 8.1.2008 Da LaRinascita.org |
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![]() ![]() ALMANACCO – 8/1/1935-1947 di John Vignola 8 gennaio 1935 - 1947: una data molto importante per il rock. Nel 1935 nasce Elvis Aaron Presley, colui che sarà acclamato come il Re del rock’n’roll: dal 1955 fino ad oggi è l’artista che ha collezionato il maggior numero di primi posti (più di cento) nelle classifiche statunitensi e britanniche. A tutti gli effetti, ha portato al massimo splendore un genere appena accennato, realizzando il sogno del suo primo produttore, Sam Phillips, che fantasticava di scovare “un bianco che cantasse come un nero”. Comunque la si pensi sulla sua arte, è innegabile che abbia rivoluzionato il costume dell’epoca, fin dalle prime apparizioni televisive, quelle più esagitate, in cui ondeggia con il bacino e finisce per guadagnarsi il soprannome Elvis The Pelvis. Spremuto a morte dal mercato che aveva lui stesso contribuito a creare, se ne andrà tristemente il 16 agosto del 1977, a soli 42 anni, dopo una serie poco memorabile di concerti, schiavo di pasticche di ogni tipo e del suo stesso mito. Nello stesso giorno, dodici anni più tardi (1947), nasce David Jones, all’anagrafe artistica David Bowie, che si rivelerà al mondo del pop come uno dei più scaltri e sovversivi esteti della musica. Con il singolo Space Oddity, del 1969, comincerà una carriera che lo vedrà vestire i panni dell’alieno Ziggy Stardust, del Duca Biancoe dedicarsi occasionalmente al cinema e alla produzione di dischi altrui (per esempio, con un capolavoro quale Transformer di Lou Reed, nel 1972). Nel 2006, un telefilm britannico di successo prenderà il titolo da una sua celebre canzone dei primi Settanta, Life On Mars. Con tutte le sue contraddizioni artistiche, Bowie rimane una delle figure più rilevanti di un modo di intendere la musica curioso e aperto alle altre discipline, con un’attitudine difficile da trovare nelle band di oggi, molte fin troppo simili a una qualsiasi delle sue molteplici incarnazioni. Massimo rispetto per il Duca, quindi, e un ricordo commosso al Re. In via del tutto eccezionale, all'articolo in questione, aggiungo anche i commenti, perchè mi ha fatto piacere leggere come le persone hanno commentato l'ennesimo articolo riduttivo 5 commenti Ilaria ha scritto: 9 Gennaio, 2008 08:27 Rock on Children of the Revolution! Toni ha scritto: 9 Gennaio, 2008 00:14 Parafrasando una definizione giornalistica e Renzo Arbore ( perché no, visto il taglio dell’articolo ? ) “ il coccodrillo, di coocodrillo…il coccodrillo è la felicità..”…ove si intende per “coccodrillo” il termine giornalistico con cui viene definito l’articolo scritto quando muore qualche personaggio più o meno famoso. E qui, rileggendo l’articolo mi contagia il dubbio evidenziato da Alex “Mi sorge l’annoso dubbio, cosa è importante? la loro arte o la loro vita privata?” Già, i soliti quattro dati su Elvis, ritrovabili su qualunque motore di ricerca, e poi…BUM !!! la chiusura ad effetto con la solita retorica, in questo caso anche pietistica “…se ne andrà tristemente il 16 agosto del 1977, a soli 42 anni, dopo una serie poco memorabile di concerti, schiavo di pasticche di ogni tipo e del suo stesso mito….” Una domanda ed una considerazione: la domanda: ed io che ho iniziato ad amare Elvis per la sua “ In the ghetto “, con pezzi come “ Good time Charlie’s got the blues “ o “ Pieces of my life “, ballate non strappacuore ma che ti mettono davanti ad uno specchio, devo sentirmi un U.F.O. perché provo stupore a non veder neppur minimamente menzionato questo suo lato, ovvero la capacità di cantare, di interpretare ( basterebbe il neanche un minuto in cui con la sola voce interpreta il ritornello di “ I shall be released “ di Dylan ), e rimarcata invece la solita immagine di “ Elvis the Pelvis “ etc ? la considerazione: ha ragione Vignola quando definisce “scaltro” Bowie. Tanto scaltro da indurlo, differentemente da Elvis, a parlare del suo lato artistico, tralasciando correttamente ( è un articolo di poche righe, mica una biografia )“ quello trasgressivo da effetti speciali che tanto piace al mondo del gossip, musicale e non. P.S. Qualcuno ricorda a chi e perché è dedicata “Angie” dei Rolling Stones ? O è solo leggenda metropolitana ? Alex ha scritto: 8 Gennaio, 2008 23:41 …ma si…John Vignola è un grande giornalista, informato etc etc… semplicemente sa che a tutti interessa di più sapere che Elvis nel privato si impasticcava, a nessuno interesa invece il suo lato artistico. Giustamente David Bowie, The Thin White Duke, siccome è ancora vivo, non ha fatto mai uso di alcuna sostanza stupefacente nè può essere ricordato per alcuna bizzarria amorosa! Mi sorge l’annoso dubbio, cosa è importante? la loro arte o la loro vita privata? Se è la seconda mi sa che devo informarmi sul lato privato di John Vignola. Carlo ha scritto: 8 Gennaio, 2008 22:55 Sicuramente il riferimento è all’ultima serie di concerti, che furono l’unico episodio triste di una carriera indimenticabile. Viva Elvis e Viva pure David Bowie, che è ancora vivo e lotta con noi. walter ha scritto: 8 Gennaio, 2008 21:53 concerti poco memorabili… vi riferite al 1968 ncb tv special nr 1 in usa.. forse al 1969, battuti ogni records di incassi a las vegas…non ci riusci`neanche la Streisand…oppure houston astrodome 500.000 spettatori in una settimana. Oppure Madison square garden New York 1972…tutto esaurito per tre sere cioe`quelle a disposizione…tra il pubblico Dylan, Clapton , Bowie, Plant Robert, Lennon e Harrison, Simon e Garfunkel. Forse al miliardo di spettatori dell`Aloha from Hawaii primo show in mondovisione… O forse vi riferite agli ultimi concerti in cui dovette esibirsi, rovinato e malato ormai…elvis a 30 anni dalla morte e`ancora piu giovane di questa italia piena di saputoni poco informati da Kataweb music |
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Oggi onore ad Elvis Presley nella sua città natale
Sarà scoperta oggi a Tupelo, Mississippi, una targa che rende onore ad Elvis Presley per il suo contributo al blues ed allo stesso Mississippi. Il King nacque a Tupelo l'8 gennaio 1935 e morì a Memphis, Tennessee, il 16 agosto 1977. Il governatore Haley Barbour ha affermato che Elvis influenzò più d'ogni altro artista il rock'n'roll americano, e che "parecchia della sua ispirazione musicale la trasse dal blues del Mississippi". La targa, denominata Blues Trail e sponsorizzata sia dal museo dedicato al cantante sia dall'ufficio del turismo di Tupelo, ha già onorato, tra gli altri, Willie Dixon, Howlin' Wolf e Bo Diddley. Da Rockol.it |
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Praticamente tutto il rock deve qualcosa ad Elvis o ha preso influenza da lui (forse solo il progressive e i Pink Floyd ne hanno fatto a meno, e si sente!),
mai frase fù più azzeccata!!! ![]() ![]() ![]() ![]() |
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quoto. ![]() |
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Classifica della musica digitale per i discografici italiani
La Fimi, l'associazione dei discografici italiani, annuncia una minirivoluzione: stop alle classifiche dei singoli, al via quella dei download dei brani in digitale. Fine di un'epoca. di Fabrizio Frattini ( 7-01-2008 ) Minirivoluzione per le classifiche musicali redatte dalla Fimi. L'associazione dei discografici italiani, una realtà storica che raggruppa le principali etichette del nostro paese, cancella infatti la graduatoria dei singoli, sostituendola con quella dei brani maggiormente scaricati da Internet. La scelta di abbandonare la classifica dei 45 giri (che oramai erano solo i Cd singoli), data con un sintetico comunicato stampa, rappresenta la fine di un epoca e la presa d'atto che una seconda era è cominciata, quella del mondo digitale, come spiega lo stesso Enzo Mazza, presidente della Fimi. La graduatoria vede in testa Elvis Presley con Baby Let's Play the House (in versione remixata), al secondo Ligabue con Niente Paura al terzo Alicia Keys con No One. La graduatoria è molto simile a quella di iTunes Store; sette canzoni su dieci sono le stesse (compresa la prima), un fatto abbastanza comprensibile se si considera che anche nel nostro paese il negozio iTunes è il principale portale per chi compra musica in formato digitale anche se va detto che in Italia hanno una enorme incidenza le canzoni usate come suonerie nei cellulari e vendute (a prezzo salatissimo) dai gestori di telefonia e da vari portali Internet. SEMPRE IL N. 1 !!! |
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Speriamo che ci rendano partecipi di questa "nuova"scoperta.
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Ciao a tutti !!!!
scrivo per comunicare che sul settimanale "Visto" n° 19 con data 9 Maggio c'è un piccolo articolo che riguarda Elvis, e dice: Il Viaggio Segreto Di ELVIS a Londra Era il 1958 quando, di nascosto Elvis Presley andò a visitare Londra. Voleva conoscere il suo omologo Tommy Steele e, proprio grazie al suo aiuto, riusì a mantenere l'anonimato e a girare per la capitale inglese come un turista qualsiasi, senza che nessuno per strada lo riconoscesse. A darne notizia oggi è il quotidiano Daily Mail, che ha raccolto la testimonianza dell'impresario Bill Kenwright. |
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Non mi stupirei se ciò che dichiara il giornale inglese fosse vero, magari anche solo in parte. Quello che mi lascia qualche perplessità in merito è che nessuno ne abbia mai parlato in modo più approfondito, nemmeno Elvis. |
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Hurt, io invece in giro per internet, ho letto che Elvis dopo il suo congedo, fece scalo in Scozia. Può essere, o mi confondo con un'altra storia?
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Adesso mi viene in mente che anche Dario Salvatori ieri ha parlato di questa sua tappa a Londra ![]() Teniamo però sempre conto che non è detto che io abbia sempre ragione ![]() ![]() |
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![]() Hurt..io non dico che tu hai sempre ragione..ma obbiettivamente parlando, sei un "enorme bagaglio" pieno di informazioni ![]() E io di questo ne tengo atto. Tu lo sai, perchè ho avuto occasione di scrivertelo anche in privato... ![]() |
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Invece è vero: Elvis fece scalo in Scozia (ma non andò mai a Londra, come qualcuno afferma in questi giorni). Pensate che in quel piccolo aeroporto scozzese c'è anche una targa che ricorda l'avvenimento!
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![]() ![]() ![]() Era una cosa che avevo letto tempo fa, ecco perchè ero sicura di confondermi con un'altra storia. Questo significa che la mia memoria non perde colpi! ![]() ![]() ![]() |
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Ritrovata in un wc chimico la pistola di Elvis
22 agosto 2007 alle 12:05 — Fonte: repubblica.it È stata ritrovata in un gabinetto chimico la pistola appartenuta a Elvis Presley e rubata da una teca dell’Elvis Presley After Dark Museum. Il furto della Smith & Wesson fu denunciato durante le celebrazioni del trentesimo anniversario della morte, la settimana scorsa quando 75.000 persone parteciparono alla veglia annuale a Graceland, la residenza-mausoleo del re del rock ‘n’ roll. L’arma è stata ritrovata da Janitor Travis Brookins, un inserviente addetto alle pulizie. In un primo momento aveva pensato che si trattasse di una pistola-giocattolo e soltanto dopo aver visto in tv un servizio in cui si parlava della Smith & Wesson trafugata, l’ha portata alla polizia di Memphis. |
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DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NEW YORK — Libri, cofanetti cd e dvd, speciali tv, gare tra imitatori, mostre d'arte, fiere- mercato all'aperto, un musical acrobatico firmato Cirque du Soleil, due concerti virtuali col morto che canta (25 mila biglietti già tutti esauriti) e persino una Elvis-bambola parlante e una crociera prenotabile sul sito www.theelviscruise.com. A 30 anni dalla morte di «The King» (il 16 agosto), Graceland è pronta a ospitare il più grande show della sua storia, mentre l'America è invasa da un'orgia di prodotti che ripropongono Elvis Presley praticamente in tutte le salse. Inclusa quella di eroe del junk food, che dall'involucro arancione dei «Reese's candy» invita a vincere «premi istantanei», comperando tavolette ipercaloriche di ciocc olato al burro d'arachide. Mentre 50 mila sfegatati (20 mila più dello scorso anno) si preparano a invadere Memphis per la «Elvis week» — una kermesse di oltre 100 Elvis- eventi dall'11 al 19 agosto — sulla blogosfera si è scatenata la rabbia dei fans, indignati dalla mercificazione senza fine del loro mito. Che nel 2006 — ci informa la bibbia finanziaria Forbes —è arrivato secondo, dopo Kurt Cobain dei Nirvana, nella graduatoria delle star morte «più redditizie». Nel mirino dei puristi è la Ckx Inc. di Manhattan, la società che dal 2005 controlla tutti i proventi legati a Elvis e ora annuncia un progetto da 250 milioni di dollari per realizzare sul posto, in tre anni, un «visitor center» da 7.400 metri quadrati (grande quanto 7 Graceland), un mega hotel per convegni da 500 stanze e un museo high-tech dove le nuove tecnologie permetteranno di assistere ai concerti virtuali di Elvis. Come quello che di recente ha consentito a Celine Dion di duettare con Presley, sul set di American Idol, il tv show targato, guarda caso, proprio Ckx. Se riuscirà a privatizzare la compagnia (per cui è pronta a sborsare un miliardo e mezzo di dollari), la Ckx diventerà proprietaria unica di un impero di cui Lisa Marie Presley, unica erede del King, oggi controlla il 15%, oltre alla casa acquistata dal padre nel 1957 per soli 100 mila dollari. «Costruiremo casinò, condomini di lusso, villaggi vacanze», profetizza il suo presidente Robert Sillerman, che sta lavorando con il sindaco e le autorità di Memphis per restaurare strade e infrastrutture di quella che diventerebbe «la Elvis-town del futuro». Neppure Priscilla Presley, la vedova che nel 1982 dette legalmente il via al business legato all'immagine del suo ex, avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbe arrivati a tanto. «La verità è che il povero Elvis è stato spremuto sia da vivo, sia da morto», punta il dito l'attrice Jan Shepard, sua coprotagonista in King Creole, che il prossimo 17 agosto parteciperà alla «Notte delle mille stelle», il galà in onore di Elvis organizzato a Graceland da dozzine di ex stelline apparse al suo fianco in ben 31 film, tutti bocciati dai critici. — furono concepiti soltanto per fargli vendere i dischi cui erano associati. Elvis aveva molto talento, ma Hollywood l'ha soppresso. Costringendolo a realizzare pellicole a formula che servivano a incassare tanti soldi e velocemente». Alla «riunione delle sue ragazze », com'è già stata ribattezzata, mancheranno alcune delle sue ex più famose. Ann Margret e Cybill Shepherd, sue compagne nella vita prima del matrimonio con Priscilla, oltre a Nancy Sinatra e Mary Tyler Moore che, secondo indiscrezioni, non avrebbero voluto legare il loro nome a una kermesse tanto commerciale. Alessandra Farkas 07 agosto 2007 |
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Da Romagna Oggi - Spettacolo
MUSICA: ELVIS, IL 1° AGOSTO ESCE 'THE COMPLETE '68 COMEBACK SPECIAL' Roma, 25 giu. - (Adnkronos) - Nel 1968 Elvis Presley salvo' la sua carriera e realizzo' la migliore musica della sua vita. Furono questi i risultati ottenuti dal leggendario "special" televisivo "Elvis". Il programma, che fu sponsorizzato dalla Singer Sewing Machines, fu anche la prima esibizione live di Elvis dopo sette anni di assenza dal palco. Nel corso del programma, pensato come una trasmissione speciale per il giorno di Natale, Elvis, che indossava i suoi caratteristici abiti di pelle nera, interpreto' delle versioni emozionati dei suoi successi piu' grandi e canzoni piu' recenti presentate con arrangiamenti nuovi e inserite in una intima session acustica. La versione editata (60 minuti) dello spettacolo fu messa in onda il 4 dicembre del 1968 dalla rete televisiva Nbc, diventando il programma piu' visto per quella stagione televisiva. "Elvis" fu un grande successo non solo per la NBC ma anche per la carriera di Elvis, al punto da essere conosciuto semplicemente come "il devastante Special del ritorno del 1968". Il programma e' considerato uno dei momenti piu' importanti nella storia della musica. Il 1 agosto, la Sony Bmg celebrera' il quarantesimo anniversario del leggendario special con la pubblicazione di un box "deluxe" da 4 cd intitolato "Elvis - The complete '68 comeback special". La confezione contiene tutte le registrazioni effettuate nel corso del programma, le due esibizioni che videro Elvis vestito di pelle nera in piedi davanti al microfono, le due vestito di pelle nera seduto davanti al microfono e le prove. I 4 cd conterranno 87 canzoni - 20 delle quali pubblicate per la prima volta per il grande pubblico, piu' un booklet da 32 pagine con note dettagliate, foto e memorabilia. Sara' disponibile anche la sola versione video "Elvis: '68 Comeback Special" (3 dvd). |
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Madre Dolores racconta di quando baciò Elvis Presley
Il fatto che qualche tempo dopo abbia deciso di diventare suora potrebbe voler dire molto, ma Madre Dolores può vantare ancora oggi un primato interessante: ai tempi in cui faceva l'attrice, negli anni Cinquanta, fu la prima donna a baciare Elvis Presley in un film. Era il 1957, la pellicola si intitolava "Loving you", e la suora (di clausura) non aveva ancora preso i voti e portava quindi il nome anagrafico: Dolores Hart. La religiosa ricorda Presley come "un ragazzo timido e gentile, con le orecchie rosse per l'imbarazzo di dover ripetere la scena del bacio. Io non sapevo neanche chi fosse, quando girammo il film non era ancora così famoso, ma mi era simpatico". Nel 1963, ai vertici della sua carriera, Dolores capì che "il successo non fa la felicità" e si trasferì in convento, dove prese i voti. (Fonti: La Repubblica, Corriere della Sera e Quotidiano Nazionale) (18 Lug 2008 ) Da Rockol.it |
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grazie Hurt, non sapevo ci fosse un Topic per gli articoli! Sono ancora inesperta .....è già un successo che sono riuscita dopo quasi un anno a aprire un Topic!!!!
Se non ci fossi tu!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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avrei strozzato la sony vista la pubblicazione l'anno scorso di sgt. pepper's lonely hearts club band dei beatles,stesso anniversario e addirittura pubblicità in radio...alla feltrinelli c'erano i poster ke pubblicizzavano il cd,chissà x sto comeback... |
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Dal Corriere della sera - MUSICA
Elvis, è sua l'hit preferita dagli innamorati Il re del rock vince nei sondaggi con una canzone del 1961 «Can't help falling in love» rimane la più gettonata ![]() Elvis Presley MILANO - Ha quasi 50 anni, ma continua ad essere la canzone più apprezzata dai cuori innamorati. E' «Can't help falling in love», celebre hit del 1961 lanciata da Elvis Presley per la prima volta nel film «Blue Hawaii». La lirica, che divenne velocemente una hit mondiale, è stata votata nel recente sondaggio condotto dagli organizzatori del «National Year of Reading», rassegna inglese di eventi che promuovono la lettura in tutto il paese britannico, la canzone che meglio descrive lo stato degli innamorati. SONDAGGIO - Secondo le oltre 4000 persone che hanno partecipato al sondaggio le parole della lirica interpretata da Elvis descrivono perfettamente i sentimenti di chi ama e nove persone su dieci hanno sottolineato quanto in generale conoscere i versi delle canzoni aiuti ancor di più ad apprezzarne il valore. La canzone di Elvis, di cui sono state fatte numerosissime cover, ha preceduto in questa speciale classifica un'altra celebre hit, «I Will Always Love You» di Whitney Houston, colonna sonora di «Bodyguard» (La guardia del corpo), film del 1992 interpretato da Kevin Costner e dalla stessa cantante americana. CANZONI CHE RILASSANO E HIT CHE CONSOLANO - Il sondaggio non si è fermato alle canzoni d'amore più belle: spulciando le risposte degli intervistati scopriamo che «Everybody hurts», famosa canzone dei Rem del 1992 è considerata la lirica che più tranquillizza e rilassa chi si trova in uno stato di depressione, mentre «Bridge Over Troubled Water» hit di Simon and Garfunkel, è la canzone da ascoltare quando si è giù d’umore. Per un eventuale matrimonio la lirica più adatta è «Love Is All Around» dei Wet Wet Wet (colonna sonora del film «Quattro matrimoni e un funerale» con Hugh Grant), mentre quando siamo alla guida non vi è niente di meglio che sentire le parole e la musica «Bat Out Of Hell» di Meat Loaf. Infine chi vuole superare il dolore di un lutto, secondo la maggior parte degli intervistati, deve rilassarsi con la lirica «Time To Say Goodbye» (versione anglosassone di «Con Te Partirò») interpretata da Sarah Brightman e da Andrea Bocelli, mentre coloro che cercano delle forti motivazioni devono ascoltare con frequenza «Don't Stop me now» dei Queen. LA CENTRALITA’ DELLA MUSICA - Alla fine più della metà degli intervistati dichiara che è un bene conoscere le parole delle canzoni proprio perchè esse riescono a cambiare e a migliorare il proprio umore. Tuttavia, con la trasformazione del mercato discografico e il declino delle vendite di Cd e di Lp, nei quali spesso erano presenti i testi delle liriche, è sempre più difficile imparare a memoria le parole delle hit: «Ciò che ci ha sorpresi in questo sondaggio», afferma al Daily Telegraph Honor Wilson Fletcher, direttore del «National Year of Reading», «è constatare quanto la musica sia centrale nella vita delle persone. Non importa se tu hai 18 o 65 anni, la musica produce forti emozioni a qualsiasi età». Francesco Tortora 02 agosto 2008 |
#84
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![]() ![]() 7/8/2008 ![]() Elvis, duetti con le stelle country per il mercato della memoria ![]() ![]() ![]() Fra otto giorni sarà il trentunesimo anniversario della morte di Elvis Presley. Tenerne viva la memoria, sul piano dell'agonizzante mercato discografico, è sempre più problematico: così, la Sony-Bmg (tra l'altro ancora per poco con questa denominazione, visto che BMG ha venduto la propria quota alla Sony medesima, che tornerà ad essere dunque Sony-e-basta) ha messo su un album di duetti virtuali su canzoni natalizie fra the King e le stelle contemporanee del country: Carrie Underwood, LeAnn Rimes, Martina McBride etc. etc. Il disco uscirà il 14 ottobre. La vedova Priscilla si è detta contenta: contenta lei....a me pare un po' fare carne di porco con le spoglie di quello che fu, davvero, un grande fenomeno artistico e mediatico. Il primo, in tempi non sospetti; dal quale tutti hanno imparato. ![]() da La Stampa |
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Domani nevica...
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Stamattina ho comperato una copia di VANITY FAIR per essere sicura dell'articolo! Infatti c'è in ultima pagina, una RUBRICA DI MINA che risponde ai lettori.
Se volete leggerlo andate su www.vanityfair.it - in prima pagina, tutto verso destra, sotto a QUICK LINCK cliccate su VANITYFAIR, usciranno tutte le rubriche, cercate "C'E' MINA PER VOI" l'articolo che ci interessa è il primo... "Cara Mina......sono Paolo....ecc." Sono strafelice delle risposta che ha dato MINA!!! GRAZIE ![]() ![]() ![]() ![]() Dimenticavo in prima pagina c'è il titolo di un altro piccolo articolo "Gemelli per Lisa Marie Presley" poi lo troverete all'interno! |
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HO LETTO! GRAZIE ROX!!!
LISAAAA!!! MI SA KE QUALCOSA STA CAMBIANDO!!!!! ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Perla, non mi voglio illudere prima del tempo e magari per niente, ma di solito dico: la prima volta è un caso, la seconda è una coincidenza...ma alla terza inizio a preoccuparmi!
....In questo caso inizio a preoccuparmi positivamente!! ![]() ![]() LISA
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Mio marito alcune settimane fa ha voluto come suoneria del cellulare, la canzone di Elvis "you don't have to say you love me", ieri è ritornato dal lavoro, dicendomi ke un suo collega, ha sentito la canzone e ha chiesto a mio marito una copia di un cd, con le canzoni di Elvis. Naturalmente le ho scelte io ![]() (Stamane mi telefona per dirmi ke un altro suo collega vuole lo stesso cd) ![]() Insomma..ci sono molti segnali positivi.. Ke dici?...mi preoccupo anch'io? ![]() ![]() |
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ATTENZIONE PERLINA CHE NON SUCCEDA DAVVERO!!!!
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Sillermann non ha nessuna intenzione di fare di Graceland una nuova Disneyland,
i 250 milioni serviranno a riscostruire tutta la zona intorna a Graceland visto lo stato di degrado in cui si trova |
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meno male! Che sollievo! Grazie Valeria ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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penso che Sillermann farà un buon lavoro
lui ha sempre detto di essere un grande fan di Elvis |
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Grazie ancora Valeria. Buona giornata! ![]() |
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La Elvis Presley Enterprises e la Sony Bmg hanno scelto il ...
La Elvis Presley Enterprises e la Sony Bmg hanno scelto il talento creativo italiano per rilanciare il re del rock. Agostino Carollo, dj e produttore conosciuto con il nome di Spankox, ha infatti prodotto il primo album di remix di Elvis Presley, Elvis vs Spankox «Re: Versions», in uscita il prossimo 15 settembre in Inghilterra per la Sony Bmg e poi in tutto il mondo. Il nuovo album, trainato dal singolo Baby Let's Play House, già tra i più trasmessi dalla Bbc, contiene 11 brani del mito di Memphis riarrangiati e remixati. Il videoclip del singolo è già cliccatissimo su YouTube. Il cd sarà pubblicato in formato deluxe, corredato da un book fotografico di 24 pagine con rare immagini di Elvis. Agostino Carollo alias Spankox ha all'attivo una lunga serie di hit (tra cui la ballatissima To The Club), e remix tra i quali Ti prendo e ti porto via di Vasco Rossi, realizzati con lo pseudonimo di X-Treme. 25/08/2008 da Il Tempo |
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Si molto bravo ma...
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AVVISO DI SFRATTO: A STRONCONE E' IN SCENA IL ROCK & ROLL
Stasera alle 21.30 il concerto gratuito nella piazza della Libertà Il gruppo AVVISO DI SFRATTO stasera da' un Concerto in Piazza della Libertà a STRONCONE - SPOLETO. [... Un concerto all'insegna del buon umore e del rock anni '50. Il gruppo formato da due vosi, chitarra, basso elettrico, sax e batteria, dedica il concerto al mito "Elvis Presley". Il concerto è gratuito...] FONTE: http://www.tuttoggi.info/articolo-8379.php |
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mannaggia queste cose a Milano non le fanno!!!!!!!!!!! UFF............
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ok io ho letto l'articolo
ora aspetto i vostri commenti "come sempre negativi" allora vediamo "il Italia Elvis non lo conosce nessuno" "è considerato solo un ciccione drogato""nessuno lo rispetta come artista" ecc. ecc. a voi l'ardua sentenza |
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....???? allora ke lo scrivi a fare se sai già le risposte di tutti??? ![]() |
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Ben Venga!!!!!!!!!!!! ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Un bell'articolo davvero, focalizzato principalmente sulla musica di Elvis e sulla rivoluzione sociale - e ovviamente musicale - che ha portato!!!
Lasciando perdere qualche piccolo errore...del tutto trascurabile...l'articolo di per sè è molto valido. Mi fa davvero piacere!!! ![]() ![]() LISA
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Ha ragione Lisa ci sono alcuni errori, ma a grandi linee l'articolo può andare.
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Bhe, a parte degli errori qua e là, ha il pregio di non essere "buttato lì" ma di cercare di descrivere in qualche modo il grande impatto che Elvis ha avuto sul mondo della musica e non solo.
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MUSICALmente. Marco Lodola a Pavia
Dal 3 al 7 settembre, al Porticato del Castello Visconteo di Pavia, una serie di sculture luminose, alte circa 4 metri, con soggetti dedicati ai grandi della musica (e della cultura). (m.t.) ![]() ![]() M. Lodola Love me fender Marco Lodola l'artista nato a Dorno (PV) il 4 Aprile 1955 dopo gli studi all'Accademia delle Belle Arti di Firenze e di Milano, agli inizi degli Anni '80 ha fondato con un gruppo di artisti il movimento Nuovo Futurismo. A Pavia, durante il Festival dei Saperi 2008 espone una serie di opere in perspex e neon e lamiera del 2008 a tema musicale nel porticato del Castello Visconteo. Evidente, in quest'opera, l'omaggio a Elvis Presley (e alla sua canzone Love me tender). Fender è la chitarra elettrica di Elvis. |
#110
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Giuliano Palma: 'Tra le cover che vorrei registrare, diversi brani di Elvis'
Giuliano Palma parla di sé e della sua musica in un'intervista rilasciata oggi, mercoledì 2 settembre, al quotidiano La Repubblica: l'ex Casino Royale spiega come all'inizio della sua esperienza con i BlueBeaters avesse deciso di dedicarsi esclusivamente a un repertorio di cover, ma che dopo l'uscita del singolo originale "Se ne dicon di parole" le cose potrebbero prendere un nuovo corso. Palma si è anche definito un grande fan di Elvis Presley, spiegando che i brani dell'artista scomparso "Suspicious minds", "Don't be cruel" e "Always on my mind" potrebbero presto diventare delle cover sue e della sua band. Da rockol ============================ Non conoscendo questo Giuliano Palma, per capire meglio, sono andata a cercare un video. Eccolo......... non sembra male. Vero? Ultima Modifica di hurt : 03-09-2008 18:54 |
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Da LA STAMPA
3/9/2008 - LA STORIA ![]() ![]() Obama-McCain, chi è più rock? ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() VENEZIA In un film delizioso passato qualche giorno fa a Venezia (titolo «Goodbye Solo», regista il giovane americano di origini iraniane Ramin Baharani) c’è una scena che potrebbe essere l’emblema della divisione di campo, anche musicale, fra repubblicani e democratici, tra un’America che rivendica la tradizione e un’America che rivendica il cambiamento. Nella scena in questione un giovanotto nero che fa il taxista accende la radio su una stazione che trasmette rock, e chiede al passeggero, un red neck bianco sui settanta: «Qual è il tuo musicista preferito?», e il vecchio proletario: «Be’, nessuno che tu conosca. Tu il vecchio Hank Williams sono sicuro che non l’hai mai neanche sentito nominare!». Hank Williams, famosissimo negli Anni Cinquanta, è il prototipo della musica country come s’è cristallizzata a Nashville, Tennessee, nel periodo successivo alla Guerra mondiale. È lì che un genere musicale ibrido, intinto nel blues quanto il rock, quanto il rock radicato fra la povera gente, diventa una sorta di bandiera sonora issata nel giardino dei «valori americani», la musica che si suppone ascoltino i ragazzi patriottici dei manifesti di Norman Rockwell, la classe lavoratrice e cristiana della Bible Belt, la piccola borghesia che va in chiesa alla domenica, prepara il barbecue in cortile o parte per una gita con picnic. Come appunto canta Hank nella sua famosissima canzone «Jambalaya» (la jambalaya è una specie di paella della Louisiana). Sentite: «Goodbye Joe, me gotta go, me-oh my-oh / Me gotta go, pole the pirogue down the Bayou / My Yvonne, the sweetest one, me-oh my-oh / Sun of a gun we’ll have big fun on the Bayou / Jambalaya, crawfish pie, filet gumbo... («Ciao Joe, adesso devo andarmene, con la mia piroga giù per il Bayou, dalla mia dolce Yvonne. Vecchio furbacchione, ci divertiremo un sacco giù nel Bayou, jambalaya, pasticcio di pesce, bistecca piccante…»). Roba semplice, come vedete, musica molto cantabile, contenuti che parlano al cuore. E Johnny Cash, un altro campione della musica country, quando fa country sul serio, ah, che storie magnifiche tira fuori, di gente comune, comune e esemplare come Big John, protagonista di una ballata che fa venire i brividi. Big John è un minatore, grande, grosso e nessuno sa chi sia (forse un assassino?), ma al momento del bisogno, eccolo lì, l’eroe proletario: «Then came the day at the bottom of the mine, / when a timber cracked and men started crying. / Minors were praying, and hearts beat fast / and everybody thought they had breathed their last / cept’ John…» («Un giorno in fondo a un pozzo, una trave cedette e gli uomini cominciarono a piangere, i ragazzi pregavano, i cuori battevano forte, e tutti pensavano che fosse ormai finita, tranne John…»). John solleverà la trave e li salverà tutti, ma alla fine, come Porthos nel «Visconte di Bragelonne», soccomberà sotto l’immane peso. Prevalentemente bianco il country, ma anche il blues è fino agli Anni Cinquanta musica per bene, per neri religiosi e timorati. Eppure sarà dal blues, dal rhythm and blues, che verrà fuori il rock, la musica del diavolo destinata a diventare la musica del progresso, del nuovo, dei giovani curiosi e spesso disperati. Bianchissimi i due protagonisti iniziali, Elvis Presley e Bill Haley (quello di «Rock around the Clock» e «Shake, Ratte and Roll», ricordate?), ma capaci di usare la pulsazione della musica «negra» per eccitare i teenager bianchi, scatenarne la sessualità tanto a lungo repressa. Siamo a un livello ancora inarticolato, ma la rivoluzione sessuale è quella che mette in moto tutte le altre. Forse, a dare l’idea dell’abissale differenza tra i testi che abbiamo citato finora e i grandi testi del rock americano bastano poche righe di «Backstreets», la magnifica canzone di Bruce Springsteen (uscì nel 1975, nell’album che lo rese celebre, «Born to Run»): «Remember all the movies, Terry, we’d go see / Trying to learn how to walk like the heroes we thought we had to be / Well after all this time to find we’re just like all the rest / Stranded in the park and forced to confess…» («Ti ricordi, Terry, tutti i film che abbiamo visto, cercando di imparare a comportarci come gli eroi che credevamo di essere, e dopo tutto questo tempo scoprire che siamo come tutti gli altri, finiti a terra e costretti a confessarlo…»). Il rock migliore riflette sulla vita, si interroga, guarda negli occhi la sconfitta, ha pietà dei perdenti, il country di Nashville lavora sui cliché. Il rock sperimenta sulla musica, il country si tiene care le forme già sperimentate da tempo. Detto così sembra quasi vero, e visto che il rock è la musica dei democratici e il country quella dei repubblicani, un po’ di vero c’è senz’altro. Ma nulla è meno etichettabile della musica, nulla più sfuggente ai cliché. Un grande regista progressista come Robert Altman ha dedicato il suo ultimo film, «Praire Home Companion», alla scomparsa di una celebre trasmissione country alla radio. |
#112
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[quote=hurt;85615]Giuliano Palma: 'Tra le cover che vorrei registrare, diversi brani di Elvis'
......Palma si è anche definito un grande fan di Elvis Presley, spiegando che i brani dell'artista scomparso "Suspicious minds", "Don't be cruel" e "Always on my mind" potrebbero presto diventare delle cover sue e della sua band. Essendo un fans di Elvis ...sicuramente darà il meglio di sè...... ![]() ![]() ![]() |
#113
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Si ok d'accordo molto bene, bravo.
Ma è mai possibile che Elvis con tutto quello che ha dato alla musica,ci si riduca a ricordarlo (cover) con due o tre canzoni? |
#114
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Musica; All'asta la prima chitarra bruciata da Jimi Hendrix
![]() Roma, 4 set. (Apcom) - La prima chitarra bruciata sul palco da Jimi Hendrix sta per essere battuta all'asta a Londra, come pezzo di punta tra altri feticci del rock. Lo strumento, scrive la Bbc, potrebbe raggiungere la somma di 500mila sterline (oltre 600mila euro). La chitarra Fender Stratocaster è stata suonata e bruciata durante un'esibizione improvvisata al Finsbury Park, a Londra, nel marzo del 1967. E' stata la prima volta che Hendrix ha dato alle fiamme una delle sue chitarre. Tra gli altri 'rock memorabilia' che andranno all'asta ci sono il primo contratto dei Beatles, firmato nel 1962, e quella che si ritiene sia l'unica impronta digitale reperibile di Elvis Presley, immortalata su un porto d'armi. |
#115
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Dieci anni fa l'addio a Battisti. Ma Lucio è vivo
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#116
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MANIE
Il (finto) Elvis fa il giro del mondo Un fan si è fatto fotografare in numerose località turistiche: da Parigi all'isola di Pasqua, da Rio a Bali MILANO - Elvis è vivo? Ha ballato davanti alla Tour Eiffel, ha cantato a Times Square con il celebre "naked cowboy" di New York, si è messo in posa ai piedi delle statue moai sull'isola di Pasqua, si è fatto fotografare sotto il Cristo Redentore sulla vetta del Corcovado a Rio de Janeiro. Nel suo tour mondiale ha toccato l'Australia, il Perù, Cile, Bolivia, Paraguay, Argentina, Messico. E ancora: l'Irlanda, l'Austria, l'Olanda, l'Italia e la Spagna. Niente male per uno che è morto nel 1977. Naturalmente non si tratta del vero Elvis Presley, ma di un suo fan, a dir poco sfegatato. TOUR - Il 38enne Matt Hale dello Hertfordshire nel Regno Unito ha praticamente circumnavigato il globo col celebre costume d'ordinanza di Elvis, quello bianco che ha reso famoso il King of Rock and Roll. Come scrive sul suo sito, il vestito è costato solo 30 dollari. Nelle località più famose si è fatto scattare delle foto in cui ricrea le pose del suo idolo. L'uomo, un produttore radiofonico con la mania di Elvis, è diventato una vera e propria celebrità in Gran Bretagna, dopo che i tabloid hanno raccontato la sua singolare storia. «Vuol essere un tributo al Re», ha detto Hale. Non sempre, però, il suo outfit gli ha aperto ogni porta: è stato allontanato dal Louvre a Parigi, dalle rovine di Machu Picchu in Perù, dal cimitero di Evita Peron a Buenos Aires, mentre al festival dei sosia di Elvis in Australia si è piazzato ultimo. Il suo viaggio, tuttavia, proseguirà: prossimamente in Svezia, in Russia, in Cina, a Hong Kong e a Bali. «Spero solo che il mio costume di Elvis sopravviva a tutto questo. Pian piano si sta logorando», ha scherzato il finto Elvis. Elmar Burchia-DAL CORRIERE DELLA SERA non riesco a capire l'importanza di questa notizia!!!!!mi fà pena l'impersonator!!!!!! |
#117
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Non c'è nessuna foto di questo pagliaccio????
Queste sono le persone che contribuiscono a rovinare l'immagine di Elvis!!! ![]() |
#118
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E' meglio non vederlo, tanto è ridicolo con la parrucca!! i pazzi sono ancora in libertà!!!
però se riesco lo posterò stasera. |
#119
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My Way? Da riscrivere come nuovo inno del Grifone
08 settembre 2008| Giuliano Gnecco Un nuovo inno per il Genoa? Ci hanno provato in molti; il tentativo più autorevole nell’anno del Centenario, con Genova Blues, scritta a quattro mani niente meno che da Fabrizio De Andrè e Francesco Baccini, due icone della musica genoana. Nonostante i consensi ottenuti, la canzone non è riuscita a scalzare Un Cantico per il Mio Grifone, l’inno ufficiale che è nel profondo del cuore dei tifosi. Mica facile cambiare: è l’inno da 35 anni, ed è stato scritto da Peo Campodonico insieme a Gian Piero Reverberi, compositore - fra gli altri - di Gino Paoli, Luigi Tenco, Mina, Lucio Battisti, Faber, Eros Ramazzotti, nonché creatore dei Rondò Veneziano. ![]() Eppure, la (ri)scoperta della genoanità di Frank Sinatra dà nuovo fiato a coloro che propugnano un cambiamento: è possibile adattare per esempio My Way in chiave rossoblù? Peo Campodonico, che pure teoricamente dovrebbe difendere la sua Un Cantico per il Mio Grifone, è entusiasta all’idea: «Penso di sì, potrebbe essere un’idea - assicura - Anche Ma se ghe pensö sarebbe adatto per diventare l’inno del Genoa. Perché è il simbolo di genovesità e per toglierlo ad altri. Però si potrebbe fare anche sulle note di My Way; bisognerebbe coinvolgere anche Giorgio Calabrese, che è attentissimo a queste cose». Un altro pezzo da novanta della musica genovese e genoana: Calabrese ha scritto testi per Adriano Celentano, Giorgio Gaber, Umberto Bindi,Enzo Jannacci, Mina, Gino Paoli, I Nomadi, Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Ivano Fossati, Charles Aznavour, Fausto Leali e numerosi altri big italiani e stranieri. Insiste Campodonico: «Non sarebbe difficile trovare delle parole, sarei onoratissimo di collaborare a un progetto di questo genere. E poi con il Genoa è facile trovare ispirazione. Su due piedi mi viene in mente Il Genoa è la mia via, mi ha tracciato tutta la vita fin dall’infanzia». E se domani, e sottolineo se (frase non casuale: è una delle più celebri scritte da Calabrese), il Genoa decidesse in cambiare il proprio storico inno? «Sarei più che felice - assicura Calabrese - Tutto sta a trovare i tempi per incontrarci» C’è un problema tecnico: My Way è stata scritta dal francese Claude François con il titolo originale Comme d’abitude; sebbene sia stata resa immortale da Sinatra, è stata adattata all’inglese da Paul Anka. Il figlio di François, per i diritti d’autore, incassa una somma che si aggira sui 700.000 euro all’anno, e ovviamente ci sarebbero importanti royalties da pagare per poter utilizzare quelle note. «Questo aspetto non lo conosco perché non ho mai fatto una cosa del genere - ammette Calabrese - Ma si fa presto a informarsi». Fra gli altri hanno cantato My Way anche Elvis Presley, Nina Simone, Nina Hagen, Luciano Pavarotti, Ray Charles, Sid Vicious, i Gipsy Kings, Mina, Nina Hagen, Mireille Mathieu: mica poco. C’è un altro neo: «Non è una canzone facile da cantare in Gradinata», ammette Campodonico. Il quale però rilancia: «Si potrebbe fare un cd di canti genoani realizzati da grandi artisti, come i Delirium e Ivano Fossati, o Piero Cassano dei Matia Bazar». L’alternativa? Strangers in the night: anch’essa si presta a un riadattamento. |
#120
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![]() ![]() Ecco l'individuo che ha viaggiato per il mondo impersonando Elvis. ![]() ![]() |
#121
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![]() ![]() ![]() spero si veda meglio ora ![]() |
#122
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Adesso ho capito chi è !!!!
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E se invece sono i giovani a rimborsare le spese scolastiche ai genitori??????????????????????
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Triangoli e ostacoli d'amore nelle sale USA
Per il week-end del 19 settembre arrivano nelle sale USA La terrazza sul lago, Ghost Town, la rom-com My Best Friend's Girl e il film d'animazione Igor. In alcune aree debuttano invece Hounddog, La duchessa e il western Appaloosa. notizia a cura di Fabio Fusco, scritta il 19.09.2008 ![]() Uno dei soggetti più comuni sui quali costruire una storia - in un film, un romanzo o altro - è la classica storia d'amore ostacolata da circostanze avverse, o da uno o più personaggi contrari alla stessa. Questa settimana, tra i nuovi film in uscita negli States, di ostacoli d'amore ce ne sono tanti, ognuno raccontato con toni e dinamiche diverse. Iniziamo con il dramma La terrazza sul lago, diretto da Neil LaBute e interpretato da Samuel L. Jackson, Kerry Washington, Ashton Kutcher: è la storia di una coppia formata da un uomo bianco e una donna di colore che si è appena trasferita in California, nella casa dei loro sogni. La loro serenità però viene turbata da un vicino di casa, un poliziotto del dipartimento di polizia di Los Angeles che non tollera le relazioni interrazziali e farà di tutto per cacciare i due nuovi arrivati dal quartiere in cui vive. Si cambia registro con My Best Friend's di Howard Deutch e Ghost Town di David Koepp, che ha già ottenuto numerose recensioni positive da parte della critica: i protagonisti del film di Deutch sono Tank e Dustin, due ragazzi la cui amicizia viene messa a dura prova quando quest'ultimo chiede all'altro di uscire con la sua ex-fidanzata, dando per scontato che il loro appuntamento si rivelerà un disastro. L'obiettivo di Dustin è far capire alla bionda Alexis cosa si è persa mettendo la parola fine alla loro storia, e quanto era fortunata ad averlo come fidanzato. Ma le cose andranno diversamente da come si aspettava. Protagonisti di questo bizzarro triangolo amoroso sono Kate Hudson, Dane Cook e Jason Biggs. ![]() Gli ostacoli ad una storia d'amore possono arrivare anche dall'aldilà, però: accade nella commedia Ghost Town, interpretata da Greg Kinnear, Ricky Gervais e Téa Leoni. E' la storia di Bertram Pincus, un dentista che in seguito ad un'esperienza tragica scopre di aver acquisito la capacità di parlare con gli spiriti dei defunti, che ne approfittano per chiedergli qualsiasi cosa. Uno in particolare, Frank, si dimostra particolarmente assillante: il fantasma tormenta il povero Bertram perchè faccia di tutto per impedire le nozze imminenti di Gwen, la donna che era sposata con lui, con il suo nuovo compagno. Ancora atmosfere fantastiche e disimpegno con Igor, il film d'animazione diretto da Anthony Leondis e incentrato sul buffo assistente di uno scienziato pazzo che è intenzionato a superarare il suo maestro e vincere l'annuale fiera della Scienza Malvagia. Tra gli attori che prestano le loro voci ai protagonisti del film figurano John Cusack, Steve Buscemi, Eddie Izzard, Jennifer Coolidge, John Cleese, Sean Hayes, Molly Shannon, Jay Leno, Arsenio Hall e Christian Slater. ![]() Particolarmente interessanti anche le uscite limitate ad alcune aree degli USA: un tris di film che comprende La Duchessa, il film di Saul Dibb nel quale Keira Knightley interpreta Georgiana Spencer; quindi il western Appaloosa, diretto ed interpretato da Ed Harris, il quale è affiancato da un cast stellare formato da Viggo Mortensen, Renée Zellweger e Jeremy Irons e infine il dramma Hounddog, nel quale Dakota Fanning veste i panni di una ragazzina che nell'America del Sud trova rifugio dai suoi tormenti nella musica di Elvis Presley. Accanto alla giovane e talentuosa attrice americana figurano Isabelle Fuhrman, Cody Hanford, Piper Laurie e David Morse. Nessuno ne parlava più...........credevo avessero rinunciato a farlo!!!! |
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Laura Trent: da oggi il nuovo singolo Birds Fly
Dal Mondo - 22 settembre 2008 Da oggi in rotazione televisiva su All Music e su altri canali italiani, arriva l'ultimo singolo dell'italo-americana Laura Trent. Il singolo Birds fly è dunque apripista del progetto musicale pubblicato contemporaneamente anche negli USA sull'etichetta XTCRecords del Nevada. Laura Trent nasce a Chicago Illinois da genitori italiani. A 3 anni incomincia a rovesciare pentole e a suonarle come una vera rockstar finché un giorno suo padre, con fare orgoglioso, le regala una chitarra da 1 dollaro, solo in quel momento Laura comprende cosa unisce tutte le lingue del mondo: la musica! Anima, emozioni, amore, conforto, gioia, rancore, perdono, confronto, rispetto, dolcezza e forza. Nel 1989 esce il suo primo singolo A Kind of Feeling con il nome d'arte Carol Kelly. Partecipa a diverse trasmissioni televisive (in italia è stata ospite per due volte al Maurizio Costanzo Show; ancora: Trailer, Asiago Tenda ed altre). Durante un suo viaggio a Cuba per partecipare al Festival di Varadero incontra Gino Paoli con cui torna in Italia e lavora nel tour Quattro Amici al Bar dove Laura continua a promuovere il suo album. È ovviamente una vita piena di musica e di spettacolo quella di Laura. Il fratello è oggi uno dei più grandi tributi di Elvis Presley negli USA dove gira da anni tutti gli stati ottenendo successi personali e in varie occasioni Laura ha avuto modo di aprire gli show con il suo repertorio. Oggi Laura è toccata da una voglia irrefrenabile di condividere con voi alcuni suoi brani tenuti nel cassetto, chissà forse è pronta a ripartire.. e rituffarsi in un nuovo viaggio tutto e solo Laura Trent. ![]() ============================ Questo è suo fratello Trent Carlini |
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Negli Usa arriva la musica su schede microSD
Le case discografiche si apprestano a lanciare negli Usa un nuovo assalto alla fortezza delle canzoni in digitale, presidiata da Apple: musica in formato microSD da usare su telefoni cellulari e trasferire su computer e su altri dispositivi mobili. di Redazione ( 22-09-2008 ) Negli Stati Uniti arriva la musica su schede microSD. L'idea di provare a sostituire il vecchio CD con un nuovo formato denominato SlotMusic, basato su memorie flash, è delle quattro principali case discografiche in collaborazione son SanDisk, che opera ai vertici del mercato nel settore delle memorie allo stato solido. Il nuovo formato si basa su un semplice concetto: la musica, codificata in formato MP3, priva qualunque DRM, viene precaricata sulle schede di memoria e da qui può essere ascoltata direttamente su un cellulare dotato di slot compatibile o trasferita su un computer. Assieme alle canzoni nella scheda che avrà una capacità di 1 GB verranno collocati anche degli extra, che potrebbero essere testi, filmati, brani extra e altri contenuti relativi agli artisti. Al momento del lancio saranno 29 gli album disponibili, prevalentemente (dice il Wall Street Journal che anticipa l'annuncio che sarà dato oggi) frutto del lavoro di artisti contemporanei, tra questi: Rihanna, Ne-Yo, Robin Thicke, New Kids on the Block, Weezer, Usher, Chris Brown, Akon and Leona Lewis; unica eccezione la presenza di una figura come Elvis Presley. La musica su scheda microSD verrà venduta nei grandi supermercati. Il costo degli album in questo formato sarà, sembra (il prezzo non è ancora stato ufficializzato) simile a quello di un CD, tra i 7 e i 10 $, anche se qualcuno parla anche di 15$. Le case discografiche probabilmente contano di attirare i consumatori grazie alla flessibilità del formato. Non solo sarà possibile ascoltare le canzoni su un telefono appena aperta la scatola, ma sarà anche possibile trasportare la musica su un lettore MP3 velocemente, senza ripparla da CD. Incluso nella confezione ci sarà anche un adattatore per collegare la scheda alla porta Usb del computer. Le case discografiche sperano, grazie con SlotMusic di fermare il declino delle vendite dei CD, contrastando in un tempo il dominio del settore della musica digitale da parte di Apple aprendo un nuovo canale. SanDisk è interessata, oltre che al business delle schede di memoria, anche al fatto che queste sono compatibili con una parte dei suoi lettori MP3 che a questo punto potrebbero essere usati come una sorta di mangiadischi degli anni 2000 o gli eredi dei lettori di CD portatili con le memorie flash a fare la parte dei dischi in vinile o dei dischi veri e propri. SanDisk negli Usa è seconda (a grandissima distanza) nella classifica di vendita di lettori di musica digitale, alle spalle di Apple. |
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Per me può andare a zappare la terra, sarebbe più utile. ![]() ![]() |
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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Scherzi a parte, domanda retorica: ma per fare un tributo ad Elvis c'è bisogno di arrivare a tanto?? LISA
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stpo trent è uno che veramente nn mi piace x come fa elvis,il suo non è un tributo ma un vero e proprio scopiazzo,nn ci gli assomiglia un pelo ne vocalmente ne fisicamente.vuoi ricordare elvis???fallo con la tua faccia!!!
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Io sono su Facebook ma non mi trovo molto, anzi per niente, preferisco di gran lunga myspace, che mi ha permesso di allacciare rapporti con persone che non vedevo da una vita, e che senza internet non riuscirei a incontrare perchè fisicamente distanti...un po' come trovarsi qui alla fine. C'e' veramente il dilagare di queste cose, ma tutto dipende dall'intenzione con cui lo si usa....
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SHEL SHAPIRO e la bella società
![]() Torna a grande richiesta al Teatro Ciak, Fabbrica del Vapore fino al 2 novembre, Sarà una bella società, uno spettacolo musicato da Shel Shapiro, l’indimenticabile spilungone dei Rokes, band londinese che negli anni ’60 aveva elettrizzato giovani e giovanissimi dell’epoca. Lo ha scritto Edmondo Berseli, politologo e autore di Storie, sogni e rock’n’roll. Con una curatissima regia diretta da Ruggero Cara, Shel appare sul palco con la sua bella presenza, alto e aitante, capelli ancora lunghi e folti benché grigi, un po’ di pancetta rispetto al fisico magrissimo della sua gioventù ma ancora carismatico. Racconta con grande pathos gran parte della sua vita partendo dai tempi in cui, da ragazzino, Londra soffocava per la nebbia, umida e lattiginosa, che rendeva spettrali interi quartieri e attutiva suoni e voci. I ragazzi come lui che amavano la musica scoprivano il primo swing dei Platters e poi l’esplosione del rythm’n’blues e del rock’n’roll, passando dalla voce di Elvis Presley. Shel ricorda il folk di Bob Dylan che avrebbe suggestionato tutta una generazione di ribelli, fino ai tempi dei Pink Floyd e intanto ci fa ascoltare, con lo spettacolo che sembra un film vivente, il meglio dei brani più celebri e il sound che tutti sembrano aver interiorizzato nel proprio dna. Si parla di trasformazione culturale e sociale, di innocenza e di come, a suo avviso, tutto abbia cominciato a perdere senso con un certo cambiamento di mentalità. Nel 1970 i Rokes si sciolgono e Shel Shapiro, che vive da anni in Italia e si è formato una famiglia, preferisce lasciare le luci della ribalta ma continua a scrivere musica e testi, solo che lo fa per altri, che spesso produce. Da Cocciante a Mia Martina, da Rino Gaetano a Gianni Morandi da Mina a Patty Pravo, fino a oggi, di nuovo in scena con una band straordinaria, da citare: Alessandro Giulini alle tastiere, Daniele Ivaldi alle chitarre, Mario Belluscio al basso, Luigi Mitola a chitarre, dobro e mandolino, Ramon Rossi a batteria e percussioni. Anche dopo tanti anni in Italia, parla sempre con accento inglese. Delizioso. Come mai i sogni dei giovani degli anni ’60 sono scomparsi? E’ colpa nostra, in qualche modo è colpa nostra. Tentiamo di essere realistici: tra gli individui della mia generazione ci sono diversità. Chi aveva la mia età era molto più speranzoso, ma chi aveva solo dieci anni di meno è diventato più cinico, perché ha visto questo ’68 non riuscire. E sono andati molto più speditamente a una visione molto meno ideologica e sognatrice della vita. Questa non è una regola ma ognuno aveva i suoi gusti personali, che non sono necessariamente condivisibili con tutto il mondo. Alla fine la generazione è quella di chi si è innamorato di alcuni ideali, mentre per altri forse erano meno importanti. E’ per questo che i Rokes chiusero il capitolo della musica? Subito dopo l’esperienza dei Rokes, io ho fatto un singolo da solista mentre il batterista aveva fatto un altro gruppo, forse più metallaro. Io stavo scrivendo molte canzoni, entravo più nell’anima del cantautore. Poi ho cominciato a produrre altri cantanti, come Mina, Patti Pravo, Riccardo Cocciante. Ho passato molto tempo dietro le quinte e avrò venduto solo come autore una ventina di milioni di dischi, da Rumore della Carrà alle canzoni dell’Eurofestival, a brani per Ornella Vanoni. Non abbiamo lasciato la musica, solo quel gruppo. Credi sia utile lanciare messaggi con le canzoni? Assolutamente no. Non ha alcun senso lanciare messaggi verso il passato, siamo del 2008 e se c’è una persona non nostalgica, quella sono io. Il mio non è uno spettacolo per piangere, è un’analisi di chi eravamo e anche delle cose fasulle che abbiamo vissuto, magari in buona fede. Come cosa? Woodstock era una strumentalizzazione di un fatto davvero commerciale, ma i giovani non se ne accorgevano perché non c’era nessuna reale analisi di quello che stava succedendo. Ma i giovani che vi parteciparono erano convinti di essere i creatori di un movimento di pace, amore e musica, non ricordi? Non c’è dubbio, ma a distanza di anni si riesce un po’ più facilmente a prendere distanza dalle cose e dire ‘Si, puo’ darsi che sia successo così. Noi eravamo innocenti. L’innocenza è un segnale di purezza e se qualcuno ti dice qualcosa, ti arriva solo dopo molto tempo la verità, cioè che si era stati manipolati. Il fatto che oggi i giovani siano più cinici ti sembra un bene o no? Io credo che la mancanza di innocenza sia il problema più importante. E’ difficile trovare qualcosa che ti emoziona, non per i ragazzi perché loro hanno ricostruito nuove mode e non hanno il nostro vissuto. Quando vedono cose nuove dicono “Cazzo che bello”, ma per noi è più complicato. Siamo più disincantati, tutti noi, specialmente chi ha una certa età e chi in qualche modo cerca di fare i conti col proprio passato e la voglia di procedere o tornare indietro. Beh, io ti faccio i complimenti per il magnifico concerto che hai realizzato, anche senza messaggi… A me è piaciuto enormemente! Questo non è un concerto ma un’opera teatrale con musica e ha un significato. Poi la musica prende il sopravvento, forse più di quello che noi stessi ci siamo mai resi conto, io credo. |
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Da LA STAMPA - SILVIA DEL MONTE
Elvis Presley re dell'aldilà ![]() ![]() La leggenda del rock'n roll quest'anno ha fatturato 52 milioni di dollari. Terzo posto per Heath Ledger nella lista stilata da Forbes.com con le celebrità che continuano ad incassare da morte, Pavarotti non compare ![]() ![]() ![]() E’ ancora una volta Elvis Presley il re dell'aldilà. Per il secondo anno consecutivo la leggenda del rock'n roll si è insediato al primo posto nella lista delle celebrità che dopo la loro dipartita dal mondo terreno continuano a incassare denaro. Una ricerca effettuata da Forbes.com rivela che Presley nell'ultimo anno ha fatturato ben 52 milioni di dollari grazie all'aumento dei visitatori nella sua Graceland per commemorare il 30esimo anniversario della sua morte e alla creazione di nuove iniziative come l'Elvis Sirius Satellite Show. Oltre a questo occorre inoltre considerare gli incassi derivanti dallo sfruttamento delle raccolte canore, dei Dvd commemorativi e delle licenze per sfruttare il nome. Presley tra ottobre 2007 e ottobre 2008 ha guadagnato più di grandi pop star ancora vive come Justin Timberlake (44 milioni di dollari) e Madonna (40 milioni di dollari). Al secondo posto troviamo il fumettista Charles Schulz, deceduto nel 2000, con 33 milioni di dollari, mentre l’attore australiano Heath Ledger, il Joker di Batman scomparso il 22 gennaio scorso, s’insedia sul terzo gradino del podio con 20 milioni di dollari. Lo scorso anno Elvis guidava la medesima classifica con 49 milioni di dollari, mentre nel 2006 il dominatore era l'ex leader dei Nirvana Kurt Cobain. Quarta posizione per il fisico tedesco Albert Einstein con entrate pari a 18 milioni di dollari, grazie soprattutto a Baby Einstein, video Disney e giochi per bambini, mentre il produttore televisivo Aaron Spelling – i cui show comprendono "Beverly Hills 90210" e "Charlie’s Angels" - si è classificato quinto con 15 milioni raccolti. Tra i 13 big compaiono inoltre John Lennon, settimo, seguito da Andy Warhol e Marilyn Monroe. Undicesimo Paul Newman, mentre James Dean è dodicesimo. Nella lista non compare il tenore italiano Luciano Pavarotti nonostante la grande onda emotiva provocata dalla sua morte. =============================== Da STYLE.IT ![]() Elvis Presley la celeb defunta più ricca Elvis Presley, scomparso nel 1977 all’età di 42 anni, vanta un introito annuale di ben 52 milioni di dollari, più di quanto guadagna la viva e vegeta Madonna (che si dice guadagni attorno ai 40 milioni di dollari all’anno). Al secondo posto della classifica stilata dalla rivista Forbes compare Charles Schultz, l’autore dei l’autore dei fumetti Peanuts, con 33 milioni di dollari, mentre il terzo posto è dell’attore Heath Ledger con 20 milioni di dollari. Ultima Modifica di hurt : 29-10-2008 21:30 |
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Omaggio di Elvis Presley al nuovo Presidente degli Stati Uniti D´America
Novembre 7, 2008 at 4:15 pm | In Attualità, Canzone del Giorno, Editoriali & Commenti, Musica, Politica, Spettacoli | Di Antonio Sidari Il 20 gennaio 2009, dopo il giuramento, il 44° Presidente degli Stati Uniti D´America Barack Obama si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca accollandosi così le speranze di tutti gli Americani per una rinascita di tutta la nazione. La conoscenza del suo padre nero assente derivò principalmente dalle storie della famiglia e dalle fotografie. Della sua infanzia, Obama scrive: “Che mio padre non sembrava per nulla come le persone a fianco a me - che era nero come la pece, mentre mia madre bianca come il latte - non ci feci neppure caso.” Da giovane, lottò per riconciliare le percezioni sociali sulla sua eredità multiculturale. Obama scrive sul suo utilizzo di marijuana e cocaina durante la sua adolescenza per “togliermi dalla testa la domanda su chi fossi.” Solo a vent´anni capì “il potere della tradizione religiosa afro-americana nello spronare cambiamenti sociali”. Disse: « Fu a causa di queste nuove comprensioni, cioè che l’impegno religioso non richiedeva di sospendere il pensiero critico, di smettere di lottare per la giustizia economica o sociale, o di ritirarmi da quel mondo che conoscevo e amavo, che fui finalmente capace di camminare nella navata della Trinity United Church of Christ ed essere battezzato. Fu una scelta consapevole, non una rivelazione; le domande che mi ponevo non sparirono di colpo. Ma inginocchiandomi sotto la croce nel South Side di Chicago, sentii lo spirito di Dio che mi attraeva. Mi piegai alla Sua volontà, e mi dedicai a scoprire la Sua verità. » Elvis Presley il più famoso cantante bianco dalla voce nera americano crebbe in mezzo ai neri e grazie anche a loro scaturì in lui sin da piccolo la passione per la musica gospel e la sua idea che tutti gli uomini sono uguali davanti a Dio indipendentemente dal colore della pelle. Elvis ebbe tanti amici neri nella sua lunga carriera e non molti sanno che non poche volte aiutò per quanto gli fosse possibile artisti e amici neri caduti in disgrazia e povertà. Elvis Presley e Barack Obama hanno molte cose in comune e sono sicuro che se Elvis fosse ancora vivo gli avrebbe dedicato “If I Can Dream” una canzone che Elvis cantò nel 1968 contraddicendo alle imposizioni del suo manager che voleva impedirgli di cavalcare l´onda della ribellione e del cambiamento sociale di quegli anni. Obama nel suo discorso di qualche giorno fa, dopo la vittoria su McCain, ha raccontato di una donna nera di 106 anni che nella sua lunga vita ha visto di tutto depressione, guerra, razzismo e in un epoca come la sua dove la voce delle donne era ignorata lei si è alzata in piedi ed ha chiesto di votare esclamando la frase: “Yes, we can!” Io non so con certezza se questo nuovo e giovane presidente riuscirà nell´intento di ridare dignità e sicurezza al popolo americano, in particolare agli strati sociali più degradati, togliendo ricchezza a chi ne ha in abbondanza, ma di sicuro è un uomo come tanti che si è fatto da solo e che crede nello sviluppo umano a tutti i livelli ed è per questo che tramite Elvis Presley gli dedico questa canzone: If I Can Dream (Se posso sognare) Da qualche parte devono esserci luci ardenti più luminose Destinate ad essere uccelli che volano più in alto in un cielo più blu Se posso sognare un mondo migliore Dove tutti i miei fratelli camminano mano nella mano Dimmi perché, oh perché, oh perché il mio sogno non si può avverare, oh perchè Ci potrà essere pace e comprensione un giorno Forti venti di speranza che soffieranno via Ogni dubbio e timore Se posso sognare un sole più caldo Dove la speranza continua a splendere su ognuno Dimmi perché, oh perché, oh perché questo sole non appare Siamo smarriti in una nuvola Colma di pioggia Siamo intrappolati in un mondo Agitato dal dolore Ma finchè un uomo Avrà la forza di sognare Potrà redimere la sua anima e volare Nel profondo del mio cuore c´è un fremente dubbio Eppure sono sicuro che in qualche modo la risposta arriverà Là fuori nel buio c´è una candela che mi chiama Finchè potrò pensare, finchè potrò parlare Finchè potrò stare in piedi, finchè potrò camminare Finchè potrò sognare, per favore lascia che il mio sogno Si avveri, adesso Lascia che si avveri adesso Oh sì Pubblicato da Paolo Esposito |
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Ansa - da 3 ore 4 minuti
2008-11-12 17:07
ARETHA FRANKLIN MIGLIOR CANTANTE ROCK DELLA STORIA ROMA - Era già considerata la Regina del Soul, ma da oggi Aretha Franklin è stata scelta anche come la migliore cantante Rock della storia. A rivelarlo è un sondaggio della rivista Rolling Stone - a cui hanno partecipato musicisti, produttori, gli stessi editori della rivista e molti esperti del settore - che sarà pubblicato nel numero in uscita negli Usa venerdì prossimo. La Franklin ha preceduto in classifica altri 'mostri sacri' della musica: al numero due della classifica del magazine si è piazzato Ray Charles, seguito da Elvis Presley, Sam Cooke e John Lennon, giunto quinto. Insieme alla Franklin, le uniche star presenti nel sondaggio e ancora in vita sono Bob Dylan, che è arrivato settimo, e Stevie Wonder, nono. Restano invece fuori dalle prime dieci posizioni Paul Mc Cartney, undicesimo, Mick Jagger, sedicesimo, e Michael Jackson, venticinquesimo della lista. |
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Grazie Carmen , spero che ti piaccia questo video per illustrare il tuo articolo ![]() ![]() |
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![]() A me risulta che sia sempre stata la regina del soul, del gospel e del R&B! Sarà che sono rimasta legata a certi schemi musicali (non conosco quelli "moderni") ma io identifico con il termine "rock" un certo tipo di musica e personalmente non inserisco Aretha Franklin, che peraltro considero fantastica!! C'è qualcuno a cui va di spiegarmi questa cosa??? Grazie ![]() |
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Mi sembra invece di capire che i miei dubbi erano giustificati.... E meno male che sono stati gli esperti a decretarla al 1° posto ![]() ![]() Come dice Enzo, siamo alla frutta...anzi, all'amaro, al caffè e stiamo pure uscendo dal ristorante!!! ![]() LISA
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![]() dalla rivista Rolling stone: Chi è il miglior cantante di sempre? RS USA stila la lista dei 100 migliori vocalist di tutti i tempi 12.11.2008 Sappiamo che le classifiche vi piacciono tanto e ogni volta che ne pubblichiamo una si scatenano una ridda di vostri commenti sul blog che noi amiamo tanto leggere. Quindi non potevamo lasciarci sfuggire l'occasione di proporvi l'ultima (in ordine di tempo) classifica speciale stilata dai nostri cugini americani. Stavolta Rolling Stone USA ha voluto decretare i 100 migliori cantanti di tutti i tempi. Qui sotto potete leggere la top ten, mentre qui trovate la lista completa. 1 Aretha Franklin 2 Ray Charles 3 Elvis Presley 4 Sam Cooke 5 John Lennon 6 Marvin Gaye 7 Bob Dylan 8 Otis Redding 9 Stevie Wonder 10 James Brown N.B.: per ognuno dei cantanti in top ten RS ha fatto scrivere la rispettiva scheda a una star della musica. Per esempio, il profilo di Aretha Franklin è stato scritto da Mary J Blige, quello di Elvis Presley da Robert Plant, quello di Bob Dylan da Bono, quello di James Brown da Iggy Pop e così via. E ora scatenatevi e diteci chi secondo voi manca in questa classifica! 1|Aretha Franklin by Mary J. Blige Photo: Goodwin/Redferns/Retna Born March 25th, 1942 Key Tracks "(You Make Me Feel Like) A Natural Woman," "Respect," "I Never Loved a Man (The Way I Love You)," "Think," "Chain of Fools" Influenced Whitney Houston, Alicia Keys, Aaron Neville, Annie Lennox You know a force from heaven. You know something that God made. And Aretha is a gift from God. When it comes to expressing yourself through song, there is no one who can touch her. She is the reason why women want to sing. Aretha has everything — the power, the technique. She is honest with everything she says. Everything she's thinking or dealing with is all in the music, from "Chain of Fools" to "Respect" to her live performances. And she has total confidence; she does not waver at all. I think her gospel base brings that confidence, because in gospel they do not play around — they're all about chops, who has the vocal runs. This is no game to her. As a child, I used to listen to Aretha's music because my mom played "Do Right Woman" and "Ain't No Way" every single day. I would see my mother cry when she listened to those songs, and I'd cry too. Then I discovered her on my own with the Sparkle soundtrack. I must have played "Giving Him Something He Can Feel" 30 times in a row; eventually, I connected the dots to that voice my mom was listening to. Even the way she pronounces words is amazing: In "Giving Him Something He Can Feel," when she sings, "Many say that I'm too young" — the way she says "I'm," you can almost see her saying it, like she's all in your face, but you're still right with her. You can really visualize her hands when she sings, "You're tying both of my hands," on "Ain't No Way" — it's the powerful way she hits the word "both." When you watch her work, you can see why Aretha is who she is. When we did the song "Don't Waste Your Time" on my album Mary, she just went in there and ate that record like Pac-Man. She could be doing a church vocal run, and it would turn into some jazz-space thing, something I never encountered before. You'd say, "Where did that come from? Where did she find that note?" It's beautiful to see, because it helps people with a lack of confidence in their ability, like myself. I look at her and think, "I need a piece of that. Whatever that is." 3|Elvis Presley by Robert Plant Photo: Time & Life Pictures/Getty Born January 8th, 1935 (died August 16th, 1977) Key Tracks "Mystery Train," "Hound Dog," "Suspicious Minds" Influenced Bono, Bruce Springsteen There is a difference between people who sing and those who take that voice to another, otherworldly place, who create a euphoria within themselves. It's transfiguration. I know about that. And having met Elvis, I know he was a transformer. The first Elvis song I heard was "Hound Dog." I wasn't equipped with any of the knowledge I have now, about the Big Mama Thornton version or where all that swing was coming from. I just heard this voice, and it was absolutely, totally in its own place. The voice was confident, insinuating and taking no prisoners. He had those great whoops and diving moments, those sustains that swoop down to the note like a bird of prey. I took all that in. You can hear that all over Led Zeppelin. When I met Elvis with Zeppelin, after one of his concerts in the early Seventies, I sized him up. He wasn't quite as tall as me. But he had a singer's build. He had a good chest — that resonator. And he was driven. "Anyway You Want Me" is one of the most moving vocal performances I've ever heard. There is no touching "Jailhouse Rock" and the stuff recorded at the King Creole sessions. I can study the Sun sessions as a middle-aged guy looking back at a bloke's career and go, "Wow, what a great way to start." But I liked the modernity of the RCA stuff. "I Need Your Love Tonight" and "A Big Hunk o' Love" were so powerful — those sessions sounded like the greatest place to be on the planet. At that meeting, Jimmy Page joked with Elvis that we never soundchecked — but if we did, all I wanted to do was sing Elvis songs. Elvis thought that was funny and asked me, "Which songs do you sing?" I told him I liked the ones with all the moods, like that great country song "Love Me" — "Treat me like a fool/Treat me mean and cruel/But love me." So when we were leaving, after a most illuminating and funny 90 minutes with the guy, I was walking down the corridor. He swung 'round the door frame, looking quite pleased with himself, and started singing that song: "Treat me like a fool. . . ." I turned around and did Elvis right back at him. We stood there, singing to each other. By then, because of the forces around him, it was difficult for him to stretch out with more contemporary songwriters. When he died, he was 42. I'm 18 years older than that now. But he didn't have many fresh liaisons to draw on — his old pals weren't going to bring him the new gospel. I know he wanted to express more. But what he did was he made it possible for me, as a singer, to become otherworldly |
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siamo alla frutta.
lei è bravissima ma c'è un mare davanti nel dire ke è la regina del rock. qui c'è ignoranza pura xkè la franklin col rock nn centra una mazza di niente. sto sondaggio è stato fatto proprio con i piedi. |
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Allora la mia domanda non era così inopportuna e ignorante????
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è come dire che mino reitano (scusa il paragone aretha ) visto ke aprì il concerto in italia dei beatles è il re della musica beat...
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bèh,che robert plant scrivi di elvis nn può che far piacere a tutti!!! sono contento abbia scritto lui x elvis!
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per me Elvis Presley è e rimarrà sempre il numero uno.....
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Aretha Franklin è la piu' grande voce di tutti i tempi per Rolling Stone
di Paolo Ansali Secondo la classifica stilata dalla rivista Rolling Stone e' Aretha Franklin la piu' grande cantante e voce di tutti i tempi. Al secondo posto Ray Charles e al terzo Elvis Presley. ![]() Secondo la classifica stilata dalla rivista Rolling Stone e' Aretha Franklin la piu' grande cantante di tutti i tempi. La 66enne regina del soul, nata il 25 aprile del '42 a Memphis, la cui splendida voce è legata a indimenticabili classici da "Think" a "I Say a little prayer" e "Chain of fools", ha stravinto la classifica, superando anche Ray Charles e Elvis Presley che la precedono. L'estate scorsa la prestigiosa rivista americana ha interpellato per questo moltissimi artisti, da Bruce Springsteen a Alicia Keyes, ed ora pubblica l'elenco dei cento migliori. Tra i primi dieci ci sono grandi soul singer come Marvin Gaye e Otis Redding, un solo artista inglese, John Lennon. I primi dieci sono: 1 Aretha Franklin; 2 Ray Charles; 3 Elvis Presley; 4 Sam Cooke; 5 John Lennon; 6 Marvin Gaye; 7 Bob Dylan; 8 Otis Redding; 9 Stevie Wonder e 10 James Brown. |
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Ho letto l'articolo ieri ho preferito non postarlo,le preferenze erano del tipo: "Ho votato per la Franklin in quanto donna, e volevo che fosse una donna a vincere".
Come ho sempre sostenuto, i giornalisti quando non sanno cosa fare dovrebbero lavorare sul serio. |
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Anche perchè, ho pensato oggi, come si può fare il confronto fra voci maschili e quelle femminili?
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![]() ![]() di Marco Molendini ROMA (16 novembre) - Non sono molti i dubbi sul fatto che Aretha Franklin sia stata la più straordinaria voce apparsa sulla scena del rock e del soul: per qualità naturali, per capacità tecniche oltre che emotive. Un fenomeno assoluto. Ora, a sanzionare questa supremazia, c’è un ampio e qualificato sondaggio messo in piedi da una delle più prestigiose riviste musicali, l’edizione americana di Rolling Stone che ha messo in piedi un articolato sondaggio che mette in fila i primi cento cantanti a giudizio di un gruppo qualificatissimo di esperti che va da alcune grandi star della musica come Bruce Springsteen, Rod Stewart, Justin Timberlake, George Michael, Keith Richards, Carlos Santana, B.B.King, Lenny Kravitz, Billy Joel, Ringo Star e via dicendo a dirigenti discografici, produttori, giornalisti (in tutto 176 votanti). Insomma un sondaggio qualificato, pertanto attendibile e, per una volta, condivisibile in buona parte. Di sondaggi di questo genere ne sono stati fatti spesso, a volte strampalati, altre dettati da meri interessi promozionali, altri ancora caratterizzati da insipienza. Stavolta la lista è lunga ed è anche attendibile. Unico neo l’aver voluto catalogare il tutto come una sorta di rock parade, quando molti dei prescelti sono cantanti soul, blues o rhythm ’n’ blues (dodici black star nei primi venti posti) e, a questo punto, visto che le pareti fra i vari generi musicali oggi sono praticamente crollate stona l’assenza di artisti della world music o l’aver ignorato il patrimonio del jazz. Altra magagna l’assoluto, anzi il totale, disinteresse per tutto ciò che non appartiene alla cultura anglosassone. Peccato. Sulla vittoria di Aretha c’è poco da discutere, comunque: straordinaria interprete di successi come Respect, A natural woman, Think, la cui fama è stata solo arrestata dalla sua invincibile fobia per l’aereo che ne ha limitato fortemente l’attività live (qualche tempo fa ci fu un impresario che la convinse a seguire dei corsi per vincere quella paura: evidentemente l’esperimento è fallito). Al secondo posto c’è un altro fuoriclasse indiscutibile come Ray Charles (e bastano la sua Georgia o il suo sibilo in I got a woman per giudicare la sua potente maestria). The King Elvis è solo terzo, ma come biasimare la scelta di fronte a tali fuoriclasse? I primi sei sono tutti personaggi scomparsi da tempo (quarto è Sam Cooke, quinto è John Lennon e sesto Marvin Gaye). Il primo vivo è Bob Dylan che, al settimo posto, precede un altro artista ancora in attività come Stevie Wonder (fra di loro c’è il magico Otis Redding di (Sittin’ on) The dock of the bay. E decimo è un altro re, quello del soul: James Brown. L’altro Beatle Paul McCartney è undicesimo. Mick Jagger è solamente sedicesimo, davanti a Tina Turner, a Freddy Mercury e a Bob Marley, il re del reagge. Non c’è dubbio che nelle scelte pesi in qualche caso non solo il fatto puramente vocale, ma anche la suggestione del personaggio, vale questo a spiegare la posizione di John Lennon o di Bob Dylan, strepitosi artisti ma che vocalmente certo non avrebbero potuto competere con la potenza di un Freddy Mercury (ma Bono, spiegando nella rivista, cosa rappresenta per lui Dylan spiega: «Ha cambiato il modo di cantare la musica popolare, senza di lui sarebbe difficile immaginare Tom Waits, Bruce Springsteen, Eddie Vedder, Kurt Cobain»). E la vocina di Michael Jackson? È al venticinquesimo posto e precede di tre posizioni una celebrata regina come Janis Joplin. Prince è trentesimo e Bono trentaduesimo (forse avrebbe meritato una valutazione superiore). Whitney Houston, la prima Whitney aveva una voce strepitosa, paga il peso delle sue sconsideratezze e il conseguente stop alla sua carriera (è numero 34). Comunque precede Bruce Springsteen (36mo). Scendendo nella classifica ecco Kurt Cobain al 45, Jim Morrison al 47, Brian Wilson dei Beach Boys al 52, Eric Burdon degli Animals al 57, Rod Stewart al 59, Maria Carey al 79, Tom Waits all’82, Annie Lennox al 93, Joe Cocker al 97 e Mary J.Blige al 100 che si rifà cantando le lodi di Aretha «la mia maestra». |
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