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#1
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Mentre passeggiamo sull’Elvis Presley Boulevard sotto le stelle ci viene da pensare che stiamo vivendo in un tempo che non c’è. E’ troppo attuale per essere passato, ma, allo stesso tempo, è troppo nostalgico per essere presente. Elvis non è vivo, perché non lo vediamo in carne e ossa, ma non è neanche morto, perché le sue immagini e la sua voce ci circondano da ogni parte. E’ un po’ come se stessimo visitando la sua casa mentre lui è fuori, magari per le riprese di un film o una vacanza alle Hawaii. Quando ci troviamo davanti Graceland con il parco tutto illuminato rimaniamo incantati. Sembra ancora più bella che di giorno, con quell’alternarsi di luci ed ombre che le conferisce un alone di insondabile mistero. Davanti al muro di cinta, dall’altra parte della strada, c’è una panchina dove ci sediamo a contemplare un paesaggio che da domani sarà soltanto nei nostri ricordi. Anche a quest’ora della sera ci sono persone che scendono dalle loro auto per scattare qualche foto o semplicemente per dare un’occhiata. C’è addirittura una coppia di innamorati che sono venuti qui per stare mano nella mano e baciarsi. Ogni tanto i cancelli della tenuta si aprono e qualcuno esce o entra. Così ci viene da pensare a come doveva essere trent’anni fa, quando la casa di notte era piena di vita e vi succedeva di tutto: ospiti numerosi ad ogni ora, go-cart sfreccianti per il giardino, fuochi d’artificio e tanta, tanta musica. Non è difficile immaginarsi Elvis in sella alla sua moto, con tutta la corte al seguito, che lascia Graceland diretto chissà dove. Sappiamo che era un animale notturno per forza di cose. Ha sempre dormito pochissimo, fin da giovanissimo. Quando era ancora al liceo lavorava fino a tardi e, poi, la mattina presto si svegliava per andare a scuola. Le esibizioni nei locali notturni all’inizio della carriera hanno finito per modificare in lui il ritmo naturale sonno-veglia e i continui concerti degli anni ’70 hanno consolidato definitivamente la sua abitudine a dormire di giorno e star sveglio di notte. Oltre a queste motivazioni di carattere pratico, però, c’era anche un altro motivo per cui Elvis non riusciva a dormire sotto il cielo stellato. Gli episodi di sonnambulismo a cui era soggetto per gli esperti rimandano ad un trauma, probabilmente subito nell’infanzia, che impediva al cantante di addormentarsi serenamente al calare del sole. Noi non sappiamo con esattezza come stavano le cose, ma ci fidiamo di quello che una volta lo stesso Elvis ha confessato:«Quando ero un ragazzino, non riuscivo a dormire. Avevo paura del buio, perché non sapevo cosa mi sarebbe capitato….Quando vado a dormire durante il giorno so che, anche se la mia camera è al buio, fuori è giorno, perciò non ho paura di addormentarmi. Per questo rimango sveglio tutta la notte, e i miei amici stanno con me e io mi sento sereno. Al mattino, quando tutti gli altri si alzano e vanno a lavorare, mi sento al sicuro perché è giorno; allora posso andare a letto». Se solo avesse saputo…L’ironia della sorte è che a tradirlo, alla fine, non è stata la tanto temuta notte, ma proprio la luce rassicurante del giorno…
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#2
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ciao Ariadne! volevo ringraziarti per questo splendido racconto ricco di emozioni e mi sembra di essere la a condividere con te sensazioni e impressioni. grazie ancora!!!
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#3
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Grazie MUNNY, sono felice di sapere che il mio racconto è riuscito a coinvolgerti. Ah, e piacere di conoscerti!! Anche NELLA, come al solito, mi riempie di complimenti e ne sono lusingata....
Il giorno della partenza, purtroppo, è arrivato. Siamo felici di tornare a casa, ma portiamo dentro di noi la certezza che Graceland ci mancherà sempre terribilmente tanto. L’aereo è già in volo e ci mettiamo a pensare a quali sono le cose di questo viaggio che ci hanno colpito di più. Una di esse è sicuramente l’afflusso continuo e massiccio di gente alla casa di Elvis. Non dimenticheremo mai quelle file interminabili davanti alla biglietteria o ai pulmini a qualunque ora del giorno e in qualunque giorno. Certo, il sabato e la domenica c’è un po’ più di affollamento, ma anche nel resto della settimana i custodi e le guide lavorano parecchio. Ci sono persone di tutte le età e di tutte le provenienze. Guardando questo straordinario fiume umano che scorre senza sosta sull’Elvis Presley Boulevard capiamo quanto le parole di Larry Geller siano vere: «Se prendete le grandi star del XX secolo, risalite fino al primo sex-simbol, Rodolfo Valentino, e includete Clarke Gable, James Dean, Marylin Monroe, Sinatra, Lennon, prendeteli tutti assieme. Ogni anno ci sono più visitatori per Elvis che per tutti gli altri messi assieme. E questo fenomeno aumenta di anno in anno. Il fenomeno di Elvis va oltre lo showbusiness. Ha fatto vibrare le anime in tutto il mondo come nessun altro». http://img560.imageshack.us/img560/1...emphis1978.jpg http://img689.imageshack.us/img689/3...memphis044.jpg http://img848.imageshack.us/img848/4...emphis1154.jpg http://img856.imageshack.us/img856/9...emphis1756.jpg http://img263.imageshack.us/img263/4...inimemphis1971 |
#4
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![]() Quote:
![]() ![]() Ciao Ariadne! ![]() ![]() |
#5
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Queste sono foto scattate al muro di cinta e ai cancelli di Graceland per dare un'idea dello sciame di gente che attirano continuamente.....
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#6
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Ciao Ariadne, sapresti dirmi come mai questo post dice: 03-08-2011 15:38 da Ariadne ![]() Bellissimi tuoi racconti di Tupelo, li ho divorati ![]() ![]() ![]() ![]() |
#7
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«Fino a che sarò vivo non smetterò di essere grato agli Americani per avermi dato questa straordinaria possibilità».
«Dio vi benedica come ha benedetto me» E. A. Presley http://img852.imageshack.us/img852/5...emphis1148.jpg http://img23.imageshack.us/img23/885...emphis1025.jpg |
#8
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Cosa rispondere per il saluto finale? Non resta che fare nostre le parole di Ed Sullivan: «Vorrei dire a Elvis Presley e al Paese che è veramente un bravo ragazzo
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#9
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Siamo arrivati alla fine del reportage, ma non, spero, alla fine della storia. Questo mio modesto resoconto è dedicato a tutti coloro che amano Elvis e anche, perché no, a coloro che Elvis lascia completamente indifferenti. A coloro che lo conoscono da sempre, a quelli che lo hanno appena scoperto e a quelli che non lo hanno mai ascoltato. A quelli che lo considerano un figlio, a quelli che lo avrebbero voluto come padre e alle donne che lo vedono come l’uomo dei loro sogni. Persino a quelli che ad Elvis non pensano mai.
Allo stesso tempo, esso è dedicato all’Elvis ribelle e trasgressivo, ma anche all’Elvis timido e introverso. All’Elvis che giocava come un bambino e a quello che rifletteva cercando il senso delle cose. All’Elvis egocentrico e all’Elvis generoso, all’Elvis che faceva uso di droghe e all’Elvis che pregava cantando. All’Elvis che è morto e a quello che, forse, è ancora vivo. All’Elvis che non ho mai avuto occasione di guardare negli occhi e all’Elvis che non ha mai sorriso apposta per me…. A lui e a tutti voi rivolgo il mio sentito ringraziamento per aver condiviso con me questo viaggio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() THANK YOU VERY MUCH![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
#10
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![]() Quote:
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