|
|
|
|
#1
|
|||
|
|||
|
E' vero i cani sanno nuotare meglio di noi,mah probabile un infarto magari mentre faceva la sua nuotatina,i bulldog sono molto delicati....anche il mio morì all'improvviso!
|
|
#2
|
||||
|
||||
|
Si ecco magari e' successo questo...vero.....povero.....che dispiacere.....
Mi dispiace tanto tanto anche per te Faby...... sai ti capisco....E' un dolore davvero garnde e se poi improvviso...ancora peggio......... Si sono molto delicati...anche quello della mia collega e' andato cosi all'improvviso.... e ho anche vissuto io queste esperienze......mamma mia...
|
|
#3
|
|||
|
|||
|
Renata ti dirò se dovessi acquistare un'altro bulldog non lo farei mai,sono cani meravigliosi ma x quanto puoi curarli con la dieta,stare attenta su tutto all'improvviso muoiono senza un motivo apparente! E' troppo triste,anche se io ho uno zoo in pratica ed ho subito la perdita di animaletti spesso...è triste xchè anche se sono solo cani o gatti soffri molto x l'infinita tenerezza che ti trasmettono,loro nn posso dirci quando stanno male purtroppo
|
|
#4
|
||||
|
||||
|
Infatti, perdere un animale a cui si è affezionati è qualcosa di veramente orribile...
|
|
#5
|
|||
|
|||
|
E poi ci chiediamo perché in Italia non si parla di Elvis?????? Perchè questo è il modo in cui viene presentato agli italiani
Elvis Presley Aloha From Hawaii Via Satellite (reissue 199 1973 BMGFrancesco Donadio Extra Music Magazine E’ strano come il passaggio del tempo cambi la percezione delle cose, nonché l’importanza delle stesse. Nel 1973, quando il music biz andava pazzo per le varie signore dei canyon e per i dinosauri del prog, tifare per Elvis Presley corrispondeva ad essere considerati dei paria, “out” e nostalgici, né più né meno come i fan di Liberace. All’alba del nuovo millennio, la situazione è totalmente cambiata: l’hippie sound ci appare come un brutto sogno, qualcosa di irrimediabilmente polveroso, e il prog è universalmente disprezzato, almeno fino al prossimo revival. Elvis, al contrario, e in particolare l’Elvis di cui si tratta qua (quello grasso di Las Vegas, per intenderci) oggi è totalmente al passo con il più moderno zeitgeist. Kitsch, stravagante e pomposo come un film di Almodovar, l’Elvis che nel gennaio del 1973 andò ad Honolulu a recitare nell’ultimo grande atto della sua carriera (un concerto trasmesso live via satellite in tutto il mondo) era un uomo a pezzi: separato dalla moglie Priscilla, imbolsito anzichenò e prossimo a quell’annichilimento da pillole che lo avrebbe portato al Creatore di lì a 4 anni. “Aloha from Hawaii” è decadenza pura, la perfetta esemplificazione di quel grande esperimento di crossover di tutti i generi musicali USA che Presley volle tentare, con risultati alterni, fin dai giorni del suo “comeback show” del 1968 alla NBC. Un antesignano, in questo. Nel corso della lunga esibizione Elvis sembra sempre perfettamente in controllo della sua vasta audience. Fin troppo in controllo, distaccato. Anzi: pare proprio che non gliene possa importare di meno. Eppure la sequenza iniziale è travolgente: a partire dal rombo di “Also Sprach Zarathustra”, a cui segue una vivace “CC Rider” e quello che era il singolo del momento, la rockeggiante “Burning Love” (tra parentesi, uno dei migliori episodi dell’Elvis anni ’70). Sono presenti, purtroppo, i momenti strappalacrime di cui “quell’” Elvis era innamorato, come “You Gave Me A Mountain” o “What Now My Love” (di Gilbert Becaud, nientemeno). Elvis prova perfino ad intepretare due cavalli da battaglia di Frank Sinatra, “My Way” e “Something”, e fallisce miseramente nel confronto. E’ un bel fallimento, però, davvero da “beautiful loser”: quell’Elvis, come detto, era un uomo sull’orlo di una crisi di nervi. C’è spazio per un medley in onore dei vecchi tempi del rock’n’roll, per una “Fever” a cui l’artista di Memphis riesce a conferire un tocco d’ironia. C’è una grande, eroica “Suspicious Minds” (un racconto breve sul fallimento del suo matrimonio) e una finale, hawaiana “Can’t Help Falling In Love” da accendini alzati. In questa ristampa sono presenti altri 5 brani che Elvis incise al termine del concerto di Honolulu unicamente per il pubblico USA, tutti tratti dal suo vecchio film “Blue Hawaii” del ’61 tranne l’ultimo, una ottima versione dell’hit folk “Early Morning Rain”, scritta da Gordon Lightfoot e portata al successo da Peter Paul & Mary nel 1965. Also Sprach Elvis… |
|
#6
|
|||
|
|||
|
Apro questo topic con l'idea di inserire aggiornamenti vari con riferimenti ad Elvis e non prettamente dedicati a lui, essendoci già il topic Articoli.
Se siete d'accordo postiamo qui quelle segnalazioni che ci arrivano dagli aggiornamenti internet. Ecco alcuni che mi sono arrivati oggi: Il 3 aprile esce la colonna sonora del documentario dedicato a Joe Strummer "The Future is Unwritten", la colonna sonora dell'omonimo documentario su Joe Strummer diretto da Julien Temple, uscirà il 3 aprile attraverso la Legacy Recordings. Nel disco è presente una versione live inedita di I'm So Bored With The U.S.A. insieme a brani cantati da MC 5, Elvis Presley, Nina Simone, U-Roy, Bob Dylan e Woody Guthrie. Fresco di debutto al Sundance Film Festival, il film uscirà questa estate nei cinema e sarà disponibile su DVD dal prossimo autunno. Fabrizio Biffi ================================================== == YOKOHAMA (GIAPPONE): GALA' PER I 100 ANNI DI KAZUO OHNO, OSPITE CARLA FRACCI di redazione Viaroma100.net YOKOHAMA (GIAPPONE) - Il 27 e 28 gennaio si è tenuto un importante evento in Giappone a Yokohama. Sono stati festeggiati i 100 anni del grande ballerino di “butoh” Yazuo Ohno. Come fotografa ufficiale di Carla Fracci, che è stata una delle più importanti ospiti occidentali dell’evento, ho raccontato in immagini la celebrazione che ha visto in scena i più importanti ballerini di danza giapponese tradizionale e contemporaneea come: Hideo Kanze, Akira Kasai, Akaji Maro, Kim Maeja, e alcuni dei più rappresentativi ballerini occidentali della danza classica e contemporanea, tra cui Ismael Ivo, Carla Fracci, Pina Baush. Un evento davvero memorabile e soprattutto molto emozionante per la presenza sul palcoscenico di Yazuo Ohno, che accompagnato dal figlio Yoshito ha interpretato un brano di Elvis Presley da lui adorato. Sono felice e commossa per essere stata testimone di un evento così rappresentativo per la danza internazionale. Lucia Baldini |
|
#7
|
||||
|
||||
|
SONO INCIAMPATA PER CASO IN QUESTO SITO...E SONO RIMASTA A BOCCAPAERTA! B-o
Ma e' veramente una compagnia aerea...o e' un qualcosa di virtuale? Illuminatemi! http://www.elvisairlines.it/index.ph...tpage&Itemid=1 |
|
#8
|
|||
|
|||
|
ehm... sono andata a vedere..
ma è un simulatore? leggete qui Welcome to Elvis Airlines Flights List EVS2582006-08-08Elvis AirlinesRoberto AntonettiESSAUUEE110MEJ01:53:45Poor EVS6882006-08-05Elvis AirlinesRoberto AntonettiEKSBESSA105MEJ01:26:23Perfect EVS11572006-07-27Elvis AirlinesRoberto AntonettiKDENKSFO284MEJ02:08:42Very Bad EVS1432006-07-25Elvis AirlinesRoberto AntonettiLKKVEPSC78MEJ00:52:45Horrible EVS3502006-05-13Elvis AirlinesRoberto AntonettiLICJLIEO104MEJ01:05:44Crash Total Flight made: 5 total flight time: 07:27:19 Total passengers carried: 681 Total Cargo: 75809 kg --------------------------------------------- Guardate i risultati ![]() c'è anche il forum.. per ora zero post, magari mi registro.. vi saprò dire
|
|
#9
|
||||
|
||||
|
I grandi personaggi della scienza, della musica e della politica alle grandi tragedie come la guerra
Dall'Europa all'America i nuovi "narratori" affidano il loro racconto alle immagini per le strade Graffiti, la Storia sui muri del mondo l'enciclopedia universale è spray art di GIANNI VALENTINO Una volta c'erano i diari. Poi le enciclopedie. Quindi le foto, i filmati tv e i link a internet. Ma quella che resiste al passare del tempo, in ogni angolo del pianeta, è l'arte povera. Realizzata con una vernice, pochi colori e molta inventiva: la spray-art. Per essere precisi, i graffiti, o gli stencil (i cartoncini sagomati usati per disegnare sui muri e sulle saracinesche spruzzando con le bombolette colorate, come fossero formine per giocare sulla sabbia). Ognuno lascia per strada il tributo che vuole, per celebrare un regista, un leader politico, una rockstar, uno scienziato, un genio della pittura o una maschera del cinema. Per esempio a Tijuana, la città al confine tra Mexico e Usa trovi le icone degli scienziati Albert Einstein e LouisPasteur. Sui muri di Varsavia, il viso del signore del reggae Bob Marley. Altrove, Papa Giovanni Paolo II che fuma una canna, Charlie Chaplin con una divisa da carcerato, la Venere di Botticelli in atteggiamento sadomaso. Basta una vernice, una forma pre-stampata, e la creazione è pronta per essere moltiplicata a uso e consumo delle nuove generazioni. Cinema. Memorabile l'espressione di Robert De Niro in "Taxi Driver" di Martin Scorsese: la storia del tassista-giustiziere non cede al tempo e ancora adesso si tramanda sui muri delle metropoli. Così come quelle di Marlon Brando e Al Pacino, rispettivamente ne "Il padrino" (nella galleria una foto scattata a Glasgow) e in "Scarface" di Brian De Palma (qui un'immagine da New York City, con tanto di avviso: "Il mondo è nostro"). Non sono da meno il Jack Nicholson di "Qualcuno volò sul nido del cuculo", Audrey Tautou, interprete de "Il favoloso mondo di Amélie", un classico horror come "L'esorcista" (foto scattata in Germania), la sensuale e terribile Uma Thurman di "Kill Bill", il maghetto "Harry Potter" e gli occhiali a cuoricino e il lecca-lecca di "Lolita". Politica e storia. Gli street-artist non dimenticano. La politica estera di George W. Bush è continuamente oggetto di satira. Capita così di ammirare un bacio sulle labbra tra il presidente degli States e l'ex dittatoreiracheno Saddam Hussein O di trovare sui muri del centro un faccione di Bin Laden accanto all'antica scritta dal sapore western "Wanted". A zig zag nella Storia, invece, si recuperano il paficista Gandhi su un esterno di periferia, un insolito subcomandante Marcos a riposo, Che Guevara con gli occhiali stilizzati sul simbolo del dollaro o in serie di serigrafie alla Warhol. Mentre sorprende il primo piano, decisamente irriverente, di Papa Giovanni Paolo II, che fuma una canna. Pittura. I geni della tavolozza. Dagli italiani Botticelli e Leonardo Da Vinci - strepitose le trasformazioni in chiave sadomaso della "Venere" e post-hippie della "Gioconda" - agli spagnoli Pablo Picasso e Salvador Dalì. In loro compagnia finisce "L'urlo" di Edward Munch. Dicevamo dei geni della pittura: è lecito includere nel gruppo il calciatore Diego Armando Maradona? Forse sì, se pensiamo che i suoi goal non erano comuni gesti atletici ma invenzioni di forme e movimento muscolare. Musica. John Lennon che nel 1969 scrive "Give Peace a Chance", e i graffitisti rendono ultrasecolare il suo auspicio. Ray Charles sistemato su una cassetta per le lettere, Bob "rasta" Marley che si gode la sua ganja in Polonia, i Beatles finiti sotto una grondaia qualunque. Il sorriso abbagliante di James Brown che chiede sex and love al mondo intero. David Bowie - non importa se nei panni di Ziggy Stardust o in quelli del Duca Bianco - che ribadisce per l'ennesima volta di sentirsi un "rebel". Jimi Hendrix che impugna con la mano sinistra la sua inseparabile Fender Stratocaster ed Elvis, Elvis Presley, accanto al quale si materializza il dilemma infinito: "Uccidere i nostri miti" o portarli nel tempo dentro di noi? (21 febbraio 2007) http://www.repubblica.it/2007/02/sez...-graffiti.html |
|
#10
|
|||
|
|||
|
La più sexy di tutti i tempi? Angelina Jolie
Secondo l'inchiesta condotta dal britannico Channel 4 il suo compagno Brad Pitt si è piazzato quinto e davanti a George Clooney, giunto solo settimo Londra, 24 feb. (Adnkronos/Ign) - L'attrice statunitense Angelina Jolie, 31 anni, è la persona più sexy di tutti i tempi. Lo afferma un'inchiesta condotta dal canale britannico Channel 4 sulle persone più affascinanti di sempre. Jolie, madre di tre bambini, supera persino Marilyn Monroe, piazzatasi al terzo posto, e il suo compagno e attore Brad Pitt che occupa la quinta posizione.Mentre George Clooney, che l'anno scorso People aveva incoronato ancora una volta l'uomo più sexy dell'anno, è 'solo' al settimo posto. Una rivalsa per l'interprete di 'Fight Club' che era stato ''geloso'', aveva malignato allora Clooney, del successo dell'amico. Seconda posizione invece per Elvis Presley. Fra i primi dieci compare inoltre la cantante pop australiana Kylie Minogue, all'ottavo posto. |
|
#11
|
||||
|
||||
|
x me è l'unico vero mito italiano...
|
|
#12
|
||||
|
||||
|
|
|
#13
|
|||
|
|||
|
Questa notizia è di 2 anni fa e davvero non la sapevo !!!!
Elvis uno davvero "toast" ![]() |
|
#14
|
|||
|
|||
|
Carina questa trovata....anche io vorrei tostare Elvis....xchè a noi mai nulla?????
|
|
#15
|
||||
|
||||
|
Quote:
|
|
#16
|
||||
|
||||
|
Si l'ho visto anche io su un libricino che mi ha regaleto un mio amico che fa il pasticcere
|
|
#17
|
|||
|
|||
|
Londra Con un concerto al Madison Square Garden di New York per amici, vip, parenti e fan sir Elton John festeggerà, il prossimo 25 marzo, il suo sessantesimo compleanno . Per loccasione la pop star batterà anche un record: arriverà, primo artista nella storia, alla sua esibizione numero 60 presso la prestigiosa sala della Grande Mela. I biglietti sono già in prevendita e costano dai 70 ai 256 dollari. Reginald Kenneth Dwight, in arte Elton John, è nato il 25 marzo 1947 a Pinner, un sobborgo di Londra. Appassionato di musica e pianoforte inizia a suonare alletà di tre anni, vincendo a undici una borsa di studio alla Royal Academy of Music di Londra. Il padre, pilota della Royal Air Force e trombettista per hobby, cerca di impedire al figlio di ascoltare i dischi di Elvis Presley e Buddy Holly che la moglie Sheila acquista ogni settimana. Ma visto che il signor Dwight è per lo più lontano da casa, il piccolo Reginald ha comunque lopportunità di passare le sue giornate tra i vinili.
Nel 1960, a tredici anni non ancora compiuti, forma il primo gruppo, i Corvettes (dal nome di una popolare schiuma da barba). Sette anni dopo incontra grazie a un annuncio il compositore di testi Bernie Taupin. E a quel punto che il cantante decide di farsi chiamare Elton Hercules John prendendo a prestito i nomi di due amici musicisti, Elton Dean e John Baldry. Il primo album del duo, Empty Sky, esce nel 1969 e non ottiene unaccoglienza molto positiva. Ma le cose cambiano quando la giovane star pubblica l'album che porta il suo nome Elton John (1970), che grazie allhit Your song lo catapulta subito in classifica facendogli guadagnare, sulla stampa statunitense, lappellativo di 'nuovo messia del rock'. A metà anni 70, Elton è una vera e propria star: recita nel film Tommy ricavato dallomonima opera rock degli Who, il suo nome appare nella 'Walk of Fame' di Hollywood e John Lennon lo raggiunge sul palco del Madison Square Garden di New York per un grande concerto. La sua notorietà inizia tuttavia a declinare dopo la separazione professionale da Taupin, avvenuta nel 1976 in seguito alluscita del doppio album Blue Moves. Nel 1979, dopo uninterruzione durata due anni, Elton torna in tour diventando la prima rockstar europea a suonare in Unione Sovietica. Nel frattempo, Taupin torna a collaborare con lui per lalbum 21 at 33. Dopo unoperazione alla gola per un tumore benigno nel 1987, Elton, ancora non totalmente riabilitato, decide comunque di intraprendere un tour che lo porterà a suonare in Australia con la Melbourne Symphony Orchestra. Nel 1988 si disfa del suo guardaroba e di tutti gli oggetti accumulati in anni di sfrenato shopping, ripulendo la sua immagine. Poi, superato un difficile periodo legato alleccesso di droghe, Elton ritorna con Reg strikes back, un album che lo riporta nelle posizioni alte delle classifiche. Inizia un lungo tour e si impegna a raccogliere fondi per la lotta al virus dellHiv, costituendo la Elton John Aids Foundation. Ritornato al lavoro a pieno ritmo, nel 1994 compone in collaborazione con Tim Rice la colonna sonora del film Disney Il Re Leone. Lanno successivo pubblica il suo miglior disco degli anni 90, Made in England, in bilico tra orchestrazioni e pezzi rock. Nel 1997 canta e incide in memoria dellamica Lady Diana un vecchio classico rivisto e corretto per l'occasione, Candle in the wind, lanno successivo è nominato Sir. Tra pochi giorni, fra le soprese che Sir Elton ha voluto fare ai suoi fans in occasione del suo 60esimo compleanno, ci sarà anche la pubblicazione di un cd/dvd dal titolo Rocket man - The definite hits. |
|
#18
|
|||
|
|||
|
|
|
#19
|
|||
|
|||
|
"..il cantante della band britannica, a tre quarti dello show ha scaraventato a terra un busto in porcellana di Elvis Presley.."
Certo che alle volte non puoi proprio evitare di pensare che la stupidità umana è sconfinata. |
|
#20
|
|||
|
|||
|
Questa è quella che chiamerei "INVIDIA" il tizio sa che non arriverà mai al livello di Elvis....se rompere un suo busto gli da soddisfazione allora ben venga....sarà l'unica della sua vita....neanche lo conosco questo gruppo!!!
|
|
#21
|
|||
|
|||
|
SPETTACOLI & CULTURA
Si intitola "33 dischi senza i quali non si può vivere" il libro di Gino Castaldo e Ernesto Assante Dai Beatles agli U2: una lista per raccontare l'epoca d'oro del rock e non soloI migliori album della nostra vita viaggio in cinquant'anni di musica di RITA CELI ROMA - Il titolo del libro può suonare eccessivo ma 33 dischi senza i quali non si può vivere (Einaudi, 13,50 euro, in libreria dal 10 aprile) di Ernesto Assante e Gino Castaldo non è solo una lista di album, tutti in vinile e a 33 giri, ma è il racconto appassionato e motivato di un'epoca, da Elvis Presley agli U2. Critiche e proteste sono già messe in conto dagli autori, perché la scelta è, ovviamente, arbitraria ma i criteri che hanno portato ai 33 titoli (più un singolo, Imagine di John Lennon) sono precisi: si tratta di dischi di "incomparabile bellezza", opere straordinarie che hanno segnato profondamente la storia della musica, gettando le basi per quello che sarebbe venuto dopo. In altre parole, sono i cd che oggi non dovrebbero mancare in una discoteca che voglia colpire al cuore con le perle della musica degli ultimi 50 anni. Non sono "i" migliori album, ma sono "dischi senza i quali è impossibile vivere" scrivono gli autori nell'introduzione, "e sono talmente pochi che potrebbero essere portati con noi sull'isola deserta per garantirci una gradevole sopravvivenza dopo un terribile naufragio". Solo un caso li posiziona tra 1956 (con Ella Fitzgerald e Elvis Presley) e il 1994 (l'anno di Grace di Jeff Buckley), preceduto da Achtung Baby degli U2 (1991) e Le nuvole (1990) dell'unico italiano in lista, Fabrizio De André. La maggior parte degli album raccontati nel libro sono stati realizzati negli anni Sessanta - dai Beatles ai Rolling Stones, Bob Dylan e Jimi Hendrix, da James Brown ai Velvet Underground - e soprattutto durante i 70, decennio che si apre con Led Zeppelin IV, Who's Next degli Who, e ancora Bob Marley, Brian Eno, Pink Floyd, per chiudersi con London Calling dei Clash. Una breve coda negli anni 80 per citare Graceland di Paul Simon o Born in the Usa di Bruce Springsteen. Assante e Castaldo ammettono con rammarico che in questa loro lista "i dischi nati nell'era del cd sono realmente pochi" perché negli ultimi 15 anni gli album "hanno iniziato prima a perdere valore e poi a perdere senso". "La musica, che all'inizio del secolo si era materializzata diventando disco, sta cominciando a smaterializzarsi di nuovo, fisicamente inesistente" proseguono. "Se fino a quindici anni fa potevamo identificare la musica e il supporto, oggi la musica trasformata in un bit non occupa alcuno spazio fisico". Ma a questa rivoluzione "assoluta e totale" nel modo di fruire la musica non corrisponde una creatività in grado di sbalordire, come invece è accaduto con ognuno dei 33 dischi analizzati nel libro. Come Revolver dei Beatles: "In quel periodo poteva capitare che un album cambiasse completamente il corso della musica pop, e Revolver fu uno di questi". Oppure Highway 61 Revisited di Bob Dylan: "Agli inizi degli anni '60 le canzoni di Dylan caddero come una pioggia di folgorazioni poetiche su un mondo in attesa messianica. Con lui il rock'n'roll impara a parlare una nuova lingua". Oppure London Calling dei Clash: "Ci sono dischi che funzionano da spartiacque, e London Calling è un'importante boa messa a galleggiare nella tempesta del tempo. Non è possibile capire cosa sia accaduto al rock nel passaggio tra gli anni 70 e 80 se non ci si immerge completamente nel caleidoscopio di suoni di questo album". Del disco scelto per Fabrizio De André scrivono: "E' un incipit memorabile, forse tra i più belli mai immaginati". O ancora, parlando di Marvin Gaye: "Difficile immaginare il soul senza What's Going On. Perché è un capolavoro, il vertice della creatività e dell'arte di questo artista, ma soprattutto perché è il disco che consente alla definizione di soul music di compiersi". Pagina dopo pagina ogni album viene raccontato, scoperto, analizzato fino a svelare le motivazioni della scelta. Anche per maestri come i Pink Floyd: "Dopo aver scoperto cosa c'era in quella misteriosa faccia scura della Luna, il rock non è stato più lo stesso, ha assunto dimensioni colossali, è diventato altro da sé". Naturalmente ognuno è libero di condividere o criticare le scelte di Assante e Castaldo che, per proseguire il gioco con un sondaggio per Repubblica.it, hanno allungato la lista a 50 titoli: ancora una volta molti saranno scontenti, ma è solo un gioco. (5 aprile 2007) |
|
#22
|
||||
|
||||
|
mi fossi trovato io la band avrebbe fatto la fine del busto in porcellana.
|
|
#23
|
||||
|
||||
|
Elvis ‘The King’ statue returns to public view at the Las Vegas Hilton
Elvis Presley’s life-size bronze statue, which stood in the Las Vegas Hilton Hotel lobby for oh, so many years, is back in public view. First dedicated in 1978, the somewhat ungainly pose of Elvis, guitar slung over his shoulder and holding a microphone in his left hand, was re-dedicated June 21.But it wasn’t inside the hotel. This time, Elvis the Pelvis has been kicked outdoors to a garden area, standing atop a pedestal with embedded spotlights. A new bronze plaque at the rock ‘n’ roll idol’s feet reads: ELVIS: “THE KING” OF LAS VEGAS An eight-year exclusive run in the Las Vegas Hilton Showroom 837 consecutive sold-out performances entertained some 2.5 million people enough to fill the Rose Bowl 25 times over! LAS VEGAS’ ALL-TIME FAVORITE, AND SUCCESSFUL PERFORMER Elvis Presley’s Las Vegas connection was given a boost by his 1964 film “Viva Las Vegas!” opposite Ann-Margret, who drove him wild before Elvis could drive his racing car in the first Las Vegas Grand Prix. Those were delirious days for the rock performer and fans. But now, the fame and recognition are ebbing. And his bronze statue is now outdoors where it inevitably will be bombed by birds of all feathers, and where many a mutt could lift a leg to leave a liquid signature. Such is the nature of fame, a bird with paper wings. June 22, 2006 ki mastica inglese puòraccontarci quello ke è stato scritto,io c faccio un macello con l'inglese
|
|
#24
|
||||
|
||||
|
Ecco Enzo!
La stuatua in bronzo di Elvis Presley a grandezza naturale, che per anni si è retta nell'atrio dell'Hilton Hotel di Las Vegas, è tornata alla vista del pubblico. Inaugurata per la prima volta nel 1978, la posa un po' sgraziata di Elvis, con la chitarra imbracata sulla spalla e il microfono nella mano sinistra, è stata re-inaugurata il 21 Giugno. Ma non era all'interno dell'hotel. Questa volta Elvis The Pelvis è stato posizionato nel giardino esterno sopra ad un piedistallo. Sulla nuova placca in bronzo si legge: ELVIS IL RE DI LAS VEGAS: una corsa durata 8 anni consecutivi nella Showroom dell'Hilton Hotel 837 concerti che hanno fatto il "tutto esaurito" intrattenendo circa 2.5 milioni di persone L'ARTISTA PREFERITO E CHE HA AVUTO PIU' SUCCESSO A LAS VEGAS. Il primo legame di Elvis Presley con Las Vegas fu nel 1964 per il film "Viva Las Vegas" insieme ad Ann-Margret, che lo fece impazzire prima che si mettesse alla guida della sua auto da corsa nel primo Gran Premio di Las Vegas. Quelli furono giorni di delirio per la stella del rock e i suoi fans. Ma ora la fama e il riconoscimento stanno calando...E ora questa statua è fuori dalle porte, dove sarà bombardato da uccelli di tutte le razze e dove uno stupido cane potrà alzare la zampa per lasciarci la sua firma in forma liquida. Questo è il prezzo della fama! LISA
__________________
Grazie Elvis Official Fan Club![]() Officially Recognized by Elvis Presley Enterprises, Inc. www.ShopElvis.it Il negozio online del nostro Fan Club! Unisciti a noi anche su Facebook!!! http://www.facebook.com/pages/Grazie...2474753?v=wall |
|
#25
|
|||
|
|||
|
Eh che cavolo, questo articolo è partito bene ed è finito malissimo, xò magari è la stessa delusione del giornalista del fatto che l'abbiano messa fruoi? Mah, fatto sta che forse è anche meglio xchè può essere ammirata meglio nn credete? magri lo hanno fatto proprio x questo!
|
|
#26
|
||||
|
||||
|
IL “PRINCIPE DI SAVOIA”
Le bizzarre gesta di un giovane dal bell’aspetto mettono a subbuglio il centro di Udine. Curioso episodio di cronaca l’altro giorno a Udine. Un giovane di 35 anni, elegantemente vestito e dai modi compiti, ha provocato una certa animazione, aggirandosi per le vie del centro seguito da un piccolo drappello di accompagnatori che lo apostrofava ad alta voce con titoli quali “principe”, “altezza”, “altezza reale”. La comparsa, fin dalle prime ore del mattino, dell’insolito drappello non è passata inosservata e ben presto una piccola folla di curiosi e sfaccendati si è radunata attorno a quello che alcuni presentavano come “l’erede al trono d’Italia”. Incalzato dalle domande dei cronisti subito accorsi, il protagonista della chiassata ha affermato di chiamarsi Emanuele Filiberto di Savoia, di aver vissuto molti anni all’estero e di essere venuto in città per promuovere una sua associazione. Si è inseguito saputo che a tal fine, godendo evidentemente di una certa disponibilità economica, aveva addirittura affittato il Salone del castello per un convegno dall’ambizioso titolo “I giovani risorsa del terzo millennio”. La prima tappa del bizzarro pellegrinaggio è stata la statua equestre di Vittorio Emanuele II che si trova all’interno dei giardini Ricasoli e che il Filiberto vorrebbe fosse spostata in piazza Libertà, davanti al municipio (perentoria, in tal senso, la sua richiesta al Comune: “dobbiamo dire al sindaco o a chi compete questa decisione, di rimettere la statua al suo posto”). In precedenza il gruppo era stato al centro di un inusuale ricevimento all’interno della sede della Provincia di Udine. A sorpresa il presidente dell’ente, Marzio Strassoldo, forse memore del passato nobiliare o perchè colpito dalle credenziali del giovanotto, gli ha aperto le porte di Palazzo Belgrado, inventando per l’occasione un “Comitato d’onore” e intrattenendolo con una serie di orazioni di circostanza che, per la verità, il Filiberto è parso ascoltare senza grandi entusiasmi. Controllata a distanza con una certa bonomia da un paio di guardie municipali, la pittoresca brigata (che nel frattempo aveva assunto uno spiccato carattere femminile) si è quindi diretta verso il centro di Udine, attraversandolo tutto fino a giungere in piazza San Giacomo. Dove il “principe” si è intrattenuto per circa un’ora attorniato da un rumoroso gruppo di giovani studentesse delle scuole medie che lo avevano riconosciuto come il protagonista di alcune comparsate televisive. Tra gridolini, coretti e richieste di autografi si è fatta l’ora del pranzo (debitamente consumato in un locale poco distante). Nel pomeriggio, dopo il “convegno” in Castello, il giovane ha inanellato l’ultimo successo riuscendo a farsi ricevere dal magnifico rettore dell’ateneo friulano, Furio Honsell, che lo ha ascoltato con molta cortesia, dando mostra di accogliere per buona la promessa della creazione di una borsa di studio dedicata “allo studio della famiglia reale”. È stata l’ultima impresa del Filiberto, prima di dileguarsi senza lasciare traccia. Non è la prima volta che a Udine accadono episodi di questo tenore. Nell’aprile del 1925 una giovane che si spacciava per la sorella minore della zarina di Russia, riuscì a farsi ricevere in diversi salotti e a farsi mantenere per oltre una settimana da un avvocato di fede monarchica, prima che un fonogramma da Roma ricordasse che la famiglia dello zar era stata sterminata dai bolscevichi nel 1918. Nel dicembre del 1947 un vecchio vestito di rosso convinse una ventina di liceali a seguirlo per alcuni chilometri alla ricerca della propria slitta e delle renne che la trainavano. Fu tradito dalla fluente barba bianca posticcia che si staccò per l’umidità. Il 16 settembre 1977, infine, un quarantenne piuttosto appesantito, con vistose basette e una giacca di jeans con le frange e che affermava di chiamarsi Elvis Presley fu protagonista di un improvvisato concerto rock in piazza Primo Maggio. Sparì nel nulla prima che si potesse accertare che il vero Presley era deceduto un mese prima. In tutti questi casi, tuttavia, la notizia non aveva occupato più di un trafiletto in cronaca. Stupisce constatare che le gesta del “principe di Savoia”, invece, hanno occupato le prime pagine delle nostre gazzette e hanno goduto di ampi servizi nei nostri telegiornali regionali. Per fortuna ora la normalità è stata ripristinata e il traffico delle carrozze ha ripreso a scorrere regolare. http://www.nuovofriuli.com/read.asp?code=2007.0406.02 |
|
#27
|
||||
|
||||
|
mmhhhh,ok,ok!!!!!
|
|
#28
|
|||
|
|||
|
Anche lei ascolta grandi interpreti tra cui Elvis. Bene
|
|
#29
|
|||
|
|||
![]() A Orsogna "Matthew Lee", funambolo del piano 30 Apr 2007 ore 10:44 Ingresso libero, chi vuole potrà fare un'offerta per la costruzione di un centro di educazione per 80 bambini in Uganda. Da Jerry Lee Lewis a Bono Vox, uno spettacolo travolgente grazie alla calda voce del rocker che "pesta" la tastiera Una serata di travolgente rock and roll, da godere gratuitamente in compagnia di Matthew Lee, giovane funambolo del pianoforte il cui ultimo album, «Shake», è stato prodotto dai Nomadi. L'appuntamento è per domani – domenica 29 aprile – dalle ore 21.15 nel Teatro De Nardis di Orsogna (Chieti). L'accesso è libero, ma chi vuole potrà fare un'offerta per il progetto «Children's Care Centre», promosso dalla sede di Ortona dell'associazione «Abbracci senza frontiere» onlus ( www.abbraccisenzafrontiere.com ), che prevede la costruzione e la gestione di un centro di cura e di educazione per 80 bambini e relative famiglie a Kampala, in Uganda. Accanto alla finalità benefica della serata, gli spettatori potranno lasciarsi coinvolgere da uno spettacolo accattivante, che sorprenderà giovani e adulti. Matthew Lee (al secolo Matteo Orizi, di origine pesarese) si è affermato calcando i palchi di prestigiosi teatri italiani insieme a Jannacci e De Gregori. Dopo la partecipazione a programmi Rai come «Domenica in» e «Ci vediamo in tv», si è esibito dal vivo allo «Speciale per me» di Renzo Arbore ed è stato tra i protagonisti del Capodanno 2005 di Roma, dove ha suonato e cantato trascinando nel ritmo 150 mila persone entusiaste. Nell'album «Shake» e nel tour che lo sta portando in tutta Italia, Matthew sfodera la sua proverbiale tecnica nel «pestare» la tastiera, alla Jerry Lee Lewis, come solo un vero pianista di rock and roll sa fare, e una grande abilità nel modulare la voce. Dura e pura quando serve, come in «Great balls of fire» di lewisiana memoria; calda ed espressiva in una stupenda ballata come «Losin' time». Matthew Lee suonerà americano dalla prima all'ultima nota, tra riferimenti al miglior country-rock, riuscite cover come «It's now or never» (versione inglese di 'O sole mio); «The revolution Kind», ripresa del brano di Bono, e la mitica «Burning Love» di Elvis Presley. |
|
#30
|
|||
|
|||
|
Qualcuno che si ricorda che Elvis è esistito . Bene.
|
|
#31
|
|||
|
|||
|
Per i pugliesi
22/05/07 da venerdì 22 a domenica 24 giugno - FESTA DEI SAPORI ANTICHI - Zona Le Rene – Surbo (Lecce) Tre giorni di musica, tradizione e gastronomia. Sul palco spazio ai ritmi tradizionali di Alla Bua e alle sonorità balcaniche degli Opa Cupa. Da venerdì 22 a domenica 24 giugno a Surbo l’associazione Le Rene organizza la terza edizione della Festa dei Sapori Antichi. Una tre giorni dedicata ai prodotti tipici locali, alla musica e alla tradizione. “Questa festa”, sottolineano gli organizzatori, “è il fiore all’occhiello dell’associazione nata tre anni fa per tramandare la cucina tipica e le antiche tradizioni legate alla cultura ed all’economia della nostra terra”. Venerdì 22 giugno la festa parte con Dance Show. Una serata dedicata al ballo con le esibizioni dell’International Studio Danza di Ada Spinetta e con Butterfly dance di Rita Castelluzzo. Sabato 23 giugno doppio concerto tra rock e musica balcanica, blues e sonorità jazz. Alle 21.00 sul palco saliranno i Black Notes, un quartetto di grande esperienza che propone un vero e proprio tributo a Elvis Presley e a tutti i grandi interpreti del rock’n roll degli ultimi 50 anni. A seguire gli Opa Cupa (leggi: «opa tzupa»), grido di esortazione alla danza degli zingari del Sud-Est Europa, un progetto musicale nato nel Salento. Il gruppo nasce, in origine, con la ricerca del repertorio musicale dei Balcani, ma sempre più i testi e le musiche originali scritti dal poliedrico trombettista Cesare Dell’Anna, si incrociano con le sonorità jazz e bandistiche tipiche della tradizione musicale del Sud Italia, diventando qualcosa di nuovo e originale. Opa Cupa spazia e fa tesoro di poliedriche esperienze svolte in ambito etnico e jazz, che fondono ed elaborano i velocissimi «estam» e «horo», dai tempi dispari ed irregolari. Nelle strutture popolari sono introdotti spazi di improvvisazione dove prevale un atteggiamento jazz nella articolazione della frase, cluster improvvisi, situazioni «accordali» dissonanti affidati agli ottoni. Domenica 24 giugno, infine, serata conclusiva della Festa dei sapori antichi con la pizzica degli Alla bua. Il gruppo nasce dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina. Gli Alla Bua si sono formati tra le ronde della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, nelle notti itineranti del canto a Santu Lazzaru, nelle tipiche feste nelle curti fatte di vino, voci spiegate e incessabili tamburelli. Qui si sono uniti i componenti, ragazzi provenienti da vari paesi del Salento (da Casarano a Collepasso, da Racale fino alla grica Sternatia), con la comune coscienza di sentire propria l’eredità della musica popolare, appresa direttamente nelle proprie case, con la grande passione di suonarla, di tramandarla e di divulgarla. In apertura spazio a Bello Ballo Estate. Dalle ore 21,00 |
|
#32
|
|||
|
|||
|
Nuove intitolazioni: tra le altre via Elvis Presley e stradello Fred Buscaglione
21/05/2007 - La Giunta comunale, nella seduta del 16 maggio, ha deliberato l'intitolazione di nuove vie e piazze, aree verdi, impianti sportivi, strutture e edifici pubblici. Le decisioni della Giunta sono state adottate sulla base delle proposte avanzate della Commissione consultiva di Toponomastica, presieduta dell'assessore Costantino Monteverdi. Secondo un criterio costantemente seguito in precedenza, anche in quest'occasione le proposte della Commissione, sostanzialmente accolte dalla Giunta, hanno teso a definire, dove possibile, le nuove intitolazioni in analogia a quelle preesistenti nella zona interessata. Nel caso di gruppi di strade inserite nello stesso comparto urbano, si è scelto d'intitolarle a personalità eminenti nel medesimo campo d'attività o d'impegno civile. In coerenza con quest'ultimo principio, le nuove strade della Scheda Norma A5 nel Quartiere Cinghio porteranno il nome di cantanti di musica leggera italiani e stranieri di fama internazionale: via Elvis Presley, via Louis Armstrong, via John Lennon, stradello Fred Buscaglione, via Fabrizio De Andrè, via Ella Fitzegerald. Avrà, invece, una denominazione corerente con le adiacenti vie Picasso e Savinio l'attuale strada n. 1 di strada Marconi a San Lazzaro, che s'intitolerà al grande pittore del Novecento italiano Mario Sironi. Analogamente, strada 1 di strada Lugagnano a Viarolo prenderà il nome del poeta cinquecentesco Francesco Berni, prosecutore dell'incompiuto "Orlando innamorato" del Boiardo, al quale è intitolata una strada adiacente. Così come la strada n. 2 del comparto urbanistico ex-Capovilla a Corcagnano ricorderà l'uomo politico belga Paul Henry Spaak, uno dei padri dell'unità europea, come i titolari delle contigue vie Willy Brandt e Robert Schuman,. A sua volta, porterà il nome del Medico Carlo Majorano la strada n. 1 dell'insediamento ex-Braibanti (non lontano dalle vie Fleming e Jenner). Carlo Majorano, dirigente dell'Area di Emergenza del nostro ospedale, è stato il primo a sperimentare i codici per l'accesso alle prestazioni di pronto soccorso verde, giallo e rosso. Ufficializza il toponimo tradizionale, seguendo così un'altra ricorrente indicazione della Commissione e del suo Presidente, la denominazione di via Del Convoglio attribuita alla strada n. 1 del nuovo indesiamtno urbanistico nell'omonima località in frazione Ponte Enza. Prende spunto dalla prossima ricorrenza del 90° anniversario di fonazione del Lions Club International l'intitolazione dell'ex strada 1 di strada dei Mercati a Jones Melvin, che diede vita alla benemerita associazione il 7 giugno 1917. Il giornalista, scrittore e pittore parmigiano Ubaldo Bertoli, comandante partigiano durante la Resistenza, sarà opportunamente ricordato con l'attribuzione della titolarità della strada che congiunge strada Bassa Nuova e strada Cava in Malandriano, già ora denominata "Strada Bertoli", ma senza specifica deliberazione del Comune. Sempre su proposta della Commissione, un ancora più rilevante riordino toponomastico la Giunta comunale ha com piuto unificanto la denominazione dei parchi contigui "Ex Eridania" e "Falcone-Borsellino", anche in considerazione del fatto che ai due Magistrati vittime della Mafia saranno dedicate vie di prossima realizzazaione. La grande area verde situata al margine nord est del Centro storico assumerà così in via definitiva il nome di "Parco Eridania" (senza ex), così com'è ormai da tempo conosciuta a livello popolare e con riferimento allo storico stabilimento che vi aveva sede. Venendo alle strutture sportive, il Campo Scuola di via Po, a tutti già ora noto con il nome del compianto sindaco di Parma e grande sportivo Lauro Grossi diventerà ufficialmente lo Stadio d'Atletica Lauro Grossi, L'attiguo nuovo Palazzetto dello Sport, tenendo contro delle indicazioni pervenute dal Comitato provinciale CONI, sarà intitolato a Gino Lottici, che dello stesso Comitato è stato Segretario per vari decenni, mentre la palestra di via Pelicelli porterà il nome d’Ilario Toniolo, arbitro internazionale di pallavolo di grande levatura. Due strutture dedicate ai giovani, sedi d'innovativi servizi in attuazione delle politiche di prevenzione del disagio portate avanti dall'Amministrazione comunale, avranno il nome dei Quartieri in cui sono ubicate, ovvero: Centro Giovani e Centro Giovani Baganzola, in attesa della scelta dell'intitolazione che sarà fatta dagli stessi giovani. Infine, il nuovo canile e il nuovo gattile comunali, sorti in strada dei Mercati, avranno nomi riferiti a due famosi cartoni animati, la cui visione ha trasmesso a varie generazioni di cittadini emozioni capaci di'ispirare affetto e rispetto per gli animali. Si chiameranno, infatti, rispettivamente Parco Canile "Lilly e il Vagabondo" e Parco Gattile "Gli Aristogatti". Da Lungoparma.it |
|
#33
|
|||
|
|||
|
Un'epidemia al cinema: le biografie musicali
di Simona Orlando ROMA (21 maggio) - Sarà che siamo a corto di eroi, ma il biennio 2007-2008 porta in grembo una sfilza di biografie musicali, dirette a tonificare vecchi miti e a farne nascere di nuovi. Sull’onda del successo al botteghino di Ray, Walk the line, Dreamgirls, i produttori cinematografici stanno investendo a ruota libera sul genere "biopic". Motivo: si risparmia sugli effetti speciali e sulle idee. Gli sceneggiatori possono, infatti, limitarsi ad adattare trame, pescando a piene mani dalle maledizioni che hanno segnato il calendario del rock o il calvario del jazz, storie vere di geniali intuizioni, gioventù bruciate e morti annunciate. Al Festival di Cannes è stato accolto con un’ovazione Control, basato sulla biografia di Ian Curtis (interpretato da Sam Riley), cantante dei Joy Division suicidatosi a 23 anni, mentre stanno per concludersi le riprese del film su Bob Dylan I’m not there, con ben sei attori a rappresentare le diverse fasi della sua vita (Cate Blanchette è Mr Zimmermann negli anni ’60, Richard Gere in quelli attuali). La colonna sonora prevede canzoni originali e cover realizzate da Calexico, Michael Stipe e P.J. Harvey. Due sono i film in arrivo su Janis Joplin: The Gospel according to Janis e Piece of my heart. Nel primo, ad interpretare la perla del blues è Zoey Deschanel, che al provino ha battuto Britney Spears, Scarlett Johansson e Pink; nel secondo il ruolo è affidato a Renée Zellweger. Per gli amanti del punk gli appuntamenti al cinema diventano tre: il film tratto dal libro I slept with Joey Ramone, la pellicola diretta da Michel Gondry sui Blondie - dove Debbie Harry avrà le fattezze della stella di Spider-Man 3 Kirsten Dunst - e The Passenger, che vede l’ex hobbit Elijah Wood nelle vesti sguaiate di Iggy Pop. Un insospettabile Mike Myers si prepara ad essere il batterista degli Who in See me feel me: Keith Moon naked for your pleasure (a Tim Roth spetta la parte di Pete Townshend), l’attore scozzese Ewan McGregor è pronto a trasformarsi in Kurt Cobain per volere della vedova Courtney Love, e Brad Pitt sta ponderando se diventare Jeff Buckley in Mystery white boy, film prodotto dalla madre dell’artista annegato dieci anni fa in un affluente del Mississippi. Per motivi legali, invece, sono stati sospesi il biografilm di Bob Marley e Devastated, versione altra della tragica fine di Jimi Hendrix. E’ decaduta l’ipotesi di Johnny Depp protagonista di Slide away, film sullo scomparso Michael Hutchence degli Inxs, ma dopo la smentita di un Sacha Baron Cohen nella parte di Freddie Mercury (proprio a lui si era ispirato il comico per il look di Borat), Depp resta il primo candidato alla trafigurazione nel leader dei Queen. Sembra poi definitivo che l’attore Don Cheadle e la cantante Mary J. Blige si misureranno rispettivamente con Miles Davis e Nina Simone, Morgan Freeman incarnerà Duke Ellington in The Jazz ambassadors e Josh Hartnett, in Deep in a dream: the long night of Chet Baker, si calerà negli anni romani del trombettista, fino al volo dalla finestra di un hotel. Anche i padrini del soul risorgeranno sul grande schermo: in Sexual healing è Jesse L. Martin ad impersonare Marvin Gaye dai tempi della Motown all’esilio in Europa, prima di essere ucciso dal padre per regalo di compleanno, mentre in Superbad di Spike Lee, Eddie Murphy e Jamie Foxx continuano a contendersi il ruolo di James Brown. Il mondo del gangsta-rap e dell’hip hop non poteva che apparire altrettanto accattivante all’industria cinematografica, così Robert De Niro ha deciso di co-produrre il biografilm su Missy Elliott, e i set sulle vicende di Notorious B.I.G e Tupac Shakur sono stati blindati ma avviati. Come era prevedibile, è infine pronta la parodia sulla pandemia dei biopic: si intitola Walk Hard e ha già attirato, nella parte di Elvis Presley, Jack White degli White Stripes. |
|
#34
|
|||
|
|||
|
Quote:
|
|
#35
|
||||
|
||||
|
era un messaggio ke mi era sfuggito...benissimo,allora li si ke c sarò....
KI VIENE????
|
|
#36
|
||||
|
||||
|
dove si trova sto posto???? mi sa ke me lo perdo vero????
|
|
#37
|
|||
|
|||
|
Piemonte
Va bene per Rocco ![]() ![]() ![]()
|
|
#38
|
|||
|
|||
|
Infatti, grazie hurt ci andrò sicuramente FANTASTICO
. E' a 20 km da casa mia...
|
|
#39
|
|||
|
|||
|
Potrei farci un pensiero
|
|
#40
|
|||
|
|||
|
|
|
#41
|
|||
|
|||
|
|
|
#42
|
||||
|
||||
|
vi voglio tutti qui tra i trulli,gli asinelli,le casedde,i fichi d'india,i fioroni,le nespole,le braciole ,le gnumeredde e le orecchiette!!!
acc ke fame a quest'ora....braciole...aaaaaaaaaaaah!!!!! ![]()
|
|
#43
|
|||
|
|||
|
Cucini e prepari tutto tu Guitar?
|
|
#44
|
|||
|
|||
|
Notizia simpatica
DI GIORNO PRETE, DI SERA ROCKER La doppia vita di don Antonio Petrescu. La strana e doppia vita di don Antonio Petrescu, nato 34 anni fa a Bucarest, vice parroco nella cattedrale dei Marsi di Avezzano, nell'aquilano. Di giorno celebra messa, di sera si esibisce come rocker coltivando la sua passione per Elvis Presley. In Abruzzo c'e' un altro prete che ama lo spettacolo, e' padre Nike, ballerino con la passione per le scarpe da ginnastica, appunto le Nike. autore: caterina ferrari data: 02.06.2007 |
|
#45
|
||||
|
||||
|
Di giorno prete, di sera rocker... Questo è uno dei pochissimi preti che ammiro!
Quote:
|
|
#46
|
|||
|
|||
![]() Jack White: 'Sarò Elvis per un secondo' Jack White ha rivelato che vestirà i panni di Elvis Presley in un film di prossima uscita. "Si tratta di un piccolissimo ruolo in 'Walk hard', la storia di un cantautore a metà fra Dylan, Johnny Cash e Brian Wilson dagli anni Cinquanta ai giorni nostri", ha raccontato il leader dei White Stripes. "Non ho potuto rifiutare: essere Elvis, anche solo per un secondo, è il sogno di ogni rocker". (Fonte: La Repubblica) |
|
#47
|
|||
|
|||
|
Qualcuno che si ricorda di Elvis anche quà in Italia.
|
|
#48
|
||||
|
||||
|
tho,beccatevi questo consigliere spagnolo
![]() ![]() ![]() http://www.repubblica.it/2006/08/gal...e-elvis/1.html dalla repubblica!!!!! |
|
#49
|
|||
|
|||
Fabrizio Biffi |
|
#50
|
||||
|
||||
|
elvis the guru of music!!!!!
|
|
#51
|
|||
|
|||
|
ONORE A QUESTO COMUNE SICILIANO
![]() ![]() Siciliani.... adesso c'è un Elvis Day anche da voi ![]() ![]() Girando sul web ho "incontrato" questo sito di un Comune Siciliano, tra alla voce Cultura mette Elvis Presley ![]() http://www.sglapunta.it/modules/wfse...hp?category=37 La presentazione è piena di "imperfezioni" (preferisco definire così ) ma, quantomeno fa un quadro piacevole da leggere L'8 gennaio 1935, poco dopo mezzogiorno, Gladys Presley partorisce due gemelli.Uno di essi nasce morto, Jesse Garon, l'altro si chiama Elvis Aron Presley. Nel 1937, all'età di due anni, E. comincia a cantare nel coro della chiesa. Nel 1948 i Presley lasciano la nativa Tupelo per stabilirsi a Menphis. Nel 1954 l'artista ha il primo contatto con la Sun di Sam Philipps ed in quegli studi , quasi per gioco, canta MY HAPPINESS, che in quel periodo è un successo degli Ink Spots. Nel luglio di quell'anno la Sun pubblica il primo singolo di Elvis, THAT'S ALRIGHT MAMA/BLUE MOON OF KENTUCKY.Verso la fine dell'anno il colonnello Parcker comincia ad interessarsi a lui. All'inizio del 1955, con un permio di ingaggio di 35.000 dollari, la RCA fa firmare un contratto a Presley, tramite la mediazione di Tom Parker. Nel 1956 Elvis comincia a lavorare al suo primo film : LOVE ME TENDER, seguito dal film JALOUISE ROCK nel 1957 e KING CREOLE nel 1958, che lo impone definitivamente come attore . Nello stesso anno parte per militare. Il 1° ottobre viene trasferito in Germania ove incontra Prischilla Beaulieu. Quando Elvis uscì dall'esercito, nel marzo del 1960, l'avvenimento fu prospettato come il più importante del secolo. Due piccoli gioielli emergono nella sfilza di canzoni melodiche e sentimentali che segnavano la nuova piega di cantante pop che stava prendendo : ELVIS IS BLACK, un disco apertamente ispirato alla matrice blues, ed un LP di matrice gospel che incise pochissimo tempo dopo, HIS HANDS IN MINE, nella quale la voce di Elvis ricordava che questo ragazzo era amato perché i bianchi amavano la sua anima nera. Proprio da questa incizione la RCA Victor trasse CRYING IN THE CHAPEL, il primo suo 45 giri che giunse in vetta alle classifiche britanniche dopo la Beatlesmania. Tra il 1960 e il 1968 i dischi oscillavano tra il rock, il pop e la musica country. Nel 1961 inizia una tournée che lo porterà ad esibirsi in febbraio davanti a 9000 persone a Memphiss ( in quella occasione la RCA lo premia per aver venduto oltre 75 milioni di dischi ) ed in Marzo al Block Arena di Pearl Harbour nelle Hawaii. Nel 1967 l'LP HOW GREAT THOU ART vince il Grammy Award . Il primo maggio sposa Prischi Ila, ohenel 1968 gli regala LISA MARIE. Una sfilza di produttori corteggiavano Elvis per portarlo in studio ed eseguire qualcosa da tramandare ai posteri. Inoltre il fattore tempo giocava a suo favore. Il pubblico era più maturo. Non si faceva più condizionare dalle classifiche, ma sceglieva ciò che più aggradava. Qualcuno scoprì che non tutto ciò che è vecchio è datato. Si cominciava a guardare alle radici. Non era più solo l'ultimo disco di un artista a contare, ma la sua storia. Questo fattore consentiva ad Elvis di incidere dei LP di buon livello ed ottenere il successo meritato, visto che era rimasto, ad onta di tutte le mode, sempre nel cuore del suo pubblico. Elvis continuò a produrre dei buoni motivi : SUSPICIOUS MPND, IF I CAN DREAM E BURNING furono degli ottimi singoli, e Elvis Country, un LP del 1971,fu considerato da tutti un a pietra miliare. Gli anni 1969, 1970, 1971 lo vedono protagonista a Las Vegas all'Hilton Hotel di svariati show che proseguiranno sino al 1977. Quando si esibiva a Las Vegas arrivavano aerei da tutto il mondo, carichi di persone, venuti a vedere THE KING .Era appoggiato da 5 strumentisti e da un'orchestra di 25 elementi .Con lui si esibivani ai cori gli Imperials e le Sweet Inspirations. Cantava i classici Hound Dog, Johnny be good, Blue suede shoes, per poi passare ai nuovi Let it be me, Yesterday, in the ghetto. La nuova canzone sulla pace e la fratellanza, presentata a Las Vegas IF I CAN DREAM vendette un milione di copie in un batter d'occhio. Il mito era più vivo che mai. La voce era la stessa. Gli stessi movimenti del corpo. Nel 1973 viene trasmesso in mondovisione via satellite lo show ALOHA FROM HAWAII, da cui viene tratto il film ELVIS ON TOUR. Nell'ultimo periodo della sua vita si ritirò a Graceland, pagando un prezzo troppo alto alla celebrità. Il giorno della sua morte, avvenuta per una crisi cardiaca il 16 agosto 1977, l'America pianse. Che cosa rappresentasse il mito Elvis lo si è appreso a pieno solo dopo la sua morte. Le scene di isterismo, i pellegrinaggi, le reliquie : a Memphis si è creato un mercato-santuario ove si vende di tutto, finché il mito continua Da quel giorno l'immagine di Elvis Presley , a dispetto della morte diventa MITO e continua a vivere tramite la musica , i suoi film e grazie a tutti i fans nel mondo che non l'hanno mai dimenticato e perseverano nel mantenere vivo il ricordo con tutti i mezzi disponibili. E' per questo che nel trentennale della morte il Comune di S.G.La Punta intende rendere omaggio al Re del R&R, a colui che ha cambiato la storia della musica, al bianco che sdoganò la musica negra ricreando l'atmosfera dei grandi concerti r&r anni '50, il raduno Harley Davidson & american car 50, la mostra di foto e video, il primo concorso di ballo di r&r italiano, e molto altro. Ritorna il grade r&r made in Usa anni 50, con i migliori musicisti della scena nazionale che hanno amato ed amano ELVIS. Tributo ad Elvis Presley vuole essere un appuntamento fisso annuale che porterà sul palcoscenico puntesi molti artisti amanti della musica che vide Little Richard, Roy Orbison, etc. aprire nuovi orrizzonti alla musica giovanile. ^ Il raduno ELVIS DAY 2007 per premiare il sosia o colui che gli sia più vicino nello spirito tra i giovani.Si potranno applaudire tutti i sosia che si presteranno battaglia sul palco principale per aggiudicarsi dopo una attenta valutazione deella giuria, il premio ELVIS SOSIA 2007, una gara esibizione concerto(live), dove potranno cantare ed imitare il loro idolo. L'esposizione di auto anni 50 e 60, le intramontabili Harley Davidson che faranno da cornice agli eventi di quel giorno; La competition r&r ELVISDAY, gara di ballo anni 50 con la partecipazione delle scuole italiane di ballo, La proiezione dei film di Elvis che saranno proiettati su un megaschermo, di sicuro interesse per i fans di Elvis, che canteranno insieme a lui tutte le canzoni del mito. Per l'intera manifestazione parteciperà un fotografo ed un regista professionista, che assieme al loro staff, raccoglieranno con il loro lavoro, tutti i momenti più belli dell'ELVIS DAY per poi alla fine confezionare un DVD che sarà presentato all'interno di una mostra fotografica in bianco e nero, itinerante con le migliori fotografie d'artista del festival. Un'operazione insomma che vede la partecipazione di vari soggetti, impegnati nella promozione del territorio e di servizi orientati alla soddisfazione di un pubblico sempre più esigente negli stimoli culturali. |
|
#52
|
||||
|
||||
|
Quote:
![]() Quote:
![]() Elvis non è nato poco dopo mezzogiorno, ma esattamente alle 4:35 del mattino come me!!! ![]() Splendide notizie comunque!!! |
|
#53
|
|||
|
|||
|
Questa invece è un'occasione per i pugliesi
![]() ![]() 22/06/07 22 24 giugno - FESTA DEI SAPORI ANTICHI - Zona Le Rene – Surbo (Lecce) da venerdì 22 a domenica 24 giugno – dalle 21.00 Zona Le Rene – Surbo (Le) Ingresso gratuito FESTA DEI SAPORI ANTICHI Tre giorni di musica, tradizione e gastronomia. Sul palco spazio ai ritmi tradizionali di Alla Bua e alle sonorità balcaniche degli Opa Cupa. Da venerdì 22 a domenica 24 giugno a Surbo l’associazione Le Rene organizza la terza edizione della Festa dei Sapori Antichi. Una tre giorni dedicata ai prodotti tipici locali, alla musica e alla tradizione. “Questa festa”, sottolineano gli organizzatori, “è il fiore all’occhiello dell’associazione nata tre anni fa per tramandare la cucina tipica e le antiche tradizioni legate alla cultura ed all’economia della nostra terra”. Venerdì 22 giugno la festa parte con Dance Show. Una serata dedicata al ballo con le esibizioni dell’International Studio Danza di Ada Spinetta e con Butterfly dance di Rita Castelluzzo. Sabato 23 giugno doppio concerto tra rock e musica balcanica, blues e sonorità jazz. Alle 21.00 sul palco saliranno i Black Notes, graffiante espressione del Blues e del Rock & Roll, nascono per la grande passione verso questo genere di musica che accomuna da diversi anni questi quattro musicisti. Il loro è un tributo ad Elvis Presley e ad altri grandi artisti che ruotano nella sua sfera e, con arrangiamenti originali, riescono a creare atmosfere molto coinvolgenti. Il cantante Flavio, leader della band, vanta nel suo curriculum partecipazioni a varie trasmissioni condotte da personaggi come Renzo Arbore e Gegè Telesforo. Si sono esibiti in numerosi concerti nel Salento, loro terra d'origine, ma anche nei più importanti locali della penisola. La Band è composta da: Flavio Ingrosso (Voce, chitarra, armoniche), Fabio Mazzotta (Contrabbasso, basso elettrico), Emanuele Pagliara (Chitarra elettrica), Massimo Zullino (Batteria). A seguire gli Opa Cupa (leggi: «opa tzupa»), grido di esortazione alla danza degli zingari del Sud-Est Europa, un progetto musicale nato nel Salento. Il gruppo nasce, in origine, con la ricerca del repertorio musicale dei Balcani, ma sempre più i testi e le musiche originali scritti dal poliedrico trombettista Cesare Dell’Anna, si incrociano con le sonorità jazz e bandistiche tipiche della tradizione musicale del Sud Italia, diventando qualcosa di nuovo e originale. Opa Cupa spazia e fa tesoro di poliedriche esperienze svolte in ambito etnico e jazz, che fondono ed elaborano i velocissimi «estam» e «horo», dai tempi dispari ed irregolari. Nelle strutture popolari sono introdotti spazi di improvvisazione dove prevale un atteggiamento jazz nella articolazione della frase, cluster improvvisi, situazioni «accordali» dissonanti affidati agli ottoni. Domenica 24 giugno, infine, serata conclusiva della Festa dei sapori antichi con la pizzica degli Alla bua. Il gruppo nasce dalle esperienze più tradizionali della cultura musicale salentina. Gli Alla Bua, tradotto dal griko “altra cura”, si sono formati tra le ronde della storica festa di San Rocco a Torrepaduli, nelle notti itineranti del canto a Santu Lazzaru, nelle tipiche feste nelle curti fatte di vino, voci spiegate e incessabili tamburelli. Qui si sono uniti i componenti, ragazzi provenienti da vari paesi del Salento (da Casarano a Collepasso, da Racale fino alla grica Sternatia), con la comune coscienza di sentire propria l’eredità della musica popolare, appresa direttamente nelle proprie case, con la grande passione di suonarla, di tramandarla e di divulgarla. Gli Alla Bua presenteranno i brani del loro nuovo cd Saratambula, uscito dopo Stella Lucente (1999), Alla Bua (2002) e Limamo (2004). Tredici brani di pizzica incisiva e vibrante. In apertura spazio a Bello Ballo Estate. Inizio concerti ore 21.00. Ingresso gratuito |
|
#54
|
||||
|
||||
|
e vai.......sn felice x voi ragazzi!!!!!!!!!!!!!
|
|
#55
|
||||
|
||||
|
vediamo ke si può fare hurt....
sai ke in quel gruppo avrei dovuto fare un provino???? poi nn c sn + andato perchè suonano ad una bella distanza da casa mia.... |
|
#56
|
|||
|
|||
|
Quote:
Congratulazioni per la possibilità di un provino ![]() ![]() Io continuo a postare le info, che mi arrivano, su manifestazioni elvisiane, in giro per l'Italia ![]()
|
|
#57
|
||||
|
||||
|
perfetto,grande cosa....sai ke potrebbe essercene una presto anche qui,no????
dipende da una sola persona....
|
|
#58
|
|||
|
|||
|
Quote:
![]() ![]() E allora dì a quella persona che muova il c....![]() ![]()
|
|
#59
|
|||
|
|||
|
A Parigi una mostra sulla storia del rock
Si apre oggi, venerdì 22 giugno, alla Fondation Cartier di Parigi una mostra dedicata alle origini e alla storia del rock. All'interno delle sale sono stati raccolti cimeli e dischi d'epoca ed è stata anche ricostruita una cabina d'incisione quasi identica a quella della Sun Records di Memphis dove registrarono anche Elvis Presley e Jerry Lee Lewis. La mostra si concluderà il 28 ottobre. (Fonte: La Repubblica) Trovate un articolo completo, qui http://www.grazielvis.it/forum/showt...3918#post43918 |
|
#60
|
|||
|
|||
|
Pubblicato il 23/06/2007 alle 18:19:23
Ezio Guaitamacchi – 100 dischi ideali per capire il rock (Editori Riuniti) di Antonio Ranalli Nuova edizione deluxe del celebre libro curato da Ezio Guaitamacchi. Foto a colori, nuovi album e nuove recensioni per un volume che ha fatto scuola, diventando nel giro di pochi anni uno dei punti di riferimento per gli appassionati di rock. ![]() Le guide rock si sa sono sempre corse ad ostacoli. Negli ultimi anni abbiamo visto proliferare decine e decide di libri che intendono orientare ai migliori dischi del genere rock, con varianti negli altri stili e forme espressive. E così sotto con le 500 canzoni da salvare, i brani migliori per la playlist ideale, i 33 dischi essenziali e via dicendo. Ogni testo scritto da giornalisti più o meno noti e competenti, ma ognuno con punti di vista diversi e soggettivi. Per questo ogni tanto nel lettore e nell’appassionato di rock scatta l’istinto della polemica per l’assenza dell’artista preferito o di quel disco che invece è ritenuto indispensabile. Rappresenta una voce fuori dal coro, invece, il volume “100 dischi ideali per capire il rock”, curato dal direttore della rivista Jam, Ezio Guaitamacchi, e pubblicato nella collana “Jukebox del millennio” di Editori Riuniti. Questo volume, apparso per la prima volta in libreria nel 2000, e più volte ristampato, viene ora proposto in una nuova versione aggiornata e deluxe. Infatti, rispetto alla versione standard di sette anni fa il libro è stato ristampato in un formato più grade (simile ad un A4) con schede arricchite da copertine a colori e foto degli artisti. Ne viene fuori un testo completo che, rispetto agli altri di questo genere (premesso che nessuno in Italia si è cimentato in un’opera così vasta), propone per ogni disco segnalato altri tre album “della medesiva vena artista” portando di fatto il numero dei dischi recensiti ad oltre 400 unità. Dicevano che, rispetto alla prima edizione, alcune schede sono state riscritte ed aggiornate (nel caso di artisti ancora in attività), altri album invece sono stati sostituiti. E’ il caso, ad esempio dei Van Halen: nella prima edizione veniva indicato “1984” come album loro più rappresentativo, mentre nella nuova ristampa troviamo il celeberrimo album di esordio “Van Halen I”. Il curatore dell’opera, di concerto con i suoi collaboratori (citiamo, tra gli altri, Paolo Vites, Claudio Todesco, Barbara Volpi, Giovanni Pollastri, Roberto Caselli e Aldo Pedron), ha in qualche modo ragionato sui cambiamenti avvenuti nel rock negli ultimi sette anni (da qui l’esigenza di rivedere alcuni album degli anni 2000 ed inserire qualche titolo diverso come i White Stripes, non presenti nella precedente versione), e soprattutto riequilibrare anche tra i diversi generi (il metal senza dubbio in questo volume è più presente). Il libro si apre, come il precedente, con le antologie di riferimento per capire la musica e le canzoni dei migliori artisti degli anni ’50 (epoca dominata dai singoli) come Elvis Presley, Chuck Berry e Jerry Lee Lewis, per poi iniziare a partire dagli anni ’60 con i “100 dischi ideali per capire il rock”. Un’inedita ed imperdibile appendice finale, invece, è dedicata ai “Cinque eventi che hanno cambiato la storia del rock”, ovvero il Monterey International Pop Festival (16-18 giugno 1967), Woodstock (16-18 agosto 1969), il Concerto For Bangla Desh (1 agosto 1971), The Last Walz, ovvero il concerto di addio della Band (25 novembre 1976) e il Live Aid (13 luglio 1985). Anche in questo caso per ogni eventi ne vengono indicati altri tre del medesimo stile (tutti ovviamente reperibili su CD e/o su Dvd). Come ha spiegato il curatore Ezio Guaitamacchi anche gli altri volumi della collana “Juke Box del millennio” verranno in futuro ristampati e rivisti con lo stesso criterio. Ricordiamo che ad oggi sono usciti anche “100 dischi ideali per capire il rock hard & heavy” a cura di Francesco Eandi, “100 dischi ideali per capire il punk” a cura di Stefano Gilardino, “100 dischi ideali per capire il reggae” a cura di Fabrizio Laganà, “100 dischi ideali per capire il blues” a cura di Roberto Caselli, “100 dischi ideali per capire il jazz” a cura di Ivo Franchi, “100 dischi ideali per capire la world music” a cura di Ezio Guaitamacchi, “100 dischi ideali per capire la musica classica” a cura di Virginio B. Sala e “100 dischi ideali per capire la nuova canzone italiana” a cura di Mauro Ronconi. |
|
#61
|
||||
|
||||
|
FESTA PATRONALE
Madonna del Carmine Pezze di Greco (BR) lunedi 16 luglio ore 21,00 - piazza XX settembre 'Little Tony in concerto. ingresso libero dovrei esserci
|
|
#62
|
|||
|
|||
|
Indirettamente lo ha fatto in quanto Elvis ha riportato in auge My Way, nell' Aloha, a quel tempo Sinatra già non la cantava piu nei suoi concerti e solo dopo L'aloha ha ripreso a proporla anche il grande Frank. Come sapete My Way è stata scritta da Paul Anka oltre che da Reveaux e Claude Francois (noto in italia per il 45 giri Se Torni Tu - Come Sempre).
|
|
#63
|
|||
|
|||
|
'Uomini con più stile': nella Top 50 anche Pete Doherty (e Marcello Mastroianni)
L'edizione britannica del mensile "GQ" ha pubblicato la lista dei 50 uomini che negli ultimi cinquant'anni si sono più distinti per il loro stile. Inclusioni che non destano sorpresa sono certamente rappresentate dal nostro elegante Marcello Mastroianni, da Bryan Ferry, il dandy del pop, e da David Bowie. Fa inarcare qualche sopracciglio l'inclusione di Bob Dylan, e probabilmente anche quella di Johnny Depp. "GQ" ha anche ritenuto di dover immettere nella Top 50 Pete Doherty, certamente creatore di un certo stile ma non particolarmente elegante. Tra gli altri in classifica: Elvis Presley, Miles Davis, Marlon Brando, i Ramones e Woody Allen. |
|
#64
|
|||
|
|||
|
MUSICA: DA ELVIS A JIMMY HENDRIX, BAMBINI ITALIANI IGNORANO STELLE DEL ROCK
Roma, 11 ott. - (Adnkronos) - Elvis Presley e Jimmy Hendrix sconosciuti piu' di Bach e Beethoven. Per i bambini italiani la musica del passato e' un pianeta ignoto. Ma non e' necessario andare indietro fino al '700 o al romanticismo. Per i giovanissimi anche i grandi del rock sono dei perfetti sconosciuti. Fra gli under 12 solo 1 su 10 ha sentito parlare di Elvis Presley, appena 1 su 20 di Jimmy Hendrix o di Jim Morrison. Insomma, ai ragazzini italiani nomi come Led Zeppelin, Pink Floyd, o Deep Purple fanno venire in mente solo marchi di scarpe, linee di abbigliamento o ancora titoli di videogame. E' quanto emerge da uno studio realizzato da Hasbro, il colosso mondiale dei giocattoli, su una serie di focus group di bambini italiani sotto i 12 anni, in occasione del lancio della Power Tour Electric Guitar, una mini-chitarra realizzata e pensata appunto per far prendere confidenza i bambini con il grande rock. Dallo studio emerge come gli unici rocker italiani conosciuti siano Vasco, Ligabue e Le Vibrazioni. Mentre fra gli stranieri trionfano Avril Lavigne, Lenny Kravitz e i Maroon Five. Proprio per colmare le lacune dei giovanissimi in materia di rock Hasbro ha deciso di lanciare la prima Power Tour School of Rock per bambini, che aprira' i battenti sabato prossimo a Milano. Dalla lezione di ''Rock'n'Roll Style'', che prendera' in esame il look delle grandi icone del rock (da Elvis a Mick Jagger) allo studio dei grandi pezzi che hanno fatto la storia del rock. E tra i docenti, anche un insegnante d'eccezione: Francesco Sarcina, front-man e chitarrista di "Le Vibrazioni", che insegnera' ai baby cocker come imbracciare la sei corde. |
|
#65
|
|||
|
|||
|
La presunzione dei giornalisti italiani non ha limiti
![]() Vasco Rossi CANZONETTE: Compagno di sbronze di Massimiliano Osini ![]() (Vasco Rossi - Foto internet) "Ho perso un'altra occasione buona stasera / E' andata a casa con il negro, la **** / Mi son distratto un attimo / Colpa d'Alfredo / Che con i suoi discorsi seri e inopportuni / Mi fa sciupare tutte le occasioni / E prima o poi lo uccido / E lei invece non ha perso tempo / Ha preso subito la palla al balzo / L'ho vista uscire mano nella mano con quell'africano / Che non parla neanche bene l'italiano / Ma si vede che si fa capire bene quando vuole / Tutte le sere ne accompagna a casa una diversa / Chissà che cosa le racconta / Per me è la macchina che ci ha che conta // E quella ***** non si è neanche preoccupata / Di dirmi almeno qualche cosa, che so una scusa / Si era già dimenticata / Di quello che mi aveva detto prima / Mi vuoi portare a casa questa sera? / Abito fuori Modena, Modena Park // Ti porterei anche in America / Ho comperato la macchina apposta / E mi ero già montato la testa / Avevo fatto tutti i miei progetti / Non la portavo mica a casa / Beh se la sposavo non lo so, ma cosa conta / Sono convinto che se non ci fosse stato lui mi avrebbe detto sì" (Colpa d'Alfredo, Vasco Rossi) Sono almeno 30 anni che Vasco Rossi domina il mercato discografico cavalcando un clamoroso equivoco: quello di essere il rocker per antonomasia, il più maledetto, il più trasgressivo. In realtà, se dovessi scegliere un fenomeno a cui accomunarlo, sceglierei le grandi truffe del rock'n'roll, quelle alla Elvis Presley, per intenderci. Com'è possibile che un ribelle venda milioni di dischi senza che scoppi la rivoluzione? E infatti, Vasco Rossi si è sempre proposto in modo da creare quanta più empatia con il suo pubblico potenziale. Nessuno ha mai visto in lui un ribelle, quanto piuttosto l'amicone di sbronza, il balordo della porta accanto, il contapalle da bar, categorie umane che pullulano nel nostro paese. In America li chiamerebbero "redneck" o "white trash". Qui non li stiamo neanche a nominare, li sopportiamo e basta. In sostanza, Vasco Rossi, nelle sue canzoni, non ha fatto altro che cantare la mediocrità esistenziale della sua persona e della provincia di cui assurgeva a "vate". In "Colpa d'Alfredo" ha dato il peggio di sé (e quindi il meglio), con un testo volgare, sessista, razzista, qualunquista, fascista, potrei continuare ab libitum. E' la storia di un tizio che non riesce a rimorchiare una ragazza e cerca di farsene una ragione. E allora è colpa del negro che ci ha il fisico giusto, è colpa delle donne che sono tutte false e puttane, è colpa della Mercedes che non si può permettere, è colpa d'Alfredo che lo distrae nel momento sbagliato, è colpa dei discorsi seri e inopportuni… L'idea che la colpa possa essere anche un po' sua non lo sfiora per niente. In fondo, neanche Toto Cotugno era riuscito a tracciare un ritratto così esemplare dell'Italiano. (23-10-2007) |
|
#66
|
||||
|
||||
|
quaesto paragone nn esiste ne in cielo ne in terra!!!!!
ke bel giornalismo!!!!! ke vasco cmq si un compagno di sbronza lo accetto,altamente daccordo anche perchè nn vedo arte nella musica ke fa ma solo unire musica a quello ke pensa...diciamo ke tutti saremmo capaci di fare la musica ke fa vasco.... |
|
#67
|
||||
|
||||
|
va bhè quello è un discorso a parte ke neanche prendo in considerazione proprio perchè nn vedo alcun paragone tra i due essendo cose ben diverse e distinte,ke poi si voglia mettere del trash in comune tra i due li proprio mi incazzo xkè sn due culture diverse.
ke vasco sia un rivoluzionario o casinista nn mi interessa,ke si ponga elvis in una posizione nn sua si. ma la maggior parte delle volte si cade in ignoranza x la mancata conoscenza dei personaggi della quale si vuole parlare. |
|
#68
|
|||
|
|||
|
L’albero di Natale di Syd Barrett per 800 sterline
Le bizzarre aste del rock Da Music.link 2007-10-25 - In vendita sui siti internet di aste si possono trovare gli oggetti più insoliti appartenuti alle celebrità. Un tabloid inglese ha pubblicato oggi una lista delle cose più bizzarre che si possono acquistare su internet, tra le quali spiccano: 1. L’albero di Natale di Syd Barrett, in plastica, venduto per 800 sterline dopo la morte del fondatore dei Pink Floyd. Decorazioni cedute a titolo gratuito. 2. Una stampella appendiabito appartenuta a Elvis Presley e sulla quale era appeso il completo con cui il Re del Rock’n’Roll è stato seppellito. Venduta per £7500. 3. Una sedia su cui si è seduto Kurt Cobain, originariamente appartenuta al bassista dei Nirvana Krist Novoselic, ha dato sollievo alle stanche membra di Cobain almeno una volta. Difficile stabilire se ciò possa giustificare il prezzo di ben £7.000. |
|
#69
|
|||
|
|||
|
Garth Brooks supera Elvis
Il cantante country americano raggiunge 123 milioni di dischi venduti ![]() La cover dell'ultimo album di Brooks Chi l'avrebbe detto. A trent'anni dalla sua morte, Elvis Presley lascia lo scettro di solista piú venduto della storia della musica leggera (sebbene continui a difendersi con la riedizione dei suoi dischi). Il cantante country americano Garth Brooks, infatti, ha raggiunto quota 123 milioni di dischi venduti (contro i 118,5 di Presley). Uscito nel 1989 con l'album omonimo 'Garth Brooks', l'artista, nato a Owasso, Oklahoma, il 7 febbraio 1962, ha pubblicato 10 album di inediti (vincendo 65 dischi di platino e 2 di diamante) e 7 compilation (29 dischi di platino e 1 di diamante), il cui ultimo è l'appena uscito 'The ultimate hits'. I due dischi di platino (che si traducono con piú di 10 milioni di dischi venduti l'uno) degli album 'Seven' e 'Garth Brooks' gli sono stati consegnati lunedí. "Questi premi", ha dichiarato il musicista, "riflettono la quantità della gente che mi segue e quello che possono raggiungere quando fanno le cose tutti insieme". Brooks vanta, tra i numerosissime premi, 2 Grammy Awards, 16 American Music Awards, 1 stella nella Walk of Fame ed una nomination al Golden Globe (per la canzone 'When you came back to me again' dal film 'Frequency') (dn). |
|
#70
|
|||
|
|||
|
Come sarà come cantante, sarà bravo tanto quanto Elvis. Qualcuno di voi l'ha gia ascoltato?
|
|
#71
|
|||
|
|||
|
Quote:
Mi sembra sia la classica voce country e poichè non me ne intendo e sono di parte, non me la sento di fare confronti con Elvis, che a me piace sicuramente di più Eccolo |
|
#72
|
||||
|
||||
|
famosissimo direi....alzi il dico ki lo conosce...
cmq può vendere quanto vuole ma i suoi dischi saranno pubblicati in vietnam e giappone???si ascolterà ancora tra 30 anni???quanti fan club e imittori ha???? vendere negli ultimi 20 anni tanti dischi essendo in attività nn è come venderli negli anni 50 ed essere morto prima ke tutti abbiano un giradischi in casa.... |
|
#73
|
||||
|
||||
|
Quote:
.... ![]() ![]() ......
|
|
#74
|
|||
|
|||
|
''L’Altrorock'' con ''Niente panico bambini!'' a Cologno Monzese
di Barbara Marino/ 11/11/2007 Il gruppo di musica cristiana ha accompagnato il musical di Paola Ancilotto. Sul palco bambini svegli e talentuosi che si sono cimentati nell'incontro-scontro con le paure più comuni dell'infanzia. Civiltà Cattolica: "La musica rock parla all’anima". Il gruppo di musica cristiana milanese "L'Altrorock" accompagna il musical "Niente panico bambini!" di Paola Ancilotto in due date per lo spettacolo che vede sul palco bambini svegli e talentuosi cimentarsi nell'incontro-scontro con le paure più comuni dell'infanzia. L’appuntamento è per sabato 10 novembre alle ore 21 e domenica 11 novembre alle ore 16.30 nel Teatro San Marco in Corso Roma a Cologno Monzese (Milano). E' una splendida occasione per riascoltare brani già famosi in America settentrionale, reinterpretati da una rinnovata formazione di cinque musicisti, che dal 2004 promuovono catechesi "alternative" a base di successi di Lincoln Brewster, Janell, Out of Eden, Paul Baloche e tanti altri. L’Altrorock per una catechesi alternativa L'AltroRock nasce nell'estate 2004 da una proposta rivolta ad alcuni adolescenti della parrocchia di San Giuseppe nel decanato di Cologno Monzese. L'idea era di formare una rock band che potesse rispondere ad un'esigenza forte di quei ragazzi: il fare musica. L'adolescenza è sicuramente l'età nella quale la musica diventa il canale privilegiato e più importante nella conoscenza del proprio io e per esprimere la propria identità nel gruppo: la si vorrebbe ascoltare dall'alba al tramonto, si raccolgono i primi spiccioli per comprare il biglietto per il concerto del cantante preferito, si formano band amatoriali provando anche in piccoli e freddi box sotto casa, si dedicano per radio canzoni all'amico del cuore ... Dunque, non poteva che essere il Rock il collante giusto, con la sua forza propulsiva, il suo carisma contagioso e la sua immediatezza emotiva. Si iniziò così a lavorare dietro le quinte per la stesura del repertorio. L'obiettivo però non poteva fermarsi lì. Ecco che l'identità della band iniziava a prendere corpo, acquistando il coraggio di proporre un "ALTRO" modo di dire "ROCK". E allora perché non parlare ad altri ragazzi di quel forte motore d'amore scoperto nella fede cristiana? "L’AltroRock" è proprio questo: una band che vuole condividere un "ALTRO" modo di dire "FEDE". E lo fa attraverso l'energia della batteria, del basso elettrico, delle chitarre, delle tastiere e di un corpo vocalist d'eccezione; il tutto condito entro i sapori di un repertorio d'oltreoceano: la cristian music americana, ormai un business fra gli incassi targati USA. La proposta de "L'AltroRock" è chiara ed allo stesso tempo flessibile: in primis, vogliano fornire una serata per una catechesi alternativa, che attraverso la musica possa contagiare ed alimentare nei ragazzi un desiderio di ricerca spirituale e un'attenzione alla propria crescita educativa. Il direttore de "L'AltroRock" - il batterista - è un educatore adolescenti della parrocchia di San Giuseppe, diplomato presso il Conservatorio "G.Verdi" di Milano. Tutti i componenti della band sono studenti di musica presso diversi istituti di formazione musicale. "L'AltroRock" si compone di chitarra elettrica, chitarra acustica, basso elettrico, due pianoforti digitali, batteria, set percussioni, due vocalist, per un totale di otto elementi. Il gruppo è autonomo nell'impianto e chiede solo uno spazio idoneo per lo spettacolo (preferibilmente un teatro). La band si sostiene grazie all'aiuto immancabile della Divina Provvidenza. Cioè, non chiede alcun compenso alla parrocchia che ospita, ma gradisce un'offerta, che permette di poter continuare al meglio il cammino del gruppo, pagando così sale prova e soprattutto l'attrezzatura di cui si necessita. Paola Ancilotto Paola Ancilotto è nata a Venezia, scrittrice, laureata in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo presso l’Università di Bologna, ha tenuto per diversi anni Laboratori di animazione teatrale nelle scuole, realizzando vari spettacoli. Vive a Venezia e concilia l’insegnamento nella scuola media con il suo lavoro artistico. Ama molto fare teatro con i bambini. Nel 1997 vince, insieme all’illustratrice Donatella Besa, il 2° premio per una Favola illustrata "Un giorno accadde a Malcontenta". Scrive teatro per ragazzi (Premio al Concorso Internazionale di Drammaturgia 1998/99 Sette Autori, Sette Commedie). Ha pubblicato presso le edizioni Tintoretto di Treviso (Un paio di occhiali speciali), Erga di Genova (Niente panico, bambini!), Il Punto d’Incontro di Vicenza (Il respiro del mare, Il seme del prugno, Nonno Orso, Ho ragione io, no io!), San Paolo (Uguale ma non troppo), Tachien (Lullo and the kite) e Supernova di Venezia (Lisetta a Venezia – Rialto, tradotta in inglese, francese e spagnolo). ![]() Non c'è nulla da assolvere nel rock. Semmai c'è da valutare Dopo anni in cui erano considerati satanici, la storica e prestigiosa Civiltà Cattolica (rivista della Compagnia di Gesù, i cui testi sono sempre preventivamente vagliati e approvati dalla Segreteria di Stato di Sua Santità) ha "benedetto" i suoni del rock amati dai giovani: "La musica di Springsteen & Co parla all'anima". Lou Reed è uno dei rocker che si è esibito dentro le mura vaticane alla presenza di papa Wojtyla. Bob Dylan, Bruce Springsteen, Lou Reed, Bob Geldof, Tom Waits ... sono soltanto alcune delle più grandi icone rock amate da generazioni di giovani e meno giovani. Ma sono nomi che, a sorpresa, sono stati "benedetti" anche da una delle più antiche e austere congregazioni religiose, fondata da sant'Ignazio di Loyola, che - riconoscendo finalmente e ufficialmente al rock il suo potere comunicativo - ha dimostrato senza alcun dubbio molto coraggio. Il rock "è tornato in Paradiso" quindi, col placet dei gesuiti, dopo che per tanto tempo era stato bollato come musica diabolica, portatrice di messaggi satanici e subliminali, da evitare - quindi - nella maniera più assoluta. Con il suo sottofondo di sesso e droga, il fenomeno "rock" per le gerarchie ecclesiastiche ha sempre fatto rima con esperienze "shock", sinonimo di contestazione, trasgressione, iconoclastia, satanismo ... "la musica del diavolo". È dagli anni Cinquanta, quando i fondamentalisti religiosi bruciavano i dischi di Elvis Presley nelle piazze, che il cristianesimo ha lanciato la sua crociata anti-rock, condannando gruppi come gli stessi Beatles, i Queen, i Led Zeppelin piuttosto che i Mercyful Fate, i Christian Death o, passando dal vinile all’iPod, Marilyn Manson. I tempi però, così come i ritmi, sono cambiati. E mentre si discute se per la liturgia è meglio tornare alla musica sacra o continuare a sopportare la musica "da oratorio", tutta chitarre e "alleluia", l’intellighentia religiosa tenta il colpo di mano rivalutando il rock. Sabato 3 marzo 2007 nella sala convegni della redazione romana di Civiltà Cattolica in via Porta Pinciana 1, davanti ad un pubblico composto da gesuiti, esponenti del comitato scientifico della rivista, sociologi e musicologi, si è svolto un convegno sul rock, la musica più amata tra i giovani, le sue tematiche e il suo potere espressivo. Il confronto-dibattito dal tema "La musica rock e i bisogni dell'anima" ha visto padre Antonio Spadaro nella veste di relatore principale. È stato la prima volta che i gesuiti dedicano un convegno al rock, ma per padre Spadaro sembra che sia "una cosa del tutto naturale, perché, - ha spiegato - è nello spirito di Civiltà Cattolica guardare anche al di là dello stretto mondo ecclesiale, per cercare di capire fenomeni e culture nuove", per cui "è del tutto naturale dedicare un momento di riflessione anche alla musica più amata dai giovani di tutto il mondo". E infatti, padre Spadaro ha ragione, perché questo riconoscimento suona un po’ come la scoperta della coperta, dal momento che tutto il mondo culturale, artistico, giovanile e sociale (non religioso, almeno finora) riconoscono da molti decenni al rock quanto gli è dovuto e anche più. Questo non significa che la musica liturgica possa o debba necessariamente cambiare in quel senso e diventare più dura. Anche se, nel corso dei secoli, la musica liturgica ha spesso dato scandalo, e spesso nel senso che possiamo dire buono del termine. Giovanni Pierluigi da Palestrina (autore della celebre Missa Papae Marcelli - 1562) trovò proprio nella Chiesa del tempo i suoi più duri osteggiatori, e sorte migliore non incolse Bach (che era luterano), o Vivaldi, oggi considerati monumenti non solo della musica liturgica ma della musica e basta. Come dire che ciò che è trasgressione nel proprio tempo, alla lunga diventa accademia. Lo stesso vale per il rock; oggi sono (a ragione) considerati dei classici (chiamateli sempreverdi, o giurassici, se volete) musicisti come Bob Dylan, Tom Waits, Jimi Hendrix o altri. Questa scoperta della coperta, per alcuni suona un pochino come un mea culpa, e come il tentativo di riavvicinare (giustamente) le masse giovanili, che nel frattempo hanno orientato diversamente i loro interessi, anche quelli musicali. Comunque, non bastano una chitarra, un basso e una batteria per fare del rock; non basta una declamazione ritmica e una base tecno per fare il rap, e certo non basta un diploma di conservatorio per fare musica classica. Se non si può suonare in modo, diciamo, moderno in una chiesa, allora perché spesso la stessa chiesa ha la forma di un garage e l’acustica di una lavanderia? |
|
#75
|
|||
|
|||
|
"Il rock - ha detto intanto padre Spadaro - non è la musica di Satana ma è un genere che esprime una grande forza espressiva e che spesso ha convogliato espressioni dell’anima anche violente, ma profonde". Però padre Spadaro detesta parlare di "assoluzioni" o di "redenzione". "Ma che significa - ha chiesto, infatti - assolvere un genere musicale? Non c'è nulla da assolvere nel rock. Semmai c'è da valutare, al di là di assoluzioni e condanne generaliste, che non servono a nulla. Il rock - per il gesuita - è un genere che ha in sé un enorme potere espressivo ed una storia ormai consolidata che ha origine intorno agli anni Cinquanta. È un fenomeno che va conosciuto e capito. E alcuni gesuiti ci hanno provato con l'incontro". Non è comunque la prima volta che padre Spadaro si occupa di rock. "Ho iniziato - racconta l’esperto - con Bruce Springsteen, proseguendo poi con Nick Drake e Nick Cave. Seguiranno altri interventi su altri artisti. A partire da Tom Waits".
Quarantenne, siciliano, un insegnamento alla Pontificia Università Gregoriana, scrittore di Civiltà Cattolica e un elenco di collaborazioni con giornali più vari, padre Antonio Spadaro, critico di letteratura contemporanea, musicologo, ma anche attento osservatore delle mode giovanili, a partire dalla musica, sulle pagine di Civiltà Cattolica già in passato aveva "riletto" il percorso di musicisti maledetti, popolarissimi come Bruce Springsteen e di nicchia come Nick Drake. Nega, pure, padre Spadaro che papa Wojtyla e papa Ratzinger, siano stati "avversari del rock". "Tutt'altro - ragiona - l'idea della musica come possibile luogo di incontro con Dio è stata ben espressa da Giovanni Paolo II al congresso eucaristico di Bologna del 1977 dove, oltre a citare le parole di ‘Blowin' in the wind’, si incontrò con l'autore Bob Dylan e con Adriano Celentano. Ma papa Wojtyla ha incontrato anche Bob Geldof e Quincy Jones. E hanno suonato alla sua presenza, in Vaticano, tanti altri artisti - ha ricordato ancora il gesuita -, come gli Eurythmics, Lou Reed, i Nomadi di Beppe Carletti, Claudio Baglioni e tanti altri". "Ma oltre al rock - ha osservato Civiltà Cattolica - ci sono tanti altri generi emergenti di estremo interesse, come il rap e l'hip-hop, che in qualche caso produce della musica cristianamente connotata, come nel caso di KJ-52, ma è un fenomeno da noi poco conosciuto, per cui solo Eminem sembra l'unica icona possibile, ma non è così". E cosa rispondere a chi accusa il rock di essere musica satanica? "Sì, ci sono casi - ha detto padre Spadaro -, come quello di Marilyn Manson in cui il satanismo occupa la musica rock, ma sono casi. Il rock è un fenomeno vastissimo, non facilmente etichettabile, che va capito. Ratzinger si è solo detto contrario all'uso del rock nella liturgia, ma ha ben colto il potenziale di questa musica". "Il rock è un fenomeno contraddittorio, che si è fatto interprete dei sogni, delle aspirazioni e del malessere di più generazioni. È un canto di liberazione, musica di rottura. Esprime spesso lacerazione o una ribellione profonda che va letta con cura. L’energia vitale liberata dal rock può a volte ritorcersi anche su se stessa, con azioni estreme come il suicidio - ha ricordato Spadaro citando Kurt Cobain - ma di ogni artista bisogna analizzare il percorso di vita", come per esempio l’inquieto Nick Cave: un passato vissuto tra alcol e droga, la morte del suo miglior amico e la successiva conversione che traspare dai testi più recenti, ispirati anche alla Bibbia. La contraddizione è tipica dell’artista, la coerenza no. È per questo motivo che bisogna distinguere, evitando condanne sommarie così come facili benedizioni. C’è il rock satanico che scivola nel narcisismo e c’è il rock capace di esprimere tensioni interiori profonde, verso qualcosa di radicalmente altro. "Ci sono percorsi che partono da una visione desolante, cupa e poi, cammin facendo, maturano una visione diversa, approdano a una dimensione che contempla la trascendenza, in cui Dio è presente", è l’insegnamento di padre Spadaro. Antonio Spadaro è consapevole di come si muova il "mondo giovanile": cosa legge, cosa ascolta, cosa cerca. La musica rock non è né buona né cattiva, può nascondere il Maligno o il Sacro e qui occorre vigilare. Ma è prima di tutto una straordinaria forma di espressione culturale. Nei confronti della quale, a lungo, la Chiesa è stata sorda. Tutto qui. Nonostante si tratti di una rivoluzione. In realtà in il rapporto della Chiesa con la musica più o meno rock è sempre stato piuttosto vario: dalle simpatie di Branduardi per l’Opus Dei alle manie mistiche di Celentano, fino ad arrivare al fenomeno, abbastanza misconosciuto tranne rari casi, denominato Christian Rock e che comprende anche gruppi punk e metal i cui testi fanno riferimenti espliciti alla dottrina cristiana tanto quanto i Clash li facevano alla politica. Ai concerti di Natale in Vaticano hanno partecipato i più popolari musicisti italiani, molti big stranieri (soprattutto i Cranberries, irlandesi e assai cattolici), ed anche cantanti sospettati di legami con la camorra e che hanno lasciato la famiglia per una ragazzina che ha l’età dei suoi figli. Le proteste (fondate o meno, secondo i punti di vista) per il tour in cui Madonna si esibiva su una croce luccicante, per Marilyn Manson (che ci ha costruito una carriera), per il romanzo di Dan Brown ed il relativo film hanno avuto come solo risultato quello di una enorme pubblicità per l’oggetto di discussione: le critiche negative aumentano l’aura trasgressiva, conquistando le simpatie o perlomeno la curiosità anche da parte di chi non era un particolare fan del genere. Ma non sarebbe più dignitoso lasciar perdere le polemiche futili e magari dedicarsi a problemi più urgenti? |
|
#76
|
|||
|
|||
|
Si boh, neanche io sono esperto comunque sempre meglio Elvis, è bravo anche questo fino a quando non si sà,e chissa se è una cosa che durerà a lungo anche dopo. Comunque ognuno è libero di far ciò che vuole. Elvis è sempre Elvis.
|
|
#77
|
|||
|
|||
|
Quote:
Anche Verdi, Puccini, Bethoven, Mozart, etc non moriranno mai, ma sono compositori di musica classica diffusa in tutto il mondo. Elvis Presley è un artista mi musica leggera e, nonostante gli numerevoli commenti negativi, da parte dei critici musicali (soprattutto italiani) rimane sempre il numero UNO
|
|
#78
|
|||
|
|||
|
Quote:
|
|
#79
|
|||
|
|||
|
anch'io come hurt sono di parte, e a fare confronti tra brooks ed elvis nn ci penso proprio. è vero ke ha venduto più di elvis, ma solo perchè la carriera di elvis si è interrotta x cause di forza maggiore.
ho visto il video, e premetto ke io adoro la musica country, ma il fatto è... ke mai la voce degli artisti viventi (e non), ke io ho ascoltato fino ad ora, mi ha trasmesso quel tipico dolce calore al cuore ke solo elvis mi fà provare... (secondo voi sono troppo di parte?)
|
|
#80
|
||||
|
||||
|
non si vede....
|
|
#81
|
|||
|
|||
|
Quote:
|
|
#82
|
||||
|
||||
|
l'immagine del disegno
|
|
#83
|
|||
|
|||
|
strano perchè io la vedo....
|
|
#84
|
|||
|
|||
|
oddio adesso nn la vedo più!!! scusa guitar vedrò di provvedere..
|
|
#85
|
|||
|
|||
|
spero ke adesso si veda..
|
|
#86
|
||||
|
||||
|
nn arrabbiarti ma a me nn si vede nulla...
|
|
#87
|
|||
|
|||
|
E perchè mi devo arrabbiare? il fatto è ke io la vedo..però vorrei capire.
|
|
#88
|
|||
|
|||
|
è assurdo!! dopo ke rispondo a te, ricarico la pagina...e nn si vede più!!!!
|
|
#89
|
|||
|
|||
|
nn capisco cosa nn và, faccio la stesa procedura ke faccio con tutte le foto ke posto....
|
|
#90
|
|||
|
|||
![]() faccio l'ultima prova. se nn si vede...scusatemi...
|
|
#91
|
|||
|
|||
|
|
|
#92
|
|||
|
|||
|
[IMG]file:///C:/DOCUME%7E1/XP/IMPOST%7E1/Temp/moz-screenshot.jpg[/IMG]
Ultima Modifica di perlanera : 19-08-2008 14:49 |
|
#93
|
||||
|
||||
|
niente,ancora niente,xkè nn la salvi sul tuo desktop e la ricarichi qui con imageshack????
|
|
#94
|
|||
|
|||
|
guitar fammi sapere se la vedi...
|
|
#95
|
||||
|
||||
|
si,ora si ke si vede!!!
|
|
#96
|
|||
|
|||
|
|
|
#97
|
|||
|
|||
|
Raccolta fondi per l’Alzheimer Society
L’evento con musica e giochi si terrà sabato 26 gennaio al Roy Thomson Hall di Toronto TORONTO - L’Alzheimer So-ciety of Toronto organizza la sua raccolta fondi più importante sabato 26 gennaio. La Manulife Walk for Memories si terrà per la prima volta presso il Roy Thomson Hall e sarà l’evento clou del mese di gennaio, mese dedicato al morbo di Alzheimer. Sono ormai 18 anni che l’Alzheimer Society of Toronto, grazie all’aiuto dei suoi volontari, dà vita ad un evento il cui scopo oltre a raccogliere fondi è quello di sensibilizzare la gente facendo conoscere la malattia che prende il nome dal suo scopritore Alois Alzheimer. La serata si prefigge lo scopo di divertire tutti i presenti: tutti i partecipanti sono invitati a catapultarsi indietro nel tempo e di abbigliarsi come negli anni in cui imperava la musica disco, hip hop, i Beatles, Elvis Presley, Marilyn Monroe, il boogie woogie e lo swing. A creare l’atmosfera giusta per una serata di grande allegria ci penseranno la musica, i premi, il desiderio di lasciarsi andare e godere di un evento durante il quale si potrà ballare su canzoni che hanno fatto la storia della musica e che sono state la colonna sonora che ha caratterizzato la vita di numerose generazioni. Al tempo stesso la serata servirà a raccogliere fondi sia per l’Alzheimer che per le altre malattie caratterizzate dalla demenza ovvero da un “deterioramento cognitivo cronico progressivo”. Il morbo di Alzheimer è una demenza progressiva invalidante più frequente nel soggetto anziano ma che può manifestarsi anche prima dei cinquant’anni. La malattia o morbo di Alzheimer è oggi definito come quel «processo degenerativo che distrugge progressivamente le cellule cerebrali, rendendo a poco a poco l'individuo che ne è affetto incapace di una vita normale». Nel mondo ne soffrono 26,6 milioni secondo uno studio della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora con una netta prevalenza di donne. Le persone affette iniziano con deficit di memoria quotidiana, dimenticandosi piccole cose, poi mano a mano il deficit aumenta e la perdita della memoria arriva a colpire anche la memoria episodica retrograda. Una persona colpita dal morbo può vivere anche una decina di anni dopo la diagnosi conclamata di malattia. Al momento non esiste una terapia che permetta di curare l’Alzheimer ma la cura si basa su diverse strategie terapeutiche. Il denaro raccolto con la serata Manulife Walk for Memories verrà usato per sostenere e dare tuttte le informazioni necessarie alle persone che soffrono del Morbo di Alzheimer, alle loro famiglie e a coloro che si prendono cura di loro e che risiedono a Toronto. “Il nostro sogno - si legge sul sito della Alzheimer Society of Toronto - è che nessuna persona di Toronto affetta dalla malattia si senta sola». |
|
#98
|
|||
|
|||
|
SESSANTOTTO, CRONACHE ORIGINALI DI UN ANNO CHE HA FATTO STORIA
ROMA - Lungo tutto l'anno, l'ANSA trasmetterà una serie di servizi sul 40/mo anniversario del '68.Una striscia di notizie per ricordare l'evolvere degli avvenimenti in Italia e all'estero, in tutti i campi. '68, Anno di rivoluzioni anche in musica di Patrizio Nissirio. LONDRA - Il 21 gennaio 1968 uscì negli Stati Uniti una colonna sonora che era più che un semplice commento a un film: era infatti il soundtrack del Laureato, firmato da Simon and Garfunkel, le canzoni che sarebbero diventate leggendarie - Mrs. Robinson, The sound of silence - accanto della vicenda di un personaggio solitario e senza direzione interpretato da Dustin Hoffman che nulla aveva a che vedere con la gioia e lo stare insieme creativo dell'era hippy. Si dice comunemente che l'era della controcultura californiana sarebbe ufficialmente morta l'anno dopo con i festival di Woodstock, che ne avrebbe sancito la deriva commerciale, ma nel 1968 l'orizzonte musicale negli Usa e in Gran Bretagna inizia drasticamente a cambiare, con la maturazione in senso rock di molti artisti, e l'emergere di umori e sonorità che poi avrebbe caratterizzato tutti gli anni Settanta, fino alla deflagrazione del punk. Certo, c'erano ancora i Beatles, che nel 1968 escono con il magnifico The White album (ufficialmente intitolato The Beatles), ma per esempio è il canto del cigno di uno dei gruppi che avevano meglio sintetizzato l'era dei figli dei fiori, i Buffalo Springfield (l'album si chiamava Last time around) di Stephen Stills e Neil Young che poi si sarebbero ritrovati nel supergruppo per eccellenza, Crosby, Stills, Nash and Young, titolare di un mix unico di canzone acustica, rock, e politica. In quelle stesse settimane uscivano i primi album di artisti come James Taylor, Joni Mitchell - cantautori intimisti che già guardavano oltre l'epoca della Summer of Love - e oltremanica iniziavano a ruggire le chitarre dei Deep Purple. e a E se il passato non mollava (il dicembre 1968 vide il ritorno trionfale di Elvis Presley grazie a un leggendario show tv sulla Nbc),lla vetta delle classifiche Usa c'erano ancora Otis Redding con la sua (Sittin' on) the dock of the bay, e Louis Armstrong con (What a) Wonderful World, il futuro avanzava a grandi passi. Nella classifica britannica spopolavano i Beatles con Hey Jude (il lato B del singolo era Revolution, perfettamente in linea con i tempi), ma anche Jumpin' Jack Flash dei Rolling Stones, già ambasciatrice di asprezze finora sconosciute. Gli anni Sessanta si chiudono come epoca di ideali solari con atmosfere più cupe, e tormenti che erano stati dimenticati tra reading di poesia, lsd e elucubrazioni psichedeliche. Sono i suoni e le immagini degli emergenti Velvet Underground (l'anno precedente era uscito The Velvet Underground and Nico, uno degli album rock più influenti della storia, che avrebbe segnato gli anni Settanta ed oltre). Bob Dylan abbandona l'icona di bardo di una generazione per darsi alle esplorazioni poetiche e sonore di John Wesley Harding. Gli Steppenwolf escono con un classico immortale, ruvidissimo, e nient'affatto hippy: Born to be wild. I Doors vanno per la loro strada con Waiting for the Sun. I Led Zeppelin nascono, e iniziano a preparare il loro primo,omonimo album che uscirà a gennaio 1969. Ma il 1968 passa alla storia anche per Hair, il musical che racconta la vicenda di un gruppo di giovani sullo sfondo della contestazione alla guerra in Vietnam (il 15 novembre 1968, in 500.000 marciano su Washington contro il conflitto, la più grande manifestazione pacifista della storia americana, accompagnata dalle canzoni di Arlo Guthrie, Pete Seeger, con l'intero cast di Hair). O per At Folsom Prison di Johnny Cash, che tiene un concerto leggendario cantando storie di assassini e ladri di fronte a una platea di criminali incalliti nell'omonima prigione. Una certa età dell'innocenza, è stato scritto, finì definitivamente con gli assassinii di Martin Luther King e Bob Kennedy. La musica, quella americana in particolare, se ne accorse e iniziò a scivolare da un 'pubblico' gioioso a un 'privato' più tormentato. I tempi, come aveva già cantato qualche anno prima Dylan, stavano ancora una volta cambiando. |
|
#99
|
|||
|
|||
|
io ne sono fan da sempre.....
|
|
#100
|
|||
|
|||
|
Sarkò&Carla: e la maschera diventa trendy ed economica
di Valeria Arnaldi- giovedì 31 gennaio 2008, 07:00 Non potevano che essere quelle da Nicolas Sarkozy e Carla Bruni le maschere più trendy di questo carnevale. Per lui basta un completo rubato al guardaroba di tutti i giorni. Per lei, un mini-abito che metta in mostra le gambe, o, per le più timide, jeans, camicia, maglioncino blu e maxi-occhiali scuri da diva, a imitare la tenuta egiziana di Carla. Soluzione ideale per coppie o single alla ricerca della propria metà. Ma, soprattutto, per il portafoglio. La vera tendenza, infatti, è risparmiare, diventare «altri» con pochi euro. Gli esempi non mancano. Dalla cronaca rosa - che a chi vuole puntare sul classico assicura l’inossidabile binomio del calciatore e la velina - al grande schermo. Giacca, maglia e t-shirt per aspiranti Nicolas Cage da «Il mistero delle pagine perdute», senza dimenticare occhiali da intellettuale e qualche «pagina». Bene costumi ispirati a «La bussola d’oro»: per diventare come Nicole Kidman basta portare con sé un peluche da indicare come «daimon», animalesco alter ego. Più semplici le maschere composte solo da dettagli, copri-occhi in cartone, trucco o calze e collant bicolore. Se per gli adulti è d’obbligo usare la fantasia, per i piccoli le maschere rimangono griffate. In attesa di vederli sul palco nel loro primo musical, i Gormiti sono protagonisti della festa per lui. Per lei, costumi da Winx enchantix, con ali accese di glitter, dal film «Il segreto del regno perduto». Articolato il carnevale Disney Store, con la coppia principe Edward e Giselle dal film «Enchanted», abiti delle principesse tradizionali, anche con accessori invernali, o tenute casual di High School Musical. Per sfoggiare i costumi le occasioni non mancano. Si inizia il 31, giovedì grasso. Masquerade party con dj set da Distillerie Clandestine. Si torna bambini all’associazione culturale «Sotto casa di Andrea» con le sigle dei cartoni animati, eseguite dai MrMagoo. «Grassa» l’agenda del Gilda. Giovedì, house con Andrea Dee, venerdì Revent con revival e video cult, sabato vip con musica house, martedì, maxi-evento «Calciatori e veline», con costumi in tema e biglietti d'ingresso che sono maschere da indossare. Più giorni di festa pure al Micca Club. «In pista a ballare insieme con Chuck Berry, Elvis Presley, Marilyn Monroe» è la promessa del giovedì «Soul food for free» con dj set Marvin. Sabato, «Notte del Giaguaro» con lo swing di Nelly e i suoi Shaker, band di Antonella Aprea. Martedì, Carnival party «Flintstones vs Jetstones», sfida tra preistorici e cosmonauti dei cartoon, burlesque show, live dei Blues Willies e dj. Al Big Mama, giovedì party con le cover beat dei Riding Sixties, sabato Rino Gaetano Band, e martedì, Louisiana Carnival con Louisiana Doctors |
|
#101
|
|||
|
|||
|
Dischi in vinile In Italia gli acquisti sono cresciuti del 250 per cento in un anno
In Rete la rivincita degli Lp Vendite boom, Beatles in testa A 60 anni dalla sua introduzione sul mercato, il disco in vinile non solo sopravvive al progresso tecnologico ma addirittura compete su Internet MILANO — Hanno tentato di farlo fuori in tutti modi. A colpi di compact disc, minidisc, laserdisc e, ultimo, il download di musica digitale da Internet. Niente da fare, a 60 anni esatti dalla sua introduzione avvenuta nel 1948, il vinile resiste. Piccola enclave dell’industria discografica, addirittura sta conoscendo una seconda giovinezza. Perché, come ha detto Bob Dylan «i dischi moderni sono atroci. Oggi non puoi fare un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo ancora». Dischi in vinile, ovviamente. I numeri sono esigui ma i segnali sono importanti. Nel 2007, in tutto il mondo, sono stati venduti, tra album e 45 giri, 990 mila pezzi in vinile (+15,4 per cento rispetto al 2006) per una quota di mercato pari allo 0,2 per cento (i cd rappresentano ancora l’85 per cento, il download quasi il 15 per cento). In Italia, nel primo semestre dello scorso anno, il fatturato del comparto vinile ammonta a 150 mila euro, che significa 10 mila pezzi venduti. Il 250 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2006. ![]() «Abbey Road» dei Beatles è il vinile più venduto in Rete. Ma nella hit ci sono anche gruppi attuali come i My Chemical Romance Nicchia in crescita «Il vinile non rilancia l’industria discografica ma è una nicchia in crescita» dice Enzo Mazza presidente della Fimi, l’associazione che riunisce le principali case discografiche. «Il mercato è ormai polverizzato e la fruizione della musica avviene sotto diversi formati, dai più moderni come la chiavetta usb e il download, a quelli tradizionali, cd e, appunto, il vinile». Il vinile, nel suo piccolo, è anche un fenomeno di moda a cui il settimanale Times Magazine si è interessato di recente. Scontato che l’acquirente di vinile sia il 40-50enne legato ai miti dell’adolescenza, il fenomeno ora interessa anche i giovanissimi che acquistano l’Lp feticcio, per poi ascoltarlo su mp3 dopo averlo scaricato da Internet. Gli artisti si adeguano volentieri. I Radiohead per esempio, che hanno sfidato l’industria discografica pubblicando il loro ultimo album In Rainbows su Internet e lasciando decidere ai fan quanto pagare per scaricare le nuove canzoni, dello stesso hanno distribuito nei negozi la versione in vinile. Ogni nuova uscita dei Rolling Stones è accompagnata da una tiratura limitata di copie in vinile. Lo stesso vale per i Depeche Mode, Manu Chao, mentre gli U2, per celebrare i vent’anni di un loro storico album The Joshua Tree, hanno scelto l’edizione in vinile. Tra gli italiani, il bestseller per antonomasia Vasco Rossi dopo aver pubblicato un cofanetto di singoli in versione 45 giri, naturalmente in vinile, si appresta a pubblicare nello stesso formato anche il nuovo disco atteso per quest’anno. Soluzione scelta anche da Adriano Celentano per l’ultimo «Dormi amore - La situazione non è buona», uscito a fine novembre in versione cd e vinile. In campo anche le major americane Se negli Stati Uniti la casa discografica Wea dichiara che le vendite di musica in vinile sono aumentate del 30 per cento, da noi la multinazionale Sony-Bmg ha iniziato a ripubblicare in vinile, al prezzo di 14 euro, alcuni dischi che hanno fatto storia: Elvis Presley, Miles Davis, Lou Reed, Simon & Garfunkel e altri ancora perché «l’obiettivo è offrire un prodotto di alta gamma agli appassionati ma anche avvicinare i più giovani a un prodotto che ha fatto la storia della musica». La Virgin punta su alcuni big della scena alternativa degli ultimi anni quali Blur e Massive Attack e celebra gli anniversari di album come Sgt. Pepper dei Beatles o Never Mind the Bollocks dei Sex Pistols ripubblicando in vinile l’opera originale. Le catene di negozi si adeguano, così come l’industria dell’alta fedeltà che ha immesso sul mercato nuovi piatti iper tecnologici che arrivano a costare anche 10 mila euro. A Milano e Torino Fnac riserva uno spazio vendite al vinile dove è possibile trovare titoli che non sono più disponibili nel formato cd, operazione ora intrapresa anche da Mediaworld. Fiutando l’affare, anche Amazon, il più importante emporio musicale online, da ottobre ha aperto una sezione dedicata alla vendita di vinile. Al momento, la classifica dei più venduti vede al primo posto Abbey Road dei Beatles. Ma che non sia solo cosa per nostalgici vecchietti, lo dimostra la presenza nella top ten di The Black Parade dei My Chemical Romance e di Sawdust dei Killers, band dell’ultima ora, molto amate dai ragazzini. Roberto Rizzo 05 febbraio 2008 da www.corriere.it |
|
#102
|
|||
|
|||
|
Edimburgo, 21:19
MUSICA: IN VILLA SCOZZESE 'MEMORABILIA' DI ELVIS PRESLEY Alcuni 'memorabilia' di Elvis Presley sono stati ritrovati in una villa di Edimburgo. Ne da' notizia la BBC, spiegando che si tratta di un disco d'oro e di una foto autografata dal "re" del rock, oggetti recuperati nei giorni scorsi all'interno di un'abitazione. Probabilmente, secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine intervenute e consultate dall'organo di informazione, si tratta di oggetti rubati a qualche collezionista. Comunque - hanno garantito le autorita' - non si tratta di pezzi falsi. "Il loro valore al momento non si puo' ancora determinare - ha detto un portavoce della polizia scozzese -. Speriamo che, se si tratta di refurtiva, si facciano avanti i proprietari e si possa dunque sapere qualcosa di piu' sulla loro provenienza". da Repubblica.it |
|
#103
|
|||
|
|||
|
MILANO
LA SOLIDARIETÀ DI UN IMPIEGATO ALLA POLIZIA MUNICIPALE GLI AMICI DI TINDARO In mensa mangia solo il primo, il secondo lo porta ai poveri della zona. E adesso i suoi colleghi lo imitano. Piove e fa molto freddo oggi a Milano. Joseph è accucciato sul sagrato della chiesa di Sant’Alessandro, nel cuore della città. È arrivato dalle isole Mauritius undici anni fa e per vivere si arrangia con piccoli lavori: aiuta qualche anziano a fare la spesa, o taglia l’erba di qualche prato. Quando nessuno lo chiama, passa le sue giornate qui a chiedere l’elemosina. Dice di essere a digiuno da ieri. Tindaro lo saluta e poi gli dà due vaschette: dentro ci sono un po’ di pasta e del tiramisù. Sono una parte degli avanzi della mensa dove Tindaro Scurria, impiegato alla Polizia municipale del Comune, va durante la pausa pranzo. Ha iniziato cinque anni fa, per caso: «Un giorno, all’entrata della mensa, ho trovato un ragazzo che chiedeva l’elemosina. Io sono contrario a dare soldi, perché spesso finiscono nelle mani degli sfruttatori di chi vive in strada. Ma il sorriso di quel ragazzo mi aveva toccato il cuore. Così decisi di donargli una parte del mio pranzo». Da allora, tutti i giorni Tindaro paga il pasto completo, ma mangia solo il primo: «Il resto lo porto ai poveri che trovo qui attorno. Non riesco a chiamarli barboni». La voce in breve si è diffusa e qualche collega ha iniziato a mettere da parte una bottiglia d’acqua o un panino, finché Tindaro una volta ha chiesto a Luciano, il titolare della mensa My chef, se poteva dargli gli avanzi del pranzo. Da allora ogni giorno 15-20 persone hanno un pasto caldo. Non solo: grazie alla solidarietà dei colleghi, Tindaro spesso porta con sé anche scarpe e vestiti. Joseph vorrebbe tanto un sacco a pelo per difendersi dal freddo. «Ho solo dei giacconi da donna, ma te lo troverò», gli promette Tindaro. Si avvicina un altro senzatetto, è italiano. Tindaro gli mostra le sue vaschette. «Grazie, ho già mangiato. Portale a chi ha bisogno». «Fanno tutti così», commenta Tindaro, «tra loro si aiutano sempre». Arriviamo in via Torino dove, seduto su una sedia accanto a un’edicola, c’è un omone dalla lunga barba bianca che sta fumando il sigaro. I giornali si sono spesso occupati di lui. Si chiama Roye Lee, ha 72 anni, è americano, ma è in Italia da una vita. Ha scritto centinaia di canzoni, ha conosciuto Frank Sinatra ed Elvis Presley e ha recitato accanto ad Anthony Quinn e Silvana Mangano in Barabba. Vive in strada da quando la moglie lo ha abbandonato, portandosi via le loro due figlie. Accanto a lui ci sono alcuni volontari della Croce Rossa. Non è stata una bella giornata per Roye. Per anni ha vissuto in fondo a un vicolo qui vicino, riparato solo da un telone. Questa mattina però i vigili e i netturbini gli hanno detto che lì non poteva più stare. Durante lo "sgombero", Roye è caduto e ora mostra il suo ginocchio ferito. Ma sorride sempre e canta con la sua voce calda. «È una nuova canzone, sarebbe bello portarla a Sanremo». Tindaro gli porge una vaschetta con della carne e un po’ di patate. «Dove passerai la notte?». «Non in un dormitorio. Io sono un uomo libero». Dall’altra parte del marciapiede, davanti alla chiesa di San Sebastiano, c’è Johana. È arrivata dalla Romania un anno fa. Ripete solo: «Grazie, grazie», quando Tindaro le dà la vaschetta con la pasta. Poi con la mano indica i suoi piedi. Le scarpe sono tutte bucate. «Se ne trovo un paio te le porto», le assicura Tindaro. Il tempo della pausa pranzo sta finendo. Tindaro accelera il passo ed entra nel sottopassaggio di piazza Duomo: «Forse ci sono Jurgen e Bianca. Di solito mi aspettano qui». Ma oggi non c’è nessuno. «Capisco se qualche povero viene sfruttato quando cambia spesso il luogo dove si ferma a chiedere l’elemosina. Gli aguzzini non vogliono che i passanti si stufino di vedere sempre le stesse persone. Oppure lo comprendo dal fatto che, pur avendo il contenitore pieno di monete, sono affamati. Ieri uno di loro mi ha confessato di essere a digiuno da più di un giorno». C’è ancora tempo per dare un piatto di pasta a Nicolae, sotto i portici di piazza Missori. Non ha una gamba e si regge su due stampelle. È in Italia da 4 anni, dorme al Cimitero Monumentale e appena può torna in Romania per portare dei soldi alla moglie e ai tre figli. «Oggi piove e molti non sono venuti», dice Tindaro: «Umberto forse è all’ospedale, quando l’ho visto l’ultima volta non stava bene». Così il giro si conclude dove era iniziato, nella chiesa di Sant’Alessandro. Quel che passa il convento Quando capita, come oggi, che avanzi qualche vaschetta, Tindaro la consegna al parroco, don Antonio Gentile. «Mi dispiace, non è rimasto molto». «Hai portato quel che passa il convento», risponde pronto con una battuta don Antonio: «Ogni giorno qui bussano alla porta moltissime persone affamate. Purtroppo non riusciamo ad accontentare tutti, per questo siamo grati a Tindaro per il suo aiuto». È tempo di tornare al lavoro. Tindaro si congeda, con un desiderio: «Vorrei tanto trovare un locale dove i miei amici possano riunirsi per mangiare insieme. Mi ricordo quando trentotto anni fa sono arrivato qui dalla Sicilia. Vivevo in un tugurio: quando spazzavo per terra, dal pavimento veniva su una nuvola di polvere. Per questo quando aiuto loro, in realtà aiuto me stesso. Se sono stanco, o arrabbiato, mi basta un loro sorriso per ritrovare la serenità». Da Famiglia Cristiana. |
|
#104
|
|||
|
|||
|
Come sempre, quando viene pubblicata una classifica nella quale appare Elvis, i confronti sono inevitabili. Quindi scaglio la prima pietra: Janet Jackson 10 volte numero uno?!!! La logica conseguenza mi farebbe pensare a Elvis 500 volte numero uno!
|
|
#105
|
|||
|
|||
|
La moglie di Elvis Presley sfigurata da un falso dottore
scritto alle 19:14 da elvezio in Curiosità, Gossip, Personaggi Ne parla tutta Hollywood e non potevo certo lasciarvi a bocca asciutta, pardon, a labbra asciutte sullo scandalo più hot del momento. Pare che Priscilla Presley, moglie del notissimo cantante, sia una delle “vittime” di Daniel Serrano, un gigolò argentino che ha avuto una gran pensata per aumentare i suoi guadagni.Serrano, arrivato a Hollywood, si è spacciato per dottore e ha importato clandestinamente un silicone di bassa qualità, assai simile a del lubrificante per le parti in movimento delle automobili, spacciandolo per il miglior prodotto cosmetico sulla piazza, in grado di stracciare il Botox. Convinte alcune star, lo strano gaucho ha cominciato a infiltrarsi nella buona società di Los Angeles fino a organizzare vere e proprie feste a casa della moglie di Lionel Richie: durante le feste, con soli 500 dollari lui poteva spararvi in faccia un po’ del suo magnifico silicone. Le feste naturalmente duravano All Night Long… Peccato che la sostanza, scarsamente testata e non approvata dal governo statunitense, abbia provocato a molti pazienti paralisi e buchi nella faccia, al punto da rendere impossibile persino un’azione semplice come bere dell’acqua. Ora Serrano è in prigione, dove dovrà inventarsi qualche nuovo uso per il suo silicone speciale, mentre Priscilla cerca rimedio presso qualche chirurgo serio. Magari uno specialista costoso, d’accordo, ma in grado di distinguere fra donne e automobili… |
|
#106
|
|||
|
|||
|
La musica che non c'è /7 Bobby Solo – Brian Wilson
diGianni Giletti/ 27/03/2008 Anche l’italiano Bobby Solo può stupire allontanandosi dall’elegante rock ‘n’ roll a cui ci ha abituati e creando un disco che si richiama a Johnny Cash. Similmente, incuriosisce la storia di “Smile”, opera di Brian Wilson. L’amante del rock 'n' roll Bobby Solo con il suo tributo all’americano Johnny Cash e il chiacchierato disco “Smile” di Brian Wilson, cofondatore dei Beach Boys, sono i protagonisti del settimo appuntamento curato da Gianni Giletti, membro della Fraternità del Sermig di Torino che ospita anche il Laboratorio del Suono. Una rubrica nuova, che parla di musica, ma non della solita “sbobba” che troppo spesso subiamo dai mass-media; parliamo di musica vera, che trasmette emozioni, che tocca il cuore e che non è tanto conosciuta. Meglio, tentiamo ogni settimana di trovare un disco - di ieri o di oggi - che ancora ci possa far sognare, spaziando un po' su tutti i generi. Le caratteristiche che deve avere il "lettore tipo" sono la curiosità e la ricerca della qualità della musica. BOBBY SOLO, Homemade Johnny Cash - Azzurra music 2004 Un disco come questo ci fa capire quanto sono ingannevoli classificazioni e definizioni in campo musicale. Bobby Solo (vero nome Roberto Satti), classe 1945, da decenni rappresenta, insieme a Little Tony, il mito di Elvis Presley formato Italia, con i vestiti bianchi attillati, i lustrini e le frange, le mossette e il ciuffo, la voce gigiona e lo sguardo languido. Oggi rischiano di sembrare un po’ patetici e ridicoli, ma quando qualche anno fa, ormai attorno ai 60 anni, sono saliti sul palco dell’Ariston a Sanremo per cantare insieme Non si cresce mai, mi hanno fatto tenerezza e simpatia non solo per la canzone malandrina, ma per la fedeltà con cui recitano il loro ruolo artistico. A loro piace il rock 'n' roll, stravedono per Elvis e continuano a fare la musica che amano. Sono “animali da palcoscenico” in via d’estinzione, d’accordo, ma mantengono la loro dignità artistica e oggi si sa quanto ce n’è bisogno! Ma tutto questo è per introdurre il disco di oggi, che devo dire mi ha sorpreso veramente. “Homemade Johnny Cash” infatti è uno splendido tributo a quel gigante della musica americana che è Johnny Cash. Scomparso nel 2003, Cash è uno di quegli artisti che non solo ha fatto la storia della musica country - che era la sua “provenienza artistica” - ma ha attraversato con il suo carisma e la sua voce baritonale mezzo secolo di musica americana. E qui Bobby Solo si trasforma, non è più il clone di Elvis, con ammiccamenti, mossette e sorrisi, ma diventa un brillante artista americano che rifà alcuni “classici” di uno dei suoi miti con un piglio e una personalità che lasciano sbalorditi. Qui il Nostro infatti non solo canta ma suona tutti gli strumenti (tranne la batteria) e si “permette” anche di scrivere un pezzo insieme a Tracy Quade, “Just one thing”, che ricalca in pieno lo stile di Cash. Ascoltando il disco senza sapere chi è l’interprete, mai e poi mai penseresti ad un italiano e meno che mai a Bobby Solo! Quello che mi ha fatto intuire che questo era un disco speciale è stata l’assenza di pubblicità e di passaggi radiofonici che ha avuto; si sa, la roba seria – soprattutto musicale - difficilmente si sente in giro, occorre cercarsela con il binocolo. Cliccando sulla freccina vicino alla scritta "Tracks 15" si ascoltano tutte le anteprime di 30 secondi del disco. BRIAN WILSON, Smile Il disco di questo numero non è un disco, è un mito. Più di un mito: una chimera, un sogno, una leggenda, una cosa che non c'è mai stata, data per dispersa, improvvisamente rimaterializzatasi a 40 anni dalla sua scomparsa. A questo punto voi smettete di leggere. Per forza, direte, il rubricista, che una volta scriveva di musica, improvvisamente ha cambiato genere ed è passato alla fantascienza. Oppure semplicemente ha bevuto qualche bicchiere di troppo ed è un po' euforico. Beh, niente di tutto questo: quello che ho detto sopra è la pura verità; Smile (sorriso) è veramente il disco con una storia tra le più incredibili nella storia del rock. Ma andiamo con ordine. Dell'autore, Brian Wilson, un distinto signore americano di 62 anni, possiamo dire che è uno dei fondatori dei Beach Boys, mitico gruppo di pop-rock americano degli anni sessanta e uno dei più grandi compositori pop degli ultimi 50 anni. La storia di Smile ha davvero dell'incredibile: siamo nel 1967, anno in cui i Beach Boys sono all'apice del successo, milioni di dischi venduti con una musica leggerina e sognante che fa pensare - come dicono loro stessi - al mare, al sole e alle belle ragazze. Ma Brian non è soddisfatto, la musica che "deve" fare non è quella che "vuole" fare, inoltre comincia ad essere tormentato dalle nevrosi che lo porteranno negli anni seguenti a curarsi dagli psichiatri. Organizza un colpo di mano: manda il resto della band in vacanza, acchiappa un paroliere (Van Dyke Parks) che definire estroso è un eufemismo, convoca in gran segreto alcuni musicisti a casa sua e compone quello che lui stesso chiama "una sinfonia adolescenziale rivolta a Dio". Quando i Beach Boys tornano a casa trovano un matto (si dice che suonasse un pianoforte contenuto in un enorme scatolone pieno di sabbia!) ma anche una musica lontana mille miglia dal "sound spiaggifero e marittimo" che in genere producevano. Discussioni a non finire tra i membri della band, fino a che si decide che il disco deve uscire. Ma in una notte di follia, Brian distrugge tutti i nastri in suo possesso e consegna il suo disco e se stesso alla leggenda. Da allora, infatti, si è creato un alone di leggenda attorno a Smile; ogni disco che usciva dei Beach Boys o di qualcuno dei suoi membri spuntava insistente la domanda: "Ci sarà un brano di Smile ?". Nessuno, tranne i membri della band, lo aveva ascoltato, per cui si inseguirono i musicisti che avevano partecipato alle registrazioni, si favoleggiò di nastri scampati all'incendio, si citarono persone che erano presenti, si scrissero libri e romanzi sull'argomento... insomma una vera saga. L'unico che poteva rispondere era sotto cura psichiatrica, eppure il mito sopravvisse nei decenni e ogni tanto qualcuno ritirava fuori l'argomento; sembrava una cosa tipo "Elvis è vivo e abita in campagna sotto falso nome", una bufala insomma. Ma non avevano fatto i conti con Brian, che verso la fine degli anni 80 si riprende e ricomincia a scrivere musica (il suo primo disco solista è del 198 .A tutte le persone che gli chiedevano di Smile, rispondeva con il silenzio. Fino a che, all'alba del 21° secolo, decide che è ora che Smile venga definitivamente alla luce. Richiama il paroliere di 30 anni prima, recupera una band, si barrica in studio e nel 2004 Smile esce dal mito ed entra nella realtà. Va beh, mi direte, bella storia, ma il disco com'è? Qui sta la parte migliore della storia, perchè la musica di Smile ha un solo aggettivo che le rende giustizia: immaginifica, cioè immaginaria + magnifica! Si tratta cioè di una musica che solo un genio come Brian "vede" e può trascrivere sul pentagramma. Non si tratta di musica a facile ascolto, è una "suite", però non si possono non ammirare le "visioni" di Brian, che unisce il pop al jazz, l'avanguardia e il rumorismo ai coretti stile Beach Boys. La parte vocale ha un’importanza centrale; oserei dire che è l'elemento che tiene insieme il disco e che ne innerva le varie sezioni. Ne esce comunque un'opera omogenea, coerente nella sua visionarietà, che Brian ha presentato a Londra nel febbraio 2004 con uno storico concerto alla Royal Albert Hall - il tempio londinese della musica rock - e che ha raccolto un pubblico soprattutto adulto e con i lucciconi agli occhi; è sembrato a tutti che si tornasse indietro di quarant'anni. So long, Brian! |
|
#107
|
|||
|
|||
|
Paganini come Elvis e i Rolling Stones
Gli Amici di Jachy raccontano l'ultimo viaggio del violinista. Artista atipico e a suo tempo vera pop star. Dal 3 al 6 aprile all'Albatross di Francesco Pedemonte GENOVA, 27 MARZO 2008 Niccolò Paganini è stato probabilmente una delle figure più innovative del suo tempo: non solo artista virtuoso, ma instancabile viaggiatore, anticipatore del concertista moderno e abile manager di se stesso. Un rivoluzionario, che nel suo modo di porsi di fronte al pubblico, ha anticipato i moderni divi del rock. Paganini. L’ultimo viaggio, spettacolo portato in scena al Teatro Albatross dagli Amici di Jachy, da giovedì 3 a domenica 6 aprile, è un lavoro che parte dalla fine, dal percorso compiuto dal violinista dopo la sua morte. Il lavoro teatrale di Arnaldo Bagnasco, Roberto Iovino e Francesca Oranges, per la regia di Paolo Pignero, pensato inizialmente come progetto cinematografico, segue quest'ultimo e più drammatico viaggio del violinista genovese.«Attraverso la tecnica del flash back – ha precisato Iovino, autore con Francesca Oranges anche della biografia Niccolò Paganini, un genovese nel mondo – lo spettacolo ricostruisce varie occasioni per ricordare l’uomo e l’artista:Fu una star nel senso moderno del termine e i suoi atteggiamenti scatenavano scene di vero fanatismo».Come ribadito anche dal regista Paolo Pignero, sarà uno spettacolo moderno: «abbiamo giocato con l’oggettistica, coi movimenti, con le scene e soprattutto con i costumi. Abbiamo cercato di tirar fuori il Paganini che è in noi, ed è bene che gli spettatori sappiano che non si tratta di una rappresentazione classica, ma di una rottura con la tradizione». La rappresentazione godrà del contributo artistico del Conservatorio di Musica Niccolò Paganini, mentre i costumi, a cura di Anna Alunno, saranno in linea con l'aspetto moderno del musicista genovese. Non abbigliamenti d’epoca, ma accentuate quelle similitudini che avvicinano il violinista ottocentesco ad Elvis Presley e ai Rolling Stones. |
|
#108
|
||||
|
||||
|
MA QUESTO L'HAI MAI VISTO L'ALOHA???? ELVIS GRASSO E A PEZZI????
SCUSATE LO SFOGO! Marzia. |
|
#109
|
||||
|
||||
|
|
|
#110
|
|||
|
|||
|
Marzia, la cosa più importante è che tu possa aver trovato il modo per vivere meglio, a prescindere dall'ingrassare o meno.
![]() ![]() Per me questi non sono giornalisti, sono gentaglia, della peggior specie. ![]() perchè, oltre che considerarsi intelligenti, scrivono questi articoli solo per fare sensazionalismo o per non scostarsi dalla massa e magari inneggiano ad un Marylin Manson, solo perchè così fa audience.Io, di tutto cuore, gli auguro di diventare un barcone che non riesce nemmeno a muoversi..... poi lo vado a trovare e insieme guardiamo l'ALOHA FROM HAWAII, magari scopre che anche gli piace!!!! ![]() ![]() Peccato che questa gentaglia è quella che con il titolo nobiliare di critico musicale, continua a portare avanti l'immagine di Elvis in questo modo ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]()
|
|
#111
|
|||
|
|||
|
ma ditegli di andare aff......
(scusa lisa lo so che le parolacce non vanno scritte ma........) da andiamo a beccarlo che gli sputo!!! |
|
#112
|
||||
|
||||
|
Aloha From Hawaii decadenza pura. Con questa le ho sentite veramente tutte... o forse no...!
|
|
#113
|
||||
|
||||
|
Leggete la trama di questo film... E' basato su eventi realmente accaduti, anche la parte riguardante il filmato di Elvis a Cleveland...
http://www.zabriskiepoint.net/node/2837 ![]() Una delle più grandi truffe mediatiche viene portata sullo schermo: l'esistenza di un documentario sui famosi alieni di Roswell. Ciò accadeva nel 1995 ad opera di due ragazzetti inglesi. Una truffa che ancora oggi divide gli esperti sull'autenticità del filmato (girato in casa, o almeno ci vogliono far credere, dai due con dei loro amici). Filmato che si basa su un documento originale che, sempre i due dicono di aver visto. Quindi grandissima e gigantesca balla o verità? Di certo uno dei casi più controversi e buffi che sia mai accaduto e che il regista Jonny Campbell, tra ironia e grottesco, ci racconta in questa storia che segue fedelmente i racconti dei due, Ray Santilli e Gary Shoefield, che tra verità, mezze verità e fantasia, ci mostra sia la verità sul famoso filmato di Roswell ma anche quello che potrebbe accadere se il filmato esistesse per davvero. Ed infatti il film si ferma su questa ultima ipotesi. Esiste o non esiste questo famoso filmato? Il regista sfrutta il mezzo del documentario per raccontare questa storia di immagini in immagini (di cinema in cinema), di parallelo come le immagini possano ingannare molto più delle parole. Delle abili immagini costruite ad hoc per ingannare chiunque, o comunque chi vuole essere ingannato. Chi crede negli alieni, gli ufologi che vogliono assolutamente trovare qualche prova dell'esistenza di "altri" nell'universo. Campbell usa uno sguardo disincantato e brillante, tra humour ed ironia, un mix perfetto per narrare questa storia al limite con una dissezione dei due protagonisti per mostrare ogni loro sfaccettatura. Taglio che gli serve per dare una in/credibilità alla storia per poter coinvolgere e divertire e lasciare, al tempo stesso, con l'idea che tutto possa essere vero nella finzione più totale. Ma allora cosa manca al film per essere un "filmone"? Forse quella giusta tensione, forse quella sfacciataggine di andare oltre alla "verità" dei due per rendere ancora più in/credibile il racconto... Forse, ma di una cosa siamo certi Alien Autopsy manca di tensione grottesca per fare entrare anima e corpo nella storia, rimanendo un buon film ma senza arrivare a vette più alte per farlo assurgere a capolavoro. I prodomi c'erano tutti, ma è mancato il coraggio, o la forza, o la decisione di creare qualcosa di totalmente fuori di testa... Aprile 1995. Londra. Due amici molto legati ma molto diversi tra loro, Ray e Gary. Il primo vive di piccoli espedienti e il secondo lavora in uno studio legale. Dopo che a Ray viene sequestrato tutto il materiale che contrabbanda, cassette di film pirata, si rivolge all'amico per poter dissequestrare il suo materiale. Ma le cose non vanno come dovrebbero andare e Ray convince Gary ad andare negli States per acquistare altro materiale, ma questa volta del materiale legale, ovvero delle cose su Elvis Presley e del concerto che fece a Cleveland. Così trovano un documentario del concerto di Presley, ma senza audio, un documentario che sperano faccia la loro fortuna. Ma il venditore, Harvey, di questa merce gli propone un altro affare... Acquistare un documentario girato nel 1947 a Roswell dove si vede l'autopsia di un alieno! M ai due non hanno i soldi necessari per l'acquisto e si rivolgono ad un mezzo delinquente inglese per aver i 30.000 dollari che chiede Harvey. Una volta portato il film a Londra lo proiettano tra amici ma non si vede nulla. Aver aperto dopo 50 anni la confezione di metallo ha innescato un processo chimico per il quale la pellicola si sta distruggendo è così che i due amici pensano di rigirare il documentario così com'era creando un falso artigianale: il regista operatore è il loro amico che gestisce un fast food, l'addetto agli effetti speciali è il loro macellaio, il corpo dell'alieno viene fatto dall'anziano compagno della nonna di Gary, e quest'ultimo e Ray fanno i due medici addetti all'autopsia. Una volta realizzato lo fanno vedere al loro finanziatore... Che si commuove "non siamo soli... mi hai reso felice...". Quindi 114 reti televisive li contattano per avere il filmato. E i due, e i loro amici, cominciano a vedere assegni con diversi zero. Ma ora le cose si fanno più complicate: tutti vogliono vedere la pellicola originale che loro non hanno... loro hanno in mano solo della pellicola moderna che non possono far vedere... |
|
#114
|
||||
|
||||
|
...ecco cosa sono diventata... Ti abbraccio con amore fraterno. Roby |
|
#115
|
|||
|
|||
|
In questo articolo viene citato anche questo sito
E brava la nostra Lisa, il grazielvis ormai è famoso su scala nazionale ed è visitato anche dai giornalisti italiani !!!!!!!!!!!! Spettacolo ![]() Previsto per il 16 agosto il film di Adam Muskiewicz 'The Truth About Elvis' 1977-2007, continua la 'caccia' a Elvis Presley Avvistamenti, ipotesi fantasiose e persino una taglia. A trent'anni dalla scomparsa, il mistero che avvolge la morte del Re tiene banco tra i bit della rete document.write(""); ascolta la notizia document.write(""); Roma - 13 mar. (Ign) - Elvis nascosto su un'isola lontana, Elvis agente segreto dell'Fbi, Elvis in Alaska, Elvis ormai settantenne che si aggira nel parco della Graceland Mansion (Memphis), la villa in cui visse per 20 anni e nel cui bagno fu trovato senza vita. Ma a trent'anni di distanza la morte di Elvis Presley per alcuni è ancora un mistero. E come ogni anno la ricorrenza della sua scomparsa, il 16 agosto 1977, riapre la caccia alla verità. Sull'argomento sono stati scritti libri, pagine di quotidiani e periodici, sono stati fatti servizi e programmi televisivi. Ma è internet a fare la parte del leone. Il sito www.elvislives.net, ad esempio, elenca 10 teorie per cui il Re del rock'n roll è vivo. La prima sostiene che sia stato messo nel programma protezione testimoni con una nuova identità dopo il famoso incontro con Richard Nixon. C'è poi la storia del nome scritto sbagliato sulla lapide (Elvis Aaron Presley anziché Elvis Aron Presley), le fotografie del corpo nella bara che lo fanno sembrare una statua di cera, le contraddizioni riguardo alle circostanze del decesso. Lascia poi interdetti la notizia che nel 2002 una etichetta indipendente ha pubblicato un album, 'Kingtinued', dove si sente la voce di Presley che canta almeno 14 canzoni mai esistite prima del 1977. Ma c'è di più. Adam Muskiewicz, scrittore, attore e produttore cinematografico, attraverso il sito www.elviswanted.com lo scorso anno ha annunciato una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi proverà che Elvis è vivo e vegeto. Intervistando teorici, esperti, autori e amici intimi del Re, Muskiewicz ha deciso di produrre anche un documentario, il cui trailler è disponibile sul sito www.truthaboutelvis.com, che dovrebbe uscire proprio in occasione del trentesimo anniversario della (presunta) morte. Nella pellicola, dal titolo 'The Truth About Elvis', verranno analizzati fatti e persone, il rapporto dell'autopsia, la villa di Graceland, la Memphis Mafia e la questione del nome sulla sua lapide. Si prenderanno inoltre in considerazione i motivi per i quali Presley puo' aver simulato la sua morte e chi puo' averlo aiutato in tutto questo. Interessanti alcune testimonianze che riportano: "Nessuno sa perché due settimane prima di morire abbia detto che doveva andare via, e che non avrebbe avuto più la possibilità di vedere le persone care. Perché ha detto una cosa del genere?". Oppure: "Gente che lavorava all'ospedale, ancora adesso sostiene che il corpo che fu portato in ospedale non era quello di Elvis Presley". Linda Thompson racconta: "Mia madre era al funerale, e qualche giorno dopo disse: 'Sì, oggi fanno delle cose miracolose con le statue di cera; molte persone pensano che lui sia alle Bahamas'''. "Mi ricordo una persona che guardò al corpo nella bara e mi disse, no, non è Elvis", dice una donna, mentre un'altra afferma: "Elvis Presley è venuto nel nostro ristorante e ha ordinato un wopper cheeseburger, senza cipolle e patatine". Molte poi le teorie bizzarre che si susseguono nella rete e negli anni la leggenda per chi non si rassegna o per chi vuole continuare la 'caccia' a Elvis ha avuto molte versioni. Il forum del sito www.grazielvis.it, ad esempio, riporta un articolo nel quale si afferma che una donna in visita a Graceland, dopo essere entrata in una zona proibita al pubblico, si è trovata davanti un uomo su una sedia a rotelle a cui ha scattato una foto prima che i guardiani la portassero via. La foto è stata quindi consegnata a un detective che si occupa di identikit di persone scomparse, il quale ha dichiarato che, secondo lui, l'uomo sulla sedia a rotelle era Elvis Presley. In particolare, la donna ha detto che quando le guardie l'hanno portata via, continuava a ripetere loro di aver visto Elvis Presley. E la cosa che l'ha stupita più di tutto è stato che queste non abbiano negato e nemmeno si siano comportate come se lei fosse stata una visionaria. C'è poi la teoria esposta da Massimo Polidoro che nel suo libro 'Elvis è vivo' vuole The King celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesù Cristo, mentre lavora come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga. Tutte queste teorie si basano su un concetto spiegato da Polidoro, che si richiama alla 'verità delle emozioni', come la chiama lo scrittore. E cioè che non si può accettare l’idea che qualcuno fuori dal comune sia morto per una casualità, e quindi nulla diventa più credibile dell’incredibile. |
|
#116
|
|||
|
|||
|
Poichè lo trovo volgarmente irriverente, preferisco postare il link, così lo legge solo chi ne ha veramente voglia.
http://www.carmillaonline.com/archiv...05/000274.html |
|
#117
|
||||
|
||||
|
Mia cara Marzia l'importante e' star bene e migliararsi sempre......e non diamo retta a questa gente di stato mentale assai ....ridotto....e non dico altro ......e non esagerare....te lo dico io sei a posto...meglio che non mi guardi a me allora....e ....lascia stare che non sa nemmeno stare al mondo e solo estistere per fama e soldi ...si sa che questo mondo c'e' l'orribile e schifoso basta far cronaca....ma vorrei che capitasse al loro di essere messi in pubblico in una certa maniera....vedrai che non si divertono...
|
|
#118
|
||||
|
||||
|
Grazie Puccy, 6 un'amica, davvero!!! Clint!!!! Adesso ci mischiano pure il King con fatti successi(????) a Roswell nel '47? Ma quando non sanno a chi gettare fango, Elvis ci deve sembre essere di mezzo??? Scusa, ma poi la storia come continua? I 2 amici, dovo aver visto gli assegni con parecchi zero, come fanno con il filmato?
?Marzia1969 DANKE GRANDE SCHUMI! |
|
#119
|
|||
|
|||
|
Anche se lo sappiamo già, ecco come lo racconta il TGCOM del 5/03/2007
Elvis, l'ugola migliore di sempre Sondaggio Gb: Aretha Franklin seconda Non accenna ad appassire la leggenda di "The king". A ben mezzo secolo dal suo debutto discografico e trent'anni dopo la sua scomparsa, è sempre Elvis il migliore: "la più grande voce di tutti i tempi" è la sua. Lo ha decretato la rivista britannica "Q", stilando la classifica delle migliori ugole della storia del pop-rock. Alle spalle di Presley, gli esperti del magazine indicano Aretha Franklin e Frank Sinatra. Significativo che soltanto tre cantanti della top 10 sono ancora in vita: si tratta, oltre che della Franklin, di Robert Plant e Mick Jagger piazzatisi rispettivamente all'ottavo e nono posto. In classifica, alle spalle del terzetto Presley-Franklin-Sinatra, compaiono Otis Redding e John Lennon, quindi Marvin Gaye e Kurt Cobain. Decimo posto per Jeff Buckley. Del tutto ignorati, come prevedibile, gli artisti italiani, anche se un posticino per Bocelli o Modugno potevamo forse spuntarlo, vista la notorietà planetaria di entrambi... La rivista britannica ha anche selezionato per uno speciale "muro della vergogna" i cantanti che a dispetto della fama raggiunta sarebbero i peggiori di tutti i tempi. Alla gogna sono stati messi senza molti complimenti Ozzy Osbourne, Mariah Carrey, Celine Dion e Yoko Ono. document.write( "" );Siti Sponsorizzati |
|
#120
|
||||
|
||||
|
Quote:
Grazie hURT. Un articolo da urloo!! Marzia1969 DANKE GRANDE SCHUMI! |
|
#121
|
||||
|
||||
|
abbastanza volgare come recensione....ma no comment,nn ho visto il film,diciamo così....
|
|
#122
|
||||
|
||||
|
anche se è un articolo vecchi almeno qualcuno scrve qlcs di carino su elvis e la sua musica...
A 25 ANNI DALLA MORTE UNA GRANDE RACCOLTA DI SUCCESSI: ELV1S #1 CHARTS HITS Giusto nel caso ci fosse ancora qualche dubbio, una persona che ascoltasse questo album dovrebbe archiviare per sempre la questione del significato musicale, dell'impatto culturale, e del compimento artistico di Elvis. Da Heartbreak Hotel a Suspicious Minds", da Hound Dog a Crying in the Chapel, l'album Elvis #1 charts hits rivela una moltitudine di inclinazioni, una varietà di stili, e una portata emotiva che rende inutile ogni tentativo di catalogazione musicale.
![]() "A chi assomigli musicalmente?" venne chiesto ad Elvis quando per la prima volta mise piede nei famosi studi della "Sun recording" all'età di 18 anni. "Non assomiglio a nessuno" replicò. E la risposta all'inevitabile domanda che seguì: "Quale tipo di musica suoni?" fu semplicemente: "Suono tutti i generi". E proprio questo fece la sua fortuna. Come tanti grandi attori e cantanti, Elvis possedeva inconsciamente la capacità di imitare chiunque ammirasse: cantanti country & western come Hank Snow, artisti rhythm and blues come Jackie Wilson, performers di quartetti gospel come Jake Hess. Ma alla fine è risultata un'impronta musicale differente da tutte le altre, sia cantasse una ballata 'tremolante' come Love Me Tender o un rock energico come Hard Headed Woman. E un grande complimento gli venne rivolto direttamente da Jake Hess, leader del gruppo gospel 'The Statesman', il preferito di Elvis: "Ha il dono di diventare un tutt'uno con la canzone, sembra viva ogni parola di essa" Ai non più giovani alcune di queste canzoni potrebbero suonare familiari, ma risulterebbe difficile richiamare alla mente l'immediatezza del loro primo impatto; parte del piacere che provano nell'ascoltarle deriva di sicuro dalla memoria, ma penso che, se potessero accantonare per un momento il contesto in cui queste furono apprezzate per la prima volta, considerandole nella loro essenzialità (come accade per me), la freschezza, la vera emotività, il semplice divertimento di queste proromperebbe senza dubbio. Elvis Presley incoraggiò l'inizio di una rivoluzione; credeva fermamente nel sogno democratico, e noi dobbiamo continuare ad essere coinvolti nel medesimo impegno, sforzandoci incessantemente di raggiungere ciò che lui ha sempre rincorso ed in un certo senso anche rappresentato, questa convinzione nella libertà e nelle infinite possibilità che la sua musica simboleggia. Federico Andreoletti e Costanza Capraio, Liceo Scientifico SEVERI, Milano |
|
#123
|
|||
|
|||
|
Quote:
|
|
#124
|
|||
|
|||
|
Quote:
Non importa se ha 5 anni, fa sempre piacere leggere recensioni di questo tipo. Chissà se Federico Andreoletti a Costanza Capraio sono leggono questo forum Sarebbe bello, se facessero parte della comunità GE , vero????
|
|
#125
|
|||
|
|||
|
molto bello questo articolo
ciaoooooooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!
|
|
#126
|
||||
|
||||
|
Vero, bell'articolo!!!
Ciao Filippoooooo! Chi si rilegge!!! Fatti vivo più spesso sul forum!
|
|
#127
|
|||
|
|||
ok
|
|
#128
|
|||
|
|||
|
ho sbagliato l'ultima faccina
|
|
#129
|
|||
|
|||
|
Compie 30 anni la saga cinematografica di Guerre Stellari e le poste statunitensi - che nei giorni scorsi avevano già annunciato la loro partecipazione alle celebrazioni con varie iniziative - emetteranno il 25 maggio (giorno dell'anniversario del primo film della serie) un foglietto con ben 15 francobolli da 41 centesimi. A segnalarlo è il sito filatelico specializzato "vaccari news", secondo il quale è possibile che il foglietto possa insidiare il primato di vendite detenuto dal francobollo da 29 centesimi dedicato ad Elvis Presley: uscito nel 1993, questo francobollo ha registrato una vendita di oltre 124 milioni di esemplari. I francobolli di Guerre Stellari mostrano praticamente tutti i personaggi più famosi della saga. Le poste USA hanno anche attivato un concorso fra i fans della serie di film di George Lucas e "travestiranno" numerose cassette postali come il famoso "droide R2-D2", che nella versione italiana del primo film del 1977 venne ribattezzato "C1-P8" . (ANSA) |
|
#130
|
|||
|
|||
|
Elvis Presley A 30 anni dalla morte, Q lo incorona la voce del secolo.
Ernesto Assante racconta il mito del rock'n'roll Lezioni a 33 giri: Domenica 1 aprile all'Auditorium: Elvis 56 di Giorgio Casari Rimane il re del rock'n'roll, Elvis Presley. A trent'anni dalla sua morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, la rivista specializzata Q lo ha appena incoronato il miglior cantante di tutti i tempi. La "voce" per antonomasia, insomma, davanti a nomi quali Aretha Franklin (seconda), Frank Sinatra (terzo), Otis Redding e, a sorpresa, John Lennon ("non tecnicamente brillante, ma espressivo"). Un merito che si lega, secondo la giuria di Q (composta da giornalisti specializzati e musicisti), al fatto di aver reso sensuale, eccitante, qualsiasi genere abbia incrociato. Un ottimo modo, insomma, per cominciare le celebrazioni del trentennale, che culmineranno ad agosto con i raduni di Graceland, a Memphis, la casa-museo che aveva riempito di ogni cimelio, ancora da vivo. Un mito che lo aveva riportato in tv nel 1968, a cantare tutto vestito di pelle nera come Marlon Brando ne Il selvaggio e con il ciuffo eternamente ribelle, per mostrare a chi amava i Beatles che lui era meglio. Risultato, milioni di spettatori. Il suo concerto alle Hawaii, trasmesso via satellite il 14 gennaio 1973, assistettero almeno un miliardo di persone. Più di quelle davanti alla tv per lo sbarco sulla Luna del 1969. Aveva inciso il suo primo singolo il 5 luglio del 1954 - That's All Right per una piccola etichetta indipendente, la Sun Records di Sam Phillips. Phillips stava dando forma a quella generazione di star del rock'n'roll che avrebbe annoverato fra le sue fila Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Johnny Cash e lo stesso Elvis. La sua ossessione era "trovare un bianco che cantasse come un nero" e in quel giovane camionista aveva trovato un interprete pressoché perfetto. Fino alla sua chiamata alle armi, nel '58, Presley sorprese gli ascoltatori con uno stile viscerale, capace di singhiozzare e di essere intensamente poetico, di rivedere country e blues innescando grandi sussulti ritmici. I Sessanta e soprattutto i Settanta avrebbero annacquato la sua carica espressiva dirompente, portandolo verso un timbro da cantante confidenziale, sempre più vicino, ironia della sorte, a quel Frank Sinatra (non a caso soprannominato 'The Voice', la voce) al quale era spesso stato contrapposto e del quale si era sempre dichiarato estimatore. In questa classifica il titolo di voce del secolo scorso passa quindi di mano, e ci sentiamo di essere d'accordo con chi l'ha compilata. |
|
#131
|
||||
|
||||
|
Vero! Sante parole... soprattutto del suo mito!
|
|
#132
|
|||
|
|||
|
Dvd Elvis Presley, The ’68 Comeback Special DVD, 2005
Scritto il 3 Aprile, 2007 in Recensioni Dvd Musicali “Se stai cercando guai…sei capitato nel posto giusto” (da “Tiger Man”) Una frase simile sentita uscire dalla smorfia di Elvis è un’esperienza che redime, sconquassa e fa esclamare convinti “oh yeah!”. (una frase simile, poi, la si pronuncia indossando non solo una giacca di pelle nera, ma anzi, vestendo un intero completo di pelle nera, calzante come un guanto.) Il redentore degli anni ’50, per essere ancora l’indiscutibile sciamano, anzi, l’incontestabile Re, con l’arrivo del ’68, doveva prima di tutto redimere se stesso. Ed è ciò che fece col suo “ritorno”.Però stiamo attenti, lo show televisivo che la NBC cucì su Elvis non significò rinnegare il passato prossimo (24 film di discutibile fattura) per riabilitare quello remoto (la nascita del rock n roll). Anzi, fu una perfetta fusione delle due esperienze con la risultante del Re più in forma che si sia visto dai tempi di “Heartbreak Hotel”: da una parte l’autentico maestro nella più congeniale veste di rockstar che incendia le mutande delle fanciulle in platea; dall’altra il divertito attore musicale nel ruolo dell’ex galeotto che rimorchia la squinzia in un bordello - sincero e ironico tributo alla sua recente e prolifica esperienza di attore a Hollywood. L’intenzione iniziale del Colonnello Parker era ben diversa: Elvis avrebbe intonato canti natalizi per le famiglie cristiane d’America. Fortunatamente il ’68 aveva scosso anche i network americani, lasciando il Colonnello nel ruolo di manager a suo modo capace, ma anacronistico per impartire decisioni definitive. La fiducia che Elvis diede al regista Steve Binder e agli scrittori dello show venne premiata con la creazione di uno spettacolo talmente azzeccato da diventare, nell’immaginario collettivo, uno dei documenti principi dell’icona Elvis (forse non a caso, chi vi scrive, nella sua camera ha proprio un poster di Elvis nella mise di pelle di cui sopra). L’idea di riportare il Re al suo pubblico, non solo usando lo strumento che l’aveva reso grande in così larga scala (la televisione), ma anche il pubblico in scena, fu abbastanza improvvisa, tanto che la produzione fu costretta in grande velocità ad arruolare il numero sufficiente di persone da far sedere intorno al palchetto centrale. Vennero chiamati i parenti di chi lavorava nello studio, nonché ragazzi nel fast-food di fronte che si stavano mangiando un cheesburger. Il risultato è splendido e l’audience è assolutamente sincera: ci sono ragazzi quasi disincantati ma comunque sorpresi se non addirittura inebetiti nel vedere a pochi metri Elvis in persona che canta, balla, si inginocchia, chiude gli occhi, suda… e poi altri invece totalmente infervorati e adoranti, in lacrime isteriche da fan. Altra sorpresa “in fieri” fu quella del momento dedicato ai “vecchi amici”, ovvero quando Elvis, nel suo palchetto catartico, si siede e con la chitarra, accompagnato dai vecchi compagni degli esordi di Memphis quali Scotty Moore e DJ Fontana, ripropone classici come “Blues Suede Shoes”, “That’s Alright” e “Heartbreak Hotel”. Momento che sarebbe dovuto durare neanche dieci minuti ma che si spinse ben oltre diventando forse il fulcro di tutto lo show: Elvis scherza coi compagni, ironizza sulla sua smorfia, canta e suona divertito mentre la band lo asseconda. Ai loro piedi il giovane pubblico assiste seduto a terra come in una festa confidenziale. Le parti “preconfezionate” dello special non hanno ovviamente questa genuinità, comunque l’impatto emotivo è indiscutibile di fronte a brani come “Memories” – scritta da Mac Davies e inseguito assurta ad evergreen per le numerosissime rivisitazioni - o quando, a conclusione del programma, indossando un elegante abito bianco, canta “If I Can Dream”: song che il solito Colonnello aveva definito “non adatta a Elvis” e che invece si dimostrò la perfetta conclusione per il ritorno sulle scene del Re. Ricordando l’evento Chris Beard (tra gli scrittori dello special) confermò appropriatamente “Era commosso perché era l’ultima canzone dello spettacolo, secondo me, non voleva finire”. E la storia ha scritto che Elvis non ha mai finito. Vacho Varela |
|
#133
|
||||
|
||||
|
uao!!!!!perfetta recensione,ottima!!!!!
|
|
#134
|
|||
|
|||
|
http://www.rockol.it/vetrina-4362/El...LTIMATE-GOSPEL
Elvis Presley In una delle note riportate nel booklet di questo disco viene riportata una frase di Gladys Presley, madre di Elvis, la quale afferma che, fin da piccolissimo, il figlio amava la musica gospel che si cantava in chiesa e pur non sapendo le parole cercava di intonare la melodia con la voce. La conferma arrivò poi in futuro quando Elvis, nel corso della sua carriera, pubblicò ben quattro dischi gospel a carattere religioso: nel 1957 un EP di quattro canzoni dal titolo “Peace in the Valley”; al ritorno dal servizio militare (1960) un tributo ai suoi quartetti da chiesa favoriti “His Hand in Mine”, supportato ai cori dei Jordanaires; “How Great Thou Art” nel 1966 e nel 1972 “He Touched Me”. “Elvis ultimate gospel” raccoglie tutti i brani gospel incisi dall’artista di Memphis, venticinque episodi tratti dalle registrazioni originali e rimasterizzati con la nuova tecnologia DSD. TRACKLIST: “How great thou art” “So high” “Amazing grace” “Crying in the chapel” “You’ll never walk alone” “Swing down sweet chariot” “In my father’s house” “Milky white way” “His hand in mine” “I believe in the man in the sky” “Where could I go but to the Lord” “If the Lord wasn’t walking by my side” “Run on” “He touched me” “Bosom of Abraham” “Lead me, guide me” “Joshua fit the battle” “If we never meet again” “I, John” “Reach out to Jesus” “Who am I?” “Help me” “An evening prayer” “Take my hand, precious Lord” “(there’ll be) Peace in the valley (for me)” |
|
#135
|
||||
|
||||
|
Questi sono articoli!!!
|
|
#136
|
|||
|
|||
![]() Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong Supportico Lopez 32 Sede Via Supportico Lopez, 32, Napoli 80137 Altre informazioni Tel +39 081 445759 | info@supporticolopez.com | http://www.supporticolopez.com MappaData di apertura venerdì 13 aprile 2007 Data di chiusura venerdì 25 maggio 2007 Orari: martedì/venerdì 15.00/19.00 Gli artisti correlati Susanne Bürner Comunicato della mostra : Susanne Bürner - 50 000 000 can't be wrong Molto del lavoro di Susanne Bürner è sugli spazi vuoti, sugli spazi fuori dalla cornice principale che costituiscono la parte superflua di una proiezione, per il protagonista dei video così come per gli spettatori, per le loro emozioni ed esperienze. Alcuni dei suoi video sono su gruppi di persone la cui attenzione è focalizzata su qualcosa che è fuori da loro stessi, qualcosa che, allo stesso tempo, resta invisibile allo spettatore. Già nel video finistère (2005) il soggetto sono i fans. Ma il gruppo di spettatori è isolato dal contesto originale ed è posto su uno sfondo neutro. Così l’attenzione dello spettatore del video è focalizzata sugli ammiratori, solitamente marginali nella sua percezione, che esprimono, attraverso mimica e gestualità, le loro forti aspettative e la loro proiezione nella star. Allo stesso tempo lo spettatore del video si trova esso stesso in una posizione di aspettativa, diventando così un doppio del fan. Il video in mostra 50 000 000 CAN’T BE WRONG ripropone il tema dei fans ma pone l’enfasi sulla relazione tra la star e i suoi ammiratori concentrandosi su una singola “superstar”: Elvis Presley. Qui, Elvis, definisce se stesso attraverso i suoi ammiratori, che costituiscono il suo ambiente e la sua immagine in negativo e la Bürner tenta di approfondire proprio l’aspetto che riguarda la definizione di una persona attraverso il suo riflesso negli altri. Oltre i Beatles, Elvis è stata una delle più grandi star di culto di tutti i tempi. Diversamente da altri artisti dopo di lui, Elvis era capace di ipnotizzare ed eccitare il pubblico attraverso delle esibizioni dal vivo sensazionali. Il video utilizza proprio questi momenti e, sebbene siano tutti tratti esclusivamente da documentari su Elvis, il suo nome non è mai menzionato. Il risultato finale sono solo fans. L’oggetto del loro desiderio è invisibile. Alcune volte tracce di Elvis sono cancellate digitalmente. I cartelloni con i messaggi e le scritte degli ammiratori appaiono vuoti. Il soggetto reale del video rimane invisibile, si può percepire solo attraverso la reazione dei suoi “seguaci” ed è riflesso nelle espressioni di desiderio dei loro volti che attraversano diversi decenni del secolo scorso. Il titolo del video è tratto da una compilation di brani di Elvis dal 1959, a cui molti altri gruppi hanno fatto riferimento, diventando una delle raccolte di maggiore successo e più influenti nella storia della musica. Music: Steven Trafford Special Effects: Julia Pfeiffer, Aleksander Cigale 6:24 min., b/w, sound Il video 50 000 000 CAN’T BE WRONG è stato realizzato con il sostegno del Senato di Berlino. Si ringrazia Giti Nourbakhsch - Berlino La mostra è realizzata con il supporto di Enrico Fornello - Prato Susanne Bürner Born in Ellwangen/Jagst, Germany 1970 1993 - 1998 Media Arts at the Hochschule für Gestaltung, Karlsruhe (Diploma) One Person Exhibitions (selected) 2007 “50.000.000 can’t be wrong”, Supportico Lopez, Naples 2005 “finistère”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin “songs from out there”, Sassa Trülzsch, Berlin 2002 “Dissolve”, Galerie Giti Nourbakhsch, Berlin 2001 Galerie Borgmann Nathusius, Cologne (with Gary Ward) 2000 “Fotografie”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Barbara Trautmann and Günther Förg) Galerie K & S, Berlin (with Daniel Roth) 1999 “Trees”, Graduate Studios UCLA Culver City, Los Angeles, USA “Trees”, Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe (with Candida Höfer) 1997 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe Group Exhibitions (selected) 2007 "I´m a Future Melancholic", tank.tv, Tate Modern, London 2006 “Nicht weit vom Stamm”, Galerie Konrad Fischer, Düsseldorf Domaine Olivier de Serres, Ardèche, France Busan Biennale, Busan, Korea GASC, Gimhae, Korea tank.tv, ICA London “artists make videos”, Goethe Institut, Amman, Jordanien Film Festival Max Ophüls Prize, Saarbrücken (screening “Lux 1: Where are we going?” & screening “Lux 2: Can you see me?”)) 2005 “A Haunting”, Castlefield Gallery, Manchester „Rencontres Internationales Paris/Berlin #9“, Jeu de Paume, Paris (a.o.) “One Night Screening. Video Art From 4 Countries”, Beirut Humanities Buildings (Goethe Institut) Beirut “placements”, Galerie Store 52°31’52”13°22’55”, Berlin (curated by Andrew Cannon) “acid rain”, Glasbox, Paris (curated by Vincent Honoré) “Videonale 10”, Kunstmuseum Bonn “Radiodays”, CTP de Appel Amsterdam 2004 „KURZDAVORDANACH“, Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur, Cologne (curated by Wilhelm Schürmann) „Rencontres Internationales Paris/Berlin #8“, Grande Halle de la Villette, Paris “Missing Time”, Hong Kong Art Centre, Hong Kong (video program curated by Laurent Grasso) „playlist“, Palais de Tokyo, Paris “Zwischenwelten”, HfBK Dresden, Oktogon 2003 „Géographies #3“, Chantal Crousel, Paris Schmidt-Rottluff sholarship holders exhibit, Kunsthalle Düsseldorf “Hot, Blue & Righteous”, Galerie Giti Nourbakhsch Akademie Schloss Solitude, Stuttgart “Passages”, Le musée de Valence, art 3, Le Bel Image, Valence 2002 “Golden Week”, Kodama Gallery, Osaka, Japan & side 2, Tokyo, curated by Eva Svennung (Toasting Agency) “A Need of Realism”, Solitude in Schloss Ujazdowski, Warszawa, Poland 2001 “Papier”, Galerie Borgmann Nathusius, Cologne “Not At Home”, Römerstr. 2, Stuttgart, curated by Gary Ward and Susanne Bürner “Circles No. 5”, Montana Sacra, ZKM Karlsruhe, curated by Christoph Keller “CamoShow”, Museum Wiesbaden, curated by Alexis Vaillant and Léonor Nuridsan 1999 “Insight Out”, Kunstraum Innsbruck, Austria, Kunsthaus Hamburg, Kunsthaus Baselland, Switzerland, (catalogue) 1998 Galerie Karlheinz Meyer, Karlsruhe “Gang Bang”, Galerie Margit Haupt, Karlsruhe, curated by Christoph Keller Grants & Residencies 2006 Residency Villa Arson, Nice 2004 Grant Stiftung Kunstfonds, Bonn 2002 Art 3, Residency of Baden-Wurttemberg and Region Rhône-Alpes in Valence, France Karl Schmidt-Rottluff Grant 2000 - 2001 Residency at Akademie Schloss Solitude, Stuttgart 1998 - 1999 Visiting Scholar Graduate Program Fine Arts, UCLA Los Angeles, California, USA (Grant Studienstiftung des deutschen Volkes) 1997 - 1999 Grant Studienstiftung des deutschen Volkes, Bonn Publications „Fog Book“, Revolver Frankfurt, 2003 „Susanne Bürner“, Karl-Schmidt-Rotluff Förderungsstiftung, Berlin 2003 „Vanishing Points“, Art 3, Valence & Revolver Frankfurt Jednoczensnie (simultaniously), Zamek Ujazdowski, Warschau & Revolver, Frankfurt (with Daniel Roth, Gregor Sander and Gary Ward) The Window, Revolver Frankfurt Articles 2005 Vincent Honoré on Susanne Bürner, contemporary 21, issue 71/ video, pp. 34 – 37 2004 Dominic Eichler on Susanne Bürner, Frieze art Fair Yearbook 04/05 2003 Catherine Francblin, “geographies #3”, art press #298, p. 84 Marie de Brugerolle, “passages at art3 (review)”, artpress, # 292, July-August, pp. 76-77 Eva Svennung, “Susanne aime Smoke Gets in Your Eyes”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M. Johan Hartle, “Image Events”, in: “Vanishing Points. Susanne Bürner”, art3, Valence & Revolver, Frankfurt a.M. 2002 Miriam Bers on Susanne Bürner, tema celeste, issue 93, Sept.-Oct., p. 100 Inaugurazione venerdì 13 aprile 2007 dalle 19.00 alle 22.00 13 aprile - 25 maggio 2007 SUPPORTICO LOPEZ 32 Via Supportico Lopez 32 (Trav. di Via Vergini) 80137 Napoli Italia Tel./Fax 081 445759 info@supporticolopez.com http://www.supporticolopez.com |
|
#137
|
|||
|
|||
|
Ho sempre immaginato un duetto come questo, ritenendo che sarebbe stato il TOP dei TOP
Da AGI NEWS PER CELINE DION UN DUETTO CON ... ELVIS PRESLEY Celine Dion sara' protagonista di un duetto decisamente eccezionale questa sera nella trasmissione televisiva 'American Idol': grazie all'uso della tecnologia, la cantante di 'My heart will go on' cantera' infatti insieme a Elvis Presley. La Dion cantera' cosi' un grande successo del re del rock'n'roll, 'If I can dream' in una puntata speciale del programma grazie alla quale si raccoglieranno fondi da destinare in beneficenza per i poveri di Africa e America. La Dion si e' detta molto 'eccitata' dall'idea di poter duettare, se pure chiaramente in modo virtuale, con Elvis. (AGI) - Los Angeles, 25 apr. - |
|
#138
|
|||
|
|||
|
Hai capito, la Celine Dione che duetta con Elvis per beneficienza, se ci fosse ancora sarebbe fiero di farlo per beneficienza.
|
|
#139
|
|||
|
|||
|
E pensare che Parke le aveva messo gli occhi adosso per farle da manager
La perdita di Elvis ![]() ![]() è servita anche a salvare Celine Dion!!!!!!!!
|
|
#140
|
|||
|
|||
|
Questo si infilava dapertutto, pure con la Celin Dion.
|
|
#141
|
|||
|
|||
|
Che duetto!
Bellissimo, peccato nn riuscire a vedere il risultato, mi piacerebbe proprio ascoltarli!
|
|
#142
|
||||
|
||||
|
Io ho sempre detto che bisognerebbe ucciderlo di nuovo il (parker).
|
|
#143
|
|||
|
|||
|
Hurt complimenti per gli articoli, beh direi che sarebbe un duetto sensazionale
|
|
#144
|
||||
|
||||
|
|
#145
|
||||
|
||||
|
siiiiiiiiiii,gradevolissimo......wow....
|
|
#146
|
|||
|
|||
|
Cavoli è magnifico, da pelle d' oca
|
|
#147
|
||||
|
||||
|
Elvis e Celine....WOW!!!
Marzia1969 |
|
#148
|
|||
|
|||
|
Che impressione!
![]() Wow!!
|
|
#149
|
|||
|
|||
|
troppo bello!!!!!!!!!!!!
|
|
#150
|
|||
|
|||
|
Ecco cosa dice oggi il TGCOM, sull'avvenimento, con questa foto del nostro amatissimo Elvis Presley
![]() Celine Dion duetta con...Presley Nel brano "If I can dream" Dopo l'esperimento nel 1991 del duetto virtuale tra Natalie Cole e il defunto padre Nat King Cole sulle note di "Unforgettable", ecco che si ripete un altro "miracolo musicale". Celine Dion è stata protagonista di un duetto ad "American Idol" con Elvis Presley grazie all'uso della tecnologia. I due hanno cantato un grande successo del re del rock'n'roll, "If I can dream". Al termine dello show la Dion si è detta molto "eccitata e commossa". ![]() La Dion ha pubblicato il nuovo disco "D'elles" solo per il mercato francese, l'ultimo singolo tratto dal disco è "Immensité". Non si sa ancora se "D'elles" verrà "tradotto" in inglese. Di certo la Dion sta facendo le cose con molta calma, dopo aver calcato le scene per cinque anni al Caesars Palace di Las Vegas con lo show "A new day". L'artista centellina le sue comparsate televisive e anche la produzione di dischi per dedicarsi anche alla sua famiglia e al figlio René-Charles di cinque anni. L'occasione di esibirsi ad American Idol era ghiotta per duettare con il mito del rock'n'roll. La canzone "If I Can Dream" è stata incisa da Elvis nel giugno del 1968, due mesi dopo l'uccisione di Martin Luther King. La canzone è stata presentata ufficialmente lo stesso anno durante una trasmissione della NBC dedicata ad Elvis. L'artista l'ha proposta in versione inedita...con intonazioni gospel. La hit è rimasta nella classifica Billboard's Hot 100 al numero 12 per ben tredici settimane, vendendo oltre un milione di copie. |
![]() |
| Bookmarks |
| Strumenti Discussione | |
| Modalità Visualizzazione | |
|
|
Discussioni simili
|
||||
| Discussione | Ha Iniziato questa Discussione | Forum | Repliche | Ultimo Messaggio |
| Nuovi articoli su ShopElvis.it | Lisa | News Shopelvis Italia | 2 | 21-06-2010 19:42 |
| Articoli In Pronta Consegna! | Lisa | News Shopelvis Italia | 22 | 18-11-2009 18:23 |
| HOLLYWOOD - Nuovi articoli | Lisa | News Shopelvis Italia | 0 | 24-03-2008 17:52 |
| Articoli In Pre-ordinazione | Lisa | Assistenza ShopElvis | 0 | 04-03-2008 18:40 |
| Articoli X Commemorazione 30° Anniversario | hurt | Elvis dopo Elvis | 14 | 07-01-2008 11:59 |