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  #1  
Vecchio 14-11-2006, 21:10
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polomb polomb Non in Linea
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Mitica Hurt!
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  #2  
Vecchio 15-11-2006, 12:33
stany stany Non in Linea
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Predefinito Re: Storie Sconosciute

Grazie Hurt, è d'avvero bello leggere questi episodi della vita di Elvis!

Stany!
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  #3  
Vecchio 15-11-2006, 14:51
hurt hurt Non in Linea
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Continua STORIA #38

Nel film Girl Happy, Elvis impersonava Rusy Wells, capo di una band. I membri della sua band erano Andy, Wilbur e Doc, interpretato da GAry Crosby, Joby Baker e Jummy Hawkins. Rusty Wells e i suoi Combo suonavano, sia al Clubb 77 che al Sandbar Club a Fort Laudedale, Florida.
Nella scena dove al band suona “Starting Tonight”, incidentalmente Elvis colpì Jimmy Hawkins sulla bocca. Jimmy rischiò di perdere un dente e fu portato immediatamente dal dentista.
Elvis si sentì, terribilmente male, per quell’incidente e, più volte, si scusò con Hawkins. Da quella volta il regista fece in modo che i membri della band fossero abbastanza distanziati tra loro, per evitare di farsi male.


STORIA #39



RACCONTATO DA SHAUN NIELSEN
La prima volta che entrai a far parte del gruppo, quello che sarebbe diventato “Voice”, per incontrare Elvis, ci portarono a Las Vegas.
In quel periodo, Tom Jones aveva alcuni problemi con i suoi coristi e noi saremmo stati una specie di regalo, da parte di Elvis per Tom.
Fummo messi in un bellissimo Hotel, a spese di Elvis, e poi, quella sera, ci portò nella sua stanza per cantare per Tom. Tutto questo gli costò un sacco di soldi. Cantammo e ricordo che, Tom Jones, Bobbie Gentry e Elvis Presley, stavano giusto lì, davanti a noi . Tom disse ad Elvis che aveva appena firmato un contratto con The Blossoms, e se fosse recesso, si sarebbe trovato in guai giudiziari, perciò non pensava di poterci ingaggiare. Subito dopo, Elvis ci chiamò nella sua suite e, nella sua camera da letto, restammo un bel po’ a chiacchierare, seduti per terra.
Elvis disse “Bene, capisco che probabilmente siete arrabbiati e delusi, perciò ho stilato questo piccolo contratto” ….. Era stato scritto sui fogli di carta igienica!
La prima riga diceva: “Per l’importo di centomila dollari ….” avremmo viaggiato, cantato lavorato per lui e scritto canzoni, per le sue case discografiche.
Elvis disse: “Vi interessa?” Non appena ci fummo ripresi, la nostra risposta fu: “Certo ! Ci piacerebbe moltissimo”.
Eravamo nel 1973. Quei 100.000 $ di allora, oggi corrispondono a 250.00/300.000 $.
Dopo aver firmato il contratto con noi, Elvis andò al telefono e chiamò suo padre.
Disse: “Papà, voglio che tu sappia, che finalmente, ho un gruppo tutto mio” Queste furono le sue parole.
Praticamente eravamo lì, per viaggiare con lui e cantare, quando ne aveva voglia.
Alle volte, ci mandava l’aereo a Nashville, solo per portarci a Memphis e andare al cinema insieme! E, alle volte, dopo il cinema, tornavamo a Graceland e cantavamo tutta la notte. Praticamente, questo era il nostro lavoro.
Per 2/3 anni, abbiamo, anche, aperto il suo show all’Hilton di Las Vegas.


STORIA #40

Sul set di Loving You, nel 1957 Elvis si trovò vittima di una fatalità rischiosa.
Aveva appena finito di girare una scena e andava avanti e indietro, sul set, quando uno strano istinto gli disse di spostarsi.
Tre secondi dopo, crollò tutta la struttura luci. Se Elvis non si fosse spostato, un attimo prima, sarebbe rimasto completamente schiacciato.
Poiché, lo studio non voleva rischiare altri incidenti, con il suo giovane attore, da milioni di dollari, venne ordinato ad un macchinista di stare a portata di mano di Elvis, per assicurarsi che non gli succedesse niente.
Il regista e il produttore presero il controllo della squadra e definirono tutte le attrezzature. Per prendere queste precauzioni, si perse un giorno intero di riprese, ma era meglio perdere un giorno di lavoro, piuttosto che il Re del Rock ‘n Roll.

STORIA #41

Nel marzo del 1967, Elvis girava il film “Clambake”. Mentre Dan Greenway lo stava truccando, un componente della squadra lanciò un petardo nella roulette. Immediatamente scoppiò una gara di petardi. Elvis lanciò un petardo sotto la sedia di uno di loro. Ma, avendo sbagliato mira, il petardo volo più alto. Il tipo era seduto, quindi il petardo fece un buco nei suoi pantaloni.
Elvis rideva così tanto che non si accorse che una delle sue guardie del corpo, che era dietro a lui, ne aveva lanciato uno enorme verso il suo fondoschiena. A quel punto, Elvis entrò, velocissimo, nel suo camerino e recuperò i suoi fuochi d’artificio. La battaglia con i petardi, continuò parecchi giorni. Il set sembrava e risuonava come in un film di guerra. Persino il regista Artur Nadel si fece coinvolgere, tanto da presentarsi sul set con un elmetto militare, per proteggersi. I fondoschiena erano bollenti e le dita ustionate, ma nel contempo veniva girata anche qualche scena del film. Tutti erano di pessimo umore e si vede.

STORIA #42


Il 16 Giugno 1966, Elvis iniziò il suo nuovo film “Double Trouble” con Annette Day.
Quando fu assunta, la Day aveva solo 18 anni ed era nervosa visto che sarebbe stato il suo primo film, ed inoltre avrebbe incontrato e lavorato con Elvis Presley.
Con la sua solita voglia di giocare, Elvis decise di fare uno scherzo alla Day.
Prese un avvoltoio di gomma dal magazzino e se lo mise sul braccio. Andò dalla Day e le chiese se le sarebbe piaciuto vedere il suo nuovo beniamino. Le piazzò davanti al viso l’avvoltoio, facendola urlare. La Day fece un salto all’ indiero, cercando di allontanarsi dall’uccello. Le ci vollero 10 minuti per tornare in sé. Elvis, tra una risata e l’altra, iniziò a scusarsi. Quando, finalmente, lei lo perdonò. Elvis le disse che non aveva mai visto nessuno strabuzzare gli occhi in quel modo.
Nel giro di pochi minuti entrambi ridevano a crepapelle.

Ultima Modifica di hurt : 08-12-2007 08:40
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  #4  
Vecchio 15-11-2006, 14:51
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STORIA #43


raccontato da dr. george nichopoulos

Sfortunatamente Elvis pensava che affinché qualcosa facesse più effetto, doveva essere iniettato. Ecco perché, gli davamo decongestionanti tramite iniezioni. Elvis aveva il terrore di andare sul palco, ritrovarsi con cedimenti della voce e non essere in grado di portare avanti lo show come sapeva fare lui. Anche se si fosse sentito perfettamente in forma prima di salire sul palco, riteneva che qualcosa, tipo un’iniezione, lo avrebbe protetto da qualcosa di negativo che poteva succedere. Non so se gli sia successo in qualche show, oppure cosa possa essere accaduto prima, ma, ogni volta, era difficile evitare di fargli queste iniezioni.
Ogni volta che Elvis si faceva fare un’iniezione (da uno dei bodyguards) tutti pensavano che fosse una specie di narcotico o cose simili, ma non era vero. Faceva iniezioni per alcune allergie che aveva e iniezioni di vitamina B-12 (era una di quelle persone che ritenevano che la vitamina B-12 lo avrebbe aiutato). Dopo l’iniezione, si sentiva meglio; Che questa l’aiutasse veramente o no, io non lo so.

raccontato da BECKY HARTLEY


Prima di cantare voleva farsi le iniezioni e cose del genere. Il Sig. Presley aveva scritto una lettera, ad un medico, perché si chiedeva come mai le iniezioni di vitamina B-12 costassero così tanto e più esattamente quali erano gli effetti. Il medico rispose e spiegò che, naturalmente, non poteva divulgare tale informazione.
Vernon voleva sapere e capire.

STORIA #44

Alla metà del 1970, Elvis venne a sapere, da un amico, la storia di un ragazzo che era quasi cieco. Il ragazzo necessitava di un intervento molto delicato per riacquistare la vista e la sua famiglia non aveva denaro a sufficienza per pagare l’ospedale.
Elvis contattò l’ospedale, fissò una data per l’intervento e assunse il miglior chirurgo oculistico di Memphis, per fare questo rischioso intervento.
Elvis non volle chiamare lui stesso la famiglia del ragazzo, ma incaricò l’ospedale di informarla che qualcuno aveva predisposto il tutto e pagato l’intervento.
Il ragazzo e la sua famiglia erano in estasi per questa bella notizia inaspettata.
L’intervento riuscì con successo ed il ragazzo riprese completamente la vista. Tutto l’ospedale venne completamente pagato, come pure il medico, prima ancora che il ragazzo fosse ricoverato e nessuno dello staff si è mai lasciato sfuggire chi fosse il benefattore. La famiglia non ha mai saputo chi abbia fatto il miracolo. Elvis era estremamente felice di sapere che la sua ricchezza poteva aiutare tanta gente.


STORIA #45


raccontato da SHAUN NIELSEN

Elvis è venuto parecchie volte alla Convention dei National Quartet di Nashville. Lo trattenevano nel backstage e lui aspettava fino a che tutti fossero sul palco, per ridurre al minimo la confusione. Lo tenevano quasi nascosto. Gli chiedevamo sempre se voleva essere presentato, e talvolta usciva e faceva qualche cenno di saluto e rientrava nel backstage. Quando veniva, era sempre un grande evento.

raccontato da JAMES BLACKWOOD

Quando poteva, Elvis era sempre presente alla convention. Mi ricordo una volta che mi cadde lo sguardo e lui era nel backstage. L’auditorium era stracarico di gente, tipo
4-5.000 persone. Quando Elvis arrivava sul palco, sembrava che milioni di occhi uscissero dalle orbite. Elvis aveva un grande amore per la musica gospel. I Grammys che ha vinto sono stati tutti per i suoi album gospels, e furono dei best-sellers. Mi è stato detto che, originariamente, Elvis ha copiato il suo stile da Jake Hess, che cantava con i quartetti degli Imperials e degli Statements. Come me, è stato cresciuto nella Chiesa Pentecostale


STORIA #46


Nell’Ottobre del 1974, Elvis sponsorizzò una ragazza, di nome Wardee Anderson, per la maratona ciclistica annuale, in favore dell’Associazione Diabetici della California. Wardee aveva contattato Elvis nella casa di Bel Air e gli aveva chiesto di sponsorizzarla. Gli piaceva l’idea che si corresse in bicicletta per i soldi e così le disse che le avrebbe pagato $ 5 per ogni miglio. In quei giorni, la media che veniva pagata era 25 o 50 cents a miglio. Per qualcuno pagare $ 5 a miglio era impensabile. Alla fine della gara di beneficenza Wardee aveva fatto 28 miglia. Elvis compilò subito un assegno di $ 140 e con orgoglio lo diede alla ragazza. Il contributo e la partecipazione di Elvis permise di raggiungere $ 7.000 in più rispetto ai previsti $ 50.000



STORIA #47


Nonostante Elvis andasse raramente nei bar, una delle ragazze che frequentava, gli chiese di portarla in un bar. Poiché non voleva deluderla, Elvis la portò. Si sedettero ad un tavolo, in un angolo, per avere un po’ di privacy. Elvis ordinò una soda per lui, mentre la ragazza chiese un martini. Sentì due uomini che facevano degli apprezzamenti su di lei e chiese loro di scusarsi con la ragazza. Questi si misero a ridere, affermando che non l’avrebbero mai fatto una cosa simile. Elvis chiese loro di allontanarsi e quando questi si rifiutarono, afferrò uno di loro e gli diede un pugno. Poi afferrò l’altro e fece la stessa cosa. Fatto questo, Elvis impose ai due di scusarsi con la ragazza. Poi la aiutò a mettersi il cappotto e uscirono dal bar. Così tornarono a casa per godersi un po’ di tranquillità.


STORIA #48


Il 26 Marzo 176, Elvis e il suo elettricista andarono nel negozio di materiale elettrico per comprare un nuovo lampadario per Graceland. Mentre stavano guidando sulla statale, videro un camion capovolto. Elvis fermò la macchina e corse a vedere cos’ era successo. Chiese ad un ufficiale della polizia presente sul posto, se poteva essere d’aiuto, e l’uomo si girò e gridò “Sì!! Togli la tua dannata macchina dalla strada!” Elvis prese il suo distintivo di sceriffo e lo mostrò al poliziotto, ma l’ufficiale non ne fu colpito. Disse “Bello, ma adesso spostati!” Offeso dall’arroganza e maleducazione del poliziotto, Elvis arrabbiato, prese la macchina e tornò a casa. Il giorno dopo, lo stesso poliziotto andò a Graceland per scusarsi con Elvis. Dopo aver saputo del fatto, lo sceriffo lo aveva obbligato ad andare a scusarsi. Quando Elvis venne a sapere che il poliziotto era in corridoio, si rifiutò di incontrarlo. Il poliziotto rimase scioccato dal comportamento di Elvis. Tornato alla stazione di polizia, raccontò allo sceriffo, quanto successo. Fu sospeso, senza paga.

Ultima Modifica di hurt : 08-12-2007 08:42
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  #5  
Vecchio 16-11-2006, 20:26
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Predefinito Re: Storie Sconosciute

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Ero indeciso se inserire le storie che seguono perchè si riferiscono ai problemi di Elvis con le droghe. Poi ho deciso di inserirle perché, dal Dott. Nick fino a Sonny, parlano di quello che fecero per controllare le assunzioni di Elvis, ma non parlano delle LORO assunzioni di droghe. Sono l’unico che trova strano tutto questo??
Che cosa ha fatto Elvis, cosa hanno fatto tutti, ma nessuno sembra abbia la voglia di parlarne.

Hummm …… E’ forse il tipico caso del cane colpevole di essere il primo ad abbaiare?

STORIA #49

raccontato da :


Dr. George Nichopoulos

Elvis era capace chiamare altri medici ed ottenere medicine extra. Ho dovuto fare in modo, di avere la massima collaborazione, da parte di chiunque fosse intorno a lui, in modo tale da limitare questi extra che assumeva. Mi sono trovato costretto a far prendere coscienza del fatto che, se non avessimo tenuto la situazione sotto controllo, la cosa, non solo, avrebbe avuto degli effetti su Elvis, ma anche sul loro lavoro. Se Elvis non lavorava, anche loro non avrebbero lavorato.
Alcuni possono pensare che volevamo fargli un favore, tacendogli ciò che stava accadendo, invece i ragazzi stavano male per lui e per loro stessi. Avevamo adottato una sorta di rotazione: quando i piloti si mettevano in volo, mi chiamavano; quando qualcuno doveva andare all’aeroporto per Elvis, mi informavano. Alle volte ritiravano una spedizione di medicine e la portavano nel mio ufficio.
Il fatto è che se lui si metteva in testa, di avere qualcosa, gli era facile procurarselo. Nascondeva le droghe ovunque. Nel periodo di maggiore malattia nel 1973, mentre era in ospedale, Joe Esposito ed io andammo nella sua stanza e rovistammo dappertutto. Aveva 3 bottiglie (di medicine) con migliaia di capsule dentro ognuna di loro: in una c’era Dexedrina, nella seconda c’era Seconal e la terza conteneva del sedativi. Un migliaio di capsule in ogni bottiglia Le abbiamo buttate via tutte. Questa era una cosa sporadica. C’erano volte in cui, quando tutto andava bene, e non prendeva niente, periodi in cui era totalmente libero dalle droghe.

SONNY WEST

Elvis era molto determinato nelle cose di cui era convinto. Se si fosse messo in testa che doveva uscire dalle droghe e non prenderne più (Se realmente ha mai pensato di farlo) lo avrebbe fatto e non avrebbe preso più, una pillola. Quello che intendo, è che avrebbe potuto farlo, esattamente come ha fatto altre cose; doveva solo convincersene.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)

Penso che Elvis Presley, avesse pochissima conoscenza di quello che gli stavano facendo le sue medicine, o perché le stesse prendendo. Quando arrivi ad avere un tuo problema con la droga, facendo miscugli oppure non sai perché prendi le tue medicine, e non ammetti, con te stesso, che lo stai facendo, allora vuol dire che hai il problema. Questo è quanto che è successo ad Elvis.

STORIA #50

raccontato da:

LINDA THOMPSON

La vita con Elvis non era tutta rose e fiori. C’era parecchio male al cuore ed era evidente un comportamento autodistruttivo. Per me, era molto difficile vedere l’uomo che tanto amavo, distruggersi in quel modo.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Elvis cercava sempre le scorciatoie, tipo “Devo assolutamente dimagrire velocemente!” Credo nel Novembre del 1973, trovò questo medico in California che propose, ad Elvis, di fargli un trattamento di agopuntura…. ma glielo faceva con le siringhe. Usava degli anestetici locali, un po’ di Novocaina, un po’ di Demedrol, e vitamina B-12, Naturalmente Elvis, dopo si sentiva in grande forma. E’ così che, la malattia è iniziata. C’era così tanto cortisone e Demerol, in quelle iniezioni che divenne dipendente al Demerol. Da quanto cortisone gli era stato iniettato, sembrava Cushingoid: il viso e le mani gonfi, il suo corpo sovrappeso,. Era talmente sedato, quando tornò a Memphis, che fu portato fuori dall’aereo a braccio. Chiamai, immediatamente, un’ambulanza. C’erano tutta una serie di effetti collaterali, la sua ulcera stava sanguinando a causa del cortisone, e per alleviare i dolori doveva prendere delle medicine. Ha avuto un momento veramente difficile: era vicino alla morte. Lo feci ricoverare all’ospedale e chiamai due specialisti per disintossicarlo. Quella è stata la prima volta che ho dovuto disintossicarlo, ma ho sempre pensato che questa situazione di overdose, fosse stata una cosa accidentale. Mentre era in ospedale, abbiamo dovuto chiudere, in cassaforte, la sua cartella clinica. Tutti volevano vedere quello che c’era scritto. Gli addetti all’accettazione, i tecnici di laboratorio vendevano il suo sangue e le sue urine. Era pazzesco!! Abbiamo dovuto evitare di registrare un sacco di cose, in quanto era difficile mantenere il segreto. Non sapevamo quanto fosse dipendente, così abbiamo fatto un trattamento con una medicina tipo il Demerol. Avevamo interrotto il Demerol e davamo un dosaggio, a scendere, di Metadone. Cominciò a sentirsi meglio. Elvis era molto dispiaciuto, di quanto successo, cercò di comportarsi bene e promise che non lo avrebbe fatto più.

MARY ANN MOBLEY

In qualche modo Elvis è stato vittima della sua fama, ma credo che i medici gli abbiano dato qualsiasi cosa chiedesse.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Ho preso vera coscienza del fatto che Elvis usava droghe sempre più pesantemente, dopo l’incidente dell’agopuntura. Pensavo che se era stato così facile arrivare a quel punto, allora significava che era una facile esca, per tutti coloro che volevano giocare con lui. Era un ingenuo riguardo i dottori, per molte cose. Appena ripresosi, dall’esperienza dell’agopuntura e ricominciò a lavorare, mi accorsi che girava tutto lo stato per cercare qualcosa contro il dolore, cosa che non avrebbe dovuto fare.
Questo successe, dopo che si comprò l’aereo personale e quindi gli divenne facile.

STORIA #51


RACCONTATO DA:

DR GEORGE NICHOPOULOS

In occasione di un ricovero in ospedale qualche dottore, gli aveva spedito per posta alcune medicine “che l’avrebbero fatto sentire meglio”. Non eravamo in grado di identificarle, perché erano di produzione locale. Elvis non avrebbe dovuto prenderle, e quindi, le buttammo via.
Una volta un medico venne a trovarlo e gli diede delle medicine, senza informarmi. Chiamai il medico e gli chiesi che cosa gli stava dando. Disse che era solo placebo, di non preoccuparsi, non c’era niente in quelle pillole. La bottiglia aveva il sigillo di fabbrica. Era vero.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)
Ogni specialista di medicina interna e in generale, tutti i medici praticanti negli Stati Uniti, hanno, nelle loro cartelle, qualche paziente come Elvis Presley. I medici lo sanno e, francamente, sanno che sta nel loro buon senso, gestire queste cose. Dottori come me cercano di capire cosa si possa fare con loro, ma è un grande impegno ed è molto faticoso. I casi Elvis Presley, sono routine nell’ambito di un certo ramo della medicina.
I sondaggi nazionali dimostrano che il 90% delle medicine prescritte da un medico vengono prese, così come sono prescritte. Tuttavia, i medici sanno che esistono quei pazienti, anche se pochi – pari al 5% di coloro che prendono queste sostanze - che non usano il dosaggio prescritto. Hanno questa azione compulsiva di prenderne sempre di più.
Risulta che, noi non abbiamo il potere di toglierli dalle medicine o non siamo in grado convincerli a non passare da un medico, all’altro o da un pronto soccorso, all’altro. Prendono le medicine in forma compulsiva e rifiutano di andare in psicoterapia oppure, con quel metodo ritengono di aver fallito.
C’è una differenza tra la dipendenza controllata e quella incontrollata. Quello che riscontriamo nelle persone che prendono una medicina tanto compulsivamente da creare dipendenza è che, è molto meglio aver la dipendenza medica piuttosto che avere una dipendenza incontrollata. In altre parole è il male minore.

SONNY WEST

C’erano volte in cui si svegliava nel bel mezzo della notte e assumeva cose. Ecco perchè, c’era sempre qualcuno di noi a vegliarlo, così non lo avrebbe fatto o, magari dimenticandosi di averlo fatto, accidentalmente poteva riprenderle. Ci sono state un paio di volte in cui Elvis andò quasi in overdose, ma venne salvato.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Abbiamo avuto una discussione e io gli dissi che non riuscivo ad aver fiducia in lui, visto che continuava a prendersi le medicine da solo. Non lo accusavo di sovradosarsi e di prenderne deliberatamente troppe, ma la gente che era con lui, alle volte lo vedeva allontanarsi e prendere qualcosa e poco dopo era mezzo addormentato. Ricordo che si era svegliato ed era andato in bagno a prendersi una pillola, tanto per essere sicuro di riuscire a dormire di nuovo….. e non ne aveva bisogno. Questo è successo quella volta in cui, ci furono un sacco problemi in un tour. Dissi “Fai tenere a me le tue medicine e mi chiami, se hai bisogno di me”. Per questa cosa mi sono tormentato di domande. Sarebbe stato più facile darle tutte a lui e dirgli: “Eccole, sei tu che le vuoi prendere” Per un periodo è andata veramente bene, poi è ritornato al punto di partenza e mi disse “Hey, sono adulto. Sono un uomo cresciuto. Perché non posso tenere le mie medicine?” Tutti lo fanno. Perché devi farmi da baby sitter?” e io risposi “Abbiamo provato in altri modi e abbiamo visto cosa è successo. Questo è l’unico modo che ho per potermi fidare”. Si arrivava a questo, e sembrava lo capisse.

Ultima Modifica di hurt : 08-12-2007 08:44
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  #6  
Vecchio 16-11-2006, 20:31
hurt hurt Non in Linea
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STORIA #52

RACCONTATO DA:

CHERYL JOHNSON

In Agosto Elvis si sarebbe di nuovo esibito all’Hilton di Las Vegas, e annullò due spettacoli. Dissero che era perché aveva l’influenza, ma molti fans iniziarono a preoccuparsi per lui.

ED PARKER

Una volta all’Hilton, Elvis chiese ai ragazzi di stare tranquilli a tavola, ma loro niente.
Elvis prese la sua pistola e sparò 5-6 volte in aria. Fece dei buchi al soffitto, ma attirò la loro attenzione! Era un suo modo di liberarsi. Alcune persone cercarono di farlo apparire come qualcos’altro, non era così.
Un’altra volta Elvis chiese ai ragazzi di spegnere la tv perché c’era Robert Goulet in onda. Non lo fecero, così salì al piano superiore e sparò alla tv. Certi dicono che fosse un vizioso – un pazzo, ma non lo era. Era un suo modo strano di attirare l’attenzione.

FRED FRIEDRICK

Elvis sparò alla sua Ferrari. Era successo qualcosa – uscita di strada o bloccata, cose simili insomma, così lui le sparò. Disse: “L’ho uccisa”.
Qualcuno andò a prendere la macchina e la riportò a casa.
Elvis disse: “Riporta quella dannata cosa dove l’ho lasciata. E’ morta!”

STORIA #53

RACCONTATO DA :

PAUL DOUGHER

Eravamo ottimi amici, ma nel tempo era diventato un problema vederlo. E ci ho rinunciato. Potevi chiamarlo e chiedere di passartelo al telefono. Ho sempre potuto parlargli al telefono o incontralo sul viale. Gli facevano sapere che c’ero e lui diceva “fatelo salire”. Più avanti, con così tanta gente che cercava di servirlo, penso che abbia desiderato maggiormente di stare per suo conto, isolandosi. Quando chiamavo, rispondeva Charlie Hodge oppure Joe Esposito. Dicevano: “E’ occupato adesso” Probabilmente non volevano fargli sapere che ero io al telefono. Alla fine ci ho rinunciato e lo vedevo solo quando veniva a trovarmi lui. Quando mi veniva vicino, gli dicevo “Ho cercato di parlare con te” e lui “Digli chi sei” e io gli spiegavo “Questo non sempre aiuta!”

EDDI FADAL

La Memphis Mafia lo isolava. Avevano paura che qualcun altro avrebbe invaso il loro territorio , così facevano di tutto per tenere lontano chiunque. Intorno ad Elvis, c’era un cerchio invalicabile e non credo che Elvis se ne fosse reso conto. C’era un sacco di gente che chiamava e voleva parlare con lui, perché aveva in corso dei business con Elvis. Alcuni erano artisti importanti e tecnici di registrazione che Elvis voleva vedere, ma non era possibile by passare il gruppo.

GEORGE KLEIN

Elvis sapeva che alcuni di noi, come Red West ed io, non eravamo là per i soldi o per godere della sua fama – Eravamo con lui da prima che diventasse famoso. Certamente siamo arrivati sino in cima con lui, ma non eravamo Johnny-come-lately. Eravamo amici suoi quando non era nessuno e lui non l’ha mai dimenticato.

STORIA #54

RACCONTATO DA :

MYRNA SMITH

Probabilmente, a Jerry i cambiamenti di Elvis erano più evidenti, che a me. Mi rendevo conto che certe sere, quando arrivava sul palco, non era lui; praticamente era come se non si fosse svegliato del tutto. Dormiva tutto il giorno e non si alzava fino al tardo pomeriggio. In quel momento faceva colazione e poi si preparava per lo show. Talvolta arrivava che era ancora mezzo addormentato. Anche quando camminava sul palco sembrava semi addormentato. Però faceva il suo spettacolo, perché lo conosceva perfettamente. Durante lo show, comunque si fosse presentato all’inizio, si svegliava completamente. Alcune volte, in cui io ero a conoscenza che stava attraversando un periodo difficile, lo aiutavo a tirar fuori se stesso! Guardava verso di noi, per trovare l’ispirazione. Se guardi i suoi spettacoli, ti accorgi che, spesso, guarda verso di noi, con quegli occhi imploranti. Dovevamo dargli la spinta. Dovevamo creare confusione, in modo tale che si caricasse per andare avanti, c’era qualcosa che doveva superare con se stesso. Alle volte, glielo vedevo, e capivo quanta paura avesse, perché aveva gli occhi vitrei e non era sveglio del tutto. Per me era evidente e pensavo “Adesso cade”.

RONNIE TUTT

Verso la fine, ho visto grossi cambiamenti in Elvis.
C’erano sere in cui avevo la sensazione che fosse stanco e talmente giù, che ritenevo opportuno aumentare la forza dei colpi sulla batteria, battere più forte di quanto facessi normalmente.
C’erano volte in cui, nella mia mente, gli dicevo “Dai, alzati. Vai avanti!” cioè quelle cose che lui avrebbe detto a me. Alle volte gli davo i miei segnali e lui li capiva, ma c’erano alcune sere che sembrava completamente assente, veramente a terra. Ci sono state anche, alcune sere, in cui, vuoi la gente del pubblico era troppo educata, o troppo intimorita o troppo conservativa, o qualsiasi altra cosa, ma quel pubblico non dava il normale riscontro, o almeno quello a cui eravamo abituati. Elvis si sentiva amareggiato, incapace, inutile e camminava avanti e indietro dicendo “Che vada tutto all’inferno” Quello che intendo, è che lui faceva il suo spettacolo - e in questo senso ha sempre rispettato il suo pubblico – ma certamente non se la sentiva di tornare sul palco, fare dei bis o piuttosto di lavorare ancora di più.


TONY BROWN

La band includeva una sezione ritmica, con circa 20 coristi e 12 trombe. Era un grande gruppo. Eravamo seduti nella dressing room e si parlava della situazione. “Perchè qualcuno non affronta Elvis?” “Ce lo ritroveremo che crolla” “Speriamo di poterlo aiutare” Rivolgendoci a Ronnie Tutt, gli dicevamo “Tu lo conosci bene, perché non gli parli??” Però, tutti noi sapevamo che si limitava ad una speranza, visto che Elvis era circondato da quella cerchia di persone, sai, tutti quelli così chiamati amici e tutte quei bodyguards. Se tu ti azzardavi a chiedere “Posso stare 5 minuti da solo con Elvis?” la risposta sarebbe stata “Assolutamente no!!!” Probabilmente pensavano che tu volessi parlare con Elvis, per chiedergli una Cadillac o cose del genere. Se riuscivi ad avere 5 minuti con lui, li avresti visti aprire la porta, ogni minuto, per controllare cosa succedeva. Era assolutamente irreale pensare di passare mezz’ora, da solo con Elvis, per potergli dire: Elvis, amico, potresti seguire un programma che ti permetta di ripulirti e perdere peso. Amico, ti sentiresti molto meglio” Questo tipo di conversazioni non potevano esserci, perché se ti trovavi vicino ad Elvis, lui stesso manteneva un controllo della conversazione, con argomenti futili.

STORIA #55

RACCONTATO DA:

LARRY NIX

La seconda volta che Elvis venne a Stax, (10 - 15 Dicembre 1973), era molto su con il morale. Aveva la figlia con sé e c’era la sua ragazza (Linda Thompson). Assunsero una ragazza per rispondere al telefono. Dovevamo tenere una linea sempre aperta, in modo tale che il Colonnello potesse sempre mettersi in contatto con lui. Una delle cose che mi colpì, fu quando Elvis si girò verso uno dei suoi ragazzi e disse “Hey, Hey, stasera è lunedì sera, vero?” E il ragazzo “Sì” e boom! Tutti sparirono. Non più di 15 minuti dopo, il tipo tornò con un grande vecchio televisore, con tante etichette attaccate. Elvis aveva mandato qualcuno a comprarlo e fatto portare in studio per vedere la partita di football del lunedì. Quando partirono, lasciarono lì quella tv che era servita solo per guardare, una partita, una volta.
Un’altra cosa che mi sorprendeva era che quando un autore, registrava una canzone su un nastro, io dovevo trasferirlo sul disco. Elvis voleva verificare tutte le canzoni sul disco. Forse era perché era più facile ascoltare dei pezzi, in un disco, piuttosto che riavvolgere la cassetta. Non so. Mi portavano la canzone, io facevo l’acetato, che poi lo portavano in studio dove facevano le incisioni. Elvis l’ ascoltava, e la faceva. La canzone doveva essere fatta, identica alla demo. Questo mi lasciava sbalordito. Non c’era immaginazione, nessun “fate un po’ così, qui” Felton Travis era il produttore, ma tutta la produzione era già stata fatta sulle demo. Dovevano limitarsi a copiarla.
La figlia di ELvis stava lì con lui quando cantava. La maggior parte delle volte, alle 10 o 11, si addormentava, così lui la prendeva e la portava a letto. Posso dire che lei era tutto per Elvis. Niente altro aveva importaza. Si prendeva molta cura di lei.

Ultima Modifica di hurt : 08-12-2007 08:53
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  #7  
Vecchio 17-11-2006, 13:38
Neko Neko Non in Linea
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grazie 1000 Hurt.... ma anche di più.... facciamo 999.999.999.999,9999999999991 volte grazie...
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  #8  
Vecchio 17-11-2006, 13:53
françois françois Non in Linea
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Predefinito Re: Storie Sconosciute

Fantastico tuute belle queste storie, le ultime un po tristi.
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  #9  
Vecchio 17-11-2006, 14:44
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Storie Sconosciute

Hai ragione François!

D'altra parte ELVIS era molto triste
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  #10  
Vecchio 18-11-2006, 11:34
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Predefinito Re: Storie Sconosciute

Ti faccio i miei più sinceri complimenti per questo tuo magnifico lavoro. E' veramente bello leggere così tanti aneddoti tutti insieme...grande!
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