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Vecchio 31-10-2007, 17:34
Gondar Gondar Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Permettetemi, amici del Forum, di rivolgere un grazie particolare a Clint, Hurt, Lisa, MarcyGenny ed ai molti friends che mi hanno letto, per l'incoraggiamento ricevuto per indurmi a continuare con meno timore questo mio racconto. Grazie a voi tutti posso rimettermi all'opera con entusiasmo . Vostro con amicizia e stima Gondar.
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  #2  
Vecchio 31-10-2007, 19:52
Gondar Gondar Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

La fame.

Nei giorni feriali, quando ci si metteva a tavola, eravamo mamma, mia sorella, ed io (dato che mio padre e mio fratello erano via per lavoro). La durata del pranzo durava pochissimi minuti dato che da mangiare c’era davvero poco (lo capisco adesso, ma a quel tempo credevo fosse normale). L’unico piatto pressoché quotidiano era rappresentato o da fave e cicorie, o da rape lesse o stufate, o da cime di rapa e pasta, o patate e olive nere dolci cotte sotto la cenere, o pasta al sugo di pomodoro con l’aggiunta del prezioso e quindi razionato formaggio grattugiato, oppure da scarola lessata et similia. La carne era roba da ricchi. Costava troppo per le nostre possibilità e non solo per le nostre tasche, tant’è che in un paese di circa settimila anime c’era solo una macelleria che serviva i più abbienti. Si ripiegava sulle uova delle proprie galline ed io andavo matto specie per l’uovo al tegamino. Mi sembra di avvertire ancora ora quel sapore che oggi non sento più . Sì, perché quasi tutte le famiglie avevano un piccolo vano basso e con poca luce adiacente o sottostante la propria abitazione ove si allevavano conigli, qualche capretta o pecora, galline e galli (questi ultimi di giorno si facevano uscire in strada per consentire loro di nutrirsi di tutto ciò che trovavano nelle vicinanze). Ai meno abbienti era permesso fare credito e le rare ordinazioni venivano riportate dal macellaio su un taccuino unto e bisunto riportante data, nomignolo (non il cognome) e importo. Solitamente ogni fine mese, coincidente con la paga o il salario, avveniva il rientro dei crediti. A proposito dei nomignoli , tale vezzo locale merita un capitolo a parte che mi riservo, spero, di descrivere prossimamente. Intanto vi propino una curiosità. Negli anni cinquanta, eravamo tutti maledettamente magri , uomini e donne, anziani e bambini a differenza degli animali domestici che facevamo a gara per tenerli ben nutriti. Per contro, ho ancora in mente quei rari signorotti di paese che……….. beh questa curiosità merita di farvi stare vigili fino a domani, se Dio vorrà, quando riprenderò il mio cammino verso il più grande artista di ogni tempo: Elvis Presley. Nel frattempo facciamo assieme una breve pausa per gustare la fragranza di una tazzulella e' cafè .




Gondar.

(continua)

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 18:14
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  #3  
Vecchio 05-11-2007, 11:58
deliziosa deliziosa Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

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Nei giorni feriali, quando ci si metteva a tavola, eravamo mamma, mia sorella, ed io (dato che mio padre e mio fratello erano via per lavoro). La durata del pranzo durava pochissimi minuti dato che da mangiare c’era davvero poco (lo capisco adesso, ma a quel tempo credevo fosse normale). L’unico piatto pressoché quotidiano era rappresentato o da fave e cicorie, o da rape lesse o stufate, o da cime di rapa e pasta, o patate e olive nere dolci cotte sotto la cenere, o pasta al sugo di pomodoro con l’aggiunta del prezioso e quindi razionato formaggio grattugiato, oppure da scarola lessata et similia. La carne era roba da ricchi. Costava troppo per le nostre possibilità e non solo per le nostre tasche, tant’è che in un paese di circa settimila anime c’era solo una macelleria che serviva i più abbienti. Si ripiegava sulle uova delle proprie galline ed io andavo matto specie per l’uovo al tegamino. Mi sembra di avvertire ancora ora quel sapore che oggi non sento più . Sì, perché quasi tutte le famiglie avevano un piccolo vano basso e con poca luce adiacente o sottostante la propria abitazione ove si allevavano conigli, qualche capretta o pecora, galline e galli (questi ultimi di giorno si facevano uscire in strada per consentire loro di nutrirsi di tutto ciò che trovavano nelle vicinanze). Ai meno abbienti era permesso fare credito e le rare ordinazioni venivano riportate dal macellaio su un taccuino unto e bisunto riportante data, nomignolo (non il cognome) e importo. Solitamente ogni fine mese, coincidente con la paga o il salario, avveniva il rientro dei crediti. A proposito dei nomignoli , tale vezzo locale merita un capitolo a parte che mi riservo, spero, di descrivere prossimamente. Intanto vi propino una curiosità. Negli anni cinquanta, eravamo tutti maledettamente magri , uomini e donne, anziani e bambini a differenza degli animali domestici che facevamo a gara per tenerli ben nutriti. Per contro, ho ancora in mente quei rari signorotti di paese che……….. beh questa curiosità merita di farvi stare vigili fino a domani, se Dio vorrà, quando riprenderò il mio cammino verso il più grande artista di ogni tempo: Elvis Presley. Nel frattempo facciamo assieme una breve pausa per gustare la fragranza di una tazzulella e' cafè .




Gondar.

(continua)

Ciao Gondar!!! Io adoro pasta al sugo col prezzemolino sopra......ma come frutta...forse per vedere il lato positivo...si trovava quella di stagione e poi come sapore era tutta un'altra cosa!!! Mio padre quando mangia la frutta, da quand'ero piccola dice sempre che non è più la stessa cosa...ora non ha più sapore...
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  #4  
Vecchio 06-11-2007, 09:24
Gondar Gondar Non in Linea
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Ge729 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Il Signor Sam Phillips

Sarebbe troppo facile rispondere per noi elvisiani alle domande da me poste nell’ultimo scritto della presente narrazione. Non sarei seguito a sufficienza se parlassi di Elvis Presley come depositario della verità, dal momento che ogni suo fan conosce a menadito la sua storia. Oltretutto, mi vedrei costretto a misurarmi in ogni momento con la mia compagine dando vita a polemiche senza fine. Fatta eccezione, ovviamente, del momento in cui mi imbattei per la prima volta nel personaggio alieno (da qui il titolo di questo topic) dato che lo stesso Scotty Moore, nel sentire per la prima volta da Marion Keisker il nome di Elvis Presley, ebbe molti anni più tardi a fare la seguente considerazione nei confronti di chi lo intervistava: “mi sembrò un nome venuto fuori da un romanzo di fantascienza”. Invece io intendo rovistare nell’animo di un uomo che a sua volta era alla ricerca spasmodica del “nuovo”, di qualcosa di pressoché palpabile che pur respirandolo assieme all’aria, non riusciva ad ricondurlo al suo legittimo proprietario. Un uomo senza il quale Elvis non sarebbe esistito se non sulle carte demografiche della sua città. Quest’uomo era Sam Phillips. Chi era costui?

Mentre a Memphis Sam Phillips era alla ricerca del "nuovo", diamo un'occhiata cosa succedeva tra i vicoli di Napoli ove i suoi protagonisti erano alla ricerca ancora del "vecchio", cioè di come risolvere il più antico dei problemi: la fame.



Samuel Cornelius Phillips, dicevo, originario di Florence in Alabama, si trasferì nel 1945 a Memphis all’età di 22 anni assieme alla moglie ed al figlio appena nato, con quattro anni di esperienza radiofonica alle spalle e con l’obiettivo di divenire avvocato i cui studi dovette interrompere all’ultimo anno con la morte del padre. Sam si riteneva abilissimo nel far tirare il meglio di sé degli artisti; aveva un senso innato per la comunicazione. E credeva quindi nella radio. Il suo primo lavoro a Memphis fu quello di annunciatore, supervisore e tecnico di trasmissione presso la stazione radio locale della WREC nell’estate 1945, in tandem con Marion Keisker . Nonostante amasse la musica e le potenzialità della radio che gli offriva, si rese conto di essere un insoddisfatto. (continua)

Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 18:33
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  #5  
Vecchio 10-11-2007, 09:00
françois françois Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Dapertutto è un usa e getta, qualsiasi cosa. Che spreco che abbiamo. Queste cose che leggo l'hanno vissuta anche i miei genitori. Pur avendo solo 25 anni ho i genitori che sono arrivati ai 70 , mi hanno avuto a una età che adesso forse sarebbe pericoloso per una donna avere figli , è stato un miracolo, per cui mi raccontano di come era dura la vita ai loro tempi, quando sopratutto hai una famiglia di 9 figli a vestire a dargli da mangiare, a mandarli a scuola e in più senza soldi. Noi a differenza di allora viviamo nel lusso. Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Da quando non si aveva il bagno in casa e bisognava andare fuori o si aveva un bagno esterno chiuso, alla lavatrice che una volta si lavava nelle fontane nei paesini con il sapone fatto con la cenere. Alla televisione che non esisteva.Alla sera si stava rinchiusi tutti in casa o in stalle con le mucche seduti tutti a un grosso tavolo, tra le donne che preparavano maglie, calze di lana per l'inverno e i mariti a fare cestini e attrezzi in legno per l'agricoltura e i bambini che giocavano e si divertivano a fare scherzi nei fienili o nelle viuzze dei paesini. Che tempi.
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  #6  
Vecchio 10-11-2007, 09:14
hurt hurt Non in Linea
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Cosa dire poi del calore emesso dalla cucina a legna e del contrastante gelo nelle altre stanze?
Ricordo in modo particolare che la mia camere da letto, era al 3° piano dove regnava un gelo indicibile ed era molto confortante infilarti sotto 3 coperte, e altrettanto doloroso alzarti la mattina, con il ghiaccio sui vetri delle finestre.

Eppure non avevamo mai allergie, raffreddori perenni, ecc. ecc
Ma ce ne sarebbero tante da raccontare e si rischia di andare fuori topic.
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  #7  
Vecchio 12-11-2007, 12:43
Gondar Gondar Non in Linea
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Dapertutto è un usa e getta, qualsiasi cosa. Che spreco che abbiamo. Queste cose che leggo l'hanno vissuta anche i miei genitori. Pur avendo solo 25 anni ho i genitori che sono arrivati ai 70 , mi hanno avuto a una età che adesso forse sarebbe pericoloso per una donna avere figli , è stato un miracolo, per cui mi raccontano di come era dura la vita ai loro tempi, quando sopratutto hai una famiglia di 9 figli a vestire a dargli da mangiare, a mandarli a scuola e in più senza soldi. Noi a differenza di allora viviamo nel lusso. Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Da quando non si aveva il bagno in casa e bisognava andare fuori o si aveva un bagno esterno chiuso, alla lavatrice che una volta si lavava nelle fontane nei paesini con il sapone fatto con la cenere. Alla televisione che non esisteva.Alla sera si stava rinchiusi tutti in casa o in stalle con le mucche seduti tutti a un grosso tavolo, tra le donne che preparavano maglie, calze di lana per l'inverno e i mariti a fare cestini e attrezzi in legno per l'agricoltura e i bambini che giocavano e si divertivano a fare scherzi nei fienili o nelle viuzze dei paesini. Che tempi.
Proprio così, Francois. Erano tempi di duri sacrifici. Ma c'era tanto rispetto e una convivenza civile impeccabile. Di giorno si lasciavano le porte di casa aperte o tutt'al più socchiuse, ma mai chiuse a chiave. Si era più poveri ma ci si rispettava l'un l'altro e ci si voleva bene. Prima non si aveva vergogna di bussare al vicino di casa per chiedere un pezzo di pane, un uovo o un po' di sale o un pugno di farina. Anzi, era un motivo per ritrovarsi, per parlare di reciproci problemi che il più delle volte venivano risolti con una naturale solidarietà. Oggi, anche se ti trovi nel bisogno, si diffida del vicino di casa, anzi non lo si sopporta. L'amore era sincero e l'amicizia era da "Libro Cuore" . Con la povertà, insomma, c'era felicità. Ed io rimpiango quei tempi e darei tutto l'oro del mondo pur di riappropriarmi non della gioventù, credimi, ma di quella smarrita autentica felicità. Gondar.
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  #8  
Vecchio 10-11-2007, 09:19
françois françois Non in Linea
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Si è quello è vero il fatto di stare nella stalla dove era più caldo perchè c'era anche il calore delle mucche, in più con il forno a legna. Si finche troppo dai racconti dei miei genitori ogni giorno imparo qualcosa. Non sforiamo.
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  #9  
Vecchio 10-11-2007, 17:30
Gondar Gondar Non in Linea
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Scoprii, come ho già avuto modo di confessarvi, che a me piaceva la musica, ne restavo incantato e, quando quelle rare volte rimanevo solo in casa, mi piaceva esibirmi davanti allo specchio cercando di modulare la mia voce con quella dei vari cantanti di quegli anni che ascoltavo da Domenico Modugno a Sergio Bruni , da Luciano Tajoli a Giacomo Rondinella , da Claudio Villa ad Alberto Rabagliati , da Gino Latilla a Giorgio Consolini , ma che non avevo mai conosciuto se non in qualche raro e vecchio rotocalco che mi passava per puro caso tra le mani. E vediamo qualcuno di questi eroi.



Mi lasciavo insomma trascinare da quella musica , dai loro protagonisti impettiti e statuali che riuscivano a trasmettere le loro elucubrazioni solo attraverso la loro voce . Attenzione, elucubrazioni, non emozioni. Ma io credevo che la rappresentazione musicale fosse solo quella . Ciò nonostante, l’amavo. Non so come, non so perché, io amavo la musica. A tale proposito, debbo confessarvi che durante le processioni e le feste di paese ove si esibivano vari gruppi bandistici, non facevo altro che scrutare ogni musicista che, tutti protesi nella lettura della propria partitura riportato su un pentagramma agganciato ai vari strumenti, emettevano un suono perfettamente sintonico con gli altri. Il tempo, specie se in marcia tra le strade, veniva battuto dalla grancassa e dai vari tamburi. Ed io ero lì, dietro di loro, mimando i vari strumenti con la bocca. E sognavo, sognavo di essere uno di loro. Vediamone uno che ancora oggi, incurante del tempo che cambia, segue quella tradizione.




Ma rimasero solo sogni. Perché? Beh, sarebbe lungo e triste spiegarvi le ragioni, ma conto di farlo più in là. Le feste venivano preannunciate al mattino da un gruppo di musicanti di quattro persone che giravano per le strade, suonando qualche pezzo orecchiabile in voga al momento, facendo pausa presso alcune abitazioni che offrissero loro da bere un bicchiere di vino assieme a qualche mostacciuolo, dolcetto tipico delle nostre parti, di colore scuro. La sera della festa cosiddetta “grande”, ma anche di notte in estate, su una illuminatissima cassa armonica, si esibivano i maestri musicisti che, diretti da concitati maestri d’orchestra, davano il meglio di sé nelle opere sinfoniche o liriche con gli immancabili tenori, baritoni e soprani. Parecchie opere me le sono perse volentieri perché dovevo scegliere tra loro e il corteggiamento delle ragazzine di Apulco, quando avevo appena tredici anni. E siamo nel 1957. E qui entriamo in un altro mondo che voi ragazzi del Forum non immaginate neanche. E che io vi vorrò raccontare per filo e per segno in un altro momento. Intanto le feste finivano in bellezza con i fuochi d'artificio meglio interpretati dal personaggio corridiano che vi prego di non perdervi (ma, attenzione, a vostro rischio e pericolo per lo scoppiare delle risate).



Gondar.

continua.......
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  #10  
Vecchio 11-11-2007, 22:54
wonderofyou wonderofyou Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Gondar, grazziieee!!!
Io la sera non guardo più la TV
(ehhh, capirai, dici tu, con quello che danno - ma devi sapere che ho un satellite con 35 canali tedeschi e altri 700 di tutta la terra a nord dell'equatore, e quindi danno, danno!) quando trovo una tua puntata con filmati e tutto, che risate!!!


Già lo vedo il ragazzo che accende la Geloso e sente.......
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