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  #891  
Vecchio 21-07-2010, 19:24
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Che siano veri o falsi non cambia!! Ciò che è vergognoso è il concetto!!!
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  #892  
Vecchio 23-07-2010, 17:44
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Asta per il kit dell'autopsia di Elvis

Di Elvis Presley ormai è stato venduto quasi tutto ma alle manie dei fan non c'è mai fine e così, con una vena di gusto noir, arriva sul banco della casa d'aste Lelis Hindman Auctioneers il kit utilizzato per l'autopsia del celebre cantante. L'asta si terrà il prossimo 12 agosto, pochi giorni del 33esimo anniversario della morte di Presley. Tra gli oggetti in vendita ci sono guanti di gomma, pinzette, eyeliner e altri prodotti utilizzati per la preparazione del corpo. Presente anche la fattura della bara e il gancio utilizzato durante il funerale. Gli oggetti, che saranno venduti in due set uno a 6mila dollari e l'altro a 8mila, sono stati salvati dal personale dell'impresa funebre Memphis funeral home che ha preparato il corpo di Presley dopo la morte avvenuta nella casa di Graceland per abuso di farmaci.

Per vedere la foto, cliccate nel link qui sotto

http://www.repubblica.it/persone/201...1/?ref=HRESS-1



LISA

Il presidente delle pompe funebri E.C.Daves hai dichiarato che gli strumenti sono stati presi da un imbalsamatore, che li ha conservati per oltre 30 anni, prima di metterli in vendita attraverso la Leslie Hindman Auctioneers di Chicago.
L'asta è prevista per il 12 Agosto 2010 e gli strumenti saranno divisi in 2 lotti, per un valore stimato di $8.000 e $6.000.

Daves ha detto che l'autenticità degli strumenti è ancora dubbia: afferma, infatti, che negli anni 80 l'imbalsamatore dichiarò di averli presi dopo l'imbalsamazione di Elvis Presley, avvenuta il 16 Agosto 1977; allo stesso tempo, però, un'altra persona gli ha riferito che questi strumenti sono stati poi sterilizzati e nuovamente adoperati.
Ha testualmente affermato: "Non c'è modo per stabilire se sono autentici".

L'imbalsamatore e suo figlio, che si sta occupando della negoziazione con la casa d'asta, si è reso disponibile a ritirare gli oggetti.

Il proprietario della casa d'asta Leslie Hindman ha dichiarato che è tutto ancora da discutere.

Daves ha inoltre dichiarato che si sta aspettando un'opionione dalla Elvis Presley Enterprises: gli strumenti potrebbero essere donati ad un museo di Houston o potrebbero anche venire distrutti.
Nessuno ha intenzione di muoversi in un senso o nell'altro finchè la EPE non si pronuncerà.

Un portavoce di Graceland ha, per il momento, declinato ogni commento.

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  #893  
Vecchio 23-07-2010, 22:48
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Sembra che gli strumenti siano stati ritirati dall'asta....

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  #894  
Vecchio 27-07-2010, 19:10
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C'è un 'nuovo album di Elvis Presley'

I puristi rimarranno forse inorriditi, ma chi apprezza Elvis Presley senza troppi problemi sarà sicuramente incuriosito dalla notizia: è in preparazione un album del King in cui le canzoni avranno il sound che il cantante avrebbe oggigiorno se fosse ancora vivo. "Viva Elvis", questo il titolo del lavoro che sarà pubblicato nel prossimo novembre, è basato sull'omonimo musical che ha debuttato a Las Vegas qualche mese fa. Il produttore, Erich van Tourneau, ha riferito che lo scopo del disco è quello di "costruire un ponte tra la sua musica e future generazioni di fan". Tra le canzoni che sono state trasformate con un approccio contemporaneo sono da annoverare "Burning love", "Suspicious minds", "Blue suede shoes" e "It's now or never". Il cantante, morto nel 1977, oggi avrebbe 75 anni.

http://www.rockol.it/news-146097/C'%...s-Presley'

Ma è lo stesso Viva Elvis, di cui Lisa parla qui??? https://forum.grazielvis.it//showthread.php?t=7010
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  #895  
Vecchio 27-07-2010, 19:13
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Sì Hurt, è questo!

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  #896  
Vecchio 27-07-2010, 19:16
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Sì Hurt, è questo!

LISA
Non avevo inteso che, come dice l'articolo "le canzoni avranno il sound che il cantante avrebbe oggigiorno se fosse ancora vivo"

Devo ammettere che è una cosa che mi incuriosisce molto!!
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  #897  
Vecchio 27-07-2010, 19:18
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Nemmeno io, sinceramente, avevo capito fino in fondo quale sarebbe stata l'innovazione in questo cd.
Pensavo fosse solamente la colonna sonora dello spettacolo del Cirque Du Soleil, ma con le canzoni originali di Elvis
Evidentemente per lo spettacolo le hanno modificate e ora propongono questa nuova versione nel cd.

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  #898  
Vecchio 27-07-2010, 19:20
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martedì 27 luglio 2010

intervista a Chuck Berry su Repubblica

da Repubblica del 19 luglio 2010 pagina 35 - sezione: SPETTACOLI E TV
E Chuck Berry arriva in Italia



Potessimo avere una foto del momento esatto in cui nel 1955 a Chicago Chuck Berry consegnò la sua "Maybellene" al discografico Leonard Chess, sarebbe come avere tra le mani un'istantanea del big bang dell'universo rock.
Berry fu quella scintilla: prima di lui c'era il blues e il country, dopo di lui si cominciò a parlare di rock'n'roll. I Beatles e i Rolling Stones hanno iniziato risuonando le sue canzoni, e quando John Lennon e Keith Richards si sono ritrovati su un palco con lui si sono fatti piccoli piccoli, rispettosi come ragazzini di fronte al genio della lampada.
A 83 anni Berry torna a suonare in Italia, il 6 agosto al festival Summer Jamboree di Senigallia.

Signor Berry, quando cominciò a suonare lei era consapevole di essere l'iniziatore di una rivoluzione musicale?

«Cominciai a suonare solo per compiacere me stesso. Allora, come del resto anche oggi, amavo il blues e la musica country, e mischiandole nella mia testa ho creato il mio suono»


Come si sente quando qualcuno dice che senza di lei non ci sarebbero stati i Beatles, i Rolling Stones o Bob Dylan?

«È vero, molti dicono che non ci sarebbero stati né Beatles, né Stones, né Dylan se non fosse stato per me. Ma non è del tutto vero. La musica è in continua evoluzione e ogni musicista suona ciò che gli frulla per la testa, è proprio quello il modo in cui ognuno raggiunge il suo suono. Ovviamente, ciò che ogni nuovo musicista realizza ha il suo fondamento nella musica che egli ha ascoltato e che ascolta intorno a lui, alla radio o nei club e negli altri luoghi in cui si suona musica dal vivo. Tutto questo contribuisce a disegnare il suo percorso musicale. Dunque in questo senso è vero, tutti questi artisti nei loro primi album realizzarono cover delle mie canzoni, sono andati avanti nel loro percorso partendo proprio dalla musica che avevano ascoltato nei miei dischi. Del resto anch'io ascoltavo la musica di Louie Jourdan, di Hank Williams Sr. e di Muddy Waters: è quello il background del mio suono»

Ci sono fattori o elementi specifici che hanno determinato il passaggio dal blues al rock'n'roll?

«La verità è che la gente continua a fare musica. Ogni persona, specialmente ogni innovatore, rielabora la musica che ascolta e il suono che produce è ciò per cui viene ricordato»

Ha mai provato un vero sentimento di rivalità nei confronti di Elvis Presley?

«Elvis era Elvis, un musicista unico nel suo genere. Chuck Berry è Chuck Berry. La mia unica competizione è quella che vivo con me stesso per realizzare bei concerti e per migliorare sempre la mia musica»

Cosa significa oggi per lei ritrovarsi su un palco a suonare la sua musica?

«Amo suonare. E mi diverto ancora a fare i miei show. Ho 83 anni e mi aspetto di poter suonare fino a quando ne avrò 100: il mio agente mi ha detto che fino ad allora lui continuerà ad organizzare serate per me»

Ascolta la musica di oggi? E ci sono artisti nuovi che preferisce?

«Ascolto le nuove band e amo il loro entusiasmo. È una grande cosa vedere questi ragazzini darsi da fare, ma nel mio cuore mi piacciono ancora BB King, Michael Jackson, Aretha Franklin e Hank Williams Senior»

CARLO MORETTI

************************
Peccato che anche quest'anno me lo perderò, così come perderò Wanda Jackson ........... uffa!!!!
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  #899  
Vecchio 27-07-2010, 22:02
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martedì 27 luglio 2010

intervista a Chuck Berry su Repubblica

da Repubblica del 19 luglio 2010 pagina 35 - sezione: SPETTACOLI E TV
E Chuck Berry arriva in Italia



Potessimo avere una foto del momento esatto in cui nel 1955 a Chicago Chuck Berry consegnò la sua "Maybellene" al discografico Leonard Chess, sarebbe come avere tra le mani un'istantanea del big bang dell'universo rock.
Berry fu quella scintilla: prima di lui c'era il blues e il country, dopo di lui si cominciò a parlare di rock'n'roll. I Beatles e i Rolling Stones hanno iniziato risuonando le sue canzoni, e quando John Lennon e Keith Richards si sono ritrovati su un palco con lui si sono fatti piccoli piccoli, rispettosi come ragazzini di fronte al genio della lampada.
A 83 anni Berry torna a suonare in Italia, il 6 agosto al festival Summer Jamboree di Senigallia.

Signor Berry, quando cominciò a suonare lei era consapevole di essere l'iniziatore di una rivoluzione musicale?

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Come si sente quando qualcuno dice che senza di lei non ci sarebbero stati i Beatles, i Rolling Stones o Bob Dylan?

«È vero, molti dicono che non ci sarebbero stati né Beatles, né Stones, né Dylan se non fosse stato per me. Ma non è del tutto vero. La musica è in continua evoluzione e ogni musicista suona ciò che gli frulla per la testa, è proprio quello il modo in cui ognuno raggiunge il suo suono. Ovviamente, ciò che ogni nuovo musicista realizza ha il suo fondamento nella musica che egli ha ascoltato e che ascolta intorno a lui, alla radio o nei club e negli altri luoghi in cui si suona musica dal vivo. Tutto questo contribuisce a disegnare il suo percorso musicale. Dunque in questo senso è vero, tutti questi artisti nei loro primi album realizzarono cover delle mie canzoni, sono andati avanti nel loro percorso partendo proprio dalla musica che avevano ascoltato nei miei dischi. Del resto anch'io ascoltavo la musica di Louie Jourdan, di Hank Williams Sr. e di Muddy Waters: è quello il background del mio suono»

Ci sono fattori o elementi specifici che hanno determinato il passaggio dal blues al rock'n'roll?

«La verità è che la gente continua a fare musica. Ogni persona, specialmente ogni innovatore, rielabora la musica che ascolta e il suono che produce è ciò per cui viene ricordato»

Ha mai provato un vero sentimento di rivalità nei confronti di Elvis Presley?

«Elvis era Elvis, un musicista unico nel suo genere. Chuck Berry è Chuck Berry. La mia unica competizione è quella che vivo con me stesso per realizzare bei concerti e per migliorare sempre la mia musica»

Cosa significa oggi per lei ritrovarsi su un palco a suonare la sua musica?

«Amo suonare. E mi diverto ancora a fare i miei show. Ho 83 anni e mi aspetto di poter suonare fino a quando ne avrò 100: il mio agente mi ha detto che fino ad allora lui continuerà ad organizzare serate per me»

Ascolta la musica di oggi? E ci sono artisti nuovi che preferisce?

«Ascolto le nuove band e amo il loro entusiasmo. È una grande cosa vedere questi ragazzini darsi da fare, ma nel mio cuore mi piacciono ancora BB King, Michael Jackson, Aretha Franklin e Hank Williams Senior»

CARLO MORETTI

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che peccato!!!
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  #900  
Vecchio 02-08-2010, 19:08
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http://viaggi.repubblica.it/articolo...usica/221841/1

Tennessee, vacanze a ritmo di musica

di Giulia Belardelli
Da Memphis, regno del blues e culla del rock ‘n' roll, a Nashville, capitale del country, ecco le tappe da non perdere per i fan di Elvis, B.B. King, Johnny Cash e Patsy Cline









Che sia in un museo, su un autobus o in mezzo a una strada, il Tennessee è innanzitutto voce, musica, suono. Un viaggio qui non si fa con gli occhi, ma si vive con le orecchie ogni volta che parte una canzone. Non importa quale: da queste parti c'è solo l'imbarazzo della scelta. E' in questo pezzo di terra, compreso tra le rive del Mississippi e quelle del fiume Cumberland, che dall'incontro di tradizioni ed esperienze diverse sono nate sonorità nuove e inaspettate, destinate a cambiare per sempre la storia della musica. Da Memphis, regno del blues e culla del rock ‘ n' roll, a Nashville, capitale indiscussa della country music, sono tantissime le tappe da non perdere per i viaggiatori in cerca di musica.

Memphis, sulle tracce di Elvis. Il legame indissolubile tra Elvis Presley, il Re del rock ‘n' roll, e la città di Memphis è ben riassunto in un cartello che troneggia poco lontano da Graceland, la lussuosa residenza in cui la star visse fino alla sua morte, nel 1977: "If you are not an Elvis fan, no explanation is possible" ("Se non sei un fan di Elvis, non c'è spiegazione possibile"). La città, nata con la musica nel sangue, ha trovato nel giovane dal ciuffo ribelle la sua icona immortale. E il fantasma di Elvis, in effetti, sembra far capolino da ogni angolo: nella periferia un po' abbandonata dove scintillano le sue Cadillac, tra le insegne al neon di Beale Street, nei negozi di souvenir e persino a bordo dei bus di linea, la cui destinazione, emblematica, è "E. Presley".

Graceland: nel tempio del Re. Ogni anno più di 700.000 visitatori varcano il cancello bianco e verde che segna l'ingresso a Graceland. Nel 1957, all'età di 22 anni, Elvis spese la bellezza di 100.000 dollari per acquistare questa proprietà e i 5,5 ettari di terreno circostanti, dove adesso sorgono un museo di cimeli, una collezione di automobili e una di velivoli. Il pezzo forte della visita è rappresentato dalla casa: nel 1974 fu lui stesso a ristrutturarla, trasformandola in un monumento dello stile anni Settanta. La famosa "jungle room", con tanto di animali, cascate e moquette verde prato, è unica nel suo genere: qui Elvis registrò gran parte dei suoi ultimi due album, "From Elvis Presley Boulevard, Memphis, Tennessee" e "Moody Blue". Altri spazi aperti al pubblico sono la cucina (a quanto pare la sua stanza preferita), la sala da biliardo con le pareti coperte da tappeti e il salotto giallo in cui Elvis era solito guardare non uno, ma tre televisori contemporaneamente. Fuori, accanto alla piscina, si trovano i Memorial Gardens e la tomba, con fiori e peluche dedicati alla leggenda del rock.



A spasso per Beale Street. E' la strada più famosa di Memphis, il punto in cui negli anni Venti la comunità nera incentrò la sua rinascita, insieme a quella della città intera. Da "Why I sing the blues" di B.B. King a un classico del folk come "Cocaine Blues", Beale Street compare da protagonista in una lista interminabile di canzoni. In una manciata di isolati, lungo il tratto che va da 2nd Street a 4th Street, la via pullula di locali e ristoranti che la rendono molto simile a una maratona di concerti. Dentro ogni sala, infatti, c'è musica dal vivo, e persino dove è il karaoke a farla da padrone ci si rende subito conto che da queste parti con la voce non si scherza. La Walk of Fame ha marciapiedi incastonati con note musicali e reca i nomi dei grandi musicisti del passato. Tra le insegne su cui soffermarsi ci sono quelle dei teatri che hanno fatto grande questo posto, come l'Orpheum Theater, il New Daisy e l'Old Daisy Theater. Nelle vicinanze sorge anche il Memphis Rock 'n' Soul Museum: la migliore lezione possibile sulle radici country e blues del rock, e sulla combinazione culturale, sociale e razziale che ha dato origine alla musica del delta del Mississippi.

Sun Studio (http://www.sunstudio.com/). Oltre ad essere un museo, i Sun Studio sono ancora oggi uno studio di registrazione a tutti gli effetti, frequentato giornalmente da una folta schiera di artisti (ci hanno registrato anche Ringo Starr, gli U2 e Paul Simon). Si tratta della leggendaria sala che lanciò le carriere, tra gli altri, di Elvis, B.B. King, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis e Roy Orbison. All'inizio degli anni Cinquanta il suo fondatore, Sam Phillips, trasformò Memphis nella "culla del blues" incidendo brani di artisti come Howlin'Wolf, B.B. King e Ike Turner, per poi sfondare con il rockabilly. La leggenda di un Elvis camionista, appena diciottenne, che un bel giorno entrò nell'edificio di mattoni rossi per incidere una canzone da regalare alla mamma è una delle pietre miliari della storia del rock. Da quell'incontro fortuito scaturì poco dopo "That's all right", il primo singolo che lanciò Elvis alla ribalta della scena musicale e televisiva americana. Oltre a vedere il microfono e la sala in cui tutto ciò avvenne, la visita comprende l'ascolto delle incisioni originali: il fruscio di sottofondo, insieme alle luci soffuse, ricrea una perfetta atmosfera anni Cinquanta.

Nashville, e country sia. Dalle honky-tonk del District agli studios della Music Row, Nashville è sinonimo di immersione a 360 gradi nella musica country. A partire dagli anni Venti la città ha attirato ondate di musicisti che hanno rinnovato il genere, dando vita a diverse correnti. Il destino è segnato dal 1925, quando la radio WSM lanciò per la prima volta il programma radiofonico "Barn Dance" ("Ballo nel fienile"), due anni dopo rinominato "Grand Ole Opry". Con il tempo la sua popolarità divenne tale che la città si proclamò "capitale mondiale della musica country". Dopo più di ottant'anni il programma esiste ancora, e il venerdì e il sabato sera è possibile assistere ai concerti live dei cantanti più famosi. Nel mese di giugno migliaia di appassionati arrivano a Nashville per celebrare il CMA Music Festival, un evento organizzato dalla Country Music Association.

Seguendo il suono di una chitarra. Il pellegrinaggio a Nashville non può fare a meno di due tappe fondamentali: la Country Music Hall of Fame e il Ryman Auditorium. Quest'ultimo, noto come Mother Church of Country Music, è ancora un palcoscenico d'eccezione per le esibizioni dal vivo: è qui che hanno suonato, tanto per fare qualche nome, Bob Dylan, le Indigo Girls, B.B. King, le Dixie Chicks e Martha Graham. La Country Music Hall of Fame, la cui missione dichiarata è "diffondere il vangelo del country", celebra i protagonisti più importanti che hanno fatto la storia del genere, e raccoglie centinaia di cimeli musicali. I pezzi più pregiati sono la chitarra di Johnny Cash, la Cadillac dorata di Elvis, l'abito da cocktail di Patsy Cline, testi di canzoni scritti su tovaglioli da bar e un'interminabile collezione di abiti, cravattini, chitarre e stivali da cowboy. Nella Music Row convivono fianco a fianco numerose case discografiche, da giganti come Sony e RCA a piccoli studi a conduzione familiare. Percorrendo 16 chilometri in direzione nord-est si arriva invece nella Music Valley, dove oltre al Grand Ole Opry Museum è possibile visitare la Gibson Bluegrass Showcase. Per gli appassionati delle mitiche Gibson, una sosta da queste parti rappresenta un'occasione unica per assistere dal vivo alla creazione di chitarre, mandolini e banjo.
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