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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Quote:
Ciao Ariadne, sì, conosco la storia, ma non mi era chiaro nello specifico a cosa ti riferivi in quella particolare occasione. Per quanto riguarda quello che dicevano alcuni componenti della Memphis Mafia, prendo tutto con le pinze, visto che i pareri sono molto contrastanti con quelli di altre persone egualmente molto vicine ad Elvis, come ad esempio Jerry Schilling, che ritengo molto più affidabile dei vari Marty Lacker e company... LISA
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Nel 1975, dopo il ricovero di Agosto, Elvis tracorse un lungo periodo di convalescenza a casa, durante il quale a poco a poco cominciò a riprendersi. Tuttavia, il dott. Nichopoulos si faceva poche illusioni: i riscontri clinici del suo paziente erano sempre più preoccupanti (fegato 'grasso', colesterolo altissimo ecc.) e, soprattutto, non c'era modo di contenere i suoi continui sbalzi d'umore. Quest'ultimi, probabilmente, erano scatenati dalle 'pillole', ma comunque riflettevano una predisposizione genetica a pericolosi cicli alterni di euforia e di depressione.
Il tragico epilogo lo conosciamo tutti: negli ultimi anni Elvis appariva, per dirla con le parole del giornalista B. Burk, come "un uomo che attraversa le difficoltà della vita, uno che, se non dà il benvenuto alla morte, quanto meno non dà l'impressione che la fine sia una cosa sgradita". Il cantante stesso, in una lettera scritta agli inizi del 1977, ha dato sfogo al suo tormento interiore."Ho appena cominciato a vivere la mia vita, a divertirmi un pò. Ma se penso a tutto quello che ho perso, il dolore mi attanaglia; ed è lentissimo ad andarsene.. Il mio cuore è così giovane, sembra nuovo- pensare che sto invecchiando mi rende molto triste. Signore, lasciami semplicemente ridere ed essere il clown che sono. Ti prego, donami dignità e grazie. Così da avere la forza di affrontare... Questi giorni che sembrano scorrere via velocemente. Lasciami ancora un pò di tempo per fare tutto quello che posso. Così affrontare la morte non sarà un problema. Ti prego Signore, esaudisci la mia preghiera, ti chiedo solo questo" . Se si considerano le compromesse condizioni di salute del cantante in quel periodo, così come le delusioni e i dispiaceri che da un pò di tempo era costretto a sopportare, il suo stato d'animo non stupisce affatto . Di sicuro, però, deve aver provocato non poco stupore la confessione fatta dal giovane Presley, neoconsacrato re del rock'n'roll, al reverendo Hamill nella Pasqua del 1957. "Padre, sono il ragazzo più triste che abbia mai visto. Ho più denaro di quanto ne possa spendere. Ho migliaia di fan, e ho molte persone che si spacciano per i miei amici, ma sono triste. Non sto facendo quello che mi ha insegnato, e sto anche facendo cose che mi ha detto di non fare". Probabilmente l'idolo delle folle cominciava a rendersi conto del prezzo da pagare in cambio della celebrità. Al giornalista B. Johnson l'anno precedente aveva detto: "Sa che tutto cambia quando succedono ose del genere? Non posso più essere quello che ero". Alla prossima |
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Priscilla in un'occasione ha detto: «Quando eri con Elvis vivevi la vita di Elvis. Non avevi davvero una vita. Ogni problema che aveva lui era un tuo problema… Quando lui era frustrato, eri frustrato anche tu. E quando era giù di morale, tu eri giù di morale. Non so come chiunque abbia potuto stargli dietro ed uscirne sano». In un ambiente chiuso come quello che circondava il cantante, in cui ciascun membro del gruppo viveva in perfetta simbiosi con gli altri, rischi simili erano inevitabili. Ciò che invece poteva essere evitato, forse, era che la depressione prendesse il sopravvento, cercando di curarne le cause alla radice. Ma non sappiamo se ciò è stato tentato da coloro che gli erano vicini e in quale misura. Sta di fatto, che per Elvis i momenti di sconforto e di chiusura in se stesso aumentarono sempre di più nel corso degli anni, a mano a mano che si acuiva il suo senso di solitudine e che si faceva strada in lui la consapevolezza di essere un incompreso. A un certo punto, la situazione deve essergli sembrata addirittura insostenibile se è arrivato a scrivere in una lettera, a quanto pare autentica, indirizzata al suo detective privato poco prima di morire: “Sono stanco, malato e nauseato della mia vita. Ho bisogno di un lungo riposo. La mia esistenza è un casino. Non fosse per le mie preghiere, penso che la mia vita sarebbe già finita da tempo. La mia volontà non esiste quasi più”.
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Il discorso sulla depressione di Elvis e sulle sue motivazioni richiede un lavoro di approfondimento per certi versi lunghi e complesso. E questa non è certo la sede adatta per farlo. Perciò voltiamo pagina e torniamo a guardare la medaglio dal suo lato positivo. Perchè fortunatamente, il ricordo di un Elvis scoraggiato e abbattuto non ha preso il sopravvento nella memoria di coloro che lo hanno conosciuto e amato. In tutti loro è impressa in maniera indelebile l’immagine di un Elvis allegro, frizzante, pieno di voglia di vivere, sempre pronto a divertirsi e a divertire, amante delle battute di spirito e degli scherzi. Un esempio perfetto a questo proposito è rappresentato dal documentario del 1970, non a caso intitolato “That’s The Way It Is”: vi si può ammirare infatti un Elvis abbastanza rilassato e spontaneo, che scherza con i musicisti e crea in studio, durante le prove, un clima di spensierata allegria volto a stemperare la tensione provocata dalle telecamere. Così come il navigato intrattenitore riesce con ineccepibile savoir faire a ironizzare sulla sua figura e sul suo successo catturando sul palco le simpatie anche degli spettatori più esigenti. Ma forse l’immagine più significativa è quella dei concerti del ’69, quando il cantante torna ad esibirsi dal vivo dopo anni di assenza dal palcoscenico a causa dei contratti cinematografici. Nelle foto scattate in questo periodo si vede un Elvis perfettamente a suo agio, che interagisce con il pubblico e si scatena al ritmo delle sue canzoni, più che mai padrone della scena e della sua vita. E’ un Elvis dimagrito quello immortalato dalla macchina fotografica, con il viso non più gonfio a causa dell’eccesso di farmaci come negli anni passati e con uno sguardo acceso e vivace. Un Elvis possiamo dire maturo, che assapora la sua libertà. La sua è l’espressione di un uomo che finalmente fa qualcosa che gli piace davvero e in cui si sente realizzato...
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Molti studiosi ed esperti del campo sono convinti che Elvis abbia sofferto, soprattutto nell’ultima parte della sua vita, di depressione bipolare, una malattia nella quale l’umore si alterna tra fasi di euforia e fasi di disperazione. Noi, per correttezza, ci limitiamo a riferire la testimonianza del diretto interessato, che una volta ha riconosciuto: “Sai, voglio dire, penso a delle cose e mi sento un po’ confuso, e un pochino arrabbiato, sai. E’ semplicemente umano, quando la gente ha diversi umori a volte. A volte sei di umore dove ti senti veramente felice, e (a volte) sei di umore dove tutto sembra nero e cupo e sembra che non ci sia niente per la tua vita. Ma credo che tutti si sentano così, è umano”. E l’immagine che vogliamo trasmettere ai posteri è quella di un uomo che sfodera il suo incredibile sorriso. Un sorriso disarmante come quello dei bambini, in virtù del quale tutto si perdona e per ottenere il quale tutto si farebbe, perché come ha detto in un’occasione l’amico Joe Esposito, “quando Elvis sorrideva il sole si metteva a brillare”.
http://img691.imageshack.us/i/1956candidtommy90ae11 |
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
E' verissimo, il sorriso di Elvis ha qualcosa di speciale, e secondo me anche guardandolo negli occhi ti trasmetteva qualcosa di particolare che ti toccava nel profondo.
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Ciao GRIMILDE!
Hai perfettamente ragione! Tutti i grandi uomini, quelli in grado di trascinare le folle, hanno nello sguardo un magnetismo irresistibile !!! Una volta accennato per sommi capi all’evoluzione degli stati d’animo di Elvis nel tempo, ho pensato che potesse essere interessante analizzare ogni momento della sua vita in maniera approfondita, per mettere in evidenza la correlazione tra ciò che gli capitava e il modo in cui egli lo viveva, guardando le cose da un punto di vista privilegiato, il suo appunto, e, quindi, sfatare molti luoghi comuni, che più non potrebbero essere lontani dalla realtà. Propongo di riportare di volta in volta affermazioni di Elvis su come lui si sentiva in un determinato periodo della sua vita, su cosa lo rendesse veramente felice o quale fosse, invece, la causa della sua tristezza. In questo modo, credo che avremo la possibilità di accorgerci che non sempre le cose sono state per lui come appaiono a noi oggi, per cui, forse, è necessario imparare a guardarle con occhi completamente nuovi. Quando si cerca di raggiungere l’Elvis uomo non è facile superare la barriera di specchi che lo proteggeva, riflettendo immagini diverse in grado di confondere gli sguardi dei curiosi, ma anche lui ha avuto dei momenti di debolezza in cui si è lasciato andare, rivelando la sua anima. E noi è in cerca di quei momenti che andremo, confortati dalla certezza che alla fine del nostro viaggio quello che avremo scoperto di lui ce lo farà sentire più vicino e, quindi, più caro….. Posso cominciare io, ma sarebbe ottimale se ciascuno di voi, qualora sia interessato, desse il suo contributo, dicendo la sua. Lavorando insieme, il “puzzle” che andremo ad assemblare sarà più completo… |
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
Quote:
Quello che ho capito io è che c'è un Elvis prima della morte di Gladys e un altro Elvis dopo la morte di Gladys. So che non ha mai superato la sua mancanza e penso che la sua depresione e associata a questo evento devastante. Certo che essere sfruttato per il colonnello Parker avrebbe portato in depresione a chiunque. Al minimo intento di rivelione di Elvis, questo cretino di Parker lo minaciava di pubblicare che Vernon era stato in prigione per falsificazioni di assegni. Da una parte uno stato di insicurezza e tristezza infinita perchè Gladys non condivideva più la vita con lui e di un'altra parte sentirsi oppresso per il contrato che tra l'altro era firmato per suoi genitori, essendo che lui era minorenne all'epoca. So anche che il cinema fu una grande delusione, lui voleva essere un attore, un vero attore, non vendere dei film come dei panini per fans affamati della imagine di Elvis a prescindere di quello cher faceva, perchè veramente dei 31 film si salveranno a mala pena quattro o cinque!! Lui diceva che le procuravano un mal essere cosi grande a provocarle un male fisico, non è dificile imaginare il suo stato d'animo! |
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Re: Gli stati d'animo di Elvis
E' un pò che non scrivo più nulla sugli stati d'animo di Elvis come avevo promesso di fare, lo so, ma vi assicuro che non me ne sono dimenticata . E' che i miei racconti sul viaggio negli USA per il momento prendono tutto il tempo che ho a disposizione. Una volta finito l'ultimo reportage prometto di dedicarmi con impegno a questo progetto . Nel frattempo, vi lascio qualcosa su cui riflettere . Nel 1975, a Bill Browder, un’altra vecchia gloria della RCA, da tempo suo amico, che era andato in visita a Graceland, Elvis disse: “La gente non mi vuole bene per quello che sono, non sa cosa c’è dentro di me”. In parte, aveva ragione. Ma è proprio questa la nostra sfida: dimostrargli che in alcuni fortunati momenti siamo stati capaci di penetrare nel suo universo e che è stato proprio quello che vi abbiamo visto a farci innamorare di lui....Nessuno è così sciocco da credere che fosse senza difetti o che non potesse deludere, per certi versi. Come nessuno si illude che la sua immagine coincidesse perfettamente con l'uomo che c'era dietro. E anche se ciascuno di noi ha il suo Elvis, a cui difficilmente sarà disposto a rinunciare, il vero Elvis in carne ed ossa non è poi così impossibile da raggiungere e da amare. Ve lo assicuro! A presto.... |
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