Intervista A Ed Enoch - Stamps

[hurt]

Io amo molto la parte sirituale di Elvis e il Suo Gospel.

L'altro giorno ho rivisto il documentario HE TOUCHED ME e come sempre mi ha commosso.
Ho trovato alcune interviste fatte ai vari cantanti Gospel che gli hanno fatto da coristi.
Ecco la prima.

Ed Enoch è un leggendario cantante della musica Gospel. Le sue capacità professionale e la voce potente e dinamica gli hanno fatto guadagnare sempre più rispetto, come cantante leader.
Negli ultimi 30 anni, Ed è stato il cantante leader e manager del quartetto, famoso in tutto il mondo: Gli Stamps.
Da Settembre 2003, Ed Enoch è proprietario ufficiale del marchio commerciale degli storici Stamps Quartet.

Queste che leggerete è un’intervista telefonica.

D : Quando hai iniziato a far parte dell’industria musicale?

EE: Canto il Gospel dal 1967. Mi sono unito agli Stamps nel 1969. Siamo rimasti con Elvis nel 1971 fino alla sua morte nel 1977. Poi gli Stambs si sono sciolti. Mr. Sumner si è tolto alla fine del 1980. Sono ritornato agli Stampa quando riprese nel 1990 fino alla sua morte, nel Novembre 1998. Poi ho costituito il mio quartetto nel 1999, quindi sono stato nel Gospel per tutti questi anni.

D: Com’era lavorare con JD: Sumner?

EE: Era un buon uomo e un meraviglioso basso

D: Sembra che volesse bene ad Elvis, veramente.

EE: Certo gli voleva molto bene.

D: Com’era lavorare con Elvis?

EE: E’ stata un’opportunità meravigliosa. Chiunque sapeva che lui era il perno dell’industria musicale. Non c’era niente come Elvis, in qualsiasi campo c’era lui, Elvis sapeva farlo. Era splendido lavorare con lui, perché era talmente gentile e generoso.

D: Era una brava persona?

EE: Oh, si. Non ho nulla di negativo da dire su di lui. Se avessi qualcosa te lo direi, ma non ho assolutamente niente e non ho motivo di dire nay o hay. Era un grande uomo, ma molto semplice. Molto terra terra e aveva quella voce e quel talento che sai, non sono mai stati raggiunti da nessuno fino ad oggi.

D: Penso che non vedremo mai più nessuno con il suo talento

EE: No nessuno

D: Era dura essere on the road?

EE: Ero molto giovane allora, avevo 27/28 anni. Indubbiamente mi stancavo, ma essendo giovane, ero in grado di sopportarlo. Elvis aveva 11 anni più di me e ti assicuro che per lui era molto faticoso. Doveva caricarsi di moltissima energia e di forza, ma amava il suo lavoro. Non ho mai visto cantare, con così tanto amore come lui. Adorava cantare. Diceva che amava lavorare, cantando e viaggiando, e avrebbe voluto farlo nel mondo. E ti assicuro che quando era sul palco, non esibiva se stesso, ma il suo amore per la musica. Credo che tutti lo possano vedere.

D: Come hai saputo che era morto?

EE: Dalle ultime notizie. L’ho saputo al National Airport, al mattino. Aspettavamo l’aereo che venisse a prenderci per iniziare il tour. L’aereo era in ritardo, e quell’aereo non ritardava mai. Invece, aveva oltre un’ora di ritardo. Ricevemmo una chiamata, in aeroporto, che ci diceva che il tour era stato cancellato “Per volontà Divina”. E’ stata l’unica cosa che ho sentito. Tornammo a casa, io vivevo in Virginia. Quando arrivai a casa, la signora che teneva mio figlio, disse: “Hai saputo la novità?” La sua Tv era accesa e, in quel momento, passavano l’informazione che Elvis era morto. Ecco come l’ho saputo, anche se più tardi fummo informati anche da Graceland e l’Ufficio di Parker.

D: Ho appena intervistato Sean Neilson e mi aveva raccontato la stessa cosa. Perché l’hai saputo in questo modo? Una volontà di Dio?

EE: Non sono in grado di risponderti. Non so perché. Sono certo che neanche Sean te l’abbia potuto dire. Sean era con noi all’aeroporto, tutti lo sapevano ormai, ma è così che l’abbiamo saputo. Non ho mai fatto domande. Sapevo che la famiglia ne stava già attraversando troppe. Vernon non stava bene, aveva problemi di cuore. Nessuno volle stressare ancora di più lui e la famiglia.

D: Sei andato al funerale?

EE Sì abbiamo cantato al suo funerale.

D: Deve essere stata dura per voi, un giorno molto difficile.

EE: E’ vero. C’erano anche Kathy Westmoreland e Joe Guercio, che ci ha diretto, come aveva fatto per tanti anni on stage. Quel giorno, Elvis ebbe molti suoi amici che cantarono per lui. Questa è stata la cosa più meravigliosa di questo triste evento. Elvis amava il Gospel, talmente tanto ed il saluto d’addio, per lui, è stato il Gospel. E’ stata la musica che le sue orecchie hanno ascoltato per l’ultima volta. Ho sempre pensato che c’era qualcosa, in Elvis, che nessuno di noi conoscerà mai. C’era qualcosa dentro di lui, il suo amore per la musica era grande, ma soprattutto il suo amore per il Gospel. Questo lo capivi, quando lo conoscevi. Quante volte abbiamo cantato con lui e per lui. Cantavamo ore ed ore. Non avrei mai pensato, che l’ultima cosa che avremmo fatto, sarebbero state le canzoni Gospel che lui amava così tanto…. Penso che per lui sia stata una gran bella cosa. Era una delle cose belle, della sua parte privata. C’era qualcosa di speciale, in una canzone gospel cantata da Elvis. Decisamente, si illuminava. Ancora, ci sono giorni in cui mi sento giù e metto sul giradischi un LP di Gospel di Elvis e mi risollevo il morale. Penso che succedesso lo stesso ad Elvis.
Soprattutto alla fine, sembrava fosse alla ricerca di qualcosa. Non so cosa, ma so che il Gospel sembrava essere tutto ciò che voleva ascoltare,negli ultimi tre anni della sua vita. Non so dirti quanti concerti abbiamo fatto per lui, quante ore abbiamo cantato con lui. Negli ultimi tre anni, con una media di 14 giorni al mese, in giro con lui. Dopo 14 giorni di tour, ci potevano essere massimo 2 o 3 notti senza cantare per e con lui. Quello che intendo è, che facevamo mattina, cantando gospel, e così, praticamente cantavamo 10 giorni in più, oltre ai 14 che facevamo in tour.

D: Pensi che se fosse vissuto, Elvis avrebbe fatto un tour tutto Gospel?

EE: Sicuro e penso che sarebbe stato stupendo. Penso che avrebbe attirato gente da tutto il mondo. Anzi, credo che lo stesse pianificando, ci stava lavorando su. Aveva in programma un tour di 5 giorni di Gospel. Io non ero con lui, al tempo, ma ricordo di averglielo sentito dire e sono convinto che la cosa sia stata discussa.

D: Andavi d’accordo con il Colonnello?

EE: Non Ho mai avuto scontri con lui. Non lo incontravo così spesso, io stavo semprecon Elvis, al massimo lo vedevo passare.

D : Ero un membro TCB?

EE: Oh, si!

D: Quando hai ricevuto il tuo TCB?

EE: Nel Febbraio del 1971

D: E ricordi anche il giorno?

EE: Lo ricorderei se Elvis mi avesse fatto un biglietto (ride)

D: E attualmente cosa stai facendo?

EE: Stiamo facendo serate nel paese. Stiamo anche programmando di fare qualcosa con Charles Stone e Kraig Parker.

D: E’ difficile cantare con gli impersonators di Elvis, dopo aver cantanto con quello vero? Credo che fosse un amico per voi e che quindi sia piuttosto difficile da fare.

EE: Non è che cantiamo con molti impersonators. So che lo amano e lo voglio fare bene. Non dobbiamo penalizzarli, ma per rispondere alla tua domanda, qualche volta è un po’ ridicolo. Quello che intendo è che, dentro di te, pensi che stai cantando con il tuo amico. Alle volte ti sembra tutto un po’ bizzarro e strano, ma è perché i ricordi ti riportano indietro.

D: Mr. Enoch, grazie di aver parlato con me.

EE: Per me è stato un onore. Spero di aver raccontato qualcosa che ti possa essere stato di aiuto. Io cerco di dire sempre la verità, sul mio amico.

[MISSCLAWDY]

Grazie Hurt!! Bellisssima intervista!

[tania]

Grazie Hurt!! sono... non so spiegare..forse commossa..o sai quel sentimento per cui sei felice e triste nello stesso tempo?. ecco io mi sento così!
Tania

[hurt]

Ho la netta senzazione, che lo capissero di più i suoi musicisti, che tutta la MM, a parte i miei soliti 2 o 3

[Lisa]

Grazie per questa bellissima intervista, Hurt!!!
Ottimo lavoro come sempre!!!

LISA

[hard headed woman]

hurt

Ho la netta senzazione, che lo capissero di più i suoi musicisti, che tutta la MM, a parte i miei soliti 2 o 3

decisamente hurt, sono d'accordo...

[Clint Reno]

Stupenda, grazie mille!
Ciao