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Re: Reportage da Graceland
«Non conoscevo troppo di lui a parte quello che avevo letto. Ma, mentre gli parlavo, avevo la sensazione che fosse davvero un uomo timido. La stravaganza copriva la timidezza».
R. Nixon http://img688.imageshack.us/img688/5746/immaginimemphis1697.jpg http://img193.imageshack.us/img193/4153/immaginimemphis1690.jpg http://img851.imageshack.us/img851/5465/immaginimemphis1691.jpg http://img847.imageshack.us/img847/3011/immaginimemphis1692.jpg http://img231.imageshack.us/img231/8437/immaginimemphis1693.jpg http://img220.imageshack.us/img220/4727/immaginimemphis1695.jpg http://img40.imageshack.us/img40/390/immaginimemphis1696.jpg |
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Re: Reportage da Graceland
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Re: Reportage da Graceland
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Re: Reportage da Graceland
ciao ariadne!!!grazie mille per esserti ricordata di me!!!molto belli i vestiti un po meno le armi!!!bellissima la giacca bianca e nera!!per quanto riguada le bambole mi piacerebbe trovare quella "blue hawaii"le altre le ho"elwis e priscilla"e"elvis comeback 68"!!!comunque beata te che hai fatto questo bellissimo viaggio!!un'abbraccio!!barbie
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Re: Reportage da Graceland
Quote:
deve essere particolarmente emozionante, ci credo che mette in soggezione! Ancora una volta ci hai fatto vivere un momento magico entrando con te nella vita di Elvis! Te ne siamo molto riconoscenti Ariadne |
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Re: Reportage da Graceland
Grazie infinite, Ariadne, per questa bellissima esperienza che ci hai fatto vivere insieme a te!
Sei stata bravissima nel tuo racconto! E le foto sono tutte magnifiche! LISA
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Grazie Elvis Official Fan Club
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Re: Reportage da Graceland
Le foto che invio oggi sono quelle della zona antistante l'Heartbreak Hotel, dove ci sono i negozi di souvenirs, alcune mostre e il rock'n'roll bar. Il parcheggio che vedete quasi vuoto, in realtà ogni giorno si riempiva di auto, moto e quant'altro, come del resto il parcheggio dietro gli aerei e quello affianco all' hotel. Soprattutto durante il week-end era quasi impossibile trovare un posto vuoto. Pensate che ad un certo punto ci è venuta un'idea: ci siamo messi a fotografare le targhe delle auto, e in questo modo abbiamo individuato auto provenienti da ben 37 Stati americani. Tra le targhe più curiose ce n'era una con la scritta "Elvis" e il simbolo TCB, così, una volta tornati a casa, ho ritagliato questa foto e le ho attaccato tutto intorno, sull'album, le targhe di questi Stati. Un pò come a dire: tutta l'America attorno al suo mito. Un mito evidentemente mai dimenticato. Se solo l'idea ci fosse venuta prima, sono sicura che saremmo riusciti a trovare anche le targhe degli Stati rimanenti, ad eccezione, è ovvio, di quelli più lontani ( nel caso delle Hawaii sarebbe stato decisamente impossibile)....
http://img827.imageshack.us/img827/6...emphis1663.jpg http://img849.imageshack.us/img849/9...emphis1660.jpg http://img138.imageshack.us/img138/6...emphis1661.jpg http://img814.imageshack.us/img814/6...emphis1662.jpg |
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Re: Reportage da Graceland
Come ho già avuto modo di dire, durante il soggiorno a Memphis abbiamo alloggiato all'Heartbreak Hotel. Ci siamo pentiti di non aver prenotato una delle suite a tema, come quella chiamata "Burning Love" (sarebbe stata strepitosa!!), ma anche le camere ordinarie sono risultate accoglienti e confortevoli. In ognuna di esse c'è un televisore che, oltre ai canali normali, trasmette tre canali esclusivamente dedicati ai film e alla musica di Elvis . L'atrio è pittoresco, ve ne renderete conto guardando le foto, e ospita addirittura un Elvis shop. Non ci siamo tuffati nella piscina a cuore, ma abbiamo cenato sempre nella sala attigua al bar, dove si fa anche colazione la mattina. La sera il bar dell'albergo mette a disposizione dei clienti bibite e mancaretti vari, mentre su uno schermo gigante vengono proiettati documentari su Elvis o le sue performances live . Per quanto riguarda la clientela, devo dire che abbiamo incontrato persone di tutte le età: prevalentemente simpatiche vecchiette accompagnate da figlie e nipoti, ma anche donne di mezza età con i mariti e giovani coppie. Si entusiasmavano tutti come matti durante le proiezioni e ancora ridevano di cuore a situazioni e battute che sicuramente conoscevano a memoria! I più curiosi erano i bambini, sempre pronti a dimitare Elvis e a scatenarsi davanti al pubblico. I dipendenti si sono mostrati estremamente cordiali e, in generale, l'accoglienza ci è piaciuta. Magari se avessero masticato un pò di italiano.....
http://img816.imageshack.us/img816/3...emphis1984.jpg http://img219.imageshack.us/img219/7...memphis804.jpg http://img97.imageshack.us/img97/464...memphis805.jpg http://img12.imageshack.us/img12/415...emphis1849.jpg http://img151.imageshack.us/img151/6...emphis1982.jpg http://img39.imageshack.us/img39/861...emphis1983.jpg |
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Re: Reportage da Graceland
Al tempo in cui è stata acquistata da Elvis Graceland si trovava in una tranquilla zona della periferia di Memphis, e tutto sommato nel corso degli anni le cose non sono cambiate molto. Ci sono più case ed esercizi commerciali tutt’intorno, e va tenuto presente anche il fermento giornaliero della Graceland Plaza, ma quella continua a rimanere una zona abbastanza tranquilla. Almeno a noi ha dato questa impressione. Dietro l’albergo c’è una campeggio e, vicino, una specie di parco. Dall’altra parte, c’è la tenuta di Elvis, perciò il verde non manca. La notte si dorme tranquilli e anche la vicinanza dell’aeroporto quasi non si sente. L’Elvis Presley Boulevard è una strada molto frequentata, ma il traffico scorre senza problemi. Tutti i giorni, ci svegliavamo intorno alle 6.30 e alle 8.00 eravamo già in giro. La sera, dopo la chiusura dei negozi di souvenirs, pian piano le varie aree si svuotano. Quindi, quando calava il buio veniva proprio voglia di ritirarsi in albergo. Ma la sera prima della partenza abbiamo fatto un’eccezione. Siamo usciti dopo cena per andare a dire addio a Graceland. O, chissà, il nostro era un arrivederci….
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Re: Reportage da Graceland
Mentre passeggiamo sull’Elvis Presley Boulevard sotto le stelle ci viene da pensare che stiamo vivendo in un tempo che non c’è. E’ troppo attuale per essere passato, ma, allo stesso tempo, è troppo nostalgico per essere presente. Elvis non è vivo, perché non lo vediamo in carne e ossa, ma non è neanche morto, perché le sue immagini e la sua voce ci circondano da ogni parte. E’ un po’ come se stessimo visitando la sua casa mentre lui è fuori, magari per le riprese di un film o una vacanza alle Hawaii. Quando ci troviamo davanti Graceland con il parco tutto illuminato rimaniamo incantati. Sembra ancora più bella che di giorno, con quell’alternarsi di luci ed ombre che le conferisce un alone di insondabile mistero. Davanti al muro di cinta, dall’altra parte della strada, c’è una panchina dove ci sediamo a contemplare un paesaggio che da domani sarà soltanto nei nostri ricordi. Anche a quest’ora della sera ci sono persone che scendono dalle loro auto per scattare qualche foto o semplicemente per dare un’occhiata. C’è addirittura una coppia di innamorati che sono venuti qui per stare mano nella mano e baciarsi. Ogni tanto i cancelli della tenuta si aprono e qualcuno esce o entra. Così ci viene da pensare a come doveva essere trent’anni fa, quando la casa di notte era piena di vita e vi succedeva di tutto: ospiti numerosi ad ogni ora, go-cart sfreccianti per il giardino, fuochi d’artificio e tanta, tanta musica. Non è difficile immaginarsi Elvis in sella alla sua moto, con tutta la corte al seguito, che lascia Graceland diretto chissà dove. Sappiamo che era un animale notturno per forza di cose. Ha sempre dormito pochissimo, fin da giovanissimo. Quando era ancora al liceo lavorava fino a tardi e, poi, la mattina presto si svegliava per andare a scuola. Le esibizioni nei locali notturni all’inizio della carriera hanno finito per modificare in lui il ritmo naturale sonno-veglia e i continui concerti degli anni ’70 hanno consolidato definitivamente la sua abitudine a dormire di giorno e star sveglio di notte. Oltre a queste motivazioni di carattere pratico, però, c’era anche un altro motivo per cui Elvis non riusciva a dormire sotto il cielo stellato. Gli episodi di sonnambulismo a cui era soggetto per gli esperti rimandano ad un trauma, probabilmente subito nell’infanzia, che impediva al cantante di addormentarsi serenamente al calare del sole. Noi non sappiamo con esattezza come stavano le cose, ma ci fidiamo di quello che una volta lo stesso Elvis ha confessato:«Quando ero un ragazzino, non riuscivo a dormire. Avevo paura del buio, perché non sapevo cosa mi sarebbe capitato….Quando vado a dormire durante il giorno so che, anche se la mia camera è al buio, fuori è giorno, perciò non ho paura di addormentarmi. Per questo rimango sveglio tutta la notte, e i miei amici stanno con me e io mi sento sereno. Al mattino, quando tutti gli altri si alzano e vanno a lavorare, mi sento al sicuro perché è giorno; allora posso andare a letto». Se solo avesse saputo…L’ironia della sorte è che a tradirlo, alla fine, non è stata la tanto temuta notte, ma proprio la luce rassicurante del giorno…
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