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Re: Articoli
Usa, Lincoln l'uomo piu' influente
La classifica di storici statunitensi if (disattivazione) { document.write(' on error resume next ShockMode=(IsObject(CreateObject("ShockwaveFlash.S hockwaveFlash.6")))Il personaggio più influente della storia americana è Abramo Lincoln. A riconoscergli il primato un pool di dieci eminenti storici statunitensi che hanno redatto una classifica per il mensile Atlantic. Il presidente che abolì la schiavitù è stato preferito a personaggi del calibro di George Washington, Thomas Jefferson o Franklin Delano Roosevelt. Nella valutazione privilegiati i Padri Fondatori e i vip del periodo d'oro. Gli storici, tra i quali il premio Pultizer Doris Kearns Goodwin, hanno invece tenuto meno in considerazione i personaggi appartenenti al mondo dell'arte e della letteratura, tutti esclusi dalla top ten. Il criterio usato nella scelta lascia un po' stupiti poi per le posizioni assegnate a certi miti della storia americana: dal 66/o posto di Elvis Presley all'85/a posizione di Ernest Hemingway, seguito a breve distanza da un orgoglio italiano come Enrico Fermi, all'88/o posto. Deludente anche la collocazione delle esponenti del gentil sesso. La prima tra le donne, solo 30/a, è Elisabeth Cady Stanton, una delle primissime attiviste del movimento femminile. Da TG COM |
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Re: Articoli
Va bene accettiamo tutto.
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Re: Articoli
Leggete questo articolo
Pur se va dato merito al Resto del Carlino di averlo pubblicato, con tutte le imprecisioni che ci sono, fa chiaramente capire quanto poco si sappia di Elvis in Italia e nemmeno si tenti di documentarsi prima di scrivere un articolo: NEMMENO IL GIORNO DELLA MORTE!!! E poi ci chiediamo perchè in Italia non si parla di Elvis? La mia risposta è: perchè abbiamo questi giornalisti !!!! IL SOSIA DI ELVIS A Memphis sarà eletto quello ufficiale La competizione si terrà il prossimo 30 agosto, data in cui ricorre il trentesimo anniversario della morte di Elvis Presley Memphis, 20 novembre 2006 - Ammiratori di Elvis Presley, tirate fuori dall'armadio le chitarre. A Memphis è stato, infatti, indetto un concorso per eleggere il sosia ufficiale del mito del rock. Una gara che farà la gioia di tutti gli aspiranti Elvis del mondo che, negli ultimi 29 anni, hanno contribuito a rendere onore e omaggio al mito. La competizione si terrà il prossimo 30 agosto, data in cui ricorre il trentesimo anniversario della morte di Elvis Presley, e l'idea è venuta proprio ai manager di Graceland che hanno voluto, così, mettere un freno ai migliaia di sosia sparsi in giro per il mondo. Ce ne vuole uno ufficiale che incarni il vero spirito del grande Elvis. Centinaia di aspiranti re del rock si scontreranno in una gara a colpi di bacino e mosse del celebre cantante. Solo i migliori, però, potranno partecipare alle fasi finali. “Stiamo cercando il migliore artista che sappia rappresentare l’eredità di Elvis Presley. Sarà una competizione molto seria”, ha affermato il direttore della Elvis Presley Enterprises |
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Re: Articoli
Questo articolo, invece, va già meglio
20 Novembre, 2006 Caccia al sosia di ElvisA quasi 30 anni dalla morte der re del rock è già iniziata la ricerca del suo eredeSky.ShareServices.getNumberComments(92981);Lunga vita al re - E'stato definito "The King" ma anche "the pelvis" per via di quel conturbante movimento d'anca con il quale, all'inizio della sua carriera, divenne un sex simbol. Stiamo parlando, naturalmente, di Elvis Presley che rimane e rimarrà per sempre un mito intramontabile. Dall’anno della sua morte, avvenuta il 16 agosto del 1977, centinaia di tributi in musica e non solo hanno alimentato la sua fama. La gara – Ogni anno, per esempio, i sosia di Elvis si ritrovano per tributare l'ennesimo omaggio al cantante che cambiò il volto alla musica leggera. Ora i manager di "Graceland" (dal nome della magnifica tenuta di Memphis dove è vissuto ed è sepolto il famoso del "re del Rock,) e legittimi custodi dell'immagine di Elvis, hanno organizzato proprio nell'immensa proprietà del cantante la prima ufficiale competizione tra i sosia della leggenda musicale. La speranza degli organizzatori è di far conoscere e apprezzare sempre più, soprattutto alle nuove generazioni, il mito di Elvis. Dove – Le prime gare preliminari si svolgeranno a Tupelo, in Mississipi, città che diede i natali al cantante e a Collingwood, in Canada, che da anni organizza un festival dedicato ad Elvis. La gara finale si terrà nella tenuta del famoso cantante tra l'11 e il 19 Agosto del 2007. Il vincitore - Naturalmente a competere saranno solo i migliori imitatori di Elvis. Prima della rassegna finale saranno organizzate dalla "Elvis Presley Enterprises Inc" diverse gare di selezione in tutti gli Stati. Il vincitore della competizione, oltre ad essere ospitato per qualche giorno a Graceland, farà un tour in tutto il mondo e sarà presentato come "l'unico e vero sosia" di Elvis. Non si sa ancora quali saranno le caratteristiche più importanti che questo imitatore debba avere. Voci vicine allo staff organizzativo ammettono che sarà privilegiato chi, oltre all'aspetto, saprà imitare il cantante nella voce e nei movimenti. |
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Re: Articoli
Per favore, leggete tutti questo articolo, che, per caso, ho appena trovato su Internet
Elvis Presley: 30# 1 Hits Recensione di: vellutogrigio, (27/09/2006 14.53.00) Voto: * * * º º http://debaser.it/resize.aspx?path=/....jpg&width=250 Proseguo con questa recensione il “ciclo dei sopravvalutati” che mi sono permesso di iniziare con “One” dei Beatles, seppur fra le comprensibili critiche di molti ed il plauso di altrettanti. Il secondo grande sopravvalutato della storia della musica moderna è, sempre a mio sommesso avviso, Elvis Presley da Tupelo (Missisipi), fenomeno negli anni ’50, fenomenale attore trash negli anni ’60, fenomeno da baraccone (Las Vegas) negli anni ’70, e fenomeno da nostalgici dalla sua morte (’77) ad oggi. Il tutto con un occhio all’immagine ed un altro al portafoglio dei suoi produttori e agenti, anche se deve osservarsi come il Nostro fosse essenzialmente in buona fede, e sia stato furbescamente sfruttato da quanti ne avevano colto l’impatto nell’immaginario collettivo dei bianchi americani, Colonnello Parker su tutti. Anche in questo caso, come per i Beatles, è dunque doverosa una premessa: nessuno nega l’importanza di Elvis sotto il profilo storico sociologico, né la sua influenza sul gusto e lo stile di quanti cominciarono a strimpellare la chitarra sulle note dei suoi successi (ovvero tutti, almeno negli States ed in Inghilterra, meno nei paesi latini, anche se a lui devono Johnny Haliday, Little Tony e Bobby Solo), tentandosi piuttosto di ridiscutere, tecnicamente, il valore artistico della sua proposta musicale, complessivamente mediocre. Chiedo dunque venia ai fanatici del Re del Rock, a chi fa pellegrinaggi a Graceland (pure gli Iron Maiden vi sono andati nei primi anni ’80… vedi il booklet di Killers), nonché – scusandomi per l’auobiografismo – alla mia ragazza e ad i suoi più stretti familiari. La carriera fenomenale Elvis the Pelvis è ben compendiata dall’album "30 # 1 Hits", uscito alcuni anni orsono (’02) in concomitanza con il rilancio dell’immagine del rocker statunitense e con l’eccellente cartone animato Disney Lilo & Stitch, in cui la giovane protagonista era una grande fan dell’uomo fasciato di pelle (forse perché abitava… un po’ fuori dal mondo). Senza effettuare una tediosa e superflua analisi di tutti i pezzi contenuti nell’album, noti ai più, voglio evidenziare le caratteristiche strutturali della musica di Elvis, riassumendole in sintesi: a) voce eccellente, stentorea, più valida nei toni bassi che in quelli alti, con drammatici scivolamenti verso il tenorile negli anni finali della sua vita, comunque priva di feeling e pathos, tendente piuttosto al lamentoso. Si ascoltino le varie "Love Me Tender", "Sospicious Minds", "Are You Lonesome Tonight?", giusto per andare sul concreto; b) accompagnamento musicale del tutto trascurabile, se non addirittura banale, senza alcun guizzo od inventiva: il dato ricorre in tutta la carriera del Nostro, dagli esordi alla fase finale, senza che si possano accampare scuse, al riguardo, circa limiti tecnologici di sorta, posto che Elvis poteva permettersi il meglio – come del resto i Beatles. Qualcuno ricorda un assolo, un fraseggio, delle chitarre dei suoi gruppi di supporto? Un groove ritmico di basso e batteria?. Tutti i pezzi sono costruiti sulla sua voce, negando l’idea stessa di ensemble che costituisce l’essenza del jazz, del blues e del rock; c) repertorio ripetitivo e scarsamente in grado di rinnovarsi, con continuo riferimento agli stessi ritmi, temi musicali, soluzioni armoniche, senza che ciò possa considerarsi “classico”: si trattava, semplicemente, di musica di consumo, ovvero di un prodotto sempre uguale a sé stesso per essere sempre vendibile, che nella seconda parte della carriera di Elvis si avvitò in un patetico recupero dello stile country degli esordi; d) cadute di gusto a profusione, come nelle cover di “O Sole Mio” (It’s Now or Never) e “Torna a Surriento” (Surrender). Ogni commento è superfluo, vi rimando all’epocale parodia che ne fece Renzo Arbore sull’album “Quelli della Notte” (’85); e) totale incapacità compositiva. Quasi tutti i pezzi di Elvis furono scritti da altri, egli si limitava ad eseguirli. Anche questo dato basta e avanza per ridiscutere la grandezza del musicista (non certo del “personaggio”). Io stesso, nel criticare anche i Beatles, non posso negare che le canzoni se le scrivessero da soli. A questo punto odo già le repliche di chi osserva, con singolare inversione logica, come Elvis sia stato un’artista di portata epocale, il primo a portare il rock alle masse, il modello per intere generazioni di musicisti, il simbolo dell’emancipazione dei giovani, una rottura totale rispetto al gusto melodico imperante, anche in Italia (da Modugno a Celentano passano anni luce), e debba ritenersi per ciò solo un grande artista. Ciò prova semplicemente come il Nostro sia stato l’artista più noto ed influente della sua epoca, almeno fino all’avvento dei succitati Beatles, ma non prova affatto che sia stato il migliore, né il più originale e seminale, come asseriscono i più. Molti fecero meglio, e lo fecero in quegli anni: Chuck Berry su tutti (peccato che fosse di colore, in una nazione che ancora segregava i “niggers” ed i cui capi famiglia delle famiglie del Sud si incappucciavano di bianco…), Jerry Lee Lewis (peccato avesse sposato la cugina minorenne) ed Eddie Cochran (peccato sia morto giovanissimo). L’acquisto di 30#1 Hits è dunque consigliato a tutti gli amanti del King of Rock, compendiando comunque i suoi pezzi migliori, seppur usurati dal tempo, ed a tutti coloro che vogliano comprenderne l’esatta grandezza. Magari facendo il paio con “One” dei Beatles. E guardate che io a Elvis voglio bene, se non altro per avere indirettamente ispirato intere parti di "London Calling" dei Clash. Ma questa è un’altra storia, appartiene più al mito che alla realtà. Dobbiamo replicare??? Questo è il sito http://debaser.it/recensionidb/ID_12..._23_1_Hits.htm |
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Re: Articoli
hurt,nn vorrei ke dopo aver parlato con me questo tipo
pensi al suicidio!!!! |
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Re: Articoli
lo farò cmq nn appena sto con calma a casa e me lo smonto io
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Re: Articoli
Io avrei vogli di scrivere al tipo, ma poi lo mando a ca...e,quindi lo ognioro.
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Re: Articoli
Ovviamente era ignoro.
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Re: Articoli
Il fatto è che, spesso, ignorando, tacitamente si permette di CONTINUARE a scrivere idiozie del genere.
Va anche detto, però, che se uno è convinto di aver scritto una cosa intelligente, non sarebbero le nostre repliche documentate, a fargli cambiare idea e/o prendere un'altra rotta |
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