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#141
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Re: Articoli
Sai Hurt come la penso,non posso rispondere come vorrei.
Sarei denunciato immediatamente,quindi l'unica cosa che posso dire e' questa. Se questo personaggio si informasse un po' di piu' sul cantante Elvis,sull'uomo Elvis,forse capirebbe un pochino di Elvis. |
#142
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Re: Articoli
Se tu lo facessi, verrei in piazza con te Askme e credo che si unirebbero tutti i suoi fans, soprattutto quelli di questo forum !
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#143
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Re: Articoli
Si, condivido, è esattamente così che definisco questo tipo, però cambiando in paio di lettere...
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#144
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Re: Articoli
Quote:
Quando dovevo scelglere l'appellativo era proprio quello che pensavo ...... ma non si può |
#145
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Re: Articoli
Gold record always and forever velluto grigio. Do you understand?
Marzia |
#146
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Re: Articoli
Quello che c'è scritto non è correttissimo, ma almeno dà onore il nostro Elvis
19/4/2005 - Stefano Medel » Elvis the top Adesso i musicisti, cantori e trovatori si sprecano, e il mercato discografico butta sul calderone musicale sempre nuovi volti e formazioni, che vengono, suonano una roba e poi scompaiono nel nulla. Altre volte, magari, sfondano il cadreghino e fanno palata di soldi con un pezzo o un singolo, tutti sciamanano, ne parlano e berciano come babbuini, poi l’anno dopo, ciccano tutto e non battono chiodo, finendo nella monnezza. Le regole del commercio e del business sono quelle, e non guardano in faccia a nessuno, per cui ti prendono, ti buttano nel mercato, vestito come uno scimmiotto, e poi ti buttano, come un fazzoletto sozzo, quando non servi più. Molti arrivano, ma non restano, o rimangono molto poco. Non è il caso del re di Memphis, il rockettaro Elvis Presley. Presley: cominciò suonando motivetti, in una scuola di musica; ce n’erano altri, ma nessuno come lui; a delle straordinarie doti vocali e canore, che gli permettevano di assumere dei toni e delle cadenze orecchiabili e sincopate, Presley rivelò anche delle grandi doti di esecutore, concertista, che sapeva farci con la chitarra, ed era un chitarrista non da poco. Oltre a suonare, metteva su dei veri e propri show, ballando, saltando, dando scarti con l’addome e facendo contorsioni, tutte scene che mandavano in visibilio le platee, perché avevano trovato una vera pop star, un vero cultore del rock, con abilità e qualità artistiche, non da poco. A poco a poco, inarrestabilmente, Presley seppe conquistare un po’ tutti. Gente di tutte le fasce d’età, andava ai suoi concerti, come si va al supermercato, felici di ritrovare quel ragazzo prodigio del sud, considerato uno della famiglia, un amico, un complice. In effetti, una delle cose, che rendevano grande Presley, era la sua capacità, di instaurare un feeling, di stabilire un dialogo e un contatto umano e simpatico, col pubblico. Un rapporto umano, fatto d’intesa di complicità e ammiccamenti, d’un artista, che aveva sempre dato molto, al suo pubblico. Presley, nel corso degli anni, si era abituato a platee oceaniche, girando come un nomade, per gli Stati dell’unione. Sapeva giocare col pubblico, solleticarne la curiosità, li accontentava con pezzi, suonando ogni brano richiesto, altre volte, non esitava a regalare un oggetto, delle sciarpe, o altri souvenir, al suo pubblico, anche se si trattava d’una macchina organizzativa, ben oliata, questi gesti, venivano da Presley in buona fede, il pubblico riceveva qualcosa, e ricambiava l’artista. Le ragioni d’un successo così travolgente e duraturo nel tempo, vanno ricercate, oltre che nelle doti personali e magnetiche della rock star, anche in altre ragioni. Elvis Presley, fu il primo cantante, sponsorizzato e lanciato, da un immensa macchina propagandistica e capillare, che faceva gran cassa, di tutto quello che Presley, faceva o diceva. Era un rockettaro importante, ed era un divo soprattutto tele e audio-visualizzato. Presley, fu il primo, a sfruttare pienamente i mass media e le comunicazioni di massa. Non solo tramite i dischi, ma sfruttando il persuasore televisivo, apparendo in spettacoli e programmi alla tele, parlando alle radio, organizzando, giganteschi tour e giri per il paese, dove si spostava in enormi Cadillac, scortato da uno stuolo di musicisti, tecnici, elettricisti e arrangiatori. Nulla era mai completamente casuale, le sue comparse, la pubblicità, un immenso guardaroba di tute e vestiti di scena con brillocchi e luccichii, servivano a galvanizzare ed eccitare il pubblico, sullo sfondo di stadi e auditorium immani e ciclopici. Presley, divenne il primo grande manipolatore, di mass media e di sistemi d’informazione e di trasmissione dell’immagine e del sonoro. Intorno a lui gravitava, un immenso budget d’affari, di introiti e di sfruttamento delle potenzialità spettacolari del suo personaggio, come fonte di richiamo e di guadagno. Pubblicizzando a più non posso, la sua figura e la sua immagine, immortalandola in rotocalchi, giornaletti; spiaccicandola su magliette, bibite e prodotti di tutti i giorni, facendo di Elvis, un marchio o un etichetta commercializzata, fonte di guadagni di raccolte kitsch e di collezioni di cineserie. Di lui, tutto era sfruttato all’eccesso e diventava affare e budget. Un po’ alla volta, Elvis aveva creato il suo personaggio da teen-agers e da idolo giovanile, prima con i capelli lunghi con fogge ardite e impomatate e tute vistose, poi con i ciuffetti cascanti e in seguito indossando giubbotti borchiati e in finta pelle, da teppista metallaro, simile a Brando ne Il ribelle. Dopodichè s’era avvicinato al mondo dello spettacolo e della tele, apparendo in programmini e show musicali a fianco di presentatori stucchevoli come tanti Mike Buongiorno. Ma bene o male, le sue partecipazioni s’erano fatte frequenti e le sue uscite sul piccolo schermo triplicarono. Nel giro di poco era divenuto un personaggio serale da talk Show; questo, gli permetteva di sponsorizzare la sua immagine e i suoi dischi a un folto pubblico di spettatori, contemporaneamente e nello stesso momento, arrivando in casa di tutti. Era divenuto una vedette televisiva, un amico di famiglia, un ospite gratuito e gradito. Anche se naturalmente, era tutto un grosso commercio pubblicitario. Poi vennero i contratti cinematografici, con film Musical, girati a più riprese ed in più posti diversi. I titoli erano variegati e disparati, di solito girati in luoghi ameni ed esotici, come il Re delle Hawaii e altri filmetti musicali semiavventurosi, dove Elvis interpretava solitamente, il ruolo del ragazzaccio testardo e ribelle, che dà filo da torcere a tutti. Con personaggi dinamici e schietti, tagliati su misura per lui. La cosa andò avanti per un po’, e bisogna dire che i film non andarono malaccio, non erano un granché, ma comunque discreti. Per Elvis, fu il debutto nel mondo del cinema, con fans, sorrisi riflettori e pubblicità, che fecero di lui un autentico divo nazionale e non solo. La sua celebrità, giunse all’apogeo, il suo volto, i suoi gesti, divennero simboli e clichè di tendenza, istituzionalizzati e commercializzati. Ogni suo gesto finiva sui giornali o alla tele; le sue macchine enormi, i suoi abiti sgargianti, la sua villa lussuosa, dove iniziò a raccogliere i premi e le statuette che gli venivano conferite. Gli venne attribuito il titolo di uomo dell’Anno, per la sua personalità e il carisma; premio, di cui era particolarmente fiero, in quanto non musicale, ma proprio dedicato alla sua persona. Intanto, la sua vita privata era movimentata e talmente frenetica, che aveva ben poco tempo libero. Quando gliene avanzava, si divertiva ad allenarsi un po’ a Karatè, di cui era una buona cintura, nonostante il poco tempo. Rimangono immagini dal vivo dei suoi allenamenti. Col tempo i rapporti con la moglie divennero più radi e difficili; in effetti Elvis, non aveva una vita realmente normale, pieno d’impegni pubblicitari e non, attorniato sempre da tecnici del suono, asfissiato da manager e produttori maneggioni ed esigenti. Alla buon ora i contratti cinematografici televisivi bene o male finirono; Elvis decise perciò, di ritornare dal vivo in spettacoli e recital tra la gente. Il ritorno fu trionfale, come tutte le sue iniziative, galvanizzò e polarizzò l’attenzione di masse di fans, che lo seguivano ai concerti, per tutti gli stati. La sua immagine preferita, era con dei basettoni lunghi, impomatato e delle casacche bianche trapunte di brillanti e ricami pittoreschi con dei brillocchi luccicanti. Ogni suo spettacolo era accompagnato da un’imponente organizzazione di tecnici, esperti e sarti con centinaia di abiti e strumentazioni. Elvis si muoveva tra folle osannanti, con disinvoltura vincendo il nervosismo e scherzando col pubblico. Spesso partecipava di persona a concerti benefici e filantropici, raccogliendo somme ingenti. Nel frattempo, cominciarono i problemi. Difficoltà coniugali, una vita disordinata ed errabonda, la mancanza d’una vera privacy; lo portarono spesso alla ribalta sulla stampa, per presunti scandalucci. Sempre meno Elvis, sapeva di chi fidarsi veramente. I suoi guardaspalle, erano spesso pettegoli ed indiscreti, e si facevano pubblicità, raccontando di tutto. Intorno ad Elvis, cominciò ad esserci un vuoto affettivo, che la moglie non poteva colmare. Gli impegni erano sempre più frenetici, ed intanto anche la sua salute cominciava a declinare. Sino al ricovero in un ospedale famoso, dove la star si chiuse, per ristabilirsi e riposarsi. Bene o male, riuscì a rimettersi in piedi, ma non era più l’aitante e atletico giovane d’un tempo. La figura s’era fatta greve e lenta, i fianchi irrobustiti, il peso considerevole. Solo il talento e la bravura musicale, era rimasta quella di sempre. Anche con la salute vaccillante, la rock star era sempre il Re, continuava a mietere successi, e ad avere seguaci idolatranti. Le sue performance erano magiche ed elettrizzanti, le sue canzoni melodiche ed armoniose, mietevano allori e rubavano i cuori. Entusiasmanti, erano le sue esibizioni dirompenti al pianaforte, dove Elvis suonava e cantava, grondante ed estatico. Il rapporto col pubblico era unico, quasi confidenziale; la gente si fidava dell’artista, che era tra loro, da anni. La rock star continuò a lavorare in modo febbrile, sino alla fine. E la fine arrivò come un ospite sgradito ed inatteso di sorpresa; un giorno come un altro, si sparse la voce che la star non c’era più. Masse di gente si raccolse intorno alla notizia funerea per omaggiare il cantante nella morte, così come in vita. Elvis Presley divenne un mito e un fenomeno di costume con fans club, sparsi per il mondo e persone che lo ricordano, ad ogni anniversario. Davanti alla sua casa, sfilano muti gli ammiratori, con ghirlande di fiori, con pensieri tristi e proni. Ora gli imitatori non mancano, e quasi tutti i nuovi arrivati, cercano di strimpellare e dimenarsi, per inventare qualcosa di nuovo nel Rock; una speranza rinnovata e delusa, perché il simbolo del Rock resta Elvis, forse proprio perché ha già detto, quello che si poteva dire. |
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Re: Articoli
Un po' superficiale e imperfetto come articolo, ma almeno Elvis non viene insultato, deriso o denigrato come al solito....
E' già qualcosa... LISA
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Grazie Elvis Official Fan Club
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Re: Articoli
Ci andiamo tutti assieme il sabato sera?
Il sabato sera del Rolling Stone si apre con un omaggio al re del Rock'n'roll, l'indimenticato Elvis Presley. La serata chiamata «rock'n'roll style» prevede spazio dedicato alla musica rock, elettronica e dance hall Dietro la console Danny Virgilio e Vincent Dj. Non solo musica così come non solo celebre cantante fu Presley che andò oltre l'arte che rappresentava diventando una vera e propria icona a tutto tondo della cultura pop del XX secolo. I battenti della serata aprono alle ore 23.30, la quota di ingresso è fissata a 10 euro. |
#149
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Re: Articoli
Quote:
ma dove questa cosa e quando Hurt?? |
#150
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Re: Articoli
Mi dispiace ma non c'è scritto in che città.
Da quello che capisco è il locale che si chiama Rolling Stones, quindi si potrebbe cercare su Internet |
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