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ecco come raccontano elvis su un blog barese....
L’esordio ufficiale nel mondo del cinema di Elvis Presley risale al 1956 quando interpreta Love Me Tender ('Fratelli Rivali’, 1956) di Robert D.Webb. E’ un western curioso, che fu traformato all’ultimo momento come veicolo per l’esordiente Presley che qui canta Love Me Tender e Poor Boy. Fu però con la sua interpretazione di Vince in Jailhouse Rock (‘Il Delinquente Del Rock’n’Roll’, 1957) di Richard Thorpe, che nacque il primo vero divo del cinema rock. Elvis Presley ‘The pelvis’, incarnava un nuovo modo, tipicamente giovanile di ‘sentire’ ed esperire la musica. Cresciuto a contatto con la musica e la cultura dei ‘neri’, ne riadattò elementi musicali, stilistici e performativi, diventando così l’eroe della nuova adolescenza. L’immagine del ribelle gli andava a pennello: aria da camionista, capelli un po’ lunghi, trasudava sessualità. Il vasto successo provocò l’indignazione della stampa puritana e la censura televisiva, che, loro malgrado per una sorta di feedback inverso, contribuirono ad alimentare il mito di Elvis, e contemporaneamente, a diffondere lo spirito trasgressivo del rock’n’roll. La costante pressione dell’opinione pubblica costringevano però, a cercare di ridurre il mito a valori più accettabili, così assistiamo alla trasformazione dell’Elvis cinematografico, in un eroe romantico, un bravo ragazzo dai sani principi. La scorza sembra dura, ma il nucleo è tenero. In Jailhouse Rock interpreta infatti il giovane Vince che in carcere, condannato per omicidio, impara a suonare la chitarra, riscontrando un grande successo. Anche se questo gli dà alla testa alla fine rinsavisce per l’amore di Peggy. E’ considerato il film più riuscito di Presley: "Nel suo miglior film, Elvis ‘The King’ regge bene il ruolo drammatico, pur riuscendo a mantenere la giusta grinta per le esibizioni canore", mentre per Morandini: "Il suo miglior film e non solo perché è meno fatuo degli altri". Questo dramma giovanile, dove musica e ballo sono ben compenetrati, impose definitivamente il ragazzo di Memphis sulla scena musicale e cinematografica. A questo si giunse anche grazie ad un’accurata manovra promozionale che non tralasciava l’immagine: capelli pettinati in un certo modo, carichi di brillantina (il famoso taglio ducktail), i movimenti molleggiati e le scarpe a punta bluesuede. La colonna sonora conteneva Jailhouse Rock, Don’t Leave Me Now e Treat Me Nice. Il successo straordinario del film portò anche a riletture parodistiche come il film The Girl Can’t Help It (‘Gangster Cerca Moglie’ tit. it.,1956) di Frank Tashlin con Jane Mansfield e Gene Vincent, Little Richard e The Platters in ruoli secondari. Al di là di una o due canzoni cantate, i film di Elvis non sono però dei veri esempi di cinema-rock, ma rimangono sostanzialmente commedie: Fun In Acapulco (‘L’idolo Di Acapulco’,1963), Viva Las Vegas (‘Viva Las Vegas’, 1964), Speedway (‘A Tutto Gas’, 196 ![]() Nonostante le scarse doti recitative interpretò trentuno film, passando con disinvoltura dal ruolo di cow-boy alla guida turistica, dal delinquente al bagnino, al pugile. A Jailhouse Rock, fanno seguito ottime opere come King Creole (‘La via Del Male’, 195 ![]() Nel 1961 cominciò con il regista Norman Taurog un prolifico sodalizio, che portò alla realizzazione di nove films, alcuni dei quali sono i suoi più celebri: - Blue Hawaii (‘Blue Hawaii’,1961) dove canta Can’t Help Falling In Love. La trama racconta di un ragazzo dalle grandi doti vocali, che smessa la divisa di soldato, trova impiego in un’agenzia turistica di Honolulu contro il parere della madre. - G.I. Blues (‘Caffè Europa’ ,1960) dove canta Wooden Heart e Tonighi Is So Right To Love. Tre soldati americani in Germania, tra cui Tulsa McCauley (Presley), si esibiscono con successo come cantanti. Uno dei tre, per scommessa, si propone di sedurre una famosa ballerina di cui, però, s’innamora sul serio. - It Happened At The World’s Fair (‘Bionde, Rosse, Brune…’,1962) dove canta A World Of Our Own e Happy Handing. Mike, ama le donne e Danny ha la passione del gioco. Sono due piloti di aerei, amici per la pelle, che sono sempre in mezzo ai guai. - Girls!Girls!Girls! (‘Cento Ragazze E Un Marinaio’,1962) dove canta Return To Sender e Song Of The Shrimp. Il sogno del marinaio Ross (Presley), è quello di diventare padrone del peschereccio West wind, su cui lavora. Una delle sue pretendenti lo compra di nascosto, ferendolo nell’orgoglio. A parte i film musicali da lui interpretati, vanno ricordati i vari film biografici e i documentari realizzati tutti dopo la sua scomparsa (avvenuta il 16 Agosto 197 ![]() - Elvis (‘Elvis, Il Re Del Rock’n’Roll’, 1979) di John Carpenter con Kurt Russel – doppiato nelle canzoni da Ronnie McDowell- nella parte del Re. Si ripercorre la sua vita dal concerto del 26 luglio 1969 a Las Vegas, indietro a colpi di flashback sino al 1945 e poi in avanti in linea cronologica. - Elvis And The Beaty Queen (‘Elvis E La Regina’ ,1981) di Gus Trikonis con Don Johnson nella parte del Re, che racconta la sua chiaccherata storia d’amore con Linda Thompson. E altri sono soltanto riletture del fenomeno Elvis come Heartbreak Hotel (1985) di Chris Columbus, Honeymoon in Vegas (‘Mi Gioco La Moglie A Las Vegas’, 1992) di Andrew Bergman. Ci sono poi altri banali documentari come Elvis In Hollywood, The 50’s, con scene di spettacolo dai suoi vari tours degli anni Settanta, immagini inedite e interviste a personaggi vari, dai celebri Leiber e Stoller a una sua presunta girl-friend June Janico, più molti altri, come i film-concerto tra cui il recente Elvis On Tour, che servono solo a far sopravvivere il mito (come se ce ne fosse bisogno). Francesco Serini |
#2
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cmq anche in questo articolo ce ne sn di cassatelle scritte....
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Affari tuoi: Elvis non va a Memphis
![]() Dopo una partenza non propria buona, Beppe ha accetato di cambiare il suo pacco con il 17 e la sua scelta si è subito rivelata positiva visto che il pacco numero 7 conteneva una tinta per capelli. Il nostro Elvis ha così continuato il suo viaggio dalla Tiburtina a Memphis aprendo i pacchi ed eliminando sia opportunità positive ( 50.000 € e 25.000 €) che altre decisamente negative, rifiutando di volta in volta le offerte che gli venivano fatte: prima 22.000 €, poi 28.000 € ed infine l’offerta più alta della serata 40.000 €. Purtroppo dopo l’apertura dei pacchi contenenti i 500.000 € e i 100.000 € anche l’offerta è scesa a 25.000 € e a questo punto Beppe ha deciso di giocare davvero fino in fondo a caccia dei 250.000 € che lo avrebbero portato dritto a Memphis. Purtroppo la sorte ha voluto un finale emozionante che contrapponeva 10 € ai 250.000 €. A questo punto l’interlocutore telefonico ha proposto un cambio di pacco che però il nostro Elvis ha rifiutato. Questa volta il 17 ha tradito Beppe e gli ha regalato solo 10 €: Elvis tornerà in Puglia con la sua energia e la sua simpatia. anche questo è un modo x ricordare elvis!!!! |
#4
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Aspettiamo conferma da Lisa, se questa notizia è vera!!!!
(20/06/2007) Elvis Presley: venduti all'asta un'arma e un flacone di medicine ![]() Cosa non farebbe un vero fan per aggiudicarsi un feticcio dei propri idoli.
Nei giorni scorsi si è tenuta negli Stati Uniti un'asta durante la quale sono stati venduti anche due oggetti appartenuti ad Elvis Presley. Si tratta di un'arma, placcata in oro che ha raggiunto i 28.800 dollari e un flacone (vuoto come vuole la legge americana) di Naldecon, antistaminico prescritto al Re negli anni'70 dal suo medico personale George Constantine Nichopoulos, venduto per 2.640 dollari. |
#5
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Cosa non fanno. Fino a qusto punto arriviamo.Bah
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#6
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Purtroppo tutto fa brodo..........
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#8
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Beh, a me non spiace come articolo.... Almeno non ha gettato fango sul King defindendolo grasso, drogato, ciccione,etc. Ok, non avrebbe potuto definirlo così, dato che aveva 21 anni quando l'ha conosciuto, ma almeno, guardiamo il lato positivo...Che ne dite?
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#9
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![]() Da Kataweb Musica di Massimiliano Leva Sembra ieri, e invece sono già passati trent’anni. Il 26 giugno 1977, Elvis The King, teneva il suo ultimo concerto. Già da tempo non era più il ragazzo snello e affascinante che con quel suo roteare pelvico, lo sguardo malizioso e le voce suadente aveva conquistato anni prima il mondo e aperto porte come forse mai nessuno aveva osato prima di lui. Dagli anni ‘60 si era ritirato a Hollywood, catturato dal grande schermo. Sommerso dalle sue fortune. Circondato da un entourage a sua disposizione per ogni vizio. Era ingrassato, schiacciato dalle droghe e dalla sua stessa fama. Lontano miglia e miglia dal ragazzo appena ventenne che timidamente si era affacciato sulla storia con la sua musica nuova. Eppure, la sera del 26 giugno di trent’anni fa, quando alle 20:30 salì sul palco della market Square Arena di Indinapolis bardato come al solito con lustrini, giacca di pelle e zazzera impomattata, Elvis fece ancora una volta epoca. Indipendentemente dalla sua volontà. Perché, nessuno avrebbe predetto che poche settimane dopo, il 16 agosto, il Re se ne sarebbe andato. Lasciando un vuoto che nessuno (forse solo i Beatles) ha mai potuto colmare.La date del rock sono incerte come le vite dei santi. Per esempio, è tutto da vedere se sia stato Elvis a inventare il rock’n'roll. Un po’ come per il primo essere umano nello spazio, ci sono arrivati prima i sovietici, ma a quell’epoca gli americani sapevano promuovere meglio ogni evento. E così in pochi si ricordano oggi della cagnolina Laika, ma tutti hanno visto almeno una volta l’uomo camminare sulla luna. Elvis, se non fu l’inventore del rock, fu comunque il più grande idolo pop di tutti i tempi. Il piede che per primo tocco il suolo dell’universo giovanile, sconvolgendolo come un terremoto. Così, quando dopo l’esilio hollywoodiano, nel 1968 tornò a sorpresa sulle scene, anche se l’idolo era cambiato, per lui fu di nuovo un successo. Mancava forse il fascino di un tempo, il suo tocco di Mida. Ma la fisicità sul palco era sempre la solita. In fondo, era stato The King a stabilire quali fossero le regole per comunicare con il pubblico. Qualsiasi cantante rock, dopo di lui, se non avesse attinto almeno un segreto da Presley, non sarebbe mai stato considerato. Anche quella sera a Indianapolis, quindi, il bacino ricominciò a roteare e lo spettacolo prese subito la piega giusta. Elvis salì sul palco tonico, concentrato, disinvolto nel passare da un giubbotto di pelle nero a un candido abito di scena bianco, capace con grande disinvoltura di sciorinare per il piacere del pubblico i suoi classici, compresi vecchi e cari standard rock & roll. Da Johnny B. Good a Don’t be cruel. Da Hound dog a Jailhouse rock. Del resto, neppure lui poteva permettersi di tagliare con il passato: soprattutto quando il passato significava milioni di dischi venduti. Si concesse anche un paio di cover - What I’d say di Ray Charles e Bridge over trouble water di Simon and Garfunkel. Poi, dopo quasi due ore di musica, con Clasing Lamp, si concedò. Nessuno avrebbe mai detto che quella sarebbe stata la sua ultima esibizione. Come per i Beatles, undici anni prima, tutto sarebbe stato scoperto qualche mese dopo. Con la tristezza che non solo un mito se ne andava, ma anche un’intera epoca con tutto ciò che di buono o cattivo aveva portato. E quando, il 16 agosto 1977 Elvis morì, il rock davvero non sarebbe stato davvero più lo stesso. Per ironia della sorte, in un momento in cui, con la rivoluzione punk in atto, le nuove generazioni speravano di azzerare tutto sin dall’inizio. (27 giugno 2007) |
#10
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AGI) - Londra, 23 giu . - E' andata a Elton John la vittoria in una gara di karaoke di beneficenza fra alcune star della musica inglese. Il cantante di 'Your Song' si e' imposto con una reinterpretazione della hit di Elvis Presley, 'Are You Lonesome Tonight', grazie alla quale e' riuscito a raccogliere ben 110 mila sterline (oltre 160 mila euro) da destinare ai bambini palestinesi in un evento ospitato dal Ronnie Scott's Jazz Club di Londra, e che vedeva tra il pubblico celebrita' del calibro di Kate Moss ed Elle Macpherson. Al secondo posto della competizione si e' piazzato Nick Cave, che si e' esibito con 'Bootylicious' delle Destiny's Child, mentre piu' indietro si sono classificati Shane McGowan, ex frontman dei Pogue, con 'We didn't start the fire' di Billy Joel e Mick Jones, che si e' presentato sul palco con un grande classico dei Clash, 'Should I stay or should I go'. In totale nel corso della serata sono state raccolte 385 mila sterline (oltre 570 mila euro) che saranno devoluti alla Hoping Foundation. -
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