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Vecchio 28-06-2007, 07:14
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27/06/2007
Casale M.to, Bobby Solo sabato 30 giugno in Piazza Mazzini.




Torna Bobby Solo, per l’attesissimo concerto di musica Anni ’60.

L’appuntamento è per sabato 30 giugno, alle ore 20,45, in Piazza Mazzini.
A presentare la serata Elisabetta Viviani, ad aprire la serata il cantautore Andrea Tiberga e Farida, con una selezione dei brani più noti degli Anni ’60.
Resterà poi unico mattatore sulla scena Bobby Solo (accompagnato da Luca Olivieri), con i suoi pezzi più famosi e con un attesissimo tributo ad Elvis Presley.

“Si è creata una grande attesa per l’evento e di questo siamo in certo modo debitori al contrattempo che ci aveva costretto a rinviare la data originaria del 2 giugno scorso – dichiara l’Assessore alle Manifestazioni Riccardo Calvo – la data di sabato è stata resa possibile dalla grande cortesia di Bobby Solo, che ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, ha confermato una professionalità eccezionale nel rendersi nuovamente disponibile in un arco di tempo così ridotto. E non solo: siamo grati al cantante per aver parlato di Casale e dell’ospitalità ricevuta proprio per il 2 giugno nel corso di una trasmissione televisiva di prestigio come Porta a Porta, che si è prestata come cornice ideale per la promozione del Casalese e, in particolare, della qualità della vita sulle nostre colline. Siamo infine certi che il concerto replicherà il vero e proprio bagno di folla cui abbiamo assistito lo scorso weekend per la Notte Bianca, confermando a Casale il ruolo di città attenta alle esigenze di grandi e piccini, giovani e non più giovani, e creando occasioni di divertimento in piazza per le famiglie, altro indicatore importante per l’offerta culturale e per l’elevata vivibilità nel Casalese”..

Sabato 30 giugno 2007
Bobby Solo in concerto a Casale Monferrato

Bobby Solo
Bobby Solo nasce nel 1945 e per i suoi fan di tutto il mondo resta l’Elvis Presley italiano, anche se questa definizione non renderebbe giustizia alla carriera di uno delle voci più apprezzate della musica leggera italiana degli ultimi 40 anni, dopo l’esordio a San Remo nel 1964, le numerose partecipazioni al festival rivierasco e una carriera di ininterrotti successi con cui ha contribuito a portare in Italia il sound tipico di moltissimi generi musicali americani di quegli anni.
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Vecchio 28-06-2007, 10:21
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AGI) - Londra, 23 giu . - E' andata a Elton John la vittoria in una gara di karaoke di beneficenza fra alcune star della musica inglese. Il cantante di 'Your Song' si e' imposto con una reinterpretazione della hit di Elvis Presley, 'Are You Lonesome Tonight', grazie alla quale e' riuscito a raccogliere ben 110 mila sterline (oltre 160 mila euro) da destinare ai bambini palestinesi in un evento ospitato dal Ronnie Scott's Jazz Club di Londra, e che vedeva tra il pubblico celebrita' del calibro di Kate Moss ed Elle Macpherson. Al secondo posto della competizione si e' piazzato Nick Cave, che si e' esibito con 'Bootylicious' delle Destiny's Child, mentre piu' indietro si sono classificati Shane McGowan, ex frontman dei Pogue, con 'We didn't start the fire' di Billy Joel e Mick Jones, che si e' presentato sul palco con un grande classico dei Clash, 'Should I stay or should I go'. In totale nel corso della serata sono state raccolte 385 mila sterline (oltre 570 mila euro) che saranno devoluti alla Hoping Foundation. -
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  #373  
Vecchio 28-06-2007, 10:25
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I Doors cantano Elvis Presley

Nel triplo live "Live in Boston: 1970"

Il triplo disco "Live in Boston: 1970" dei Doors (in uscita il prossimo 23 luglio) contiene delle chicche per tutti i fan della band. La registrazione riconsegna Jim Morrison in una delle ultime apparizioni con grandi successi del calibro di "Alabama Song (Whisky Bar)", "Light my fire" e "Break on through" oltre a una cover di "Mistery Train" di Elvis Presley.






il tutto x dare ragione a quello ke penso
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  #374  
Vecchio 28-06-2007, 10:50
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Previsto per il 16 agosto il film di Adam Muskiewicz 'The Truth About Elvis'
1977-2007, continua la 'caccia' a Elvis Presley
Avvistamenti, ipotesi fantasiose e persino una taglia. A trent'anni dalla scomparsa, il mistero che avvolge la morte del Re tiene banco tra i bit della rete
Roma - 13 mar. (Ign) - Elvis nascosto su un'isola lontana, Elvis agente segreto dell'Fbi, Elvis in Alaska, Elvis ormai settantenne che si aggira nel parco della Graceland Mansion (Memphis), la villa in cui visse per 20 anni e nel cui bagno fu trovato senza vita. Ma a trent'anni di distanza la morte di Elvis Presley per alcuni è ancora un mistero. E come ogni anno la ricorrenza della sua scomparsa, il 16 agosto 1977, riapre la caccia alla verità.
Sull'argomento sono stati scritti libri, pagine di quotidiani e periodici, sono stati fatti servizi e programmi televisivi. Ma è internet a fare la parte del leone. Il sito www.elvislives.net, ad esempio, elenca 10 teorie per cui il Re del rock'n roll è vivo. La prima sostiene che sia stato messo nel programma protezione testimoni con una nuova identità dopo il famoso incontro con Richard Nixon. C'è poi la storia del nome scritto sbagliato sulla lapide (Elvis Aaron Presley anziché Elvis Aron Presley), le fotografie del corpo nella bara che lo fanno sembrare una statua di cera, le contraddizioni riguardo alle circostanze del decesso. Lascia poi interdetti la notizia che nel 2002 una etichetta indipendente ha pubblicato un album, 'Kingtinued', dove si sente la voce di Presley che canta almeno 14 canzoni mai esistite prima del 1977.
Ma c'è di più. Adam Muskiewicz, scrittore, attore e produttore cinematografico, attraverso il sito www.elviswanted.com lo scorso anno ha annunciato una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi proverà che Elvis è vivo e vegeto. Intervistando teorici, esperti, autori e amici intimi del Re, Muskiewicz ha deciso di produrre anche un documentario, il cui trailler è disponibile sul sito www.truthaboutelvis.com, che dovrebbe uscire proprio in occasione del trentesimo anniversario della (presunta) morte. Nella pellicola, dal titolo 'The Truth About Elvis', verranno analizzati fatti e persone, il rapporto dell'autopsia, la villa di Graceland, la Memphis Mafia e la questione del nome sulla sua lapide. Si prenderanno inoltre in considerazione i motivi per i quali Presley puo' aver simulato la sua morte e chi puo' averlo aiutato in tutto questo. Interessanti alcune testimonianze che riportano: "Nessuno sa perché due settimane prima di morire abbia detto che doveva andare via, e che non avrebbe avuto più la possibilità di vedere le persone care. Perché ha detto una cosa del genere?". Oppure: "Gente che lavorava all'ospedale, ancora adesso sostiene che il corpo che fu portato in ospedale non era quello di Elvis Presley". Linda Thompson racconta: "Mia madre era al funerale, e qualche giorno dopo disse: 'Sì, oggi fanno delle cose miracolose con le statue di cera; molte persone pensano che lui sia alle Bahamas'''. "Mi ricordo una persona che guardò al corpo nella bara e mi disse, no, non è Elvis", dice una donna, mentre un'altra afferma: "Elvis Presley è venuto nel nostro ristorante e ha ordinato un wopper cheeseburger, senza cipolle e patatine".
Molte poi le teorie bizzarre che si susseguono nella rete e negli anni la leggenda per chi non si rassegna o per chi vuole giocare alla 'caccia' a Elvis ha avuto molte versioni. Il forum del sito www.grazielvis.it, ad esempio, riporta un articolo nel quale si afferma che una donna in visita a Graceland, dopo essere entrata in una zona proibita al pubblico, si è trovata davanti un uomo su una sedia a rotelle a cui ha scattato una foto prima che i guardiani la portassero via. La foto è stata quindi consegnata a un detective che si occupa di identikit di persone scomparse, il quale ha dichiarato che, secondo lui, l'uomo sulla sedia a rotelle era Elvis Presley. In particolare, la donna ha detto che quando le guardie l'hanno portata via, continuava a ripetere loro di aver visto Elvis Presley. E la cosa che l'ha stupita più di tutto è stato che queste non abbiano negato e nemmeno si siano comportate come se lei fosse stata una visionaria.
C'è poi la teoria esposta da Massimo Polidoro che nel suo libro 'Elvis è vivo' vuole The King celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesù Cristo, mentre lavora come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga.
Tutte queste teorie si basano su un concetto spiegato da Polidoro, che si richiama alla 'verità delle emozioni', come la chiama lo scrittore. E cioè che non si può accettare l’idea che qualcuno fuori dal comune sia morto per una casualità, e quindi nulla diventa più credibile dell’incredibile.
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Vecchio 28-06-2007, 15:37
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Il forum del sito www.grazielvis.it, ad esempio, riporta un articolo nel quale si afferma che una donna in visita a Graceland, dopo essere entrata in una zona proibita al pubblico, si è trovata davanti un uomo su una sedia a rotelle a cui ha scattato una foto prima che i guardiani la portassero via. La foto è stata quindi consegnata a un detective che si occupa di identikit di persone scomparse, il quale ha dichiarato che, secondo lui, l'uomo sulla sedia a rotelle era Elvis Presley. In particolare, la donna ha detto che quando le guardie l'hanno portata via, continuava a ripetere loro di aver visto Elvis Presley. E la cosa che l'ha stupita più di tutto è stato che queste non abbiano negato e nemmeno si siano comportate come se lei fosse stata una visionaria.
C'è poi la teoria esposta da Massimo Polidoro che nel suo libro 'Elvis è vivo' vuole The King celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesù Cristo, mentre lavora come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga.
Tutte queste teorie si basano su un concetto spiegato da Polidoro, che si richiama alla 'verità delle emozioni', come la chiama lo scrittore. E cioè che non si può accettare l’idea che qualcuno fuori dal comune sia morto per una casualità, e quindi nulla diventa più credibile dell’incredibile.


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Vecchio 02-07-2007, 17:36
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Trend globali Christian GattikerEquity Research Elvis e gli investitori

09.08.2004 I numeri parlano chiar fra meno di cento anni il pianeta sarà invaso da una pletora di imitatori del re del rock. Da persone di buon senso, puntereste su questa scommessa?

I mercati finanziari sono luoghi in cui domanda e offerta di valori si incontrano. Il venditore di titoli ne ricava fondi da reinvestire nell'azienda, mentre l'acquirente si garantisce una rendita fissa oppure il diritto di partecipare agli utili futuri della relativa società. Un meccanismo semplice e logico che potrebbe indurci a credere che il mercato si comporti in modo altrettanto efficiente e razionale. Il seguente esempio, che si rifà al mondo dello spettacolo, è tratto da un'analisi della prestigiosa ABN Amro e ci fornisce conclusioni interessanti al riguardo.

- Nel 1960 si contavano 216 imitatori di Elvis.
- Nel 1970 erano passati a ben 2400.
- Nel 1980 il loro numero era stimato intorno ai 6300 a livello internazionale.
- Nel 1992 infine erano arrivati a 14 000.
- Di questo passo, entro il 2100 gli imitatori di Elvis rappresenteranno il 25 per cento della popolazione mondiale.

Segnali chiari eppure fuorvianti
I dati rilevati sull'arco di trent'anni sembrerebbero suffragare l'ipotesi che entro il 2100 si verificherà un autentico boom degli imitatori del King. Chiunque negasse l'evidenza rischierebbe di vedersi accerchiato da frotte di cloni di Elvis, con tanto di costume bianco e capello impomatato. Male che vada, avremmo sbagliato i nostri pronostici e ci ritroveremmo a fare i conti con l'orgoglio offeso degli impersonator. Più gravi possono invece essere le conseguenze di un errore di valutazione in campo finanziario. Basti ricordare come in epoca recente l'euforia innescata dalla corsa dei titoli tecnologici abbia alimentato l'illusione di inesauste chance di guadagno, illusioni che il crollo della new economy ha spietatamente infranto cogliendo gli investitori completamente impreparati. E dire che le previsioni non sarebbero potute essere migliori. Ma per citare il grande economista John M. Keynes: "Resta un mistero che un essere razionale possa compiere un atto tanto insensato come quello di investire in borsa". Questa convinzione è tuttavia in netto contrasto con la teoria finanziaria neoclassica secondo cui gli operatori sarebbero dei soggetti perfettamente razionali e come tali riescono a ottimizzare i rischi rispetto alle opportunità di guadagno, anticipando la dinamica dei prezzi in base alle informazioni disponibili – e ciò con lucidità e senza essere vittime di distorsioni di carattere emotivo. Tuttavia questo "homo oeconomicus" è ben lontano dalla realtà e la teoria dei mercati cosiddetti efficienti non è in grado di spiegare alcuni fenomeni ricorrenti che smentiscono l'assunto stesso di razionalità del comportamento dei suoi attori. E con ciò non ci riferiamo alle varie "regole d'oro" o dritte per vincere in borsa (si veda il riquadro) proposte dagli esperti di turno, bensì ad alcuni quesiti ben più cruciali cui possiamo trovare risposte convincenti soltanto includendo nel nostro modello di pensiero l'irrazionalità come costante dell´agire umano.

Fare i conti con l´emotività
D'altronde è lecito chiedersi cosa spinga gli operatori a scambiarsi grandi volumi di titoli se ognuno di loro dispone delle stesse informazioni e basa le proprie decisioni sulle medesime aspettative. Altrettanto incongruo ci sembrerà il fatto che i prezzi dei titoli possano accusare oscillazioni talora marcate se queste non trovano riscontro in eventi altrettanto significativi nell'azienda sottostante. O ancora, come mai la prospettiva di un aumento del dividendo faccia lievitare le quotazioni in misura sproporzionata rispetto al resto del listino. Tutte domande che ci lasciano perplessi e non trovano altra giustificazione se non quella che le scelte degli investitori non sono frutto di riflessioni spassionate e obiettive. Questa consapevolezza ha portato all'emergere di una nuova disciplina, la cosiddetta finanza comportamentale, che sposa la psicologia con le scienze economiche. Giungendo a scoperte sconcertanti. È ormai comprovato che il processo cognitivo degli investitori – dall´acquisizione all'elaborazione dei dati utili ai fini della decisione circa il titolo più promettente – contravviene sistematicamente ai dettami di razionalità cari ai manuali di borsa. La "behavioural finance" ha messo in luce alcune trappole psicologiche come la percezione selettiva della realtà, l'ipersicurezza che induce un´eccessiva fiducia nelle proprie capacità oppure l'avversione alle perdite. Concetti questi che in breve tempo si sono imposti a pieno diritto fra le teorie finanziarie più accreditate, sfatando definitivamente il mito della borsa come entità razionale.
P.S.: Quanto agli imitatori di Elvis purtroppo mancano stime affidabili e aggiornate al 2004. Se le proiezioni di cui prima dovessero avverarsi, fra trent'anni saremo circondati da migliaia di nostalgici che faranno rivivere il mito del King – a suon di rock'n' roll.
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  #377  
Vecchio 03-07-2007, 15:44
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Ge719 Re: Articoli

Sono stati venduti all'asta un'arma appartenuta ad Elvis che ha raggiunto i 28.000 dollari e un flacone (vuoto) di Naldecon, un antistaminico prescritto dal dott.Nik negli anni 70, venduto x 2.640 dollari
Inutile scrivere che sono alquanto disgustata x il flacone di antistaminici ?
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  #378  
Vecchio 04-07-2007, 05:34
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USA/ IL WARHOL RUBATO RESTA ALL'ACQUIRENTE IN BUONA FEDE

Red Elvis, no Corte Connecticut a appello ereditiera svedese

postato 8 giorni fa da APCOM

New York, 25 giu. (Ap-Apcom) - Ha comprato un Warhol rubato, ma era in buona fede. Peter Brant, magnate dell'editoria, resta il legittimo proprietario di 'Red Elvis', ritratto in 36 foto identiche di Presley dal valore di 8,9 milioni di euro. Lo ha stabilito all'unanimità la Corte suprema del Connecticut, respingendo l'appello dell'ereditiera svedese che se l'è visto sottrarre prima da un mercante d'arte e poi da un Tribunale.

Nessun dubbio sul fatto che 'Red Elvis' sia stato rubato: Anders Malmberg, l'uomo che lo ha venduto, ha scontando una condanna di tre anni in un carcere svedese. Ma come già in primo grado, i giudici americani hanno respinto il sospetto che l'acquisto del Warhol sia avvenuto in combutta: Brant - hanno ribadito confermano la sentenza del 2005 - ha fatto il possibile per accertarsi che il mercante d'arte avesse l'autorizzazione, prima di staccare l'assegno da 2 milioni e di portarsi a casa l'opera allora in mostra in Europa.

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SCOMMESSE/VITA DOPO LA MORTE? SCOMMESSA DA 1 MILIONE DI STERLINE

Oltremanica scommettitore punta 100 sterline

postato 11 giorni fa da APCOM

Roma, 22 giu. (Apcom) - Che alla fantasia dei bookmaker non ci fosse mai fine ce ne eravamo accorti. Ma adesso si sono superati i confini della realtà. William Hill ha accettato la scommessa da 100 sterline di uno scommettitore che afferma l'esistenza della vita dopo la morte. La quota è 10mila contro uno, che vuol dire che se Ross Hemsworth, questo il nome del giocatore, dovesse dimostrare quanto asserito, si metterebbe in tasca 1 milione di sterline. Hemsorth ha già dichiarato che tutte le spiegazioni si potranno trovare sul suo libro di prossima uscita. William Hill è solito accettare questo genere di puntate bizzare come quella sull'esistenza del mostro di Loch Ness o dei fantasmi, o su Elvis Presley ancora vivo. "Non ho idea di come farà a dimostrare la sua tesi - ha dichiarato il portavoce del bookmaker Graham Sharpe - ma se produrrà le prove entro la fine dell'anno dovremmo pagargli 1 milione di sterline". (fonte: Agipronews)
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  #379  
Vecchio 06-07-2007, 06:14
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(da Rockol)



Elvis Presley - ELV1S - 30 #1 HITS - Bmg Ricordi (CD)

Ha funzionato, eccome, per i Beatles. Perché non dovrebbe funzionare con Elvis? L’idea, che la BMG ha mutuato dalla EMI, è esattamente la stessa: impacchettare in un’antologia nuova di zecca, nel packaging come nella rimasterizzazione digitale, i numeri uno del King del rock and roll (non tutti, come riconoscono onestamente le note di copertina) e aspettare che il pubblico accorra a frotte a comprarla nei negozi. Difficile resistere alla tentazione, in effetti: collezionisti e “completisti”, condannati a procurarsi ogni briciola discografica disseminata dagli amministratori dell’eredità Presley, possono trovare motivo di soddisfazione nella cristallina resa sonora delle incisioni (i tecnici incaricati, Ted Jensen e George Marino, hanno lavorato bene); i novizi hanno modo di riscoprire, non è mai troppo tardi, una quantità di gemme straordinarie, alcune delle quali neppure troppo note all’appassionato “medio” italiano. E chi da un greatest hits pretende cura dei particolari e attenzione al dettaglio non può lamentarsi: grafica elegante ed essenziale, crediti precisi (comprese puntuali informazioni sulla “chart life” di ogni singolo pezzo), note brano per brano redatte da Peter Guralnick, riconosciuta eminenza in elvisologia. Qualcuno, semmai, storcerà il naso per l’inclusione di “A little less conversation” nella versione shakerata dal dj olandese JXL ad uso delle piste da ballo di tutto il mondo. Lo stacco sonoro rispetto al resto del programma è indubbiamente forte e farà sobbalzare sulla sedia qualche purista: ma la canzone si guadagna il diritto di accesso in qualità di ultimo numero uno della serie, la voce del rocker resta inconfondibile in primo piano, e il cocktail rockabilly-house ha un sapore irresistibile (solo Fat Boy Slim aveva raggiunto risultati altrettanto brillanti nel miscelare dance e rock).
Chi di Presley ricorda soprattutto il ciuffo, l’ingenua filmografia e i movimenti del bacino, troverà ciò che si aspetta di trovare: l’Elvis elettrico e ad altissima gradazione erotica di “Jailhouse rock”, di “All shook up” e di “Heartbreak hotel” (il primo e più improbabile degli hits, sottolinea Guralnick: il testo è ispirato al bigliettino di commiato lasciato da un suicida). Il languoroso e confidenziale crooner di “Love me tender”, “Are you lonesome tonight?” e “Can’t help falling in love”. Quello rilassato, controllato ed infallibile della maturità (“Return to sender”, “Suspicious minds”, “In the ghetto”). E anche – nota dolente - quello tentato dalla tradizione melodica del belcanto (“O sole mio” e “Torna a Sorrento” tradotte rispettivamente in “It’s now or never” e “Surrender”). Ma potrà anche (ri)scoprire tante altre cose. Innanzitutto l’incredibile versatilità di un interprete capace, con quella voce, di cantare qualunque cosa, il blues di Big Mama Thornton (“Hound dog”) e il country & western di Hank Snow (“A fool such as I”), l’r&b di New Orleans (“One night”) e il candido gospel di “Crying in the chapel”: il diavolo e l’acqua santa, davvero (e nessuno c’era arrivato prima di lui, al matrimonio misto e sacrilego tra country bianco e rhythm and blues nero). E poi tanti dettagli e particolari gustosi. Come le impeccabili, pulsanti voci di supporto dei Jordanaries (tanti anni dopo ripescati dai Blasters dei fratelli Alvin). La chitarra acuminata di Scotty Moore e la stilosissima Telecaster di James Burton (un quarto dei leggendari TCB, band di accompagnamento anni ’70, che qui sfoggia la sua potenza in “Burning love”). La ruvidezza da “buona la prima” di “Too much” e i collage di studio di “Hound dog” e “Don’t be cruel” (venti, trenta takes diverse per arrivare al massimo grado di semplicità). E ancora, la squisita scrittura di autori di lusso come Otis Blackwell, Doc Pomus, Leiber& Stoller.
Ci sarebbe molto altro Elvis, naturalmente, da mettere in scaffale a fianco di questo super-greatest hits. Ventinove canzoni (più una) non bastano a disegnare i contorni del mito. Il consiglio, inevitabile, è di procurarsi almeno le prime leggendarie incisioni per la Sun di Memphis, “That’s alright (mama)”, “Mystery train”, “Baby, let’s play house” e le altre: un Presley così libero e selvaggio non lo ascolterete più, neppure negli anni dorati raccontati da “Elv1s”.

Perché regalarlo: Elvis è "The king". Per una volta un soprannome che dice le cose come stanno, e questa godibilissima e corposa raccolta ci ricorda da dove è nata tutta la musica odierna. Iniziate (o ripartite) da qui.
TRACKLIST
(Alfredo Marziano)

“Heartbreak hotel”
“Don’t be cruel”
“Hound dog”
“Love me tender”
“Too much”
“All shook up”
“(Let me be your) Teddy bear”
“Jailhouse rock”
“Don’t”
“Hard headed woman”
“One night”
“(Now and then there’s) A fool such as I”
“A big hunk o’ love”
“Stuck on you”
“It’s now or never”
“Are you lonesome tonight?”
“Wooden heart”
“Surrender”
“(Marie’s the name) His latest flame”
“Can’t help falling in love”
“Good luck charm”
“She’s not you”
“Return to sender”
“(You’re the) Devil in disguise”
“Crying in the chapel”
“In the ghetto”
“Suspicious minds”
“The wonder of you”
“Burning love”
“A little less conversation (JXL radio edit remix)”
(23 Dic 2002)
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  #380  
Vecchio 06-07-2007, 06:18
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Trent’anni dalla scomparsa di Elvis: si comincia con una statua

Con un annuncio proveniente dalle isole Hawaii è iniziata la serie di iniziative che marcherà i trent’anni dalla scomparsa di Elvis Presley. Le autorità locali hanno dato il semaforo verde ad una statua del King che sarà piazzata nel prossimo luglio, poco prima del giorno dell’ anniversario, davanti al Neal Blaisdell Center, dove Presley nel 1973 tenne il concerto “Elvis: aloha from Hawaii”. La statua sarà in bronzo ed in scala 1:1. “Per molti di noi Elvis rimane un idolo”, ha affermato Mufi Hannemann, sindaco di Honolulu, “e, visto che qui trascorse un certo periodo, lo consideriamo come un figlio adottivo. Elvis farà sempre parte dell’identità delle Hawaii, dal suo film ‘Blue Hawaii’ allo storico concerto che la scultura commemora”. Presley morì il 16 agosto 1977.

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