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![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Concordo su ogni parola che hai scritto!!! Infatti nessuno rimprovera Frank Sinatra per essere stato solo un interprete. |
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#3
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Se si vuole promuovere una Gibson, qual'è la miglior connessione pubblicitaria ????? .............Elvis Presley naturalmente
![]() Il canto dell'Elvis elettrico – Il Re, la Gibson Super 400 CES e il Comeback Special Paolo Bassotti | 10.21.2009 ![]() ![]() “...dal caos possono nascere la vera comprensione e l'armonia e, comunque vada a finire, è stato Elvis a far partire questa valanga, praticamente da solo. […] Posso garantirvi una cosa: non saremo mai più concordi su una cosa tanto quanto lo siamo stati su Elvis.” (Lester Bangs) Quando si fa la storia del rock, facile che ci sia una Gibson dei paraggi. Il Re non fa eccezione. Molti dei suoi grandi successi sono legati al leggendario marchio nato a Kalamazoo. ![]() Una delle serate più esaltanti del percorso artistico di Elvis Presley ha a che fare con un volontario e inaspettato scambio di chitarre, avvenuto tra lui e il suo storico chitarrista, Scotty Moore. Due chitarre firmate Gibson! L'evento di cui si parla è Singer Presents ELVIS, lo show natalizio registrato nel Giugno del 1968 e trasmesso dalla NBC il 3 Dicembre dello stesso anno, uno spettacolo comunemente conosciuto come il '68 Comeback Special. Comeback perché per Elvis fu un vero e proprio ritorno dopo anni opachi: una mossa fondamentale, capace di rilanciare la sua carriera, di ristabilire la sua rilevanza. Il servizio militare, i troppi film di scarso livello (con le relative colonne sonore, sempre assemblate in malo modo) e soprattutto la British Invasion, con l'avvento di giovani star quali Beatles e Rolling Stones, avevano infatti indebolito il più grande divo degli anni d'oro del rock and roll, confinandolo nella posizione comoda, ma poco desiderabile, di vecchia reliquia. Un mito affascinante, incapace però di poter emozionare ancora con la propria musica. L'occasione di rinascere arrivò per Elvis da un progetto che, se fosse andato come originariamente previsto, avrebbe potuto consegnarlo definitivamente al mondo dell'intrattenimento per adulti. Sarebbe stata la negazione dello spirito sovversivo che aveva scandalizzato l'America più di dieci anni prima, quando si cercava in tutti i modi un sistema per frenare la sua sensualità sfacciata (quando lo si inquadrava dall'ombelico in su, per censurare il bacino dello scandalo, oppure lo si costringeva a cantare Hound Dog a un cagnolino, per coprire il peccato di ridicolo: tutto inutile, non si ferma una slavina costruendo un pupazzo di neve). Il colonnello Parker voleva infatti uno special natalizio nel senso più conservatore del termine. Una messa in scena alla Bing Crosby, con alberi di Natale, pacchetti regalo, il calore dell'intimità domestica, e naturalmente canzoni per la festa più zuccherose della glassa del mandorlato. Per una volta, il colonnello non venne accontentato. Merito del producer Steve Binder, che preferì eliminare quasi totalmente l'aspetto natalizio dello special, e merito di Elvis, che si affidò a Binder senza alcuna paura. Già la complessa messa in scena delle canzoni di Elvis, culminante in un nuovo brano, la pacifista If I Can Dream, sarebbe bastata a fornire un grande show. Binder, colpito dall'energia che si avvertiva quando Elvis provava in scioltezza i suoi brani, ebbe l'idea rivoluzionaria di registrare un ulteriore set, nel quale il Re avrebbe cantato dal vivo (per la prima volta dal '61!) in un'atmosfera intima e informale, accompagnato dai suoi amici e dai suoi musicisti storici, in presenza di un pubblico di sole 200 persone. Una sorta di visionario antecedente della moda Unplugged degli anni '90. ![]() Il 27 Giugno del '68 fu il giorno del grande ritorno al live, che avvenne nel corso di quattro concerti di un'ora l'uno. Elvis, vestito con un morbido completo di pelle nera, praticamente non poteva nemmeno alzarsi in piedi sul minuto palcoscenico a sua disposizione, da condividere con gli amici Alan Fortas, Lance LeGault, il chitarrista Charlie Hodge, e con i due membri superstiti del gruppo col quale aveva iniziato a scrivere la propria leggenda ai tempi della Sun: il batterista D.J. Fontana (al quale per l'occasione non era stata nemmeno data una batteria, ma solo una custodia di chitarra da percuotere con le bacchette) e il grande Scotty Moore. Il nome di Scotty Moore è da sempre legato alle chitarre Gibson. Per quasi tutte le incisioni alla Sun Records usò una ES 295 del '53, sostituendola dal '55 al '56 con una L5, fino a ottenere l'endorsment dalla Gibson nel 1957, anno nel quale cominciò a suonare la 56 Super 400 CESN, un meraviglioso modello di elettrica archtop. Il colonnello Parker non accettò mai un endorsment ufficiale per Elvis, ma il Re approfittò comunque della collaborazione di Scotty con la Gibson per potere avere la propria acustica Gibson J-200N. La sera del 27 Giugno 1968, Elvis e Scotty si presentarono rispettivamente con una J-200N e con una 63 Super 400 CES (che Scotty aveva iniziato a usare nel 1963, al posto della 56 Super 400 CESN). Quel che sorprese tutti, in una serata già stupefacente, fu il fatto che per alcuni brani si scambiarono le chitarre. Elvis si trovo così per la prima volta a condurre in pubblico la propria band con una chitarra elettrica. Fu una scelta cruciale nella riuscita artistica dell'evento. Altro che buoni sentimenti natalizi: Elvis, tra una battuta e un sorriso, sostenuto dalle risate degli amici e dall'incoraggiamento del pubblico, suonò e cantò blues sporco, crudo, appassionato come non mai, ritrovando l'umanità e la carnalità che pareva aver perduto da tempo. “Molto probabilmente il più grande esempio di rock'n'roll mai registrato,” scriverà il critico Greil Marcus di queste performance, aggiungendo: “i brani della Sun ti lasciano soddisfatto; questi ti lasciano in uno stato di incredulità, di soddisfazione e di nervoso.” L'immagine che rimane del grande ritorno di Elvis è pertanto quella di lui con la Gibson 63 Super 400 CES, mentre, canzone dopo canzone, riscopre la propria verità, con naturalezza e coraggio. Il concerto del Comeback Special fu l'ultima volta che si incontrò con Scotty. Elvis presto sarebbe entrato definitivamente nell'escalation di eccessi della sua “fase Las Vegas,” dimostrando di non aver colto il senso profondo di un trionfo nato dalla perfetta armonia tra musica e mito. ![]() http://www.gibson.com/it-it/Stile-di...ell-Elvis-121/ |
#4
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E...pensare che aveva paura che ci si dimenticasse di lui,impossibile.
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#5
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A volte,anche nei grandi gruppi,quelli con la G maiuscola,quelli che hanno scritto un'importante pagina della musica rock,ci sono delle "pecore nere"!!!Aihmè......l'ovino l'ho trovato nei grandissimi Rolling Stones!!!Charlie Watts,il batterista.Leggete un pò!!!
http://www.rockol.it/news-105506/Cha...-smettono' |
#6
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![]() Quote:
I rolling stones non mi sono mai piaciuti nè come gruppo nè come singoli personaggi del gruppo...... ![]() pertanto non tengo neanche minimamente in considerazione quello che ha detto stò poco famoso batterista!!!!!!! ![]() forse è solo invindia la sua!!!!!!!! ![]() poveretto!!!! ![]() |
#7
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Che dire..? Ma c'è qualcosa che piace a questo uomo??
![]() Forse è un narcisista, che si contempla davanti allo specchio dalla mattina alla sera... e magari nemmeno nello specchio ha trovato qualcosa che gli piace...(basta guardarlo!! ![]() ![]() LISA
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#8
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L'opinione di quello lì conta quanto niente! Si tenga pure il suo odio per Elvis...
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#9
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brava lisa!!!! elvis non si tocca. è sopra a tutti e a tutto. w il RE!!!!!!
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#10
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![]() ![]() Malika Ayane Malika Ayane: "La mia canzone insolita per dare emozioni a Sanremo" di Cristiano Sanna Raffinato, elegante, il brano Ricomincio da qui che Malika Ayane presenta al 60° Festival di Sanremo spicca tra le proposte della sezione Artisti in gara. La prima serata del Festival si è difesa dall'incombere della partita di Champione League come pure dalla programmazione alternativa su satellite, facendo segnare a suo favore l'ascolto di 11 milioni di telespettatori. La seconda serata vedrà trornare sul palco dell'Ariston i dodici artisti che hanno passato il turno di martedì. Andranno avanti dieci di loro, mentre debutteranno dal vivo i primi quattro giovani della Nuova Generazione. Ci sarà anche Malika, sul palco, a ricantare il brano la cui musica è stata scritta da Ferdinando Arnò, mentre le parole sono firmate da Pacifico. Ne abbiamo parlato con la cantante italo-marocchina su cui la Sugar di Caterina Caselli punta moltissimo. Malika, dall'anno scorso, quando da sconosciuta lasciò il segno a Sanremo con Come foglie, sono successe parecchie cose e per lei tutte positive. "Sì, è stato un anno ricchissimo. Io non credo molto nelle categorie positivo e negativo, preferisco godermi la ricchezza delle cose che, grazie al fatto di fare musica, posso vivere giorno dopo giorno. Sanremo è fra queste. Mi fa piacere che venga apprezzato il mio brano, visto che ha una struttura un po' diversa dalla solita canzone da Festival". Video - "Ricomincio da qui" Il nuovo album Grovigli esce il 19 febbraio. Avrà ancora quel suono pop soul, con venature jazz, del precedente suo disco omonimo? "In parte sì, in particolare Ricomincio da qui nella versione live per Sanremo ha l'arrangiamento d'archi curato da Vince Mendoza, grande direttore d'orchestra dal gusto jazz". Il suo look si è fatto più sofisticato, forse con un rimando alla moda anni Ottanta che sta tornando in auge. "Se quel rimando c'è è inconsapevole, dunque lo vivo con divertimento. In realtà il mio ciuffo ribelle viene dal desiderio di averlo uguale a quello di Elvis Presley, che in questo periodo ascolto continuamente". Da molti lei è considerata la nuova stella di casa Sugar. Sente la grande aspettativa del pubblico nei suoi confronti? "La sento ma senza subirla come uno stress. Sanremo è una parte del mio percorso artistico, per me il successo è presentare la mia musica a quanta più gente possibile e riuscire ad emozionare gli ascoltatori. Sanremo sa amplificare le emozioni, in questo è un evento davvero potente". Domanda che facciamo a tutti gli artisti in gara: ci sono canzoni dei suoi "rivali" che l'hanno colpita? "A me le altre canzoni piacciono quasi tutte, si avverte un grande lavoro artistico e mi sembra che questa edizione segnerà una svolta nel gusto pop italiano. Ci sono artisti molto più contemporanei, meno figli della tradizione sanremese. In apprezzo molto i brani di Arisa, Simone Cristicchi e Irene Grandi. 17 febbraio 2010 |
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