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Re: Articoli
L'ultima foto di Elvis
giovedì 31 agosto 2006 06:30:35 da Gianluca Pezzi Una foto irrinunciabile per i collezionisti di memorabilia di Elvis Presley ma anche un vero e proprio pezzo di storia. Quella messa all'asta su Ebay è infatti l'ultima foto del Re del Rock, scattata presso il Baptist Memoraia Hospital alle 00:28 del 16 Agosto 1977: poche ore prima della sua scomparsa. Il fotografo sarebbe un familiare di Elvis mentre la data sul dorso della foto proverebbe la sua autenticità. 4900 dollari la quotazione mentre scriviamo: riuscirà questa foto a raggiungere i 10.000 prima della conclusione dell'asta? |
#42
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Re: Articoli
http://cgi.ebay.com/THE-LAST-PHOTO-T...QQcmdZViewItem
a quanto pare l'asta è finita e non ha avuto nessun'offerta!! strano... che dite, probabilmente è un falso? |
#43
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Re: Articoli
Se devo dire la verità, la cosa mi rende felice, perchè tutto questo sciacallaggio mi disturba proprio.
E per dirla tutta, non mi pare che questa foto sia stata fatta poche ore prima del triste evento, ma molto tempo prima. Chi ne sa più di me, dica la sua. Adoro imparare. |
#44
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Re: Articoli
La foto io l'avevo vista in molti siti , ed è l'ultima foto scattata ad Elvis , fatta la sera prima della morte. Mi pare strano che non ci siano state offerte...se lo sapevo la facevo io!
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#45
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Re: Articoli
A dire la verità Miss io quella foto la vidi all' Heartbreak Hotel nell'ottobre 2004 da un simpatico giovanotto italo-tedesco conosciuto li.
Aveva un "diario di bordo", quasi un album con alcune foto ed altrettante stampe e ritagli, con appunto questa. La sua versione però era che fu scattata al di fuori della casa di Elvis pochi giorni prima. E quindi la conservava in maniera particolare. Nulla di più ! |
#46
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Re: Articoli
UNO STUDIO DI MASSIMO POLIDORO SULLA FINE PIÙ O MENO MISTERIOSA DI OTTO ICONE DEI NOSTRI TEMPI
Elvis Presley è vivo e Bruce Lee è morto tre volte di Andrea Scanzi Questo libro piacerebbe a Gil Grissom, il capo della Polizia Scientifica di Las Vegas attorno a cui ruota la serie Csi. Si intitola Elvis è vivo! (Piemme, pp. 431, e17,90) ed è un’indagine su otto divi più o meno misteriosamente scomparsi: Marilyn Monroe (morta nel 1962), Luigi Tenco (1967), Jim Morrison (1971), Bruce Lee (1973), Pier Paolo Pasolini (1975), Elvis Presley (1977), John Lennon (1980) e Kurt Cobain (1994). L’autore, Massimo Polidoro, conduce Legend Detectives su Discovery Channel ed è tra i fondatori del Cicap, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale. Otto files scomodi, otto incartamenti spinosi. Una ricognizione rigorosa ma non asettica: «Non volevo limitarmi solo agli aspetti legali o di Polizia scientifica», scrive Polidoro. «Ho deciso che avrei raccontato le vicende di otto icone partendo ogni volta dalle circostanze della morte per ricostruire, a ritroso, tutta un’esistenza, fino a giungere al momento fatale». Elvis è vivo! applica gli strumenti di ricerca storico-scientifica alle morti di otto miti. Davvero Marilyn Monroe si uccise, o rimase vittima di un complotto dei Kennedy? Fu vero suicidio quello di Tenco? Era solo, Pino «la Rana» Pelosi, quando si fece scempio del corpo di Pier Paolo Pasolini? I misteri sono tuttora alimentati da una serie sconfortante di errori di base: indagini sbadate, autopsie arruffone, desideri di insabbiamenti e contaminazioni delle scene del crimine. Il cadavere di Tenco, prima spostato e poi riportato nella camera 219 dell’Hotel Savoy di Sanremo; le testimonianze contraddittorie della cameriera di Marilyn; il corpo senza vita di Jim Morrison, trovato nella vasca da bagno della sua casa parigina e sepolto di nascosto a Père Lachaise. L’evaporazione muscolare di Bruce Lee, la consunzione esistenziale di Kurt Cobain. Nulla, in queste morti, è pienamente chiaro. Soprattutto il dopo. Per capirlo, Polidoro analizza il prima e il durante. Ognuna di queste icone, in realtà giganti d’argilla, aveva corteggiato o comunque sentito la morte, dal «siamo tutti in pericolo» di Pasolini all’«odio me stesso e voglio crepare» di Cobain. Elvis inseguì l’oblio, e con lei Marylin, stordendosi con metodica disperazione. E Bruce Lee, il Piccolo Drago, morì tre volte: per una probabile allergia da cannabis, che provocò un edema cerebrale. Per la sua bara che si ruppe durante il funerale, inequivocabile prova secondo gli orientali che la sua anima non riposava in pace. E tramite il figlio Brandon, vent’anni dopo, accidentalmente, durante la lavorazione del film Il corvo: la fine che Bruce aveva profetizzato in L’ultimo combattimento di Chen. Il vuoto lasciato dai miti che muoiono è così incolmabile da volerli immaginare nonostante tutto vivi: ecco perché «Morrison non è morto». Ecco perché «Elvis è vivo», celato sotto lo pseudonimo John Carpenter, le iniziali «J.C.» che stanno per Gesù Cristo e un lavoro come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga. La «verità delle emozioni», come la chiama Polidoro, non può accettare l’idea che un mito sia morto per una casualità, e nulla diventa più credibile dell’incredibile: «Basta ignorare i fatti scomodi, alterare quel tanto che basta la verità e dare voce solo ai testimoni più improbabili. Le cospirazioni proliferano ogniqualvolta i fatti vengono calpestati». Fatti alla mano, le ipotesi più probabili sono quelle meno misteriose: Marilyn è morta per overdose di Nembutal, l’abuso di tranquillanti fu fatale al cuore appesantito di Elvis, «Re Lucertola» Morrison fu ucciso dall’eroina della compagna. Cobain morì di se stesso, Lennon non fu ammazzato da un improbabile sicario dell’Fbi ma dalla follia isolata di un fan che, prima di sparargli, si consultò con i «folletti dei muri» con cui era solito dialogare. Eppure tutto questo, e Polidoro lo ha ben chiaro, non basta per fugare ogni dubbio (anzitutto sulla morte di Pasolini). O per alleggerire le colpe dei vivi, ad esempio chi in quel Sanremo di quasi quarant’anni fa se ne fregò del «cantautore triste». Elvis è vivo! si chiude con una «bonus track», relativa alla leggenda secondo cui Paul McCartney è morto il 9 novembre 1966, decapitato in un incidente stradale, e da allora è un sosia a sostituirlo. Pensando alla prescindibile carriera solista del Baronetto, si ha quasi la sensazione che in un certo senso il «vero» McCartney sia davvero morto quarant’anni fa. Ed è anche per sfuggire a quel tipo di morte, all’inesorabile decadimento del genio, al «meglio bruciare che spegnersi lentamente», che alcune di queste icone hanno scelto altre strade. Le più misteriose, le più definitive. |
#47
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Re: Articoli
Angelo.......... io e te facciamo le stesse cose???
AHAHAHAHAHAH L'avevo postato stamattina, per te, nella discussione dove chiedevi se valeva la pena comprare questo libro |
#48
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Re: Articoli
Ahah, io l'ho appena scovato questo articolo!
Purtroppo non ho visto quello che hai postato tu, devi aver sbagliato ad inserirlo nel topic, non c'è... ma ti ringrazio tanto lo stesso! Ciao |
#49
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Re: Articoli
Mi sa che hai ragione Angelo
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#50
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Re: Articoli
ahahhaahahah ....annamo bene!!!!
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