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  #901  
Vecchio 02-08-2010, 20:55
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A parte qualche errore, comprensibile per chi non segue Elvis come fan, mi sembra un buon articolo nella parte inerente ad Elvis ed anche nel complesso
Mi fa piacere leggere articoli come questo, dove si invoglia le persone a conoscere Elvis e i suoi luoghi! Peccato siano rare recensioni simili..Ce ne vorrebbero molte di più, specialmente nel nostro Paese!

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  #902  
Vecchio 16-08-2010, 16:13
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Nel pomeriggio di trentatré anni fa, milioni di suoi fan piansero a dirotto. Quando muore un re, c’è incredulità, sgomento, rabbia. Il 16 agosto del 1977, nella stanza da bagno della sua residenza, Elvis Presley, incontrastato re del rock per decenni, lasciava questo mondo per entrare nella leggenda. Oggi, in tutto il globo, anche nei luoghi più improbabili, migliaia di suoi fan organizzeranno veglie e manifestazione per ricordare l’inimitabile icona della musica nel secondo novecento. E’ difficile ,se non impossibile, sintetizzare cos’è e soprattutto cosa è stato il fenomeno Elvis.
Il mito che sopravvive. Una considerazione su tutte: nessuno o quasi, tra cantanti, attori o personaggi dello spettacolo, ha raccolto intorno a se un entusiasmo anche tra coloro che sono nati molti anni dopo la sua dipartita. Perché ciò che fa riflettere e stupire è che, i fan di Elvis Presley, in Giappone, Usa o Europa non sono soltanto nostalgici e variopinti cinquantenni con ciuffi e abbigliamento a tema. Ci sono giovanissimi, venticinquenni, ventenni. La riprova che il mito è sopravvissuto all’uomo. Tanto da far parlare qualche sociologo addirittura di una religione: una fede più che l’amore per un cantante.
Elvis Presley nell’era d’internet. Basta fare una ricerca su Google per rendersene conto.


Fan club virtuali, portali dedicati, forum, negozi on line monotematici. La Elvis- mania in realtà non è mai passata di moda, come le sue canzoni, alcune delle quali scritte oltre mezzo secolo addietro e continuamente suonate e cantate.
Un museo alla memoria. Graceland, la sua abitazione, poi trasformata in un museo alla sua memoria, non a caso è stata dichiarata monumento nazionale negli Stati Uniti d’America. Il secondo più visitato dopo la Casa Bianca: vorrà pur dire qualcosa. Il suo carisma e la sua voce attraversano l’America per almeno cinque generazioni, dagli anni cinquanta sino alla sua morte. Alla sua attività di cantante, si accompagna anche una parallela carriera a Hollywood con numerosi film musicali a fortissimo impatto commerciale
Il sogno americano che si concretizza. Nato da una famiglia poverissima, Presley iniziò la sua scalata verso la gloria quando, ad appena otto anni, prese in mano la sua prima chitarra. Per il ragazzo di Tupelo era il sogno americano che diveniva realtà. Dal nulla a vedere intorno a se gli uomini più importanti del globo,capi di stato e presidenti di nazioni potenti smaniosi di farsi fotografare insieme a lui. Qualche fan commentava sarcastico: “Così avranno qualcosa da raccontare ai nipotini




http://notiziefresche.info/elvis-mor...ve_post-28275/


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  #903  
Vecchio 17-08-2010, 16:12
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Nel pomeriggio di trentatré anni fa, milioni di suoi fan piansero a dirotto. Quando muore un re, c’è incredulità, sgomento, rabbia. Il 16 agosto del 1977, nella stanza da bagno della sua residenza, Elvis Presley, incontrastato re del rock per decenni, lasciava questo mondo per entrare nella leggenda. Oggi, in tutto il globo, anche nei luoghi più improbabili, migliaia di suoi fan organizzeranno veglie e manifestazione per ricordare l’inimitabile icona della musica nel secondo novecento. E’ difficile ,se non impossibile, sintetizzare cos’è e soprattutto cosa è stato il fenomeno Elvis.
Il mito che sopravvive. Una considerazione su tutte: nessuno o quasi, tra cantanti, attori o personaggi dello spettacolo, ha raccolto intorno a se un entusiasmo anche tra coloro che sono nati molti anni dopo la sua dipartita. Perché ciò che fa riflettere e stupire è che, i fan di Elvis Presley, in Giappone, Usa o Europa non sono soltanto nostalgici e variopinti cinquantenni con ciuffi e abbigliamento a tema. Ci sono giovanissimi, venticinquenni, ventenni. La riprova che il mito è sopravvissuto all’uomo. Tanto da far parlare qualche sociologo addirittura di una religione: una fede più che l’amore per un cantante.
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Un museo alla memoria. Graceland, la sua abitazione, poi trasformata in un museo alla sua memoria, non a caso è stata dichiarata monumento nazionale negli Stati Uniti d’America. Il secondo più visitato dopo la Casa Bianca: vorrà pur dire qualcosa. Il suo carisma e la sua voce attraversano l’America per almeno cinque generazioni, dagli anni cinquanta sino alla sua morte. Alla sua attività di cantante, si accompagna anche una parallela carriera a Hollywood con numerosi film musicali a fortissimo impatto commerciale
Il sogno americano che si concretizza. Nato da una famiglia poverissima, Presley iniziò la sua scalata verso la gloria quando, ad appena otto anni, prese in mano la sua prima chitarra. Per il ragazzo di Tupelo era il sogno americano che diveniva realtà. Dal nulla a vedere intorno a se gli uomini più importanti del globo,capi di stato e presidenti di nazioni potenti smaniosi di farsi fotografare insieme a lui. Qualche fan commentava sarcastico: “Così avranno qualcosa da raccontare ai nipotini




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Qualcuno si è accorto che Elvis "is live" nel cuore dei suoi fans e non è una religione semplicemente è condividere la stessa passione per un uomo, un cantante e la sua musica.
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  #904  
Vecchio 18-08-2010, 13:19
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Già Caroline..meglio tardi che mai!!!!

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  #905  
Vecchio 22-08-2010, 15:43
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Predefinito Re: Articoli

Perchè mettere all'asta il pianoforte???Nooo....speriamo non riescano a venderlo,fa parte di quella casa,sai quante dolci melodie sono fuoriuscite da quei tasti???



Sul mercato del collezionismo e degli investimenti, i "memorabilia" di Elvis Presley e quelli dei Beatles praticamente si equivalgono e muovono (quasi) sempre buone cifre. L'ennesima asta di cimeli del King, tenutasi con discutibile tempistica proprio durante l'anniversario della sua scomparsa, non ha deluso le aspettative e ha fatto raccogliere alla casa d'aste circa mezzo milione di euro. Il pezzo forte, ma anche più caro, non è stato aggiudicato: il pianoforte bianco a coda che soggiornava a Graceland è rimasto in deposito in quanto tutti hanno ritenuto il prezzo, circa 1.200.000 euro, troppo elevato. Tutto il resto però è andato via come il pane, dai capelli raccolti dal suo parrucchiere (12.900 euro) agli occhiali dorati anni Settanta (16.600) e passando per la pistola che teneva in casa per ogni evenienza (una calibro 22 aggiudicata a 9280 euro). Tolto il piano, la ciliegina sulla torta è stata il contratto col quale Elvis acquistò Graceland. Il documento per la casa di Memphis, firmato "Elvis Aron Presley" e controfirmato dai suoi genitori, è stato comprato per 30.100 euro.
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  #906  
Vecchio 22-08-2010, 15:59
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Predefinito Re: Articoli

Giorni fa era stata data la notizia che l'asta al Peabody Hotel, almeno nella sua prima giornata, era stata un flop proprio per i prezzi troppo altri...
Evidentemente, leggendo questo articolo, sembra che poi le cose siano andate diversamente.
Certo che...ancora a vendere i capelli di Elvis!!?!?! E c'è anche chi li compra, spendendo migliaia di dollari!!!!
Non ho parole...E' pazzesco!

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Vecchio 02-10-2010, 23:15
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Predefinito Re: Articoli

La morte simulata per sottrarlo alla vendetta della mafia italo-americana

Elvis Presley è vivo

Il re del rock sotto copertura dal 1977 all’Avana protetto da Castro

L'Avana, 1 apr - Elvis Presley, “il re del rock”, creduto morto nel 1977 in seguito ad un attacco cardiaco, si nasconde a l’Avana da 30 anni. La scoperta è stata fatta da Matt Frost, un fotoreporter statunitense, che è riuscito ad entrare nell’ospedale della capitale cubana, dov’è ricoverato Castro, travestito da infermiere. Frost cercava di scattare delle foto al convalescente líder máximo, quando è entrato per errore nella stanza dell’ospedale Gregorio Maranon dov’è ricoverato Elvis. A far credere al fotogiornalista che in quella stanza ci fosse Castro, è stata la presenza di due militari dei servizi segreti cubani, appostati nelle vicinanze. Quando Frost ha aperto la porta, si è trovato di fronte un uomo di circa 70 anni, di corporatura massiccia. Credendo di essere stato scoperto, l’uomo ha esclamato, in perfetto ingelse: “Yes, it’s me, Elvis”. A quel punto, Frost, che nel frattempo si era avvicinato alla porta della stanza per uscirne, è tornato al capezzale del malato, e lo ha osservato attentamente. Nelle due ore che sono seguite, Presley ha riassunto al reporter statunitense gli ultimi 30 anni della sua vita segreta, ed i motivi che lo hanno costretto alla clandestinità.

L’intervista esclusiva e le foto di Elvis, che sono state acquistate dai giornali di tutto il mondo per la cifra record di 50 milioni di dollari (certificata dal Guinness), verranno pubblicate domani in anteprima dal quotidiano statunitense “Memphis Globe”, che uscirà con un’edizione speciale a colori ad un prezzo doppio rispetto al solito (2 dollari e mezzo anzichè 1).

Sebbene Elvis Presley non fosse personalmente il soggetto di una investigazione dell’FBI, il Federal Bureau of Investigation teneva documenti registrati sotto il suo nome comprendenti oltre 600 pagine, riportanti anche il fatto che “The King” era il bersaglio di un progetto di omicidio orchestrato dalla mafia italo-americana. Elvis era entrato nel mirino della malavita organizzata a causa del suo appoggio al presidente Nixon – poi travolto e costretto alle dimissioni dallo scandalo Watergate - e del suo rifiuto ad esibirsi esclusivamente per i casinò di Las Vegas, controllati dalla mafia sin dalla fondazione, nel 1946 del celebre Flamingo di Bugsy Siegel.

Nel dicembre del ’46, alcuni dei soci in affari di Siegel, erano volati all’Avana per una riunione con Lucky Luciano. Uno dei principali argomenti all’ordine del giorno del meeting della cupola americana in trasferta, era proprio l’omicidio di Siegel, che era stato tenuto all’oscuro dell’incontro. Lucky Luciano, confidando nel fatto che Siegel avrebbe potuto far fare un sacco di soldi alla mafia a Las Vegas, convinse i colleghi a rinunciare ad assassinarlo. Siegel inaugurò il Flamingo la notte del 26 dicembre, ma non potè contare sulla presenza di molte star di Hollywood come si augurava, ed il casinò chiuse solo due settimane dopo, per riaprire a marzo. In primavera, i gangster americani che avevano investito nell’avvenura nel deserto del Nevada, si riunirono ancora all’Avana, e decisero di “liquidare” Siegel, che però fù risparmiato per la seconda volta grazie ai primi profitti. I mesi successivi rivelarono tuttavia il fiasco del Flamingo, e il 20 giugno 1947 Bugsy venne ucciso con un proiettile in mezzo agli occhi.

Il fallimento di Las Vegas, convinse così la mafia che, per poter avere successo, era necessario avere delle star che si esibissero in esclusiva per i loro casinò. Negli anni successivi, la malavita potè contare sull’appoggio di Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop, il famoso "Rat Pack" ("branco di topi"), come lo definì l’attrice Lauren Bacall, a cui, saltuariamente, si univa anche Shirley MacLaine.

Negli anni ’70 Cosa nostra contattò numerose altre “star”, tra cui Elvis, chiedendo loro di esibirsi in esclusiva per i loro casinò a Las Vegas. Nonostante le pressioni esercitate anche sul manager di Presley, il colonnello Parker, proprio il rifiuto del re del rock convinse la mafia a decidere di pianificare il suo assassinio, temendo che suo il dieniego avrebbe potuto spingere altri cantanti ed attori famosi a respingere le “offerte” della cupola statunitense. Elvis infatti era molto stimato da molte altre personalità dello star system del suo tempo, da Marilyn Monroe ai Beatles (John Lennon, quando lo incontrò per la prima volta gli disse: “Elvis, prima di te non c’era niente).

Il funerale che si celebrò il 19 agosto 1977 a Memphis, tre giorni dopo la simulazione della sua morte, fù solo una messinscena orchestrata dall’Fbi e dalla Nsa, la National Security Agency, per proteggerlo dalla vendetta delle cosche americane. Elvis, infatti, era terrorizzato dall’idea di morire, e sicuro che, una volta entrato nel mirino della mafia, sarebbe sicuramente stato ucciso. L’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963, aveva infatti convinto Presley che non sarebbe riuscito a salvarsi dalla furia dei killer.

Il decesso di Elvis, a 42 anni, fù ufficialmente attribuito ad «aritmia cardiaca» causata da «motivi indeterminati». I familiari ed il clan di Elvis si sono sempre opposti alla pubblicazione dei risultati dell'autopsia.

Caduto nel ‘59 il regime del dittatore Fulgencio Batista, rovesciato dalla rivuluzione castrista, Cuba divenne un’isola sicura, e la mafia non potè più organizzarvi le proprie riunioni, e le proprietà nelle quali la malavita statunitense avevano investito, furono confiscate dal governo comunista. In seguito allo sbarco della Baia dei Porci, il tentativo di invasione di Cuba effettuato il 16 aprile 1961 a sud dell’Avana da 1.500 anti-castristi emigrati negli Stati Uniti e oppositori del governo di Fidel Castro per rovesciare governo dell’isola. Lo sbarco nella Baia dei porci fu l’inizio del tentativo di invasione; ideata durante la presidenza di Dwight Eisenhower, l’operazione fu autorizzata dal suo successore John Fitzgerald Kennedy, il presidente assassinato a Dallas.

A seguito dell’invasione, anche se ufficialmente i rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba erano stati interrotti, alcuni agenti segreti americani continuarono ad operare sull’isola centroamericana, mantenendo i contatti con esponenti del governo castrista. Proprio questa rete segreta negoziò l’accordo per trasportare Elvis all’Avana, e per garantirgli l’anonimato ed una nuova identità. L’ormai ex re del rock venne sottoposto ad un delicato intevento maxillo-facciale, ed i chirurghi cubani – che in questo campo sono tra i migliori al mondo – diedero un nuovo volto a Prelsey. Al resto pensò il governo castrista, che gli regalò, oltre ad una nuova vita, ed una casa vicino alla spiaggia di Varadero, una nuova identità. Per 30 anni, “The King” è stato solamente Josè Rey, uno degli 11 milioni di cittadini cubani. E’ stato lo stesso Elvis che ha scelto il suo nuovo cognome (Rey, in spagnolo, significa appunto “Re”).

La pianificazione della “morte” di Elvis era stata accuratamente preparata già nella primavera del 1973. Nell’ottobre di quell’anno, infatti, il re viene ricoverato in ospedale per una polmonite, una pleurite, problemi intestinali ed epatite. Alla fine del ’75 venne finì nuovamente in ospedale, e nel corso degli ultimi anni venne ricoverato più volte. Il suo peso era aumentato notevolmente, e l'immagine che venne trasmessa dall’ultimo special del giugno del ’77 è scioccante: il suo sguardo è spento, la fatica del suo corpo mentre si esibisce è evidente, e anche moralmente si percepisce tanta stanchezza in lui, Una perfetta messinscena degna del “re del rock”.

E anche “il ritorno del re” sembrerebbe essere parte di una sapiente regia: il 16 agosto, infatti, uscirà “The Truth About Elvis”, il film di Adam Muskiewicz sulla caccia alla verità sulla scomparsa di Prelsey. Nel corso degli anni, infatti, sull'argomento sono stati scritti libri, pagine di quotidiani e periodici, sono stati fatti servizi e programmi televisivi, e sono sorte le teorie più disparate: Elvis nascosto su un'isola lontana, Elvis agente segreto dell'Fbi, Elvis in Alaska, Elvis ormai settantenne che si aggira nel parco della sua villa a Memphis. C'è anche la teoria esposta da Massimo Polidoro, che nel suo libro “Elvis è vivo” vuole The King celato sotto lo pseudonimo del regista John Carpenter, le cui iniziali J.C. stanno per Gesu' Cristo, mentre lavorerebbe come agente speciale dell’FBI, reparto antidroga. Tutte teorie ora decadute.

Muskiewicz, attraverso il sito www.elviswanted.com lo scorso anno ha annunciato una ricompensa di 3 milioni di dollari a chi avrebbe provarato che Elvis è vivo e vegeto. Matt Frost si è aggiudicato anche questo premio, oltre ai lauti proventi derivanti dalla vendita dello scoop planetario.

Nessun commento è stato rilasciato dalla ex moglie Priscilla, dalla quale si era separato nel ’72, e dalla figlia Lisa Marie, moglie di Michel Jackson. Entrambe sono volate all’Avana con un jet privato, il cui volo è stato autorizzato dal presidente Bush (del 1962 vige l’embargo nei confronti dell’isola), con il consenso delle autorità cubane. Sicuramente l’ex moglie era all’oscuro del piano organizzato dai servizi segreti Usa, con la complicità del governo cubano, visto che nel suo testamento Presley nominò il padre suo esecutore e fiduciario, escludendo Priscilla.

Ci si chiede se continuerà il pellegrinaggio delle 35-40.000 persone che ogni anno si recano in pellegrinaggio a Graceland, sulla tomba costruita nel parco della residenza di Elvis.

John Kamut
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  #908  
Vecchio 03-10-2010, 12:43
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Mary, leggi qui:
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  #909  
Vecchio 03-10-2010, 14:07
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beh l'articolo è fatto bene ma a metà cominciava già a puzzare di fregatura....
andremo tutti a cuba a controllare......
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  #910  
Vecchio 03-10-2010, 17:01
marianna marianna Non in Linea
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ops...mi scuso..non mi ero accorta che era stato già postato!
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