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Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
GRACELAND - MEMPHIS, TN 16 AGOSTO 1977 Dai ricordi di Caroline Kennedy Nella sua villa di 18 stanze che Elvis aveva chiamato Graceland, degli amici intimi ed i parenti di Elvis gli rendono gli ultimi onori. La polizia e le guardie del corpo sorvegliavano la proprieta' che era stata visitata da circa 1700 fans il 17 Agosto, un giorno prima del funerale. Davanti al cancello d' entrata, una fila ininterrotta di vetture discendeva l'Elvis Presley Boulevard, mentre all'interno, coloro che gli erano stati piu' vicini sfilavano lentamente davanti alla bara. Verso mezzogiorno avevo parlato con alcune persone le quali , anche loro, attendevano per porgergli l'ultimo saluto. Esse erano calme e padrone di loro stesse. Ora, allorche' passeggiavano nell'oscurita', il loro umore pareva essere migliorato, probabilmente non avevano piu' paura di perdere il loro posto nella lunga fila dei fans in lutto. Winslow " Budy " Chapman, il capo della polizia, che assomigliava all'uomo sulla pubblicita' a Nashville, mi scorto' all'interno della casa. Attraversammo un corridoio coperto di tappeti rossi scarlatti fino ad una grande camera che era piena di sedie pieghevoli bianche e oro. All'altro capo della stanza, si trovava la bara in rame lucente, nella quale riposava il corpo di Elvis. Il suo viso era gonfio e le sue basette gli arrivavano al mento. Una donna al mio fianco disse:"Non assomiglia assolutamente a se stesso". Una coppia intorno ai vent'anni sostava davanti alla bara; la donna singhiozzava, l'uomo la cingeva con le braccia. Dietro alla bara, una porta semi aperta faceva intravedere un'altra stanza nella quale c'era una statua di donna in vetro che girava dolcemente. Essa era interamente coperta di perle in vetro che brillavano come delle gocce d'acqua. Attorno alla bara c'erano palme artificiali in grandi vasi, al muro attaccato un quadro sul quale si stagliava (su un fondo di velluto nero) la figura di un grattacielo. La villa, costruita sullo stile di una fattoria, e' molto spaziosa e molto decorata. L'entrata della sala da pranzo era incorniciata da pesanti tende color vinaccia che andavano dal soffitto al pavimento, fermate al centro da dei cordoni dorati. In mezzo alla stanza seguente c'era un tavolo massiccio in mogano ed intorno delle sedie a spalliera alta ricoperte di seta rossa e bordate di chiodi dorati. Priscilla Beaulieu Presley usci' da una stanza attigua. I suoi capelli ramati erano pettinati leggermente all'indietro , in modo che gli scivolassero leggermente sulle spalle. Non era molto truccata e sembrava molto calma. Lei e Elvis (avevano divorziato nel 73) erano stati sposati per 6 anni. La loro figlia Lisa Marie di 9 anni, era in visita da suo padre quando egli mori': "Volete una coca o una Seven Up?" domando' Priscilla andando nel salone , i cui muri erano anch'essi ricoperti di rivestimenti in mogano. Un lato della stanza era decorato con degli scudi africani, ricoperti di pellicce e di lance. L'ex signora Presley era calma quando attraverso' la stanza salutando dei vecchi amici. La notizia della morte del suo ex marito le era giunta mentre stava mangiando con sua sorella a Los Angeles. Ci vollero cinque ore prima di poter entrare in contatto con l'equipaggio del quadrimotore di Elvis (il Lisa Marie). Era venuta a Memphis accompagnata da suo padre e dalla sorella . Era la sola nella stanza ad essere vestita di nero. “Posso presentarvi il Sig. Presley?” domandò Priscilla, e ci condusse in una stanza da letto più piccola, dove Vernon Presley, il padre del cantante, di 61 anni, era seduto sul "canapè" con la sua seconda moglie Dee. Ci fece l'effetto di essere di fronte al sosia del figlio, più vecchio e con i capelli bianchi. Ci presentò lo zio Vester, la zia Delta e la zia Nash. Minnie Mae Presley, la nonna di Elvis di 82 anni, era su una poltrona in un angolo della stanza. Guardavano tutte le informazioni delle ultime 22 ore, le quali parlavano degli avvenimenti della giornata, e si documentavano anche sul fluire delle persone che non era cessato per tutto il giorno davanti all'ingresso della proprietà. Nessuno parlava.... All'entrata della casa stava, a fianco del libro d'oro, Charlie Hodge, uno degli amici e chitarristi di Elvis nonchè compagno d'armi . E' un uomo tarchiato, dai capelli scuri e curati, che portava quel giorno un vestito blu scuro, sul quale era cucito un emblema con le iniziali "T.C.B." sopra ad un fulmine. Le lettere significavano: Taking Care of Business, motto della Memphis Mafia che tradotto sostanzialmente vorrebbe dire "Occuparsi degli affari (di Elvis naturalmente) rapidamente” (il fulmine)... e se vogliamo senza fare troppe domande!!. “Tutto sembra ancora irreale...” - mi dice- “...lunedì sera verso le nove e mezza, l'ho accompagnato dal dentista, (notizia confermata nel libro di A.Goldman). Eravamo in pieni preparativi per la nostra nuova tournèe, discutevamo sulle canzoni che volevamo fare. Non abbiamo mai ripetuto prima uno spettacolo, tutto era messo in atto una volta sulla scena.” I suoi occhi erano pieni di lacrime e la sua voce suonava roca:” Non ho ancora dormito, ho passato la notte accanto ad Elvis. Dopo pranzo gli ho ancora tagliato le basette. Era il meno che potessi ancora fare”. Davanti all'entrata della casa, c'erano centinaia di composizioni floreali, alcune a forma di chitarra, altre a forma di cuore altre a forma di "Hound dogs" o ancora a forma di calzature di daino blu.... |
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
Un documento molto interessante!!
Grazie mille Silvia !!!! |
#3
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
grazie Hurt!!!!
ma è il minimo.... per Elvis....NON E' MAI ABBASTANZA!!! |
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
Thanks very very much Silvia tutta robba buona....
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
Grazie Silvia!!!! MOlto interessante!!!
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
grazie Silvia...veramente!!
davvero interessante ......... emozionante ......!!! si per Elvis non e' mai abbastanza.... Elvis Forever..... |
#7
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Re: Dai ricordi di Caroline Kennedy 16 AGOSTO 1977
Grazie Silvia del contributo.
Grande Charlie. |
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