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Vecchio 13-05-2007, 08:30
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Geicn 53 Intervista A David Stanley

David Stanley è cresciuto come fratellastro del Re del Rock ‘n Roll.
In questa intervista esclusiva, David parla candidamente del suo famoso fratello e del patrigno, del sesso, droga e rock ‘n roll, della Memphis Mafia, del colonnello, del discusso libro delle guardie del corpo, e della sua ultima avventura, Solutionary Dynamics.


D. Tu ti sei trasferito a Graceland quando avevi 4 anni. Ti eri reso conto dell’enormità della cosa?

DS. Com’è crescere con la tua famiglia? La stessa cosa stata crescere con Elvis, questo era ciò che sapevo. Quando mi trasferii a Graceland non sapevo cosa fosse una star rock ‘n roll o houd dogs, o le canzoni rock o i films. Tutto quello che sapevo era che c’era quest’uomo, di cui mia mamma aveva sposato il padre ed ora è il mio fratellastro. Quando hai 4 anni non hai una conoscenza concreta e così era tutto ciò che sapevo. La gente mi chiede cosa voleva dire crescere con Elvis. Posso dirti com’ è stato fino a che non se n’è andato. E’ stato diverso come lo sarebbe stato per chiunque ha un fratello che è una rockstar e chiunque avesse una Graceland. Per me era normale.
Come ragazzo cresciuto amando gli Stones e I Beatles, per me il successo era rappresentato dalla dimensione della folla. Sapevo che Elvis faceva il sold out, ma quando eri lì e vedevi la gente che gli dava riscontro – 20.000 lampadine accese tutte nello stesso momento, la gente che correva sul palco e il massimo dell’isterismo – allora realizzavi che non si trattava di un concerto, ma di un evento storico.

D. Che ricordi hai di Vernon Presley?

DS. Vernon era il mio patrigno, mio padre. Mi portava a scuola, si assicurava che andassi agli allenamenti di football. Aveva un grande senso dell’umorismo. Era molto tirchio con i soldi, mi dava una paghetta, ma erano solo 50 cents. Credo che, nonostante la grande ricchezza di Elvis, avesse sempre paura di scoprire, che la mattina dopo, aveva perso tutto. Ma se parliamo dell’influenza su di me, va tenuto cinto che ogni cosa ruotava attorno ad Elvis. Per cui ci sono state cose dove Elvis mi ha influenzato. Elvis giocava a calcio con me, mi ha introdotto nel karate e nella musica.

D. E Priscilla. Che rapporti avevate?

DS. Priscilla fu il mio primo amore a 6 anni. Una cotta. Era molto simpatica. Abbiamo trascorso insieme dei gran bei momenti, andavamo al parco, a nuotare. La nostra casa In Dolan Street era collegata a Graceland, così trascorrevamo molto tempo assieme, eravamo molto uniti. Era come una sorella maggiore. Dopo la morte di Elvis, abbiamo preso strade diverse, ma ho ricordi molto belli. Ammiro anche quanto ha fatto per tener vivo Elvis. Se tu fossi stato Elvis non sarebbe stato difficile farlo, ma qui si parla di Priscilla e lei ci è riuscita.


D. David, tu e i tuoi fratelli siete cresciuti in un contesto inusuale, circondati da grande ricchezza, tentazioni e un gruppo di individui molto interessanti, quasi eclettici come quelli della Memphis Mafia. Tu eri particolarmente vicino a Lamar Fike. Hai assistito a molte cose di Lamar e degli altri della Memphis Mafia.

DS. Infatti, ne parlavo con Lamar la notte scorsa. Sai, lui, quando avevo 2 anni, mi cambiava il pannolino. Di recente ho incontrato Patty Perry e parlo ancora con Joe e Charlie, così come Dick Grob. Non si può dire che siamo in continuo contatto, ma c’è un legame. Quei ragazzi mi hanno cresciuto, sono diventato uno di loro e, in un certo senso, la persona di David Stanley è un po’ tutti loro. Avevano molta influenza su di me e una delle cose che la gente non capisce, della Memphis Mafia è che sono gli storici di una delle persone che ha maggiormente influenzato il 20° secolo.

D. Lamar (Fike) ha dichiarato “I fratelli Stanley sono stati corrotti da Elvis Presley”. Cosa pensi di quanto è successo?

DS. Credo che la situazione sia stata travisata. Stavamo vivendo una vita libera da ogni restrizione: Sesso, droga e rock & roll. Io ero un ormone che camminava! Ma non è Elvis che mi abbia mai obbligato a farlo. Sicuramente lo stile di vita ha contribuito, ma ciò che è successo veramente, è che siamo cresciuti troppo in fretta.

D. Come precedente Ministro della Religione, come ti senti verso quella gente che vede Elvis Presley come un movimento religioso?

DS. E’ piuttosto spaventoso. C’è un solo Re e questo è Cristo. Elvis pensava questo e lo sapeva. C’è una grande differenza nel riempire le pareti della tua stanza con foto di Elvis e memorabilia, e vedere Elvis come una figura religiosa, questa è un’altra cosa. Elvis pensava che il suo compito fosse trasmettere il gospel alla gente ed è per questo che inseriva canzoni gospel nei suoi concerti. Lo capisci ascoltandolo quando canta How Great Thou Art. Il dono spirituale di Elvis è stato cantare per comunicare la musica gospel.

D. Il critico Dave Marsh, una volta, ha scritto: “Fino a che non si capisce che Elvis Presley, molto più di qualsiasi altra cosa, è stato un leader spirituale della nostra generazione, non c’è alcun modo reale, per definire la sua importanza, dove il significato della musica, è molto meno importante”

DS. Quello che ha scritto Dave Marsh è vero, non tanto per Elvis come figura religiosa, ma in quanto leader di una generazione di musica.

D. Verso la fine dei tours, circa i documenti dell’autopsia e la tomba, tu sei quasi brutalmente onesto sul modo in cui è finita la sua vita. Pensavi che fosse necessario umanizzarlo in questo modo?

DS. Elvis è una figura divina e non capirebbe mai la pazzia che c’è oggi. Però c’è un motivo per cui Elvis ci ha lasciato così presto, ed è morto così giovane. IL MONDO MI VENERA, avrebbe ucciso chiunque. Riesci ad immaginare il mondo che ti ama e tu sai quanto cattivo puoi essere? Elvis era un grande uomo, ma era anche un cretino, sapeva essere cretino e non aveva importanza se era un cretino, loro lo amavano comunque. Elvis non poteva fare un errore, perché il mondo l’avrebbe amato lo stesso e ancora.
Se Elvis fosse entrato in riabilitazione, sarebbe stato 10 volte più grande di prima, perché il mondo lo avrebbe abbracciato e tutti avrebbero detto: lasciati amare e fatti aiutare da noi. Lui credeva invece, che se il mondo avesse saputo cosa stava succedendo nella sua vita, tutti l’avrebbero abbandonato. Alla fine Elvis ha ucciso Elvis e i fans colpevolizzano tutti, fuorché lui. Non è per essere denigratorio o irrispettoso, ma la sua morte, lo ha umanizzato ancora di più di qualsiasi altra cosa abbia fatto.

D. Ci sono state un sacco di congetture sul suo rapporto con il Colonnello, verso gli ultimi anni. Qual è la tua opinione su questo?

DS. Il Colonnello mi dava sempre peluches, cose della RCA e sigari. La cosa che devi sapere di Elvis è che nessuno stava con lui, se lui non lo voleva. Se non era lui a volerlo, tu non c’eri. Spero che questo faccia capire il senso, Il Colonnello era il suo manager, non suo padre, così la sua era solo un’influenza professionale. Bisogna rendersi conto che Elvis aveva un carattere molto forte e se lui avesse davvero voluto fare altre cose, le avrebbe fatto. La gente spesso chiede: E’ stato il Colonnello a creare Elvis? E se è stato lui, perché non l’ha fatto con qualcun altro? C’è stato solo un Elvis e poteva essercene solo uno. Dopo la morte di Elvis, il Colonnello ha iniziato a far parte del giro delle accuse: perché Elvis non ha fatto tours in Europa, perché non ha fatto A Star Is Born? Il Colonnello, Ginger, Lamar Fike, Dr. Nick, David Stanley. E’ facile accusare le persone, ma la realtà era che Elvis stesso ha portato il crollo su di sé. So che può sembrare duro, ma è la verità, a prescindere da quanto possa far male.

D. C’è una “sentenza” di “personale responsabilità”?

DS. Sì, verissimo. Dobbiamo smettere con questo modo semplicistico di colpevolizzare. So che molti fans non amano sentirlo, ma andò esattamente così. Elvis diventò come Howard Hughes, molto autodistruttivo. Aveva paura di perdere e doveva proteggere la sua immagine. Una sciarada a tutti i costi. Bastava che ammettesse il suo problema con i farmaci. Era una desolazione, ma è riuscito ad evidenziare, che anche i re possono fare degli errori e possono essere fragili come chiunque altro. La morte di Elvis è stata una perdita tragica. La Memphis Mafia ha perso un amico, io ho perso un fratello, i fans hanno perso il loro idolo, ma ciò che è più importante da ricordare è che Elvis ha perso la sua vita.

D. David, c’è un altro grande dubbio sul mondo di Elvis ed è la sua relazione con Ginger Alden, in modo particolare se erano fidanzati. Come ci puoi illuminare?

DS. Ero là, quando Elvis le chiese di sposarlo. Ero là, quando le diede l’anello e c’era anche Charlie. Ma penso che dobbiamo guardare alle sue condizioni psicologiche.Aveva bisogno di amare qualcuno e aveva bisogno di loro. Voleva tenersi vicino Ginger, ma sposarla? Non credo che lo volesse fare.

D. La tua personale amicizia con Ginger divenne evidente. Eravate vicini di età e vi piaceva la musica moderna. Com’era Ginger come persona?

DS. Giusto, avevamo molto in comune, ma non nel senso che potesse pregiudicare Elvis. Ginger fa parte della “mentalità dei colpevoli”. I fans necessitano di colpevolizzare qualcuno. Se solo fosse entrata in bagno prima, Elvis sarebbe ancora vivo. In sua difesa posso dire che era una ragazzina, entrata nel mondo di Elvis e vedeva tutti questi problemi. Era difficile e non era abbastanza matura per sapere come gestire il tutto, cosa fare.
Non credo che Ginger fosse veramente innamorata di Elvis.

D. E se ci fosse stata Linda Thompson e non Ginger?

DS. Penso che Linda ed Elvis si amassero ed è possibile che le cose sarebbero andate diversamente. Ma, ancora una volta, non si può biasimare Linda per questo. Elvis era Elvis e, come ho detto prima, in fondo a se stesso, sapeva che, nelle relazioni interpersonali, era ben lontano dall’essere perfetto. Alcuni fans non vogliono capirlo, ma è la verità.
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Vecchio 13-05-2007, 08:33
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

D. David, vorrei farti qualche domanda sul 16 Agosto 1977. Su Raised On The Rock, hai scritto dei grandi conflitti interni che Elvis visse nel corso della sua vita ed, in particolare negli ultimi mesi, l’uscita del libro di Red, Sonny e Dave, i suoi problemi di salute, ecc. Il libro delle cosiddette guardie del corpo, quanto fu devastante per Elvis?

DS. Era distrutto per il libro. Si trattava dei suoi amici intimi che portavano alla luce i seri problemi, che avevano avuto effetti nella sua vita. Si sentì tradito. Red fu onesto con Elvis circa i problemi con i farmaci e penso che questo sia stato un motivo per cui venne licenziato. I ragazzi erano stati licenziati, ma non da Elvis. Questo lo aveva ferito molto.
Quello che hanno scritto è vero. cioè nessuno ha obbligato Elvis a prendere i farmaci. Elvis, in quel momento doveva partire per un nuovo tour, era molto in soprappeso e non in buona salute e questo libro stava per essere pubblicato. Non voleva farsi vedere com’era e dare conferma di ciò che c’era scritto nel libro. Non sapeva come gestirla. Devo dire queste cose perché le critiche non possono includere Red, Sonny o Dave.
Ribadisco, Elvis era il responsabile di Elvis. La sola cosa che si può dire sul libro è che divenne, definitivamente, un caso di cattiva tempistica.

D. Intendi dire che il tour dell’agosto 1977 stava per essere annullato?

DS. Elvis non era nelle condizioni di affrontare un tour, né fisicamente né emotivamente. E lui lo sapeva. Trattandosi di Elvis, non voleva deludere i suoi fans, ma c’erano condizioni sufficientemente serie, per dover cancellare il tour.

D. Al Momento della sua morte, tu eri una delle sue guardie del corpo, in forza a Graceland. Quanto è successo quel giorno è stato ripetuto molte volte. In Life With Elvis, hai scritto che nell’agosto 1977, per Elvis era arrivato il momento di morire. In Raise On The Rock, hai scritto della tua ultima conversazione con Elvis, il 14 Agosto 1977: “L’ultima cosa che mi disse fu “David, voglio dirti addio” Come possiamo interpretare le sue condizioni? Puoi spiegarci questi due punti?

DS. Credo che per tutti arriva un momento in cui siamo pronti a fare il passo successivo. Per Elvis, il momento fu l’agosto 1977. Alle volte è tempo di andare….. ed Elvis era pronto per fare il passo successivo del suo viaggio. Io dico sempre “Sii Elvis per un giorno”. E’ sbalorditivo che non gli sia successo prima.

D. Sempre in Raised On The Rock, fai questo commento “Lui (Elvis) era una persona che aveva tutto, ma era infelice con ciò che la fama e la ricchezza gli avevano portato.” Tutti sappiamo quanto Elvis fosse preso dalle cose spirituali. Perché pensi che Elvis non abbia trovato la pace interiore che così tanto voleva e per la quale si dava tanto da fare?

DS. Credo che Elvis abbia trovato un po’ di pace interiore. Vi si è addentrato, ma non ha saputo gestirla contro tutti i suoi demoni. In un certo senso la leggenda prende il sopravvento sulla realtà. Ricordo la sua affermazione più chiara: “L’immagine è una cosa, ma l’uomo è un’altra”. Lui era cosciente della sua influenza. Elvis ha trattenuto molto di se stesso. Penso che si sia tormentato, su come gestire il potere di Dio, nei concerti, quel potere spirituale, ritenendo fosse parte del suo scopo, ma non era totalmente sicuro di come convogliarlo al suo pubblico.
Spero che di aver spiegato il senso.

D. David, continuando con le mie precedenti domande, ce n’è una molto importante, che fanno milioni di fans. Nell’agosto 1977 Elvis voleva vivere?

DS. E’ una domanda molto profonda. Io ritengo che Elvis e Dio abbiano chiuso una trattativa. Elvis era pronto per il passo successivo, ma non su questa terra.

D. La morte di Elvis ha sconvolto il mondo e a molte persone ha fatto fare una riflessione sulla propria immortalità e il significato della loro vita. Tu, seguendo la morte di Elvis, hai scritto in modo esteso e aperto circa la tua spirale verso il basso. Dopo 25 anni, come risultato della morte di Elvis, qual’ è la cosa più importante che hai imparato sul mondo o su te stesso?

DS. C’è stata la possibilità di crescere come individuo, ma mi ci è voluto molto tempo. E’ una riflessione possibile ed è veramente importante capirla. Molte persone, quando c’è molto lavoro da fare, per loro stessi, lasciano perdere. Io ringrazio Elvis per le cose meravigliose che sono entrate a far parte della mia vita, in quanto suo fratello.

D. David, è stato scritto e detto molto, sulla parte oscura di Elvis. Tuttavia era solo un essere umano e c’era anche una parte adorabile di lui, di generosità. Quali sono i ricordi più forti che hai in proposito.

DS. Su scala da 1 a 10, anzi da 1 a 100, i momenti tristi furono circa il 7 o l’8% , ma il restante 93% del tempo è stato meraviglioso. Elvis era una persona enormemente divertente, affascinante, generoso (ti dava il didietro). Quello che intendo donava tutto! Era il più grande benefattore e non intendo solo di cose materiali. Ci dava la pacca sulla spalla, una parola buona, un avvertimento. Ha fatto i suoi doni, la sua musica, la sua vita per i fans. Il motivo per cui non c’era molto delle sue proprietà quando morì, è che donava tutto. Ricordo i milioni di dollari che ha dato per fare beneficenza. E di solito era una persona molto positiva. Si divertiva moltissimo quando giocavamo a Graceland oppure fuori dai set cinematografici.

D. Essendo stato così vicino ad Elvis, riesci a capire l’ossessione dei suoi fans, anche dopo così tanto tempo dalla sua morte?

DS. Con Elvis è sempre esistita la dedizione dei suoi fans. Io sono stato un fan dei Beatles, ma non ho mai voluto fare un pellegrinaggio a Liverpool. Il mio obiettivo principale nella vita, non è mai stato di andare a Liverpool, come, invece succede ai fans di Elvis, con tale dedizione da andare a Graceland, come andare in paradiso. Questa tipologia di fans di Elvis sono unici, leali, devoti, come Elvis è stato per loro. Hanno bisogno di fare qualcosa per lui e, per me, questo è stupendo!!!

D. Che cosa fa adesso, nel 2003, la famiglia Stanley?

DS. Mio fratello Ricky è un evangelista in Florida, lui rappresenta una storia miracolosa su come un ragazzo selvaggio supera situazioni incredibili, sopravvive e trova Dio. Billy vive a Nashville ed è introdotto nell’informatica e nelle macchine da corsa. Mia mamma adesso ha 76 anni, in salute e felice. Tutti abbiamo rimpianti, come tutti abbiamo fatto errori.

D. Se dovessi descrivere la tua vita con Elvis in una parola, cosa diresti?

DS. FENOMENALE

D. David, guardando indietro alla tua vita, cresciuto con Elvis, qual’è il tuo ricordo più importante?

DS. Non farei cambio della mia vita con Elvis, per niente al mondo. E’ stata la più grande esperienza della mia vita. Ho fatto parte della storia con un uomo meraviglioso, una persona che è stata il mio insegnante. L’eredità della mia vita è un dono di Elvis Presley.

D. David, come persona che ha avuto la terribile esperienza derivata dagli effetti negativi delle droghe e dell’alcol, ora stai aiutando la gente con il Solutionary Dynamics. Cosa vorresti dire alla gente che oggi si trova in un circolo di autodistruzione?

DS. Tutti noi abbiamo potenzialità incredibili, ma per capire questo potenziale, bisogna affrontare le proprie paure e gestire queste cose, tenendole alle spalle. Si può fare. Certamente non è facile, e io posso testimoniarlo, ma si riesce.
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Vecchio 13-05-2007, 08:39
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

Il fratellastro di Elvis, David Stanley ci ha parlato del suo primo film The Headhunter (un film della Impello Films/Aaron Productions)



(The Headhunter è il nick con cui Elvis chiamava David)

D. David, che novità ci sono con il tuo film The Headhunter?

DS. E’ molto eccitante. Per ora il film è “nel contenitore” come si dice in gergo cinematografico. Dopo 3 mesi di preparazione abbiamo iniziato a girare in Febbraio e montato 22 giorni dopo. C’era una scadenza da rispettare e lavoravamo 16 ore al giorno, ma siamo contenti di quello che abbiamo ottenuto. Dopo quasi un anno di lavoro e milioni di dollari per finanziare The Headhunter, possiamo finalmente vedere la luce in fondo la tunnel e ne siamo tutti contenti.

D. Dove è stato girato?

DS. Principalmente a Los Angeles e nei dintorni di Burbank, North Hollywod e il centro di L.A. Le scene dell’aereo sono state girate a Van Nuys e abbiamo girato anche a Pasadena e molti altri posti. Abbiamo viaggiato molto e come puoi immaginare è piuttosto stancante.

D. Chi sono gli attori principali di The Headhunter?

DS. Ne abbiamo valutati tanti prima di iniziare. Billy Baldwin che doveva interpretare il re, ebbe un problema di salute in famiglia e non era disponibile. Così abbiamo scelto Peter Dobson. E’ un attore con ottime credenziali, tra cui anche Forrest Gump.
Tom Sizemore, un attore familiare a molte persone, che impersona Ronnie. Anche Tom ha avuto dei ruoli di rilievo in Saving Private Ryan, Heat, Pearl HArbor e Blackhawk Down. Il personaggio di Ronnie è un insieme di 2 o 3 dei ragazzi che facevano parte dell’entourage del re.
Mark Roston, apparso in Ruch Hour e Shawshank Redempion, impersona Frank. Bryan Kurst è Jeff. Bryan è apparso in molti show televisivi famosi. Chi fa la mia ragazza/1° moglie, Katie in The Headhunter, è Danielle Keaton. Max Perlick interpretata il personaggio di Darryl. Abbiamo anche un insegnante di arti Marziali Larry Tatum che interpreta Ed Parker.
Penso che la gente che vedrà The Headhunter sarà piacevolmente impressionata dalla qualità degli attori che abbiamo scelto.
Per tutti i personaggi più importanti, abbiamo deliberatamente usato nomi diversi, per un sacco di motivi. Sarebbe stato troppo costoso assumere 15 attori per interpretare ognuno dei ragazzi della Memphis Mafia, così abbiamo deciso di raggruppare i personaggi. Lo stratagemma ci ha anche permesso di focalizzarci sul personaggio di David Stanley, e non sull’entourage di Elvis.

D. Cosa dobbiamo aspettarci da The Headhunter?

DS. The Headunter non è un film sulla vita di Elvis…. È un film su David Stanley. Parla della mia esperienza i tour con il re e gli effetti che ha avuto su di me, Un giorno ero a scuola e il giorno dopo ero un adulto in un mondo molto eccitante. E fu la “fine della mia innocenza”.
Il re ha un ruolo primario nella storia, ma non è il personaggio centrale. Nel corso del film parlaimo di lui come “Il Re”. E’ importante capire che, quelli di noi che sono cresciuti e che sono stati con Elvis, hanno una loro storia personale, su come lo vedevamo e come ci rapportavamo a lui.
In The Headhunter non cerchiamo di raccontare nuovamente la storia di Elvis. Questo film non è sui colletti alti, le basette e gli hound dogs. Con c’è musica e non ci sono nemmeno scene di Elvis on stage. Lo vedrete salire sul palco. Non volevamo inserire impersonators, perché è esistito solo un Elvis e nessuno può ricreare quello che lui era sul palco.
Dalla mia prospettiva, è anche importante che anche un bilanciamento nella storia che raccontiamo. Per questo motivo vedrete anche molti aspetti della storia. Ad Esempio, in merito al libro di Red e Sonny “Elvis, What Happened”, nel film ci saranno le loro ragioni sui fatti, con Frank e Jeff. Anche nella vita, spesso le cose non sono bianche o nere, come alle volte si crede.

D. David, come ti sei trovato a rivivere alcuni dei momenti emozionanti della tua vita?

DS. Ce n’è una scena in particolare , che ritengo la gente troverà molto commovente. E’ la scena del giorno in cuui Elvis mori. E’ molto forte e quando l’abbiamo girata, avevo le lacrime agli occhi.

D. In questo momento sei nella fase di post-produzione?

DS. Sì, adesso avremo 6 settimane di post produzione a Dallas e L.A.. In questa fase faremo tutto il montaggio, il mix del suono e la colonna sonora. Ripeto, visto che The Headhunter è la storia di David Stanley, ci sarà molta della mia musica preferita, quella musica con cui sono cresciuto: ZZTop, The Alma Brothers Band, Lynard Skynard.

D. E per quanto riguarda la promozione?

DS. Ci sono molti festivals del cinema a cui vorremmo partecipare, tra cui The Toronto Film Festival, American Film Market – LA, Sundance Film Festival e Caan Film Festival (penso sia il Festival di Cannes) . Presenteremo The Headhunter a queste manifestazioni e intensificheremo la distribuzione nazionale ed internazionale. Sono certo che riceveremo riscontri positivi.

D. David a quale categoria appartiene il film The Headhunter?

DS. Essenzialmente è drammatico. Ci sono elementi tragici e naturalmente contenuti storici.

D. Ti sei garantito un distributore per il film?

DS. Ci siamo messi in contatto con parecchi dei principali distributori, come la Miramax, Dream Works, Lion’s Gate. Abbiamo ricevuto offerte da 22 società e stiamo valutando attentamente chi scegliere.

D. Quando pensi di presentare The Heahhunter?

DS. Inizialmente lo presenteremo nei teatri del Nord America, che idealmente dovrebbe avvenire in Ottobre-Novembre 2006 opure all’inizio del gennaio 2007.

D. Tu sei il regista del film. Come hai vissuto questa esperienza?

DS. E’ stato fantastico e gratificante. E’ anche stato impegnativo e stimolante, comunque una meravigliosa esperienza. Sul set Tom Sizemore mi disse: David, sembri naturale!
E’ stato bello sentirmelo dire, soprattutto da qualcuno che ha così tanta esperienza nel settore. Per me non era del tutto sconosciuto. Essendomi laureato in Cinema e Comunicazione, nel corso degli anni, mi sono trovato su tanti set, perciò quantomeno, sapevo cosa aspettarmi e avevo un’idea di come volevo dirigere il film e cosa ottenere.

D. Hai accennato che il personaggio di Darrys è basato su Charlie Hodge. Che cosa hai provato quando Charlie è morto?

D. Ero profondamente triste. Davvero ho grandi ricordi di lui. Era divertente, un ragazzo felice. Come espressione di rispetto verso Charlie, alla fine del film includeremo: In Memoria di Charles Franklin Hodge.

D. Si suppone che facendo The Headhunter ti abbia lasciato poco tempo, per fare anche altro. Hai potuto fare altro?

DS. Hai ragione. Fare un film è un lavoro che richiede molto ed è estenuante. Però ho trovato un po’ di tempo per fare altre cose, come i discorsi tramite la Solutionary Dynamics. Inoltre sto valutando per iniziare la pre-produzione del prossimo film, Predator In The Pulpit. Mi occuperà molto tempo per il prossimo anno, in cui il mondo ricorderà il 30 anniversario della morte di Elvis.

D. In un recente documentario in DVD, The TCB Gang, Charles Stone racconta la storia di quanto Elvis è morto. Lui (Charles) aveva un biglietto aereo in tasca per andare a Londra, per prenotare Wembley. Lo sapevi?

DS. No

D. Cosa ne pensi degli artisti che fanno i tributi ad Elvis?
DS. E’ una domanda molto difficile. Molti dei grassoni che fanno la loro performance sono completamene fuor,i da quello che si definisce rispetto per Elvis e ci sono alcuni artisti che sono professionisti consumati. Quando il tutto diventa di cattivo gusto, io credo che sia un po’ come la vita……… alle volte è necessario con il buono prendere anche il cattivo.

D. David, hai visto la miniserie della CBS, Elvis, e cosa ne pensi?

DS. L’ho vista. Ho pensato che molte scene erano fatte bene, tuttavia non mi è piaciuto come sono state girate le perfomances live. Non sono convincenti.

D. Qual’è la tua opinione sulla vendita della parte operative della EPE a Robert Sillermann?

S. Credo che questa sia una mossa intelligente per entrambi, sia la EPE che Sillermann. Per quanto riguarda la tenuta, permette loro di assicurasi che l’eredità di Elvis, anche in futuro, , con un imprenditore di grande successo, sia gestita in modo professionale. A Robert Sillermann offre l’opportunità di tenere l’icona Elvis su di un altro livello. Mi riferisco ad alcune svolte che si implementeranno. L’idea dei parchi a tema Elvis, di un casino Elvis a Vegas, ecc. sono idee azzardate, ma se hanno successo, Robert Sillemann ed Elvis arrivano al cielo.

D. David grazie per la chiacchierata. Andremo a vedere la prima di The Headhunter.

DS. Il piacere è stato mio e sono sicuro che il film ti piacerà
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  #4  
Vecchio 13-05-2007, 08:46
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Clint Reno Clint Reno Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

Grazie!!! Ora non posso ma lo leggerò tutto il più presto possibile!!!
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  #5  
Vecchio 13-05-2007, 15:17
valep valep Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

Non vorrei essere presuntuoso ma, secondo me, David Stanley pur vivendoci, non ha capito delle cose fondamentali di Elvis. Tipo ul fatto della "distruzione", come la chiama lui, o su certi atteggiamenti di Elvis. E il fatto che praticamente difenda la MM...!
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  #6  
Vecchio 13-05-2007, 16:31
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

Quote:
valep Visualizza Messaggio
Non vorrei essere presuntuoso ma, secondo me, David Stanley pur vivendoci, non ha capito delle cose fondamentali di Elvis. Tipo ul fatto della "distruzione", come la chiama lui, o su certi atteggiamenti di Elvis. E il fatto che praticamente difenda la MM...!
Valep, hai sicuramente ragione, però, seocndo me va detto, che quantomeno non accusa Elvis dei suoi errori, come invece fanno i vari MM!!
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  #7  
Vecchio 13-05-2007, 19:19
gabby gabby Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

Troppo duro verso Elvis forse, ma credo che nella sua durezza abbia visto lungo su molte cose!!!
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  #8  
Vecchio 14-05-2007, 00:55
aron aron Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A David Stanley

quando Uscira Ilfilm In Italia?
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