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Vecchio 02-09-2007, 08:54
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Dopo tanta porcheria sui giornali italiani, ecco un bell'articolo per il quale il giornalista merita i nostri complimenti

Da Iniziativa.it

Elvis Presley : Il Camionista che divenne “Re” Scritto da Alessandro Mazzoni

Sunday 02 September 2007



Il sedici agosto di trent’anni fa veniva trovato, riverso in terra, nel bagno della sua casa, a Graceland, il cadavere di un uomo che solo lontanamente somigliava a un ragazzo che ventitre anni prima aveva cominciato una rivoluzione musicale e di costume che avrebbe scosso fin dalle fondamenta il Novecento.
Quel ragazzo si chiamava Elvis Aaron Presley nato quarantadue anni prima in un paesino nel sud degli Stati Uniti. La rivoluzione di cui stavamo parlando: Rock’n’roll.

Famiglia povera ma di fervente passione religiosa. E’ proprio in Chiesa che il giovane Elvis viene a contatto con la musica.
Ben presto la famiglia Presley si trasferisce in quel di Menphis in cerca di fortuna stabilendo la propria residenza nelle vicinanze del quartiere “nero” di Beale Street .
La “formazione” del futuro King avviene ascoltando le radio locali.
Al contrario della ristrettezza di vedute della gente del Sud, Elvis sente senza distinzioni radio bianche e nere…Rimane affascinato in ugual misura da ballate country e da scatenati ritmi neri...
Assorbe come una spugna elementi di B.B King e Howiln’ Wolf ma anche di Bil Monoroe e Hank Williams.
Il futuro Re del rock’n’roll per aiutare i genitori a far quadrare i conti lavora come camionista per la Crown Electric e un giorno passando con il camion sulla Union Street, vede che alla Sun Records di Sam Philips, pagando un dollaro, chiunque può registrare un disco da portarsi a casa.
Quale miglior regalo per il compleanno della mamma?
Alla domanda della segretaria : “Che stile hai?” Elvis risponde :” Uno stile tutto mio”..E c’era da credergli.
La prima session della sua carriera non sembra così memorabile almeno finchè quel giovanotto di Tupelo, accompagnato dal chitarrista Scotty Monroe e il bassista Bill Black, non decide di lanciarsi in un blues dal ritmo veloce That’s all right.
Interpreta il pezzo di Arthur Crudup in maniera del tutto originale, inventando uno stile che prima semplicemente non esisteva.
Il r&b si mischia con il country, il tutto shakerato con una dose di sensualità mai vista prima.
Sam Philips ha trovato quello che stava cercando da una vita.
Un bianco che canta con la stessa intensità di uno di colore.
Elvis è una miscela incendiaria quanto naturale di campagna, chiesa e locali jukebox muniti.
Con la Sun Records realizza altri storici singoli: Blue Moon Of Kentucky, Good Rockin' Tonight , Baby Let's Play House, sono tutti titoli che catapultano il giovane Elvis tra le stelle della musica del sud degli Stati Uniti.
Le apparizioni alla televisione nazionale contribuiscono, poi, a rendere il suo astro ancora più luminoso con tanto di arrabbiatura e sdegno da parte dei “ matusa” dell’epoca irritati dalle mosse “pelviche” del Nostro e scene di isterismo collettivo da parte dei teenager affascinati dal suo essere così fuori dagli schemi.
Nel 1955 Sam Philips , che a quel tempo non se la passava un granchè dal punto di vista economico, cede il contratto e i master di quanto prodotto da Elvis alla Rca per l’allora cifra-record di 35.000 dollari.
Elvis ora è ufficialmente una star nazionale.
Hollywood non tarda a bussare alla sua porta.
Tra il Cinquantasei e il Sessantanove interpreterà più di trenta film (non tutti memorabili per la verità).
Molte storie, infatti, erano solo pretesti per farlo cantare. Oggi li definiremo film di cassetta che tuttavia al botteghino facevano incassi record anche perché agli inizi degli anni ’60 questo era l’unico modo per sentire le canzoni di “The Pelvis”.
La chiamata alle armi del 1958 e la morte della madre a soli 42 anni avvenuta lo stesso anno, sono due eventi che segnano per sempre la vita di Elvis (dal secondo non si sarebbe -forse- più ripreso).
Verso la fine dei Cinquanta molti dei padri fondatori del rock’n’roll non se la passano per niente bene (Jerry Lee Lewis e Chuck Berry hanno guai con la giustizia, il primo sposando la cugina tredicenne, il secondo accusato di violenza su minorenne); Beachboys, Rolling Stones e Beatles, figli in qualche modo della loro musica, sono sul punto di fare il grande salto “approfittando” di questo vuoto di potere.
La popolarità di Elvis tuttavia rimane intatta.
Anzi, il ritorno del Re è atteso come non mai.
Nel 1960, pochi giorni dopo il suo congedo militare, è ospite nello show di Sinatra.



Maturato per alcuni (inbuonito per altri) dall’ esperienza militare ha n un nuovo obbiettivo da raggiungere:
“Se prima sono arrivato solo ai minorenni, ora voglio arrivare anche ai genitori di questi minorenni, forse anche loro non sono cosi vecchi da non poter gradire una canzone”.
Il cantante decide di dare un taglio più “classico” al suo rock’n’roll. Riscoprendo l’amore per il bel canto incide una serie di canzoni melodiche come Are you lonesome tonight e altre addirittura riprese dalla tradizione napoletana come It’s now or never( O sole mio ) e Surrender ( Torna a Surriento ).
Certo, la voce si è un po’ addomesticata, le esecuzioni sono senz’altro più curate e gli arrangiamenti leggermente più sofisticati, ma la grinta è sempre la stessa, a testimonianza di ciò regala agli appassionati di rock un album stupendo: Elvis Is Back contiene gemme del calibro di Dirty dirty feeling, Fever, Reconsider Baby, Such a Night, Solider Boy e Thrill Of Your Love.
Dal ‘61 al ‘68 Elvis viene letteralmente “sequestrato” dal cinema.
Gli impegni sul set limitano il tempo per le sedute di incisione cosicché la produzione discografica di quegli anni è quasi completamente dominata dalle colonne sonore.
Mentre il nuovo rock d’ Oltre Manica si fa sempre più minaccioso alle porte di Graceland , Elvis continua nella routine professionale di tre film l’anno e rispettivi dischi, routine che verso la metà degli anni Sessanta comincia ad annoiare sia lui( che ha voglia di fare cose nuove e di riprendere a fare concerti) che il suo pubblico in rivolta per lo spreco di un talento che avrebbe potuto dare ben altri prodotti.
Nel ’67 la svolta.
Svegliatosi dal torpore artistico che rischiava di paralizzarlo( complice anche il fatto che i contratti con le case cinematografiche stavano per scadere ) decide di rispondere alla British ivasion a modo suo.
Ecco allora How Great Thou Art, un disco di canzoni sacre carico di entusiasmo in cui la voce del Re è al massimo della sua espressività.
Gospel, spiritual, rhytm and blues e country&western sono gli ingredienti presenti nel disco, tutti stili che se miscelati danno un risultato straordinario: il rock’n’roll un invenzione tutt’ altro che inglese di cui Elvis è l’espressione più importante.
Il primo maggio del ’67, a conferma del periodo di intense novità nella sua vita, sposa Priscilla( la sua storica fidanzata).
Il 1 febbraio del’68 Elvis diventa papà di Lisa Marie:
“Ricordo ancora il giorno in cui lo comunicai a Elvis- dice Priscilla- eravamo tornati a vivere a menphis da qualche settimana e una mattina mi recai in città per ritirare le analisi. Sarei diventata mamma! Quando riconobbi il rumore della sua Cadillac in giardino, corsiad abbracciarlo informandolo della grande notizia. Pianse come un bambino”.
Il Sessantotto è l’anno del grande rilancio.
Mentre i giovani sono al centro di un conflitto mai visto in precedenza tra loro e la vecchia classe dirigente rea di aver creato una società capitalistica dove il valore del denaro e del profitto sono messi in primo piano a discapito dell’elemento umano e contestano tutto: dal sistema scolastico a quello familiare (tradizionalmente inteso) a Menphis si lavora al rilancio del Re del rock’n’roll.
Si pensa ad uno spettacolo televisivo.
L’idea iniziale è di far cantare a Elvis canzoni natalizie e gospel visto che lo show sarebbe stato trasmesso a ridosso delle festività ma per fortuna venne accantonata.
Serve ben altro per il “raising” del King.. Il Rock’n’roll delle “origini” forse.
Per farlo vengono chiamati i musicisti che lo hanno accompagnato nei primi anni di carriera.
Gran ritmo, ottime performance e un Elvis al top della forma in completo di pelle nera fanno di questo show un classico della televisione americana.
Il riscontro del pubblico è straordinario: il 45 giri If I Can Dream (lanciato proprio durante lo spettacolo televisivo) scala la vetta delle classifiche di vendita come pure l’album stesso dello show.
Se dal punto di vista professionale le cose sembrano andare a gonfie vele, dal punto di vista sentimentale non è così.
Priscilla si sente annoiata, avvilita e trascurata.
Elvis è sempre impegnato, anzi super-impegnato. Tra film e concerti ha pochissimo tempo da dedicare alla sua vita privata.
Sua moglie tollera questa situazione fino a quando nel ’71 lascia Graceland alla volta della California. Non ci sta a essere la moglie dimenticata del più grande cantante degli Stati Uniti.
Il fatto che lo show-man non avesse fatto nulla per tentare un riavvicinamento diede a Priscilla la triste conferma di quanto pensava da tempo. Prima viene la musica.
È divorzio.
Il Re è di nuovo solo, ma paradossalmente non ha il tempo di sentirsi “solo” tanti sono gli impegni che il colonnello Parker, suo storico impresario, gli ha procurato. Basti pensare alla sua attività concertistica: se nel ’69 tiene 57 concerti, l’anno seguente diventano ben 137 e nel ’71 addirittura 156.
Nel 1972 gli spettacoli registrati furono 164 e nel 1973 ben 168.
C’è da chiedersi cosa spinge Elvis ad un lavoro così stressante.
Certo non i soldi, visto che è la star più ricca d’ America. Certo non la popolarità, non ne ha bisogno. Il mito è più che mai robusto.
Anche se il fisico si è appesantito, anche se gli anni non sono più vedi, quando sale sul palco è sempre il Re.
Forse è proprio la solitudine, il bisogno di esporsi, se non altro con il suo pubblico, a spingerlo verso un simile tour de force.
Le esibizioni e le ovazioni sono le sole cose che possano appagarlo.
Fisicamente comincia a risentire di questa situazione di super-lavoro e stress. Disturbi al fegato, all’ intestino e agli occhi lo costringono a fare spesso uso di farmaci che alla lunga finiscono col distruggere il suo fisico. Se al tutto si aggiunge un’alimentazione sballata che lo porta a ingrassare fino a pesare 120 chili, logico pensare ad un epilogo drammatico. È quello che accade quel famoso sedici agosto.
Il corpo che in passato gli aveva fatto suonare più di qualche campanello d’ allarme, stavolta non lo asseconda, non gli da l’ennesima possibilità di tornare a ruggire sui palcoscenici d’ America (e chissà se quella del ’77 sarebbe stata la tournè giusta che lo avrebbe portato -per la prima volta -in Europa).

continua.........
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  #442  
Vecchio 02-09-2007, 08:55
hurt hurt Non in Linea
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........Segue

Ma Elvis aveva cominciato a morire molto tempo prima che il suo fisico lo abbandonasse per sempre. Una star grassa, ricca, malata e sempre più rinchiusa in se stessa. Vittima di una depressione dalla quale non è più riuscito a venirne a capo. Ecco il ritratto del Re gli ultimi anni della sua vita.
C’è una frase molto emblematica che si riferisce al periodo in cui, a causa di un principio di glaucoma, era costretto a portare un paio di occhiali neri per larga parte della giornata:
“ Quando mi infilo i miei grossi occhiali neri, mi sembra di essere isolato dal mondo, di non appartenere più al mondo dei vivi. È una strana sensazione ma devo dire che mi piace. Per qualche ora del giorno ho bisogno di sentirmi solo con me stesso. E il buio mi aiuta. Non so se qualcuno può capirmi”.
E il buio se l’è inghiottito a soli quarantadue anni lasciandoci in eredità una cosa molto preziosa: una musica che è voglia di libertà e abbattimento di barriere ( a quei tempi, la musica proposta da Elvis era così nuova che gli ascoltatori telefonavano ai dj delle radio per chiedere chi fosse quel nero che cantava canzoni country, oppure chi fosse quel bianco che cantava pezzi blues) grazie alla quale i giovani hanno preso per sempre le distanze dai propri genitori per cercare un posto dove dire la propria in seno ad una società che prima non li considerava.

Per farlo dovevano fare “rumore” e il rock’n’ roll gliene diede l’occasione
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  #443  
Vecchio 02-09-2007, 09:30
françois françois Non in Linea
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Si un bel articolo degno di essere chiamato articolo su Elvis. Complimenti
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  #444  
Vecchio 05-09-2007, 00:00
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Adnkronos/IGN - Roma,Italy

Cronaca



Sotto accusa abuso di alcol e droghe

Rockstar 2 volte più a rischio di morte prematura


Lo rivela uno studio pubblicato sul 'Journal of Epidemiology and Community Health' e condotto su 1.050 musicisti e cantanti statunitensi ed europei che hanno raggiunto la fama tra il '56 e il '99. L'età media gli idoli della musica che perdono la vita è tra i 35 e i 42 anni


Roma, 4 set. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Chi sognava di calcare i palchi di tutto il mondo, da oggi ha un motivo in più per provare meno rammarico di non essere riuscito a realizzare il proprio sogno: stelle del rock e popstar hanno infatti oltre il doppio delle possibilità di morire di una morte precoce rispetto alla gente comune, che non guadagna pagine di rotocalchi e stipendi da capogiro. Elvis Presley, Kurt Cobain e il leader degli INXS Michael Hutchence, tra le tante altre stelle morte prematuramente, potrebbero costituire la prova del nove di quanto rivela lo studio pubblicato sul 'Journal of Epidemiology and Community Health'.

La ricerca, che sostiene come la morte sopraggiunga spesso entro pochi anni dall'esordio nel mondo dello showbusiness, è stata condotta su 1050 musicisti e cantanti statunitensi ed europei che hanno raggiunto la fama tra il '56 e il '99. Scelti tra gli artisti che si sono guadagnati un posto nell'esclusiva Top dei 1000 album più gettonati di tutti i tempi - stilata nel 2000 - senza alcuna distinzione di genere musicale.

Gli anni di vita medi degli acclamati idoli del pop e del rock sono stati così confrontati dagli studiosi della John Moores University di Liverpool, in Inghilterra, alla longevità della popolazione generale, tenendo conto anche del sesso, dell'origine etnica e della nazionalità del campione. Il prezzo della fama, rivela lo studio, è davvero molto alto: in tutto, sono 100 le star morte tra il '56 e il 2005 (tra quelle selezionate dalla ricerca). L'età media in cui hanno perso la vita si attestava a 35 anni per le stelle della musica europea e a 42 per quelle statunitensi. Una volta raggiunto il successo, la probabilità di morire prematuramente, soprattutto entro i cinque anni dall'esordio sul palco, si è dimostrata alta più del doppio di quella relativa al resto della popolazione inglese e americana.
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  #445  
Vecchio 05-09-2007, 00:08
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Da Reuters

Rock star non vivono da mediani, ma alto rischio morte prematura
martedì, 4 settembre 2007 1.03 di Tim Castle





LONDRA (Reuters) - Le rock star -- conosciute per il loro stile di vita "sesso e droga" -- hanno molte più probabilità degli altri di morire prima di arrivare alla vecchiaia.
Uno studio su oltre 1.000 artisti britannici e nordamericani, dall'epoca di Elvis Presley a quella del rapper Eminem, ha scoperto che hanno il doppio o il triplo delle probabilità di morire prematuramente rispetto alla popolazione media.
Tra il 1956 e il 2005 ci sono stati 100 decessi tra i 1.064 musicisti presi in esame dai ricercatori del Centro per la salute pubblica della John Moores University di Liverpoll.
Oltre a Presley, la liste dei morti prima del tempo comprende il cantante dei Doors Jim Morrison, l'eroe della chitarra Jimi Hendrix, la star dei T Rex Marc Bolan e Kurt Cobain dei Nirvana.
Oltre un quarto dei decessi sono legati ad abusi di alcol e droga, dice lo studio pubblicato del Journal of Epidemial Community Health.
"Lo studio descrive chiaramente una popolazione di star del rock e del pop che corrono uno sproporzionato rischio di morire a causa di alcol e droga", ha detto Mark Bellis, il principale autore.
"Nell'industria musicale, fattori come lo stress, il passaggio dall'anonimato alla popolarità e la frequentazione di ambienti dove alcol e droga sono facilmente disponibili, sono un incentivo a comportamenti autodistruttivi", si legge nel rapporto.
IL MURO DEI CINQUE ANNI DA STAR
Lo studio ha scoperto che i musicisti sono maggiormente a rischio nei primi cinque anni dall'ingresso nello star system, in cui il tasso di mortalità è tre volte più alto del normale.
Hendrix, Bon Scott degli AC/DC e il rocker punk Sid Vicious sono morti nell'arco dei cinque anni successivi alla conquista della notorietà , ha precisato Bellis.
Tra gli artisti britannici il rischio di morire rimane alto fino a 25 anni dopo il primo hit, trascorsi i quali rientrano nella curva della normale aspettiva di vita.
La notizia suona bene per i sopravvissuti del rock come il 63enne Roger Daltrey degli Who, che cantava "I hope I die before I get old" nella canzone "My Generation" nel lontano 1965.
Ma questo trend non si riscontra in Nordamerica, dove i rocker ingrigiti corrono sempre il doppio del rischio di una morte prematura per infarto.
La star americana Jerry Garcia dei Grateful Dead, Carl Wilson dei Beach Boys e Johnny Ramone dei Ramones sono morti prima di arrivare a 60 anni.
Bellis ipotizza che l'alto tasso di decessi tra i i musicisti nordamericani più anziani sia connesso al grande appetito per i reunion tour negli Usa, che espongono gli artisti a turni supplementari dell'insalubre stile di vita "rock'n'roll".
Ma potrebbe anche essere dovuto alle scarse cure mediche prestate a pop-star impoverite che hanno perso l'assicurazione sulla salute, ammette l'autore.
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  #446  
Vecchio 06-09-2007, 07:55
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05-SET-07 10:50

MUSICA: E' MORTA JANIS MARTIN, ELVIS PRESLEY AL FEMMINILE

Washington, 5 set. - (Adnkronos) - Janis Martin, star del rockabilly che si guadagno' la fama di ''Elvis Presley al femminile'', e' morta al Duke University Medical Center di Durham, in seguito ad un tumore, all'eta' d 67 anni. Chitarrista e cantante, Janis Martin conquisto' la fama negli anni Cinquanta sulla scia di Elvis Presley, il quale la presento' personalmente all'etichetta discografica Rca Victor, che poi la promosse presso il pubblico americano con il soprannome di ''The Female Elvis''.
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  #447  
Vecchio 06-09-2007, 08:17
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05-SET-07 10:50

MUSICA: E' MORTA JANIS MARTIN, ELVIS PRESLEY AL FEMMINILE

Washington, 5 set. - (Adnkronos) - Janis Martin, star del rockabilly che si guadagno' la fama di ''Elvis Presley al femminile'', e' morta al Duke University Medical Center di Durham, in seguito ad un tumore, all'eta' d 67 anni. Chitarrista e cantante, Janis Martin conquisto' la fama negli anni Cinquanta sulla scia di Elvis Presley, il quale la presento' personalmente all'etichetta discografica Rca Victor, che poi la promosse presso il pubblico americano con il soprannome di ''The Female Elvis''.


ke peccato,accipicchia,un altra icona del rock'n'roll ke ci lascia....una grande perdita.....quanto mi spiace...
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  #448  
Vecchio 06-09-2007, 11:15
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Ma no, dai..

Ho l' iPod pieno delle sue canzoni..

Peccato, mi spiace davvero.
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  #449  
Vecchio 07-09-2007, 07:32
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Richard Hawley LADY'S BRIDGE Mute Records



“Coles corner”, quarto album della sua carriera solista, portò il nome di Richard Hawley sulle vette delle classifiche di vendita mondiali. Sono trascorsi due anni da quei giorni e l’ex chitarrista dei Pulp e session-man per Robbie Williams torna con un nuovo disco.
“Lady’s bridge” è un lavoro dai toni malinconici e ispirati alle sonorità di artisti del passato come Roy Orbison ed Elvis Presley: il titolo dell’album fa riferimento al ponte più antico sul fiume che attraversa la città inglese di Sheffield, il Don. In merito Hawley ha dichiarato: “Da ragazzo lo percorrevo quasi ogni giorno, era il punto di passaggio dalla parte povera della città a quella ricca”.

TRACKLIST:
“Valentine”
“Roll river roll”
“Serious”
“Tonight the streets are ours”
“Lady solitude”
“Dark road”
“The sea calls”
“Lady’s bridge”
“I’m looking for someone to find me”
“Our darkness”
“The sun refused to shine”

Da Rockol

*************************************
Richard Hawley il 29 ottobre in Italia.

Richard Hawley torna in Italia per un’unica tappa all’interno del tour di supporto al recente album ‘Lady’s Bridge’, uscito a fine Agosto per Emi/Virgin e atteso successore del fortunato ‘Coles Corner’, lavoro che ha portato alla ribalta il cantautore inglese meno di due anni fa.
Il brano che ha dato il titolo proprio a ‘Coles Corner’ è stato il biglietto da visita di Richerd Hawley per il pubblico italiano, un successo radiofonico datato Dicembre 2005 che il nuovo hit ‘Tonight the the streets are ours’ pare poter ripetere senza grandi problemi: il primo singolo estratto dal nuovo album è infatti subito entrato in classifica, così come il video, che si attesta tra i più programmati dai canali musicali nelle ultime settimane.
Lo stile da vero ‘crooner’ ha portato il musicista di Sheffield a essere paragonato a grandissimi nomi del passato, da Jonny Cash all’Elvis più malinconico. Oltre a essere un affermato cantante, Richard Hawley è un grande compositore, nonché stimato chitarrista. Prima della sua esperienza come solista, sono state diverse le esperienze sia come autore sia come musicista per grandi nomi della scena pop internazionale, da Robbie Williams a Gwen Stafani, fino a Nancy Sinatra.
Arriva in Italia il 29 Ottobre per una sola data ai Magazzini Generali di Milano, al termine di un tour che inizia proprio in questi giorni in Inghilterra, dove Richard Hawley è una star di alto livello. Con 150.000 copie vendute, il suo ‘Coles Corner’ è stato nominato per un popolare riconoscimento artistico britannico, il ‘Premio Mercury’.
La sua unica precedente data italiana risale al Novembre del 2005, quando suonò al Conservatorio di Milano.

Biglietti inizialmente disponibili nel circuito Ticket One, quindi anche nelle prevendite abituali.

LUNEDì 29 OTTOBRE – MILANO – MAGAZZINI GENERALI
Ingresso 20€ + prev. - Inizio concerto ore 21,00

Ultima Modifica di hurt : 07-09-2007 07:39
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  #450  
Vecchio 07-09-2007, 08:14
L'avatar di  henry3bel
henry3bel henry3bel Non in Linea
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Predefinito Re: Notizie da Internet

Veramente Una Grande Brutta Notizia.....cavolo Cominciano A Stufarmi Tutti Questi Lutti!!!!!??
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