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Vecchio 04-06-2010, 12:37
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Questa è una ricerca su Elvis diventata poi tesina

ELVIS PRESLEY - IL RE DEL ROCK’N’ROLL


a cura di Paola Muzzica


L'8 gennaio del 1935, sotto il segno zodiacale del Capricorno, nella minuscola abitazione di Old Santillo Road a Tupelo (Mississippi) la travagliata gravidanza di Gladys Presley s'era conclusa con un altrettanto difficile parto: qualche ora dopo Garon, nato già senza vita, era venuto alla luce Aaron Elvis.


Fu un'infanzia povera, sofferta. A sei anni il piccolo spasimava per una bicicletta, ma costava troppo. La madre, in compenso, gli comperò in un negozio dell'usato una chitarra per 12 dollari e 95 centesimi.
In breve tempo non più le "due ruote" ma le "sei corde" divennero la passione di Elvis, che rimaneva per ore ad ascoltare i gospels e gli spirituals che si cantavano nella chiesetta vicino casa.

A tredici anni si trasferì con tutta la famiglia a Memphis (Tennessee). Ormai appassionatosi alla musica, si mise a frequentare la zona di Beale Street, il centro vitale della "cultura nera" della città, dove s'incontravano e si esibivano i bluesmen di colore, cominciando a imitarli nel modo di cantare e nell'abbigliamento stravagante.
Nessuno in quel momento avrebbe puntato un cent sull'avvenire di quel ragazzotto che ostentava un enorme ciuffo imbrillantinato sulla fronte e s'era messo a fare il camionista vestendo in quel modo. L'America gretta e conformista degli anni Cinquanta non sembrava poter accettare "un bianco eccentrico come un negro".


Eppure i tempi stavano maturando. I giovani non aspettavano altro che di rompere definitivamente con "il vecchio".
Elvis aveva preso a cantare il suo "rock nero" impugnando la bandiera dell'anticonformismo, percuotendo le corde della chitarra con tale veemenza da farle saltare, accompagnando i suoi ritmi frenetici con tutto il corpo. Scrisse un giornale: "Dal bacino roteante di Elvis è nata la nuova Sinistra che ha spazzato via Eisenhower e il suo tempo".
"Se trovo un bianco con la voce di un negro guadagnerò miliardi di dollari!" aveva dichiarato qualche tempo prima Sam Phillips, un talent-scout. E appena ebbe ascoltato il disco che Elvis aveva inciso sborsando 4 dollari in un sottoscala, capì di aver finalmente trovato la gallina dalle uova d'oro. Fu il primo contratto di Elvis.


I successi non tardarono a venire: That’s All Right Mama, Good Rockin' Tonight, Milkcow Blues Boogie, Baby Let's Play the House, Mistery train, e i primi posti nelle hit-parades per mesi.
Il 3 aprile del 1956 Elvis prese parte ad uno degli spettacoli TV più seguiti, il "Milton Berle Show": 40 milioni di spettatori assistettero entusiasti alle sue esibizioni. Nel mese di maggio il nuovo singolo Hearthbreak Hotel superò il milione di copie vendute.

All'apice del successo, il magico cantante rock avrebbe venduto complessivamente non meno di 500 milioni di dischi guadagnando, nei soli primi due anni, milioni di dollari.
Il cinema non mancò di occuparsi del nuovo fenomeno. Il primo di 33 film (1956) trascinò al successo definitivo l'omonima canzone Love me tender.
"Elvis the Pelvis" (Elvis il Bacino), come lo chiamavano per i piroettanti movimenti del bacino che accompagnavano le sue esibizioni, sembrava ormai un mito intramontabile. Fans invasati si assiepavano sotto il palco, ragazzine in delirio lanciavano gridolini isterici (e qualche indumento intimo) verso di lui, chiedendogli alla fine dell'esibizione di fracassare la chitarra e di sdraiarsi sul palcoscenico.
All'uscita del teatro la polizia riusciva a stento, con le guardie del corpo, a garantirne l'incolumità, mentre egli cercava di guadagnare la strada verso "Graceland".

Elvis aveva acquistato qualche tempo prima una chiesetta sconsacrata che sorgeva a Whitehaven, tre chilometri da Memphis, un edificio in stile coloniale circondato da un vasto parco: per l'appunto, Graceland.
In breve tempo e per qualche milione di dollari un nugolo di architetti l'aveva trasformata in una residenza sfarzosa, vero trionfo del kitsch: una reggia di ventitre stanze ornata da false colonne e da orribili fregi, con un arredamento chiassoso e pacchiano. Finché giunse il giorno del servizio militare.

La recluta "Presley Elvis" fu destinata al Centro di Addestramento di Fort Hood, Texas, con il numero di matricola US-53310761 (evidentemente in occasione della visita militare non fu riscontrata quella ipertensione arteriosa che sarebbe in breve sopravvenuta).
Una recluta sui generis, con frotte di giornalisti che l'assediavano, sacchi di lettere di ammiratrici, ogni sua mossa sotto l'occhio dei riflettori. La libera uscita era un vero assedio, un penoso tormento che angosciava e intimidiva il già timido e introverso soldatino. Doveva essere quello l'inizio del declino.


Elvis era sempre più preoccupato per la madre, afflitta da una profonda depressione per l'assillante attenzione di cui era divenuta oggetto per via del figlio, al quale era legata da un affetto patologico, e per la sua lontananza
L'alcool in cui aveva cercato rifugio le stava ora devastando il corpo e la mente.
Quando poco dopo Gladys morì, per Elvis fu un colpo tremendo. Legato com'era anch'egli alla madre da un affetto "edipico", si sentì immediatamente privato dell'amore al quale aveva fatto quasi totale riferimento tutta la vita.
Ebbe appena il tempo di rientrare in caserma, che il suo reparto fu trasferito a Brema, nella Germania Occidentale.

Non bastò, a sollevarlo, il delirio dei giovani che l'acclamavano. Cominciò a mangiare senza freno, per compensare l'ansia, una quantità enorme di junk food (cibo-spazzatura) che poi continuerà a divorare per tutta la vita: hamburger, cipolle fritte, sottaceti, bacon, burro di arachidi. Le "merendine" preconfezionate mesi prima dall'industria alimentare erano la sua passione e ne teneva una scorta nel frigorifero della stanza da letto per poterle mangiare anche di notte. La Coca-Cola la beveva da enormi bicchieri ricolmi di ghiaccio tritato, che sgranocchiava rumorosamente sotto i denti.

Ora era intervenuto anche il diabete, che gli accentuava la fame e continuava a farlo ingrassare. E già da qualche tempo si era rivolto agli psicofarmaci...
L'aspetto e il comportamento cominciarono a mutare. Un giornale tedesco così lo descrisse: "Elvis Presley appare come un uomo dalle carni flaccide, dal sesso dubbio, il volto assolutamente glabro, insignificante".

Un giorno Elvis incontrò una ragazzina quattordicenne, Priscilla Beaulieu, figlia di un capitano dell'aviazione statunitense aggregato alle forze della NATO stanziate in Germania. Fu il classico colpo di fulmine.
Ma ebbe con lei un legame "innocente, puro", quasi tra padre e figlia, che sarebbe continuato per circa dieci anni, sino al 1° maggio del 1967, quando finalmente la sposò. Priscilla confermerà nel suo diario che sino a quel fatidico giorno il fidanzato non tentò mai nei suoi confronti alcun approccio sessuale, e che si giustificava di questo con il desiderio di volerla "cogliere vergine".

"Avrei presto scoperto - continua Priscilla - che il vero grande amore di Elvis era la sua defunta mamma... La nostra prima notte di nozze, a letto, senza che avessimo ancora fatto l'amore, mi disse triste e sconsolato: Vorrei tanto che la mamma fosse qui con noi..."
Comunque, dopo nove mesi nacque una bella bambina, Lisa Marie (che una ventina di anni dopo avrebbe sposato il cantante Michael Jackson, divorziandone poco dopo).
Per quanti sforzi facessero gli impresari, Elvis non era ormai più quello di prima.

Chi ora si aspettava il suo rock scatenato di Shake, rattle and roll riceveva canzoni sdolcinate. Chi ancora sperava di veder saltare qualche corda dalla sua chitarra rimaneva deluso; il ragazzone bolso e dallo sguardo spento riusciva sì a penetrare nel cuore con una voce divenuta dolcissima, ma destava solo disagio quando tentava di rinverdire i giorni del suo rock sfrenato.
Eppure il pubblico non riuscì mai ad abbandonarlo.
Quando sui teleschermi americani il volto contrito del dottor Nichopoulos annunciò la morte del cantante "per crisi cardiaca", tutti ebbero la sensazione che un'epoca storica per la musica leggera fosse finita....


N.B. per leggere tutta la ricerca basta cliccare a fondo pagina di questo link http://www.filosofiaedintorni.eu/elvispresley.htm
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