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Vecchio 26-07-2006, 16:28
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Predefinito Intervista A Myrna Smith

Intervista con Myrna Smith – 21 Ottobre 2005

Myrna Smith è una delle Sweet Inspirations originali, il gruppo che ha cantato con Elvis dal 1969 fino alla fine. Le Sweet Inspirations, già per loro conto, ebbero successo con il R&B, gospel e registrazioni pop, di cui il loro primo e il più notevole successo è Sweet Inspirations Un singolo che, alla fine degli anni 60, ha dato il nome al gruppo, e per il quale si sono aggiudicate una nomination al Grammy. E’ stata questa la canzone che ha catturato l’attenzione di Elvis Presley, che le ingaggiò per fare le backing vocals ed essere anche un elemento di apertura nei suoi concerti da primato di Las Vegas 1969, quello che fu il suo ritorno ufficiale ai concerti live, dopo il suo trionfante ’68 TV special e la fine dei suoi obblighi contrattuali con Hollywood. Non fu necessaria alcuna audizione. Le Sweet Inspirations lo incontrarono al loro arrivo per le prime prove del ’69. Le “Sweet” lavorarono con Elvis a Vegas, durante i suoi tours e per tutte le sue incisioni, dal 1969 al 1977.

Myrna è stata con Elvis anche durante il 1976, periodo di registrazioni a Graceland, sia per le sessioni di febbraio che per quelle di ottobre/novembre dello stesso anno.

Le Sweet Inspiration inizialmente comprendevano: Ciccy Houston (madre della superstar Whitney) Sylvia Shernwell, Myrna Smith ed Estelle Brown.

D. Come avete incominciato a cantare per gli spettacoli di Elvis Presley?
R. Nel 1967, avevamo registrato una canzone a Muscle Shoals. Facevamo una sessione là, perché l’Atlantic ì lì che ci aveva mandato a registrare. La sessione era andata bene ma non c’erano canzoni che riuscissero a distinguersi veramente. Così un paio di ragazzi lasciarono la sessione e andarono in un’altra stanza. Circa 40 minuti più tardi tornarono con una canzone che poi chiamammo “Sweet Inspiration” E fu inserita nell’album e divenne il nostro più grande successo. Elvis aveva ascoltato questa canzone e gli era piaciuta. Quindi disse alla sua gente di contattarci. Non avemmo un’audizione. Lui sapeva già che eravamo ciò che cercava, in quanto voleva cantare soul, R&B, e gospel, con un gruppo di voci femminili e uno di voci maschili. Aveva pianificato tutto. E così l’abbiamo fatto senza un’audizione. Gli era piaciuto il nostro disco. Gli era piaciuto così tanto che lo utilizzò per Suspicion Mind.

Q. Dove avete incontrato Elvis?
R. Stavammo iniziando le prove nel luglio del 1969 ed eravamo tutti nello stage di quello che poi fu chiamato l’International. Elvis non era ancora arrivato e nemmeno il suo entourage. Eravamo seduti là e lo stavamo aspettando, quando all’improvviso arrivò, venne dritto verso di noi e ci diede a ciascuna, un bacio. Ecco come l’abbiamo incontrato. Indossava un vestito color cioccolata. Era abbronzato ed era assolutamente magnifico. Si diresse verso di noi e si presentò – come se non sapessimo chi fosse. “Ciao, sono Elvis Presley” (Ciccy, cadde letteralmente dalla sedia). Da quel momento, ogni volta che ci vedeva, ci mandava un bacio. Aveva così tanta energia! La sua voce era molto più marcata di quello che si sentiva nelle registrazioni ….. Era proprio il miglior cantante che si potesse avere. Ci sono cantanti che hanno una grandissima voce. Elvis era uno di quelli.

D. Com’erano quelle prove?
R. Beh, ci ha dato molta libertà. Era successo che ci erano stati recapitati milioni di albums e abbiamo provato a fare dei tentativi, ma i risultati non erano buoni considerato che, al tempo, non avevamo molta confidenza con il genere di Elvis ed eravamo state troppo bombardate. Così, per imparare le canzoni, aspettammo di essere a Las Vegas. Come le provammo, così furono fatte. Elvis, ci dava la libertà di farle come piaceva a noi. Purtroppo, qualche volta, i nostri backgrounds non rispecchiavano esattamente quello che avevamo registrato.

D. Raccontaci qualcosa della prima all’International di Las Vegas.
R. Ricordo che Elvis era molto molto nervoso. Ricordo che pensai: mamma mia speriamo ci sia un buon pubblico. Sapevo che non si esibiva su un palco da molti anni, penso 10. Perciò lo speravo, sentivo i dolori allo stomaco per lui e ne fui sorpresa.


D. Raccontaci del rapporto tra Elvis e il suo pubblico?
R. Era molto giocherellone con il pubblico e credo ci tenesse veramente ai suoi fans. Voleva offrire loro un buon spettacolo. Qualche volta si infastidiva per il sonoro troppo alto. Alle volte riuscivi a vedere la gente che si tappava le orecchie. Lui allora diceva: “Mi sa che hanno orecchie vecchie” Per noi sul palco, c’erano i monitors, l’ascolto era completamente diverso da quello che arrivava al pubblico. Ma so che era rumoroso, putroppo questo era il significato che si dava al rock ‘n roll.

D. La prima esibizione in esterna fu il Houston Astronome. Esiste una storia dietro vero?
R. Sì, Elvis --- il Rodeo non ci voleva. Fu spedito un messaggio che dichiarava di lasciare fuori le ragazze di colore, non volevano donne nere. E così, Elvis rispose: “Bene se loro non vengono, non vado nemmeno io”. Si sentì veramente offeso, da questa cosa. A spedire il messaggio fu una persona, in particolare. Così quando arrivammo là, fummo accolte da questa piccola donna bionda, in un convertibile, per portarci a fare un giro. Era la figlia di questa persona. Elvis si assicurava sempre che tutti fossero trattati allo stesso modo. E so per certo, che gli disse “Voglio che sia tua figlia a portarle” Ma, non sappiamo quando sia successo. L’abbiamo capito dopo.

D. Parlaci della sua generosità
R. All’eccesso. Elvis era generoso all’eccesso. Quando era in vita, ha dato via la maggior parte della sua fortuna. Ti premiava perché questo lo faceva sentire bene. E se aveva qualcosa, voleva dividerlo con te. Tu potevi cenare a casa sua. Anche se lui stava nei piani superiori, Graceland, la cena veniva servita sempre. E potevi sederti a tavola ed aspettarlo che scendesse. Ci ha regalato gioielli per tutto il periodo, grossi anelli che coprivano metà del dito. Mi ha regalato anche, una El Dorado. Ma nessuno sa a quanta gente sconosciuta lui abbia fatto regali.


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Vecchio 26-07-2006, 16:30
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

D. C’è qualche regalo che per te è speciale?
R. C’è un piccolo borsellino d’oro che lui mi ha dato. E quando me l’ha dato era pieno di monetine d’argento, con inciso, all’interno, “con amore Elvis”. Mi è molto caro. Il motivo per cui mi ha regalato la macchina, una macchina che mi piaceva molto, ma non mi passò assoltamente per la testa che lo avrebbe fatto. Invece sì. Pensò di doverlo fare perché c’era stato un piccolo malinteso.
Fu quando alcune delle ragazze si allontanarono dal palco. Cioè, Kathy, Estelle e Sylvia. A me era già stata fatta la in confidenza che non ci sarebbero state, poiché avevo passato la serata precedente con Kathy e quindi ero al corrente di quello che stava succedendo. Mentre Sylvia ed Estelle non ne sapevano niente. Prima di uno spettacolo, si cercava sempre di non infastidire Elvis e quella volta gli era stato detto di non presentare Kathy, in modo imbarazzante. A quel punto lui decise di presentarci tutte, in modo imbarazzante. Così le ragazze se ne andarono, ma io rimasi lì. Elvis mi mise una anello al dito e parlammo sottovoce. Alla fine, io lo tenni perché c’ era uno spettacolo, in corso, durante io quale lui mi infilava l’anello e io me lo toglievo. Visto che in quel periodo stavo con Jerry Schilling, salii sull’aereo con lui e Lisa Marie. Mi tolsi l’anello e gli dissi, preferisco come sta addosso a te, e glielo misi al dito. I suoi occhi divennero pieni di sofferenza….. se Elvis ti faceva un regalo, non voleva averlo indietro. Non sapeva come chiedere scusa. Era difficile per lui dire: “Sapessi quanto mi dispiace per quello che ho fatto”. Dopo ha riempito le ragazze di regali, lo so per certo. E, la sera successiva ha preso quell’anello e l’ha buttato al pubblico.
Due settimane dopo, ero a casa e lui aveva comprato tutte quelle macchine. Credo 11, 12,14 macchine per tutti i ragazzi e per se stesso. Sentii chiedere a Jerry “Vieni Jerry, voglio farti una domanda” Jerry andò. E la domanda per Jerry era “Va bene se compro una macchina per Myrna? Jerry rispose, certo. Senza far parola, mi chiese se volevo andare con lui dal concessionario della Cadillac a prendere una macchina per suo padre. Io accettai. Così siamo andati e l’abbiamo presa. Comprò una grande Cadillac marrone per suo padre. Nel frattempo si era fatta sera. Il posto era stato chiuso e noi eravamo fuori. Accese le luci e girava guardando e chiedendomi qual’ era il mio colore preferito. E girò fino a che non trovo una El Dorado blu e disse “Questa è la tua macchina” In questi casi, cosa si può rispondere. Sei come un Cosa? Cosa? Il fatto era che sentiva in obbligo nei miei confronti. Se non avevo accettato l’anello dovevo accettare la macchina, sai com’è, lui sentiva l’esigenza di fare cose del genere. Per quello che mi riguarda, l’ho veramente apprezzato.

D. Elvis aveva un cuore tenero?
R. Molto tenero. Si sentiva in imbarazzo facilmente e altrettanto facilmente si sentiva ferito e molto triste. Ho visto persone fargli delle cose…. e, all’inizio si arrabbiava, molto. Poi gradualmente si calmava e dava nient’altro che amore. Per loro, ha comprato case incredibili e di un sacco di altre cose, praticamente di tutto.

D. Puoi parlarci del suo senso dell’umorismo?
R. Avevamo l’abitudine di chiamarlo squirrelly. Sapeva che a noi non piacevano le pistole e invece lui le amava molto. Ogni sera voleva venire nel nostro spogliatoio che si trovava proprio di fronte al suo. Tolto il vestito dello spettacolo, veniva nel nostro spogliatoio, soprattutto se aveva un vestito nuovo da farci vedere. E, immancabilmente estraeva la pistola per spaventarci, e iniziava a ridere. Ma amava soprattutto giocare con le pistole ad acqua. Ci avrebbe ucciso sul palco. Una volta tutti ci fornimmo di pistole ad acqua e a quel punto, lui arrivò con una più grande – una pistola ad acqua meccanica. Era così giocherellone.

D. Scherzavate molto nel backstage?
R. Non prima dello spettacolo. Per la maggior parte delle volte, l’avrebbe fatto sul palco. Ne faceva di cose sul palco! Ma anche noi gliele facevamo a lui, come prendere un nastro nero e metterlo sui denti e sorridergli guando rivolgeva lo sguardo verso di noi. Cose da farlo spanciare dalle risate. Prima di uno spettacolo, però era talmente nervoso, che non era disposto a giocare.

D. Riesci a ricordarle qualche scherzo fatto alle donne?
R. Oh a noi? Elvis ci teneva molto ad avere un feeling con noi e non ha mai permesso a nessuno di mancarci di rispetto, a parte lui. Ma sai, lui lo impostava assolutamente come un gioco. Se devo ricordare uno scherzo che ha fatto a me, ah si ecco. Non so se era uno scherzo o no. Mi ha portato a fare un giro con la sua Pantera gialla. Aveva queste piccole macchine sportive e mi chiese se mi sarebbe piaciuto fare un giro con lui. Era molto orgoglioso di questa piccola macchina. Una a due posti. Quindi salii in macchina con colui e lasciammo Graceland, attraversando le strade; credo che abbiamo fatto 130 miglia in un’ora. Io sapevo che cercava di spaventarmi e quindi io stavo lì seduta, cercando di mantenere la calma, ma sudavo. E lui mi guardava. Quando tornammo indietro, si fermò bloccandosi di colpo. Io uscii e mi chiese, “Ti è piaciuto?” Risposi “Sì perfetto” E siccome non mi aveva spaventato, prese una pistola e sparò alla macchina! Aveva sparato al cruscotto. Penso che si trattasse di una macchina costosa, vero?

D. Certo!
R. Poi ricordo quella volta a Vale, Colorado. Non potevamo uscire durante il giorno, così uscivamo di notte. Tutti i ragazzi erano là con le relative fidanzate. Dovevamo uscire di notte, ma logicamente non potevamo sciare. Mentre lui aveva qualcosa che sembrava una bici da sci noi prendemmo il coperchio di un bidone delle immondizie, piccole cose, e scivolavamo giù. Le strade erano state tutte ben appianate, pronte per il mattino seguente e noi, con il nostro gioco, le avevamo completamente stravolte. Arrivò la polizia o la sicurezza. Elvis aveva in testa questo berretto da sci, che copriva parte del suo viso e tutta la testa. La polizia disse: “hey ragazzi, non potete fare queste cose. Dovete andarvene !” Elvis si avvicinò e disse “Non sapete chi sono?” e I ragazzi “no, io non so chi sei tu”, “io sono Elvis Presley. Giuro!” e gli mostrò il viso dicendo “Ci stavamo solo divertendo” Poi risalì su una di quelle biciclette. Io stavo seduta dietro e lui guidava. Ad un certo quel punto siamo caduti sulla neve e la bici si ruppe. Fu divertente. Per fortuna, nessuno di noi si fece male. Era uno scavezzacollo. Guidava veloce, ma era un ottimo guidatore. Esponeva la sua piccola sirena, fermava la gente se erano in eccesso di velocità. Camminava fino alla loro macchina. Ti immagini cosa succedeva se mentre accostavi, Elvis Presley arrivava fino alla tua macchina e ti diceva “Se prometti che vai più piano, non ti faccio la multa”.


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Vecchio 26-07-2006, 16:31
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

D. Raccontaci delle prove con Joe Guercio

R. Quando Joe Guercio divenne il direttore d’orchestra all’Hilton, toccava a noi aprire lo spettacolo. Ridevamo da almeno 20. Prima dell’arrivo di Joe, cercavamo di fare lo show da soli, noi tutti assieme e Joe evidenziò che avremmo potuto andare più lisci, più da Vegas. Così mise tutto assieme, anche quello che avevamo creato noi e qualche volta le sue idee, che erano molto buone, avevano il sopravvento sulle nostre. Arrivò con 3 o 4 nuove canzoni, da fare. E quindi ce le fece provare. Voleva avere i nostri spartiti e farci provare con Ron Feur e il suo impianto audio. A quel punto tutti avrebbero avuto il nostro ruolo. La nostra sezione ritmica era venuta con noi. Lui dava per certo, che la nostra sezione ritmica non fosse in grado di leggere la musica, ma sapeva solo suonare. Volle quindi accertarsi della loro competenza . Ritengo tuttavia, che il nostro spettacolo con l’arrivo di Joe Guercio, si sia rafforzato.
Molte volte alle persone non viene data la giusta importanza. Ma devo darla a Joe perché so, che lui ha coordinato molte cose per un sacco di artisti. Ha lavorato con Gladys Knight. Ha coordinato le cose per lei, senza ricevere il giusto credito. Ha lavorato con Natalie Cole. E, sai, quel duetto di David Foster tra lei e suo padre? E’ stata un’idea di Joe. Ecco, Joe non è mai stato accreditato per questo. Era interessato sentirsi soddisfatto. Mi auguro che prima o poi gli vengano riconosciuti i suoi crediti, perché lo ha fatto a lungo e prima ancora che lo facesse David Foster. E’ un uomo meraviglioso ed Elvis lo amava perché era un burlone. Quando l’ho incontrato la prima volta, lo odiavo.

D. Perché?
R. Perché appena si è avvicinato da me, mi ha pizzicato il sedere! Gli dissi: “come ti permetti?” e lui rise. Dissi questo è uno zoticone. Ma poi, siccome sua moglie era nelle vicinanze, vidi che lo faceva anche sua moglie. Così dissi “Oh, ma allora è fatto così!”

D. Come vi siete preparati per l’Aloha?

R. Beh, non è che dovessimo fare niente di più di un concerto normale. Quello era tutto nelle mani dei direttori, dei produttori e del Colonnello. Elvis doveva apparire smagliante e lo fu. In quello show è stato assolutamente magnifico. Era dimagrito. Era arrivato al peso che aveva quando l’ho incontrato la prima volta, nel 1969. E quando arrivò sul quel palco, indossava un vestito color cioccolato senza maglietta ed era abbronzato: l’uomo più bello che io abbia mai visto. Voleva apparire in forma per le Hawaii. Oggi non credo che sapessimo veramente quello che stava succedendo. Parlarono del satellite. Questo non mi aveva sconvolto. Per me, era solo un show televisivo. Forse ci avevano informato che sarebbe andato via satellite, ma, per me, non era una cosa eccezionale, e io non sono un tecnico. Perciò non sapevo che cosa avrebbero mandato in onda e come.

D. Perché Elvis ha voluto registrare solo a Graceland?
R. Ricordo solo una volta che abbia registrato a Graceland. Si trattava dell’ultimo album, perché ero là quella volta. Ricordo di essere andata ad una sessione della RCA, mentre registrava. Noi pensavamo di farla a Nashville dov’ero io, ma lui non venne. Annullò all’ultimo minuto e tutti dovemmo tornare a casa, però Elvis ci ha pagato. Questo era il periodo in cui non si sentiva molto sicuro di se stesso. Ed era stanco di fare sempre le stesse cose. Voleva iniziare ad estendere la sua attività ad altre cose. Voleva fortemente recitare, ma non il genere di film che aveva fatto. Voleva fare l’ attore drammatico. Ed si sentì molto offeso e ferito per un paio di proposte fatte, che non poté accettare a causa dei suoi problemi.

D. Tipo “E’ nata una stella, ad esempio?
R. Già. Il colonnello Parker gli disse che sarebbe stato un problema con la pubblicità perché non era chiaro chi sarebbe stato al vertice? Elvis o Barbara Streisand? Naturalmente fu Barbara Streisand a dare l’idea ad Elvis. Lei e Jon Peters, una sera, vennero nello spogliatoio e stettero lì a parlare, fino alle 5 del mattino. Elvis ne era così entusiasta. Gli spiegarono il succo della cosa. Era così entusiasta ed invece la sera successiva, venne a fare lo spettacolo ed era giù, come se qualcuno gli avesse tolto il tappetino da sotto i piedi. Era veramente molto giù di morale perché il Colonnello lo aveva dissuaso per motivi professionali. Ma Elvis voleva farlo veramente ed in quel film sarebbe stato grande.

D. C’è qualche storia su Priscilla ed Elvis?
R. Qualche storia su Elvis e Priscilla? Prima di tutto sono stati dei grandi genitori. Ed entrambi avevano un cuore d’oro. Elvis aveva un cuore d’oro. Priscilla ce l’ha ancora. Mi spiego, avevo alcuni problemi personali e recentemente le ho telefonato e lei mi ha detto: “Myrna lo sai, se c’è qualcosa di cui hai bisogno, puoi chiamarmi” E io so cosa intendesse: sua mamma, infatti, ha cercato di aiutarmi con la casa. Sai, stavo cercando di riacquistare questa casa che già avevo acquistato a suo tempo, ma stavo attraversando un momento difficile. Sua mamma fa parte di un’agenzia immobiliare. Mi ha aiutato e anche Priscilla, e sua sorella Michelle, Gary. E’ una gran bella famiglia!

D. Com’era Elvis negli ultimi due anni?
R. Non so che cosa abbiano visto gli altri, ma quando era con noi non era mai depresso, perché lo facevamo ridere. Se io ero con lui e le altre ragazze non c’erano, non sembrava esserlo, certo poteva avere delle giornate che non era al massimo, come tutti noi. Ma non avevo idea che… voglio dire l’avevo visto all’ospedale con problemi al fegato, problemi di insonnia perché stava anche settimane intere senza dormire. Era tutto un circolo vizioso. Come succede a me. Vado a letto alle 5 del mattino. Ma non posso andare a letto prima delle tre perchè ormai è diventato il mio stile di vita. Ma ho imparato a non prendere niente per dormire. Vado a letto quando il mio corpo è finalmente stanco, perché so che prendendo medicine per dormire, sarei costretta a prendere quelle per svegliarti. E poi ti ritrovi a prendere medicine sempre. Così se non dormo, non dormo.

D. Non c’era l’aria condizionata a Rapid City?
R. Non ricordo, non c’era?

D. Era un edificio nuovo.
R. Ah sì!

D. Il trucco di Elvis era tutto un pasticcio.

R. Ma non si truccava --- ah sì era truccato perché lo filmavano, già è vero! Quando hanno girato quello special io ho visto un grande Elvis. Quando stai con una persona tanto tempo, non noti se è aumentato di peso. Inoltre l’avevo già visto ingrassato, perdendo peso più tardi. Era stato molto più pesante in precedenza, per cui quando lo vidi, lo ritenni favoloso. Jerry mi chiamò dopo aver fatto la registrazione e mi chiese:” Com’era Elvis?” Io risposi “E’ stato grande”. E poi quando ho visto lo show dopo la sua morte, ho detto “Dio mio, ma non mi era sembrato così” Ma sai, quando ami qualcuno io credo che lo vuoi vedere a posto. E così è stato.


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Vecchio 26-07-2006, 16:33
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

D. Stavi andando a Portland, quando hai saputo che era morto?

R. Già, eravamo sull’aereo. Il pilota avendo ricevuto l’informazione tornò indietro a Burbank, visto che viaggiavamo con l’aereo dello show. Noi pensammo che avevamo dimenticato qualcuno e così atterrammo, proponendo di prendere un volo di linea. Non ricordo dove atterrammo. Penso che fosse nello Utah, ma non ne sono sicura. Martu Harrel, il pilota, è si avventurò in un campo che poteva essere una pista di atterraggio. Io non uscii dall’aereo, tutti erano usciti, il fatto è che io stavo veramente male. E MArty tornò nell’aereo e disse “Myrna scendi, perché quello che devo dire lo dirò una volta sola.” Così scesi e Marty telefonò a qualcuno, non so se fosse Joe Esposito oppure il Col. PArker. Ma ebbe la conferma che era successo qualcosa, e ci mise tutti in cerchio, tutti noi che eravamo su quell’ aereo: la TCB band, quelli della California e i cantanti che venivano dalla California. E quando disse: “Alex dice che Elvis è morto” E sentire il nome “Elvis” non te l’aspettavi –non avresti mai pensato che sarebbe potuto morire, che gli sarebbe potuto succedere. Sembrava che lui ne fosse immune. Perché, sai, si era ammalato. Ne aveva passate tante, ma era un pazzo. Perciò non te l’ aspettavi che succedesse – è come dire di pensarci, Oh, mio Dio. Che cosa è successo, quando è morto? Davvero non le pensi le cose del tipo: Dove andrò quando muore? Che cosa succederà. Non volevo pensare a cose di questo tipo. Pensavo solo, che l’avevo perso. E dovettero sedarmi. Quando l’aereo atterò a Burbank, avevo ripreso i sensi e andai a casa. Presi subito il telefono e feci la mia prenotazione del volo. E sono stata fortunata perché dopo un’ora non avrei più trovato un posto. Mi dimenticai però di prenotare l’hotel. Così sono andata là e ho potuto essere presente al suo funerale.

D. Hai un ricordo speciale di Elvis?
R. Si,è molto dolce. Una sera eravamo tutti nell’attico. E’ successo la prima volta che l’ho incontrato. Ci portò su all’attico e stava suonando un 45 giri. Stavamo facendo una piccola festa, tanto per stare insieme con qualcosa da bere e da mangiare. Elvis venne da me e disse: “Vuoi ballare?” C’era un lento. Quindi dissi: “OK” e non credo che, prima di farlo con me, Elvis abbia mai ballato con una donna di colore. Sentivo tutto il suo corpo, e mi sentivo come aggrappata a lui, quasi a sostenerlo, perché tutto il suo corpo stava tremando. Lui era così riservato, così intimido. Era considerato un macho e aveva talmente tante ragazze intorno, mentre lì, con me, era come una ragazzino. Questo è quello che lui era. Lo consideravo come uno di famiglia. Quando morì ed io piangevo e mi disperavo, mia madre disse: “Non fa parte della nostra famiglia! Cosa piangi a fare, perché ti disperi?” Perché lo amo, è come un fratello. Ma tu hai già un fratello! Al tempo non lo capiva, ma adesso sì.

D. Raccontaci dell “Elvis the Concert”

R. Oh è uno spettacolo favoloso, spero continui per sempre. Il concetto è di uno schermo gigante con l’immagine di Elvis con spezzoni tratti dai concerti che ha fatto e con la sua voce. La TCB Band è un elemento esterno e anche le voci e l’orchestra. Tutto questo è sullo schermo con l’immagine e la voce di Elvis. Tutti i presenti, la TCB Band, Le Sweet Inspirations, gli Stamps e gli Imperials, Joe Guercio e Ron Fuher sono persone che hanno suonato con Elvis, quando era vivo. C’è una base ascoltata da Joe Guercio e Ronnie Tutt, che permette di essere certi che ogni cosa funzioni perfettamente. Non c’è Elvis da una parte e noi dall’altra, anche se questo è successo un paio di volte. E’ qualcosa di favoloso. Il pubblico urla, scattano foto: è come se lui fosse lì, anche se non lo hai mai visto di persona, quando era vivo. Ti confesso che, ogni volta, in queste serate, sono eccitatissima. E’ divertentissimo. All’inizio mi sembrava piuttosto strano, ma ora, per questo spettacolo, lavoriamo molto più duramente di quando Elvis era vivo. Sappiamo che lui non è realmente con noi! Quando c’era lui, noi ci impegnavamo per lui e lui ci guardava per ricevere il nostro supporto. Lo sai che ci guardava sempre. Quando raggiungeva una tonalità, una nota veramente bella o qualcosa di simile, si girava a guardarci. Gli facevamo cenno di approvazione. Ma là, senza di lui, devi mettere maggiore energia nello spettacolo. Il pubblico, specialmente in Europa, è grande e non so perché, negli Stati Uniti, non è la stessa cosa.
Ma credo che non afferrino il concetto. Pensano che avremo un impersonator di Elvis, visto che i promoters, non vendono lo show per quello che è realmente.
Non so se l’Elvis the Concert sia cosa buona o no. Hanno nostri filmati degli anni 70 , dove ci vedevano di lato e talvolta al centro. E quando ci vedono sullo schermo, l’operatore punta una camera su di me e si può vedere com’ero negli anni 70. E vedi che la gente ti cerca, come a dire, è lei. E’ lei. Al tempo avevo la capigliatura piuttosto afro e un ragazzo mi disse “Sei uguale a tua madre” ed io “di cosa parli” e Lui “Non è tua madre quella nel fim?” ed io risposi “No sono io”. E’ molto divertente.

D. Qual’è il paese più appassionato, dove ci sia stato un Elvis the Concert?
R. Vediamo, il più appassionato. Siamo stati molte volte in Inghilterra. In Germania. Abbiamo fatto molti spettacoli in Germania e Scozia. Il più popolare? Forse il Giappone. Il pubblico giapponese è molto tranquilly e le donne sono molto riservate. Ma in quella situazione si alzano in piedi e urlano. Ho lavorato per Tom Jones dall’82 all’84 e devi sapere che lui interagisce con il pubblico come faceva Elvis. Quando sono andata in Giappone con lui, le donne giapponesi salivano sul palco e solo se Tom scendeva per dare loro un bacio, tornavano indietro. Ed eravamo nell’82, è oggi le cose sono un piuttosto cambiate. MA negli anni 80, le donne giapponesi erano molto più riservate di oggi. Invece quando eravamo là per il concerto, urlavamo. Quello che voglio dire è che oggi con i giapponesi il rapporto è diverso.


D. Qualsiasi situazione venga in mente, ci si ricorda di fans che facevano cose per lui.
R. E’ vero. Gli facevano sempre regali. Amavano dargli corone, perché lo consideravano il re del Rock ‘n Roll. A lui non piaceva questo titolo, per un fatto spirituale. Pensava che esistesse un solo Re. Ma, molto cordialmente, accettava questi regali, ma come già disse lui, a oi avrebbe detto, c’è solo un re. Non avrebbe mai adottato questo nome per se stesso.
A Sammy Davis Jr, regalò una perla nera. Una volta la diede ad un altro signore, quest’uomo prendendola disse, dammi qell’anello. Dammi quell’anello. E ci dava fastidio perché era seduto di lato.Noi guardammo Elvis, come a dirgli “E’ meglio non darglielo” Il tipo continuava a chiederlo. Elvis lo raggiunse e gli diede l’anello. Noi eravamo così arrabbiate con lui che quando andò a cambiarsi l’abito dello show per mettersi quello in velluto bianco e venne nel nostro spogliatoio, gli siamo saltate adosso e lo abbiamo fatto cadere per terra. Era sul tappeto e gli saltammo addosso e iniziammo a prenderlo a pugni. Più tardi abbiamo scoperto che questa persona era un milionario che più avanti permise ad Elvis di usare il suo aereo. Lui rideva come un pazzo quando lo picchiavamo. Non gli abbiamo fatto del male.

D. Elvis usò il Big Bunny, l’aereo di Hugh Hefner
R. Oh sì, l’aereo del playboy Bunny.


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Vecchio 26-07-2006, 16:34
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

D. Ti ricordi qualcosa?
R. Non vorrai sentire cose di questo tipo. Non vuoi sentirle, ma quando parlerai con Jerry Schilling, chiedi a lui. A Jerry piaceva una delle assistenti di volo, quando era il mio compagno. Ma ho scoperto tutto.

D. Ok ne parlerò con Jerry. Cosa mi dici di Elvis a Graceland?
R. Aveva uno dei primissimi televisori a schermo grande, ma non era uno schermo. Hai presente quegli schermi per vedere il cinema a casa, era qualcosa del genere. Ne era molto orgoglioso. L’aveva messo nella Jungle Room.
Per il suo 40esimo compleanno, eravamo in un posto dove c’era tanta neve. Credo fosse Vale. Non voleva festeggiare il suo compleanno. E all’inizio fu così. Noi pensavamo che avrebbe festeggiato. Linda voleva fare una torta per tutti. Credevo che rimurginasse sui suoi 40 anni, e così disse ai ragazzi di lasciarlo solo, non voleva condividere e celebrare quell giorno. Così Jerry ed io, come tutti noi, avevamo il nostro appartamento. Ricevemmo una chiamata da Elvis che chiedeva a Jerry di salire da lui. Andammo, c’erano lui e Lida ed era il suo compleanno. Aveva deciso di passarlo solo con alcune persone, ma eravamo solo noi quattro. Iniziò a raccontarmi delle storie. Mi chiese se avevo mai visto il film “Across 110th Street”, io non l’avevo mai visto, mentre lui l’aveva visto almeno 50 volte. Mi ricordo di avergli detto no, e lui iniziò a raccontarmi tutto perfino i dialoghi. Si trattenne con me tanto a lungo da raccontarmi la sotria così com’era nel film. Ma ci siamo divertiti. Lui rise molto quella sera e lo vedevo spensierato, a non pensai più che fosse cos’ preoccupato del fatto che stava invecchiando. Perché suppongo che quando sei stato un sex symbol, è una cosa a cui pensi. Ma doveva pensare più a quello che gli stava succedendo, piuttosto che a una cosa come questa. Abbiamo ballato tutta la notte. Linda fece una torta e credo abbia avuto un bel compleanno per i suoi 40 anni. Questo è l’ultimo che mi ricordo di aver festeggiato con lui.

D. Allo show di Indianapolis, fu l’ultima volta che lo vedesti?
R. Sì

D. Scherzava ancora molto?
R. Ogni volta che stava con me, non so come gli altri reagivano, ma stava sempre vicino a me, per ma maggior parte del tempo. Se non se la sentiva di chiaccherare, parlava con me. Quando stavo a casa sua a Beverly Hills, si vestiva e scendeva. Lui né fumava né beveva, ma con me lo faceva, se fumava, fumava le mia stessa marca, le Tarryton. E poteva furmare tutto il pacchetto in un’ora e se si versava da bere, avrebbe potuto bere una bottiglia intera. Ecco perché credo che non bevesse, perché aveva questo tipo di personalità. La volta che iniziava ….. ecco aveva questo atteggiamento. Prendi un drink, e lui non beveva assoltamente. Non era un bevitore. Gli piaceva fumare il sigaro, ma non fumava sigarette, e non gli dava fastidio se lo facevi in sua presenza. Non era una di quelle persone asfissianti.

D. Gli piaceva la carne ben cotta.
R. Elvis mangiava sempre tanto, se c’era gente. Credo che era talmente tanto abituato a mangiare da solo che era un insicuro sul galateo a tavola. Per cui mangiava tanto, quando era con qualcuno. Gli piaceva il cibo ben fatto. Bruciato.

D. Joe Esposito, come svolgeva i suoi incarichi?
R. Joe Esposito era il road manager. Ma era anche un assistente personale di Elvis perché Joe teneva il blocchetto degli assegni. E qualchevolta Elvis si sentiva generoso e chiedeva a Joe. Elvis non portava soldi consè. Ricordo una volta che mi chiese una moneta. Una moneta! E disse a Joe “Vai a prendere il blocchetto degli assegni” Joe lo fece e lui gli disse “Fai un assegno alle ragazze per 1.000 dollari” Ecco, Elvis era fatto così. Joe doveva controllare queste cose, il suo compito era che doveva trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Perché il Colonnello lo dirigeva, ma Joe faceva in modo di relazionare il Colonnello ed essere certo che Elvis facesse le cose quando loro pensavano dovesse farle. Elvis amava dormire fino a quando stava per iniziare lo spettacolo. Perciò qualche volta, quando scendeva, non era ancora del tutto sveglio. Così Joe doveva mettersi d’impegno per farlo alzare. Aveva molti doveri e li eseguiva.

D. Che ricordi hai del Colonnello?
R. Ricordo che il Colonnello Parker, all’inizio non mi piaceva perché dovevo correre ello spogliatoio, Elvis era già nel suo e nessun’altro avrebbe dovuto essere ancora giù. Lui stava uscendo dallo spogliatoio di Elvis ed io dissi “Buonasera” e lui passò dritto senza dire assolutamente niente. Pensai che probabilmente non mi aveva sentito. Perciò cercai di farlo ancora un paio di volte, gli ero vicino “Salve Colonello”. E mi accorsi che lo faceva deliberatamente. Amava farti sentire inferiore a lui. L’ho visto trattare la gente in modo da farli latrare come cani. LA volta successiva gli sono passata vicino e non ho detto niente. Così dopo 4 volte, lui mi guardò per vedere se lo salutavo e io continuai a camminare come se non l’avessi visto. E credo che abbia recepito il messaggio, perché la volta successiva nel momento in cui gira la testa mi disse “Buonasera” Gli feci credere di non averlo sentito. Lui ripetè “Buonasera” “Buonasera colonnello” Da quella volta mi rivolse la parola.
Dopo la morte di Elvis, lui e la sua signora chiamarono Jerry e me. Andammo a cena con lui, nella sua suite, il suo attico a Wilshire. Avevo iniziato a lavorare per Tom Jones. Mi chiamò appena arrivata a Las Vegas. Venne allo spettacolo di Tom Jones e mi portò fuori a cena. Trovai che lui ed il staff erano burloni. Amava ingannare la gente, verificare quanto terrorizzasse la gente. Ma se tu non eri impaurito, allora diceva “Bene, questo non vuole i miei scherzi”

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  #6  
Vecchio 26-07-2006, 16:35
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D.Quali ricordi hai di Linda Thompson ed Elvis?
R. Oh Linda è una grande persona. Era perfetta per Elvis. Lei lo risollevò, anche di morale, perché è un Gemelli come me. Piena di energia, intelligente. Io e lei avevamo molto di cui parlare. Era intelligente, bella. Si prendeva cura di Elvis, si assicurava che non si addormentasse e non si svegliasse. Qundo per la prima volta Elvis ebbe un incidente, cadendo o qualcosa di simile, lei fece di tutto perché fosse ricoverato. Era proprio una persona meravigliosa. L’ho rivista poco tempo fa. Ma ha promesso che ci saremmo tenute in contatto e penso che la chiamerò. E’ proprio una grande persona.

D. Pensi che Elvis facesse seriamente con Ginger Alden?
R. No, non secondo quanto detto a me, ma non lo saprò mai. No, non era per niente una cosa seria, per lui. Ma, il suo ego veniva bastonato quando lei non voleva fare quello che lui le chiedeva, perché era abituato che quando ti diceva “Vorrei che tu venissi a Nashville con me” , tu andavi a Nashville con lui. Così quando lei si rifiutava, era più che se fosse stato fatto a pezzi per l’amore, era un “Come ti permetti di dirmi di no” Era abituato ad avere intorno persone che gli dicevano sempre di sì. “Si, sì Elvis vuoi questo, vuoi quello” Riderò ai tuoi schersi anche se non sono divertenti. Era abituato a queste cose.

D. Pensi fosse troppo giovane ed ingenua?
R. Non era assolutamente ingenua. Poteva essere giovane, ma non ingenua.
D. Cosa pensi del fatto che oggi, Elvis sia ancora così popolare?
R. Non so cosa dire di questa gente che non era con lui quando era in vita. So solo che quando mio figlio aveva 5 anni, o forse più giovane, visto che ho iniziato a lavorare con Elvis che aveva 6 mesi, dicevo mio figlio aveva un jumpsuit bianca e una chitarra. E aveva il TCB che Elvis gli aveva dato, uno vero in oro. Era uno piccolo, e lui lo conserva ancora. Credo che lo amino molto i ragazzi, perchè ai concerti, tra il pubblico vedo bambini di sei anni che ballano, facendo e imitando Elvis. Loro non l’hanno conosciuto e quindi non sanno com’era. Ma i loro genitori hanno ascoltato la sua musica e questo è già un fatto fenomenale. Non c’è modo di spiegare una cosa di questo genere tranne che è stato unico nel suo genere. Non so se vivrà per sempre, ma a me sembra di sì.

D. Lo sorprenderebbe?
R. Probabilmente lo imbarazzerebbe. Ma credo che sarebbe orgoglioso si sapere che ha lasciato il suo marchio nel mondo.

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  #7  
Vecchio 26-07-2006, 16:51
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grazie hurt, meravigliosa intervista!!!
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  #8  
Vecchio 26-07-2006, 18:37
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Thank You Very Much!!! Appena ho un pò di tempo terminerò di leggere l'intervista! Grazie!
Ciao
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  #9  
Vecchio 26-07-2006, 18:39
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Quote:
Clint Reno
Thank You Very Much!!! Appena ho un pò di tempo terminerò di leggere l'intervista! Grazie!
Ciao
Infatti è piuttosto lunga!

E' bello scoprire in ognuna di esse qualcosa in più, qualcosa di personale, di cui non siamo a conoscenza. Vero?

Ciao
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  #10  
Vecchio 26-07-2006, 18:41
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Predefinito Re: Intervista A Myrna Smith

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MISSCLAWDY
grazie hurt, meravigliosa intervista!!!
Grazie Missclawdy, ma non l'ho fatta io ..... ahahahahaha!

L'ho solo tradotta!!!!!!!
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