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Vecchio 14-08-2007, 06:57
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Ge712 The Death Of Gladys

Oggi ricorre l'anniversario di un avvenimento che ha segnato, per sempre, la vita di Elvis: la morte di sua madre Gladys.

Ecco la traduzione, dell'ultimo capitolo del libro ELVIS AND GLADYS di Eliane Dundy (a cui si è rifatto anche Guralnick per la mitica biografia)



LA MORTE DI GLADYS

Red West ricorda l’ultima volta che andò a trovare Gladys a Graceland. Era Febbraio del 1958. Come descrive in Elvis, What Happened?, Elvis era ad Hollywood e “Io e la signora Presley stavamo seduti e chiacchieravamo….. Sapevo che c’era qualcosa che non andava in lei. Non potevo giurarlo, ma lo percepivo dal modo in cui parlava. Dio mio, questa donna sapeva che stava per morire. Non ha mai detto niente in tal senso, ma il modo in cui parlava era come se fosse tutto finito……….. Quando mi alzai per salutarla, mi richiamò e disse quello che le avevo sentito centinaia di volte…….. “Vigila sul mio ragazzo!” Questa volta però lo disse in modo diverso, era una specie di, non so, una sorta di suono definitivo, nella sua voce, come se fosse l’ultima vota che me l’avrebbe detto”.
La percezione di Red su Gladys coincide assolutamente con lo stato mentale che, inevitabilmente, accompagna l’attacco dell’epatite, una delle malattie più insidiose e subdole, che poi avrebbe portato Gladys, alla morte.
L’epatite è una parola di copertura che viene usata per definire qualsiasi danno al fegato, provocata da una varietà di agenti tossici, da quello per un’infezione viralem all’alcool, anestetici, droghe o altra categoria definita veleno. Entrando più in profondità sulla sua patologia e consultandomi con specialisti di questo campo, si rimane sorpresi non solo per la molteplicità di varianti, di questa malattia molto comune, ma soprattutto per l’estrema difficoltà di diagnosticarne una qualunque di esse. Per esempio, una delle sue forme più serie, meglio conosciuta come epatite cronica attiva (aggressiva), nonostante spesso risulti un attacco al fegato e/o cirrosi, nella maggior parte dei casi, non è evidente l’alcolismo. Perciò se chi ne soffre, non lo dice al medico, questo può protrarsi per mesi o anni, prima che il medico possa accorgersi di eventuali danni al fegato. A prescindere dalla tipologia di problema al fegato, i sintomi sono sempre gli stessi, clinicamente descritti come malessere, apatia, debolezza, sonnolenza, nausea, scompensi addominali, mal di testa e suscettibilità.
Chiunque abbia avuto l’epatite sa che il termine malessere è un termine laico che intende una depressione ben specifica, che vista la sua intensità è quasi vicina al suicidio.

Nel caso specifico di Gladys, quello che successe fu che, non solo la sua intera famiglia, ma ora anche in lei la depressione aumentava con l’aumento dell’ansia per Elvis e il servizio militare. Le visite del Dr. Evans a Graceland erano frustranti, non essendo stato informato di un indizio di vitale importanza che riguardava lei e la sua famiglia e che veniva tenuto segreto: la predisposizione verso l’etilismo. Anche se lui l’aveva sospettato e le aveva fatto fare degli esami del sangue, per valutare il funzionamento del fegato ed i risultati erano irrilevanti.
Nonostante il grande sconforto in cui Gladys si trovava, per i 60 giorni, in cui Elvis girava il film, tornò caparbiamente a Graceland. Lo sforzo di essere sempre ben vestita, incombeva su di lei e, appariva vestita principalmente con quel suo nuovo cappotto rosa, che Elvis le aveva comprato quel Natale. Pur se la strada che percorreva fosse dalla camera da letto alla cucina e ritorno, vedeva che questo faceva passare i giorni e a causa della nausea che aumentava, doveva farsi aiutare nei lavori domestici, sempre di più
Quella Gladys stava inconsciamente, cercando di morire. Una visita all’ospedale, per lei non significava migliorare la sua vita, ma indebolirla. Non aveva importanza quanto si sentisse male, significava essere egoista e rendere pubbliche le sue fragilità, proprio quando Elvis non necessitava di essere turbato da ulteriori preoccupazioni. Lui, al contrario, aveva bisogno di ricordare quell’illusione infantile, che era la sua forza.
Il Dr. Evans era convinto che la sua malattia fosse provocata dai calcoli. Riteneva che questi provocassero il continuo gonfiore e spiegò a Lilian, che, se non venivano seguiti e curati, potevano provocare un cancro. Gladys necessitava di essere portata urgentemente all’ospedale. Ma lei, ancora una volta, rimandò. Al limite, insistette lui, sarebbe stato importante che quelli che le stavano intorno, si assicurassero che prendesse le medicine che lui le aveva prescritto e che avrebbero potuto sciogliere i calcoli. Ma quando Gladys aveva bevuto, si dimenticava di prendere i farmaci. Quanto le costasse sottomettersi alla malattia, è evidente nelle fotografie scattate con Vernon ed Elvis, al momento del suo reclutamento.
L’intrusione di macchine fotografiche e stampa, in quel momento, fu una delle cose di cui lei ne risentì profondamente. Chiaramente arrabbiata dietro una smorfia e un’espressione di sopportazione, pur collaborando, rifiuta di sorridere alla gente e di guardare dentro la macchina fotografica. In una fotografia è seduta, fissando nel vuoto, rifiutandosi di partecipare al bacio di Elvis; in un’altra, sta in piedi ma non fa alcuno sforzo per nascondere il fatto che è solo per compiacere ad Elvis, tenendogli la mano, dietro la schiena. Quella su cui non c’è alcun dubbio, è l’ultima foto di quell’infelice momento, in cui è totalmente a terra, dove il viso è ormai gonfio, come se avesse pianto e con profonde occhiaie sotto gli occhi.
A questo punto si è completamente dissociata da chiunque, incluso Elvis, che sta seduto vicino a lei, chiusa in un dolore che nessun anestetico avrebbe potuto alleviare. Miracolosamente,in quelle prime ore del mattino di quel lunedì, 24 marzo, quando Elvis arriva nel luogo di reclutamento, accompagnato dai suoi genitori, Gladys, che si intravede nei filmati, appare un donna ricca di dignità. Vestita con un nuovo soprabito primaverile in onore di questa importante occasione pubblica, Gladys, mentre entra nell’edificio, appare gentile ma attenta testimone del suo giuramento e sembra non faccia nessuno sforzo. Il gonfiore del suo viso è magicamente scomparso, rivelando la massima delicatezza dei suoi lineamenti.
Tra i suoi amici raccolti per salutarlo, che come riferisce la stampa sono Patsy Presley, Judy Spreckles, Janet Hall, Bonnuie Underwood, Cliff Gleaves, Lamar Fike e Anita Woos (definita semplicemente come “artista di Memphis” nonostante fosse la fidanzata di Elvis già dal mese di luglio dell’anno prima) Gladys guarda Elvis e i suoi compagni che salgono sul pullmann, che li porterà al Kennedy Hospital per i controlli. Solo in questo momento la vediamo che discretamente, si asciuga le poche lacrime che le scendono. Solo poco dopo avrà il crollo.
Elvis arriva a Fort Chafee, Arkansans di Elvis, per ricevere le istruzioni, fare gli esami fisici, i test di attitudine e il taglio dei capelli. Il Colonnello Parker rimase presente per 3 giorni, assicurandosi la presenza dei media, affinché venga reso pubblico qualsiasi centimetro del corpo di Elvis, le sue azioni e reazioni, Tutto viene filmato fino al momento in cui Elvis e gli altri verranno definitivamente spediti, dal Maggiore Schultern a Fort Hood.
Durante il periodo a Fort Hood Elvis è apprezzato per il suo comportamento, per il modo di presentarsi di fronte ai superiori, manifestando sempre un’educazione congenita, modestia, senso dell’humor e una gran senso del dovere, impegnandosi sempre fisicamente negli addestramenti, nelle lunghe marce. Fuori dalla base, con i suoi amici, invece esprimeva quanto odiasse l’arma. Di grande aiuto fu il fatto che, quando era fuori servizio, poteva ricevere visite. Il disk jockey Eddie Fadal, gli aprì la sua casa e sua moglie cucinava per Elvis e i suoi amici, inclusa Anita Wood, che lo andava a trovare ogni fine settimana.
Elvis, insieme ai suoi genitori, andò alla prima del film King Creole.
Ciò che Gladys vide all’inizio del film, guardando la famiglia Fischer, il figlio Danny (Elvis), sua sorella e il padre, un uomo a pezzi, sempre avvilito per la morte della moglie, avvenuta un anno prima, sembrava una fredda premonizione che doveva averle gelato il sangue.
La popolarità di Elvis continuava ad aumentare. Non era più il ragazzo cattivo, ma il bravo ragazzo diventato eroe per essere il più grande simbolo della democrazia americana. A questo punto Elvis stesso diventò più ottimista: aveva una ragazza, di cui probabilmente era innamorato (molto diversa da Gladys, perché bionda, piccola, con ambizioni di far carriera), i soldi della RCA, della merchandising, dei films. Aveva dimostrato a se stesso di essere un buon soldato e un attore promettente e aveva la benevolenza di tutti. Con la sua fede in Dio, ogni cosa sembrava andasse per il verso giusto ………. Non era quello che diceva sempre la mamma? Diceva spesso. Ed aveva fiducia di riuscire a risolvere il problema per la situazione in cui si trovava sua mamma, oggi così lontana dalla splendida forma che di lei aveva sempre conosciuto, standole vicina e prendendosi cura di lei.
Dopo l’addestramento di base, tutti i soldati di Fort Hood aveva il permesso per vivere fuori dalla base. Elvis prima affittò una roulotte e poi una casa più comoda, con 3 camere da letto, nelle vicinanze di Killeen.
Una settimana dopo essere tornato alla base, alla fine di giugno, venne raggiunto da Gladys, Vernon, Minnie Mae e Lamar Fike. Con meno di 2 mesi di vita davanto, Gladys era stata portata a 400 miglia di distanza in una calda e rovente estate del Texas, così lei ed Elvis potevano stare insieme. Cosa può esserci di più confuso e imbarazzante di una madre e suo figlio che ragionano solo con le loro emozioni?
Per gli ultimi pochi mesi, ritirandosi sempre di più nel perimetro della sua camera da letto, Gladys, aveva in comune con gli altri malati di epatite, tutti i sintomi della malattia, lasciadosi andare in morbide fantasie sulla sua morte. La sua fede le aveva promesso la pace eterna, la libertà dalla sofferenza e il benvenuto tra le braccia di Gesù…..
Ora, per la prima volta, Gladys si trovava in un nuovo ambiente, la confusione di una città che era una base militare. Ma Elvis era nuovamente nella sua sfera. Lo shock del cambiamento aveva ancora una volta avvallato le sue sensazioni. Per il momento, le sue dolci fantasie erano state accantonate, e il suo spirito combatteva contro il suo destino. Iniziò ad arrabbiarsi con quella casa in affitto, dove, goffamente, cercava di trovare la strada in mezzo a mobili che, improvvisamente, facevano di tutto peri farla inciampare, si infuriava con quella strana cucina, dove non c’era niente di ciò che avrebbe dovuto esserci e che, logcamente, non riusciva a trovare. Così come degli effetti di famiglia che avevano portato, non c’era nulla di quelli che lei voleva.
Sfogava la sua rabbia su Vernon oppure, per un altro verso, implementava la sua ansia per Elvis. Nessuno e niente veniva risparmiato dall’ irascibilità di questa donna morente che continuava a combattere per la sua vita. Poi, si sentiva piena di rimorsi e si rimproverava, per ciò che causava e per il dolore che provava e tornava a bere, per nuovamente ritrovarsi nella salvezza dell’oblio.

L’inizio della fine arrivò la prima settimana di Agosto. Questo è il momento in cui le condizioni di Gladys erano diventate sufficientemente serie, da richiedere l’immediato intervento di un medico.
Anche se la sua pelle era diventata gialla per l’itterizia, il medico locale non fu in grado di determinare la causa della sua malattia. Telefonarono al suo medico personale, ma lui non poteva curarla perché non poteva esercitare fuori dalla giurisdizione del Tennessee. Gladys doveva tornare a Memphis, quanto prima. Una giornata intera andò persa, perché Gladys rifiutava l’aereo ed Elvis, per poterla accompagnare, a casa, in treno, tentò di ottenere un permesso per il fine settimana, ma senza successo. Venerdì 8 agosto Elvis accompagnò in macchina i suoi genitori a Fort Worth e li mise sul treno, per Memphis.
Immediatamente, subito dopo il loro arrivo a casa, alle 14.00 del sabato, Gladys si trovava nell’ambulatorio del suo medico, e nel tardo pomeriggio venne portata al Methodist Hospital.
Furono coinvolti quattro specialisti, ma a parte trarre la logica conclusione che fosse un’epatite, non riuscirono ad accordarsi sulla causa che l’aveva scatenata.
Da quel momento, la stampa emetteva dei resoconti giornalieri su Gladys. La sua età veniva indicata come 42, la sua malattia era definita “itterizia e disturbi alimentari” e la sua condizione “molto malata, ma non in pericolo”.
Passarono il sabato e il lunedì e i bollettini la definivano sempre più grave.
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Vecchio 14-08-2007, 06:59
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

In contatto giornaliero con il medico di Gladys, le cui condizioni peggioravano sempre più, Elvis chiese nuovamente un permesso per la situazione di emergenza. Sfortunatamente, la partenza venne ritardata per ottenere il permesso ufficiale, anche perché Elvis aveva fatto solo una settimana di corso avanzato e una sua partenza avrebbe gravemente compromesso i termini del suo servizio.
Martedì Elvis pensò che se la sua richiesta non fosse stata accettata immediatamente, se ne sarebbe andato senza permesso. Non appena le carte furono completate, Elvis partì immediatamente in aereo, per stare al fianco di sua madre, arrivando alle 19.45 della stessa sera. I giornali riportano: A causa della paura di volare di sua madre, in 2 anni, questa è solo la seconda volta che Elvis prende un aereo.
I medici gli riferirono che Gladys soffriva di una forma acuta di epatite, il fegato era danneggiato e le sue condizioni erano molto critiche. Quando Elvis entrò nella stanza, lei scoppiò a piangere e abbracciandolo disse “Oh, figlio mio” . Quando Elvis lasciò la stanza per un attimo, disse ai giornalisti: “La mamma non sta bene, non sta per niente bene”. Aveva le lacrime agli occhi era abbattuto e spaventato. C’erano i suoi amici riuniti nella sala d’attesa, fece loro un brevissimo saluto e tornò dalla madre. Tranne che per i stretti familiari, non erano ammesse visite e la porta era piantonata da un poliziotto. In camera, viene messa una branda, in modo tale che Vernon possa rimanere con lei.
Elvis rimase al fianco della madre da martedì sera a mercoledì sera. Alle 21.00 del mercoledì Gladys insistette perché il figlio tornasse a casa a Graceland e cercasse di dormire un po’. Quando se ne andò, quella sera, disse ai giornalisti: “Sta un po’ meglio e parla molto meglio”. Sarebbe tornato il mattino, disse, e le avrebbe portato dei fiori, da casa. Elvis si era addormentato quando suonò il telefono, alle prime ore del mattino di martedì 14 agosto. Sapeva di cosa si trattasse prima ancora di rispondere. Vernon gli disse che Gladys era morta alle 3.15 “Mi ha svegliato dibattendosi nel letto. Non riusciva a respirare. Mi sono avvicinato a lei il più velocemente possibile, mentre l’infermiera e il medico le mettevano l’ossigeno. Ma ormai era troppo tardi”.

Incredulo e sotto shock, Elvis corse all’ospedale. La guardia si spostò dalla porta, per farlo entrare. Poi, si sentirono i lamenti disperati di Elvis e di Vernon, che spezzavano il silenzio della notte nell’ospedale, diffondendendosi nei corridoi, e senza sosta piangevano forte e pregavano sul corpo senza vita di Gladys.
Il Dr. Charles Clarke, medico di Gladys, annunciò che la morte della signora Presley, era stata “apparentemente causata da attacco di cuore” e la notizia venne resa pubblica.
(Anche se l’attacco di cuore probabilmente fu il risultato del cambiamento metabolico dovuto dalla cirrosi o dal collasso del fegato, sia Elvis che Vernon rifiutarono l’autopsia e quindi non fu mai realmente stabilita la vera causa della morte di Gladys)

Quando la notizia si divulgò, tutti si radunarono al cancello di Graceland: famiglia, amici, fans e la stampa, ma davanti a tutti, naturalmente, c’era il Colonnello, pronto a fare il suo lavoro. Il dolore privato di Elvis, divenne presto un circo pubblico. Subito dopo l’arrivo di Parker, fu dato ordine di aprire i cancelli di Graceland, alla stampa. Si trovarono davanti un padre ed un figlio distrutti e seduti sugli scalini della casa, notevolmente coscienti dell’intrusione e che si consolavano alternativamente l’un l’altro, con lo sguardo fisso nel vuoto. Elvis indossava una camicetta bianca arricciata, quella preferita da Gladys e pantaloni bianchi. Le sue scarpe erano slacciate e sarebbero rimaste così per tutto il giorno. Anche i lacci delle scarpe di Vernon erano slacciati e non si era nemmeno pettinato.

Le notizie locali riportarono:

Graceland, metà mattina. Elvis ha raccontato della morte, al Press-Scimitar, “mi ha spezzato il cuore” Le lacrime scorrevano sulle guance. Pianse per tutta l’intervista. “Lei era tutto ciò per cui vivevamo” singhiozzava “E’ sempre stata la miglior ragazza che ho avuto”

Elvis era combattuto a rispondere alle loro domande. Sì, aveva passato la giornata della sua camera d’ospedale, le aveva dato il bacio della buona notte, prima di andare dicendole che sarebbe tornato il giorno dopo, al mattino presto, portandole dei fiori da casa. Ancora una volta spiegò che iniziava a stare meglio e a parlare meglio, era stata persino in grado di parlare con il medico, e fargli vedere la sua Cadillac rosa, parcheggiata sulla strada, dalla finestra della camera d’ospedale, dicendo. “C’è la mia Cad rosa. Me l’ha data mio figlio. Non la scambierei con niente” Ma quando iniziò a parlare di quella telefonata, alle prime ore del mattino e come già sapesse cos’era successo, scoppiò a piangere “Non può essere vero!” e poi silenzio. Fu lasciato a Vernon il compito di finire la storia.
“Elvis piangeva senza ritegno” riportava il Tupelo Daily Journal. “Lui e suo padre stavano seduti sugli scalini della grande casa, guardando in giù lungo il viale fino al cancello pieno di gente… “Quando la mamma stava male” mormora Elvis “avevamo l’abitudine di camminare su e giù per farla sentire meglio…… adesso tutto è finito”. Prende di nuovo la parola Vernon “Ci sono stati giorni in cui uscivo per cercare lavoro e tornavo scoraggiato. Ma io sapevo che quando sarei tornato a casa da Gladys, tutto sarebbe tornato a posto. Avrebbe detto “Le cose andranno meglio, vedrai” Le fotografie mostravano i dei due uomini in lacrime, abbracciati uno all’altro, quasi aggrappati e i giornalisti si astennero dal riempire il resto del loro articolo, perchè Elvis si alzava per andare dalla madre.
Quando, alle 2 del pomeriggio, arrivò la bara, i cancelli di Graceland furono nuovamente aperti, per farla entrare, insieme agli amici intimi e la famiglia.
Gladys, in un bel vestito blu, che Lilian non aveva mai visto prima, giaceva nella sala da pranzo, in una bella bara in argento, con il coperchio aperto.
Lilian guardava mentre Elvis si buttava su sua madre, nella bara, abbracciandola e baciandola, cullandola avanti e indietro, riempiendola di dolcezza e piangendo, le parlava nella loro lingua speciale, chiedendole di tornare da lui. Dice Lilian “Nessuno riusciva a farlo smettere di toccarla, fino a che, avendo paura per lui, furono costretti a chiudere la bara con il vetro. Allora Elvis afferrò la vestaglia rosa di Gladys, quella che lui le aveva regalato a Natale, quella che lei indossava sempre e, piangendo, andava su e giù per le scale stringendola al petto, baciandola e fu la cosa più straziante che avessi mai visto. Improvvisamente Elvis si fermò a metà scala e urlo. “Oh, no…… non tu!” Seguendo lo sguardo, Lilian vide che era arrivata Dixie Locke, per onorare la salma, insieme a suo marito.

Nel frattempo erano stati organizzati i funerali.
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Vecchio 14-08-2007, 07:04
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

I funerali avrebbero dovuto aver luogo dove erano stati ufficiati, anche per i progenitori di Gladys e Vernon, nella loro casa. Avrebbe ufficiato la cerimonia il sacerdote dei Presley, il pastore della First Assembly of God Church, il rev. James E. Hamill, insieme al gruppo di gospel preferito da Gladys, i Blackwood, che avrebbero cantato i suoi inni preferiti. Sarebbe stato preparato da mangiare per gli ospiti, molti dei quali avrebbero portato le loro pietanze, da casa.

Improvvisamente i piani furono cambiati! Il giornale del mattino di Memphis, Commercial Appeal, diede l’annuncio in tempo.

”Le onoranze funebri per la madre di Elvis Presley avranno luogo oggi pomeriggio alle 15.30 nella National Funeral Home……
I programmi originali di un funerale a Graceland, sono stati annullati per decisione del suo manager Col. Tom Parker di Nashville.
Il Colonnello Parker ha dichiarato “Elvis ha detto che sua madre amava tutti i suoi fans, e vuole dare loro l’opportunità di vederla”.
Il Colonnello temeva danni da parte dei curiosi.
Ma il desiderio del cantante è di tenera sua madre a casa., in modo tale che sia lui che suo padre possano restare con lei, nelle ultime ore prima che venga fatto il funerale. La bara rimarrà a casa fino alle 9 di oggi, per poi tornare all’obitorio.”

Non è necessario leggere tra le righe. Il Colonnello aveva deciso di immischiarsi con le cerimonie rituali mortuarie. Perché tenere Elvis nascosto nella privacy delle sue quattro mura, quando c’era la possibilità di esibirlo in un momento come questo, creando l’emozione per un pubblico. No, questo non faceva parte di lui!

Forse il Colonnello aveva realmente pensato che, se fosse stata data loro la possibilità, i fans avvebbero strappato la casa di Elvis? Se sì, la sua conversione al sudismo doveva essere davvero molto superficiale. I fans potevano aggredire Elvis, dopo un’esibizione, potevano collezionare e custodire le foglie che erano cadute dagli alberi di Graceland, potevano scavalcare le mura che la circondavano, ma nelle cerimonie religiose si sarebbero comportati in modo adeguato, e non avrebbero mai apportato alcun danno alla casa in cui sarebbero entrati per onorare la salma di Gladys, così come avvenne in seguito, per la salma di Elvis. In ogni caso, anche la polizia di Memphis era stata ben organizzata e certamente si sarebbe attivata per mantenere la pace.
Così, invece di rendere note le sue preoccupazioni tra gli amici intimi e la famiglia, il piano del Colonnello lo portò a farsi il lungo percorso in macchina da Whitehaven fino a Memphis, dove aveva luogo il funerale. Sotto 95°F di un pomeriggio d’estate, c’era una ressa di 300 persone, che potevano vedere Elvis perdere il controllo, quando i Blackwood intonarono l’ inno preferito di Gladys. “Precious Memories”.
Quando arrivò il momento di
Nel frattempo, il numero dei presenti aumentava nel parcheggio esterno, cosicché da arrivare a tremila persone, che secondo quando disse il Press-Scimitar, si rovesciavano nell’obitorio per porgere gli omaggi alla salma e il numero di macchine che seguivano le cinque originali, fino al Forest Hill Cemetry dove Gladys sarebbe stata seppellita, si moltiplicarono al punto che furono necessari 65 poliziotti per rimuovere la processione in Bellevue Boulevard.
Da quel momento il lancio emozionale di Elvis fu tale che i quattro uomini che lo avevano aiutato ad uscire dalla macchina, in cimitero, non furono in grado di fermarlo mentre, all’ultimo momento, piangendo tra una folla accalcata, gridava “Addio, cara, addio. Ti voglio tanto bene, tu sai quanto. Ho vissuto tutta la mia vita per te!” e poi “Oh Dio! Tutto quello che avevo se n’è andato”. “Vi prego non portatemi via la mia bambina, Non è morta, sta solo dormendo”

La frase che Elvis volle mettere sulla lapide di Gladys dice: SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ NON LA MIA.
Gli fu concesso un prolungamento della licenza ma, lunedì 25 agosto, doveva tornare a Fort Hood.
“Dopo aver seguito il funerale di sua madre” riporta UPI “Elvis si trovò costretto a letto con un’infezione virale e una leggera febbre” Infatti Elvis passò la maggior parte di questi 9 giorni nella sua camera da letto, uscendo raramente, fino alla fine della sua licenza.
In lui si formava una verità terrificante. Aveva avuto una premonizione prima, quando disse a Joe Hyams di questi sentimenti conflittuali che talvolta diceva “mi spaventano da morire” – su come si sentiva alle volte, come era cresciuto e poi diventato qualcuno, e come, invece, fosse ancora “un piccolo bambino che deve avere qualcuno che lo vegli”

“Ho vissuto la mia vita per te” aveva gridato sulla tomba di Gladys, ma ora era diventato aspro, pieno di dolore, con i bei ricordi della protezione, del sostegno, del sacrificio e delle sofferenze che lei si era prodigata a dare, in tutti questi anni. Lei che aveva vissuto tutta la sua vita per lui e per lui era morta. Non c’era più la fierezza, Elvis era di nuovo un bambino piccolo. Ora, l’unica sua protezione poteva arrivare da quella cerchia di gente che avrebbe tenuto sotto controllo, più che averne fiducia e - come aveva imparato a Natale - di Colui che aveva sempre bisogno di cercare e mettere alla prova.
Il 21 agosto, il dentista di Elvis, Lester Hofman e sua moglie Sterling ricevettero una telefonata che chiedeva loro se volevano andare a trovarlo. Erano già stati ospiti di Elvis parecchie volte e l’atmosfera di Graceland era sempre stata informale e piena di attività. Quando arrivarono e furono introdotti nella sala da pranzo, si trovarono di fronte a quello che Sterling dichiarò: “Tutta la Humes High, in silenzio come statue, si era stabilita là, in pianta stabile”. Finalmente uno di loro parlò.
“Non vuole scendere. Stiamo aspettando da una settimana, che esca dalla sua stanza”.
“Ditegli che siamo qui” disse gentilmente Sterling
Cinque minuti dopo Elvis era lì. “E’ un dato di fatto che sentivi la sua presenza nella stanza, prima ancora che arrivasse” dice Sterling. Mise uno sgabello vicino agli Hofman e come prima cosa iniziò a parlare del funerale, i suo occhi non si staccavano dal pavimento. C’erano stati anche loro? No? Ne fu felice….. era, era un circo. Silenzio. Poi improvvisamente guardò dritto verso Sterling con “quegli occhi che ti guardavano in quel modo tenero” e sorrise “Non ha mai visto tutta la casa, vero Signora Hofman? Andiamo”. Sorrideva “Gliela voglio far vedere”.
Tre di loro si alzarono. Elvis fece un leggero colpetto con la testa, in direzione della sua band di fedeli e, con grande sorpresa di Sterling, svanirono come topi. Il Re aveva liquidato i suoi buffoni di corte.

“Ogni volta che tornava a Graceland, dopo la morte di Gladys” dice Lilian” era depresso, per almeno un paio di giorni, non voleva parlare con nessuno.
Un giorno, dopo il suo ritorno dal servizio militare, se ne stava seduto sul prato, era enormemente triste e stava con la testa bassa. Lo vedevo, spesso in quella posizine.
Andai da lui e gli chiesi
“Sei stato in cimitero?”
“Non riesco, zia Lilian” disse “Non riesco ad andare…… non ce la faccio a passare” e poi si alzò e si diresse verso la palizzata e rimase là, immobile guardando il vuoto…… solo, sentendo la mancanza di sua madre.

“Dopo la morte di Gladys, Elvis è cambiato completamente” dice Lilian, ripensando al ragazzo che aveva conosciuto “Non è mai più stato Elvis”.






Ultima Modifica di hurt : 14-08-2007 07:14
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  #4  
Vecchio 14-08-2007, 09:25
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

Certo che il rapporto che vi era tra Elvis e sua madre aveva dell'incredibile! Sicuramente ora saranno insieme lassù... naturalmente felici!!
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  #5  
Vecchio 20-08-2007, 15:07
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

grazie Hurt per l'articolo!

E' proprio vero, il loro rapporto era speciale e molto forte!
Sono sicura che oggi stiano di nuovo bene insieme!!

Chissà come ci vedranno a noi, da lassù...... secondo me ci conoscono uno per uno...

Mi è molto piaciuto l'epitaffio che Elvis ha scelto per la tomba della madre: " Sia fatta la Tua volontà, non la mia" ...... grande fede nel Signore!

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  #6  
Vecchio 05-10-2007, 19:09
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

Sto leggendo il libro "Elvis And Gladys", scritto da Elaine Dundy e sono rimasta sorpresa nel rendermi conto, attraverso le fotografie degli avi di Elvis (nonni, bisnonni, bis-bisnonni...), che i lineamenti del suo viso non sono una caratteristica "Presley", quindi del padre, ma "Smith", cioè da parte di madre, in un miscuglio di sangue indiano Cherokee e scozzese-irlandese.

Infatti potendo confrontare una fotografia di Elvis con un'immagine della sua bis-bisnonna (se non erro sull'albero genealogico ), si può vedere una grandissima somiglianza nei lineamenti della fronte, delle guance, della forma del viso e degli occhi.

Se infatti confrontate il viso di Elvis nell'ultimo periodo della sua vita con quello di sua madre, noterete questa somiglianza.

Una curiosità che ho scoperto da poco e che ho voluto condividere con voi.

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  #7  
Vecchio 05-10-2007, 22:17
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

Quote:
Lisa Visualizza Messaggio
Sto leggendo il libro "Elvis And Gladys", scritto da Elaine Dundy e sono rimasta sorpresa nel rendermi conto, attraverso le fotografie degli avi di Elvis (nonni, bisnonni, bis-bisnonni...), che i lineamenti del suo viso non sono una caratteristica "Presley", quindi del padre, ma "Smith", cioè da parte di madre, in un miscuglio di sangue indiano Cherokee e scozzese-irlandese.

Infatti potendo confrontare una fotografia di Elvis con un'immagine della sua bis-bisnonna (se non erro sull'albero genealogico ), si può vedere una grandissima somiglianza nei lineamenti della fronte, delle guance, della forma del viso e degli occhi.

Se infatti confrontate il viso di Elvis nell'ultimo periodo della sua vita con quello di sua madre, noterete questa somiglianza.

Una curiosità che ho scoperto da poco e che ho voluto condividere con voi.

LISA
Grazie Lisa! Hai fatto proprio bene a dircelo...sai hai ragione, anch'io confrontando varie foto di Elvis e la sua mamma ho notato una certa somiglianza...spesso sembra che abbiano uguale anche l'espressione un po' triste degli occhi ...comunque grazie anche per aver citato il titolo del libro, devo comprarmelo...
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  #8  
Vecchio 14-10-2007, 15:13
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

grazie hurt x l 'articolo che mi ha fatto praticamente vivere quei momenti...e sentire la stessa angoscia e disperazione che ho provato quando ho perso anch'io delle persone molto care! la morte dei genitori è la cosa più brutta che possa esistere!! e poi la mamma....
mi dispiace molto x gladys!una fine,quasi del tutto simile,che nn meritavano ne lei ne elvis!!....ma ora finalmente sono di nuovo insieme!
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  #9  
Vecchio 14-08-2008, 06:44
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

Nella ricorrenza del 50° anniversario della morte di Gladys Love Smith, mi permetto di portare a galla questo documento, sperando che ai nuovi utenti del faccia piacere leggerlo, perchè fa capire lo stato d'animo di Elvis e sino a che punto il suo dolore sia stato lacinante.

Se vogliamo parlarne...............
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  #10  
Vecchio 14-08-2008, 10:36
tania tania Non in Linea
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Predefinito Re: The Death Of Gladys

Quote:
hurt Visualizza Messaggio
Improvvisamente Elvis si fermò a metà scala e urlo. “Oh, no…… non tu!” Seguendo lo sguardo, Lilian vide che era arrivata Dixie Locke, per onorare la salma, insieme a suo marito.

Hurt mi sai dire perchè Elvis ha avuto questa reazione??
tks
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