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  #471  
Vecchio 10-11-2007, 08:37
hurt hurt Non in Linea
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Si boh, neanche io sono esperto comunque sempre meglio Elvis, è bravo anche questo fino a quando non si sà,e chissa se è una cosa che durerà a lungo anche dopo. Comunque ognuno è libero di far ciò che vuole. Elvis è sempre Elvis.
Sono d'accordo con te!. Secondo me, la prerogativa di Elvis Presley è che è ancora il primo in cassifica a distanza di 30 anni dalla morte, pur se le statistiche insegnerebbero che, dopo tanto tempo, potrebbe essere considerato parte della storia musicale, ma non con gli apici di vendite che conosciamo.

Anche Verdi, Puccini, Bethoven, Mozart, etc non moriranno mai, ma sono compositori di musica classica diffusa in tutto il mondo. Elvis Presley è un artista mi musica leggera e, nonostante gli numerevoli commenti negativi, da parte dei critici musicali (soprattutto italiani) rimane sempre il numero UNO
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  #472  
Vecchio 10-11-2007, 08:47
françois françois Non in Linea
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Sono d'accordo con te!. Secondo me, la prerogativa di Elvis Presley è che è ancora il primo in cassifica a distanza di 30 anni dalla morte, pur se le statistiche insegnerebbero che, dopo tanto tempo, potrebbe essere considerato parte della storia musicale, ma non con gli apici di vendite che conosciamo.

Anche Verdi, Puccini, Bethoven, Mozart, etc non moriranno mai, ma sono compositori di musica classica diffusa in tutto il mondo. Elvis Presley è un artista mi musica leggera e, nonostante gli numerevoli commenti negativi, da parte dei critici musicali (soprattutto italiani) rimane sempre il numero UNO
Quoto. Elvis è e rimarà il numero uno.
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  #473  
Vecchio 10-11-2007, 11:22
perlanera perlanera Non in Linea
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anch'io come hurt sono di parte, e a fare confronti tra brooks ed elvis nn ci penso proprio. è vero ke ha venduto più di elvis, ma solo perchè la carriera di elvis si è interrotta x cause di forza maggiore.
ho visto il video, e premetto ke io adoro la musica country, ma il fatto è... ke mai la voce degli artisti viventi (e non), ke io ho ascoltato fino ad ora, mi ha trasmesso quel tipico dolce calore al cuore ke solo elvis mi fà provare...
(secondo voi sono troppo di parte?)
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  #474  
Vecchio 10-11-2007, 11:39
hurt hurt Non in Linea
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anch'io come hurt sono di parte, e a fare confronti tra brooks ed elvis nn ci penso proprio. è vero ke ha venduto più di elvis, ma solo perchè la carriera di elvis si è interrotta x cause di forza maggiore.
ho visto il video, e premetto ke io adoro la musica country, ma il fatto è... ke mai la voce degli artisti viventi (e non), ke io ho ascoltato fino ad ora, mi ha trasmesso quel tipico dolce calore al cuore ke solo elvis mi fà provare...
(secondo voi sono troppo di parte?)
Si deve anche tener conto che il tipo di distribuzione che esiste oggi, non è minimamente rapportabile a quanto era possibile in quegli anni.

Quindi Elvis vince sempre e comunque!!
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  #475  
Vecchio 10-11-2007, 11:55
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famosissimo direi....alzi il dico ki lo conosce...

cmq può vendere quanto vuole ma i suoi dischi saranno pubblicati in vietnam e giappone???si ascolterà ancora tra 30 anni???quanti fan club e imittori ha????

vendere negli ultimi 20 anni tanti dischi essendo in attività nn è come venderli negli anni 50 ed essere morto prima ke tutti abbiano un giradischi in casa....

..........
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  #476  
Vecchio 11-11-2007, 07:26
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''L’Altrorock'' con ''Niente panico bambini!'' a Cologno Monzese


di Barbara Marino/ 11/11/2007


Il gruppo di musica cristiana ha accompagnato il musical di Paola Ancilotto. Sul palco bambini svegli e talentuosi che si sono cimentati nell'incontro-scontro con le paure più comuni dell'infanzia. Civiltà Cattolica: "La musica rock parla all’anima".
Il gruppo di musica cristiana milanese "L'Altrorock" accompagna il musical "Niente panico bambini!" di Paola Ancilotto in due date per lo spettacolo che vede sul palco bambini svegli e talentuosi cimentarsi nell'incontro-scontro con le paure più comuni dell'infanzia. L’appuntamento è per sabato 10 novembre alle ore 21 e domenica 11 novembre alle ore 16.30 nel Teatro San Marco in Corso Roma a Cologno Monzese (Milano). E' una splendida occasione per riascoltare brani già famosi in America settentrionale, reinterpretati da una rinnovata formazione di cinque musicisti, che dal 2004 promuovono catechesi "alternative" a base di successi di Lincoln Brewster, Janell, Out of Eden, Paul Baloche e tanti altri.

L’Altrorock per una catechesi alternativa

L'AltroRock nasce nell'estate 2004 da una proposta rivolta ad alcuni adolescenti della parrocchia di San Giuseppe nel decanato di Cologno Monzese. L'idea era di formare una rock band che potesse rispondere ad un'esigenza forte di quei ragazzi: il fare musica.

L'adolescenza è sicuramente l'età nella quale la musica diventa il canale privilegiato e più importante nella conoscenza del proprio io e per esprimere la propria identità nel gruppo: la si vorrebbe ascoltare dall'alba al tramonto, si raccolgono i primi spiccioli per comprare il biglietto per il concerto del cantante preferito, si formano band amatoriali provando anche in piccoli e freddi box sotto casa, si dedicano per radio canzoni all'amico del cuore ... Dunque, non poteva che essere il Rock il collante giusto, con la sua forza propulsiva, il suo carisma contagioso e la sua immediatezza emotiva.

Si iniziò così a lavorare dietro le quinte per la stesura del repertorio. L'obiettivo però non poteva fermarsi lì. Ecco che l'identità della band iniziava a prendere corpo, acquistando il coraggio di proporre un "ALTRO" modo di dire "ROCK". E allora perché non parlare ad altri ragazzi di quel forte motore d'amore scoperto nella fede cristiana? "L’AltroRock" è proprio questo: una band che vuole condividere un "ALTRO" modo di dire "FEDE". E lo fa attraverso l'energia della batteria, del basso elettrico, delle chitarre, delle tastiere e di un corpo vocalist d'eccezione; il tutto condito entro i sapori di un repertorio d'oltreoceano: la cristian music americana, ormai un business fra gli incassi targati USA.

La proposta de "L'AltroRock" è chiara ed allo stesso tempo flessibile: in primis, vogliano fornire una serata per una catechesi alternativa, che attraverso la musica possa contagiare ed alimentare nei ragazzi un desiderio di ricerca spirituale e un'attenzione alla propria crescita educativa. Il direttore de "L'AltroRock" - il batterista - è un educatore adolescenti della parrocchia di San Giuseppe, diplomato presso il Conservatorio "G.Verdi" di Milano. Tutti i componenti della band sono studenti di musica presso diversi istituti di formazione musicale.

"L'AltroRock" si compone di chitarra elettrica, chitarra acustica, basso elettrico, due pianoforti digitali, batteria, set percussioni, due vocalist, per un totale di otto elementi. Il gruppo è autonomo nell'impianto e chiede solo uno spazio idoneo per lo spettacolo (preferibilmente un teatro).

La band si sostiene grazie all'aiuto immancabile della Divina Provvidenza. Cioè, non chiede alcun compenso alla parrocchia che ospita, ma gradisce un'offerta, che permette di poter continuare al meglio il cammino del gruppo, pagando così sale prova e soprattutto l'attrezzatura di cui si necessita.

Paola Ancilotto

Paola Ancilotto è nata a Venezia, scrittrice, laureata in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo presso l’Università di Bologna, ha tenuto per diversi anni Laboratori di animazione teatrale nelle scuole, realizzando vari spettacoli. Vive a Venezia e concilia l’insegnamento nella scuola media con il suo lavoro artistico. Ama molto fare teatro con i bambini. Nel 1997 vince, insieme all’illustratrice Donatella Besa, il 2° premio per una Favola illustrata "Un giorno accadde a Malcontenta". Scrive teatro per ragazzi (Premio al Concorso Internazionale di Drammaturgia 1998/99 Sette Autori, Sette Commedie). Ha pubblicato presso le edizioni Tintoretto di Treviso (Un paio di occhiali speciali), Erga di Genova (Niente panico, bambini!), Il Punto d’Incontro di Vicenza (Il respiro del mare, Il seme del prugno, Nonno Orso, Ho ragione io, no io!), San Paolo (Uguale ma non troppo), Tachien (Lullo and the kite) e Supernova di Venezia (Lisetta a Venezia – Rialto, tradotta in inglese, francese e spagnolo).


Non c'è nulla da assolvere nel rock. Semmai c'è da valutare

Dopo anni in cui erano considerati satanici, la storica e prestigiosa Civiltà Cattolica (rivista della Compagnia di Gesù, i cui testi sono sempre preventivamente vagliati e approvati dalla Segreteria di Stato di Sua Santità) ha "benedetto" i suoni del rock amati dai giovani: "La musica di Springsteen & Co parla all'anima". Lou Reed è uno dei rocker che si è esibito dentro le mura vaticane alla presenza di papa Wojtyla. Bob Dylan, Bruce Springsteen, Lou Reed, Bob Geldof, Tom Waits ... sono soltanto alcune delle più grandi icone rock amate da generazioni di giovani e meno giovani. Ma sono nomi che, a sorpresa, sono stati "benedetti" anche da una delle più antiche e austere congregazioni religiose, fondata da sant'Ignazio di Loyola, che - riconoscendo finalmente e ufficialmente al rock il suo potere comunicativo - ha dimostrato senza alcun dubbio molto coraggio.

Il rock "è tornato in Paradiso" quindi, col placet dei gesuiti, dopo che per tanto tempo era stato bollato come musica diabolica, portatrice di messaggi satanici e subliminali, da evitare - quindi - nella maniera più assoluta. Con il suo sottofondo di sesso e droga, il fenomeno "rock" per le gerarchie ecclesiastiche ha sempre fatto rima con esperienze "shock", sinonimo di contestazione, trasgressione, iconoclastia, satanismo ... "la musica del diavolo". È dagli anni Cinquanta, quando i fondamentalisti religiosi bruciavano i dischi di Elvis Presley nelle piazze, che il cristianesimo ha lanciato la sua crociata anti-rock, condannando gruppi come gli stessi Beatles, i Queen, i Led Zeppelin piuttosto che i Mercyful Fate, i Christian Death o, passando dal vinile all’iPod, Marilyn Manson.

I tempi però, così come i ritmi, sono cambiati. E mentre si discute se per la liturgia è meglio tornare alla musica sacra o continuare a sopportare la musica "da oratorio", tutta chitarre e "alleluia", l’intellighentia religiosa tenta il colpo di mano rivalutando il rock. Sabato 3 marzo 2007 nella sala convegni della redazione romana di Civiltà Cattolica in via Porta Pinciana 1, davanti ad un pubblico composto da gesuiti, esponenti del comitato scientifico della rivista, sociologi e musicologi, si è svolto un convegno sul rock, la musica più amata tra i giovani, le sue tematiche e il suo potere espressivo. Il confronto-dibattito dal tema "La musica rock e i bisogni dell'anima" ha visto padre Antonio Spadaro nella veste di relatore principale.

È stato la prima volta che i gesuiti dedicano un convegno al rock, ma per padre Spadaro sembra che sia "una cosa del tutto naturale, perché, - ha spiegato - è nello spirito di Civiltà Cattolica guardare anche al di là dello stretto mondo ecclesiale, per cercare di capire fenomeni e culture nuove", per cui "è del tutto naturale dedicare un momento di riflessione anche alla musica più amata dai giovani di tutto il mondo".

E infatti, padre Spadaro ha ragione, perché questo riconoscimento suona un po’ come la scoperta della coperta, dal momento che tutto il mondo culturale, artistico, giovanile e sociale (non religioso, almeno finora) riconoscono da molti decenni al rock quanto gli è dovuto e anche più. Questo non significa che la musica liturgica possa o debba necessariamente cambiare in quel senso e diventare più dura. Anche se, nel corso dei secoli, la musica liturgica ha spesso dato scandalo, e spesso nel senso che possiamo dire buono del termine. Giovanni Pierluigi da Palestrina (autore della celebre Missa Papae Marcelli - 1562) trovò proprio nella Chiesa del tempo i suoi più duri osteggiatori, e sorte migliore non incolse Bach (che era luterano), o Vivaldi, oggi considerati monumenti non solo della musica liturgica ma della musica e basta. Come dire che ciò che è trasgressione nel proprio tempo, alla lunga diventa accademia. Lo stesso vale per il rock; oggi sono (a ragione) considerati dei classici (chiamateli sempreverdi, o giurassici, se volete) musicisti come Bob Dylan, Tom Waits, Jimi Hendrix o altri. Questa scoperta della coperta, per alcuni suona un pochino come un mea culpa, e come il tentativo di riavvicinare (giustamente) le masse giovanili, che nel frattempo hanno orientato diversamente i loro interessi, anche quelli musicali. Comunque, non bastano una chitarra, un basso e una batteria per fare del rock; non basta una declamazione ritmica e una base tecno per fare il rap, e certo non basta un diploma di conservatorio per fare musica classica. Se non si può suonare in modo, diciamo, moderno in una chiesa, allora perché spesso la stessa chiesa ha la forma di un garage e l’acustica di una lavanderia?
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  #477  
Vecchio 11-11-2007, 07:26
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"Il rock - ha detto intanto padre Spadaro - non è la musica di Satana ma è un genere che esprime una grande forza espressiva e che spesso ha convogliato espressioni dell’anima anche violente, ma profonde". Però padre Spadaro detesta parlare di "assoluzioni" o di "redenzione". "Ma che significa - ha chiesto, infatti - assolvere un genere musicale? Non c'è nulla da assolvere nel rock. Semmai c'è da valutare, al di là di assoluzioni e condanne generaliste, che non servono a nulla. Il rock - per il gesuita - è un genere che ha in sé un enorme potere espressivo ed una storia ormai consolidata che ha origine intorno agli anni Cinquanta. È un fenomeno che va conosciuto e capito. E alcuni gesuiti ci hanno provato con l'incontro". Non è comunque la prima volta che padre Spadaro si occupa di rock. "Ho iniziato - racconta l’esperto - con Bruce Springsteen, proseguendo poi con Nick Drake e Nick Cave. Seguiranno altri interventi su altri artisti. A partire da Tom Waits".

Quarantenne, siciliano, un insegnamento alla Pontificia Università Gregoriana, scrittore di Civiltà Cattolica e un elenco di collaborazioni con giornali più vari, padre Antonio Spadaro, critico di letteratura contemporanea, musicologo, ma anche attento osservatore delle mode giovanili, a partire dalla musica, sulle pagine di Civiltà Cattolica già in passato aveva "riletto" il percorso di musicisti maledetti, popolarissimi come Bruce Springsteen e di nicchia come Nick Drake.

Nega, pure, padre Spadaro che papa Wojtyla e papa Ratzinger, siano stati "avversari del rock". "Tutt'altro - ragiona - l'idea della musica come possibile luogo di incontro con Dio è stata ben espressa da Giovanni Paolo II al congresso eucaristico di Bologna del 1977 dove, oltre a citare le parole di ‘Blowin' in the wind’, si incontrò con l'autore Bob Dylan e con Adriano Celentano. Ma papa Wojtyla ha incontrato anche Bob Geldof e Quincy Jones. E hanno suonato alla sua presenza, in Vaticano, tanti altri artisti - ha ricordato ancora il gesuita -, come gli Eurythmics, Lou Reed, i Nomadi di Beppe Carletti, Claudio Baglioni e tanti altri". "Ma oltre al rock - ha osservato Civiltà Cattolica - ci sono tanti altri generi emergenti di estremo interesse, come il rap e l'hip-hop, che in qualche caso produce della musica cristianamente connotata, come nel caso di KJ-52, ma è un fenomeno da noi poco conosciuto, per cui solo Eminem sembra l'unica icona possibile, ma non è così". E cosa rispondere a chi accusa il rock di essere musica satanica? "Sì, ci sono casi - ha detto padre Spadaro -, come quello di Marilyn Manson in cui il satanismo occupa la musica rock, ma sono casi. Il rock è un fenomeno vastissimo, non facilmente etichettabile, che va capito. Ratzinger si è solo detto contrario all'uso del rock nella liturgia, ma ha ben colto il potenziale di questa musica".

"Il rock è un fenomeno contraddittorio, che si è fatto interprete dei sogni, delle aspirazioni e del malessere di più generazioni. È un canto di liberazione, musica di rottura. Esprime spesso lacerazione o una ribellione profonda che va letta con cura. L’energia vitale liberata dal rock può a volte ritorcersi anche su se stessa, con azioni estreme come il suicidio - ha ricordato Spadaro citando Kurt Cobain - ma di ogni artista bisogna analizzare il percorso di vita", come per esempio l’inquieto Nick Cave: un passato vissuto tra alcol e droga, la morte del suo miglior amico e la successiva conversione che traspare dai testi più recenti, ispirati anche alla Bibbia. La contraddizione è tipica dell’artista, la coerenza no. È per questo motivo che bisogna distinguere, evitando condanne sommarie così come facili benedizioni. C’è il rock satanico che scivola nel narcisismo e c’è il rock capace di esprimere tensioni interiori profonde, verso qualcosa di radicalmente altro. "Ci sono percorsi che partono da una visione desolante, cupa e poi, cammin facendo, maturano una visione diversa, approdano a una dimensione che contempla la trascendenza, in cui Dio è presente", è l’insegnamento di padre Spadaro.

Antonio Spadaro è consapevole di come si muova il "mondo giovanile": cosa legge, cosa ascolta, cosa cerca. La musica rock non è né buona né cattiva, può nascondere il Maligno o il Sacro e qui occorre vigilare. Ma è prima di tutto una straordinaria forma di espressione culturale. Nei confronti della quale, a lungo, la Chiesa è stata sorda. Tutto qui. Nonostante si tratti di una rivoluzione. In realtà in il rapporto della Chiesa con la musica più o meno rock è sempre stato piuttosto vario: dalle simpatie di Branduardi per l’Opus Dei alle manie mistiche di Celentano, fino ad arrivare al fenomeno, abbastanza misconosciuto tranne rari casi, denominato Christian Rock e che comprende anche gruppi punk e metal i cui testi fanno riferimenti espliciti alla dottrina cristiana tanto quanto i Clash li facevano alla politica. Ai concerti di Natale in Vaticano hanno partecipato i più popolari musicisti italiani, molti big stranieri (soprattutto i Cranberries, irlandesi e assai cattolici), ed anche cantanti sospettati di legami con la camorra e che hanno lasciato la famiglia per una ragazzina che ha l’età dei suoi figli. Le proteste (fondate o meno, secondo i punti di vista) per il tour in cui Madonna si esibiva su una croce luccicante, per Marilyn Manson (che ci ha costruito una carriera), per il romanzo di Dan Brown ed il relativo film hanno avuto come solo risultato quello di una enorme pubblicità per l’oggetto di discussione: le critiche negative aumentano l’aura trasgressiva, conquistando le simpatie o perlomeno la curiosità anche da parte di chi non era un particolare fan del genere. Ma non sarebbe più dignitoso lasciar perdere le polemiche futili e magari dedicarsi a problemi più urgenti?
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Vecchio 14-11-2007, 08:19
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Da Rockol

Jay-Z raggiunge il record di Elvis?

Il nuovo album di Jay-Z potrebbe raggiungere la vetta delle classifiche statunitensi. Secondo le prime proiezioni di vendita, “American gangster” potrebbe, con circa 450mila copie vendute, piazzarsi al comando della classifica americana e consegnare al rapper un importante primato: essere allo stesso livello di Elvis Presley nella lista degli artisti con il maggior numero di album al numero uno. Avendo con il precedente “Kingdom come” raggiunto le gesta discografiche dei Rolling Stones, Jay-Z si augura di poter entrare nella storia della musica, sedendo accanto a Elvis nella posizione numero due. Per raggiungere la vetta dovrà invece battere i Beatles con 19 album al numero uno.
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  #479  
Vecchio 14-11-2007, 08:22
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Dr Rock, mi consigli brani da ascoltare, non cd…

Scritto il 13 Novembre, 2007 in Recensioni Pop/Rock, Speciali

<< Riflettevo sul fatto che ormai i dischi li comprano in pochi ma è incredibile come i ragazzi scarichino canzoni. Mi capita di parlare con pischelli di artisti e gruppi ed io ancora mi esprimo da vecchio dicendo “che dischi ti piacciono?” e loro mi fanno “non lo so, però conosco questi pezzi…”. Se guardi lo scaffale di cd a casa di amici e amiche quasi sempre è deludente, ma se poi scruti l’hard disk c’è una varietà che sicuramente rincuora…>>

Prima serie di canzoni consigliate da Vacho “Dr Rock” Varela

Sometimes It Snows in April - Prince
Ci ha abituato agli aspetti più deliziosi delle sonorità elettroniche anni ‘80, alle incalzanti drum machine e alle tastiere che sostituiscono i fiati, ma sempre negli ‘80 Prince sapeva ritagliarsi dei momenti di nudo acustico come questo: gli strumenti a corda cigolano e scricchiolano vivi e Prince è un interprete vocale sensualmente commovente.

Games - Husker Du
Uno dei più bei pezzi scritti da Bob Mould gioca sull’avvincente dicotomia fra la breve e zoppicante strofa e l’apertura lirica del ritornello in tipico stile Husker Du. La produzione è quella solita inaugurata dal doppio album “Zen Arcade”: abrasiva, acida e asciutta, tanto da sfiorare il disturbo acustico. La quintessenza del rock alternativo americano.

Theme from Shaft - Isaac Hayes
“Avevo sedici anni quando uscì al cinema “Shaft” e fu una delle esperienze più eccitanti della mia vita. “Shaft” e gli altri film della blaxploitation ci offrirono il primo esempio di “negritudine” non giamaicano. Qui in Inghilterra non esiste una cultura nera indigena e quindi dobbiamo importarla. In quel periodo il nuovo look ci venne assicurato da quei film e da James Brown. Di notte oscillavamo dai capi della Tonik a dei capelli rasati al gusto afro, pantaloni scampanati e top militari. Il soulboy stava nascendo allora” (Lloyd Bradley, giornalista e scrittore)

Divine Hammer - The Breeders
Gli archetipi del perfetto college rock sono racchiusi anche in questa delizia delle Breeders di Kim Deal (ex-Pixies). Sezione ritmica che spinge come il punk dichiara, chitarre jingle-jangle come i Byrds insegnano e ritornello zuccherato come i Beatles ricordano. Fece seguito come singolo a “cannonball” entrambe dal disco “last splash” ed entrambe meritano.

That’s Alright Mama - Elvis Presley
“Elvis cominciò a cantare questo vecchio blues di Arthur “Big Boy” Crudrup, saltellando e facendo il matto; Bill [Black] prese il contrabbasso e cominciò pure lui a fare il matto, e quindi anch’io mi misi a seguirli. Sam [Phillips], credo, stesse in regia con la porta semi aperta facendo qualcosa che interruppe, ficcò la testa dentro e disse: “Che state facendo?” non lo so, gli rispondo, e lui: “Bene, allora tornate indietro, trovate un punto in cui ricominciare e rifatela da capo”" (Scotty Moore, il leggendario chitarrista nei primi anni di carriera di Elvis Presley).


A cura di Vacho Varela
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  #480  
Vecchio 15-11-2007, 08:12
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Da Musik Link

Il nuovo libro di Pamela Des Barres.
Dopo “Sto con la band”, esce ''Let's spend the night together''

2007-11-14 - Si intitola come una celebre canzone dei Rolling Stones il nuovo libro di Pamela Des Barres, la groupie più famosa della storia del rock di cui all’inizio dell’anno è uscito in Italia per Castelvecchi il primo volume dell’autobiografia, “Sto con la band”.
''Gesù è stata la prima rockstar e Maddalena la prima groupie”, dice con evidente provocazione Pamela per la quale il termine “groupie” oggi ha assunto una connotazione fondamentalmente negativa, ma originariamente indicava piuttosto delle muse-ancelle dedite a confortare le rockstar. Erano ''ragazze che magari anche per soddisfare il proprio ego, perché farsi vedere accanto a Mick Jagger o Jimmy Page era un privilegio, hanno vissuto una stagione indimenticabile, svolgendo anche un ruolo non solo di sacerdotesse del sesso, ma anche di confidenti e di muse'', dice l’autrice.
'Let's spend the night together' è una raccolta di ritratti di queste muse, a cominciare dalla celebre Tura Satana, la ragazza giapponese protagonista del film di Russ Meyer 'Faster Pussycat! Kill! Kill!', la donna che ha introdotto all'arte amatoria Elvis Presley e gli ha insegnato quei movimenti delle spalle e del bacino che lo hanno reso famoso nel mondo. Ancora oggi Tura porta al dito un anello di brillanti regalatole da Elvis.
Cat Stevens con la sua groupie componeva canzoni, Frank Zappa sposò Gail, che oggi amministra la sua eredità artistica. Nel libro si parla anche di Jimi Hendrix, Eric Clapton, Led Zeppelin, Pink Floyd, Beatles, fino al punk e
all' heavy-metal.
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