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Vecchio 19-06-2006, 16:11
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so che questa cosa non centra assolutamete nulla, ma mi serve la trama in breve di "Il trovatore" di Giuseppe Verdi, a più breve possibile. Scusate, ma è urgente. Grazie, ciao
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  #2  
Vecchio 19-06-2006, 16:41
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L’Antefatto

Il Conte di Luna ha due figli. Un giorno una zingara è sorpresa vicino al più piccolo dei due fratelli e quando, poco dopo, il bambino si ammala, la donna viene accusata di stregoneria e condannata ad essere bruciata viva. Azucena, la figlia della zingara, giura di vendicare la morte della madre e per farlo rapisce il figlio più piccolo del Conte con l’intenzione di gettarlo tra le braci accese del rogo. Ma compie un terribile errore: scambia il bambino rapito con il proprio e quando se ne accorge è ormai troppo tardi perché suo figlio è già morto tra le fiamme.

l Conte di Luna per tutta la sua vita non vorrà mai credere alla morte del figlio minore, in realtà rapito da Azucena e ancora in vita. Verso la fine dei suoi giorni convincerà l’altro suo figlio, attuale Conte di Luna, a giurare di fare tutto il possibile per ritrovarlo. Azucena, nel frattempo, alleva il bambino come se fosse il proprio e gli dà il nome di Manrico.

In quel tempo la Spagna, dove tutta la trama viene ambientata, è sconvolta da una violenta guerra civile per la successione al trono d’Aragona. Il destino vuole che il figlio maggiore del Conte di Luna e il giovane Manrico si trovino a combattere su fronti opposti, l’uno in favore dell’Infante, l’altro con i ribelli.



Riassunto dell'opera

Atto I - Il primo quadro del primo atto si svolge nell’atrio del palazzo dell’Aliaferia. E’ notte. La Principessa d’Aragona è a palazzo. Fernando, seguace del Conte di Luna, ed alcuni soldati del Conte, giacciono vicino alla porta che conduce ai suoi appartamenti. Fernando cerca di tenere svegli i suoi uomini raccontando loro la storia della zingara bruciata sul rogo e della figlia che per vendetta getta il bambino tra le fiamme. Egli afferma che, benché siano passati ormai molti anni, potrebbe senza dubbio ancora riconoscere il suo volto. I soldati, superstiziosi, reagiscono con terrore al racconto e ricordano come una volta la zingara sia comparsa sotto forma di civetta ad un servitore del Conte che l’aveva torturata e come egli sia morto di paura.Essi maledicono la zingara e, quando una campana del palazzo suona la mezzanotte, tutti si disperdono.

Il secondo quadro ci porta, sempre di notte, nel giardino del palazzo, dove Leonora, una dama di compagnia della Principessa, aspetta l’arrivo del Trovatore di cui è innamorata. Nell’attesa racconta ad Ines, sua amica fidata, come lo abbia conosciuto durante un torneo e come, con lo scoppio della guerra civile in Spagna, non abbia più potuto rivederlo. Ines cerca di convincere Leonora a dimenticare lo straniero ma non ci riesce: la donna giura tutto il suo amore per il Trovatore e si dichiara disposta a morire per lui. Dopo che le due donne si sono ritirate nelle loro stanze, compare in giardino il giovane Conte di Luna, a sua volta innamorato di Leonora, con l’intenzione di dichiararle i suoi sentimenti. MA il Conte viene sorpreso e turbato dall’apparizione del Trovatore. Quest’ultimo intona una serenata per la donna amata e Leonora, attirata dalle dolci parole, scende di nuovo in giardino, corre incontro al Conte e, scambiandolo nell’oscurità per il Trovatore, gli confessa il suo amore. Una voce tra gli alberi esclama “Infida”, e Leonora capisce l’errore. La donna riesce a placare la gelosia dell’amato spiegandogli l’equivoco e giurandogli ancora una volta il suo amore. Ciò scatena la rabbia del Conte, che sfida il rivale a togliersi la visiera che copre il suo volto e a dichiarare la propria identità. Il Trovatore si svela e pronuncia il suo nome: Manrico. Il Conte riconosce nel rivale in amore anche il suo avversario politico nella guerra civile spagnola e decide così di sfidarlo a duello.



Atto II - Manrico vince il duello con il Conte di Luna ma decide di non ucciderlo. Una voce dal cielo gli dice: “Non ferir”. Tempo dopo egli stesso viene gravemente ferito in una battaglia. Il primo quadro del secondo atto è ambientato in un luogo isolato sulle montagne della Biscaglia, dove un gruppo di zingari ha il suo campo e dove Manrico viene portato per essere curato da Azucena. E’ quasi giorno. Manrico e Azucena sono l’uno vicino all’altra accanto ad un fuoco. Azucena intona un canto che racconta di una zingara bruciata viva sul rogo e, rivolta a Manrico, gli sussurra: “Mi vendica”. Quando gli zingari si allontanano dal campo in cerca di cibo, Manrico chiede alla donna, che egli crede essere sua madre, delle spiegazioni riguardo ai fatti raccontati nel canto. Azucena acconsente e racconta al giovane la storia della madre condannata dal Conte di Luna a morire tra le fiamme. Era stata proprio la madre, condotta al rogo e minacciata dalle spade dei soldati del Conte, a gridare alla figlia: “Mi vendica”. La zingara, tradendosi, parla a Manrico della propria vendetta e dell’errore commesso avendo gettato nel rogo suo figlio invece che quello del Conte. Manrico le chiede allora se egli sia veramente suo figlio e Azucena, mentendo, lo rassicura. Intanto arriva la notizia che Leonora, convinta che Manrico sia morto in battaglia, ha deciso di entrare in convento. Manrico, allora, parte subito per raggiungere la donna amata e convincerla a non compiere un tale gesto.

Il secondo quadro si svolge nel chiostro di un convento nelle vicinanze della fortezza di Castellor. Anche il Conte di Luna, come Leonora, crede che il suo rivale in amore sia ormai morto. Essendo venuto a sapere della decisione di Leonora, egli si nasconde con un gruppo di seguaci nel chiostro del convento con l’intenzione di rapirla. Quando Leonora sta per salutare la sua fidata amica Ines per entrare definitivamente in convento, compare il Conte che esclama: “Per te non havvi che l’aria d’Imeneo”. Improvvisamente arriva anche Manrico, che con alcuni suoi uomini riesce a disarmare il Conte di Luna e a fuggire con Leonora



Atto III - Nel primo quadro siamo nell’accampamento del Conte di Luna, dal quale si vedono in lontananza le torri della fortezza di Castellor in mano ai ribelli. Dopo essere fuggiti dal convento, Manrico e Leonora si rifugiano nella fortezza, che Manrico ha l’incarico di difendere dall’attacco delle forze comandate dal Conte. Gli uomini del Conte trovano Azucena nei pressi del loro accampamento e la fanno prigioniera sospettandola di essere una spia. Quando la donna viene portata dal Conte, Fernando riconosce in lei la zingara che quindici anni prima aveva rapito il fratello del Conte. Azucena è disperata e invoca il nome di Manrico perché venga a salvarla. Il Conte di Luna, che crede di avere nelle sue mani la madre del suo mortale nemico, condanna a morte la donna.

Il secondo quadro avviene in una sala della fortezza di Castellor accanto alla cappella dove Leonora e Manrico stanno per sposarsi. L’amore di Leonora infonde in Manrico il coraggio necessario per affrontare l’attacco che si fa ormai imminente. Ma improvvisa arriva la terribile notizia che Azucena viene tenuta prigioniera nell’accampamento del Conte e che la zingara sta per essere bruciata viva. Manrico chiama a raccolta i suoi uomini con l’intenzione di liberare la donna, esce dalla fortezza e Leonora rimane sola.



Atto IV - Il primo quadro del quarto atto inizia in un cortile del palazzo dell’Aliaferia. In un angolo c’è una torre con sbarre alle finestre. E’ notte. L’esercito del Conte di Luna ha riconquistato Castellor. Il tentativo che Manrico compie per liberare Azucena fallisce ed il giovane stesso è fatto prigioniero. Leonora, invece, riesce a salvarsi. La donna viene portata da Ruiz, amico fidato di Manrico, nella torre dove egli e Azucena sono rinchiusi. Le campane che suonano a morto ed un coro di monaci che intona un Miserere per i due prigionieri prossimi alla morte indicano ormai con chiarezza l’imminenza dell’esecuzione. Dalla torre Leonora sente un triste canto di addio del Trovatore da lei amato. Il Conte di Luna ordina ai suoi uomini di uccidere Manrico e Azucena all’alba. Leonora compie allora un ultimo disperato tentativo per salvare la vita di Manrico: si presenta al Conte di Luna e lo supplica di risparmiare il giovane offrendosi lei stessa come prezzo di tale grazia. Di fronte a questa richiesta il Conte decide di acconsentire. Senza farsi notare però Leonora prende del veleno per evitare di dover tenere fede alla promessa fatta.

ll quadro finale si svolge in una cella buia dove Manrico e Azucena sono rinchiusi. Azucena non riesce a dormire perché viene continuamente tormentata dalla terribile visione della madre morta sul rogo. Quando alla fine la zingara crolla in uno stato di semincoscienza, compare Leonora che incita Manrico a fuggire. Lei, però, si rifiuta di seguirlo e quando Manrico capisce quale prezzo Leonora abbia pagato per ottenere la grazia, la maledice. Solo quando il veleno comincia a fare effetto si rende conto dell’estrema fedeltà della donna amata. Il Conte di Luna, che ha visto la scena, si accorge di essere stato ingannato. Mentre Leonora muore tra le braccia del Trovatore, egli ordina l’esecuzione di Manrico, costringendo Azucena ad assistere alla morte del presunto figlio. La zingara rivela però la verità. “Egli era tuo fratello”, e aggiunge: “Sei vendicata, o madre!”. Inorridito il Conte esclama: “E vivo ancor!”.

LUCA BONOMI

Sperando ti vada bene.
Ciao
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  #3  
Vecchio 19-06-2006, 20:16
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Predefinito Re: Aiuto!

grazie all'infinito!
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