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#1
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The Colonel
Ho appena finito di leggere il libro The Colonel di Alanna Nash.
Sono sconvolta!!! Probabilmente tutto è legato ad una mia eccessiva sensibilità, per tutto ciò che riguarda Elvis, ma non riesco a farmene una ragione di quanto quest’uomo, che tutti hanno definito manager, ma che io definisco solo un bestiale sciacallo, abbia dato un così grande contributo all’autodistruzione di Elvis, disinteressandosi completamente della stanchezza psicologica e fisica, non solo di colui che riempiva le sue tasche in modo spropositato, per poi sperperare tutto giocando d’azzardo, ma soprattutto dell’ essere umano. Elvis ha avuto la grande responsabilità di essersi tuffato nei farmaci, ma soprattutto ha avuto l’ingenuità di dare troppa fiducia a questo clandestino, assassino psicopatico (esiste tanto di certificato medico, emesso dall’ospedale psichiatrico militare), senza mai controllare quello che faceva il suo manager, come gli gestiva gli affari, come lo buttasse in pasto ai leoni con l’unico scopo di fare dollari, dollari, dollari e solamente dollari, al punto che davanti al cadavere del SUO BOY l’unica cosa che è stato capace di dire “Tutto continua come prima, perché è morto solo il suo corpo”. In fondo ha detto una verità, perchè Elvis è ancora vivo tra noi, ma il prezzo che ha pagato per essere Elvis Presley è stato troppo, troppo alto. Non mi riferisco alla morte in sé, ma più propriamente a come ha vissuto una vita tormentata, piena di dolore e frustrazione dentro l’essere umano, che via via, l’ha portato in un vortice di emozioni altalenanti, incontrollabili, dove hanno prevalso quelle che facevano enormemente male, tra cui emerge, a chiare lettere, la paura di se stesso, della vita e degli altri. L’unico modo per soffocare queste erano spese pazze per se stesso e per comprare l'amore degli altri e una quantità inverosimile di farmaci, che hanno avuto la conseguenza di finale di permettergli di umiliarsi e ridicolizzarsi agli occhi del mondo. Il bastardo non si è mai preoccupato di cosa Elvis volesse veramente, del suo stato di salute, che fosse un fatto congenito o un aggravamento naturale o una conseguenza degli abusi farmaci. Buona parte dell’entourage, sin dall’inizio, era al servizio di Parker e non di Elvis, esattamente come i dipendenti di un’azienda, che in cambio di uno stipendio, devono obbedire alle disposizioni per dare utili l’azienda, subendo angherie, sfruttamento, mobbing, precarietà e necessità di sopravvivenza. Ma in questo caso era Elvis che li pagava. Sia leggendo la biografia di Guralnick, che questo libro, ho toccato con mano la gioia e l'incredulità del giovane adolescente povero, che, improvvisamente, si trova in un mondo che non è il suo. Un mondo di ricatti e compromessi, che lo spiazzano emotivamente e fisicamente, essendo molto distanti dall’educazione ricevuta e dalla sua sensibilità. Quella sua enorme sensibilità che, via via, viene sempre più sottovalutata e ignorata, prima di tutto dal suo “manager” e poi dai vari amici, che si sono venduti a Parker, sin dall'inizio. Anche tra i fans, c’è chi giudica Elvis un grande artista, ma un pessimo uomo. Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma quello che penso io, dopo aver letto altri libri, oltre la mitica biografia di Guralnick è che Elvis Presley è stato un essere umano a cui non era permesso esternare quelle fragilità e debolezze umane, come noi siamo abituati ad esternare quotidianamente. Elvis doveva salire su quel palco a tutti i costi, che stesse bene o stesse malissimo. Elvis doveva mantenere troppe persone! Elvis aveva un ruolo e un’immagine da salvaguardare, di fronte al mondo, ma non ce l’ha fatta da solo, NON poteva farcela da solo. Elvis doveva solo pagare, pagare, pagare e ha pagato con la vita!!!!!!!!!!! Non so quale fosse il confine tra la sua voglia di vivere o il desiderio di morire, per smettere di stare male dentro. Proviamo ad immaginarci noi al posto di Elvis!!! Walk A Mile In His Shoes!!! Ultima Modifica di hurt : 20-11-2007 10:01 |
#2
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Re: The Colonel
sto rileggendo a pezzi la biografia di guralnick e guardacaso rifletto sempre sul comportamento del colonello,ke,da un mio punto di vista,è stato determinante in tutti i momenti della vita di elvis presley dal 56 al 77.
il business ke lui ha voluto fare ha si portato elvis sul trono del mondo ma ha fatto si ke ci morisse li sopra. era avido,nn ha saputo tutelare elvis cosa ke credeva sarebbe stata facile da fare,ma alla fine è stata solo un grossa ombra sul elvis,come un coltello puntato sul collo dal fiato incessante ke ti ricorda nn fermarti,nn puoi smettere di essere elvis presley,fa quello ke ti dico o la m...a ti soffocherà.elvis avrà così vissuto nell'incubo di perdere tutto ke il colonello con astute mosse da strizzacervelli avrà fatto si ke elvis cecamente rimanese al suo cospetto. tutta la mm tranne pochi intimi sono persone reclutate dal colonello per controllare elvis,ma nn x la sua salute o incolumità,solo affinchè facesse tutto il dettato del colonello ed evitare i contatti con ki nn doveva intromettersi tra elvis e il clandestino famelico di verdoni. ha svolto un ottimo lavoro fino ai primi 60,poi è mancato qualcuno ke svegliasse elvis x farlo staccare da quell'ombra ke per sempre vagherà intorno all'immagine del re del rock. |
#3
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Re: The Colonel
Sorellona, quando andrai a Memphis, vedrai che l'opera di sciacalaggio è sempre attiva, una mattina mentre facevo colazione in albergo, si presentò una bella donna nella stanza, su di un tavolo mise tutto il materiale che aveva, vidi dei dvd, delle foto e alcuni libri, mise anche una specie di tariffario............
poi spiegò alcune cose e rimasi dapprima raccapricciato, in seguito provai invece tanta tristezza............ si trttava di Suzanna Leigh, spiegò che vendeva i suoi libri autografati, oppure il dvd del film, sempre autografato, oppure alcune foto sue sempre autografate con dedica, al limite per soli 10 dollari potevi usare la tua macchinetta per farti una foto con lei, oppure sempre per 10 dollari un autografo dove volevi..............volendo tutto il pacchetto costava 80 dollari.............. molta gente, per lo più famiglie si avvicinavano e compravano roba, e lei dispensava aneddoti, tipo ELVIS ARRIVAVA E DICEVA, ELVIS SCOPPIAVA A RIDERE, ELVIS MANGIAVA SOLO QUELLA COSA e cose così.............. all'inizio sinceramente mè venuto una specie di nervoso, poi invece ho provato un pò di pena, per quella bella signora anziana, che vive ancora sulle spalle di Elvis........... |
#4
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Re: The Colonel
Non ho dubbi che Parker sia stato un grande maestro di marketing per il mondo intero, e tantomeno ho dubbi che vaghi nell'universo tramite i suoi diligenti scolari, ma in tutto il contesto chi mi fa veramente pena (nel senso più buono del termine) rimangono sempre Elvis e sua figlia Lisa Marie. Sono gli unici che hanno tratto veramente tanta sofferenza.
Quello di Suzanne Leigh, lo considero accattonaggio. Ultima Modifica di hurt : 20-11-2007 10:46 |
#5
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Re: The Colonel
Hurt, io penso che la cosa sconvolgente è proprio questa combinazione fatale di due persone caratterialmente opposti al massimo:
Elvis con la sua emotività e sensibilità da una parte e Parker vero psichopatico dall'altra, cioè privo di emozioni e TOTALMENTE incapace di comprenderli, calcolatore, manipolatore abilissimo. Da una parte Parker è stato utile a Elvis, dall'altra, proprio per la sua incapacità di compredere i lati umani altrui, ha distrutto la sua "gallina dalle uova d'oro". Fato? Destino? Intanto, storia. |
#6
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Re: The Colonel
Tempo fa definii il colonnello un vero avvoltoio e penso che sia tutto sommato un complimento, dissi anche che tutti quelli che gli stavano intorno, i suoi "presunti" amici ,avevano il loro bel tornaconto, io ci metto dentro anche la signora Priscilla, che trovo estremamente superficiale, bhe, secondo me...tutti l'hanno spremuto fino alla fine, da lui dipendevano le lore belle vite agiate, la fama, il senso del potere...troppi interessi per accorgersi che intanto lui moriva..solo come un cane!!! Ma vi rendete conto che cosa doveva essere per lui sentire questo oceano di solitudine?? Penso che alla fine non avesse più voglia di vivere...e tutta la storia è di una tristezza insopportabile soprattutto perchè Elvis era ed è sempre rimasto un ragazzo ingenuo dall'animo innocente....un agnello in mezzo ad un branco di lupi!!!!
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#7
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Re: The Colonel
sono sicura ke il colonnello nel giorno della morte di elvis, lo guardava dentro la bara, e intanto organizzava mentalmente tutto il materiale ke aveva su di lui, per continuare a guadagnare i suoi maledetti soldi.
anzi no guadagnare, perchè i soldi si guadagnano lavorando onestamente e col proprio sudore. mentre lui nn ha fatto altro ke vivere come un parassita. |
#8
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Re: The Colonel
Mi unisco all'anelito di Hurt che ha saputo ben puntellare il coltello girandolo con forza nella piaga. Sono completamente d'accordo con il suo pensiero. D'altronde a me Parker ha dato l'impressione di configurarsi come un super Giuda che ha venduto la vita di Elvis per quei trenta sporchi denari. Quindi, in fondo egli faceva parte di un disegno sulla terra, giammai divino, ma demoniaco. Sono perciò certo che anche all'inferno si terrà molto impegnato a far soldi con fuochi e fiamme dato che ne sarà il principale dispensatore fuochista. Soggiogando anche Satana. Gondar.
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#9
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Re: The Colonel
Quote:
al dire il vero lo stava gia' facendo prima della morte di elvis...vedi lo special cbs |
#10
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Re: The Colonel
Quote:
questo lo sapevo già... infatti ho puntualizzato ke il colonnello ha vissuto come un parassita alle spalle di elvis. ma quello ke volevo dire io nel mio topic, è che sono sicura che la prima cosa a cui il colonnello ha pensato quando ha saputo della morte di elvis, è stato il suo portafoglio. ora.. "passi" ke faceva il parassita quando ancora elvis era vivo, ma farlo anche dopo la sua morte, mi sa molto da meschino.. (e scrivo "solo" questo aggettivo, perchè ho troppo rispetto per il forum, per dire quello ke penso veramente di lui). |
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