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Vecchio 17-01-2011, 12:02
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Post Ricordi di chi ha incontrato Elvis

Cari amici appassionati, ho trovato questo carteggio di memorie di un comico di avanspettacolo degli anni ’60, Gerry Bruno, fondatore dei BRUTUS, gruppo cabarettistico che in quegli anni iniziò una lunga tournèe che lo vedrà impegnato con il suo gruppo per 10 anni incessantemente in ogni parte del mondo.
Qui appunto racconta di come un giorno a Las Vegas incontrò Elvis Presley.
Purtroppo non ci sono foto che testimoniano l’accaduto, per cui dobbiamo credegli sulla parola. Buona Lettura.


“Una delle ballerine , Rosanne o Maureen, non ricordo bene chi, (le dancer’s e le show girls nello spettacolo “La Parisienne” con Diana Dors e I Brutos all’Hotel Dunes di Las Vegas erano circa una quarantina…) entrò nei camerini annunciandoci che ad assistere allo spettacolo quella sera, giù in sala ci sarebbe stato niente meno che Elvis Presley! “Oh yeeea” lo aveva visto lei con i suoi occhi, e non vedeva l’ora di cominciare lo spettacolo per poterlo rivedere ancora. La notizia non mi sconvolgeva più di tanto anche se, a onor del vero, dopo aver conosciuto in quel periodo proprio a Las Vegas star’s del calibro di Paul Newman, Dean Martin, Frankie Laine e altri ancora, fare la conoscenza con il numero uno mondiale della musica Rock dopo tutto in fondo poteva anche essere … alquanto interessante. E anche se il rock dei miei inizi era quello dei Bill Haley, dei Gene Vincent, dei Chuck Berry per intenderci, c’erano pure alcuni brani del suo repertorio come Blue Suede Shoes, Love Me Tender, Jailhouse Rock, Don’t Be Cruel, e anche quel # 1, che proprio in quegli stessi giorni impazzava in tutte le radio degli States, intitolato It’s Now Or Never, che mi piacevano moltissimo.
Sta di fatto che Elvis quella sera era proprio li, e adesso anch’io lo potevo vedere, quando fra una canzone e l’altra, non dovendo fare gli occhi strabici, potevo mettere a fuoco tutto ciò che mi stava attorno. E dalla sua bocca spalancata e le lacrime agli occhi capisco subito che a Elvis i Brutos gli stanno piacendo parecchio e che, delle seicento persone che affollavano la sala era lui quello che si divertiva di più. Al rientro nel camerino i soliti commenti tipo: “Hei, ma hai visto Elvis come si divertiva”
o “mah, chissà se avrà capito tutto quello che abbiamo detto”…e altre banalità del genere. Gli spettacoli al Dunes di Las Vegas erano due per sera, (come per la maggior parte degli altri Casino), uno alle 21,45 e l’altro alle 23,30. Per una lunghezza di 58 minuti l’uno, non un secondo di più, non un secondo di meno, sette giorni su sette per 365 giorni l’anno! Da sempre! (a proposito della cronometricità degli spettacoli di Las Vegas vi rimando più avanti ad un altro gustoso aneddoto dal titolo “Qui non è como l’avanti-spettacolo italiano”). Quindi, a conti fatti, fra il primo e secondo spettacolo avevamo 47 minuti di libertà che ognuno di noi poteva spendere come voleva, salvo quello di passarli ai tavoli verdi che, durante le ore di “lavoro”, ci era vietato frequentare. Io personalmente amavo trascorrere quello spazio di tempo davanti a un drink seduto al Lounge Bar del Casino dove tutte le sere si esibivano le più famose Band di quell’epoca come: Billy Eckstain, Count Basie, Gene Krupa ecc. E così, come sempre, quella sera, dopo il primo spettacolo, mentre sto per sedere al mio solito angolino, mi si avvicina un omone alto due metri che, molto gentilmente, mi invita al tavolo di Mr. Presley il quale desiderava conoscermi personalmente…Solo, con le sue guardie del corpo, mi dice subito che sarebbe stato anche “Very, very happy” se fossi andato a chiamare qualche “Girls” per passare “All together” un “Little Time” per berci un “Little Drink”. Detto fatto dopo cinque minuti ero già di ritorno, oltre che con le ragazze, in compagnia di Aldo Maccione, il quale, pur non parlando una virgola di inglese, con l’intraprendenza che lo contraddistingueva, dopo cinque minuti, supportato dal mio povero vocabolario “Americano” era diventato il Jolly della tavolata. Elvis continuava a divertirsi come un ragazzino, e felice come una Pasqua continuava a firmare i Bill (gli “scontrini fiscali” come li chiamiamo noi qui in Italia) ogni qual volta il cameriere gli si presentava di fronte per chiedere:”Another Round?”In venti minuti di Round Elvis ne aveva firmati tre e allora, a quel punto, Aldo Maccione pensò bene che di Round almeno uno avremmo dovuto offrirlo noi…e che diamine…un pò di classe! Non facciamoci sempre riconoscere. E così fu, fra la gioia generale sino al momento di “firmare” il Bill, quando il cameriere con voce ferma e decisa ci pregava di pagare i drinks cash, negandoci l’addebito con l’autografo sui nostri conti aperti con il Casino.
La cosa di per se non era molto grave anche perché la spesa non era eccessiva, ma dalle mie tasche e da quelle di Maccione uscirono fuori, con i nostri fazzoletti, solo 3$e75cents a fronte di un Bill di $ 27.50. Non ci fu verso di corrompere il cameriere per avere quantomeno il tempo di farci prestare i soldi da qualcuno…dovetti per forza andare alla cassa centrale del Casino e farmi dare un regolare anticipo su ciò che avremmo guadagnato in futuro con il nostro onesto lavoro sul palcoscenico. E tutto questo per evitare di farci fare la fine di altri artisti che a forza di firmare da tutte le parti, alla fine del loro contratto, erano obbligati a lavorare gratis per altri sei mesi nel loro Casino. E non ci fu nemmeno il tempo nè di salutare nè di scusarci con Elvis perché ormai lui se ne era già andato e noi dovevamo correre di fretta nel nostro camerino per iniziare il nostro secondo spettacolo.
P.S. C’è però un seguito a questa storiellina ed è questo: dopo il secondo spettacolo Elvis , che invece era rimasto ad aspettarci al Lounge Bar, liquidate le sue due guardie del corpo, mi chiede se conoscevo Las Vegas con tutti i suoi Hotel, e se avevo il piacere di seguirlo per un giro di saluti ai suoi amici visto che lui era appena arrivato dalla Germania , dove aveva finito il suo sevizio militare, e che comunque non aveva nessuna intenzione di andarsene a letto così presto. Per un attimo fui assalito da un atroce dubbio…. subito fugato dalla presenza di una splendida presenza femminile…Sand’s, Sahara Hotel, Desert in, Tropicana….ma perché racconto anche a voi questo episodio della mia vita, che tanto non mi crede mai nessuno!
PP.SS. Seppi poi, dopo 40anni, che Elvis Presley, dopo il grande successo di “O Sole Mio” (It’s Now Or Never) aveva intenzione di incidere un altro pezzo italiano ed aveva messo gli occhi, anzi le orecchie, su un brano di Domenico Modugno: “Io” che, guarda caso, noi portavamo in giro per il mondo nel nostro repertorio. E che lui, guarda caso, quella sera aveva ascoltato nei nostri 12 minuti di esibizione. “
Elvis Presley—Dunes Hotel, Las Vegas 14 luglio 1960
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