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  #21  
Vecchio 14-01-2008, 19:28
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: elvis in if i can dream

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vorrei spendere altre due parole per la canzone.chiaramente lo saprete gia ma la cosa che mi piace di piu è che è stata scritta diciamo in onore a m.l. king che in quegli anni si batteva per i diritti dei neri...
e elvis invece in un america profondamente spaccata a quell'epoca tra bianchi e neri non dava peso a queste differenze...
nella società di oggi è facile ma allora i neri erano trattati come animali e questo mi è piaciuto molto di elvis...
perchè ok come cantante ma per credere veramente in cio che canti devi essere anche un uomo speciale...
questo è il mio pensiero...
E' verissimo quello che hai detto!! Per chi non conosce come stavano le cose basta vedere alcuni film tra cui lo stupendo Mississippi Burning.
Elvis ha vissuto in mezzo ai neri e ai poveri e quindi conosceva bene come funzionava.
Quando Elvis ha fatto If I Can Dream, MLK era stato ucciso da poco e la canzone si rifà ad un suo discorso alla folla, a cui è stato dato il titolo I HAVE A DREAM.
Anche durante le prove per il Comeback, la sua enfasi nel cantare If I Can Dream è sempre notevole ed è una canzone che credo tutti noi ascoltiamo ripetutamente e sempre volentieri.

Visto che sei sensibile a questo argomento, guarda questo video! Spero ti piaccia come è piaciuto a me



E questo è il discorso di MLK

I Have a Dream
Io Ho Davanti a Me Un Sogno
Martin Luther King, Jr.Discorso Pronunciato da Martin Luther King Washington, 28 Agosto 1963.

Sono felice di unirmi a voi in questa che passerà alla storia come la più grande dimostrazione per la libertà nella storia del nostro paese. Cento anni fa un grande americano, alla cui ombra ci leviamo oggi, firmò il Proclama sull’Emancipazione. Questo fondamentale decreto venne come un grande faro di speranza per milioni di schiavi negri che erano stati bruciati sul fuoco dell’avida ingiustizia. Venne come un’alba radiosa a porre termine alla lunga notte della cattività.
Ma cento anni dopo, il negro ancora non è libero; cento anni dopo, la vita del negro è ancora purtroppo paralizzata dai ceppi della segregazione e dalle catene della discriminazione; cento anni dopo, il negro ancora vive su un’isola di povertà solitaria in un vasto oceano di prosperità materiale; cento anni dopo; il negro langue ancora ai margini della società americana e si trova esiliato nella sua stessa terra.
Per questo siamo venuti qui, oggi, per rappresentare la nostra condizione vergognosa. In un certo senso siamo venuti alla capitale del paese per incassare un assegno. Quando gli architetti della repubblica scrissero le sublimi parole della Costituzione e la Dichiarazione d’Indipendenza, firmarono un "pagherò" del quale ogni americano sarebbe diventato erede. Questo "pagherò" permetteva che tutti gli uomini, si, i negri tanto quanto i bianchi, avrebbero goduto dei principi inalienabili della vita, della libertà e del perseguimento della felicità.
E’ ovvio, oggi, che l’America è venuta meno a questo "pagherò" per ciò che riguarda i suoi cittadini di colore. Invece di onorare questo suo sacro obbligo, l’America ha consegnato ai negri un assegno fasullo; un assegno che si trova compilato con la frase: "fondi insufficienti". Noi ci rifiutiamo di credere che i fondi siano insufficienti nei grandi caveau delle opportunità offerte da questo paese. E quindi siamo venuti per incassare questo assegno, un assegno che ci darà, a presentazione, le ricchezze della libertà e della garanzia di giustizia.
Siamo anche venuti in questo santuario per ricordare all’America l’urgenza appassionata dell’adesso. Questo non è il momento in cui ci si possa permettere che le cose si raffreddino o che si trangugi il tranquillante del gradualismo. Questo è il momento di realizzare le promesse della democrazia; questo è il momento di levarsi dall’oscura e desolata valle della segregazione al sentiero radioso della giustizia.; questo è il momento di elevare la nostra nazione dalle sabbie mobili dell’ingiustizia razziale alla solida roccia della fratellanza; questo è il tempo di rendere vera la giustizia per tutti i figli di Dio. Sarebbe la fine per questa nazione se non valutasse appieno l’urgenza del momento. Questa estate soffocante della legittima impazienza dei negri non finirà fino a quando non sarà stato raggiunto un tonificante autunno di libertà ed uguaglianza.
Il 1963 non è una fine, ma un inizio. E coloro che sperano che i negri abbiano bisogno di sfogare un poco le loro tensioni e poi se ne staranno appagati, avranno un rude risveglio, se il paese riprenderà a funzionare come se niente fosse successo.
Non ci sarà in America né riposo né tranquillità fino a quando ai negri non saranno concessi i loro diritti di cittadini. I turbini della rivolta continueranno a scuotere le fondamenta della nostra nazione fino a quando non sarà sorto il giorno luminoso della giustizia.
Ma c’è qualcosa che debbo dire alla mia gente che si trova qui sulla tiepida soglia che conduce al palazzo della giustizia. In questo nostro procedere verso la giusta meta non dobbiamo macchiarci di azioni ingiuste.
Cerchiamo di non soddisfare la nostra sete di libertà bevendo alla coppa dell’odio e del risentimento. Dovremo per sempre condurre la nostra lotta al piano alto della dignità e della disciplina. Non dovremo permettere che la nostra protesta creativa degeneri in violenza fisica. Dovremo continuamente elevarci alle maestose vette di chi risponde alla forza fisica con la forza dell’anima.
Questa meravigliosa nuova militanza che ha interessato la comunità negra non dovrà condurci a una mancanza di fiducia in tutta la comunità bianca, perché molti dei nostri fratelli bianchi, come prova la loro presenza qui oggi, sono giunti a capire che il loro destino è legato col nostro destino, e sono giunti a capire che la loro libertà è inestricabilmente legata alla nostra libertà. Questa offesa che ci accomuna, e che si è fatta tempesta per le mura fortificate dell’ingiustizia, dovrà essere combattuta da un esercito di due razze. Non possiamo camminare da soli.
E mentre avanziamo, dovremo impegnarci a marciare per sempre in avanti. Non possiamo tornare indietro. Ci sono quelli che chiedono a coloro che chiedono i diritti civili: "Quando vi riterrete soddisfatti?" Non saremo mai soddisfatti finché il negro sarà vittima degli indicibili orrori a cui viene sottoposto dalla polizia.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri corpi, stanchi per la fatica del viaggio, non potranno trovare alloggio nei motel sulle strade e negli alberghi delle città. Non potremo essere soddisfatti finché gli spostamenti sociali davvero permessi ai negri saranno da un ghetto piccolo a un ghetto più grande.
Non potremo mai essere soddisfatti finché i nostri figli saranno privati della loro dignità da cartelli che dicono:"Riservato ai bianchi". Non potremo mai essere soddisfatti finché i negri del Mississippi non potranno votare e i negri di New York crederanno di non avere nulla per cui votare. No, non siamo ancora soddisfatti, e non lo saremo finché la giustizia non scorrerà come l’acqua e il diritto come un fiume possente.
Non ha dimenticato che alcuni di voi sono giunti qui dopo enormi prove e tribolazioni. Alcuni di voi sono venuti appena usciti dalle anguste celle di un carcere. Alcuni di voi sono venuti da zone in cui la domanda di libertà ci ha lasciato percossi dalle tempeste della persecuzione e intontiti dalle raffiche della brutalità della polizia. Siete voi i veterani della sofferenza creativa. Continuate ad operare con la certezza che la sofferenza immeritata è redentrice.
Ritornate nel Mississippi; ritornate in Alabama; ritornate nel South Carolina; ritornate in Georgia; ritornate in Louisiana; ritornate ai vostri quartieri e ai ghetti delle città del Nord, sapendo che in qualche modo questa situazione può cambiare, e cambierà. Non lasciamoci sprofondare nella valle della disperazione.
E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi e di domani, io ho sempre davanti a me un sogno. E’ un sogno profondamente radicato nel sogno americano, che un giorno questa nazione si leverà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: noi riteniamo ovvia questa verità, che tutti gli uomini sono creati uguali.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia.
Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!.
Io ho davanti a me un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la vedranno. E’ questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso il Sud.
Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.
Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto; terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di montagna risuoni la libertà; e se l’America vuole essere una grande nazione possa questo accadere.
Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.
Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.
Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.
Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.
Ma non soltanto.
Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.
Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.
Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la libertà. E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti, sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente, liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente".
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  #22  
Vecchio 15-01-2008, 01:25
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Predefinito Re: elvis in if i can dream

si conoscevo gia il video e il discorso e hai fatto bene a pubblicarli.
per completare il tutto aggiungo che Il suo look, oltretutto, non lo rendeva affatto popolare tra i compagni di scuola: mentre gli altri ragazzi avevano pettinature in stile militare e t-shirt, Elvis portava i capelli con un ciuffo lungo e con le basette e vestiva con colori sgargianti acquistando i sui capi d'abbigliamento a Beale Street, nel cuore di Memphis, dove la gente di colore aveva il suo centro e dove, proprio per questo, poteva trovare ciò che cercava a buon mercato.
Elvis, contrariamente alla maggioranza della popolazione del sud degli USA, non faceva distinzioni di razza e, indifferentemente, frequentava ambienti sia della comunità bianca che di colore. Da qui il suo approccio disinvolto anche con la musica.
Negli anni cinquanta le stazioni radio statunitensi erano nettamente divise tra quelle che trasmettevano esclusivamente musica bianca e quelle di musica nera; Elvis ascoltava indistintamente canzoni di B.B. King o Howlin' Wolf o Roscoe Gordon o Arthur Crudup Bill Monroe, Hank Williams o Eddy Arnold.
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  #23  
Vecchio 17-01-2008, 17:41
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Predefinito Re: elvis in if i can dream

ieri sono andato a rinoleggiarmi il film...elvis...
secondo me l'attore è stato molto bravo e il film ben fatto...
anche se ripeto...finisce un po troncato secondo me...


qualcuno ha i titoli di tutte le canzoni cantate nel film?
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  #24  
Vecchio 17-01-2008, 18:38
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qualcuno ha i titoli di tutte le canzoni cantate nel film?
Li trovi elencati nei titoli di coda del film!

Bisogna anche dire che Elvis purtroppo in seguito ha abbandonato questa bellissima canzone. Forse perché era diventato "amico" di Nixon che portava avanti senza tregua la guerra in Vietnam e non era certo un sostenitore dei diritti civili?
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  #25  
Vecchio 17-01-2008, 18:47
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ieri sono andato a rinoleggiarmi il film...elvis...
secondo me l'attore è stato molto bravo e il film ben fatto...
anche se ripeto...finisce un po troncato secondo me...


qualcuno ha i titoli di tutte le canzoni cantate nel film?
Vediamo se me ne ricordo qualcuna

- Don't Be Cruel
- Love Me Tender
- Too Much
- All Shook Up
- One Night
- Are You Lonesome Tonight
- Surrender
- Return To Sender
- Trying To Get To You
- Lawdy Miss Clawdy
- If I Can Dream
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  #26  
Vecchio 17-01-2008, 19:38
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ma quella che canta muovendo solo il dito perchè se no lo arrestano?
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  #27  
Vecchio 17-01-2008, 19:39
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Li trovi elencati nei titoli di coda del film!

Bisogna anche dire che Elvis purtroppo in seguito ha abbandonato questa bellissima canzone. Forse perché era diventato "amico" di Nixon che portava avanti senza tregua la guerra in Vietnam e non era certo un sostenitore dei diritti civili?


davvero?
peccato...
rovina un po l'immagine della canzone questa cosa...
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  #28  
Vecchio 17-01-2008, 20:03
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Bisogna anche dire che Elvis purtroppo in seguito ha abbandonato questa bellissima canzone. Forse perché era diventato "amico" di Nixon che portava avanti senza tregua la guerra in Vietnam e non era certo un sostenitore dei diritti civili?
Sinceramente non appoggio questa ipotesi!!
Visto che la sua carriera è proseguita con concerti, If I Can Dream non è una canzone adatta per essere cantata ad un concerto a Las Vegas o in tour.

Per quanto riguarda Nixon, secondo me è solo una coincidenza che si trattasse di Nixon. Avrebbe fatto la stessa cosa anche se il presidente fosse stato Carter o Reagan. Elvis aveva uno spirito patriottico molto alto e sentito e il suo obiettivo era avere il distintivo della narcotici.
Se fosse come dici tu Wonder, si sarebbe tolto di mezzo le Sweet Insipration! Non credi?


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ma quella che canta muovendo solo il dito perchè se no lo arrestano?

Hound Dog
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  #29  
Vecchio 19-01-2008, 17:25
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Sinceramente non appoggio questa ipotesi!!
Visto che la sua carriera è proseguita con concerti, If I Can Dream non è una canzone adatta per essere cantata ad un concerto a Las Vegas o in tour.

Per quanto riguarda Nixon, secondo me è solo una coincidenza che si trattasse di Nixon. Avrebbe fatto la stessa cosa anche se il presidente fosse stato Carter o Reagan. Elvis aveva uno spirito patriottico molto alto e sentito e il suo obiettivo era avere il distintivo della narcotici.
Se fosse come dici tu Wonder, si sarebbe tolto di mezzo le Sweet Insipration! Non credi?





Hound Dog

grazie
un tributo a elvis...
http://it.youtube.com/watch?v=afuJnsWRkwE
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  #30  
Vecchio 20-01-2008, 09:31
wonderofyou wonderofyou Non in Linea
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If I Can Dream non è una canzone adatta per essere cantata ad un concerto a Las Vegas o in tour.

Perché no???

Per quanto riguarda Nixon, secondo me è solo una coincidenza che si trattasse di Nixon. Avrebbe fatto la stessa cosa anche se il presidente fosse stato Carter o Reagan. Elvis aveva uno spirito patriottico molto alto e sentito e il suo obiettivo era avere il distintivo della narcotici.
Se fosse come dici tu Wonder, si sarebbe tolto di mezzo le Sweet Insipration! Non credi?
Senza dubbio Elvis era un grande pattriota americano e un fervido sostenitore dei diritti umani, non avrebbe mai rinunciato alle Sweet Inspirations. Ma fatto è che "If I Can Dream" è una canzone dal contenuto politico e il presidente ERA Nixon. Boh, forse sbaglio a vederci un nesso, in fondo "In The Ghetto" Elvis l'ha portata avanti...
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