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  #1  
Vecchio 10-03-2011, 09:09
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Una giornata a Tupelo

Oggi sarà una giornata speciale. Abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato, e, come se non bastasse, non nel nostro, ma in quello di un’altra persona. Il taxi ci aspetta davanti all’ingresso dell’hotel e noi ci sentiamo come chi sta per compiere un viaggio dentro al viaggio. Venire a Memphis, infatti, non ci è bastato. Non possiamo cercare di capire la vita di un uomo se non torniamo alle sue radici, alle origini della sua storia. Tupelo, città natale di Elvis, dal punto di vista fisico è abbastanza vicina: basta un’ora e mezza in autostrada per raggiungerla. Idealmente, invece, è lontanissima. Il confine tra Mississippi e Tennessee, a quel tempo, deve aver rappresentato il passaggio tra due mondi, e due destini, profondamente diversi. Noi stiamo per rifare al contrario un cammino che ha cambiato profondamente l’esistenza non solo di una povera famiglia di provincia, ma anche, ci permettiamo di dirlo, dell’umanità intera. Chissà cosa scopriremo. Chissà cosa succederà….
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  #2  
Vecchio 10-03-2011, 12:42
munny munny Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

bene ariadne pronti per un'altro viaggio!! ora il tempo di arrivare e poi ci tufferemo in questo altro bellissimo racconto!
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  #3  
Vecchio 10-03-2011, 12:48
Nella Nella Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

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Oggi sarà una giornata speciale. Abbiamo deciso di fare un tuffo nel passato, e, come se non bastasse, non nel nostro, ma in quello di un’altra persona. Il taxi ci aspetta davanti all’ingresso dell’hotel e noi ci sentiamo come chi sta per compiere un viaggio dentro al viaggio. Venire a Memphis, infatti, non ci è bastato. Non possiamo cercare di capire la vita di un uomo se non torniamo alle sue radici, alle origini della sua storia. Tupelo, città natale di Elvis, dal punto di vista fisico è abbastanza vicina: basta un’ora e mezza in autostrada per raggiungerla. Idealmente, invece, è lontanissima. Il confine tra Mississippi e Tennessee, a quel tempo, deve aver rappresentato il passaggio tra due mondi, e due destini, profondamente diversi. Noi stiamo per rifare al contrario un cammino che ha cambiato profondamente l’esistenza non solo di una povera famiglia di provincia, ma anche, ci permettiamo di dirlo, dell’umanità intera. Chissà cosa scopriremo. Chissà cosa succederà….
...sono qui in prima fila Ariadne!
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  #4  
Vecchio 11-03-2011, 18:27
Nella Nella Non in Linea
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Ge743 Re: Una giornata a Tupelo

Ciao Ariadne e il tuo racconto?

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  #5  
Vecchio 11-03-2011, 18:52
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Ciao Nella, che ti dicevo in un' altra occasione a proposito delle anime "sintonizzate" tra loro? Ancora una volta siamo in sintonia. Tu mi chiedi di proseguire il mio racconto e io ti accontento.....



Guardando fuori dal finestrino non vediamo altro che una fila ininterrotta di boschi. Ogni tanto c’è un cartello che indica la vicinanza di qualche centro abitato e un distributore di benzina. Nient’altro. Abbiamo la possibilità di constatare con i nostri occhi che in certe zone degli Stati Uniti la densità di popolazione è piuttosto scarsa. Il traffico è pressoché assente. Per km e km ci siamo solo noi sulla strada e questo conferisce al viaggio un carattere ancora più surreale. C’è poco a distrarre la nostra attenzione, così ci immergiamo completamente nei nostri pensieri. E facciamo una considerazione: due persone che abitano dall’altra parte del pianeta si trovano su un taxi diretto in una sperduta cittadina del Mississippi solo perché circa 60 anni fa da qui è partito per Memphis un bambino con una valigia piena di sogni. La vita, a volte, unisce le persone per vie completamente inaspettate. Non è troppo difficile immaginare cosa può aver provato quel bambino durante il viaggio. Sicuramente aveva grandi speranze per il futuro, un po’ di paura per le incognite che avrebbe dovuto affrontare, e anche, perché no, qualche rimpianto per il mondo che si lasciava alle spalle. Quello che non riusciamo a mettere a fuoco, invece, è il nostro stato d’animo. Cosa stiamo andando a cercare ? Cosa ci aspettiamo di trovare ? Forse vogliamo raggiungere il luogo in cui la magia ha avuto inizio per poterne essere messi a parte anche noi. O forse vogliamo semplicemente capire quanti dei sogni di Elvis sono anche i nostri per poterli realizzare, come ha fatto lui….
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  #6  
Vecchio 12-03-2011, 17:10
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

La Tupelo di oggi è molto diversa da quella degli anni ’40. Perciò chi viene qui sperando di immergersi nella stessa atmosfera nella quale Elvis è vissuto rimane inevitabilmente deluso. Si possono vedere vecchie foto del paese e si può leggere qualche notizia di carattere storico in una delle tante guide a disposizione dei turisti, ma è impossibile per noi oggi anche solo immaginare l’assoluta povertà in cui erano immersi i piccoli centri della provincia americana nel periodo successivo alla Grande Depressione. In quegli anni, inoltre, negli Stati del Sud, e quindi anche nel Mississippi, era ancora fortemente radicata una realtà che per fortuna la nostra epoca si sta lasciando alle spalle: la segregazione razziale e, di conseguenza, la difficile convivenza tra la comunità bianca e quella di colore. Come è stato vissuto tutto questo da un Elvis bambino? Quale influenza ha avuto l’entroterra economico e culturale di Tupelo su di lui? Difficile dirlo, perché il mondo in cui siamo cresciuti è troppo diverso dal suo. Sappiamo, però, che ad Elvis capitava spesso di frequentare, più o meno di nascosto, il quartiere in cui vivevano i neri e che i canti di questi ultimi nelle assemblee domenicali erano per lui fonte di grande attrazione. Come sappiamo, del resto, che il cantante è sempre rimasto legato in maniera molto forte al suo passato. «La mia mamma ha lavorato come una schiava per tutta la vita perché ci fosse abbastanza da mangiare sulla tavola, e mi diceva sempre: “Tesoro, ricordati le tue origini, la sofferenza e il dolore che abbiamo provato!”. Questo è impresso nella mia anima. Io lo so com’è quando non hai soldi, cibo, vestiti. Mi piace aiutare la gente e questo è il motivo per cui Dio mi ha messo nella posizione in cui mi trovo».
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  #7  
Vecchio 13-03-2011, 13:34
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

La Elvis Presley’s Birthplace di Tupelo è un omaggio della città al più illustre dei suoi abitanti. La principale attrazione, ovviamente, è la riproduzione abbastanza fedele della casa in cui egli ha abitato da piccolo insieme ai suoi genitori. Una casa modestissima, come ce ne erano tante all’epoca, composta da due soli ambienti e priva di servizi igienici. L’arredamento che troviamo al suo interno è quello tipico delle abitazioni povere di allora: semplice e prettamente funzionale. Con un bonus aggiunto: due simpatiche vecchiette che assomigliano tantissimo alle giocatrici di bridge di St. Mary Meade amiche di Miss Marple. Sono le custodi della casa, che passano il tempo a sferruzzare e a fare i soliti pettegolezzi di paese. Ti accolgono con un sorriso affabile, ma si dimostrano inflessibili nel divieto di scattare fotografie. Per fortuna, dalla porta di servizio entra un arzillo vecchietto che, con l'aria dispettosa di un monello, ci fa mettere in posa per qualche foto ricordo...


http://img23.imageshack.us/img23/979...emphis1566.jpg
http://img535.imageshack.us/img535/4...emphis1528.jpg
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http://img816.imageshack.us/img816/8...emphis1558.jpg
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  #8  
Vecchio 14-03-2011, 09:29
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Sedendoci sull’altalena che c’è nel patio, ci sembra di tornare indietro nel tempo. Dondoliamo per un po’ e poi la luce proveniente dalla finestra attira la nostra attenzione. Sbirciamo dentro casa e vediamo un commovente quadretto familiare. Gladys sta piangendo: suo marito è in prigione per aver falsificato un assegno e lei non sa come tirare avanti da sola. Suo figlio di tre anni cerca di consolarla. «Su su piccolina» le dice, accarezzandole affettuosamente la testa. E’ l’inizio di una storia che vedrà Elvis sostituirsi progressivamente alla figura del padre fino a diventare lui, di fatto, il capofamiglia. Sopportando il peso delle responsabilità che aveva deciso di accollarsi grazie alla sua incrollabile fiducia in un futuro migliore. Non è stato forse proprio lui, qualche anno più tardi, a rassicurare Vernon dicendo:«Un giorno le cose andranno diversamente per noi!»?. Quale fosse l’origine di questa intima certezza non è dato sapere. Magari dipendeva dal fatto che sentiva di essere un predestinato. In fondo, era sopravvissuto al fratello gemello e, quando era ancora molto piccolo, la loro casa fu risparmiata da un tornado che spazzò la città di Tupelo, uccidendo più di 200 persone e demolendo la chiesa dall’altra parte della strada. Noi sappiamo che un segno di predestinazione si verificò anche durante il servizio militare: Joe racconta che una notte d’inverno Elvis e il suo sergente si addormentarono nella jeep accesa per scaldarsi con il calore del motore. Sopra la jeep era stato steso un telo, così dopo un po’ cominciarono ad arrivare dei gas di scarico che avrebbero potuto essere letali. Ma fortunatamente un vento improvviso fece volare via il telo salvando la vita dei due soldati.
Sta di fatto che Elvis continuò a coltivare i suoi sogni con una determinazione e una tenacia straordinarie delle quali si accorse anche Sam Phillips quando cominciò a frequentare il cantante. Il discografico, infatti, vide in lui un ragazzo insicuro, ma al tempo stesso estremamente paziente nel perseguire un successo che i suoi coetanei potevano solo sognare; una persona mossa da un’ardente ambizione, anche se incapace di esprimerla a parole. Quanto lontano questa ambizione lo abbia portato tutto il mondo ne è testimone, ma forse non tutti si rendono conto di ciò che egli ha dovuto dare in cambio del suo successo. Fanno riflettere a questo proposito, le parole di Little Richard :«Ha avuto quello che voleva e ha perso quello che aveva». Elvis è sempre stato consapevole di questa verità e non ha mai mancato di mettere in discussione le sue scelte: «Suppongo che la cosa più importante nella vita di una persona sia la felicità. Non cose materiali. Perché puoi avere macchine, puoi avere soldi, puoi avere una casa meravigliosa. Puoi avere tutto. Ma se non sei felice, che cosa hai guadagnato?».
Il momento di fare bilanci, comunque, è ancora lontano. Noi qui ora vediamo soltanto un bambino che sogna ad occhi aperti e siamo felici di accompagnarlo per la strada che ha deciso di intraprendere….


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  #9  
Vecchio 14-03-2011, 15:50
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

ciao ariadne!!!mi mancavano le tue bellissime foto!!ogni volta me le guardo con le lacrime nel pensare che eri li con lui(elvis)!!nella sua casa!!carina la casa di tupelo,mi piacerebbe abitarci!!!grazie ancora una volta per avermi fatto sognare!!!barbie
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  #10  
Vecchio 14-03-2011, 21:36
Nella Nella Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

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La Elvis Presley’s Birthplace di Tupelo è un omaggio della città al più illustre dei suoi abitanti. La principale attrazione, ovviamente, è la riproduzione abbastanza fedele della casa in cui egli ha abitato da piccolo insieme ai suoi genitori. Una casa modestissima, come ce ne erano tante all’epoca, composta da due soli ambienti e priva di servizi igienici. L’arredamento che troviamo al suo interno è quello tipico delle abitazioni povere di allora: semplice e prettamente funzionale. Con un bonus aggiunto: due simpatiche vecchiette che assomigliano tantissimo alle giocatrici di bridge di St. Mary Meade amiche di Miss Marple. Sono le custodi della casa, che passano il tempo a sferruzzare e a fare i soliti pettegolezzi di paese. Ti accolgono con un sorriso affabile, ma si dimostrano inflessibili nel divieto di scattare fotografie. Per fortuna, dalla porta di servizio entra un arzillo vecchietto che, con l'aria dispettosa di un monello, ci fa mettere in posa per qualche foto ricordo...


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...finalmente sono riuscita, grazie a te Ariadne, a sapere che questa casetta è una replica e anche tutto quello che c'è dentro, ho visto parecchie fotografie del arredamento, quindi non imaginavo che era vietato scattarle.
Il tuo racconto è bellissimo come tutti tuoi racconti, commovente e minuziosamente descriptivo, una combinazione perfetta per che la idea ci arrivi come se anche noi stessi saremo stati li!
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