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Sam Phillips
SAM PHILLIPS
Il suo motto era: "Noi registriamo qualunque cosa, in qualunque luogo, in qualsiasi momento". Samuel Cornelius Phillips, meglio conosciuto come Sam Phillips, è nato il 5 Gennaio 1923 a Florence (Alabama) ed è deceduto il 30 Luglio 2003. E' stato un produttore discografico americano che ha avuto un ruolo importante nel far emergere il rock'n'roll e la musica popolare negli anni 50. E' ricordato prevalentemente per essere stato colui che ha scoperto e lanciato Elvis Presley, anche se il suo nome è legato a molte altre star del R&B e del rock'n'roll di quel periodo. Negli anni 40, Sam Phillips ha lavorato come dj per la WLAY, stazione radiofonica dell'Alabama. Per stessa affermazione di Sam, questa stazione radiofonica offriva musica di artisti sia bianchi che neri, ed è stato proprio questo lavoro ad ispirargli quella che sarebbe stata poi la sua attività discografica a Memphis. Nel Giugno 1945 si trasferì a Memphis, lavorando come annunciatore alla WREC. Nel 01 Ottobre 1949 firma il contrtto di affitto per i locali al 706 Union Avenue a Memphis e il 03 Gennaio 1950, aprì il famoso "Memphis Recording Service". Oltre a registrare performance di musicisti, lavorava anche ad eventi come matrimoni e funerali, registrandoli e poi vendendoli agli interessati. Fu Sam Phillips a registrare quello che per alcuni storici musicali, tra cui Peter Guralnick, viene definito il primo disco rock'n'roll: "Rocket 88", scritta da Ike Turner, il quale la incise con la band "Delta Cats" affiancati da Jackie Brenston, cantante e sassofonista (nato nel 1930 e deceduto a Memphis per infarto nel 1979 a soli 49 anni, la cui carriera finì già tempo prima, nel 1963). La registrazione fu distribuita dall'etichetta Chess/Checker di Chicago nel 1951, dato che Sam Phillips ancora non aveva fondato la sua etichetta discografica, che nacque nel 1952, con il nome "Sun Records" e che aveva sede nello stesso luogo del "Memphsi Recording Service". Dal 1950 al 1954 ha registrato pezzi R&B di artisti di colore come James Cotton, Rufus Thomas, Rosco Gordon, Little Milton, Bobby Blue Band; oltre a leggende del blues come B.B.King e Howlin' Wolf. Sam Phillips ha considerato Howlin' Wolf la sua prima grande scoperta ed Elvis Presley la seconda. Malgrado il successo avuto con la prima incisione di Elvis Presley, che, sebbene fosse stato un successo, non riusciva a raggiungere le classifiche nazionali, verso la metà del 1955 lo studio di Sam Phillips si trovò in difficoltà economiche e fu così che, nel Novembre dello stesso anno, decise di vendere il contratto di Elvis alla RCA per la somma di $35.000. In quell'anno aveva dato modo di incidere i loro pezzi anche ad altri artisti, che poi sarebbero divenuti famosi: tra questi Johnny Cash e Carl Perkins, il cui disco "Blue Suede Shoes" divenne il primo disco dell'etichetta "Sun" a raggiungere il milione di copie vendute. Sam era di mentalità aperta e permetteva agli artisti, in particolare ad Elvis, di ricercare in se stessi il loro modo di esibirsi, in modo che fosse il più naturale possibile. Era una persona che ricercava la naturalezza e ciò che l'artista sapeva trasmettere con il suo talento, più che la perfezione tecnica. Infatti disse ad Elvis che il più grande errore che poteva fare era cercare la perfezione; l'importante era, invece, focalizzarsi sulle emozioni da trasmettere a chi lo ascoltava, dando alla canzone la sua personalità, il modo in cui lui - Elvis - sentiva quella stessa canzone. Nel registrare Elvis, Sam Phillips introdusse alcune novità nel campo della registrazione: fino ad allora, infatti, si tendeva a dare molto risalto alla parte vocale; invece Sam dava più risalto alla parte strumentale della canzone. Inoltre, tramite una particolare procedura, introduceva una sorta di eco nelle canzoni, che divenne famoso nelle sue registrazioni. La RCA, non conoscendo il metodo usato da Sam Phillips per creare questo particolare eco, non fu in grado di riprodurlo nell'incisione di Elvis Prsley della canzone "Heartbreak Hotel"; infatti, nel tentativo di ricreare la stessa sonorità, usò un altro espediente, che si rivelò un completo fallimento se confrontato con l'eco creato da Sam Phillips. Nel corso degli anni, facendo investimenti azzeccati, Sam Phillips mise da parte una vera fortuna. Uno dei primi investimenti avvenne poco dopo la vendita del contratto di Elvis: divenne uno dei primi intestitori dell'Holiday Inn, a quel tempo una nuova catena di hotel, che si fece largo a livello nazionale, la quale gli fece guadagnare multipli della somma investita. Nel 1957 fu sempre la "Sun Records" ad occuparsi del famoso singolo di Jerry Lee Lewis "Whole Lotta Shakin' Goin' On". Nel 1958 Phillips creò un'altra etichetta: la "Phillips International" e negli anni 60 aprì un nuovo studio al 639 Madison Avenue a Memphis. Questa seconda etichetta, però, non riuscì mai ad eguagliare il successo della "Sun Records", che Sam decise di vendere nel 1969 a Shelby Singleton, un produttore americano. Negli anni 70 furono i suoi figli a gestire lo studio, il "Sam Phillips Recording Service" e un'azienda di produzione discografica con sede a Nashville; mentre Sam Phillips si concentrò sulle stazioni radio che possedeva in Alabama. Nel 1986 Sam Phillips fece parte del primo gruppo di celebrità inserite nella Rock'n'Roll Hall Of Fame e il suo contributo, che si può definire pionieristico in questo campo, è stato riconosciuto dalla Rockabilly Hall Of Fame. Nel 1987 entrò a far parte della Alabama Music Hall Of Fame. Nel 1991 ricevette il Grammy Trustees Award alla carriera e nel 1998 entrò nella Blues Hall Of Fame; dopodichè, nell'Ottobre 2001 entrò nella Country Music Hall Of Fame. La vita di Sam Phillips si è conclusa il 30 Luglio 2003 al St. Francis Hospital a causa di complicazioni respiratorie, il giorno prima che il suo celebre studio di registrazione venisse designato "National Historic Landmark". Venne sepolto nel Memorial Park Cemetery di Memphis. LISA
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Re: Sam Phillips
noi fans di elvis dobbiamo molto a quest'uomo!! chissà se non avesse venduto il contratto di elvis come sarebbero andate le cose....
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Re: Sam Phillips
Se Parker avesse avuto l'intuito e l'ingegno di Sam Phillips e, dal suo canto, Sam Phillips avesse avuto le conoscenze di Parker, chissà forse Elvis avrebbe vissuto una vita migliore
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Re: Sam Phillips
In un'intervista concessa nel 1998, Sam Phillips guarda al suo passato e, in particolare, al suo lavoro con grandi star della musica come Elvis Presley, Howlin' Wolf, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash e altri artisti, che erano sconosciuti prima di approdare nel suo studio di registrazione.
L'unione di Sam Phillips, Elvis Presley e la Sun Records ha dato una svolta anche a livello sociale per quanto concerne la segregazione razziale e il loro intento ha avuto ripercussioni non solo in America, ma in tutto il mondo, incoraggiando la comunicazione tra persone di razze diverse, abbattendo le barriere tra la musica bianca e la musica nera, unendo il country con il blues e creando quel genere musicale che ancora oggi chiamiamo "rock'n'roll". Essendo nato nel 1923, in questa intervista ha potuto raccontare gli eventi che hanno avuto un impatto profondo nelle registrazioni di inizio secolo. Essendo nato nell'Alabama, inoltre, è stato fortemente influenzato dalla musica di colore dei raccoglitori di cotone. "Un uomo di colore cieco, che si chiamava Uncle Silas Payne, venne a vivere con noi quando la famiglia bianca con cui stava non ha più potuto sfamarlo durante il periodo delle depressione economica. Mi cantava le canzoni che gli venivano in mente inerenti la melassa e le frittelle, e questo mi affascinava. Poi ci fu un lustrascarpe, che si chiamava Sam: gli si era spezzata la schiena ed era alto probabilmente meno di un metro e mezzo, ma aveva un grande istinto per il ritmo. Ritmava con i piedi, con le ginocchia, con le scarpe. Tutto questo mi affascinò talmente tanto da capire che c'era uno scambio reciproco tra i bianchi ed i neri, perchè io e altre persone - sia adulti che ragazzi - non saremmo rimasti così affascinati dalla musica nera se non ci fosse stato in essa qualcosa di così interessante e naturale. Ci fu allo stesso tempo un legame molto stretto tra la musica country e il rock'n'roll. Ricordo che il primissimo disco che ho ascoltato nella mia vita, su un vecchio Victrola con una puntina d'acciaio, fu una canzone di Jimmie Rodgers, anche se non ricordo se era 'Blue Yodel No 1' o 'Waiting For A Train'. A causa del suo accento del Sud e del modo in cui cantava il blues, faceva sentire in modo ancora più marcato la similitudine tra la musica bianca del Sud, il gospel 'bianco' del Sud e il gospel nero. Non credo ci fosse nessun legame in nessun altro genere musicale che fosse più stretto del country-blues, specialmente nel modo in cui lo iniziò Jimmie Rodgers negli anni 20 e 30. E' stata una persona che ha dato un enorme contributo e ha fatto da spartiacque, mostrando le due influenze musicali". Parlando di quando ha aperto il celebre "Memphis Recording Service" Sam ha detto: "Mi piaceva usare poca strumentazione, ma non era solamente per una questione economica, sebbene avessi validi motivi sotto quel punto di vista. Fui anche il primo ad introdurre lo 'slapback' (l'effetto audio che diede vita al famoso eco). Vedi, l'orecchio umano non ama sentire qualcosa che è auditivamente così diverso dal naturale al punto di apparire strano. Sapevo che le persone avevano ascoltato dischi nei jukeboxes nei piccoli locali, e quello che cercavo di fare con quel tipo di eco e la poca strumentazione che avevo a disposizione, era creare un suono che non fosse così lontano dalla normalità. L'acustica della stanza al 706 Union Avenue era buona, ma i microfoni avevano un sacco di influenza sul prodotto finito. Sicuramente tutto a quei tempi era monofonico ed era importante usare il microfono giusto, sebbene non potessi acquistare microfoni costosi". Parlando della nascita del rock'n'roll, Sam Phillips ha raccontato: "Non riesco a giudicare quale fu veramente il primo disco rock'n'roll perchè questo sarebbe ingiusto; ma - riferendosi alla canzone "Rocket 88" di Ike Turner - nel senso del termine rock'n'roll, che per me unisce gioventù bianca, nera e vitalità, quello fu davvero il primo disco rock'n'roll." E fu anche uno dei molti esempi delle cronache popolari musicali di cosa significa dare ad una registrazione classica un tocco di innovazione: infatti, sulla strada per Memphis partendo da Clarksdale (Mississippi), l'amplificatore del chitarrista Willie Kizart si staccò dal tetto dell'auto della band, danneggiandosi. La soluzione di Sam Phillips davanti all'accaduto, fu di tentare di ripararlo, ma con mezzi a dir poco rudimentali e di dare maggior rilievo nella registrazione al suno distorto che usciva dall'amplificatore danneggiato, anzichè tentare di coprirlo, rendendo quel confuso suono il pezzo più importante di una traccia ritmica. "Dovetti dire a Ike che volevo sapere se aveva qualcuno nella sua band che potesse cantare. Ike cantava e sicuramente aveva talento, ma sapevo che la sua voce non era quello che stavo cercando. Non voglio dire che non avrei potuto creare qualcosa con Ike, ma in ogni caso mi disse che Jackie Brenston aveva una canzone chiamata 'Rocket 88'. Jackie suonava il sax, ma misi un microfono davanti a lui e ti posso assicurare che era un cantante nato. 'Rocket 88' è un pezzo emozionante e quell'intro al pianoforte suonato da Ike è ancora un classico. Agli inizi degli anni 50 stavo cercando di creare qualcosa di diverso. Sono per natura una persona a cui piace esplorare e amavo la musica, altrimenti non avrei tentato di fare quello che ho fatto con talenti che si possono definire grezzi. Da bambino nella mia casa in Alabama sono stato esposto alla musica che, in un modo o nell'altro, non era 'sviluppata', quindi l'ultima cosa a cui pensavo quando andavo allo studio in qualsiasi momento era creare un disco di successo. Ora ho abbastanza criterio per sapere che se questi dischi non avessero venduto e io non avessi racimolato denaro, non sarei rimasto negli affari per molto tempo. Volevo sviluppare questi artisti, lavorare con loro e far uscire il loro istinto per catturarlo; poi ho capito che toccava a me darmi da fare per vendere. Fin dall'inizio ero molto interessato nell'esplorare alcuni sentieri che non erano ancora stati seguiti e cercare possibilità nascoste. Sapevo che tutte quelle persone non erano esposte al pubblico perchè la maggior parte di loro non aveva mai avuto nemmeno la possibilità di entrare in uno studio, e quindi quello che tentavo di fare con ognuno di loro era trovare ciò che a loro piaceva veramente fare in campo musicale. Non volevo che facessero qualcosa solamente per far piacere a chi stava dall'altra parte del muro finestrato nella stanza di controllo. Dovevano prendere fiducia, imparare che ogni audizione era estremamente difficile anche per professionisti, sia allora che adesso. Si doveva essere anche psicologi per fare le cose che facevamo a quel tempo, perchè c'era una grande mancanza di fiducia nel sapere se ero sincero quando dicevo loro 'No, non costa nulla fare un provino' oppure 'Voglio quello che ti viene naturale. Dai il meglio di te e partiremo da lì'. Tutti gli artisti con cui ho lavorato avevano una certa sincerità di base nella loro musica, e dopo averli rassicurati e aver lavorato con loro, e aver fatto crescere la loro confidenza e fiducia in me, credo siano arrivati a pensare che di avere qualcuno che lavorava con loro nell'interesse comune di vedere cosa riuscivano a fare. Per me la semplicità e la naturalezza sono gli ingredienti chiave per una buona registrazione e ne sono convinto ancora oggi. Dopo essermi guadagnato la fiducia di queste persone, penso che loro sentissero di poter essere loro stessi, in qualunque modo". Così Sam Phillips racconta il suo rapporto con Elvis Presley: "Sono stato accusato di aver distolto la mia attenzione dalla musica blues lavorando con Elvis e da una parte è vero, ma non fu per i motivi che le persone possono pensare. A quel tempo sapevo che c'erano un sacco di eccellenti dischi R&B prodotti da diverse etichette. Sapevo che finchè gli artisti erano neri, si aveva un limite nel poter divulgare questa musica. Infatti l'avevo scoperto io stesso, perchè avevo lavorato in radio fin dagli anni 40, e avevo pensato che se ci fosse stata una persona bianca che sapesse cantare con le stesse capacità di un cantante di colore.... Non volevo nessuno che non avesse naturalezza, ma dissi a me stesso - e questo è vero - 'Se trovassi un bianco in grado di dare le emozioni e la vera essenza di una canzone tipicamente di colore, specialmente il blues nero, allora avrei la possibilità di allargare il raggio d'azione e far decollare dischi che altrimenti non avrebbero avuto possibilità'. Questa si è rivelata una filosofia fenomenale. Con Elvis come catalizzatore e poi la "Blue Suede Shoes" di Carl Perkins, non ci sono dubbi che vennero aperte molte porte. Quando arrivò Elvis e cantò quelle prime due canzoni, rimasi colpito dal talento di questo ragazzo. Ho percepito qualcosa di istintivo nelle emozioni che riusciva a dare. Non ci voleva un genio per capire che Elvis aveva un vero potenziale. La mia sincera opinione fu che lui poteva essere il ragazzo bianco che poteva dare nuove sfumature e una sensazione di sensualità senza essere volgare. Elvis sprizzava sensualità dalla testa ai piedi fin dal momento in cui ha varcato la porta. Non intendo a livello di bellezza, perchè a quel tempo non era bello come poi è diventato, ma sprigionava sensualità in tutto se stesso. Quando saliva sul palco non riuscivi a distogliere lo sguardo da lui. Non voglio dire la parola carisma, ma questo ragazzo - e mi riferisco a lui nella sua interezza come persona, in aggiunta al suo fantastico talento per quanto riguarda la musica - aveva una grande abilità nello stabilire un contatto con le persone". Elvis ammirava e imitava artisti come Dean Martin, ma Sam Phillips aveva capito che quella non era la strada da seguire: da un lato la competizione era troppo grande e dall'altra sospettava che la vera anima musicale di Elvis Presley fosse molto più vicina alla sue radici. "Dissi ad Elvis, Scotty e Bill: 'Dobbiamo fare qualcosa che attiri l'attenzione dei giovani' e sapevo che un certo ritmo avrebbe avuto più successo di una bellissima melodia con un magnifico testo. Penso che una grande parte - se non la maggior parte - del mio successo fu dovuto al lavorare insieme ai miei artisti e avevo sempre pensato che se c'era una cosa che Dio mi aveva dato era un buon orecchio. Facevo qualsiasi cosa in studio per alleviare il più possibile la tensione, però volevo che avessero comunque una sorta di emozione dentro di loro, quella scintilla come se fossero stati pronti per uscire dal cancello al Kentucky Derby. Sapevo che dovevo dare il meglio per andare in quella direzione, ed è per questo che ci è voluto così tanto tempo prima di riuscire a realizzare quello che cercavamo e che si concretizzò in 'That's All Right Mama/Blue Moon Of Kentucky'. La porta della stanza di controllo era aperta, i microfoni erano accesi; Scotty stava per mettere via la sua chitarra e Bill aveva già posato il basso, e la session, con tutti i suoi buoni propositi, era finita. Poi Elvis attaccò con la sua chitarra 'That's All Right Mama' ed ebbe subito la mia attenzione. Poteva essere che non avrebbe venduto nemmeno 10 copie, ma era quello che cercavo. Non avevo dubbi! Non me ne importava nulla di che canzone fosse; quello era il sound, l'emozione e anche il ritmo giusto. Abbiamo fatto due, tre, forse quattro takes e avevamo qualcosa che avevamo cercato per mesi. Quando ho sentito 'That's All Right Mama' fu come se si fosse spalancata una porta. Sapendo quanto giovane era Elvis, ho pensato 'Mio Dio, questo ragazzo conosce That's All Right Mama!'. Crudup aveva fatto questa canzone sette anni prima e lo stesso vale per 'Blue Moon Of Kentucky'. Certamente non avevamo intenzione di fare una versione bluegrass e certamente non volevamo fare meglio di Bill Monroe, ma sapevamo che dovevamo lavorare sul tempo della canzone. Quando tutto iniziò a prendere forma, era come se avessi cercato qualcosa per così tanto tempo...ed imporovvisamente eccola lì. Penso sia la stessa emozione che prova uno scienziato in laboratorio, che cerca qualcosa che sembra inafferrabile". Sebbene Sam Phillips spesso registrava più volte sullo stesso nastro per una questione di risparmio economico, molte outtakes delle incisioni di Elvis si sono salvate, e una di queste cattura il produttore mentre esce dalla stanza di controllo durante la session in cui 'Blue Moon Of Kentucky' aveva iniziato a trasformarsi da una leggera ballata country ad una canzone nuova, esclamando "Diamine, questa è buona! E' diversa! Questa adesso è una canzone pop!". Sam Phillips stava osservando la nascita del rockabilly e in futuro il suo lavoro con Elvis Presley raggiunse l'apoteosi con la canzone di Roy Brown 'Good Rockin' Tonigh' e 'Mystery Train' di Junior Parker. "Mystery Train è un capolavoro! Non mi è mai piaciuto il termine rockabilly. Ho sempre pensato che rock'n'roll fosse il termine migliore perchè includeva tutto della musica bianca e nera; mentre rockabilly tende di più verso la musica bianca. Inoltre favoriva la sensazione che stavamo rubando qualcosa ai neri, volendolo rendere in una forma per bianchi. Ecco perchè non mi è mai piaciuto il termine rockabilly. Penso che quello che abbiamo raggiunto, con Elvis, 'Rocket 88' e 'Blue Suede Shoes' di Carl Perkins sia stata la base per il rock'n'roll". LISA
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Re: Sam Phillips
Quello che trasmettono le parole di Sam Phillips è una pura passione per la musica
Erano anni in cui i $$$$ contavano, ma per gli artisti e i produttori prima di tutto veniva la buona musica, quella vera |
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Re: Sam Phillips
di sicuro sun philips ebbeun ruolo determinante nella vita professionale di tanti artisti da voi citati e anche in quella di Elvis perciò noi fan del re dobbiamo tanto a quest'uomo che probabilmente senza di lui Elvis magari restava uno sconosciuto..... boh chissà????
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Re: Sam Phillips
Sam Phillips è stato un uomo, sotto questo punto di vista, molto più lungimirante e anche coraggioso di tanti altri: ha avuto la testardaggine di seguire le sue idee, i suoi punti di vista e i suoi sogni...e il tempo gli ha dato ragione
Se si fosse fatto prendere la mano da altri obiettivi, come quello economico, mettendolo al primo posto, probabilmente non avremmo mai avuto Elvis Presley nella storia della musica... LISA
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Re: Sam Phillips
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Re: Sam Phillips
Già Mary... Cmq mi è sempre rimasto il dubbio sul fatto che Sam Phillips non avesse le potenzialità, nel senso che, se è vero che non le aveva in quel preciso momento, non è detto che avendo un po' di pazienza e dando tempo al tempo, forse sarebbe arrivato anche lui a certi livelli, potendo far diventare Elvis la star che è stato.
Tra l'altro penso che, se ci fosse stato lui al posto di Parker, Elvis avrebbe seguito tutt'altra strada nella sua carriera, ad iniziare dal fatto che probabilmente Sam avrebbe puntato unicamente sulla musica, tralasciando il discorso cinematografico; oppure, se proprio poteva esserci uno sbocco in tal senso, avrebbe tutelato Elvis di più a livello artistico anzichè monetario, non facendogli fare tutto quello che passava il convento solo per denaro. Per non parlare poi del discorso degli anni 70 con i concerti del tipo "spremitura di limone"... Insomma, secondo me se ci fosse stato Sam al posto di Parker, e fosse riuscito ad avere le stesse possibilità di contatti per far lavorare Elvis, ora saremmo qui a parlare di una storia completamente diversa...e di un Elvis forse ancora vivo.... LISA
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Re: Sam Phillips
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