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Vecchio 30-05-2007, 16:28
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Ge747 Johnny Cash Ricorda Elvis Presley

Johnny Cash ricorda Elvis Presley

Dalla biografia di Johnny Cash, del 1997

C’erano un sacco di bianchi che, a porte chiuse, ascoltavano la musica dei neri. Naturalmente, alcuni di loro (meglio dire di noi) erano notevolmente aperti, il più famoso è stato Elvis.
Quando io arrivai a Memphis nel 1954, Elvis già faceva scalpore. Sam Phillips aveva pubblicato il suo primo singolo “That’s All Right Mama” con “Blue Moon Of Kentucky” sul lato B, ed Elvis riduceva l’aria,in pezzi.

La prima volta che vidi Elvis, cantava da un camion con pianale, vicino ad una drogheria di Katz, in Lamar Avenue, dove c’erano 2/300 persone, che lo guardavano, in prevalenza ragazzine. Con solo un singolo al suo attivo, cantava, a ripetizione, queste due canzoni. Quella fu la prima volta che lo vidi. Vivian ed io, ci avvicinammo a lui dopo lo spettacolo e lui ci invitò alla data successiva all’Eagle’s Nest, un club sostenuto da Sleepy-Eyed John, il dick jockey che aveva preso questo nome dalla canzone di Merle Travis e che fu importante tanto quando Dewey Phillips, per far conoscere la musica della Sun al mondo.

Ricordo lo show di Elvis all’Eagle’s Nest, come se fosse ieri. Il luogo fu un errore, perché il posto era un club per adulti, dove i teenagers non potevano entrare e così Vivian ed io, eravano due degli spettatori, composta da un’unica dozzina o al massimo 15 persone. Comunque, pensai che Elvis era un grande. Ancora una volta cantò “That’s All Right Mama” e “Blue Moon Of Kentucky”, più alcune canzoni black blues e qualche altro pezzo come Long Tall Sally, e non parlò granché. Naturalmente, non serviva che lo facesse: era il suo carisma che attirava l’attenzione di tutti. La cosa che notai, particolarmente, quella sera, però, era il suo modo di suonare la chitarra. Elvis era un esecutore del ritmo, favoloso. Entrava in That’s All Right Mama, da solo con la sua chitarra e tu non volevi ascoltare niente altro. E infatti non lo feci. Mi diede fastidio quando Scotty Moore e Bill Black entrarono, coprendo Elvis. Non che Scotty e Bill non fossero perfetti per lui – il modo in cui apparve con loro quella sera, era quello che io definisco come il seme Presley. Quel suono mi è mancato, poi, negli anni, in cui, diventando popolare, faceva dischi pieni di orchestrazione e sovrapproduzione. Amavo quella combinazione semplice e pulita di Scotty, Bill ed Elvis, con la sua chitarra acustica. Non ho mai più sentito o letto nessun altro che elogiasse Elvis, come chitarrista di chitarra ritmica, e dopo i giorni della Sun, sui suoi dischi non ho più sentito quella sua chitarra.


Quella sera all’Eagle Nest, ricordo che suonava una Martin ed era vestito all’ultima moda. Penso che la sua camicia arrivasse dal National Shirt Shop, dove potevi trovare qualcosa di appariscente e azzardato, in buono stato per dollari 3,98 (io l’ho fatto), ma forse, già allora aveva già iniziato a comprare dai Lansky Brother in Beale Street. Se non l’aveva ancora fatto, non passò molto tempo, prima che iniziasse la farlo. Andai là 2 o 3 volte nel 1955 e nel 1956.
Elvis ed io parlavamo di musica, ma non gli parlavo mai della Sun Records o altri collegamenti con il music business. Volevo arrivarci con i miei mezzi, così come ho fatto.

Elvis, da tutta quella folla, sicuramente, diventò vittima di un’infinità di abusi. Aveva problemi anche con il gossip, poi chiacchere e bugie. Era una persona molto sensibile, soffriva facilmente per tutte quelle storie che la gente diceva di lui, tipo l’essere drogato e così via. Dentro me stesso, non riuscivo a capire perché la gente voleva che si dicessero queste cose, parlando degli anni ’50, visto che, in quel periodo, Elvis era l’ultima persona sulla terra, che avesse bisogno di drogarsi. Aveva una tale quantità di energia, che sembrava non finisse mai – ecco perché, probabilmente, dicevano che era drogato.
Invece, al contrario, non lo era o almeno io non l’ho mai avuto prove di questo. Non l’ho mai visto usare nessun tipo di droga e nemmeno alcool; quando era con me, era sempre lucido e molto piacevole. Elvis era un ragazzo dolce, con molto talento e con talmente tanto carisma- aveva tutto - che alcune persone, non riuscendo ad accettarlo, hanno reagito per gelosia. E’ umano, penso, ma è triste.
Io e lui ci piacevamo, ma non eravamo così vicini – Per prima cosa, io ero più vecchio di lui e poi ero sposato – e, nei suoi ultimi anni di vita, non eravamo per niente vicini. Ho recepito il messaggio, quando ha chiuso il suo mondo intorno a lui. Non ho voluto invadere la sua privacy. E sono felice di non averlo fatto, visto che troppi, dei suoi vecchi amici, si sono trovati poi, in notevoli difficoltà, perchè costretti ad andarsene da Graceland. Negli anni ’60 e ’70, io ed Elvis, abbiamo parlato al telefono, un paio di volte, scambiandoci delle opinioni. Se lui era a Las Vegas, rinchiuso all’Hilton e io mi stavo preparando per aprirlo, lui mi augurava buona fortuna, cose di questo tipo.
Ho sentito dire che, oggi, alla fine del secolo, tutti noi abbiamo il nostro Elvis e non posso che apprezzare e confermare quest’affermazione, anche se Elvis era mio amico, carne e sangue di una vita reale. Sicuramente, il mio Elvis è l’Elvis degli anni ’50. Quando lavorai con lui, era ancora un bambino. Aveva 19 anni e amava i cheeseburger, le ragazze e sua madre, non necessariamente in quest’ ordine (era molto più con la sequenza: sua madre, poi le ragazze, poi i cheesburger).

Personalmente, a me piacevano i cheeseburger e non avevo niente contro sua madre, ma le ragazze erano il vero punto. Lui ne aveva talmente tante, che gli correvano appresso che, quando ci esibivamo anche noi, ce ne lasciava sempre in abbondanza. Ci siamo divertiti moltissimo. Ci siamo divertiti in generale, non solo con le ragazze. Elvis era veramente molto bravo. In ogni spettacolo che ho fatto con lui, non mi sono fatto mancare la possibilità di stare a guardarlo. Lo facevamo tutti. Era talmente carismatico.

Carl Perkins

Quello che non si deve mai dire è che Elvis teneva tutti lontani. Ad esempio, ricordo perfettamente una sera ad Armory, Mississippi, quando si trovò a doversi esibire dopo Carl Perkins, pur essendo lui quello trainante.
A quel tempo, Carl non aveva ancora avuto il grande successo, ma aveva fatto Movie Mag, e l’aveva suonata parecchie volte, prima di farla da solista e piaceva. Andò per primo e li fece a pezzi; i fans impazzirono.
Quando Elvis entrò, ottenne un’eccellente accoglienza, ma ancora, non aveva iniziato la sua canzone, che il pubblico cominciò a chiamare Carl. Fu una cosa molto triste, perché riuscì a fare solo un’altra canzone, prima di andarsene. Uscì dallo stage e arrivò di nuovo Carl, con grandi acclamazioni ed applausi.
Ho sentito dire, più tardi, che dopo quella sera ad Armory, Elvis disse che non avrebbe più lavorato con Carl. Non gliel’ho sentito dire direttamente a me, e questa, non mi suona come una cosa detta da Elvis – non era una persona gretta e meschina, ma questo è ciò che alcune persone hanno detto. Certamente si può dire che, Carl rubò il suo show.

Dopo lo show, mi avvicinai a Carl. “Sei stato davvero grande, Carl” dissi “Sono venuto per lo show di Elvis e ne ho fatte un paio con lui, ti dirò, non avrei mai creduto di vederlo oscurato da qualcuno”
“Sì” replicò Carl “ma c’è una cosa che si dimentica”
“Quale”
“Che lui ha un disco che è una hit, invece io no”

Blue Suede Shoes

Non c’era molto da dire su questo e io mi sono fatto la mia opinione. Un po’ più tardi, quella sera raccontai a Carl di C.V.White e delle sue scarpe di camoscio blu. C.V. White era un aviatore di colore, della Virginia che avevo conosciuto a Landsberg – Ci disse che le iniziali stavano per “Champagne Velvet”, ma nessuno di noi seppe mai la verità – e una sera disse questa cosa che mi è rimasta veramente impressa. Quando avevamo un permesso di 3 giorni, tiravamo fuori le nostre uniformi migliori, la spazzolavamo e lucidavamo le nostre scarpe.
C.V. arrivava e diceva “Come ti sembro?” Ed io “Come un milionario”, ed era vero “Sei bellissimo, C.V. sei straordinario, davvero”

Una sera si rivolse a me dicendomi “Allora, non camminare sulle mie scarpe di camoscio blu!” “Non sono scarpe di camoscio blu, C.V. sono quelle nere dell’esercito, come quelle di tutti gli altri” “No, caro mio, questa sera sono blu e di camoscio! E non camminarci sopra!”
Raccontai la storia a Carl, dicendohli che pensavo di scriverci su una canzone. Lui la prese e la scrisse. Non la fece, come l’avevo imamginata io. La mia idea era di adattarvi una melodia, presa da una filastrocca (prendendo spunto dal libro di Jack Clement), ma devo dire che, la versione di Carl è andata piuttosto bene.

Elvis e Carl Perkins

Nel corso degli anni sono state dette molte cose su una rivalità tra Carl ed Elvis, e, naturalmente, la storia di Blue Suede Shoes, permette di dare questa interpretazione. Secondo la storia, dopo che Carl venne messo fuori campo, da un terribile incidente con la macchina, in un momento in cui, i suoi successi stavano risalendo le classifiche, Elvis la registrò e capitalizzò sul successo di Carl. E’ una di quelle domande con il se: “Se Carl avesse avuto la possibilità, di cavalcare l’onda di Blue Suede Shoes, sarebbe diventato una grande star come Elvis o addirittura più grande?

Non credo. Credo che senza l’incidente, Carl avrebbe potuto diventare una grande superstar nel pop/rockabilly. Tuttavia, né lui, né nessun altro avrebbe potuto diventare la star che è stata Elvis. Non c’è mai stato nessuno come Elvis e non c’è.

The Million Dollar Quartet

Sicuramente ha un senso che, Carl Perkins sia rimasto all’ombra di Elvis, Jerry Lee ed io. Bisogna vedere quando la gente parla o scrive della cosiddetta session del Million Dollar Quartet, l’unica volta, a mia memoria, che ci abbia trovato tutti quattro assieme.

In qualche modo, chissà perché, il nome di Carl viene messo in fondo alla lista dei partecipanti, mentre invece, quello era il suo giorno, per fare una session.

Nessun altro aveva prenotato lo studio. Io ero là – fui il primo ad arrivare e l’ultimo ad uscire, contrariamente a quanto è stato scritto. Ero là per assistere alla registrazione di Carl, che fece fino a metà pomeriggio, quando arrivò Elvis con la sua ragazza.

A quel punto la session si interruppe e tutti iniziammo a ridere e a far baldoria, insieme. Poi Elvis si sedette al pianoforte e iniziò a cantare canzoni gospel, che tutti noi conoscevamo, e poi qualche canzone di Bill Monroe.

Elvis voleva sentire le altre canzoni che Bill aveva scritto dopo Blue Moon Of Kentucky, e io conoscevo tutto il repertorio. Così, contrariamente a quanto è stato scritto finora, sul nastro, si sente la mia voce. Non è così ovvio, per il fatto che io ero lontano dal microfono e stavo cantando, con voce molto più alta del solito, in modo tale da stare in chiave con Elvis. Ma vi garantisco che sono lì, con loro.

Non ricordo quando, Jerry Lee, arrivò, esattamente, ma ricordo, con chiarezza, quando Elvis lo invitò a sedersi al piano e lui si lanciò in Vacation in Heaven. Era la prima volta che ascoltavo Jerry Lee, e rimasi colpito. E’ stato così grande che l’altra cosa che ricordo, è che Elvis e la sua ragazza se n’erano andati.

La cosa che ricordo dopo questo, a parte l’aver preso un caffè e cheesburgers, è di aver visto quella che oggi è la famosa foro del Million –Dolalr Quartet, a Memphis Commercial Appeal, meravigliandomi di cosa era successo alla ragazza di Elvis. Lei era seduta al pianoforte, quando venne scattata la foto!!!

Se vi meravigliate del perché Elvis se ne andò, quando Jerry Lee Lewis iniziò, la risposta è semplice: nessuno, persino Elvis, voleva mai stare con Jerry Lee Lewis e non ricordo di aver mai sentito Jerry Lee, dire qualcosa di spregiativo, nei confronti di Elvis. Non è che tenesse un atteggiamento, verso Elvis in particolare; era lui aveva sempre questo suo modo di fare scostante e risentito.


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  #2  
Vecchio 30-05-2007, 17:15
L'avatar di  Clint Reno
Clint Reno Clint Reno Non in Linea
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Predefinito Re: Johnny Cash Ricorda Elvis Presley

Grazieeeeeeee, molto interessante!!!

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...e dopo i giorni della Sun, sui suoi dischi non ho più sentito quella sua chitarra.
Johnny Cash ha proprio ragione... Un vero peccato!!!
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  #3  
Vecchio 30-05-2007, 17:19
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Johnny Cash Ricorda Elvis Presley

Quote:
Clint Reno Visualizza Messaggio
Grazieeeeeeee, molto interessante!!!
Angelo, non avevo dubbi che l'avresti apprezzata
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  #4  
Vecchio 30-05-2007, 17:43
MauraMcCoy MauraMcCoy Non in Linea
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Predefinito Re: Johnny Cash Ricorda Elvis Presley

bellissimo!!!!!!!!! grasssssssssssssie mille^^
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