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Vecchio 13-10-2007, 23:16
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Predefinito traduzione della telefonata tra ELVIS e Red West

Ciao a tutti!

Sul web ho trovato il testo della registrazione della telefonata tra Elvis e Red West dell'ottobre 1976 e ho fatto la traduzione in italiano per voi.

In questi giorni si è parlato del libro "Elvis- What Happened" e questa conversazione l'ho trovata molto interessante al riguardo. Suppongo che molti di voi la conosceranno già, comunque farà piacere rileggerla, spero...

Questa è una conversazione intima tra due amici che si conoscono da una vita, s’intendono al volo fra le righe e certamente non si preoccupano di usare tutti i congiuntivi corretti.

Io ho tradotto questa telefonata com’è riportata, con tutte le parolacce (scusate, non sono mie, ma di loro), tutte le esitazioni, tutti i “you know”, “well” e “Yeah”. Quest’ultimo, a secondo dell’intonazione, può avere una marea di significati, come p.e. “Non mi dire!”, “Fantastico!” “Come mai?”, “Mi prendi in giro.”, “Insomma…”, “Non ci credo.”, Proprio così!”, ”Chissà…” “Ma dai…”.

Io non ho sentito il nastro, quindi lascio a voi l’interpretazione.



Ottobre 1976: Telefonata tra Elvis e Red West

Io sono Red West. Quello che state per sentire è una conversazione telefonica tra me e Elvis Presley che ho registrato nel ottobre 1976 mentre ero a Los Angeles, scrivendo il libro “Elvis - What Happened” insieme a mio cugino Sonny West e a Dave Hebler. Non era un segreto che stavamo scrivendo il libro, e conoscendo Elvis bene come lo conosco io sapevo che avrebbe cercato di contattarci. Sapevo anche che saremmo stati chiamati bugiardi, giudei, traditori ed altro, dai suoi fans e anche dalle persone intorno a lui che finora ci sono stati molto vicini. Sapevo che in questa conversazione lui avrebbe rivelato abbastanza informazioni da sostenere quello che dicevamo nel libro. E fu anche più di quanto mi aspettassi. Più di quanto avrei voluto sentire. Voglio dire, ho sentito un uomo triste e solo, quell'uomo con il quale sono cresciuto e che ho visto emergere dalla quasi povertà ad essere il più grande entertainer che il mondo mai vedrà. Un ragazzo nel corpo di un uomo che non riusciva a gestire la celebrità che aveva raggiunto. Ho avuto sempre più forte la sensazione che non avrei mai più rivisto il mio migliore amico. E così è stato…

ELVIS: Come stai, amico?

RED: Mi hai svegliato.

ELVIS: Vengo adesso da uno di quelle prove lunghissime. Ho preso un paio di chitarre nuove e mi sono fatto un c… a cantare mentre guardavo i ragazzini scatenarsi. Io sto da solo, Linda è a L.A. Sta cambiano casa, avevamo un appartamento lì ma la gente ha capito che c’ero dietro io e hanno raddoppiato l’affitto. Lei ne ha preso un altro più giù nella stessa strada. Charlie mi ha detto che voi vi siete parlati e credo che ti devo una spiegazione.

RED: Dovevi venire da me e dirmelo tu.

ELVIS: Io non mi occupo di queste cose, sono affari di mio padre.

RED: Questo non è vero.

ELVIS: Io avevo un sacco di pressione extra. Sai, quella faccenda del raquetball. Due campi per un milione e trecentomila dollari. Io pensavo che usassero solo il mio nome e basta, questo ho firmato nel contratto. L’ho fatto come favore a Dr. Nick e Joe. Sto solo cercando di dirti alcune cose che hanno portato a tutto questo. Mi sono completamente sbagliato su Hebler. Pessima cosa da parte mia. Lui era molto subdolo e intrigante. Lui odiava voi ragazzi e tutti quanti e io me lo sono tenuto questo st…. Io gli ho dato retta. E poi quelle f… cause negli ultimi due anni. Non so se l’hai saputo, ma hanno cercato di farci dichiarare pazzi. Sto parlando di alcune persone influenti che stavano spulciando rapporti psichiatrici. Volevano farci dichiarare pazzi, tutti quanti.

RED: Non ci potevo credere. Tu eri fuori città e tuo padre ci ha chiamato parlando di tagliare le spese e dandoci una settimana di preavviso. A un facchino cinese se ne danno due.

ELVIS: Non ne sapevo niente di questa cosa di una settimana.

RED: Mi è crollata la terra sotto i piedi. Sulle prime, mi sono pure sentito male.

ELVIS: ******

RED: Comunque, dicevi…

ELVIS: Maledizione, ho la voce così bassa che faccio sembrare J. D. Summer un tenore, sai. Abbiamo cantato troppo, ho una chitarra Martin nuova e le dannate dita piene di vesciche, non ti dico, sai.

RED: Yeah, così erano le mie quando stavo su a scrivere canzoni, le tre dita gonfie così, voglio dire, avevo vesciche enormi sulle punte. Però, eh… merda, non mi funziona il cervello, devo svegliarmi, eh… dobbiamo parlare di, ah ecco… parlare di…

ELVIS: Pure io, eh… sai, vado su un cilindro solo.

RED: Però come dicevo, ho un… quello show è proprio bello, ho una parte fissa, credo che partirà nelle prossime due o tre settimane e penso che farò quello.

ELVIS: Beh, sai, quella cosa che è capitata, eh… è stata una combinazione di tante cose che si erano accumulate. Non è stato niente di personale, neanche le f… cause c’entrano, sai, eh… è stato come un fusibile saltato, sai, solo perché troppe cose mi sono piombate addosso. (Red: Yeah, bene…)
E, eh… forse ho perso di vista un paio di cose. Specialmente te e la tua famiglia e tutto.

RED: Yeah, è stato agghiacciante, Elvis…

ELVIS: Eh… io voglio bene a Pat (la moglie di Red). E, eh… hai una bella famiglia e tutto…

RED: Beh, ho avuto un sacco di tempo per pensarci. Voglio dire, quando sto qui e qualcuno dice “ah i bei vecchi tempi” e tutta quella merda, io ci penso. Quando tutto quello che ho fatto era cercare di proteggerti, forse troppo a volte, e questa è la sacrosanta verità.

ELVIS: Yeah, lo so questo.

RED: Yeah, io mi sono ritrovato qui (ride), sono qui sai Elvis (a L.A., intende), ma tu, come dici, hai avuto problemi.

ELVIS: Beh, lo sai com’è andata, giusto? E’ come dice quel vecchio tizio in “Cool Hand Luke”, una mancanza di comunicazione.

RED: Yeah, questa è la sacrosanta verità. Sicuro come la morte che non abbiamo comunicato nell’ultimo anno o giù di lì…

ELVIS: E questo perché, come dicevo, solo per una serie di cose… te le potrei spiegare una per una, ti potrei far capire tutte le ragioni per questa separazione, mancanza di comunicazione, mio padre che era malato, è quasi morto. La mia famiglia è sparsa sulla faccia di tutti gli Stati Uniti. E poi… ci sono quei f… avvocati e le cause, sai, facevano di un topo un elefante.

RED: Sì, lo so, ne hai passate tante, si sa come va, uno ti fa causa e poi tutti vedono la possibilità di saltarti addosso, la cosa s’allarga e ti trovi con gente che non c’entra niente che cerca di farti il c…, sai.

ELVIS: Yeah, quello intendo. Sai, uno ci riesce, e gli altri pensano… quello che stanno cercando di fare è di stabilire dei precedenti, sai, di disturbi mentali e violenza. Come condannarmi per aver sparato a quel lampadario su a…

RED: Di che diavolo stai parlando?

ELVIS: In quell'Hotel Hilton lì, con una pistola ventidue.

RED: Yeah… beh, ci chiamavano la banda selvaggia.

ELVIS: Yeah, sicuro… ma i bei vecchi tempi sono… sono ancora un fatto.

RED: Si, definitivamente lo sono, e lo saranno sempre. Ma voglio dire, quello che è successo è successo. Abbiamo avuto tempi belli amico, almeno per un po’. Ma come dicevi tu, le cose si sono fatte serie, tanti problemi sono subentrati… eh… non lo so, abbiamo perso di vista tante cose. Cose buone probabilmente, e non so, il divertimento… il divertimento non c’era più.

ELVIS: Il divertimento ha cessato di esistere. E io non sono riuscito a capire… non potevo puntare il dito su… non potevo focalizzarlo. Quei f… campi di raquetball.

RED: Sì, ci sono passato l’altro giorno, beh, ci passavo per un pezzo mentre tu eri sparito e diceva ancora Presley Center Courts. E giusto prima che partivo…

ELVIS: Lo smonteranno.

RED: Come?

ELVIS: Lo devono smontare.

RED: L’hanno già fatto, sì. Quello volevo dire. Giusto prima che venivo qui, sono… non ho più visto quel cartello.

ELVIS: Okay, oh, eh… bene, sai… l’ultima cosa che ho sentito è che era ancora su… Ma sai, un faccendiere senza scrupoli e quando c’è di mezzo il mio nome… Loro hanno preso quei costruttori e si sono legati con quel contratto. Due campi, e sono arrivati a mezzo milione di dollari ognuno.

RED: E’ troppo caro.

ELVIS: Puoi dirlo forte amico. E… eh… povero Joe, eh… ha dovuto chiedere a sua madre di impegnare la casa, ha preso un prestito sulla casa per avere i soldi…

RED: Beh, ti posso dire qualcosa su come va a fare affari con qualche squalo che se ne frega se devi impegnare il c… della mamma, sai, quelli…

ELVIS: Yeah, lui sta cercando di uscirne. Yeah, ma quel tizio, i costruttori, loro avevano l’appalto per costruire tutta la maledetta cosa e non mollano… eh… io mi sono ritirato, sai, dovevo farlo per causa dei salari e robe così, un affare subdolo, una vera sola.

RED: Beh, non lo sapevo, non sapevo se lo era o no, ma avevo la sensazione che lo fosse.

ELVIS: Sai, è cominciato tutto in modo innocente, mi hanno detto una cosa come, eh… che non dovevo metterci un soldo. Non ci sarebbero stati soldi coinvolti, almeno questo era il contratto che ho firmato. Ne ho parlato con papà appena era uscito dall’ospedale. Ne abbiamo parlato per qualche tempo… sai, se era una cosa che poteva aiutare Nick e Joe. Loro potevano soltanto usare il mio nome perché io non ci avrei guadagnato niente.

RED: Giusto, era solo qualcosa per dargli una mano. Nick, sai, non credo che Nick conosceva bene quel tale.

ELVIS: Anch’io la penso così.

RED: No, è solo stato messo in mezzo. Ha visto una possibilità di fare un po’ di soldi, ci sperava e anche Joe, ma quell’altro tizio, quello che mi sembrava sospetto…

ELVIS: Oh, quel figlio di p…. lì, no lui, eh… ieri ho parlato con i miei avvocati di quella cosa del raqueting. Lo sai, Mr. Davies è morto.

RED: Sì, lo so, l’ho letto sul giornale prima di partire.

ELVIS: Beh, il tizio che ha preso il suo posto mi ha detto, eh… mi vuole aiutare e mi ha detto tutte quelle cose da avvocati e poi ha detto, ha detto Elvis, quel figlio di p…. è un truffatore. Vedi, quelli mi venivano addosso e hanno detto una cosa, ma poi è successo che hanno cominciato a battere cassa da me per dieci o ventimila dollari.

RED: Hanno cominciato a battere cassa?

ELVIS: Sì.

RED: Beh, allora la truffa c’era.

ELVIS: Quello che ho pensato io. Allora io ho detto, ragazzi, anche voi ci mettete queste cifre? E loro, sai, dicevano sì, noi siamo dentro, e allora dovevo pagare. Gli avvocati ti f… fino in fondo. (ride)

RED: Io mi ricordo, quello era con noi durante una tournée.

ELVIS: Era con il tour e faceva finta di essere interessato in libri sulla numerologia e roba così. Ora è tutto chiaro, ma allora eravamo abbastanza furbi da cascarci. Bene, alla fine sono arrivati che avevano bisogno di ottantamila dollari. Io dicevo ok, per che cosa? Per una segretaria. (ride)

RED: Porca… ragazzo, ti dico, quelle segretarie hanno un sindacato o roba del genere.

ELVIS: Esattamente quello che ho detto io. Dicevo diavolo, come mai una segretaria costa ottantamila dollari?

RED: Merda… no, era il momento di tirarti fuori da quella merda.

ELVIS: Yeah, voglio dire, ho cercato di portare avanti la cosa insieme a loro perché… sai, non volevo distruggere il loro entusiasmo, i loro sogni o quello che ti pare…

RED: Distruggere solo la segretaria… (ride)

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Vecchio 13-10-2007, 23:22
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Predefinito Re: traduzione della telefonata tra ELVIS e Red West

ELVIS: Ci vuole una segretaria da ottantamila dollari.

RED: Dio onnipotente, è più di quanto guadagna il presidente del consiglio d’amministrazione.

ELVIS: Beh, sai, loro avevano tutti quei biglietti da visita e roba così, amico… tipo presidente del consiglio d’amministrazione… è cominciato come Presley Center Courts. Poi l’hanno cambiato in Elvis Presley
Center Courts senza neanche chiedermelo. Avevano tutti quei biglietti e merde fatte e pronte, presidente… vice presidente… senza nemmeno venire a chiedermelo…

RED: Beh, diavolo… una volta che avevano il tuo nome per la cosa… l’ho sentito una volta, quel Mike, ha usato il tuo nome, voglio dire, andava a Nashville e dappertutto dicendo che rappresentava Mr. Elvis Presley per quella nuova impresa del raquetball… soltanto col tuo nome ha ottenuto tutto quello che voleva, ma eh… non so che cosa sto cercando di dire… dobbiamo tornare al mio problema… Amico, io non ho mai fatto cose di questo genere. Sono solo… il vecchio Red, cercando di fare il mio lavoro amico, e…

ELVIS: Ah, eh… non volevo usarlo come scusa. Te lo dicevo soltanto.

RED: Yeah, oh, no. Lo so, ma stiamo parlando di qualcosa di cui non so niente, di quel campo di raquet, amico… io so soltanto i problemi miei.

ELVIS: Una cosa cominciata per amicizia e come favore e tutto, che è diventato und progetto da un milione e trecentomila dollari. Se… se tu capisci quanto tempo di vuole per realizzare un profitto… e per metterci dentro tutti quei soldi…

RED: Sì, ho paura che ci vorrebbe…

ELVIS: Saranno stravecchi prima che quella racchetta assomiglia a un innocuo banjo (ride) Hey, che fate? Vogliamo suonarlo. (ride)

RED: Il cerone che casca, oh merda, povero vecchio Nick… tutti che cercano di fare qualche soldo… come Nick’s Chips… ci si era fiondato dentro, diavolo, quello era un disastro, avevano pianificato tutto ma poi quel maledetto camion che li portava qui dall’Arkansas…

ELVIS: Nick’s Chips, merda…. (ride)

RED: Beh, ha fatto il botto grosso come…

ELVIS: Non ho mai visto nessuno farsi mettere a tappeto con qualcosa di così f…mente, voglio dire, io non sapevo che pensarne, sono cascato per terra a rotolarmi la prima sera. Nick’s Chips, dannazione… La prima cosa che mi è venuto in mente era un giocatore, come se dicesse che era in “Vegas” e “Nick il Greco”, sai lui è un giocatore. Questa immagine mi è venuto in mente. Nick’s Chips… merda… ovviamente non ci capiva niente, sai, e quei bravi fornitori si sono rivelati faccendieri d’acciaio, voglio dire…

RED: Oh, sicuro, guarda… non ci si mette contro gente così, è il loro denaro che conta e basta. Ma…

ELVIS: Yeah, ma come era impostata la faccenda, loro conducevano e conducevano la loro vacca dritto al macello.

RED: Yeah, d’accordo, ma tu ne sei fuori, ne sei uscito, giusto?

ELVIS: Sì, ne sto venendo fuori.

RED: Okay… non ti biasimo, perché se fai affari con chi conosci e lo fai tu è una cosa, ma quando ci metti dentro altre due o tre persone non sai mai quello che può succedere…

ELVIS: Con la mia firma devono essere tutti impazziti fuori di testa.

RED: Sicuro, so che Mike lo era.

ELVIS: Gli avvocati mi hanno letto il contratto ieri, dove dice che se qualcosa andava male, io ero responsabile di tutto.

RED: Beh, allora vedi che non te l’avevano detto.

ELVIS: Lo sai, il raquetball nemmeno mi piace tanto. Sì, io sarei responsabile per tutto. Questa mi era nuova. Ieri ho pure scoperto che questo Mike li ha fregato per bene. Il compenso per amministrare la cosa era di cinquantamila dollari all’anno… extra…

RED: Come no!

ELVIS: Nick non ne sapeva niente, Joe non ne sapeva niente, però gli avvocati l’avevano scritto lì.

RED: Yeah, ho capito che Mike ha fregato Nick e tutti gli altri e ha fatto un ottimo lavoro. E’ una vergogna, amico, Nick è sempre così… pensavo che Nick fosse più sveglio, che Joe fosse più sveglio…

ELVIS: Non se si tratta di affari, non lo è.

RED: No. Come se tutto fosse uno spasso o roba così.

ELVIS: E il mio punto è che non potrò mai realizzare un profitto con questa cosa. L’ho fatto solo come un gesto d’amicizia, non pensavo che fosse… Non c’era niente di male nell’aiutare questi ragazzi a farsi un paio di campi di raquetball, uno qui e uno a Nashville, per me andava bene. Non ci vedevo niente di male…

RED: No, niente.

ELVIS: Ma vedi, la carta che ho firmato non menzionava niente di tutto questo, così il mio avvocato pensa che questa merda è stata aggiunta dopo la mia firma. Sai cosa intendo?

RED: Sì.

ELVIS: Perché sai benissimo che non avrei mai firmato niente del genere. E dopo un po’ mi ritrovo responsabile per due campi da raquetball da mezzo milione di dollari ognuno.

RED: Yeah.

ELVIS: E anche questo mi ha totalmente sorpreso. Mezzo milione per un campo da raquetball? Diavolo, posso far venire Earl con un martello…(ride) e Albert, farlo costruire a loro. Mettici pure qualche carpentiere.

RED: Lui te lo fa per trentanove dollari e trentotto. Quelli sono stati nella sauna troppo a lungo o qualcosa del genere, per forza, non costa così tanto fare due dannati campi di raquetball.

ELVIS: Come?

RED: Non lo so…

ELVIS: Beh, penso che ci escono dieci campi in ognuno dei posti.

RED: Oh, come… eh…

ELVIS: Voglio dire, dieci campi per giocare come quelli a Memphis State.

RED: Si, giusto.

ELVIS: Eppure…

RED: Questo è…

ELVIS: Ti dico, neanche se ci metti pure le docce per uomini e donne puoi arrivare a mezzo milione di dollari.

RED: E’ un sacco di soldi.

ELVIS: Merda, lo sai che ne ho fatto fare uno qui dietro, sai quello mio, e quello è costato solo ottantamila. E tu lo sai quant’è fico…

RED: Si… si… giustissimo, è un…

ELVIS: Questa gente è semplicemente… è come dici tu, hanno visto la mia firma e sono usciti fuori di testa completamente.

RED: Yeah, sìssignore. Sono tutti venuti a bordo dopo che hai firmato, e poi… quando parte il compenso a quel tizio, subito? Mike e la segretaria e tutta quella merda.

ELVIS: Sì.

RED: E si aspettano che tu paghi per tutto, giusto? Yeah, stronzate, stronzate. Vattene di corsa.

ELVIS: Gadgets e cose, biglietti, un po’ di depliant, un po’ di pubblicità, un po’ di questo e quell’altro… e tutto questo senza la mia conoscenza, senza consultarmi, senza chiedermi niente, ti dico… la cosa è cresciuta fino a diventare un bel mostro!

RED: Si, hai maledettamente ragione. Quelli… loro stanno cercando di approfittarsi di te. Non ti biasimo se vuoi uscirne di corsa… Ma comunque, io credo, sai, tutta quella pressione, le cause e tutto hanno portato alla nostra uscita di scena, tutto quello che vuoi, ma è stato uno shock per tutti… il vecchio Dave, lui era fuori di testa, sai, era sul lastrico completamente, tutti noi lo eravamo. Naturalmente io avevo qualche proprietà e cose. Ho venduto, eh… ho venduto la mia casa. Odiavo doverlo fare, sai, ma se devi farlo va fatto.

ELVIS: Hai venduto la casa?

RED: Oh sì, ho venduto la casa, tutte e due le macchine e tutto il resto e, eh… Hebler, lui era completamente al verde e Sonny è arrivato fino a… ti dico, è stato un periodo bruttissimo per tutti, lasciamelo dire.

ELVIS: Beh, suppongo che non ci siano mai tempi veramente buoni. Anche per me è stato un pessimo periodo. Ero uscito dall’ospedale da troppo poco per rimettermi a ruotare…

RED: Però, eh…

ELVIS: Mio padre… non l’ho perso per un pelo. Lui è il mio daddy, nonostante tutto.

RED: Oh sì, ascolta, ti capisco. Però, noi siamo stati sotto shock per un bel po’, ma che potevamo farci, sai. Poi ci abbiamo pensato su, tutta la pressione e tutto il resto, e ci siamo detti bene, probabilmente anche lui aveva le sue ragioni. E’ solo che avrei voluto parlarne con te, normalmente si poteva ma a volte no, però se l’avessi saputo da te sarebbe stato più facile da mandare giù.

ELVIS: Beh, eh… negli affari e cose di questo genere, io non faccio… non ci penso io a queste cose.

RED: Vuoi dire cose come cacciarci via? Scusa…

ELVIS: Sì, dovevo andare a Palm Springs per analizzare e ragionarci su quei f… campi da raquetball. Ancora vedo piccole palle pelose…(ride). Ma Charlie mi ha detto che quando stava parlando con te tu pensavi che io fossi sull’altra linea…

RED: Ah, beh… sì, io pensavo… sai, ho sentito quel… sai…

ELVIS: Io ero di là a casa di mio padre a controllare quelle cifre. Non potevo sentire niente pur volendo, ero da un’altra parte… eh…

RED: Beh. Lo sai quanto tutti siamo paranoici su qualcosa del genere. E’ solo che pensavo, non so perché…

ELVIS: Sicuro, è come guardarti dietro le spalle perché non sai chi diavolo è lì, dopo tutto.

RED: Comunque, è fatto e questo è tutto, suppongo, perché…

ELVIS: Come stanno Pat e i ragazzi?

RED: Stanno tutti bene, sono, eh… tengono duri finché riesco a sistemare le cose.

ELVIS: Bene…

RED: Però…, oh sì, è stato parecchio duro.

ELVIS: Yeah, io ero, eh… Hebler mi ha molto deluso. Mi ha terribilmente ingannato. Io pensavo che lui fosse come noi due credevamo.

RED: Che cos’ha fatto?

ELVIS: Come?

RED: Beh, che cosa ti ha fatto? Voglio dire…

ELVIS: Mah, sai.. mi diceva sempre delle cosette… tipo chi odiava…

RED: (ride) Chi odiava?

ELVIS: Yeah…

RED: Accidenti.

ELVIS: E questo, sai, è andato avanti per un periodo di due anni. Quando l’ho assunto quel figlio di p..., Ed Parker mi ha detto… ha detto non gli dare un dito, ma ancora non avevo capito. Str... cretino che sono, amico.

RED: Beh, io non so proprio di che cosa stai parlando.

ELVIS: Beh, è difficile da spiegare. Io credo che non gli piaceva nessuno del gruppo, a parte forse Dan.

RED: Mah, io…

ELVIS: Penso che per lui io sono diventato un simbolo dei dollari, Red. Credo che nel tempo lui ha perso di vista Elvis in primo luogo, sai, è una cosa che può succedere facilmente.



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Vecchio 13-10-2007, 23:33
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Predefinito Re: traduzione della telefonata tra ELVIS e Red West

RED: Beh, può darsi, sì, può darsi…

ELVIS: E sai, quando è successo questo, io per lui sono diventato un oggetto, non ero più una persona, sai. Voglio dire, io non sono quel simbolo, una maschera che va in giro a cantare, io non sono quella immagine costruita. Io sono me stesso.

RED: E’ quello che mi piace pensare, ci provo a crederlo.

ELVIS: Però hai veramente torto su una cosa, e ascolta, adesso non diventare paranoico perché ti sto parlando solo come amico. Siamo su una linea privata e non c’è anima viva tranne noi due…

RED: Giusto.

ELVIS: Io non mi sono f…to in nessun modo. Al contrario, non sono mai stato in condizioni migliori in tutta la mia vita.

RED: Beh, io ho detto questo… all’epoca eri molto sballato, è proprio di questo che stavo parlando.

ELVIS: Ho subito un divorzio, tu lo sai, eri lì…

RED: Yeah.

ELVIS: Quella cosa del matrimonio, sai, quello che è successo al matrimonio. Io non c’entravo niente. La cosa stava camminando come un treno, io non ho nemmeno capito chi c’era lì. E’ successo tutto in una piccola stanza non più grande di un bagno, con un giudice della corte suprema. Era dentro, fuori e fatto così in fretta che non ho nemmeno realizzato che mi ero sposato.

RED: Oh, stai parlando delle nozze…

ELVIS: Yeah.

RED: Giusto. Beh sai, non ci pensavo più a quella cosa, ma all’epoca era… era, comunque è roba vecchia… io ero insieme a te e all’improvviso sono stato trattenuto e mi dissero che non potevo entrare.

ELVIS: Ho toppato io. Lo sapevo, l’ho capito subito, ma vedi, non è stato opera mia.

RED: D’accordo.

ELVIS: Non è stato opera mia.

RED: Sai, io credevo che era stato il Colonel e…

ELVIS: E’ stato una prepotenza. Io non c’entravo niente con questa cosa, sai, e un attimo dopo ero già sposato.

RED: Yeah.

ELVIS: E, sai… quando ne parli (nel libro, suppongo), tieni presente una cosa… (ride)

RED: Yeah… yeah… giusto…

ELVIS: E’ stato abbastanza duro.

RED: Beh, questo lo posso capire. E’ stato molto tempo fa, ma questa è solo una delle cose che stavo facendo presente a Charlie e ritorniamo agli ultimi due-tre anni. Guarda in faccia alla realtà, amico, tu non ti stai più divertendo. Tu sei soltanto… fai il tuo lavoro, vai a lavorare e poi…

ELVIS: Mi diverto molto col mio lavoro.

RED: Sì, questo lo so, e quello è l’unico momento in cui sei te stesso, altrimenti io non ti riconosco più veramente. Per il resto del tempo, è soltanto, è solo un…

ELVIS: Siamo stati benissimo su a Vail. (Colorado)

RED: Come no, è stato uno sballo a Vail. Quello è stato, amico… quella era l’unica volta negli ultimi anni che siamo ritornati a stare bene insieme, che siamo riusciti, beh, a divertirci. E voglio dire, tutti quanti ci siamo divertiti da matti.

ELVIS: Yeah, io sicuramente.

RED: Yeah, anch’io. Era qualcosa che tutti volevamo fare da tanto tempo, uscirne fuori, essere lontano da tutto, amico, e…

ELVIS: Yeah, ok, ma per questo ora vogliono che compro una casa lassù.

RED: Yeah.

ELVIS: Così vanno in giro lì a comprare da mangiare e tutto il resto e lo vengono a sapere gli agenti immobiliari. Mi fanno vedere posti bellissimi, ma al momento non sto pensando in quella direzione.

RED: Certo, non ti biasimo, puoi sempre andarci e affittare qualcosa.

ELVIS: Sì, esatto.

RED: Però, non lo so, vedi, io non voglio arrabbiarmi veramente, sai, non voglio diventare troppo pesante con questa conversazione, è troppo tempo che non ci parliamo, ma noi siamo stati tutti preoccupati per te, sai. Io ero sempre preoccupato per te. Tu sai perché, pensavo che prendevi troppe cose.

ELVIS: Ti sei preoccupato tanto finché non mi hai girato le spalle e hai cercato di farmi del male. Ma vedi, io so da che cosa dipende.

RED: Beh, però quello è stato dopo che mi hai trattato male tu. Avevi già colpito me e la mia famiglia molto duramente. Sai, ci hai lasciato sul lastrico. Quindi non parliamo di me che faccio del male a te.

ELVIS: Sono successe delle cose che nemmeno tu sapevi.

RED: Yeah, tutto quello che sapevo è che ero finito per strada, e non riuscivo a capire perché…

ELVIS: Io so solo che si era creato dell’attrito nel gruppo. L’atmosfera era così avvelenata che la gente era troppo spaventata per darsi una mossa e fare qualcosa.

RED: Si, è vero anche questo.

ELVIS: Allora chissà, eh… che cosa hanno sentito dire e li è stato detto. Io so soltanto che c’era molta, moltissima tensione. In una situazione che poteva invece essere rilassata e divertente.

RED: Yeah.

ELVIS: Qualcosa è andato storto.

RED: Yeah.

ELVIS: E poi, aggiunto a quella faccenda del raquet e tutto il resto, tutte le cose personali, anche a me ha fatto arrabbiare ma era un fatto che dovevamo tagliare le spese.

RED: Come no.

ELVIS: Mi sembrava…

RED: Qualsiasi cosa dovevi fare, io l’ho detto a tuo padre, sai, quello che va fatto lo devi fare. Ma che dovevi risparmiare sulle spese buttando fuori me, beh… quello mi sembrava un po’ strano, sai. Mi sembra che potevi benissimo tagliare da qualche altra parte. Io pensavo di essere importante per l’organizzazione. Ma sono contento di aver scoperto alla fine che non era così. Perché almeno mi è rimasto una modesta vita mia e me la voglio godere. Sono ancora abbastanza giovane da trovare qualcos’altro, sai…

ELVIS: Oh yeah.

RED: E’ stato solo quella cosa di dover risparmiare. Non riuscivo proprio a capirla, questa. C’erano tanti ragazzi intorno e io pensavo di essere più importante di loro per l’organizzazione, ma ovviamente loro lo erano e io no. Sono contento di averlo scoperto, così…

ELVIS: Beh, era solo una situazione infelice. Solo adesso comincia a stare un po’ meglio e a rimettersi in piedi, sai, papà è stato giù fino a centosessantacinque libbre.

RED: Yeah, intendi ora?

ELVIS: Credo che adesso è di nuovo a centosettanta-ottanta, qualcosa del genere. Ma questo mi aveva scioccato e spaventato a morte. Perché tu sai come sono i miei sentimenti per mio padre. Lo sai come sono i tuoi per il tuo dad.

RED: Yeah, hai ragione… mah…

ELVIS: Beh… diffidenza, Red, è stata insidiata in questo gruppo. Non ho mai capito da quale fonte. Diffidenza, come in quella canzone che facevamo “We Can’t Go On Together With Suspicious Minds”.

RED: Yeah.

ELVIS: Allora, io… forse ho reagito troppo bruscamente. Sono il primo ad ammetterlo. Non usavo la testa.

RED: Yeah, giusto.

ELVIS: Lo sai che Sonny non c’era mai, Red.

RED: Yeah.

ELVIS: Lo sai, ne abbiamo parlato.

RED: Yeah.

ELVIS: Eh… lui è bravissimo, ma non ha mai condiviso niente con noi… io non ho niente contro Sonny, è solo che Hebler ha cercato di farsi strada a tutti i costi e con tattiche veramente spaventose… spaventose…

RED: Yeah.

ELVIS: Insieme a qualcuno di quei ragazzi giovani.

RED: Insomma.

ELVIS: Facevano domande come… Dean, sai… ma non hanno mai ricevuto una risposta diretta… li abbiamo sempre tenuti a bada.

RED: Yeah.

ELVIS: Era l’unico modo per farli capire. Io lo so, sai, lo so com’è, quando avevo ventiquattro anni, merda, voglio dire la testa mi andava in tutte le direzioni.

RED: Yeah.

ELVIS: Hanno bisogno di una guida. Alcune cose semplicemente non venivano fatte, sai, piccole cose che non facevano, Red. Tu sai com’è l’addestramento nell’esercito. Regolamento. Fare le stesse cose ogni giorno e notte. Voglio dire, noi sapevamo che dovevi fare le stesse sacrosante cose che tutti quanti devono fare durante il servizio nell’esercito. Cascasse il cielo alle sette si faceva questo e alle tre si faceva quell’altro. E si ripeteva sempre.

RED: Sicuro.

ELVIS: Questo è l’addestramento. Tutta la loro energia e gioventù e tutto sono sprecati senza una guida appropriata.

RED: Yeah.

ELVIS: Ho solo sentito che dovevo parlare con te e farti capire il mio punto di vista.

RED: Yeah, lo apprezzo questo. Sai, è quello che mi sarei augurato da subito. Vedi, forse avrei potuto capire tutta la faccenda un po’ meglio. Ma, eh… quello che è stato è stato. Tu guarda avanti ora. Voglio dire mi devi credere che ti auguro ogni buona fortuna. Spero che sarai sempre al massimo, giusto… che andrai forte e resterai al top per, eh… altri quarant’anni, amico. Te lo auguro davvero con tutto il cuore.

ELVIS: Ci sto lavorando.

RED: Però mi piacerebbe vederti meglio in salute. Non stavi bene da un pezzo.

ELVIS: Si invece, io sto benissimo.

RED: No, non è vero.

ELVIS: Assolutamente sì.

RED: Beh, ok, se lo dici tu.

ELVIS: Ho appena fatto una visita totale, da capo a piedi, eh… due settimane fa.

RED: Ok, allora sono contento che sei in ottima salute.

ELVIS: E’ una delle cose richieste dalla Lloyds di Londra, l’ufficio di assicurazione.

RED: Bene, allora non mi devo preoccupare.

ELVIS: Quella faccenda, eh… quel blocco dell’intestino crasso si è risolto da solo, grazie a Dio.

RED: Bene.

ELVIS: E’ successo solo perché facevo quella strana dieta liquida. Quell’intestino crasso laggiù ha bisogno di roba solida.

RED: Si, se ne è discusso.

ELVIS: Mi sono messo su quella dieta. Venti giorni, era ridicolo. Poi mi hanno detto che era un altro errore. (ride)

RED: Yeah.

ELVIS Vengo a sapere che l’intestino crasso non aveva niente da lavorare e come risultato ha smesso di funzionare. E continuo a sentire quelle merde su come sono grasso e invecchiato, sai…

RED: No, no. Io so che non era quello. Io so che non eri (ride)… mangiavi un sacco ma tu non eri grasso, non come la gente è grassa. Si vedeva che c’era qualcos’altro di sbagliato e io quello intendo, non avevi… non eri a posto. Era qualcosa dentro di te che non andava. Per questo ho cercato… ma quando provo a parlartene tu t’arrabbi come poco fa. Non mi vuoi ascoltare. Io parlo di quello amico. Tu avevi qualcosa dentro che non andava. Noi non sapevamo che cos’era che ci faceva preoccupare, non sapevamo che cosa fosse. Ma sapevamo che non era il grasso, c’era qualcos’altro. E tu…

ELVIS: Ma io pensavo di avervi detto che era l’intestino, ero prenotato per operarmi, dovevano toglierne un pezzo.

RED: Sì, giusto. Ero lì, mi ricordo quando stavi per farlo. Sto solo dicendo…

ELVIS: Mi ha fatto impazzire perché non capivo che cosa avevo.

RED: Yeah, bene, sono contento di sentire che ora è tutto a posto. Lo sono veramente.

ELVIS: E’ da un bel pezzo che è tutto a posto. E’ stata solo una mancanza di comunicazione. Quello che è successo fra noi, Red, è assurdo. Come quella canzone che fece Ron Hamilton “Understanding Solves All Problems” (La comprensione risolve tutti i problemi).

RED: Yeah, non abbiamo…

ELVIS: E’ una bella canzone folk.

RED: Sì, è vero, non abbiamo avuto comprensione per tanto tempo.

ELVIS: Beh, non so se c’entriamo solo io e te o se poteva venire da qualcun'altro. Sai, onde negative.

RED: Giusto. Può anche darsi. Io non… non ci capisco molto di quelle cose psichiche.

ELVIS: Beh, nemmeno io, ma so che noi, eh… trasmettiamo e riceviamo costantemente. Sempre.

RED: Giusto, ne abbiamo parlato. La mente, se può trasmettere un’immagine, suppongo che possa anche trasmettere un’onda di pensieri.

ELVIS: Questo sentivo io, sentivo le cose negative, però non potevo focalizzare bene la cosa. Così sono arrivato al punto di scoppiare sperando che, eh… tu capissi. E’ stata una cosa passeggera.

RED: Insomma.

ELVIS: E poi, ecco cos’era, Red, vedi, io non ho nemmeno provato a… comunicare con nessuno. Mi sentivo terribilmente solo. Sai, come quel numero otto. (Red: Yeah.) Quella cosa che dice che loro sono cuori intensamente solitari. Per questo, sai, si sentono soli, anche se in realtà hanno il cuore aperto per gli oppressi. Ma nascondono i sentimenti nella vita reale e così riescono a fare quello che gli pare e piace. Bene, io sono una persona del tipo numero otto e anche tu.

RED: Yeah, è vero. Solitudine è stata. Molta solitudine, amico, te lo dico. E’ stato… veramente spaventoso.

ELVIS: Beh, lo posso capire.

RED: Comunque, senti, io sono abbastanza cresciuto, posso incassare i colpi della vita amico. E’ un altro passo giù per quella strada, sai, devo imparare a far fronte a queste cose, di andare avanti e cercare di fare qualcosa, altre cose. Che ti devo dire. Non mi voglio, sai, piangere addosso. Sono un uomo adulto, posso fare altre cose. Eh… come dicevi, c’è stata una mancanza di comunicazione dopo tutto. Forse dipendeva da me, non c’ero, non ero in giro abbastanza quando volevi qualcuno con cui parlare o che so io.

Ultima Modifica di wonderofyou : 14-10-2007 17:53
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  #4  
Vecchio 13-10-2007, 23:37
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ELVIS: Beh, si, forse è stato tutto insieme. Forse come in quella canzone Aubrey, “Maybe I Was Absent And Listening Too Fast” (Forse ero assente e ascoltavo troppo poco), però eh… però eh… mi ha colpito quella cosa crudele che hai detto a Charlie.

RED: Scusa E., non ti sento...

ELVIS: Che io mi sono completamente rovinato.

RED: Yeah.

ELVIS: Perché non lo sono. Ho und figlia e una vita. Come dice: che cosa ci guadagna un uomo se conquista il mondo ma perde la sua anima?

RED: Yeah.

ELVIS: Io amo cantare, è tutto per me da quando avevo due anni.

RED: Yeah, lo so.

ELVIS: Sai, quando stiamo seduti qui a suonare la chitarra e cantiamo le vecchie canzoni, “Love Is A Many Splendored Thing”, sai, io e Charlie parliamo di quella parte di controcanto, ci manca la parte di controcanto. (ride)

RED: Beh, che ti posso dire, a me manca cantarla. (ride) Ma pare che è così che stanno le cose.

ELVIS: Bene allora, tu prenditi cura di te e della tua famiglia. E se hai bisogno di me per qualsiasi cosa, sai, sarei più che felice di essere d’aiuto.

RED: Lo apprezzo questo, lo apprezzo.

ELVIS: Dico sul serio. Non me ne frega niente degli articoli o delle pubblicazioni o di tutta quella merda che dicono. Io avevo sentito solo qualche rumore, pezzetti qua e là. Non ne sapevo niente, sai, io ero in tournée e eh… sentivo solo qualche brandello. Non sono mai stato seduto con qualcuno che mi spiegasse bene come sono andate le cose. Comunque sia, per me sei solo la persona che conosco, e Pat, e eh… se c’è qualcosa che posso fare, come trovarti un lavoro, qualsiasi cosa, tu… tu sai che io sono ancora qui, figliolo.

RED: Che dire, lo apprezzo, sul serio. Dirò a Pat quello che hai detto, le farà sentire meglio. Lei era molto ferita. Sai, non riusciva a capire. I miei ragazzi, specialmente…

ELVIS: Tutti noi.

RED: Come?

ELVIS: Tutti noi siamo rimasti feriti in un modo o l’altro. E’ come in quella canzone Decada Derida “Listen To The Dull And The Ignorant, For They Too Have Their Story” (Ascolta gli impediti e gli ignoranti, perché anche loro hanno la loro storia). E poi Hank Williams scrisse “You Never Walked In That Man’s Shoes Or Saw Things Through His Eyes”. (Non hai mai camminato nelle scarpe di quell’uomo, ne visto le cose tramite i suoi occhi)

RED: Giusto, questo è vero.

ELVIS: Quindi ora lo sai, dopo che abbiamo analizzato tutta questa faccenda maledetta, che io capisco, adesso ci vedo chiaro. Per questo ti sto dicendo, qualsiasi cosa posso fare, sarei più che felice.

RED: Ok, lo apprezzo, e eh…

ELVIS: Prenditi cura di te, figliolo.

RED: Ok, ma fammi dire un’altra cosa prima che attacchi. Se tutti si preoccupano per il libro possono smetterla, amico, incluso tu stesso. Eh… noi stiamo scrivendo roba buona su Elvis, la gente e le cose.

ELVIS: Se sono preoccupato per il libro? Beh, non credo proprio.

RED: Ok.

ELVIS: Non da parte mia.

RED: Ok, bene. Perché quando ero giù, eh… al verde, ho ricevuto l’offerta di scrivere quel libro. Io ho detto che avrei scritto il libro soltanto se posso raccontare tutto dal primo giorno dei bei vecchi tempi. Quello ha detto d’accordo, tutto quello che vuoi.

ELVIS: Bene, tu fai quello che devi fare.

RED: Okay.

ELVIS: Voglio solo che tu e Pat sapete che io ci sono sempre.

RED: Ok, lo apprezzo. E prenditi cura di te.

ELVIS: Ok.

RED: Ok.

ELVIS: Su con la vita.

RED: Bye-bye.
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  #5  
Vecchio 14-10-2007, 09:33
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E grazie a Hurt che mi ha insegnato come postare i testi lunghi!!!
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  #6  
Vecchio 14-10-2007, 16:10
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OOOPS, Lisa mi ha fatto notare che questa traduzione è già stata fatta. Scusate, non lo avevo visto.
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  #7  
Vecchio 14-10-2007, 17:26
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ma come mai elvis li mandò via?! cosa c'era stato davvero tra di loro?! elvis non avrebbe mai mandato via un vero e vecchio amico (come dice red di essere stato x lui), se non avesse avuto dei buoni motivi! elvis dice che si erano create delle tensioni nel gruppo!quindi sicuramente loro centravano qlc in questo!ne sapete qualcosa?!
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  #8  
Vecchio 14-10-2007, 17:34
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Penso che la loro versione la raccontano appunto nel libro "Elvis-What Happened".
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  #9  
Vecchio 14-10-2007, 17:40
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silvia '78 Visualizza Messaggio
ma come mai elvis li mandò via?! cosa c'era stato davvero tra di loro?! elvis non avrebbe mai mandato via un vero e vecchio amico (come dice red di essere stato x lui), se non avesse avuto dei buoni motivi! elvis dice che si erano create delle tensioni nel gruppo!quindi sicuramente loro centravano qlc in questo!ne sapete qualcosa?!
Non è Elvis che li ha licenziati, ma suo padre Vernon con la scusa di fare dei tagli di spesa, ma fondamentalmente perchè Red, in modo particolare, era il tipo che passava subito ai pugni, le cui conseguenze erano continue denunce da parte delle sue "vittime". Poichè era Elvis che pagava i danni fatti da Red, erano artrivati al punto di avere in piedi cause per 10 milioni di dollari (spero di ricordare la cifra giusta).
I "Tre dell'Ave Maria" si aspettavano che Elvis intervenisse per difenderli e riassumerli. Non avendolo fatto hanno avuto la bella idea di scrivere il libro Elvis, What Happened, per vendicarsi, rivelando tutti i segreti privati di Elvis.
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  #10  
Vecchio 14-10-2007, 17:52
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....aaa!!visto che si scoprono gli altarini!!!!ha fatto bene vernon!!tiè!!...e loro che in un intervista si facevano vedere anche che piangevano !!!ma vaff......!!!!!!!!
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