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  #51  
Vecchio 02-04-2011, 17:16
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Ge743 Re: Una giornata a Tupelo

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CIAO NELLA e bentornata!

Nella foto postata da Lisa Elvis è il bambino che sta dietro, alla destra di chi guarda il monitor, proprio vicino all'insegnante. E' anche leggermente evidenziato con un rettangolino più chiaro. Sembra indossi una camicia con sopra una salopette di jeans.
....grazie per il bentornata!!
...che grazioso... adesso l'ho visto, incredibile, che emozione quella foto, fantastica!!
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  #52  
Vecchio 03-04-2011, 09:20
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Un bacione a te NELLA ! Sei semplicemente spelndida. Quando non passi per il forum devo riconoscere che mi manchi. Grazie ai tuoi calorosi incoraggiamenti mi viene più facile continuare a scrivere! Insomma, ho maggiore ispirazione...


Siamo di nuovo in macchina e stiamo percorrendo al contrario la strada fatta questa mattina. Sono le sei del pomeriggio. Arriveremo a Memphis in tempo per fare la solita passeggiata lungo il muro di cinta di Graceland prima di cena. «Stiamo tornando a casa», ci viene da pensare mentre dal finestrino guardiamo il paesaggio scorrere via, e questo pensiero ci fa arrossire un po’. A Tupelo abbiamo trascorso una giornata piacevole e abbiamo scoperto tante cose. Su Elvis, ovviamente. Ma anche su noi stessi. Perché anche noi, come lui, nella vita abbiamo sognato, abbiamo creduto, abbiamo lottato, siamo caduti e ci siamo rialzati, e poi siamo caduti di nuovo. Anche noi abbiamo sbagliato e anche noi abbiamo avuto successo. Anche noi, per fortuna, non abbiamo mai smesso di alzare gli occhi al cielo.
Non so come sia potuto succedere, ma oggi sentiamo Elvis più vicino di quanto lo sentivamo ieri. A 100 miglia di distanza dall’immagine patinata che il mondo conosce, la sua umanità ci è apparsa in maniera così schietta, così immediata che quasi ne siamo rimasti sbalorditi. Ora riusciamo a comprendere meglio il punto di vista di Tony Brown:«Secondo me era un ragazzo normale che si è trovato a crescere come una superstar. La sua non era una vera e propria vita. Viveva una vita surreale. Ma nel profondo di tutta questa vita era una persona ed era questo che tutti adoravano di lui. Era quel ragazzo di Tupelo, con un vero cuore del Sud, che amava la chiesa, amava sua madre, amava i suoi fans ed era affascinato lui stesso di essere Elvis Presley. Credo che spesso volesse buttare via Elvis Presley e che abbia vissuto una vita da fantasia con una vera gioia di condividere tutto con i suoi amici: le macchine, gli anelli, gli orologi e tutte le altre cose».....
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  #53  
Vecchio 03-04-2011, 13:53
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Ge743 Re: Una giornata a Tupelo

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Un bacione a te NELLA ! Sei semplicemente spelndida. Quando non passi per il forum devo riconoscere che mi manchi. Grazie ai tuoi calorosi incoraggiamenti mi viene più facile continuare a scrivere! Insomma, ho maggiore ispirazione...


Siamo di nuovo in macchina e stiamo percorrendo al contrario la strada fatta questa mattina. Sono le sei del pomeriggio. Arriveremo a Memphis in tempo per fare la solita passeggiata lungo il muro di cinta di Graceland prima di cena. «Stiamo tornando a casa», ci viene da pensare mentre dal finestrino guardiamo il paesaggio scorrere via, e questo pensiero ci fa arrossire un po’. A Tupelo abbiamo trascorso una giornata piacevole e abbiamo scoperto tante cose. Su Elvis, ovviamente. Ma anche su noi stessi. Perché anche noi, come lui, nella vita abbiamo sognato, abbiamo creduto, abbiamo lottato, siamo caduti e ci siamo rialzati, e poi siamo caduti di nuovo. Anche noi abbiamo sbagliato e anche noi abbiamo avuto successo. Anche noi, per fortuna, non abbiamo mai smesso di alzare gli occhi al cielo.
Non so come sia potuto succedere, ma oggi sentiamo Elvis più vicino di quanto lo sentivamo ieri. A 100 miglia di distanza dall’immagine patinata che il mondo conosce, la sua umanità ci è apparsa in maniera così schietta, così immediata che quasi ne siamo rimasti sbalorditi. Ora riusciamo a comprendere meglio il punto di vista di Tony Brown:«Secondo me era un ragazzo normale che si è trovato a crescere come una superstar. La sua non era una vera e propria vita. Viveva una vita surreale. Ma nel profondo di tutta questa vita era una persona ed era questo che tutti adoravano di lui. Era quel ragazzo di Tupelo, con un vero cuore del Sud, che amava la chiesa, amava sua madre, amava i suoi fans ed era affascinato lui stesso di essere Elvis Presley. Credo che spesso volesse buttare via Elvis Presley e che abbia vissuto una vita da fantasia con una vera gioia di condividere tutto con i suoi amici: le macchine, gli anelli, gli orologi e tutte le altre cose».....
"Un bacione a te NELLA ! Sei semplicemente splendida. Quando non passi per il forum devo riconoscere che mi manchi. Grazie ai tuoi calorosi incoraggiamenti mi viene più facile continuare a scrivere! Insomma, ho maggiore ispirazione...
"QUESTO LO INQUADRO E LO METTO IN CUCINA!!
GRAZIE ARIADNE SONO FELICISSIMA!!
Trovo che sia stato fondamentale il passo per Tupelo, che non sarebbe bastato il viaggio a Graceland, a Tupelo c'è Elvis il ragazzo a chi si riferisce Tony Brown e a Graceland, seguendo anche le parole di Brown, Elvis la superstar che viveva una vita surreale..
Adesso abbiamo una percezione completa di tutti e due e cosi possiamo capirlo meglio.
Bacione a te ARIADNE
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  #54  
Vecchio 04-04-2011, 08:23
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Mentre il confine con il Tennessee si avvicina ci sentiamo in preda ad una strana agitazione. Qual è l’ultima cosa che abbiamo visto a Tupelo? Un incrocio tra due strade, un incrocio come tanti. Solo che, a pensarci bene, quell’incrocio non era deserto come ci è sembrato quando l’abbiamo attraversato. C’era qualcuno che camminava sul marciapiede di sinistra, con la testa bassa, le mani in tasca e i piedi intenti a dare calci ad un sasso. Si è anche girato dalla nostra parte e per un secondo ha fissato lo sguardo su di noi. Non era un bambino, ma non sapremmo proprio dire che età avesse. Quegli occhi….quegli occhi capaci di catturare la tua anima erano di…No, non è possibile…..Come se avessimo ricevuto un improvviso pugno nello stomaco, ci manca il fiato e proviamo una fitta dolorosa dentro di noi. Forse per la prima volta da quando siamo negli Stati Uniti riusciamo a vedere Elvis così come lui stesso si vedeva, sfatando per primo il suo mito:«Guardo me stesso rigorosamente come un essere umano, il quale, come ho già detto, è stato davvero fortunato. Ma la quale vita ha sangue che scorre nelle vene e la quale potrebbe essere spenta nel giro di pochi secondi. Non come qualcosa di soprannaturale. O meglio di chiunque altro essere umano». E’ tenendo presente questa verità che dobbiamo riflettere sulla sua storia. E allora tutto prende un’altra piega. La nostra autista si ferma a fare rifornimento di benzina e intanto noi facciamo alcune considerazioni. Elvis ha sempre rassicurato di saper distinguere il bene dal male, ma per tutta la vita luci e ombre si sono litigate la sua anima. Quest’ultima, come ha detto Sheila Ryan, «era teatro di una lotta spirituale». Elvis era desideroso di appartenere a qualcuno, ma non è mai stato in grado di donarsi completamente a nessuno. «E’ essenzialmente un lupo solitario» si legge in un articolo di giornale del 1956 e mai intuizione fu più azzeccata. Elvis ha sempre avuto un forte senso del dovere, ma si è sempre rifiutato di crescere: «addirittura, darei qualsiasi cosa per ritornare sedicenne» ha confessato in un’occasione. Elvis credeva di sapere sempre quello che faceva, ma molte volte si è limitato a farsi trascinare dalla corrente. L’Elvis passivo che lascia accadere le cose e il vero Elvis che prende le sue decisioni si sono alternati continuamente in quella che lo scrittore Paul Simpson ha definito «una delle personalità più misteriose nella cultura popolare». Ma, in fondo, chi di noi non è un mistero? Chi di noi non è vittima delle sue contraddizioni ? E chi di noi non ha mille cose in sospeso? Ormai il nostro viaggio volge al termine e ci rimane poco tempo per pensare. Così tiriamo le somme. Oggi Elvis ci ha svelato un segreto: se il nostro desiderio di vivere è autentico niente e nessuno potrà allontanarci dal nostro obiettivo. Naturalmente, dobbiamo accettare di correre dei rischi, dobbiamo essere disposti a perdere qualcosa. Ciascuno di noi prima o poi arriva a porsi questa domanda: «Ho dato la mia vita per essere la persona che sono. Ne valeva la pena?». La nostra risposta è affermativa. Ne vale la pena sempre, per chiunque. Nonostante tutto. In quell’incrocio, a Tupelo, l’uomo con le mani in tasca ce l’ha confermato.
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  #55  
Vecchio 04-04-2011, 16:35
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Geicn 53 Re: Una giornata a Tupelo

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Mentre il confine con il Tennessee si avvicina ci sentiamo in preda ad una strana agitazione. Qual è l’ultima cosa che abbiamo visto a Tupelo? Un incrocio tra due strade, un incrocio come tanti. Solo che, a pensarci bene, quell’incrocio non era deserto come ci è sembrato quando l’abbiamo attraversato. C’era qualcuno che camminava sul marciapiede di sinistra, con la testa bassa, le mani in tasca e i piedi intenti a dare calci ad un sasso. Si è anche girato dalla nostra parte e per un secondo ha fissato lo sguardo su di noi. Non era un bambino, ma non sapremmo proprio dire che età avesse. Quegli occhi….quegli occhi capaci di catturare la tua anima erano di…No, non è possibile…..Come se avessimo ricevuto un improvviso pugno nello stomaco, ci manca il fiato e proviamo una fitta dolorosa dentro di noi. Forse per la prima volta da quando siamo negli Stati Uniti riusciamo a vedere Elvis così come lui stesso si vedeva, sfatando per primo il suo mito:«Guardo me stesso rigorosamente come un essere umano, il quale, come ho già detto, è stato davvero fortunato. Ma la quale vita ha sangue che scorre nelle vene e la quale potrebbe essere spenta nel giro di pochi secondi. Non come qualcosa di soprannaturale. O meglio di chiunque altro essere umano». E’ tenendo presente questa verità che dobbiamo riflettere sulla sua storia. E allora tutto prende un’altra piega. La nostra autista si ferma a fare rifornimento di benzina e intanto noi facciamo alcune considerazioni. Elvis ha sempre rassicurato di saper distinguere il bene dal male, ma per tutta la vita luci e ombre si sono litigate la sua anima. Quest’ultima, come ha detto Sheila Ryan, «era teatro di una lotta spirituale». Elvis era desideroso di appartenere a qualcuno, ma non è mai stato in grado di donarsi completamente a nessuno. «E’ essenzialmente un lupo solitario» si legge in un articolo di giornale del 1956 e mai intuizione fu più azzeccata. Elvis ha sempre avuto un forte senso del dovere, ma si è sempre rifiutato di crescere: «addirittura, darei qualsiasi cosa per ritornare sedicenne» ha confessato in un’occasione. Elvis credeva di sapere sempre quello che faceva, ma molte volte si è limitato a farsi trascinare dalla corrente. L’Elvis passivo che lascia accadere le cose e il vero Elvis che prende le sue decisioni si sono alternati continuamente in quella che lo scrittore Paul Simpson ha definito «una delle personalità più misteriose nella cultura popolare». Ma, in fondo, chi di noi non è un mistero? Chi di noi non è vittima delle sue contraddizioni ? E chi di noi non ha mille cose in sospeso? Ormai il nostro viaggio volge al termine e ci rimane poco tempo per pensare. Così tiriamo le somme. Oggi Elvis ci ha svelato un segreto: se il nostro desiderio di vivere è autentico niente e nessuno potrà allontanarci dal nostro obiettivo. Naturalmente, dobbiamo accettare di correre dei rischi, dobbiamo essere disposti a perdere qualcosa. Ciascuno di noi prima o poi arriva a porsi questa domanda: «Ho dato la mia vita per essere la persona che sono. Ne valeva la pena?». La nostra risposta è affermativa. Ne vale la pena sempre, per chiunque. Nonostante tutto. In quell’incrocio, a Tupelo, l’uomo con le mani in tasca ce l’ha confermato.
...tutti siamo vittime delle nostre contraddizioni,
tra quello che sognamo di essere e quello che riusciamo ad essere...
e a volte, quello che sogniamo di essere non è quello che dovremmo essere...
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  #56  
Vecchio 05-04-2011, 08:43
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

La giornata a Tupelo è finita e con lei il mio reportage.
E’ arrivato il tempo dei saluti, ma non ci diciamo addio, solo arrivederci .
E’ arrivato anche il tempo dei ringraziamenti. E per prima voglio ringraziare la persona senza la quale il mio viaggio non avrebbe avuto mai avuto luogo. Ancora una volta mi sono permessa di parlare con familiarità di Elvis e della sua vita, ma l’ho fatto, posso assicurarlo, con il massimo rispetto. Cercando di attenermi il più possibile alla realtà dei fatti e soppesando ogni frase, anzi ogni singola parola. Pur avendoci ragionato molto sopra, alla fine mi sono lasciata guidare soprattutto dall’istinto, perché, come diceva anche lui, «è l’unico modo in cui riesco a funzionare». Se qualche volta non ho raggiunto il mio obiettivo, cioè se invece di avvicinarmi alla verità me ne sono allontanata, gli chiedo scusa. Spero che tenga conto, comunque, delle mie buone intenzioni.
Un ringraziamento particolare va anche a LISA, NELLA, GRIMILDE ( a cui mando un saluto speciale perché è un po’ che non la becco sul forum. Tutto OK? Un bacione !), PARADISE, BARBIE, MUNNY e CONCY, che con la loro calorosa presenza hanno condiviso con me passo dopo passo questo viaggio così speciale. Ringrazio, infine, tutti coloro che ogni giorno con costanza hanno buttato un occhio ai miei racconti: spero di non averli mai delusi.
A Elvis e a tutti voi ancora il mio SENTITISSIMO GRAZIE.
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  #57  
Vecchio 05-04-2011, 10:21
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Ge743 Re: Una giornata a Tupelo

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La giornata a Tupelo è finita e con lei il mio reportage.
E’ arrivato il tempo dei saluti, ma non ci diciamo addio, solo arrivederci .
E’ arrivato anche il tempo dei ringraziamenti. E per prima voglio ringraziare la persona senza la quale il mio viaggio non avrebbe avuto mai avuto luogo. Ancora una volta mi sono permessa di parlare con familiarità di Elvis e della sua vita, ma l’ho fatto, posso assicurarlo, con il massimo rispetto. Cercando di attenermi il più possibile alla realtà dei fatti e soppesando ogni frase, anzi ogni singola parola. Pur avendoci ragionato molto sopra, alla fine mi sono lasciata guidare soprattutto dall’istinto, perché, come diceva anche lui, «è l’unico modo in cui riesco a funzionare». Se qualche volta non ho raggiunto il mio obiettivo, cioè se invece di avvicinarmi alla verità me ne sono allontanata, gli chiedo scusa. Spero che tenga conto, comunque, delle mie buone intenzioni.
Un ringraziamento particolare va anche a LISA, NELLA, GRIMILDE ( a cui mando un saluto speciale perché è un po’ che non la becco sul forum. Tutto OK? Un bacione !), PARADISE, BARBIE, MUNNY e CONCY, che con la loro calorosa presenza hanno condiviso con me passo dopo passo questo viaggio così speciale. Ringrazio, infine, tutti coloro che ogni giorno con costanza hanno buttato un occhio ai miei racconti: spero di non averli mai delusi.
A Elvis e a tutti voi ancora il mio SENTITISSIMO GRAZIE.
Siamo noi che dobbiamo ringraziare te Ariadne!
Ci hai fatto viaggiare e conoscere meglio Elvis e riflettere
e stai tranquilla che non ci hai mai deluso!!
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  #58  
Vecchio 05-04-2011, 10:25
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Ge743 Re: Una giornata a Tupelo

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La giornata a Tupelo è finita e con lei il mio reportage.
E’ arrivato il tempo dei saluti, ma non ci diciamo addio, solo arrivederci .
E’ arrivato anche il tempo dei ringraziamenti. E per prima voglio ringraziare la persona senza la quale il mio viaggio non avrebbe avuto mai avuto luogo. Ancora una volta mi sono permessa di parlare con familiarità di Elvis e della sua vita, ma l’ho fatto, posso assicurarlo, con il massimo rispetto. Cercando di attenermi il più possibile alla realtà dei fatti e soppesando ogni frase, anzi ogni singola parola. Pur avendoci ragionato molto sopra, alla fine mi sono lasciata guidare soprattutto dall’istinto, perché, come diceva anche lui, «è l’unico modo in cui riesco a funzionare». Se qualche volta non ho raggiunto il mio obiettivo, cioè se invece di avvicinarmi alla verità me ne sono allontanata, gli chiedo scusa. Spero che tenga conto, comunque, delle mie buone intenzioni.
Un ringraziamento particolare va anche a LISA, NELLA, GRIMILDE ( a cui mando un saluto speciale perché è un po’ che non la becco sul forum. Tutto OK? Un bacione !), PARADISE, BARBIE, MUNNY e CONCY, che con la loro calorosa presenza hanno condiviso con me passo dopo passo questo viaggio così speciale. Ringrazio, infine, tutti coloro che ogni giorno con costanza hanno buttato un occhio ai miei racconti: spero di non averli mai delusi.
A Elvis e a tutti voi ancora il mio SENTITISSIMO GRAZIE.
Siamo noi che dobbiamo ringraziare te Ariadne!
Ci hai fatto viaggiare, conoscere meglio Elvis e riflettere.
Stai tranquilla che non ci hai mai deluso!!
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  #59  
Vecchio 05-04-2011, 14:35
L'avatar di  Paradise
Paradise Paradise Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Cara Ariadne,
anche se ci mancherà la tua puntuale presenza mattutina relativa al viaggio, sono sicura che avremo altre occasioni per discorrere tra di noi e non perdere i contatti.

E’ stato bello in tutto e per tutto e tu lo hai narrato in maniera fantastica!

Elvis ne sarebbe contento!

Saper scrivere bene è già difficile, ma pungolare i sentimenti con quello che si dice è lavoro da maestri: più volte io sono stata solleticata alla mente e al cuore.Di questo ti dico grazie!

A presto allora.


PS=Non ero al corrente che ci fosse un’auto Lincoln di Elvis al museo di Tupelo, mi informerò meglio.

PPSS = la mia curiosità fa sì che ti chieda questo: il tuo nick ‘ Ariadne’ deriva dalla bambinetta nel film ‘Folllow that Dream’ o dall’imperatrice bizantina?
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  #60  
Vecchio 05-04-2011, 16:29
Ariadne Ariadne Non in Linea
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Predefinito Re: Una giornata a Tupelo

Cara PARADISE,
non esagero affatto se ti dico che i tuoi complimenti ogni volta mi procurano un tuppo al cuore. Te ne sono infinitamente grata .
Riguardo al sentirci di nuovo, puoi starne certa, anche perchè devo ancora raccontarvi la terza e ultima parte del mio viaggio. A presto....
Sul mio nickname per il forum hai fatto centro. L'ho scelto perchè era il nome della bambina che ha recitato in "Follow the dream". Evidentemente deve aver colpito molto Elvis perchè, anni dopo, lo ha usato spesso come soprannome per Linda. Quando non la chiamava mamma, si rivolgeva a lei chiamandola appunto "Ariadne". Spero mi porti fortuna....
Approfitto dell'occasione per chiedere scusa a te e a tutti voi delle "sviste" presenti in questo reportage . Anche questa volta non me la sono scampata. Il pronome relativo "lei" rivolto alla giornata a Tupelo nell'ultimo post, per esempio, è un orrore da dimenticare al più presto !!! Perdonatemi, vi prego!!!!
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