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Intervista A Linda Thompson
A me ha fatto piacere tradurla e, sono sicura, che a tutti voi farà piacere leggerla.
Purtroppo la devo dividere in più parti perchè è molto lunga. Intervista a Linda Thompson – 19/06/2006 INT. Possiamo iniziare parlando un po’ di quello che è stato il primo passo che ti ha permesso di incontrare Elvis? Credo che ne sia stato l’artefice uno della RCA, un certo Bill Browder . LT. Sì, lo conoscevo come Bill Browder ma più tardi è diventato TG Shepard lo stesso che, in seguito è diventato un artista country, quello che ha fatto la canzone Devil in the Bottle, con cui ha avuto un grande successo. Io ero Miss Tennessee al tempo e la mia amica, che era anche la mia compagna di stanza nello stage di Miss U.S.A., era una ragazza che si chiamava Jeannie LeMay. Lei era Miss Rhode Island ed era appena venuta a Memphis. Comunque, un giorno stavamo passeggiando e suggerì di andare da Fridays e mangiare qualcosa. Quindi entrammo al Fridays e Bill Browder è lì. Ci chiede se vogliamo unirci a lui per il pranzo. Poi chi chiede se ci piacerebbe incontrare Elvis che si trovava in città. Anche se per Jeannie, non era stessa cosa, io, essendo un tipo molto conservatore, non avevo voglia di incontrarlo e quindi, stavo per dire che eravamo molto occupate, in quanto, quella sera probabilmente entrambe avremmo avuto una sfilata. Jeannie disse che, invece, lo avremmo incontrato e annullato tutti i nostri programmi. INT. Al tempo eri una fan di Elvis? LT. Oh, sì, lo sono stata per tutta la mia vita ma sapevo che eravamo impegnate con questa sfilata ed io ero felice di stare con il mio gruppo, ma Jeannie disse che se c’era l’opportunità di incontrare Elvis, lei l’avrebbe presa al volo. Così abbiamo annullato i nostri impegni e ci hanno sostituite. Siamo andate al Menphian Theater a mezzanotte, perché essendo l’ora della chiusura, Elvis l’aveva riservato per vedere i films. INT. Com’era? Qual’è stata la tua prima impressione? LT Ero nella lobby e stavo parlando con alcuni ragazzi e delle persone che giravano lì intorno. Ad un certo punto la porta si è aperta e ci fu quella visione. Era metà Luglio, a Memphis c’era molta umidità, e si soffocava. Aveva un grande mantello nero con il collo alto e l’interno in seta rossa e io dissi “vestito un po’ come Dracula, vero?” così, ci abbiamo scambiato battute l’un l’altro. Siamo andati subito d’accordo, perché entrambi eravamo cresciuti a Memphis, avevamo lo stesso credo religioso, lo stesso amore per la nostra famiglia, devozione al padre e la madre. Avevamo lo stesso senso di lealtà, ci piaceva la stessa cucina, essendo entrambi del sud. INT. Linda, si direbbe che era inevitabile LT. Eh sì, abbiamo instaurato un vero rapporto parentale. Cioè, siamo diventati anime, spiriti parenti. Tanto che lui disse: Dov’eri? Ed io ho risposto “A crescere” INT. Si era già separato da Priscilla, quando l’hai conosciuto? LT. E’ bizzarro come quando ci siamo incontrati al Menphian Theater, mi disse che si era appena separato. Ci siamo incontrati il 6 Luglio ed era separato già dall’inizio di Gennaio. INT. Tu ovviamente hai conosciuto la piccolo Lisa Marie subito dopo. Quanto ci è voluto perché ti accettasse come la nuova compagna del padre? LT Era una bambina meravigliosa. Era molto imbarazzata e un po’ timida, ma ho sempre amato i bambini e abbiamo subito legato. La prima volta che l’ho vista nella casa di Manovale, io ero in piscina. Lei è arrivata e, timidamente, mi ha detto ciao. Abbiamo iniziato a parlare e ci siamo subito intese. Amavo stare con lei. Sai com’è, Elvis aveva un’indole infantile ed anche io. Mi piacciono le cose infantili e talvolta anche scendere al livello di un bambino. Io e lei ci siamo molto unite. INT. Sei ancora legata a lei? LT. Si, Pensa, è stata Lisa da informarmi della morte di Elvis. Lei mi ha chiamato. Aveva solo 9 anni ma ha avuto la prontezza di spirito di chiamarmi e dirmi cosa era successo INT. E’ stato realmente un shock per te oppure sapevi che sarebbe successo? LT. Sai, anche se uno che conosci in fase autodistruttiva, quando alla fine muore, è sempre un trauma. Sì è stato uno shock. INT. Gli hai salvato la vita 2 volte, giusto? LT Sì, un po’ di volte INT. Avete mai parlato di matrimonio? LT Ne abbiamo parlato spesso. Abbiamo parlato anche di avere bambini. Quando Elvis è stato un paio di volte in ospedale con la polmonite e altri problemi, stavo in ospedale con lui, anche per 2 settimane e mezza. Il mio letto che era attaccato al suo. Ho anche mangiato in ospedale. Ero giovane, sana, una ragazza vivace, che nel letto d’ospedale passava il tempo a schiacciare i pulsanti per far salire e scendere il letto insieme a lui. La televisione di notte non trasmetteva, non c’erano tutti i canali di adesso, e giravamo il monitor verso la nursey e sceglievamo i bambini che avremmo voluto avere (risata) INT. Così Elvis aveva la televisione a circuito chiuso in camera? E’ stato qualcosa che ha chiesto lui? LT. Avevamo la televisione in camera che potevamo girare verso la nursey. Non credo che Elvis l’abbia chiesta per la privacy, solo eravamo vicini a dove c’erano i bambini. INT. Cosa mi dici dei ragazzi che erano intorno a lui? Sei stata molto con loro? LT. Abbiamo passato molto tempo insieme e tuttora sono ancora amica di qualcuno di loro INT. C’era qualcuno in particolare con cui potevi condividere i momenti difficili? David Briggs (al tempo, il pianista di Elvis ) è diventato un caro amico, vero? LT. Abbiamo avuto una romantica relazione per più di 2 anni e mezzo e siamo rimasti amici. Sai, in tutta onestà, non c’era un vero modo per poter veramente incontrare qualcuno. Era il mondo di Elvis e vivevamo quel tipo di vita riservata, dove stavamo svegli tutta la notte e dormivamo di giorno. C’erano intorno sempre le stesse persone, tutto il tempo, ed è stato naturale, quando me ne sono andata, che ci fosse un’attrazione verso qualcuno a cui mi sono legata di più e con cui ho condiviso le cose. Avevamo lo stesso amore per Elvis. Entrambi lo amavamo molto ed era triste vederlo autodistruggersi. |
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Re: Intervista A Linda Thompson
INT. Sei rimasta in contatto con lui dopo che l’hai lasciato, fino alla morte?
LT. E’ morto solo 8 mesi dopo che l’ho lasciato. Ci siamo parlati una o due volte perché ero preoccupata per lui e sentivo il bisogno di chiamarlo. Ho chiamato Graceland un paio di volte solo per sapere come stava. Ho chiesto a Charlie Hodge oppure a Ricky Stanley, o a chiunque fosse con lui, di andare a controllare. Loro insistevano che stava bene e chiedevo di passarmelo , oppure di farmi la cortesia di salire e controllare per farmi sapere se era tutto ok. L’ho fatto parecchie volte senza poter parlare con lui, anche se comunque gli ho parlato due volte. Ci amavamo ed eravamo molto uniti. So che Elvis ha capito il mio cuore e l’ho amato veramente tanto. INT. Lo so che è vero. Però ho ancora una domanda difficile: se tu fossi stata ancora con lui il 16 Agosto 1977, pensi che, forse, saresti stata là per salvargli la vita? LT. So che, prima ho avuto il record di avergli salvato la vita parecchie volte, quando certe cose succedono e hai visto giusto, è difficile, perché tutti intorno al lui, compreso suo padre, hanno detto che se fossi stata con lui, sarebbe ancora vivo. Suo padre me lo disse, la sera del funerale. Anche tutti i suoi amici e parenti me l’ hanno detto. Questo è qualcosa che non sapremo mai. Avrei potuto stare con lui e tenerlo in vita per altri 10 anni oppure avrei potuto trovarlo morto esattamente come Ginger. In ogni caso, per me, questo sarebbe stato ancor più devastante pensare che avrei dovuto essere lì o avrei potuto fare qualcosa. Penso che il Signore ha il suo modo di gestire le cose. Mi ha tolto dalla situazione, perché forse non c’era più niente che avrei potuto fare. Non si può cambiare il corso della storia, è vero? INT. Esattamente. Posso verificare una storia con te? E’ qualcosa che si suppone sia successa ed è una grande storia così grande che, ho quasi la speranza che sia andata proprio così: tu ed Elvis stavate mangiando in un McDonalds e qualcuno ha pensato fosse un impersonator… LT. Il fatto è reale, ma i particolari sono leggermente sbagliati. Non abbiamo mai mangiato in n McDonalds. Ci stavamo avviando al Menphian Theater dove, come ti ho detto, a mezzanotte andavamo al cinema. Stavamo camminando e lui era un po’ più avanti di me e qualcuno arrivò e disse. “Oh mio Dio, guarda c’è Elvis. Sei Elvis vero?” Lui disse “Si è vero, sono Elvis” e questi impazzirono. Vollero un autografo e una foto. Come ripresi a camminare dissi, “Charlie, stai di nuovo usando questo tono di Elvis. Dai, non dire più a questa gente che sei Elvis” Dissi ai fans “Lo fa sempre e scherza sempre con la gente” I fans dissero “Sappiamo che non puoi essere realmente Elvis” e lui disse “Ma sono io, diglielo dolcezza!” e io “Dai Charlie, che siamo in ritardo”. E’ stato divertente. Aveva un tale senso dell’umorismo che condividevamo. Se riesci a ridere con una persona, allora puoi passarci insieme molti anni. Riesci a perdonare un sacco di cose, e sorvolarci su. INT. Ricordi la poesia di Elvis del pettirosso, che disse a casa tua su Old Hickory a Memphis nel 1974? LT. E’ uscita ? INT. E’ su un CD e se vuoi te ne mando una copia, ma vorrei sentirla anche da te. Vuoi? LT. La RCA ha cercato di comprarmela e ho sempre detto di no. Penso sia clandestina, ma va bene lo stesso. Amavo sentirla. I miei bambini me la chiedevano proprio l’altro giorno e cercavo la mia cassetta. Ce l’ho da qualche parte in un registratore. Nel momento in cui mi sono svegliato questa mattina, quando tutte le cose dolci erano già sveglie, un pettirosso si é appollaiato sul davanzale per salutare l’arrivo dell’aurora… questa è la poesia vero? INT.Si è questa. Puoi finirla se vuoi (ride) LT. Cantava la sua canzone così dolcemente e si fermava per un momento. Io dolcemente aprivo la finestra, e gli sbattevo il suo “cercapersone” sulla testa (ride). Era la sua poesia preferita. INT. Hai incontrato nessun altro che avesse lo stesso carisma di Elvis? LT. Non mi aspetto di incontrare nessun altro nella mia vita, che sia così magico. Elvis era qualcosa del genere. Era uno che usciva dagli schemi. Mia nonna diceva che distruggeva uno stampo. INT. Porti, ancora, al collo il tuo TLC (tender loving care) ? LT Oh sì, ce l’ho ancora e occasionalmente lo indosso. Senza nulla togliere a qualcun altro che ho amato nella mia vita. Ognuno ha una sua magia personale. Siamo tutti come fiocchi di neve, unici nel nostro essere. Siamo così simili e tutti ci facciamo trasportare dalla vita, ma tutti abbiamo il nostro carattere, la nostra propria struttura. Elvis era unico, incredibilmente sensuale e tenero. Era pazzo e buono. Era all’estremo in ogni aspetto della sua vita. INT. Cosa mi dici di quella volta, a Las Vegas, che, per un filo, ti ha mancato con una pallottola ? LT. Elvis era come un bambino. E’ incredibile, se penso alle pistole che aveva, ecco perché io sono così attenta adesso, sul controllo delle pistole e dei danni che possono fare. Quando mi guardo indietro e penso alle pistole che aveva ed erano cariche, con bambini che ci giravano intorno. Sai, avevamo detto a Lisa di non andare mai vicino alle pistole e lei non l’ha mai fatto. Ma chi lo sa, se fosse stata una bambina più disobbediente o più curiosa, è terribile. Mi si gela il sangue nelle vene se penso alle conseguenze. INT. E’ un miracolo che nessuno sia stato ucciso o ferito, ma credo che l’incidente successo a te sia il più rispecchiante? LT. E’vero. E’ successo quando ero appena uscita dalla doccia, all’Hilton di Las Vegas, nella suite presidenziale, e lui stava sul divano. In quei giorni c’era quegli enormi occhi da bersaglio dei poliziotti. Vegas si animava quando c’era Elvis, e c’erano tutti quei tabelloni, posters e manifesti. Così, lui aveva uno di questi enormi bersagli nella suite e decise che avrebbe sparato all’obiettivo. Era una specie di enorme cartellone, con il suo nome, con questo occhio….. come a dire, venite a vedere Elvis….. sempre. Così, Elvis caricò la sua pistola e sparò all’occhio e la pallottola attraversò la parete, che era adiacente al mio bagno. Attraversò la parete, poi il porta carta igienica, che era in metallo, passò la porta a specchio, che si frantumò. Ho sentito il sibilo dietro le mie gambe. Quando ho guardato a terra, c’era il foro di una pallottola sulla porta dietro a me. Ho aperto questa porta e c’era un'altra porta di vetro frantumata e la pallottola vicino. Sapevo esattamente cos’era successo. James Caugheley venne e disse, “ Linda, stai bene?” e io risposi “si, cos’era questo inferno ?” Disse che Elvis aveva fatto un po’ di pratica del tiro al bersaglio. Mi rivestii, misi un asciugamano sulla testa, uscii e dissi: “Che cosa pensi di fare! Mi ha quasi uccisa!” E lui diventò bianco. Era successo, che qualcuno gli aveva raccontato, che la pallottola aveva attraversato la parete e che io ero stata colpita. Non riusciva neanche ad alzarsi per quanto era sconvolto. INT. Si, questo, come hai detto, era il ragazzo che c’era in lui. Era un gioco. LT. Lo so, lo stavo rimproverando e lui era tutto rannicchiato su se stesso. Disse “oh, mio Dio, non sapevo che tu fossi là. Non sapevo che poteva attraversare la parete. Credevo che si sarebbe fermata qui.” Io dissi “Avresti potuto uccidermi!” ed Elvis mi chiese se volevo andare a casa. Io dissi “Almeno non voglio arrivarci da morta” Era profondamente dispiaciuto e scosso. Era rimasto incenerito. |
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Re: Intervista A Linda Thompson
INT. Questa storia della pallottola si trova nel Film Elvis e la Bella Regina (Elvis and the Beauty Queen). Che cosa pensi del film?
LT. E’ stato piuttosto frustrante perché è impossibile racchiudere in 2 ore, quanto è successo in 5 anni di relazione, vista l’ intensità della mia relazione con Elvis. E’ difficile essere totalmente obiettivi su questa storia, tutto quello che è successo, è stato tutto così intimo. Ho avuto la sensazione, che abbiano scelto quello su cui parlarci sopra, tipo l’uso di droghe ed altri problemi, piuttosto che la sua sensibilità, la sua generosità, la sua allegria e il suo talento. Sai, queste sono cose di cui ho parlato a lungo. Sono scesa nel dettaglio, molto di più sui suoi gesti di generosità, sulla sua spiritualità e sulla sua gentilezza. Naturalmente c’era l’abuso di medicine e la sua autodistruzione, ma questo è quello che hanno più messo in evidenza. Ho percepito che ci fosse più il punto di vista personale dello sceneggiatore, anche se non avrebbero potuto essere più carini e gentili di così, nei miei confronti e non avrebbe potuto essere più adulante, verso di me. Cosa che ho apprezzato. Mi dispiace che nel film non si veda di più la sua bontà. Ce n’era così tanta. Ci sarebbe potuta fare una miniserie e la gente avrebbe avuto modo di capire meglio che incredibile essere umano fosse, Mio Dio, abbattuto e tormentato, è vero, ma era un fenomenale ed incredibile essere umano. INT. Come vorresti finire questa intervista? LT. Probabilmente ti direi questo; anche negli anni che ho passato con Elvis, sono sempre rimasta una poetessa. Sono stata battezzata a nove anni nella Chiesa Batista di Memphis e ho sempre pensato che il dono che Dio mi ha dato era il saper scrivere poesie. Quindi, ho incominciato quanto avevo 9 anni e ho scritto poesie per mio padre, mia madre e tutta la mia famiglia. Ecco come ho incominciato a scrivere le canzoni e quando ero con Elvis avrei voluto scrivere poesie d’amore. Sai, anche se mi ha ferito, vorrei scriverlo questo ed esprimergli ogni cosa attraverso le mie poesie. Mi diceva: “Dolcezza, questa è bella, non mi lasci metterne qualcuna in musica e io la incido, perché è talmente bella?” E io gli rispondevo di no, perché la sentivo una cosa personale. E oggi, nella mia stupidità, al tempo non avevo idea di cos’erano le royalties (ride), ma so che quando è morto, sapeva che non ero là per altri scopi, effetti commerciali o cose simili. Ero là solo perché l’ho veramente amato. INT. Non si può dare un prezzo ai propri ricordi o a quanto hai nel cuore. LT. E’ vero, ma penso che avrebbe scalpitato per il fatto che sono diventata un’autrice di canzoni di successo e che sono in grado far diventare musica, tutta quella poesia. INT. Assolutamente, è stata una sorpresa scoprire che hai scritto successi per Whitney Houston and Celion Dion. LT. La musicalità di David sarebbe stata motivo di grande gioia anche per Elvis. Elvis amava I musicisti. Amava David Briggs, la sua musica, quindi sono sicura che avrebbe veramente apprezzato la musica di mio marito. INT. So che lui ti apprezzava e i fans, sparsi in tutto il mondo sono coscienti di questo LT. Questa cosa è stata fonte di grande conforto per me, sentire che l’amore per lui era distribuito in tutto il mondo. Tutti i giornali dei fans e i tabloids mi hanno sempre trattata in modo gentile. Traggo più soddisfazione da questo che da qualsiasi altra cosa. Sapere che la gente ha capito veramente quanto l’abbia amato. Coloro che lo amano, apprezzano questa cosa e me lo fanno sapere. INT. Hai nessuna foto inedita di te ed Elvis insieme? LT. E’ così difficile trovarne una qualsiasi, con una buona inquadratura. Sai perché? Perché, non abbiamo mai permesso a nessun fotografo di riprenderci. Ho rispettato questo aspetto della sua privacy e lui era molto ombroso con le persone che volevano fare foto, per cui non ce n’è molte di noi due insieme INT. Ho visto parecchie belle foto di te negli anni 70. Hai le ciglia molto lunghe Linda. LT. (ride) Chi io?, Io no, I miei figli le hanno. Nella mia famiglia, da parte di mia madre, tutti hanno le ciglia lunghe. La gente pensa che mi metto quelle finte, ma non è vero. INT. Bene, spero ti piacciano le foto che abbiamo scelto per la stampa dell’intervista. LT Certo mi piacciono e ringrazio tutti i fans che rimangono fedeli e devoti ad Elvis. INT. Sono sicuro che loro dicono la stessa cosa di te. Grazie per averci rilasciato l’intervista. LT. E’ stato un buon lavoro e ci terremo in contatto INT. Grazie Linda, porta i nostri saluti a David e alla tua famiglia. LT. Lo farò certamente. Ciao Desideriamo ringraziare Andrew Hearn (Essential Elvis) per averci permesso l’utilizzo di questa intervista che la prima volta è stata pubblicata su Essential Elvis. La poesia di Elvis “Ode ad un Pettirosso ('Ode To A Robin') è inclusa nell’FTD CD Made In Memphis |
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Re: Intervista A Linda Thompson
Ottimo lavoro Hurt! Complimentoni!!!
Ciao |
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Re: Intervista A Linda Thompson
grazie Hurt
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Re: Intervista A Linda Thompson
Ed ora la chicca
Come mi sono svegliato questa mattina Quando tutte le cose dolci sono già nate Un pettirosso si appoggia sul mio davanzale della finestra Per salutare il sorgere dell’aurora Ha cantato la sua dolce canzone molto dolcemente Poi si è fermato per un momento di pausa Ho alzato delicatamente quella finestra Ed ho schiacciato il suo fottuto cranio Avrei anche l'immagine dello scritto di Elvis, ma non riesco ad inserirla qui, nel forum. se Lisa mi insegna come fare, avrete anche quella. Ciao Ciao |
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Re: Intervista A Linda Thompson
Quote:
Comunque grazie, e ne seguiranno tante tante altre, per la gioia di tutti noi. Un abbraccio virtuale a tutti!!!!!!!!!!!!! |
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Re: Intervista A Linda Thompson
Grazie hurt per averci regalato questa traduzione.
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Re: Intervista A Linda Thompson
Quote:
LEGGETE TUTTI ANCHE LA POESIA SCRITTA DI PUGNO DA ELVIS, poi vedo con Lisa l'inseriemnto del manoscritto |
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Re: Intervista A Linda Thompson
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