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Vecchio 09-03-2007, 20:25
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Intervista A Charles Stone

Charles Stones lavorò fianco a fianco con il Colonnello Parker


D. Raccontaci un po’ di te. Dove sei nato?

CS. Sono nato a Pensacola Florida

D. Fratelli o sorelle?

CS. Ho due sorelle

D. Cosa volevi fare per vivere?

CS. Quando andavo a scuola volevo fare l’avvocato. Ma significava lavorare troppo (ride)

D. Quando sei entrato a far parte del business della musica?

CS. Nel 1963, quando mi sono trasferito a Dallas, Texas. Lavoravo alla Texas Instruments e la sera andavo a scuola. Lavoravo al molo. I miei vicini erano in una band e una sera mi chiesero di organizzargli due o tre serate. Lo feci e guadagnai più in una sera che in un’intera settimana alla Texas Instruments.

D. Che Cosa suonava la band dei tuoi vicini?

CS. Il loro nome era Five Americans. Avevano una hit. Un certo Tomy Pappa della “Western Union mi contattò. Lavorava per la Associated Booking Company e mi chiese di lavorare per lui. Al tempo, loro rappresentavano la maggior parte della gente. Iniziai organizzando serate per Little Richard, Fats Domino, ecc.

D. Così avvenne quel Concerts West?

CS. No quello arrivò più tardi. Terry Basset uno dei fondatori del Concerts West venne a Dallas, Voleva verificare la musica di quella zona. Andò all’ Abnack Music, che era un’etichetta per i Five Americans. John Abner mi raccomandò di fargli girare tutti i clubs. Passai una settimana con Terry e mi chiese di lavorare per lui. I numeri erano parecchio più alti di quelli che facevo alla Associated Booking. Così andai a lavorare per Concerts West.

D. Cosa facevi alla Concerts West?

CS. Il mio lavoro era il collegamento con il Colonnello Parker e quando c’erano i tours, dovevo prenotare le arene e preparare l’itinerario, in modo tale che ci si occupava del suono e delle attrezzature, potessero raggiungere il posto, possibilmente in macchina….. visto che gli spettacoli coinvolgevano aerei e noi tutti eravamo costretti a raggiungere le città dove i tours erano prenotati.

D. Quando iniziasti a lavorare per gli shows di Elvis Presley?

CS. Mi trovavo a Providence Rode Island. Stavo seguendo lo show di Frank Sinatra. Ricevetti una chiamata che mi disse di andare a Montgomery Alabama, entro il giorno dopo. Il colonnello voleva farle uno show a Montgomery. Io ero l’unico nella società che aveva lavorato a Montgomery, Alabama. Va ricordato che questo si faceva senza la prenotazione con il computer. Ogni cosa dovevi fartela da solo. A Montgomery dovevi prenderti impiegati di banca per stare al botteghino. Non potevi andare là e dire mi serve un venditore di biglietti, dovevi assumerteli per conto tuo. Scelsero me perché avevo già seguito dei grossi spettacoli a Chicago, e sapevo come funzionava. Così volai fino a Montgomery. In realtà non fu alcun problema, perché 3 ore più tardi avevo già venduto tutto. Credo sia stato perché avevo parlato con il più grande manager che sia mai esistito.
Mi chiese se c’era il tutto esaurito e dissi di sì- Poi mi chiese se ero io ad aver fatto il botteghino e io risposi di sì. Lui mi disse”Mr. Stone, guarda nelle mutande e verifica se ci sono biglietti” “Colonnello, io ho messo in gioco i miei soldi per i biglietti e i conti tornano”. (ride)
Quando era serio ti chiamava sempre Mr….. …. guarda nelle mutande!!!! Così andai e controllai le stesse mutande 6 volte. Quello che intendo è che i conti dovevano tornare e non dovevano esserci più biglietti. “No, Sir Colonel, non ci sono più biglietti” “Bene, hai fatto un buon lavoro, Mr Stone! Vieni in California, stasera!” Risposi “Credo di dover andare a Rohde Island. Devo esserci per il tour di Sinatra”. E il colonnello “Solo un minuto”. Così andò a chiamare Tom Hulett, passandogli il telefono. Tom mi disse “Non preoccupari per il tour di Sinatra. Troveremo qualcun altro. Vieni in California!” Così presi il primo volo e da quel giorno lavorai per il Colonnello. Ci siamo piaciuti subito. Nove giorni dopo ero ancora in California. Incontrai Elvis e il suo entourage e li seguii nel camerino… storia divertente….. Quando feci il mio primo pranzo con il Colonnello, pensavo che sarei stato trattato come un vip di Beverly Hills. Tutti abbiamo fatto la nostra ordinazione, ma il colonnello non ordinò niente. Quando furono serviti i piatti in tavola, Tomm Hullet mi disse di non iniziare a mangiare. Fu fatto passare un piatto vuoto e ognuno vi metteva qualcosa del suo. Era quello del Colonnello, quando il cameriere fece giro di controllo, il Colonnello che era seduto come capotavola, gli disse “Questo non è mio, io non ho ordinato niente”….. questo è stato il mio primo incontro con il Colonnello. Era un genio.
Da quel giorno tutto il mio lavoro è stato solo per i Tours di Elvis.

D. Charles, eri un impiegato di Elvis Presley o del Colonnello Parker?

CS. Io lavoravo per la Concerts West. Ricordati che il principio del Colonnello era di non pagare e faceva in modo di darti un lavoro senza spendere niente. Questo era quello che faceva!

D. Hai passato molto tempo con il Colonnello, non è vero?

CS. Vero, il Colonnello otteneva tutto il suo lavoro gratis (ride) ed era furbo anche con i Concerts West, perché avevano me come cuscinetto. Ero in grado di tenere calmo il Colonnello quando Hullet si incaponiva per nuove trattative. Praticamente vivevo 24 ore al giorno con lui. Andavo a casa sua tra un tour e l’altro e mi fermavo per un po’da lui.

D. Praticamente, quando hai incontrato Elvis la prima volta?

CS. Al primissimo tour. Sai mi avevano detto di non parlare ad Elvis. Andava bene parlare con gli altri come Joe, Dick e altri, ma non con Elvis. Il mio lavoro era incontrarlo alla porta del camerino, così ci sono stato per 15 tours. Un giorno ero là ed Elvis era a due passi da me. Non gli avevo mai rivolto la parola. Lui mi disse: E tu chi sei? E io: Sono Charles Stone. E lui: io sono Elvis Presley…. come se non lo sapessi …….e mi diede la mano. Da quel momento avrebbe detto ciao Charlie e da me arrivava il Ciao Elvis. Parlavamo e diventammo amici. Quello che intendo non eravamo stretti, ma eravamo amici.


D. Chi ti disse di non parlare ad Elvis?

CS. Tom Hulelt. Sai l’avevo sentito anche da altri. Così, siccome sono curioso, chiesi il perchè. A Myrna Smith era stata detta la stessa cosa. Quelli erano i ruoli. Quando Elvis arrivava nell’arena, non voleva nessuno, non voleva sapere cosa stava succedendo e non voleva che nessuno andasse da lui.

D. Queste erano disposizioni che arrivavano da Elvis?

CS. Io credo di sì…. Non credo fossero disposizioni del Colonnello
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  #2  
Vecchio 09-03-2007, 20:26
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Charles Stone

D. Ora ci sono quelli del mondo di Elvis che chiedono chi è Charles Stone. Perché non sanno che eri là. Cosa vorresti dire a questa gente che afferma di non conoscerti?

CS. Personalmente non credo che lo pensino e che lo dicano. Io ero là. Ci sono foto mie con lui. Guarda il concerto della CBS, vedrai il mio nome nei titoli. Posso farti vedere giornali che parlano di me alla vendita dei biglietti. Sono in grado di documentare tutto se vuoi. Ho anche una cartolina dell’uomo della neve e un TCB.

D. Perchè, secondo te, fai parte del basso rango?

CS. Io ero incaricato dei biglietti per i concerti. Io non ero bombardato di telefonate dalla gente che voleva i biglietti.

D. Dopo la morte di Elvis, sei rimasto nel suo mondo.
CS. Dopo la sua morte, ho fatto altre cose. Gli Elvis tours hanno fatto parte della mia vita, poi è finita. Non ho bisogno di Elvis per vivere. Continuo con la mia vita. Organizzo incontri country e faccio altro.

D. Charles puoi raccontarci la storia sul Colonnello e i Beatles?

CS. Certo. Quando il Beatles arrivarono in America e Brian Epstein morì, il Colonnello gestì privatamente una parte del tour per loro. Sono venuto a saperlo solo anni più tardi. Concerts West non era coinvolta nei tour dei Beatles. Così quando Brian morì, Il Colonnello ricevette un telegramma dai Beatles che gli chiedevano di essere il loro manager. Ho visto con i miei occhi questo telegramma. Oggi potrebbe essere ovunque, ma credo sia a Graceland.

Caro Colonnello Parker
A causa dell’improvvisa morte del nostro manager Brian Epstein, potrebbe tenere in considerazione di essere il nostro manager? Firmato John, Paul, Ringo, George

Io l’ho visto questo telegramma e ho visto anche il telegramma di risposta

Ragazzi,
Grazie mille per l’offerta, ma al momento gestisco un solo artista.
Colonel Parker

Ti immagini il Colonnello che tiene sotto controllo due delle più grandi star del mondo musicale? Fortuna, ma lui scelse di essere il manager di Elvis, soltanto. Aveva a cuore Elvis.

D. C’è un concerto che Elvis fece, che ti ricordi bene?

CS. Sì E’ un concerto ad Ashville, North Carolina. Ricevemmo una chiamata da Joe che ci disse che voleva che le persone scrivessero la loro canzone preferita. Poi Elvis fece questa richiesta, durante lo spettacolo. Le aveva tutte in un secchio da 5 galloni. Se Elvis non avesse saputo la canzone, avrebbe provato a farla. La band le conosceva tutte. Per me fu lo show più grande. Sai, per come la penso io, dopo un po’ gli show erano tutti uguali. Per cui è stata una bella opportunità.

D. Di chi fu l’idea delle richieste?

CS. Di Elvis

D. Non è più successo?

CS. Credo sia successo a Las Vegas, ma io non c’ero per Las Vegas, Qualche volta andavo con il Colonnello e vedevo solo l’inizio.

D. Sei stato con il Colonnello più che con Elvis. Hai qualche storia simpatica da raccontarci?

CS. Stavo portando il Colonnello da Los Angeles a Las Vegas, con una Cadillac Station Wagon di Elvis. Andavo ad velocità piuttosto alta, e sfiorai un burrone. Il Colonnello stava fumando il suo sigaro e lo stava tagliando. La fine che era accesa, gli cadde sulla pancia. Ricordo che dissi a me stesso: ecco, adesso è il mio turno. Sicuramente mi licenzia.
Il Colonnello prese il sigaro da dove era caduto, lo rimise in bocca e disse: potresti andare più piano?
Ci fu un’altra volta a Tahoe. La gente fece dei regali al Colonnello, così li portammo in macchina. Era pieno di stereo, radio, tv e altri regali per VIPS. Dicevano: vogliamo farle un regalo Colonnello e lui: Ok prendi! Si prese tutto e poi lo regalò. Quella sera io andai a casa con una tv.

D. E’ sempre stato detto che Elvis era un Dio e il Colonnello il diavolo. Questo è il modo in cui lo vedono i fans. E’ vero?

CS. Assolutamente no. Tutto questo è lontano dalla verità. Il Colonnello non solo rispettava Elvis, ma gli voleva bene. Me lo disse che gli voleva bene. Credo che anche Elvis lo rispettasse e gli volesse bene. Erano molto simili. Secondo la mia personale opinione, con c’era altro manager che avrebbe potuto gestire Elvis Presley. Elvis non era una persona facile da gestire. Era un uomo adulto e avrebbe potuto licenziare il Colonnello in qualsiasi momento.

D. C’erano persone che cercavano di avere Elvis, sottraendolo al Colonnello Parker?

CS. No, perché non c’era accesso fino ad Elvis. Come pure non c’era accesso a Parker. Nessuno poteva entrare nel nostro circolo chiuso. Io sono stato abbastanza fortunato con entrambi.

D. C’è anche un libro scritto che racconta che lui avrebbe ucciso qualcuno al suo paese d’origine.

CS. Ci Sono tanti modi di fare immondizia!

D. Allora perché ci sono tante storie negative sul Colonnello?

CS. Cercherò di farti lo scenario. Numero uno, nessuno è del paese del Colonnello. Solo parole. Così come fa qualcuno a sapere quello che ha fatto o non ha fatto. Ogni cosa che leggi è di terza e quarta mano. Nessuno ne ha parlato, tutti hanno speculato.
Nessuno è andato a dire ad Elvis di prendersi le sue responsabilità.
Il Colonnello era riservato, non voleva che nessuno sapesse gli affari suoi.
Il giro della TCB era formato da parecchie persone.
Il giro del Colonnello era formato da 6-8 persone, che se ne stavano tranquille.
Sì non abbiamo mai parlato del Colonnello. Questo è un'altra cosa che tu non sai di me (ride)

D. Come hai saputo che Elvis era morto?

CS. Ero a Portland Maine, nella suite del Colonnello allo Sheraton. Ero al telefono con Hershey Pennsavania e riservavo un tour, quando arrivò una chiamata e il Colonnello disse: lascia perdere. Così alzai a cornetta e mi dissero che Elvis era morto. Eravamo tutti disperati, soprattutto il Colonnello. Avevo un foglio con 10 biglietti, che mi era stato mandato dalla tipografia, per Savannah Georgia. Pensa, avevo fatto tutti i biglietti e la tipografia mi aveva mandato questo foglio di biglietti, di cui gli ultimi erano per Elvis Presley.

D. Si trattava di molto denaro, perché i biglietti erano stati venduti tutti.

CS. No era denaro fatto, Se ricordo bene, il 60% delle persone li restituì, ma il 40%b li tenne, come collezione. Non so quale sia il loro valore oggi, ma sono sicuro che non è meno di 10 o 15 dollari, che era il loro costo originale.

D. Guardando all’eredità lasciata da Elvis, come vedi il suo impatto odierno, con il mondo?

CS. E’ stato il più grande intrattenitore del mondo e rimarrà l’unico.

D. Che cosa fai oggi?

CS. Sono il direttore di uno dei più grandi artisti di tributi ad Elvis: Kraig Parker.

D. Perché hai voluto prenderti un artista che fa tributi, quando hai lavorato con quello vero

CS. Buona domanda. Perché per molti anni ho rifiutato di vederli, ma poi un giorno ho visto Kraig ed era bravo. Mia moglie mi spinse a farlo. Ho fatto Las Vegas, abbiamo girato l’Europa e faremo anche l’Asia il prossimo anno.

D. So che sei stato co-produttore per i DVD “TCB-GANG.” e “That’s The Way He Was”. Ce ne sono altri in futuro?

CS. Sì stiamo cercando di fare un film documentario sul Colonnello Parker. Useremo una grande Rock star come ospite.

D. Grazie mille Charles per il tuo tempo prezioso visti tutti i tuoi impegni.

CS. E' stato un piacere
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  #3  
Vecchio 12-03-2007, 17:00
L'avatar di  askme
askme askme Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Charles Stone

Ho letto tutta l'intervista e mi e' sembrata sempre la solita storia,tutti angeli.
Nessuno piu' del colonello amava Elvis e via dicendo,che barba non siamo dei bambini i quali credono alle favole,ma perche nessuno ha il coraggio di dire come stanno le cose.
Abbiamo munto la mucca finche' ha resistito, poi adesso facciamo i falsi amici,dispiaciuti per tutto quello che e' successo ad Elvis.
Grazie ad Hurt per il prezioso lavoro.
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  #4  
Vecchio 12-03-2007, 19:23
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Charles Stone

Quote:
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D. Dopo la morte di Elvis, sei rimasto nel suo mondo.
CS. Dopo la sua morte, ho fatto altre cose. Gli Elvis tours hanno fatto parte della mia vita, poi è finita. Non ho bisogno di Elvis per vivere. Continuo con la mia vita. Organizzo incontri country e faccio altro.


D. Che cosa fai oggi?

CS. Sono il direttore di uno dei più grandi artisti di tributi ad Elvis: Kraig Parker.
La cosa che mi ha fatto più ridere (preferisco usare questo termine) è stata la contraddizione tra queste due affermazioni che ho quotato.

Questo, non è forse aver bisogno di Elvis per vivere????
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  #5  
Vecchio 12-03-2007, 19:49
polluce69 polluce69 Non in Linea
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Thumbs down Re: Intervista A Charles Stone

Leggendo l'intervista, ho l'impressione che sia stato un classico ruffiano leccac... del colonnello, non fà altro che difenderlo e mete in evidenza quanto egli volesse bene ad Elvis, ed è molto fredda come intervista priva di personalità compreso l'aneddoto che ha raccontato, come dire, una montatura!!!
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  #6  
Vecchio 12-03-2007, 19:59
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annelvis annelvis Non in Linea
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Angry Re: Intervista A Charles Stone

Quanto è antipatico sto charles!Si certo il colonnello voleva bene ad ELVIS,sopratutto lo dimostrò quando davanti ad ELVIS tramortito disse al dott. di rimetterlo in piedi kè quel ke contava era ke salisse sul palco quella sera!
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