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Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
INTERVISTA A GEORGE KLEIN
INT Cosa fai questi giorni? GEORGE Oltre agli impegni alla radio privata e in TV, lavoro a tempo pieno come presentatore e curatore delle pubbliche relazioni in un casinò, qui nel Mississipi INT Hai rilasciato molte interviste su Elvis? GEORGE Abbastanza. Soprattutto nell’Agosto in cui Elvis morì e a Gennaio, mese della sua nascita. Ne rilascio da sette, o otto, a venti in un anno, ovunque mi trovi. INT Come ci si sente ad essere così vicini ad una leggenda di tale calibro? GEORGE E’ fantastico. Non lo cambierei con niente al monto. Se dovessi tornare indietro, rifarei ogni cosa INT Dove hai incontrato Elvis per la prima volta? KLEIN Elvis ed io andavamo a scuola insieme. Dall’ottavo anno, quando si trasferì a Memphis. Siamo stati nella stessa classe fino alla fine. Io sognavo di diventare un disc-jokey, lui un cantante, perciò avevamo qualcosa in comune INT Qual è la stata la tua prima impressione di lui? GEORGE Frequentavamo entrambi un corso di musica. Elvis chiese il permesso di portare la sua chitarra in classe e di cantare. Ovviamente molti aggrottarono la fronte perché non si era mai sentita una cosa simile. Portare una chitarra in classe e cantare. Era davvero strano. Andò così, la maestra glie lo premise ed Elvis portò la chitarra, la settimana successiva; lei lo fece alzare in piedi, davanti alla classe, e lui cantò due canzoni country. Io ero davvero colto alla sprovvista, perchè nessuno poteva cantare o suonare la chitarra lì, ed eccoti questo ragazzo venuto dal nulla, di dodici anni, che se ne stava in piedi davanti a tutti e cantava. Perciò mi colpì. Avevo soggezione di lui, per via del suo talento. INT Si dice che Elvis ti avesse definito uno dei pochi a scuola che lo trattarono bene. Perché gli altri non lo facevano? KLEINE E’ vero. Alle superiori portava i capelli lunghi, che non andavano di moda perché erano in voga gli atleti coi capelli corti. Fu duramente schernito per via della sua pettinatura. Sembrava un “martello di velluto”. Indossava abiti strambi a scuola. Laddove tutti noi vestivamo jeans, t-shirt e camicie sportive, lui aveva pantaloni neri con strisce bianche ai lati. O una giacca col bavero rialzato, si distingueva. Aveva uno stile proprio che, credo, si rivelò molto importante per la sua carriera. Quindi veniva deriso per questo, ma non perse mai la calma, non voleva lottare o ribattere. Rideva, sorrideva e andava per la sua strada. Ma io non l’ho mai preso in giro e questo lui non l’ha dimenticato. Non covò rancori, ma, allo stesso tempo, non dimenticò chi fu sgarbato con lui. INT Quando, alzatosi in piedi, cantò quelle due canzoni country, intuisti che sarebbe diventato un personaggio straordinario? KLEIN No, davvero. Ma ai miei occhi aveva qualcosa di speciale, perché, come ho detto, ero stupito che sapesse suonare la chitarra e cantare, al contrario di me INT Qual è stato l’apice della tua carriera professionale? KLEIN Quando ho avuto il mio primo show televisivo. Soddisfazione personale. Ma, quando iniziò il Rock and Roll Hall of Fame, la CEO, da Graceland, e Priscilla Presley mi chiesero di andare a New York, ritirare il premio assegnato ad Elvis e fare un discorso in suo onore. E’ stato dodici anni fa, al Waldorf Astoria, e questi erano i primi dei dieci candidati. Jerry Lee Lewis, Chuck Berry, Ray Charles, James Brown, Jackie Wilson, Sam Cooke, Fats Domino. Elvis era l’ultimo ed io salii su quell’immensa sala da ballo al Waldorf. Julian e Sean Lennon mi consegnarono il premio di Elvis. Io allora tenni un discorso. E’ stato un onore. INT E l’apice della carriera di Elvis? KLEIN Probabilmente direi il debutto all’ Ed Sullivan Show. Fu un grande passo. Ed anche l’uscita del suo primo film. Per lui si avverò un sogno. Elvis voleva recitare, non soltanto cantare. Pensò di valorizzarlo questo sogno. All’epoca la televisione non era come adesso e il grande schermo cinematografico valeva più della realtà. Elvis capì che, se avesse sfondato nel cinema, avrebbe raggiunto l’apice. Ed è quel che fece. INT Cosa credi che lo abbia distrutto, alla fine? KLEIN La noia. Trascurava la propria salute. Il suo peso oscillava. E poi si lasciò sfuggir di mano le prescrizioni dei medicinali. E’ un insieme di fattori. Ottenne quasi tutto, tranne un Academy Award e credo che, se il Colonnello Parker gli avesse permesso di recitare in “A star is born”, sarebbe calato di peso, avrebbe riacquistato forma e si sarebbe nuovamente interessato al cinema INT Davvero il Colonnello Parker era l’unica persona a esercitare un controllo su Elvis? KLEIN Erano in molti a farlo. Ad Elvis non stava bene ma non diede mai a vederlo. Diceva: “Il colonnello Parker è stato il mio manager in tutti questi anni ed ha fatto un buon lavoro, perciò devo seguire i suoi consigli”. Ma si sbagliava. Non pochi errori commise Parker. Uno degli sbagli più grandi è stato di non permettere ad Elvis di recitare in “A star is born”. INT Elvis è venuto a trovarti ultimamente? KLEIN Ogni giorno INTERVISTA A RONNIE TUTT, BASSISTA DI ELVIS INT Rilasci molte interviste su Elvis? RONNIE TUTT No INT Cosa fai al momento? TUTT Partecipo ad un progetto con Neil Diamond, con cui ho collaborato per venti anni. Sta incidendo un nuovo album INT Parlami del tuo debutto nella musica TUTT Beh, la musica mi ha sempre affascinato e vi ho avuto a che fare fin dall’infanzia. Ma non potevo immaginare - Sai, arrivi lì, al college, quando non riesci a immaginare una vita da musicista INT Quando è stato il tuo primo ingaggio professionale? TUTT All’ultimo anno delle superiori INT Si trattava sempre della batteria? TUTT Cantavo anche INT Come sei arrivato a suonare con Elvis Presley? TUTT Un mio amico, Larry Muhoberac, che incontrai a Memphis nel 1963, lavorò ad alcuni suoi film e seppe che Elvis sarebbe tornato alle esibizioni dal vivo e al momento cercava di mettere assieme una band. Mi disse che sarebbe stato felice di prendermi in considerazione. Avendo organizzato audizioni per i più svariati batteristi e non essendo soddisfatti di nessuno di essi, mi chiamarono e funzionò INT Elvis c’era alle audizioni? TUTT Sì INT Suppongo che fosse il tuo primo incontro con lui. Qual è stata la tua prima impressione? TUTT Non era la prima volta che lo vedevo, ma si trattava nel nostro primo incontro. Conoscendolo, capii perché tutti parlassero della sua singolarità. Aveva molto carisma. Non c’è dubbio INT Eri un suo grande fan all’epoca? TUTT No, non lo ero. In parte, ma non un grande fan INT Com’ era l’Elvis musicista rispetto all’Elvis cantante o performer? TUTT Beh, suonava la chitarra e il piano, un pochino. Aveva più che ritmo- probabilmente sarebbe stato un buon batterista. C’era del ritmo nel suo modo di cantare e sentiva la musica. Ma fondamentalmente era un autodidatta, non un musicista esperto, questo è certo. Era più di un cantante INT Durante le prove, interferiva col tuo modo di suonare? TUTT No, davvero. Tutto andava per il verso giusto, se non qualcosa di eclatante. Non ricordo un solo momento in cui Elvis mi disse: “Hey, non farlo”, o “Fa’ questo”. Rappresentava un vero sostegno per le persone che rispettava abbastanza, tanto da fregiarsi della loro compagnia INT E’ stato bello lavorare con lui? TUTT Oh sì, fantastico INT Qual era la cosa migliore? TUTT Credo che fosse la sua energia e la sua spontaneità. Aveva un carisma dinamico. Era eccitante sapere che, quando saresti salito sul palco, sarebbe accaduto qualcosa di straordinario INT E la cosa peggiore? TUTT Solo la monotonia nell’eseguire le stesse canzoni mille volte. E le estenuanti scalette degli spettacoli INT Hai suonato con Elvis durante le riprese a Culver City per That’s the way it is. Parlamene un po’ TUTT Ci ha messi in guardia sul modo in cui avremmo iniziato i concerti o qualsiasi altro evento particolare. Prima le prove in studio di registrazione e poi l’arrivo a Las Vegas. Il film descrive il tutto in modo molto accurato, proprio come accadde. E’ davvero realistico. INT Con tutte quelle telecamere, Elvis fece il gigione? TUTT Oh sì, faceva il pazzo, più del normale. Ma solitamente lo era ed ecco perché ti faceva divertire INT Cosa pensi che distrusse Elvis, alla fine? TUTT Credo il fatto che non fosse motivato. Era il classico tipo che ce l’avrebbe messa tutta per raggiungere traguardi personali o ottenere qualcosa che voleva davvero. E credo fosse arrivato ad un punto da cui, per un motivo o l’altro, non si liberò: non faceva più le cose che voleva. O non gli era permesso. Un tour mondiale, ad esempio INT Perché non le ha fatte? TUTT Ci sono soltanto ipotesi a riguardo. Si raccontano due versioni differenti. Secondo la prima, il Colonnello Parker, essendo un immigrato olandese, non sarebbe stato riammesso in paese. Per la seconda, invece, il Colonnello avrebbe detto ad Elvis di non poter garantire un’adeguata sicurezza. Perciò, sostanzialmente, avrebbe lasciato spazio alla paranoia, dimenticando il fatto che Elvis sarebbe potuto andare ovunque. O meglio, avrebbe dovuto farlo. INT In tutto quanti anni hai lavorato con Elvis? TUTT Dal 1969 al 1977 INT Ultimamente Elvis ti ha fatto qualche visita? TUTT No, solo qualche telefonata |
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
MEMORIES OF GORDON STOKER, DAL BOOKLET DEL DVD "Missing years"
“Attribuisco molto merito al Colonnello Parker per aver continuato a far parlare di Elvis al pubblico, mentre questi era in servizio” Gordon Stoker “Rimanemmo in stretto contatto durante i diciotto mesi che trascorse in Germania. Tra le altre cose, gli mandai un album del gruppo nero spiritual ‘The harmonizing Four’. Quando, finalmente, lo vidi, al suo ritorno, gli chiesi se gli era piaciuto. Mi disse: - Stai scherzando? L’ho consumato a forza di sentirlo!” Gordon Stoker “L’unica altra volta che lo incontrai, durante il servizio militare , fu quando morì la madre, nell’Agosto del ’58. Non dimenticherò mai il momento in cui entrai a Graceland e vidi Elvis seduto sui gradini dell’ingresso che piangeva disperatamente. E’ stata una delle cose più tristi che io abbia mai visto”. Gordon Stoker “Lo vidi ancora una volta prima che partisse per la Germania. Mia moglie Jean ed io eravamo ospiti a Graceland e, durante gli ultimi momenti trascorsi assieme, era evidente il suo timore che la propria carriera potesse finire. Noi lo rassicurammo che non era così…” Gordon Stoker |
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
Grazie Gladys
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
Di cosa, hurt? Per me è solo un immenso piacere, come suppongo lo sia per te!!
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
grazie Gladys
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
Quote:
Abbiamo un unico obiettivo..... ricordare il nostro re e permettere a chi non lo conosce abbastanza di apprezzarlo ed amarlo! Ciao |
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Re: Interviews Of George Klein & Ronnie Tutt/ Memories Of Gordon Stoker
grazie x l impegno
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