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Vecchio 29-12-2010, 15:01
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Predefinito Intervista al Dr. Nick - 2010

INTERVISTA AL DR. GEORGE NICHOPOULOS - 2010:

Il Dr. Nichopoulos - chiamato Dr. Nick - è stato il medico curante di Elvis Presley per molti anni.
Insieme al Colonnello Parker e a Priscilla Presley è tra i "personaggi" della vita di Elvis che suscitano opinioni molto controverse: sembra che nei loro confronti non si possa trovare la mezza misura tra odio e amore. I sentimenti nei loro confronti molto spesso sono ai due estremi.
E' interessante sapere che coloro che hanno vissuto vicino ad Elvis nutrono grande stima per il Dr. Nick, descrivendolo come un medico molto professionale e attento alla salute di Elvis, e che ha fatto in modo di gestire la situazione nel miglior modo possibile.
Quello che è successo al Dr. Nick a partire dal 1977 è stato un calvario giudiziario che non ha coinvolto solamente lui, ma tutta la sua famiglia, e di cui ancora oggi porta le conseguenze sotto molti punti di vista.
A distanza di oltre 30 anni dalla morte di Elvis Presley e dopo la fine delle peripezie giudiziarie, il medico ha deciso di scrivere un libro, in cui ha raccolto tutti i suoi ricordi inerenti al suo rapporto con Elvis, a quello che è accaduto mentre Elvis era in vita e dopo la sua morte, avvalendosi anche dell'opinione di altri medici che si sono esposti con nomi e cognomi all'interno del libro per esprimere i loro pareri professionali sull'intera vicenda.


D: Possiamo iniziare parlando un po' di te? Tu sei di origina greca e sei cresciuto in Alabama. Ci puoi parlare della tua famiglia, degli anni della scuola?
GN: Sono figlio di immigranti greci. Mia madre a malapena sapeva parlare inglese quando ci siamo trasferiti qui. Non c'erano altri greci nel circondario, così per qualche tempo ci siamo sentiti come degli "estranei" in America. Ci siamo trasferiti perchè mio padre aveva acquistato un ristorante, e noi abitavamo proprio sopra di esso. Ho lavorato lì fin da piccolo.
Dopo aver terminato gli studi alla scuola superiore, sono entrato nell'esercito. Ho firmato per entrare nel Medical Corp e sono stato mandato in Germania.
Dopo il congedo, sono entrato alla "University Of The South" nel Tennessee e poi alla Vanderbilt University Medical School di Nashville, e durante i mesi estivi ho studiato farmacologia e anatomia.
Quando ho iniziato a frequentare Edna, che sarebbe poi diventata mia moglie, suo padre aveva un ristorante nel nord di Memphis, poco lontano dai Lauderdale Courts dove abitava Elvis. Vedevamo Elvis ogni tanto, anche se io non lo conoscevo ancora personalmente, ma Edna sì: lei e sua sorella avevano frequentato la Humes High School, la stessa in cui andava Elvis.
Tornai a Nashville ed entrai nuovamente alla Vanderbilt University dopo aver deciso che preferivo dedicarmi alla medicina pratica piuttosto che alla ricerca. Io ed Edna avevamo già 3 bambini, e così mi dovevo destreggiare tra gli studi e il lavoro per mantenere la famiglia.

D: Hai sempre voluto diventare medico?
GN: Penso di averlo deciso quando avevo 8 o 10 anni. Mi è sempre piaciuto vedere il Dr. Welby in TV

D: Sei conosciuto per essere una persona molto riservata. Pensi che questo abbia influito sulle opinioni negative nei tuoi confronti?
GN: Non ho mai sentito nessuno considerarmi una persona riservata. Quando sono iniziate le speculazioni sulla morte di Elvis, ho smesso di dare opinioni in merito perchè tutto quello che dicevo veniva distorto. Le persone pensavano che io non parlassi perchè avevo qualcosa da nascondere; i media continuavano a dipingermi come un mascalzone. Penso che tutto questo abbia influito nel creare opinioni negative nei confronti miei e di Elvis.

D: Il tuo libro - "The King and Dr. Nick: What Really Happened To Elvis And Me" - è stato pubblicato all'inizio di quest'anno. Sei felice dei riscontri?
GN: Sono molto felice per il libro e sono grato all'editore, che mi ha lasciato raccontare la mia storia nel rispetto che Elvis merita. Ero determinato a non fare sensazionalismi sul rapporto tra me ed Elvis, come invece mi era stato chiesto da altri editori. Lo scopo del libro era focalizzare l'attenzione su come il pubblico è stato ingannato nel far credere che Elvis sia morto per overdose e che sia stato io a fornirgli le pillole che lo hanno ucciso. Questo è l'elemento chiave che ha distrutto la reputazione di entrambi.
Il libro è stato scritto in collaborazione con Rose Clayton Phillips e ci sono voluti 18 mesi per portarlo a compimento. Abbiamo dovuto dedicarci a molti dettagli per fare in modo che il risultato fosse accurato. Volevamo che gli avvocati e i medici coinvolti leggessero il manoscritto finale, e questo ha richiesto molto tempo. Sono stato frainteso e quello che ho detto è stato distorto così tante volte, che non volevo essere incolpato di aver ricostruito in modo errato qualsiasi informazione. Sono stato fortunato per la presenza di Rose all'ultimo tour di Elvis, cosicchè lei stessa ha potuto percepire cosa stava realmente accadendo.
A suo tempo si è anche occupata delle mie udienze e dei miei processi per i media nazionali, cosicchè ne ha avuto esperienza in prima persona come li ho vissuti io.

D: Ti senti sollevato per il fatto di aver potuto finalmente dire la tua versione di questa storia?
GN:
No, non mi sento sollevato. Sono contento di aver dato ai fans e al pubblico, che ha giudicato male Elvis per anni, la realtà dei fatti.

D: Quali sono i temi principali del libro?
GN:
Il libro racconta una storia di fiducia e tradimento sotto molti aspetti: come le persone ne usano altre per i loro interessi, specialmente se si sentono minacciate. Racconta degli effetti devastanti che può avere un giudizio affrettato dato su persone innocenti e sulle loro famiglie; e quanto le persone sono riluttanti nel riconsiderare i loro punti di vista per paura di ammettere di aver commesso un errore.
Nella vita di Elvis e nella mia si può vedere come le persone confondono i fatti e come si formano opinioni basate sul "sentito dire". Ci sono persone che preferiscono vivere in un errore piuttosto che ammettere di aver sbagliato.

D: Cosa speri rimanga nei lettori del tuo libro?
GN:
Spero che il libro serva ad imparare di pensare prima di giudicare le persone. Le apparenze possono ingannare, quindi le persone devono considerare la fonte di una storia e vedere se la persona a cui è riferita ha qualcosa da guadagnare da quello che racconta. Il lato più triste della storia di Elvis è che le persone a cui lui voleva più bene hanno sbagliato nel giudicarlo e nel comprenderlo e hanno parlato liberamente contro di lui. Slealmente hanno distorto la sua immagine, ma sembra non abbiano nessun rimorso per quello che hanno fatto per il loro guadagno personale e per quello del loro editore.

D: Quando hai iniziato ad occuparti di Elvis?
GN:
All'inizio del 1967. Il medico a cui si rivolgeva solitamente non era disponibile, così venni chiamato per occuparmi di lui per alcuni acciacchi dovuti allo stare a cavallo, prima che partisse per Hollywood.

D: Eri il medico di Elvis, ma eri diventato anche suo amico. Come amico, quale è il tuo ricordo di Elvis?
GN:
La sua generosità, che era evidente in tutto quello che faceva. Aveva un grande cuore!

D: Ho letto in un articolo che in più di un'occasione tu e Joe Esposito, rovistando nella camera da letto di Elvis a Graceland, avete trovato 3 bottiglie giganti in cui erano contenute pillole di Seconal, Dexedrine e Placidyl e anche boccette di pillole trovate nelle cuciture delle tende. E' vero?
GN:
Sì. Ci era stato detto che alcuni farmaci si trovavano lì, abbiamo cercato e le abbiamo trovate. Le bottiglie erano sigillate e non c'era il nome di nessun medico su di esse. All'apparenza sembravano arrivare da qualche farmacia. Abbiamo prelevato le bottiglie ed Elvis non ha mai chiesto nulla a riguardo, per quanto ne so.

D: Un fatto come questo chiarisce i problemi di dipendenza di Elvis con i farmaci e le distanze che doveva percorrere per ottenere i farmaci che voleva. Ci sono stati altri avvenimenti come questo?
GN:
No, l'incidente non "chiarisce i problemi di dipendenza di Elvis con i farmaci e le distanze che doveva percorrere per ottenere i farmaci che voleva", a meno che non si voglia dimostrare a tutti i costi che è così. Semplicemente, per quanto mi riguarda, dimostra che sono stati trovati dei farmaci nella stanza di Elvis, che qualcuno ci ha detto provenissero dalla California. So che nell'entourage di Elvis c'erano altre persone che acquistavano farmaci e li prendevano. Molti di loro l'hanno ammesso nei loro libri. Elvis era in ospedale nel momento in cui abbiamo trovato quei flaconi e quel tipo di farmaci non è stato riscontrato nel suo organismo dagli esami di laboratorio fatti durante il ricovero.

D: Quando è che la questione dei farmaci è diventata una preoccupazione per te?
GN:
Elvis nel 1973 è tornato a Memphis in emergenza medica che era il risultato di un trattamento medico non tradizionale (agopuntura) a cui era stato sottoposto per sei mesi. Quel trattamento l'ha portato a diventare dipendente dal Demerol. Dopo essere stato disintossicato, il suo fisico non è più stato lo stesso. Ha subito un danno permanente che ha avuto riflessi sulla sua salute fino alla fine della sua vita. Ne ho parlato nel mio libro perchè è stato alla base delle conclusioni del fatto che Elvis fosse un tossicodipendente.

D: Quale è stato il tuo piano di trattamento per Elvis?
GN:
Il piano era differente in base alle condizioni di salute di Elvis del momento. C'era trattamenti specifici per problemi specifici.

D: Il problema di Elvis con i farmaci era peggiore mentre era a Las Vegas, in tour o a casa?
GN:
Devi leggere il libro per capire che Elvis aveva problemi di salute che non c'entrano nulla con l'assunzione di farmaci, come invece la tua domanda vuole insinuare. Il libro spiega nel dettaglio da quali disturbi Elvis era tormentato in base al luogo in cui si trovava (ad es: durante il periodo a Las Vegas, a causa del clima molto secco del deserto, aveva grossi problemi alla gola, che dovevano essere curati per permettergli di esibirsi; quando era in tour lo stress si faceva sentire molto di più rispetto a quando era a casa). Quando era a Graceland doveva prendere molti meno farmaci perchè lo stress e le cause di malessere erano minori.

D: Nel 1973 Elvis andò in overdose di barbiturici 2 volte: una a Las Vegas e l'altra a St. Louis. Erano le prime volte che accadeva?
GN:
Le tue informazioni in proposito non sono corrette. Se leggi il libro, troverai spiegazioni su cosa è realmente successo.

D: Come hai risposto alle overdosi del 1973?
GN:
Non ho curato Elvis per nessuna overdose nel 1973. Il termine "overdose" non è quello corretto da usare per ciò che è successo ad Elvis.

D: Elvis era molto testardo quando voleva qualcosa. Quanto eri consapevole del fatto che otteneva farmaci da altri medici?
GN:
Non ero a conoscenza di quello che succedeva in California o in Nevada quando altri medici si occupavano di Elvis. Quello che le persone devono capire è che c'erano molte persone nell'entourage di Elvis coinvolte nell'acquisizione e nell'uso di farmaci. Queste persone, per difendere loro stessi, hanno fatto apparire Elvis come l'unico che prendeva farmaci.
Se Elvis avesse preso la quantità di farmaci che gli viene imputata, non avrebbe mai potuto fare i concerti che ha fatto. E' totalmente irrealistico credere a queste chiacchiere e mi sbalordisce che le persone possano essere così stupide dopo tutti questi anni.

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Vecchio 29-12-2010, 15:03
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

D: Hai mai parlato con lui di questo?
GN:
Sicuramente ho parlato con lui per farmi dire quali farmaci stava prendendo tramite altri medici. Ero preoccupato per l'interazione tra un farmaco e l'altro. Nel libro parlo di quanto difficoltoso fosse curare Elvis - e anche altri pazienti - durante gli anni 70, in cui c'era un boom di farmaci/droga. Purtroppo noi medici non eravamo del tutto consapevoli degli effetti collaterali provocati dall'uso di alcuni farmaci che venivano prescritti a quel tempo.

D: Negli anni 76/77 Elvis era in evidente pessima forma sia fisicamente che psicologicamente. Come medico, quali erano le tue preoccupazioni riguardo la sua salute?
GN:
Non so cosa tu abbia letto precedentemente e su cosa tu stia basando queste tue dichiarazioni. Le persone che tentano di spiegare la sua morte improvvisa hanno grossolonamente esagerato nel descrivere le sue condizioni fisiche e psicologiche negli ultimi mesi della sua vita. Le mie preoccupazioni erano principalmente per le condizioni del suo colon. Purtroppo non avevo modo per capire quanto grave fosse questo problema perchè non avevamo degli esami specifici che potessero darci nozioni sul reale stato di salute a riguardo.

D: Hai preso in considerazione che potesse morire?
GN:
Non avevo nessuna prova del fatto che potesse rischiare di morire. Presumo tu stia alludendo alle chiacchiere sul fatto che Elvis fosse tossicodipendente...

D: E' stato detto molto sul fatto che nel 1977 tu abbia prescritto oltre 10.000 dosi di farmaci per Elvis...
GN:
La quantità di farmaci che ho prescritto per Elvis e il modo in cui sono stati prescritti è spiegato nel mio libro per tutti quelli che continuano ad essere turbati da questo discorso. E' una semplicissima spiegazione: le prescrizioni venivano fatte a nome di Elvis, ma erano per tutto l'entourage, la sua band, il personale di produzione, di cui mi occupavo quando eravamo in tour, in modo che Elvis potesse pagare per tutti i suoi dipendenti. I farmaci non erano solamente per Elvis.

D: Si sa quante dosi di farmaci Elvis aveva in suo possesso al momento della sua morte?
GN:
Nessuno, che io sappia! Elvis non aveva accesso ai farmaci che gli prescrivevo. I farmaci gli venivano dati in base alle necessità del momento. Le dosi erano contenute in buste, che gli venvano consegnate ad orari precisi. Anche questo è spiegato nel mio libro.

D: Al momento della sua morte, quali erano i suoi principali problemi di salute?
GN:
Problemi intestinali dovuti ad un colon ammalato, ipertensione, diabete in forma non grave, sindrome di Reiter, che include glaucoma, artrite, problemi muscolari, problemi urinari; emicrania e allergie che comportavano sinusite e problemi alla gola. C'era inoltre una deficienza surrenale provocata dal trattamento di agopuntura del 1973. Malgrado il suo peso contribuisse alla difficoltà di controllare l'ipertensione e il diabete, il suo peso non è quello che propriamente si può chiamare obesità. Credo che le persone si renderanno conto di quanta esagerazione c'è stata nel parlare del suo peso e della sua alimentazione quando nel mio libro vedranno le fotografie scattate nel corso degli anni, fino al suo ultimo concerto. C'era poi il problema dell'insonnia e penso che la sua incapacità di dormire abbia influito sulla sua salute in molti modi. Il corpo ha bisogno di dormire.

D: Sono state fatte molte dichiarazioni sulle condizioni di Elvis al momento della sua morte. Alcune persone vicine a lui hanno dichiarato che era affetto da cancro alle ossa. Elvis era stato colpito da questo male?
GN:
La teoria del cancro alle ossa venne messa in circolazione da un medico del gruppo che ha eseguito l'autopsia, il quale pensava ci fossero segni di cancro alle ossa. Dopo aver eseguito ulteriori accertamenti, è stato escluso che fosse così.

D: Il dibattito sulle cause della morte di Elvis prosegue da oltre 30 anni. Aritmia cardiaca o sovradosaggio di farmaci?
GN:
Sovradosaggio di farmaci è una conclusione ridicola a cui sono arrivati alcuni patologi che non erano in grado di determinare le cause della morte. Spero che i medici che sono stati intervistati per il mio libro mettano fine a queste chiacchiere.

D: Pensi che una grande ingestione di farmaci da parte di Elvis abbia contribuito alla sua morte?
GN:
No. La quantità di farmaci presi da Elvis non ha niente a che fare con la sua morte. Quello che stava prendendo era appropriato a livello medico e non poteva portare a complicazion che potessero causare la morte. Come può la gente credere ancora a queste fesserie dopo oltre 30 anni?!

D: Con quello che viene chiamato "senno di poi", c'è qualcosa di diverso che avresti potuto fare nel curare Elvis?
GN:
Sono state ipotizzate differenti procedure su Elvis, ma non erano accettabili a livello medico nel 1975, quindi nessun medico si sarebbe azzardato a metterle in pratica. Per oltre 30 anni ho studiato sul megacolon e sulle malattie ereditarie che hanno tormentato Elvis per tutta la sua vita e l'hanno portato alla sua morte prematura. Gli specialisti con cui ho parlato, mi hanno assicurato che è stato fatto tutto il possibile che si poteva fare con i mezzi disponibili a quel tempo.

D: Sempre con il senno di poi, pensi che la morte di Elvis poteva essere evitata? Se sì, come?
GN:
La morte di Elvis non poteva essere evitata nel 1977. Come ha detto uno dei medici intervistati per il mio libro: "Era una bomba ad orologeria ambulante". Oggi come oggi esiste una procedura per correggere una patologia del colon come quella di Elvis. Spero che le persone che soffrono dello stesso disturbo, si rendano conto che non devono vivere nelle stesse condizioni e cerchino aiuto. Anche questa è una delle ragioni per cui ho voluto scrivere questo libro.

D: Dalla morte di Elvis ci sono stati momenti in cui hai avuto paura per la tua vita. Raccontaci di questi momenti, incluso l'episodio dell'incidente al Liberty Bowl del 1977.
GN:
Non considero l'incidente al Liberty Bowl una seria minaccia. Non ne ho parlato nemmeno nel mio libro. Non ho nemmeno mai avuto paura per la mia vita, ma ero preoccupato che qualcosa potesse succedere alla mia famiglia.

D: Nel 1995 il Tennessee Medical Board ti ha tolto la licenza medica. Per quale motivo pensi l'abbiano fatto?
GN:
I media non si sono mai arresi dal provare che Elvis fosse un tossicodipendente e io ne fossi responsabile. Dopo il programma tv "The Elvis Cover-Up", iniziarono ad uscire libri con sempre più pesanti dichiarazioni riguardo un'overdose. Poi i produttori di quel programma scrissero un libro che, sostanzialmente, mi accusava di aver ucciso Elvis per guadagno personale. Ridicolo! Comunque...penso che il Tennessee Medical Board mi vedesse come un problema - ossia cattiva pubblicità - e fosse stufo di aver a che fare con accuse contro di me, così decise di mettere fine a tutto con quella decisione.

D: Come hai gestito uno dei periodi peggiori - se non il peggiore in assoluto - della tua vita?
GN:
Ho pregato tanto e ho deciso di scoprire tutto quello che potevo sulla causa della morte di Elvis. Poi mi sono ripromesso di fare visita ogni giorni ad alcuni dei miei pazienti, in modo che non si sentissero abbandonati e potessi anche io sviare la mente da quello che stava succedendo.

D: Come è cambiata la tua vita dal 1995?
GN:
Non vado in uno studio per visitare i miei pazienti, quindi ho più tempo per stare a casa. Mi è sempre interessata la ricerca, così ho studiato molto. Cerco modi per aiutare le persone, consultandomi con altri specialisti e indirizzandole dove possono trovare aiuto.

D: Un lato pericoloso della nostra cultura contemporanea consiste nel fatto che i media nutrono il pubblico con sensazionalismo, tralasciando spesso la verità. In questo contesto, le persone diventano oggetti da attaccare senza riguardo. Quanto ti sei sentito dato in pasto ai media a favore di questo sensazionalismo?
GN:
Sia io che Elvis siamo stati sacrificati dai media per aumentare le vendite. Questo è il loro modo di agire. Quello che mi innervosisce è che le persone non hanno ancora compreso il modo in cui i media hanno agito e continuano ad agire. Quando vivi una vita famosa, sei un bersaglio appetibile. Odio gli attacchi più per la mia famiglia che per me stesso; la mia famiglia non c'entra nulla. Questo è un altro motivo per cui ho voluto raccontare la mia storia..per i miei nipoti, anche se a nessuno probabilmente interessa il mio punto di vista.

D: Quanto ti sei sentito accusato dai fans?
GN:
La maggior parte dei fans che ho conosciuto volevano sapere tutto quello che potevano su Elvis e hanno apprezzato quello che venivano a sapere. Non mi sono mai sentito trattato male dai fans. Loro sono brave persone che cercano disperatamente delle risposte. Ci sono alcune persone che cercano di mettersi in mostra dicendo ogni sorta di male su Elvis e su di me.

D: Tra le critiche che hai ricevuto negli ultimi 30 anni, ci sono state anche persone che hanno dato supporto a te e ai tuoi sforzi per aiutare Elvis. Ad esempio: Marty Lacker, Myrna Smith, Larry Geller, l'infermiera di Elvis - Marian Cocke, il cugino di Elvis - Bily Smith. Quanto è stato importante questo supporto per te?
GN:
C'è un gruppo che apprezza chiunque si dia da fare per il bene di Elvis. Sono grato per il fatto che continuino su questa strada e facciano la differenza.

D:Cosa pensi dei fans che credono che Elvis abbia messo in scena la sua morte nel 1977?
GN:
Alcune persone crederanno a qualsiasi cosa. Altri vogliono credere che Elvis potrebbe essere ancora vivo, che possa sfuggire alla morte come Superman. Personalmente non conosco nessun fan che prenda seriamente in considerazione questa ipotesi.

D: Cosa fa adesso il Dr. Nick?
GN:
Spero che la mia salute mi permetta di parlare con i fans della mia storia. Mi piacerebbe trascorrere del tempo con loro e condividere altri ricordi di Elvis che non ho potuto includere nel libro.

D: C'è qualcos'altro che vorresti dire?
GN:
Sì. Vorrei ringraziare per avermi dato la possibilità di incoraggiare i fans a leggere questo libro con la mente aperta per avere una nuova prospettiva su Elvis, sul modo in cui ha vissuto, è morto e su tutto quello che ci ha lasciato.




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Vecchio 30-12-2010, 14:20
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Che strane sensazioni….ho letto due volte per poter fissare meglio le mie impressioni: se consideriamo il dottor Nick sincero qualcosa in più si chiarisce e alcuni dei nostri dubbi possono essere dipanati.Ma il fatto che volutamente o incosciamente l’intervistato continua a far richiamo al suo libro mi fa pensare.

E’ pur vero che se in una intervista si svela troppo nessuno compra più il libro pubblicizzato(…e allora ricade anche lui in bieco arrivismo?), ma oramai, visto che afferma che sta andando bene,cos’ha da perdere? Non ci resta che comprare il suo libro per sapere oltre (sperando in una traduzione).

Mi sembra di aver capito che il dottor Nick esclude categoricamente che i farmaci da lui prescritti (o anche da qualcun altro) possano essere stati causa di morte,anche se a quei tempi non si conoscevano ancora gli effetti collaterali degli stessi. Io non ho conoscenze mediche e farmacologiche, però posso dire che quando si sta male si è disposti a tutto( intendo assunzione di qualsiasi farmaco) pur di poter star meglio, a maggior ragione quando si deve far fronte ad impegni inderogabili. Per cui non biasimo il comportamento di Elvis che, se pur sapendo i rischi, testardamente ha assunto quei “farmaci” proprio perché dati a lui come “ farmaci “ sinonimo di guarigione.

Mi dispiace sentire come elenca le patologie di cui Elvis era affetto, come se facesse la lista della spesa.E mi arrabbio nel constatare che nessuno gli abbia dato un timeout,magari anche spaventandolo senza mezze misure.(…mi auguro che nel libro ci sia qualcosa a riguardo)

Alla fine penso che mettere il dottor Nick nella lista dei buoni o dei cattivi non serve a nulla; riconosco che non deve essere stato facile essere medico curante di Elvis né tantomeno affrontare il “dopo Elvis”specie durante le cause giudiziarie. Voglio credere che il dottor Nick, in qualità di medico, sia rimasto fedele al giuramento di Ippocrate specie nei qui riportati commi della versione antica:

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio.

·In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.

·Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

·E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.]
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  #4  
Vecchio 31-12-2010, 11:25
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Conoscendo alcune patologie di Elvis, e essendone io stessa affetta, posso dire chje Elvis soffriva molto, ma essendo negli anni 70 le cure e la conoscenza medica limitate,non era possibile agire diversamente da cio' che e' stato fatto. Credetemi, Elvis soffriva davvero molto, i farmaci erano l'unico sollievo.
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  #5  
Vecchio 31-12-2010, 11:29
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Spero grandemente che il libro del Dottor Nick venga tradotto in italiano (speranza vana?) lo leggerei molto volentieri, ma qui in italia non arriva mai niente di tradotto, purtroppo e io non so leggere l'inglese, ma solo il portoghese e il francese.
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  #6  
Vecchio 31-12-2010, 11:31
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Molte grazie Lisa per l'articolo che hai tradotto, un grosso bacione!!!!! ( Elvis rallegra un po' la mia vita ogni giorno......)
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  #7  
Vecchio 31-12-2010, 12:08
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Grazie mille Lisa per queste preziose interviste!
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  #8  
Vecchio 31-12-2010, 12:43
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Quote:
Paradise Visualizza Messaggio
Che strane sensazioni….ho letto due volte per poter fissare meglio le mie impressioni: se consideriamo il dottor Nick sincero qualcosa in più si chiarisce e alcuni dei nostri dubbi possono essere dipanati.Ma il fatto che volutamente o incosciamente l’intervistato continua a far richiamo al suo libro mi fa pensare.

E’ pur vero che se in una intervista si svela troppo nessuno compra più il libro pubblicizzato(…e allora ricade anche lui in bieco arrivismo?), ma oramai, visto che afferma che sta andando bene,cos’ha da perdere? Non ci resta che comprare il suo libro per sapere oltre (sperando in una traduzione).

Mi sembra di aver capito che il dottor Nick esclude categoricamente che i farmaci da lui prescritti (o anche da qualcun altro) possano essere stati causa di morte,anche se a quei tempi non si conoscevano ancora gli effetti collaterali degli stessi. Io non ho conoscenze mediche e farmacologiche, però posso dire che quando si sta male si è disposti a tutto( intendo assunzione di qualsiasi farmaco) pur di poter star meglio, a maggior ragione quando si deve far fronte ad impegni inderogabili. Per cui non biasimo il comportamento di Elvis che, se pur sapendo i rischi, testardamente ha assunto quei “farmaci” proprio perché dati a lui come “ farmaci “ sinonimo di guarigione.

Mi dispiace sentire come elenca le patologie di cui Elvis era affetto, come se facesse la lista della spesa.E mi arrabbio nel constatare che nessuno gli abbia dato un timeout,magari anche spaventandolo senza mezze misure.(…mi auguro che nel libro ci sia qualcosa a riguardo)

Alla fine penso che mettere il dottor Nick nella lista dei buoni o dei cattivi non serve a nulla; riconosco che non deve essere stato facile essere medico curante di Elvis né tantomeno affrontare il “dopo Elvis”specie durante le cause giudiziarie. Voglio credere che il dottor Nick, in qualità di medico, sia rimasto fedele al giuramento di Ippocrate specie nei qui riportati commi della versione antica:

Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio.

·In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi.

·Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili.

·E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro.]
Paradise, ho letto il libro e cercherò di risponderti punto per punto sul tuo pensiero in base all'opinione che mi sono fatta.
Premetto che, prima di leggere il libro, ero anche io ostile al Dr. Nick, a causa delle informazioni che ho sempre letto sulla vicenda in tutti questi anni...ma l'esperienza mi ha insegnato che le campane bisogna sempre sentirle entrambe per potersi fare un'opinione, che può essere giusta o sbagliata, ma che almeno prende in esame i diversi punti di vista.

Nella prima parte del tuo messaggio, dici che ti dà da pensare il fatto che il Dr. Nick, nelle risposte che dà, inviti spesso a leggere il suo libro.
Secondo me, il motivo di questo invito, sono le domande tendenziose di chi lo sta intervistando. E' palese che questa persona non ha letto il libro e sta intervistando il Dr. Nick con l'intenzione di puntare un po' il dito contro di lui a prescindere...ed infatti il Dr. Nick se ne accorge e ad un certo punto glielo fa presente.

Attualmente il libro è solamente in inglese...ma come, giustamente, dici tu: se le vendite del libro vanno bene, cosa ha ormai da perdere?
La smania dell'arrivismo, poi, all'età del Dr. Nick penso non ci sia più...anche perchè, ormai, chi ha un'opinione difficilmente se la toglie dalla testa e sicuramente questo medico non riuscirà a ricostruirsi una reputazione dopo così tanti anni. A parte questo, cmq, quello che conta, secondo me, è che almeno abbia tentato di risollevare l'immagine di Elvis, anche se temo che, come detto per lui, difficilmente chi vuole sputare fango a tutti i costi potrà cambiare idea o almeno provare a mettere in discussione il proprio pensiero.

Il time-out è stato dato dal Dr. Nick al Colonnello Parker, dicendogli che Elvis non poteva più sostenere certi ritmi...ma Parker se ne è altamente fregato! Anche nella biografia di Guralnick si legge che nel 1975 Elvis disse a Parker di essere stanco, di stare male e di volersi prendere un periodo di riposo; ma, visto che Parker sapeva che se Elvis non lavorava e non guadagnava, non prendeva soldi nemmeno lui, ha coinvolto Elvis in un concerto di beneficenza (ovviamente Elvis non è stato capace di tirarsi indietro davanti alla possibilità di aiutare delle persone)... e da lì ha poi ricominciato con i soliti ingaggi senza fine...

Anche io, come te, voglio pensare che il Dr. Nick abbia mantenuto fede al giuramento che ha fatto quando è diventato medico...anche perchè, ponendomi la domanda: "cosa ci avrebbe guadagnato dalla morte di Elvis?" non sono ancora riuscita a trovare una risposta...
Se proprio volessimo metterla sul fattore opportunistico, avrebbe avuto più interesse a mantenerlo in vita e non ad ammazzarlo...a differenza di Parker, che, ad un certo punto, vedendo le condizioni di Elvis, ha fatto ben capire che Elvis avrebbe fatto fare più soldi da morto che da vivo!

LISA
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  #9  
Vecchio 31-12-2010, 19:19
Nella Nella Non in Linea
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Post Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Quote:
Lisa Visualizza Messaggio
Paradise, ho letto il libro e cercherò di risponderti punto per punto sul tuo pensiero in base all'opinione che mi sono fatta.
Premetto che, prima di leggere il libro, ero anche io ostile al Dr. Nick, a causa delle informazioni che ho sempre letto sulla vicenda in tutti questi anni...ma l'esperienza mi ha insegnato che le campane bisogna sempre sentirle entrambe per potersi fare un'opinione, che può essere giusta o sbagliata, ma che almeno prende in esame i diversi punti di vista.

Nella prima parte del tuo messaggio, dici che ti dà da pensare il fatto che il Dr. Nick, nelle risposte che dà, inviti spesso a leggere il suo libro.
Secondo me, il motivo di questo invito, sono le domande tendenziose di chi lo sta intervistando. E' palese che questa persona non ha letto il libro e sta intervistando il Dr. Nick con l'intenzione di puntare un po' il dito contro di lui a prescindere...ed infatti il Dr. Nick se ne accorge e ad un certo punto glielo fa presente.

Attualmente il libro è solamente in inglese...ma come, giustamente, dici tu: se le vendite del libro vanno bene, cosa ha ormai da perdere?
La smania dell'arrivismo, poi, all'età del Dr. Nick penso non ci sia più...anche perchè, ormai, chi ha un'opinione difficilmente se la toglie dalla testa e sicuramente questo medico non riuscirà a ricostruirsi una reputazione dopo così tanti anni. A parte questo, cmq, quello che conta, secondo me, è che almeno abbia tentato di risollevare l'immagine di Elvis, anche se temo che, come detto per lui, difficilmente chi vuole sputare fango a tutti i costi potrà cambiare idea o almeno provare a mettere in discussione il proprio pensiero.

Il time-out è stato dato dal Dr. Nick al Colonnello Parker, dicendogli che Elvis non poteva più sostenere certi ritmi...ma Parker se ne è altamente fregato! Anche nella biografia di Guralnick si legge che nel 1975 Elvis disse a Parker di essere stanco, di stare male e di volersi prendere un periodo di riposo; ma, visto che Parker sapeva che se Elvis non lavorava e non guadagnava, non prendeva soldi nemmeno lui, ha coinvolto Elvis in un concerto di beneficenza (ovviamente Elvis non è stato capace di tirarsi indietro davanti alla possibilità di aiutare delle persone)... e da lì ha poi ricominciato con i soliti ingaggi senza fine...

Anche io, come te, voglio pensare che il Dr. Nick abbia mantenuto fede al giuramento che ha fatto quando è diventato medico...anche perchè, ponendomi la domanda: "cosa ci avrebbe guadagnato dalla morte di Elvis?" non sono ancora riuscita a trovare una risposta...
Se proprio volessimo metterla sul fattore opportunistico, avrebbe avuto più interesse a mantenerlo in vita e non ad ammazzarlo...a differenza di Parker, che, ad un certo punto, vedendo le condizioni di Elvis, ha fatto ben capire che Elvis avrebbe fatto fare più soldi da morto che da vivo!

LISA
..inconcepibile fare una intervista a proposito di un libro, senza prendersi il disturbo di leggerlo, osando in più, a fare delle domande tendenziose!
In tanto che il libro in questione non si trova ancora tradotto all'italiano, speriamo almeno che sia divulgato questo articolo di Lisa!

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  #10  
Vecchio 01-01-2011, 12:44
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Predefinito Re: Intervista al Dr. Nick - 2010

Grazie Lisa per le precisazioni che mi dai. Mi piacerebbe proprio tanto a questo punto leggere tutto il libro, che per ora ha letto su google le prime pagine con una traduzione fai da te. Speriamo che vengo qui venduto in italiano.
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