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#1
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“C’è sempre un po’ di follia in ogni genio” (Seneca)
Sempre insieme (Parte 1) Quanto tempo era passato da quando lo avevano ricoverato, 2, 3, 4 ore? Quanto tempo era passato da quando lei gli aveva augurato la buona notte e poi, con qualche difficoltà a causa del nuovo ambiente in cui si trovava, era andata ad appollaiarsi sul letto affianco? Ma soprattutto, quanto tempo era passato da quando erano tornati dalla crocera e a Filly non restava altro che dirgli la cruda, pura e sacrosanta verità? Era passato troppo, troppo tempo. Non sapeva dire se era mezz’ora o un quarto d’ora che ogni qual volta la donna entrava nel reparto, Elvis non la riconosceva. :”E’ l’effetto dei farmaci” le aveva <<<<<detto il medico personale… già. I dannati farmaci lo stavano opprimendo in continuazione. Un non- stop di< flebo, antistaminici, siringhe di cortisone, siringhe di quello e quell’altro, spostamento da una stanza all’altra, ingerimento di taluna o tal’altra cosa… costringendo il Re a letto in varie smorfie di dolore. La signora Presley sedeva su una poltroncina nel corridoio, l’infermiera Parker le teneva la mano e Lisa Marie, che quel giorno compiva 23 anni, era dietro di loro che tremava come una foglia. Si era sempre appassionata a quella ragazza, era così tenera… Ricordò quando si era trovata faccia a faccia a parlare con lei, mentre Elvis era fuori in tourr. Le due erano sul divano di Graceland, immerse in una fitta conversazione che iniziò con Filly che chiese il passato della ragazza. :”Ho avuto purtroppo un’adolescenza quasi completamente devastata dalle droghe,” aveva detto Lisa. :”Ma poi, verso i diciotto anni, ho smesso. Insomma, l’avevo fatto perché dopo che mamma e papà si erano separati mi sentivo sola, venivo ogni estate a Memphis, ma non era la stessa cosa. Mi capisci vero? Insomma, non vedevo l’ora di ritornare insieme, di stare tutti insieme ad ogni ricorrenza… ma qualcuno mi ha portato via la mamma, facendola dormire per sempre. “. Fu da quelle parole che la ragazza percepì molta maturità in Lisa Marie allora ventunenne, la quale stava seguendo un corso di cucito, infatti, in quel periodo, stava cucendo una tovaglia. Filly si riscosse dai suoi pensieri e si voltò verso Lisa Marie, emanava un profumo caratteristico così leggero e dolce che era impossibile non riconoscerla. Le toccò il volto per capire se si trattasse davvero di lei, la ragazza si voltò. :”Non… non rifarlo, non drogarti. E’ con il cuore che te lo dico, Lisa. Insomma… ora siamo nuovamente una famiglia, io ho bisogno di te, Elvis ha bisogno di te, il futuro Presley ha bisogno di te…” disse poi, indicandosi il grembo. Lisa Marie sorrise, si avvicinò alla donna e sfiorò anch’ella il grembo ormai cresciuto. Lisa Marie si accorse che qualcsoa stava cambiando, nella Presley ora erano chiaramente luccichii di lacrime quelli che s’intravedevano dai suoi occhi verdi. :”No!” urlò. Non ce la faceva, doveva sfogarsi. Completamente incosciente di ciò che faceva, ma nello stesso tempo cosciente del fatto che doveva sfogarsi, si afferrò i capelli, proprio come faceva Elvis durante un suo attacco di follia dopo aver ingerito le pillole, disse :”Non voglio che nasca adeso che suo padre non c’è. Ti prego, non… non farlo!”. Si accasciò a terra e prese a piangere come non aveva mai fatto, mentre una troupe di infermieri e medici venivano verso di lei. :”Non… non morire, amore, non morire! Ti prego, non morire! Noi… tu… tu sei il futuro di Memphis” continuò ad urlare la donna dal punto in cui si trovava. Poi, completamente imperlata di sudore, si mise a carponi e raggiunse la porta a vetri, che però era accantonata da un poliziotto, Filly se ne accorse da una voce maschile che la fece trasalire dicendo :”Presley, la prego, indietro”. :”Voglio vederlo! Elvis! Elvis! Sta per morire, fatemelo vedere per un’ultima volta!”. :”Presley, indietro, la prego” continuò l’omone. :”Filly, il ppoliziotto forse ha ragione. E’ pomeriggio inoltrato, non fanno entrare nessuno e dovremo prima sterilizzarci. E’ sotto chemio e non ti riconoscerebbe comunque, ricordi ieri quando se non ci fosse stato il mio intervento ti avrebbe rotto il vassoio in testa?” Disse Lisa Marie comprensiva. :”Ti va di uscire un po’ in cortile?” continuò. La donna assentì con un breve cenno del capo e le due uscirono sotto l’ultimo raggio di sole che illuminava la rotonda costruzione dell’ospedale. Era sdraiato da non sapeva quanto, i capelli erano scompigliati e il pigiama gli si era appiccicato al corpo per quanto sudava. Non ricordava nulla, tutto ciò che sapeva era di trovarsi in ospedale. Si rizzò a sedere e prese a staccarsi quelle dannate flebo, erano solo roba di prassi, doveva uscire. Nonostante i giramenti di testa camminò lentamente verso la porta, ma poi tornò indietro e aprì la porta del bagno, doveva specchiarsi. Un leggero conato lo colse di sorpresa, costringendolo ad avvicinarsi al lavabo…. Era chiaramente sangue. Si avvicinò allo specchio, era completamente irriconoscibile: pallido come un cencio, gli occhi bui e vitrei e le gambe completamente intorpidite. I capelli ormai lo avevano salutato, non avevano più la loro consistenza, fu così che prese a frugare nel baule per cercare la brillantina, c’erano solo i suoi vestiti, ma le tasche erano completamente vuote. Avvilito e totalmente debole barcollò a letto, ma la nausea gli impediva di stare fermo. |
#2
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Sempre insieme (Parte 2)
:”Hei, non piangere, si riprenderà! Tu sai che mio padre è forte” disse Lisa Marie a Filly, che seduta su una panchina non la smetteva di singhiozzare. I fan non la finivano di chiedere spiegazioni, ma Filly quando le si avvicinò una ragazzina che doveva avere più o meno la sua età di quando lo aveva conosciuto le chiese :”Come sta? Tornerà a fare concerti, vero? Posso parlare con lei almeno la tiro su di morale?”. La fan si sedette sulla pachina chiedendo a Lisa di spostarsi di qualche centimetro e mentre si contemplava i vestiti non la smetteva di fare domande. :”Come va il vostro matrimonio? Ma è di nuovo incinta! Meraviglioso, fossi io fortunata come lei!” continuò imperterrita la fan. :”Elvis, sposa me, io ti amo!” disse dopo aver tirato fuori una gigantografia tutta stropicciata dalla borsetta con tanto di paillettes, era straordinariamente piccola, ma Filly si convinse che i fan quando si trattava del loro idolo avevano una straordinaria abilità nel tirare fuori foto di qualsiasi tipo. Lei si ricordò dei suoi periodi, quando timida e impacciata chiedeva autografi a non finire al suo Re… :”Sei minorenne, Lane. Vieni che ti porto a casa” disse una signora di mezza età. La ragazza salutò felicemente le due e Filly sorrise tristemente mettendosi una mano tra gli scompigliati capelli umidicci a causa della pioggia. Fu quando le due entrarono nel reparto che Elvis finalmente la riconobbe, ma a Filly le si gelò il sangue quando lui non riconobbe sua figlia; fu così che, accomodandosi sul bordo del letto e raccontatogli tutto, dal suo primo matrimonio fino a quello attuale, che lui ricordò. :”Ma come fai a somigliarmi così tanto?” disse lui, per un attimo gli era tornata l’allegria di sempre, ma un dolore in corrispondenza dello stomaco lo fece ricadere sui cuscini riaprendo quella inevitabile e preoccupante smorfia di dolore che però si ricucì all’istante, ancor prima che Lisa potesse chiamare qualche infermiera. :”Che hanno detto i medici? Uscirò a breve da questa specie di carcere? E’ andato tutto…” ma s’interruppe quando Filly prese a piangere. :”Filly” disse lui, con quel tono così dolce che lei amava tanto. Filly cercò l’uscita e sedette su quella poltroncina, sì, sarebbe uscito a breve, ma sarebbe dovuto tornare in tour quando si sarebbe rimesso completamente. Quel senso di smarrimento la invase di nuovo ma per quale dannato motivo non riusciva ad accettarlo? Sentì dei passi, Lisa le disse che era lei. :”Oh, tesoro, com’è difficile essere la moglie di Elvis Presley!” Già, era difficile. Era dannatamente difficile. Era talmente difficile che Filly si chiese come avesse fatto a sposarlo… iniziò a immaginarsi le scene più disparate, immaginò Elvis che, dopo aver preso più pillole del normale, iniziava a dire di voler andarsene di casa e non sapere più nulla del mondo della musica o della sua famiglia… Filly quasi svenne a quel pensiero, nel senso letterale della parola. :”Filly, cosa c’è?” disse Lisa, sussurrando amabilmente. :”Ti va di…”. Filly abbassò la tseta lasciando che le lacrime scorressero a terra, lente, e prese a parlare meccanicamente, come se le sue parole fosero pilotate da un telecomando che lei possiedeva incastonato nel cervello. :”Qualsiasi cosa tu mi chieda non serve. Intendiamoci, apprezzo molto, ma non serve perdere tempo così”. :”Puoi riportarmi nel reparto tu? Sono troppo sconvolta epr trovare las trada da sola” chiese gentilmente a Lisa che acconsentì. :”Elvis, non so come dirtelo ma devo dirtelo in qualche modo, quindi sarò diretta” esordì, una volta avvicinatesi a letto, Elvis le riconobbe a ausa della fioca luce che illuminava la calda e spaziosa stanza. :”Dimmi” disse lui, sistemandosi sui cuscini. :”Perché mi hai sposata?” disse, con veemenza. :”Ti senti bene?” disse lui, facendo spegnere il sorriso comparsogli pochi istanti prima, quando le aveva riviste. :”Elvis, rispondi, ti prego. Per quale motivo mi hai sposata?” chiese di nuovo Filly. Lisa si accorse che era meglio lasciarli soli, uscì in fretta e chiuse la porta. Un silenzio percorse il reparto, era un silenzio gravido di attesa. A parte il lento respiro degli altri pazienti, persino gli uccelli avevano tacitato il loro canto arcano e triste. :”Perché mi hai sposata!” urlò Filly. :”Perché ti amo forse?” disse lui, urlando di rimando. :”Tu menti” fece lei. :”Cosa?” :”Tu menti, se mi amassi davvero staresti più tempo con me, invece ora no, sucederà tutto daccapo: andiamo a Graceland, poi dobbiamo fare la strenua routine a causa dei tuoi dannati tour, poi di nuovo a Graceland e poi ancora, fino all’ultimo respiro. Basta Elvis, io credevo di essere diversa da Priscilla e credevo che non avrei desistito, ma a quan to pare è difficile” disse, infuriata. :”Nel caso tu non te ne sia accorta questa è la mia vita, io guadagno soldi solo così. Per chi pesni che lo faccia? Io amo la mia famiglia!”. :”Su questo non avevo alcun dubbio. Mi stavo solo chiedendo: i soldi che hai non ti bastano? Hai bisogno che i tuoi fan ti conoscano solo attraverso le tue canzoni? Direi che ti conoscono già abbastanza, se è questo che pensi. Comunque, se è questo che vuoi, se vuoi continuare ad ucciderti imbottendoti di psicofarmaci fai pure, scannati sul palco quanto vuoi, torna in camera distrutto, fa quello che vuoi ma poi non dire che sono io a vietarti di andare in tour eprchè non è così” urlò lei, ora era talmente in collera che era diventata rossa. Elvis era lì, sul letto, con la bocca mezza aperta, ma poi Filly udì una voce minacciosamente dolce, era un dolce che non gli apparteneva. :”Forse avevi ragione: perché ti ho sposata?” esordì. :”Quando guarisci chiederò il divorzio, ho già un avvocato, a giorni Lisa Marie si laurea, lo farà lei” disse Filly cinica. :”Sei la ragazza più ingenua che io avessi mai visto. Tu non eri niente, eri solo una piccola fan di diciassette anni, io poi ho visto la tua bellezza fisica e mi sono lasciato ingannare. Felice di averti conosciuto per quello che realmente sei, così penserò io a chiedere il divorzio e a chiedermi perché ti ho sposato. Avevo bisogno di una donna che mi sarebbe dovuto essere vicino in tutta la mia vita, privata e non. Grazie tante, l’ho avuta, ma come si dice, c’è sempre una fine. Grazie davvero, Filly”. :”Sarò stupida, ma è quello che penso. Buona notte…” disse Filly, mettendosi il pigiama e appollaiandosi sul letto affianco. :”Non sei stupida, sei ingenua, ecco cosa sei, il che è molto peggio. Gli stupidi prima o poi rinsaviscono, gli ingenui no. Non credere che solo perché non vedi io abbia compassione per te, ti ho sposato solo epr ferire me stesso”. Fu una pugnalata al cuore quella che Filly ricevette dal letto che si trovava alla sua destra, pianse, a palpebre chiuse. Sognò nuovamente quelle stesse parole ‘Sei ingenua, ecco cosa sei. Il che è molto peggio’. Il respiro regolare di Elvis le dava sicurezza, lo sapeva, sarebbe tornato tutto come prima. La mattina dopo dopo colazione era giunto il momento di tornare a casa, Elvis si ristabilì completamente nel giro di una settimana, se la cavò con la conclusione della chemio somministrate attraverso una felbo portatile. Sì, fisicamente stavano insieme, ma non si poteva dire altrettanto del loro stato d’animo: non c’era un’aria festosa e allegra, c’era solo un silenzio, un insopportabile silenzio. Una linea mai esistita prima di allora li divideva e si inseriva tra loro in maniera inesorabile, evitando un qualsiasi contatto per l’uno visivo, per lei uditivo, parlato e fisico. Fu in quel silenzio che Filly capì molte cose, dovette ammettere che a volte un qualche stacco faceva bene a tutte le coppie. I giorni passarono, Memphis aveva acquistato il suo clima di gennaio e- per Elvis fu un colpo al cuore- il giorno del suo compleanno era la prima volta che una donna non gli parlava. Ebbene sì, doveva farci l’abitudine. Ma allora per quale motivo non se ne andava da lei? Per quale motivo non chiedeva ancora il divorzio? Era evidente certamente un totale distacco l’uno dall’altra, ma era altrettanto evidente quella voglia matta di incontrarsi, abbracciarsi, parlarsi… toccarsi… basta, si stava lasciando andare! Doveva dare tempo al tempo, come gli dicevano sempre tutti fin da quando era un infante. Dopotutto- si disse- quale coppia non ha i suoi momenti di distacco? Ebbe una gran voglia di chiamare sua madre, così, tanto per sapere come stava, ma delle piccole mani lo trattennero debolmente. ‘Sta calmo’ si disse, trattenendo quella gran voglia di sorridere. A luci spente riconobbe Lisa Marie che lo portò in cucina, dove il profumo di uova e pancetta lo invase. :”Ti eri addormentato sul divano” sorrise la ragazza. :”E Filly?” non potè fare a meno di chiedere, mentre dai suoi occhi di un azzurro cielo erano stracolmi di quelle lacrime che faticavano sempre ad uscire. :”Si sta vestendo, papà, scusami, ma non vole vederti” disse lei amabilmente. The King non si lasciò intimidare, corse ai piani superiori talmente inf retta he inciampò nelle tante candele che ricoprivano il corridoio e rischiò di tirarsene dietro un paio nel corridoio, ma finalmente giunse nella stanza, dove Filly stava indossando le scarpe. :”Filly” cominciò, aveva la gola secca. Tensione e ansia lo invasero in maniera incontrollabile, impedendogli qualsiasi contatto visivo con la bionda. :”Hem… penso che tua figlia ti abbia spiegato, ho bisogno di una pausa” fece lei, prima che lui potesse parlare. Elvis attese, al centro della stanza, con aria assente, che la moglie continuasse a parlare. :”Va bene, allora ciao” disse con veemenza. Filly lo baciò sulla guancia e scese le scale velocemente, mentre le ragazze la presero per mano e la condussero fuori, dopo averla aiutata a indossare il cappotto. Solo, ancora nella stanza dove Filly lo aveva lasciato, Elvis pianse senza vergogna, ma fu giusto una questione di un minuto, un secondo... doveva ricomporsi, sarebbe tornato tutto come prima, era solo questione di tempo. :”Larry, Joe, Jerry, c’è qualcuno?” urlò a gran voce dopo essere usito nel vano scale. Il cugino Billy Smith si avvicinò di corsa. :”Un caffè” chiese stizzito. Il cugino obbedì, ma il nervosismo era talmente tanto che Elvis se lo rovesciò addosso e ruppe la tazza, lanciandola a terra. :”Dannazione, scusa, so che puoi rimediare. Un bel filmone di quelli che ci piacciono a noi?” disse lui, sudato e divenuto improvvisamente viola. Era ancora lì, in limousin, incapace di fare un movimento. Aveva ordinato all’autista di mettere in moto, i giorni passavano ancora, Elvis aveva compiuto 29 anni e lei non gli aveva parlato… si sentiva uno straccio. Non mangiava molto, mangiava giusto perché era suo dovere, ma si sentiva uno straccio. Dalla finestra, Elvis sentì piangere. Si avvicinò speditamente alla macchina nera, ferma, e la vide. Filly era lì, seduta al sedile posteriore, i capelli che le ricadevano flosci sulle spalle e una magrezza che la rendeva irriconoscibile. :”Non…” disse lui, sconvolto. :”Uccidimi!” disse lei, ergendosi in tutta la sua altezza, dopo essere scesa dall’auto, incapace, però, di fare altro movimento. Elvis sorrise, era incredulo, ma comprensivo. :”Non lo farei neanche se non fossi tuo marito” disse precipitosamente lui, scuotendo vigorosamente il capo. Si poggiò alla macchina della fiancata, la mano destra in tasca e prese a riflettere, cercò di baciare Filly ma lei si scostò non perché non volesse farlo, ma perché entrambi avevano bisogno di riflettere, in quel momento. Lei rientrò in macchina e si accarezzò il grembo ancora piccolo, dove una prossima creatura stava crescendo Pianse ancora ma poi si ricompose, attendendo. Si accorse che lui faceva lo stesso, ma poi le si avvicinò e disse ciò che da giorni lo opprimeva ancor prima del cancro e della splendida vacanza. :”Perché io, Filly?” cominciò, con voce tremula. :”Tesoro, non ho afferrato” sorrise lei. :”Insomma, ci sarà una ragione per cui sono stato scelto io dal buon Dio per essere Elvis Presley, No?insomma, tutti quanti decantano la mia bellezza, ma io, te lo dico francamente visto che tu capisci più di chiunque altro ne sono sicuro, sono stufo di essere Elvis Presley. Non so più chi sono, Filly”. Dopo essersi sfogato cercò di asumere una posizione seria davanti ai membri del suo staff, ma non riusciva a pensare ad altro se non alla sua immagine di bello maledetto, lo sapeva, stava per precipitare, ma se precipitava lui, probabilmente, il Rockn roll non aveva più vita. :”Stai dicendo,” disse piano Filly, :”che hai paura per il futuro?” disse, esitante. :”Ho paura per te, Filly. Noi abbiamo due destini completamente diversi, insomma, tu sai che questo tour mi costringerà a stare fuori per quattro anni e andrò finalmente in Europa, è il mio più grande sogno. Ma, e concludo qui, tu sei una ragazza normale, hai bisogno di farti la tua vita, noi continueremo ad essere amici, non sarà la fine, tranquilla” disse, aveva un magone talmente grande che avrebbe fatto tutto pur di far uscire quelle dannate e fastidiose lacrime che gli bruciavano da mezz’ora. Filly non riusciva a credere alle sue parole ma più ci pensava, poggiata alla fiancata dell’auto chilometrica, più dovette ammettere che le parole del marito erano più che vere. |
#3
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Ciao FILLY e grazie!!
Ho stampato il tuo scritto e prima di dormire lo leggerò con calma. Gli ho dato un'occhiata fugace e un paio di cose che ho letto hanno già messo in moto le mie "celluline grigie", per citare Poirot. Domani in giornata, appena trovo un pò di tempo, ti faccio sapere cosa ne penso....... P. S. Questi tuoi scritti sono già stati pubblicati altrove? Cioè, voglio dire, c'è un altro sito dove finora hai avuto la possibilità di parlare di Elvis? |
#4
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Re:
Ciao, scusa ma non so come ti chiami, hai un particolare nickname? No, comunque non ho avuto possibilità da nessuna parte di parlare di Elvis, mi fa piacere che ti piaccia! Come hai potuto notare ho voluto mettere in evidenza il fatto che convivere con un cantante superfamoso non è facile, daltronde anche Priscilla cel'ha insegnato, no? Va bene sognare di essere sposate e tutto come facciamo sempre noi fan, ma io non voglio farlo troppo alla "Cenerentola maniera", nel senso che voglio essere una fan che fa i conti con la realtà: noi tutti sappiamo che lui prendeva le pillole, e alla moglie (cioè a me) questo non va giù, e io ho voluto mettere in evidenza questo! Voglio essere realista, ma nello stesso tempo voglio far capire, come dice lo stesso titolo, che nonostante tutto stiamo sempre insieme. Per chi leggerà ancora non mi resta che augurarvi buona lettura
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#5
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Re:
Ciao FILLY!
Ieri sera ero sempre io a scriverti, Ariadne. Come promesso, eccomi qui a farti sapere come è andata la mia lettura. Devo dirti innanzitutto una cosa. Quando ho cominciato a capire il carattere della fanfiction la mia prima reazione è stata quella di una forte riserva. Ho pensato subito che degli scritti basati troppo sulla fantasia corrano il rischio di alterare in maniera irreversibile l’immagine del personaggio loro protagonista. Per cui, più che avvicinarci alla sua persona reale, in realtà finiscono per allontanarcene. Credo che lo scopo principale di questo forum sia quello di mostrare al vasto pubblico la vera identità di Elvis, al di là degli stereotipi e dei favoleggiamenti diffusi. E un simile obiettivo si raggiunge soltanto attenendosi fedelmente ai fatti storici, interpretati secondo criteri di massima obiettività, al di là dei sentimenti e delle opinioni personali. Altrimenti, la realtà di confonderebbe con il sogno, anzi con i sogni di ciascuno di noi, creando una sala degli specchi in cui Elvis rimarrebbe inevitabilmente imprigionato. Senza più poterne venire fuori. Nonostante questa prima impressione negativa, ho voluto approfondire la questione, perché qualcosa, ad intuito, mi diceva che poteva trattarsi di un’esperienza con degli inaspettati risvolti positivi. E il tuo scritto ha confermato ampliamente questa mia intuizione. E’ molto bello. Perché parla di una storia fortemente radicata nella realtà, non nella fantasia. E la realtà, lo sappiamo, è fatta di tanti limiti e di tante imperfezioni. E’ fatta di cose che non si riescono a vedere e di cose che non si riescono a capire. E’ fatta di sentimenti che non sempre si riescono a vivere e di dolori che non sempre si riescono a sopportare. E’ fatta di errori che non possiamo correggere e di scelte che non abbiamo il coraggio di fare. Ma fortunatamente la realtà è anche piena di speranza, di fiducia e di forza. E’ piena di colori e di melodie. E piena di profumi e di carezze. La realtà è piena di amore e di magia. E la vera favola che abbiamo la possibilità di vivere è la nostra vita di oggi, con tutti i suoi doni e le sue meraviglie. Il tuo racconto contiene spunti interessanti sul carattere di Elvis e sul suo difficile rapporto con le donne. Ed è ricco di una sensibilità particolare che lascia molto su cui riflettere. Non è affatto banale, se di questo avevi paura, né scontato. E mostra quella che secondo me può essere l’utilità, e la bellezza, della fanfiction: mettere in luce i sentimenti dei fan di Elvis, il modo in cui essi percepiscono il loro idolo e il suo mondo, quello che vorrebbero dirgli e quello che vorrebbero sentirsi dire da lui. Tutto questo, oltre ad avere un valore di per sé, alla fine, insospettabilmente, può rivelarsi prezioso, ne sono sicura, anche per arrivare a conoscere meglio Elvis. Insomma, dal come lo vediamo al com’era veramente. Il passaggio non è impossibile. Io ci sto. A questo punto è necessario l’intervento di Lisa, la nostra amministratrice. Se per lei va bene, puoi contare sul mio aiuto per realizzare un capitolo interamente dedicato alla fanfiction. E tutti sono invitati ad unirsi, anche quelli a cui non piace tanto scrivere o pensano di non essere portati. Nessuno conosce veramente le sue capacità finché non le mette alla prova.... Un bacio e a presto , Ariadne |
#6
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Re:
Le fanfiction mi piacciono, non ho nulla in contrario
L'unica cosa che mi dispiace, in questo caso specifico, è leggere una fanfiction in cui Elvis è l'ombra di se stesso, apparendo tristemente come un mix tra un tossicodipendente e un malato terminale. Quando è stato creato questo sito e questo forum, l'intento era quello di far rivalutare positivamente l'immagine di Elvis, screditata per 30 anni dai mass-media, che hanno scritto su di lui tutto il peggio si potesse scrivere. Il grande pubblico ha conosciuto solo quell'immagine negativa del re del rock'n'roll, propinata dai giornali più disparati. Da parte dei fans, invece, penso ci vorrebbero argomenti che vanno a contrastare tutto questo fango e che portino alla luce quello che di buono ha fatto Elvis e che ci ha lasciato con la sua musica e la sua persona. Quindi la mia risposta alla vostra proposta di fanfiction è questa: se la fanfiction deve portare positività e raccontare i lati migliori della vita di Elvis Presley, tentando anche di fare luce sulle esagerazioni create dalle varie leggende metropolitane e screditando le falsità dette su di lui, va benissimo! Comprendo la "vena drammatica" che può essere presente in modo più o meno forte in ognuno di noi , ma se la fanfiction deve portare un'immagine di Elvis ancora più "agonizzante" e negativa, portando anche tristezza e inquietudine a chi legge, allora forse sarebbe meglio lasciar perdere, altrimenti tutto il lavoro fatto qui, in questi anni, verrebbe buttato alle ortiche...per non parlare, soprattutto, dell'immagine di Elvis, che ne subirebbe il danno maggiore...Sarebbe un vero peccato!! LISA
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#7
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Re:
Ciao, possiamo parlare qui? Non so come si fa a chattare e poi si può solo alle 21, giusto? Che strazio, domani si torna a scuola! Comunque, tornando a noi e alla cosa principale che mi diverte e cioè Elvis, hai ragione, forse in qualche punto mi distacco un po' troppo da quello che è stato e che è Elvis, ma non lo faccio per cattiveria, lo faccio semplicemente perchè la foga è talmente tanta, ho talmente tante cose da scrivere che non ci penso e butto lì a caso. Colgo l'occasione per chiedere se c'è qualche fan in provincia di Foggia o anche a San Giovanni Rotondo, che è il mio paese. Questa mattina, sotto a quella che ho postato, ne ho iniziata un'altra, quando viene qualche genio che mi può aiutare ve la posterò con piacere. Buona lettura anche agli altri!
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#8
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Re:
Lisa perdonami, forse si vede che sono troppo "piccola" e certe cose non le dovrei pubblicare. Se scrivo tragedie è solo perchè ... non lo so davvero. Non so il motivo per cui scrivo tragedie perchè mi reputo una ragazza solare, forse lo faccio per far commuovere chi legge? Forse per puro piacere personale? Bo! Visto, crediamo di conoscere noi stessi ma, se poi vediamo infondo infondo, non conosciamo neanche noi stessi! Grazie mille per le risposte,, a presto, vedrò cosa posso fare per modificare il mio stile, non era mia intensione urtarti e urtarvi, voi che siete una così bella famiglia!
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#9
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Re: Proposta Fanfiction
Ciao Filly, non mi hai urtata assolutamente, non preoccuparti.
Concordo sul fatto che sei giovane (se non erro, hai detto di avere 17 anni)...ma quello che è importante non è il fatto che "certe cose non le dovresti pubblicare", come hai detto tu; ma il fatto che, alla tua giovane età, già tu abbia questa visione piuttosto "grigia" della vita. Inoltre, essendo fan di Elvis come te, mi è parso strano che lui - preso a 360° - possa averti suscitato un racconto così triste. Non è mia intenzione fare psicologia spicciola da 4 soldi..ci mancherebbe altro....ma penso che quando si scrivono racconti così drammatici, non sia per commuovere chi legge, ma prima di tutto per commuovere se stessi. E' su questo che dovresti chiederti il perchè...se un perchè vuoi trovare. E' probabile che, della vita di Elvis, ciò che ti è rimasto più impresso sia la sua vicenda umana nel suo lato più oscuro e triste...e poi nella tua fanfiction, proiettandoti verso un futuro ipotetico, l'hai incrementata di ulteriore tristezza, prospettandogli una vita quasi peggiore di quella che ha realmente vissuto. (porello!) Elvis, con la sua musica, ha sempre cercato di dare momenti di gioia a chi lo ascoltava; voleva essere il momento di svago e di allegria in mezzo ai problemi quotidiani che tutti abbiamo. Infatti, per i fans, Elvis dovrebbe essere il momento della nostra giornata in cui ci dedichiamo a qualcosa di piacevole, non a qualcosa che ci rende ancora più tristi. E' noto che la sua vita non è stata tutta rose e fiori e che la sua morte prematura è un grande dispiacere per tutti ancora oggi, ma penso che l'ideale sia viverlo per tutte le cose belle che ha saputo dare e, come ho detto nel messaggio precedente, se proprio vogliamo incanalarci su certi argomenti, sarebbe utile per lui fare in modo di dare messaggi che rivalutino la sua persona agli occhi di chi lo conosce solo per aver letto leggende metropolitane piene di esagerazioni e bugie. Prova a pensare a lui con un bel sorriso, come sicuramente vorrebbe anche lui...vedrai che la vena tragica si attenuerà! LISA
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#10
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Re: Proposta Fanfiction
No Lisa, non sono rimasta colpita dal lato oscuro della sua vita, anzi, mi fa molta pena. Può darsi che crescendo come hai detto tu la vena tragica si attenui, se non vi fa piacere me le terrò per me queste fanficktion, pazienza! Se verrà qualcosa di positivo (e Elvis me ne dà tanto, giuro) non esiterò a postarle
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