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Intervista a David Briggs-2006
D. Come mai hai scelto di suonare il pianoforte?
DB. L’ha voluto mia mamma, che me l’ha insegnato! Io avevo iniziato a suonare un po’ la batteria e la chitarra, ma non ero bravo in nessuna delle due cose. In verità volevo suonare la batteria, mentre invece mia madre mi fece prendere lezioni di pianoforte. Così quando iniziammo la sezione ritmica al Muscle Shoals suonai la chitarra con un paio di band. Poiché tutti volevano suonare la chitarra, la suonavano meglio di me e nessun altro sapeva suonare il piano, inizia a farlo io. Non avevo alcuna intenzione di diventare un pianista. Ma andò così. D. Iniziasti a fare il musicista in una session che eri ancora un adolescente. Come mai così presto? DB. E’ vero avevo 14 anni. Suonavo in una band. Eravamo andati in uno studio, per fare il nostro pezzo e ad un ragazzo che, nello studio faceva tecnico ed era produttore piacque come suonavo e decise di assumermi per una session. Ero giovane, per cui dovettero venire a prendermi e portami avanti e indietro in macchina, per due anni. Quella volta guadagnavo $ 5 all’ora ed erano un sacco di soldi. Parliamo negli anni ’50, per cui erano tanti soldi. Io lo facevo perché era divertente. D. Poi cosa è successo? DB. Il fatto è che non eravamo molti i musicisti che sapevano suonare il pianoforte e io ero in sostanza l’unico che ne sapeva tutto. C’era un altro ragazzo che sapeva suonare il piano, ma non era il massimo. D. Nel 1966 Floyd Cramer (il primo pianista di Elvis alle session) era in ritardo per una session e tu fosti scelto per sostituirlo. Te lo ricordi? DB. Certo! Molto bene! Io ero il suo sostituto. Ero stato assunto solo per l’eventualità che Elvis fosse arrivato prima di Floyd. E’ successo proprio così: era stato assunto come sostituto di Floyd. Era d’accordo anche Chet Atkins che quella volta era il produttore di Elvis. Capitò che Elvis arrivasse presto e così mi fermai. Fu eccitante! D. In merito a quell’occasione in vedesti Elvis per la prima volta, so che una volta hai detto “Mi tremavano le gambe, quando incontrai Elvis” Ci racconti? DB. Quella volta Elvis era il più grande artista al mondo, mentre io ero nuovo in città. Abitavo lì da solo un anno, perché ero arrivato nel Dicembre del 1964. Alla Muscle Shoals avevo suonato con molte celebrità, ma nessuno della portata di Elvis. Quindi fu un’esperienza logorante, soprattutto per il fatto che mi trovavo lì per sostituire Floyd Cramer, che, tra l’altro, era uno dei miei pianisti preferiti. D. Ti ricordi che cosa ti disse Elvis, quando ti vide nello studio? DB. Credo di ricordare che la prima cosa che disse fu: “Dov’è Floyd?” D. E tu? DB. Io non dissi niente! Qualcuno disse: “Floyd aveva un’altra session, arriverà più tardi, ma qui c’è questo ragazzo. Fu molto gentile con me, mi strinse la mano e disse “Iniziamo a lavorare”. Poi ci sedemmo e iniziammo “Love Letters”. Insieme apportammo tutte le varianti alla canzone. Questa fu la prima volta che incontrai Elvis. Poi lui si sedette al piano con me e la provammo insieme. Mamma mia quanto ero nervoso! Ero teso da morire e la canzone era tutta al pianoforte. Se ascolti quella canzone c’è solo pianoforte, basso, un po’ di batteria, con la chitarra che fa un solo accordo e un po’ di organo. D. Gli piacevi? DB. Sì. Devo essergli piaciuto perché più avanti mi utilizzò spesso. D. Hai lavorato con Elvis per 11 anni, vero? DB. Sì. Dalla prima volta nel 1966, feci con lui alcune cose per i film e, quando mi chiedeva di andare con, qualcosa a Vegas. Volle me per fare “Promised Land”. D. Cosa significava essere in tour con Elvis? Com’era? DB. Mi piaceva e mi divertivo. Stavo bene e avevo più tempo. D. Cioè? DB. In quel periodo, facevo tre o quattro sessions al giorno e per me significava riposare, perché invece di fare tutto e subito, avevo molto tempo libero. Tutto quello che si doveva fare era arrivare mezz’ora prima di Elvis. Praticamente mi ritrovavo che non avevo niente da fare durante il giorno e così iniziavo ad elaborare ed esercitarmi molto. Era una cosa che per me andava bene anche dal punto di vista della salute, perché, quando ero in tour, riuscivo anche a riposarmi molto. D. E’ vero che Elvis ti pagava $ 3.000 alla settimana? DB. In verità mi pagava di più. D. Posso chiederti quanto? DB. Mi dava minimo $ 3.500 alla settimana. Era un buon compenso. Nella band ognuno era pagato in modo diverso. Credo che James Burton prendesse $ 4.000 alla settimana D. Perchè pensi che Elvis volesse che i suoi musicisti facessero tutti quegli assolo, durante i concerti? DB. Perché penso che così otteneva due cose: da un lato lui aveva la possibilità di fare un break e quindi riposarsi, dall’altra era l’occasione per far conoscere anche tutti noi. D. Non c’entra il fatto che era troppo malato per stare sul palco? DB. No, io penso che avesse bisogno di riposare. Come tutti. Di solito lo faceva dopo i medleys e dopo tutte quelle mosse di karate e i movimenti veloci. Così poteva riposarsi. Non permetteva a nessuno di fare degli assolo. Gli assolo era fatti principalmente da James, Glen (D. Hardin) e io. Ronnie Tutt faceva solo qualche piccola cosa alla batteria e gli altri venivano solo presentati. Gli piacevano queste stronzate ed ecco perchè mi lasciava suonare. Io suonavo cose pazzesche, facendo, con le mie attrezzature, degli effetti speciali per le sue mosse di karate. Lui amava quella m***a! Per cui suonavo tutti quegli effetti da karate per lui. D. Sei orgoglioso dei tuoi anni passati con Elvis? DB. Assolutamente sì! Era divertente! D. Che cosa ti diceva Elvis quando vi incontravate nel backstage oppure dopo uno show? DB. Non lo vedevamo molto nel backstage, a meno che non fossimo a Vegas. Di solito, quando eravamo on the road in giro per le città, praticamente non lo vedevamo nemmeno, ma a Vegas lo vedevamo quasi ogni sera. C’era una piccola zona vicino ai camerini dove potevamo tutti stare insieme e vederlo. Ho avuto modo di vedere un sacco di celebrità come Cary Grant e altri come lui. C’ero anche quando Barbra Streisand tentò di dargli quella parte nel film “A Star Is Born”. Il fatto che fossi con lui, mi ha permesso di conoscere parecchie persone. D. Ti piacevano i jumpsuits di Elvis? DB. Non ho opinioni a riguardo. D. Perchè? DB. E’ solo una cosa da showman e non penso niente a riguardo, davvero! D. Si direbbe che Elvis era il solo che potesse indossare quei jumpsuits. DB. E’ vero! Probabilmente lui era l’unico che potesse indossarle. D. Cosa intendi? DB. Perchè lui era Elvis. Mr. Carisma D. Dicci qualcosa di più di questo carisma DB. Oddio, è difficile da spiegare a chi non l’ha conosciuto. Era infinitamente carismatico. Era una persona molto magnetica. Ti ci abituavi dopo un po’ di tempo che stavi con lui, ma a me ci sono voluti anni. Mi ci sono abituato solo negli ultimi due anni prima che morisse, quando, per fare tutte quelle registrazioni, mi fermavo a casa sua 7 giorni alla settimana. D. Era davvero il tipo da “uno su un milione”? D.B. Penso di sì. Non ho mai conosciuto un intrattenitore che fosse eccitante ed impressionante come lui. Tutto sommato ero anche io una sorta di suo fan, per cui se non mi fosse piaciuto, è possibile che non l’avrei pensata in questo modo. Ho lavorato con molte grandi star, ma non c’è mai stato nessuno con cui mi sia piaciuto lavorare, tanto quantocon lui. D. C’è qualche speciale serata in tour che ricordi? DB. Non sono in grado di dirtene nessuna! Erano tutte eccitanti! Ogni serata era pazzesca! Mi divertivo molto. Era facile ed era un lavoro facile. La gente veniva per vedere lui, non per vedere noi. Noi dovevamo solo farci vedere, suonare e sorridere. D. Non è un segreto che hai avuto una relazione romantica con quella che, al tempo, era la fidanzata di Elvis, Linda Thompson. E’ durata due anni e mezzo, vero? DB. Credo 3 anni D. Siete ancora amici? DB. Sì! Abbiamo anche scritto assieme alcune canzoni. Una di Kenny Rodgers e una di Lionel Richie. E’ un grande paroliere. Poi ha lasciato per diventare una grande scrittrice. Oggi, come scrittrice, riceve oltre 1 milione di dollari dalla Warner Brothers. Molto più di me! D. Elvis era al corrente della storia che avevi con Linda? DB. Vabbè è nata alla fine della loro relazione e, di fatto, è lui che mi ha messo con lei. Io l’ho conosciuta perché lui me l’ha presentata. Quando eravamo in città tipo a San Francisco, lui non poteva uscire e così mandava me con lei. Mi chiedeva: “Ti va di portarla da qualche parte?” Mi mandava la limousine e tutto il resto. Quindi fu lui a metterci insieme. Inizialmente eravamo amici e poi è cominciato tutto il resto in modo naturale. D. Fu una relazione intensa? DB. Sì, piuttosto intensa D. Tu hai suonato per molti artisti famosi. Come paragoni Elvis agli altri? DB. Non so dirlo. E’ una domanda difficile. Riesco solo a pensare che Elvis sia stato il più eccitante ed entusiasmante. Mi è piaciuto lavorare con molte altre persone. Uno dei miei preferiti e con cui ho lavorato era Dean Martin, ma è soprattutto perchè ero anche suo fan. E so che anche Evlis era un suo fan. Probabilmente Dean Martin è secondo ad Elvis. D. Qual è il più bel ricordo che hai di Elvis? DB. Il più bel ricordo…..? Non risale a molto tempo prima che morisse. Credo che fosse gennaio o febbraio 1977. Aveva appena ricevuto tre motociclette e mi disse: “Voglio che tu prenda una di queste e andiamo a farci un giro”. Fuori c’era una temperatura di 9 gradi ed Elvis non indossava alcun cappotto. Indossava solo una camicia e la teneva sbottonata. Faceva un freddo cane! Arrivò Tony Brown e io dissi “Se vado io, deve venire anche Tony” Ed Elvis “Okay”. Era una di quelle moto a tre ruote e io mi misi dietro ad Elvis. Scendemmo lungo il viale e suo zio Vester era ai cancelli. Elvis sapeva quanto tempo ci voleva per arrivare in fondo. Erano le 5 del mattino e, in fondo al viale, c’erano un sacco di persone che urlavano. Scendevamo lungo il viale con questa moto che sibilava, mentre Vester cercava disperatamente di aprire il cancello, per poi saltare di lato pieno di paura. Io sudavo, Tony Brown era terrorizzato che non avremmo fatto in tempo, mentre Elvis invece rideva! Lo vedo ancora con i capelli al vento, la camicia aperta e lui che guarda indietro, ridendo, mentre i fans facevano foto. Giravamo a vuoto, faceva un freddo cane, ma dopo un po’ ci eravamo abituati e non ci eravamo resi conto che avevamo corso per due ore. Questo è uno dei più bei ricordi che ho di lui. D. Quando hai visto Elvis per l’ultima volta? DB. Credo sia stato due o tre mesi dopo questo giro in moto. D. 16 agosto 1977. Ti ricordi come l’hai saputo? DB. Certo. Ero nel mio ufficio e Linda mi chiamò per informarmi. Andai a Graceland con Tony Brown. La prima sera rimasi seduto nella sala da pranzo con Felton (Jarvis), di fianco alla bara. D. Fu un grande shock per te? DB. Fu uno shock perché non avresti mai pensato che stava per morire. Però io ero stato on the road con lui l’anno prima ed stava piuttosto male, per cui avevamo paura che potesse succedergli qualcosa. Comunque è stato uno shock. Stetti molto male. Elvis era buono e gentile con me. D. Ti va di dirci qualcosa di quel segreto che c’era tra te ed Elvis, quando avete fatto quelle registrazioni a Graceland? DB. Conoscevo bene la casa, perchè c’ero stato molto, per cui sapevo dove nascondere la mia vodka! D. Cioè? Cosa intendi? DB. Elvis non se ne preoccupava perché sapeva. C’erano delle regole secondo le quali nessuno poteva bere. Ma io potevo ed Elvis lo sapeva, perché mi aveva dato l’autorizzazione. Mi disse “Non farti vedere da nessuno”. Così mettevo la vodka in soggiorno, nell’armadietto di un bagno oppure nella stanza del biliardo o in un angolo dietro le tende e nell’entrata. Solo Elvis sapeva che c’era. Nessun altro sapeva che io bevevo. D. Solo Elvis? DB. Non gli importava. Elvis sapeva che non sarei andato se non potevo bere. Era un periodo in cui mi piaceva bere. D. Oggi invece David suona solo il pianoforte. Grazie per la chiacchierata! www.ElvisUnlimited.com |
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Interessante!! Grazie mille!!!
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Quindi secondo lui.... Elvis aveva perso il suo interesse verso Linda....e conferma quanto ho sempre pensato di tutte le donne che ha avuto dopo Priscilla....e cioè che fossero solo delle meteore....altro che voleva sposarle!!!!
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Io invece penso che sia un fetente, era in giro con la sua ragazza,alla fine lo hanno tradito.
Evito commenti. |
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Ma se ci teneva tanto.....invece di farla uscire con un suo collaboratore ......non era meglio che combinasse con qualche sua amica , invece!!!!
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Quote:
Credo che Elvis abbia avuto lo stesso pensiero, visto che, poco dopo, ad un concerto gli staccò la spina delle tastiere, mentre David Briggs stava suonando |
#7
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Quote:
Io non avrei staccato la spina, ma il collo di briggs |
#8
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Quote:
grazie Hurt !!!!! |
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Quote:
grazie comunque |
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Re: Intervista a David Briggs-2006
Carmen, in attesa di maggiori dettagli, se non ricordo male l'episodio è sulla biografia di Guralnick.
Cercando nell'indice "David Briggs" dovresti trovare le pagine di riferimento. LISA
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