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no comment....se l'acchiappo!!!!
ecco ke si dice su internet di elvis...io ammazzo qualcuno...
Elvis Presley (Copyright © 1999 Piero Scaruffi | Legal restrictions - Termini d'uso ) Elvis Presley, "the king", fu la prima grande truffa del rock and roll, e il modello per tutte quelle che sarebbero seguite (Beatles su tutti). Cantante mediocre, fu piu` che altro una geniale trovata marketing: un bianco che non solo cantava le canzoni dei neri (come aveva fatto l'anno prima Bill Haley), ma cantava e si muoveva come un nero, trasudando sensualita` animalesca e atteggiandosi a ribelle teppista (mentre in realta` era soltanto una faccia telegenica). Nato a Tupelo (Mississippi), e arrivato nel 1948 a Memphis, Presley ebbe l'unico merito di entrare nello studio giusto al momento giusto. Nel 1954 Sam Phillips (titolare della Sun Records di Memphis), che aveva fiutato l'aria di cambiamento, decise di farne un "nero bianco" (cioe` un cantante bianco di rhythm and blues), sfruttando il suo registro vocale da "shouter" e la sua attitudine al movimento sul palco, e affiancandogli una sezione ritmica di tutto rispetto (Bill Black al basso e Scotty Moore alla chitarra). L'anno dopo la RCA investi` un capitale per promuoverlo su scala nazionale, indovinando il momento giusto (il rock and roll appena nato e Bill Haley ormai consumato) e il personaggio giusto (lo star appeal ideale: giovane, snello, bello e dinamico). Nei tre anni seguenti il manager Tom Parker gli procuro' le canzoni e i film su misura, e organizzo` con cura il culto del suo mito: la pettinatura alla Presley (il taglio detto "ducktail"), le mosse alla Presley, le basette, il vestito di pelle nera, le scarpe "blue suede". Nel 1977, infine, la macchina pubblicitaria della RCA ne gesti` la morte rispolverando il vecchio mito, perfettamente in linea con il revival degli anni '50 in voga in quell'anno. Elvis Presley fu poi un fenomeno sociale. Nel 1956 le sue contorsioni teletrasmesse dal vivo scandalizzarono l'America perbenista e rappresentarono un chiaro segno di insofferenza e ribellione trasmesso da tutti i giovani della Nazione ai loro genitori. Con Presley giunse a compimento negli anni '50 il processo di identificazione dei teen-ager iniziato nel primo Dopoguerra: l'idolo diventa mito, l'idolo influenza la moda, l'idolo agisce su un settore economico che non e` piu` soltanto musicale. Per la prima volta i teen-ager si riversavano nei negozi di dischi ad acquistare milioni di copie delle canzoni del loro idolo ed erano protagonisti di scene di isteria di massa. Ma nel 1958 l'America economica lo aveva gia` assorbito come mito consumistico e l'America morale lo aveva adottato come ragazzo prodigio. Il Sistema dimostrava la sua eterna ed infinita ambiguita'. Al di la` delle manipolazioni discografiche e di costume, Presley fu un mediocre cantante di ballate romantiche, influenzato dai crooner italo- americani (Dean Martin in particolare), dall'opera e dal gospel, che aveva esordito (dal 1954 al 1956) come cantante bianco del Sud (in teoria condannato allo stereotipo della country music) che cantava il rhythm and blues dei neri: That's All Right Mama di Arthur Crudup, il suo primo 45 giri del luglio 1954; Good Rockin' Tonight di Roy Brown, 1955; Mystery Train di Junior Parker, il primo "number one hit" nel settembre 1955. Nel periodo RCA, con la formazione "eretica" (chitarre elettriche, batteria, coro) e un tono di voce piu` teatrale ed emotivo, Presley impose con il suo fraseggio limpido e potente alcuni fra i migliori brani del rock and roll. Heartbreak Hotel, uno spettrale e strascicato blues d'atmosfera scritto da un'umile cantante country (Mae Axton, madre di Hoyt), uscito nel gennaio 1956, conquisto` la cima della classifiche di vendita il 10 marzo e la tenne per due mesi, diventando, grazie al suo testo disperato e al tono di auto-commiserazione di Presley, uno degli inni della generazione perduta (e una delle prime manifestazioni di "teen angst"). La Blue Suede Shoes (1956) di Carl Perkins, con Shorty Long al piano, fu una delle tante cover del periodo. Dopo un paio di hit minori (fra cui nel 1956 una cadenzata Hound Dog di Leiber & Stoller, che servi` ad imporre un atteggiamento piu` spavaldo e sarcastico), Don't Be Cruel (di Otis Blackwell, il cantante di rockabilly da cui Presley fu piu` influenzato), un rhythm & blues dal ritmo leggero e scattante, ancora con il contrappunto di un coro di voci maschili, la segui` il 4 agosto e stabili` il record di settimane al primo posto (undici), mai piu` battuto. Il canto di Presley si era fatto piu` "respirato" e meno tenorile, a indicare una sensibilita` piu` morbida del convenzionale crooner di musica leggera. Teddy Bear (1957) ne ricalco` lo schema sul versante ironico. Nella primavera del 1957 giganteggio` All Shook Up, un altro boogie di Blackwell in cui il cantante pote` spiegare la profondita` del suo baritono, e in autunno, sotto la spinta dei successi dei rocker neri, esplose Jailhouse Rock (di Leiber & Stoller), il suo capolavoro, finalmente un boogie scalmanato dalle liriche irriverenti, con un ritmo "staccato" di chitarra di Scotty Moore a sottolineare gli slogan urlati dal cantante, un intermezzo strumentale da pandemonio, walking bass e tutto il corredo tipico dei rocker neri. Con quel brano Presley consacro` l'iconografia del delinquente giovanile e la rese accettabile al grande pubblico. A dicembre Don't chiuse la serie degli hit classici. In tutto Presley ebbe quattordici dischi consecutivi oltre il milione di copie vendute. Ma Presley aveva gia` abbandonato i pezzi trascinanti di Perkins e compagni per registrare invece innocue canzoni sentimentali, come la soporifera Love Me Tender (settembre 1956, una melodia copiata dal tema del film "Rancho Notorious"), per lo piu` facenti parte delle colonne sonore dei suoi film, che Parker gli faceva (astutamente) interpretare a getto continuo (ne avrebbe girati 33 in sedici anni). L'attivita` cinematografica era sempre piu` complementare a quella musicale, l'una alimentando l'altra. Presley continuava la tradizione delle star di Hollywood che diventavano anche star della musica leggera, ma lo faceva in un nuovo contesto, quello del "teenage idol", quello delle folle in delirio per ogni sua azione. I suoi film erano autobiografici (o, perlomeno, erano coerenti con la biografia immaginaria di Presley che Parker andava costruendo). Ogni film era una puntata nella soap opera piu` seguita d'America, quella della transizione di Presley da adolescente a uomo. Parker fu abile a tener vivo il mito persino quando (195 Presley venne precettato per il servizio militare (Presley continuo` a dominare le classifiche di vendita benche' fosse in Germania). Il suo album migliore, Elvis (1956), usci` in questo periodo (ma anche in questo album nessuna delle canzoni e` sua). Dopo il servizio militare (cioe` nel 1960) si tramuto` in un languido cantante di melodie, tutte nella linea della canzone da musical di Broadway (come Stuck On You, 1960; Are You Lonesome Tonight, 1960, che era una canzone del 1927; It's Now Or Never, cioe` O Sole Mio; Surrender, 1961, cioe` Torna A Sorrento; Hugo (Peretti) & Luigi (Creatore)'s Can't Help Falling In Love, 1961, che rimane la piu` celebre ed e` in realta` Plaisir d'Amour di Giovanni Martini (18esimo secolo); Return to Sender di Blackwell) e in un comodo stereotipo per il cinema ambientato sulle spiagge. In questo periodo registro` anche il primo album di gospel, His Hand In Mine (1960), rendendo omaggio a un genere che forse era sempre stato la vera ispirazione per il suo pathos contrito. A meta` degli anni '60 guadagnava un milione di dollari a film, ma nel frattempo il suo pubblico si era ridotto agli affezionati e agli ascoltatori di musica leggera. La sua attivita` era ormai prevalentemente cinematografica (l'ultimo concerto aveva avuto luogo nel marzo 1961), peraltro di pessima qualita'. Grazie al suo passato, pote` comunque sempre contare sul prestigio di star del jet set internazionale, che gli valse alcuni spettacoli nostalgici per milionari. Fra il 1969 e il 1970 abbandono` Hollywood e torno` sulle scene, mietendo ancora deliranti successi con ballads sempre piu` melodrammatiche (In The Ghetto, 1969; Suspicious Mind, 1969; Don't Cry Daddy, 1969; The Wonder Of You, 1970; American Trilogy, 1971; Burning Love, 1972). Negli anni '70 Las Vegas divenne la sua base artistica, cosi` come Hollywood lo era stata negli anni '60 e Memphis lo era stata negli anni '50. In questo Presley fu certamente personaggio piu` unico che raro: riusci` a lasciare un'impronta leggendaria in ciascuna delle tre carriere che intraprese. Allo stesso tempo, pero`, continuo` a incidere dischi di gospel, di cui forse il migliore e` l'ultimo, He Touched Me (1972). Il suo mito era tenuto artificialmente in vita da una produzione discografica abnorme, oltre che da un'indubbia classe di performer. La casa in cui nacque venne dichiarata monumento e la strada che porta alla sua villa, "Graceland", venne ribattezzata "Elvis Presley Boulevard". Parker piloto` Presley come un robot. Per ragioni piu` o meno misteriose, Parker non gli consenti` mai di fare tour all'estero, non gli consenti` di rilasciare interviste, non gli consenti` di lavorare in film d'autore. Il rapporto padrone-schiavo fra i due e` degno di una tesi di psicologia. La sua vita privata, a parte il matrimonio (peraltro fallito) del 1968, fu vuota, dedita soltanto alla sua professione, oltre che all'alcool e agli stupefacenti che inevitabilmente lo uccisero nell'agosto del 1977. Ones (RCA, 2002) raccoglie gli hit che arrivarono al primo posto delle charts. Approfittando di tanta inquietudine psicologica, i suoi fan lo elessero a membro permanente della trilogia della ribellione completata da James Dean e da Marlon Brando. Aveva venduto in tutto oltre centocinquanta milioni di dischi (94 singoli d'oro e 40 album d'oro), e da morto ne ha venduti ancora di piu`. Forse perche' non era mai veramente esistito: era stato, e rimane, soltanto un marchio di fabbrica. |
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
Pura e semplice spazzatura...non merita neanche commenti perchè qui si nega l'evidenza.
Come se i miliardi di dischi venduti tra ieri e oggi fosse un'operazione commerciale ben riuscita e noi solamente degli ebeti. Meno male che per uno così ce ne sono milioni che ne riconoscono ancor oggi la grandezza. Riguardo a chi ha scritto tutto ciò: 1- Chi ti conosce???? 2- Chi si ricorderà di te??? Le domande, ovviamente, son retoriche...sfido chiunque a rispondere.. |
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
Dico un po ma chi crede di essere questo, uno che nella vita non ha nient'altro da fare che scrivere queste cose.
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#4
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
ero alla ricerca di alcune classifiche di album dei '60,incappo nel sito di questo tizio e tra le tante canzoni citate neanche una di elvis,penso avrà una pagina a parte ,e niente poi faccio una ricerca tra le sue recensioni ed eccoci serviti da questo sbruffone vuoto in testa......
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#5
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
questa persona parla così perchè non ha capito quello che Elvis ha fatto per il mondo e per la musica (non sa apprezzare il gandissimo talento), e secondo me non ha mai ascoltato Elvis ne ha visto suoi film e suoi concerti ha però letto dei libri di cui ha colto solo le parti brutte ancor più brutte
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
ma almeno ha il coraggio di firmarsi?? e poi certo che per disprezzare ha fatto una ricerca approfondita.... è un cretino invidioso e anche un po' frustrato!!
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#7
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
Piero Scaruffi è il suo nome,scaruffi.com il suo sito.
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
Si vede che sono tornata, vero? ... Sto già commentando su tutto il forum
Bello questo articolo, grazie Guitarman, alemno così abbiamo conferma di quanti DEFICENTI ED INCOMPETENTI abbiamo sul mercato giornalistico in Italia. E poi ci chiediamo come mai di Elvis non si parla in Italia? La risposta sta in questo articolo, che è uno dei tanti, purtroppo Dirò di più, non l'ho nemmeno letto tutto, in quanto sono ARCISTUFA di leggere ca....e!!!!!!!!!!!!!!! Riflettendo molto, su quello che è stato detto negli anni 60 in Italia, mi sono ricordarta di un altro cantante che SPUDORATAMENTE è stato definito IL BIANCO CON LA VOCE DA NERO: Fausto Leali !!!!!!!!!!!!!! Quello che cantava A CHI (versione italiana di Hurt) Se ci riuscite, provate a risentirla, e troverete impensabile il confronto con HURT, di ELvis!!! Al tempo, credetemi, è stato copiato TUTTO di Elvis, dalle definizioni, ai movimenti, alla voce, al look Oggi, se lo sono, vergognosamente, dimenticato, pur avendoci fatto non solo i soldi, ma soprattutto l'esperienza!!!!!!!!! |
#10
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Re: no comment....se l'acchiappo!!!!
Ma chi é queso imbecile (per non dire altra cosa)? E tanto inimaginabile
di leggerre questo che penso che lo fà per provocare! Non è possibile! Non c'é neanche risposte da dare! A me fi fa piutosto ridere |