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Vecchio 01-08-2006, 11:22
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Predefinito Intervista A Peter Guralnick

Ho pensato di postare questa intervista a Peter Guralnick, realizzata nel 1999 , in cui l’autore parla di Elvis e della sua vulnerabilità nei confronti delle donne. Peter Guralnick è autore della biografia di Elvis in due volumi, Careless Love e last train to Memphis.
I:”Peter, nel primo volume della biografia di Elvis, Last train to Memphis, si chiude con Elvis nel 1958, distrutto dalla scomparsa di sua madre.che impatto pensi abbia avuto la morte di sua madre a lungo termine?sembra che l’abbia seguito per tutta la sua vita, che abbia influenzato i suoi rapporti con le donne tutto quello che è successo dopo .
p.g. penso che , soprattutto , era molto focalizzato su quale fosse la sua missione sulla terra, sulla giustizia universale. Voglio dire , non sono mai riuscito a trovare una frase che rendesse l’idea, ma credo sinceramente che fosse qualcosa che sfidava la sua fede. Non intendo dire che avesse una fede così semplicistica da pensare che per lui tutto sarebbe andato bene, e che fosse un prescelto , ma il modo in cui il successo è arrivato è stato straordinario .E’ stato così improvviso e così incredibilmente uguale a tutto quello che aveva sognato che penso sia stato devastato.E’ stato scosso da ciò che la morte della madre poteva significare e dal senso del suo successo.Penso che questa sia stata la cosa che più l’abbia influenzato.
le donne hanno spesso detto, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, che venivano passate molto velocemente dal ruolo di fidanzata a quello di infermiera e mamma. Ma Elvis ha sempre avuto un ruolo passivo con le donne, per tutta la vita.
I.: Eppure , curiosamente, è sempre stato attratto da donne più giovani. Spesso molto più giovani.
P.G: E’ vero, ma cercava donne più giovani che si potessero prendere cura di lui.Uno dei motivi per cui Elvis, fin da giovane , si trovasse così bene in compagnia delle donne, era perché con loro poteva mostrare una parte di sé che semplicemente non andava mostrata nella società dell’epoca, quella in cui era cresciuto.E in seguito non si trovava a suo agio nel mondo che si era creato intorno.Aveva creato questo mondo molto “macho” intorno a lui. Aveva creato un mondo in cui una parte di lui si trovava bene, perché non doveva mettersi alla prova di continuo.E tutti questi ragazzi lo ammiravano , lo vedevano come un modello , e si immaginavano chissà cosa facesse dietro le porte della sua stanza.
Ti dico, una delle storie migliori che conosco , che dimostra quanto sto dicendo, risale a quando Elvis aveva 21 anni , nell’estate del ’56, ed era a Biloxi, Mississippi, con una ragazza di nome June (June Juanico , ndt) , e lui era andato a trovarla per le vacanze. June era molto spiritosa , socievole ed indipendente, simile alla maggior parte delle ragazze con cui Elvis usciva. Non sceglieva donne passive , sia che fossero giovani o meno. June aveva più o meno la sua stessa età, e stava rispondendogli a tono , e questo lo faceva imbestialire.
Gli disse :”Vieni qua” e la spinse in camera da letto, l’unico posto dove potevano stare da soli, e sbattè la porta dietro di lui.Non appena ebbe chiuso la porta si rivolse verso June , e la guardò con gli occhi che conosciamo bene, e le disse:”Lo sai , avevi ragione . Mi dispiace molto, è stata colpa mia.”
Rimasero nella stanza per qualche minuto. Poi lui aprì la porta e uscì con l’aria soddisfatta, dando l’impressione di averla messa veramente al suo posto.Fine della storia. Penso che questo sia il tipo di relazione che Elvis abbia avuto con le donne per tutta la sua vita.
I:Elvis aveva recuperato parte del suo entusiasmo per la carriera musicale nel 1968, quando registrò uno show televisivo non convenzionale per la NBC , la prima performance live dopo sette anni, e forse l’ultima con quel tipo di intensità e originalità.Puoi dirci come lo show sia diventato un punto di svolta?
P.G.: Il motivo per cui è nato il ’68 era , fondamentalmente, che la sua carriera cinematografica era praticamente finita, ad un punto morto. Il colonnello, essendo molto pragmatico , disse”Cosa facciamo adesso?”e andò alla NBC , che aveva mostrato interesse nell’avere Elvis in uno show per alcuni anni, e gli propose di realizzare uno special.Lui aveva in mente di fare uno special per il Natale, ma non appena incontrò il produttore, Bob Finckle, Finckle disse:”E’ una pessima idea questa di fare uno special natalizio. Voglio dire, può funzionare in radio, può essere carino, ma noi qui abbiamo bisogno di una retrospettiva sulla carriera di Elvis.Questo in qualche modo farà sì che l’attenzione della gente sia di nuovo catturata da Elvis , e la gente sarà attratta da lui per gli stessi motivi per cui lo era all’inizio.” E il colonnello disse:”Va bene”, che è qualcosa che non è stato capito fin’ora.E Elvis si pose nei confronti della decisione del colonnello così come si poneva per quanto riguardava i film, in modo molto passivo.Incontrò il regista e il direttore musicale e disse:”Sentite, qualunque cosa vogliate fare , per me va bene”; sono loro che hanno costruito la storia, con una parte centrale molto sviluppata, sperando che questo mostrasse il vero Elvis.
Come si è poi rivelato, accadde proprio questo. Elvis mostrò l’incredibile facilità che aveva nel creare feeling col pubblico in questa parte dello show.Sul palco, un piccolo quadrato da boxe, circondato da un pubblico pieno di fans e presidenti di fan club, così come oggi potete vederlo nel ’68 comeback special, dove viene mostrato il sit down show nella sua interezza.E si vede come fosse pieno di entusiasmo.Il modo in cui stabilisce un contatto col pubblico.Ed è semplicemente un momento emozionante.
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  #2  
Vecchio 01-08-2006, 11:44
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Peter Guralnick

Grazie Missclawdy!!!

Molto bella questa intervista. Continuo a pensare che Guralnick guardasse Elvis con tenerezza
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  #3  
Vecchio 01-08-2006, 15:01
L'avatar di  polomb
polomb polomb Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Peter Guralnick

Grazie miss!
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  #4  
Vecchio 01-08-2006, 19:26
L'avatar di  Clint Reno
Clint Reno Clint Reno Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Peter Guralnick

Thanks!!!!
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  #5  
Vecchio 02-08-2006, 12:43
L'avatar di  MISSCLAWDY
MISSCLAWDY MISSCLAWDY Non in Linea
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my pleasure!
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  #6  
Vecchio 19-02-2010, 19:47
carmen carmen Non in Linea
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Predefinito Re: Intervista A Peter Guralnick

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MISSCLAWDY Visualizza Messaggio
Ho pensato di postare questa intervista a Peter Guralnick, realizzata nel 1999 , in cui l’autore parla di Elvis e della sua vulnerabilità nei confronti delle donne. Peter Guralnick è autore della biografia di Elvis in due volumi, Careless Love e last train to Memphis.
I:”Peter, nel primo volume della biografia di Elvis, Last train to Memphis, si chiude con Elvis nel 1958, distrutto dalla scomparsa di sua madre.che impatto pensi abbia avuto la morte di sua madre a lungo termine?sembra che l’abbia seguito per tutta la sua vita, che abbia influenzato i suoi rapporti con le donne tutto quello che è successo dopo .
p.g. penso che , soprattutto , era molto focalizzato su quale fosse la sua missione sulla terra, sulla giustizia universale. Voglio dire , non sono mai riuscito a trovare una frase che rendesse l’idea, ma credo sinceramente che fosse qualcosa che sfidava la sua fede. Non intendo dire che avesse una fede così semplicistica da pensare che per lui tutto sarebbe andato bene, e che fosse un prescelto , ma il modo in cui il successo è arrivato è stato straordinario .E’ stato così improvviso e così incredibilmente uguale a tutto quello che aveva sognato che penso sia stato devastato.E’ stato scosso da ciò che la morte della madre poteva significare e dal senso del suo successo.Penso che questa sia stata la cosa che più l’abbia influenzato.
le donne hanno spesso detto, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, che venivano passate molto velocemente dal ruolo di fidanzata a quello di infermiera e mamma. Ma Elvis ha sempre avuto un ruolo passivo con le donne, per tutta la vita.
I.: Eppure , curiosamente, è sempre stato attratto da donne più giovani. Spesso molto più giovani.
P.G: E’ vero, ma cercava donne più giovani che si potessero prendere cura di lui.Uno dei motivi per cui Elvis, fin da giovane , si trovasse così bene in compagnia delle donne, era perché con loro poteva mostrare una parte di sé che semplicemente non andava mostrata nella società dell’epoca, quella in cui era cresciuto.E in seguito non si trovava a suo agio nel mondo che si era creato intorno.Aveva creato questo mondo molto “macho” intorno a lui. Aveva creato un mondo in cui una parte di lui si trovava bene, perché non doveva mettersi alla prova di continuo.E tutti questi ragazzi lo ammiravano , lo vedevano come un modello , e si immaginavano chissà cosa facesse dietro le porte della sua stanza.
Ti dico, una delle storie migliori che conosco , che dimostra quanto sto dicendo, risale a quando Elvis aveva 21 anni , nell’estate del ’56, ed era a Biloxi, Mississippi, con una ragazza di nome June (June Juanico , ndt) , e lui era andato a trovarla per le vacanze. June era molto spiritosa , socievole ed indipendente, simile alla maggior parte delle ragazze con cui Elvis usciva. Non sceglieva donne passive , sia che fossero giovani o meno. June aveva più o meno la sua stessa età, e stava rispondendogli a tono , e questo lo faceva imbestialire.
Gli disse :”Vieni qua” e la spinse in camera da letto, l’unico posto dove potevano stare da soli, e sbattè la porta dietro di lui.Non appena ebbe chiuso la porta si rivolse verso June , e la guardò con gli occhi che conosciamo bene, e le disse:”Lo sai , avevi ragione . Mi dispiace molto, è stata colpa mia.”
Rimasero nella stanza per qualche minuto. Poi lui aprì la porta e uscì con l’aria soddisfatta, dando l’impressione di averla messa veramente al suo posto.Fine della storia. Penso che questo sia il tipo di relazione che Elvis abbia avuto con le donne per tutta la sua vita.
I:Elvis aveva recuperato parte del suo entusiasmo per la carriera musicale nel 1968, quando registrò uno show televisivo non convenzionale per la NBC , la prima performance live dopo sette anni, e forse l’ultima con quel tipo di intensità e originalità.Puoi dirci come lo show sia diventato un punto di svolta?
P.G.: Il motivo per cui è nato il ’68 era , fondamentalmente, che la sua carriera cinematografica era praticamente finita, ad un punto morto. Il colonnello, essendo molto pragmatico , disse”Cosa facciamo adesso?”e andò alla NBC , che aveva mostrato interesse nell’avere Elvis in uno show per alcuni anni, e gli propose di realizzare uno special.Lui aveva in mente di fare uno special per il Natale, ma non appena incontrò il produttore, Bob Finckle, Finckle disse:”E’ una pessima idea questa di fare uno special natalizio. Voglio dire, può funzionare in radio, può essere carino, ma noi qui abbiamo bisogno di una retrospettiva sulla carriera di Elvis.Questo in qualche modo farà sì che l’attenzione della gente sia di nuovo catturata da Elvis , e la gente sarà attratta da lui per gli stessi motivi per cui lo era all’inizio.” E il colonnello disse:”Va bene”, che è qualcosa che non è stato capito fin’ora.E Elvis si pose nei confronti della decisione del colonnello così come si poneva per quanto riguardava i film, in modo molto passivo.Incontrò il regista e il direttore musicale e disse:”Sentite, qualunque cosa vogliate fare , per me va bene”; sono loro che hanno costruito la storia, con una parte centrale molto sviluppata, sperando che questo mostrasse il vero Elvis.
Come si è poi rivelato, accadde proprio questo. Elvis mostrò l’incredibile facilità che aveva nel creare feeling col pubblico in questa parte dello show.Sul palco, un piccolo quadrato da boxe, circondato da un pubblico pieno di fans e presidenti di fan club, così come oggi potete vederlo nel ’68 comeback special, dove viene mostrato il sit down show nella sua interezza.E si vede come fosse pieno di entusiasmo.Il modo in cui stabilisce un contatto col pubblico.Ed è semplicemente un momento emozionante.

molto interessante quest'intervista a Guralnick!!!!!
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