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  #11  
Vecchio 14-11-2006, 18:38
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Ecco un'altra serie !!!!

STORIA #16


Nel 1942, Elvis fu coinvolto nella sua prima lite, a scuola.
Quando arrivò a casa aveva un gran livido all’occhio sinistro.
Gladys diede un’occhiata alle botte e ai vestiti stracciati e chiamò Vernon. Elvis raccontò dello scontro e di come aveva perso. Vernon gli insegnò di colpire più forte e non permettere a nessuno di dargli pugni, e soprattutto di non perdere.
Gladys era inorridita per quello che sentiva dire da suo marito.
Vernon le chiarì che nessuno dei suoi figli avrebbe mai dovuto essere picchiato e che Elvis doveva imparare a proteggersi.
Mentre i suoi genitori discutevano, Elvis uscì e iniziò a boxare con le ombre. Suo padre aveva ragione: lui era un Presley, uno che sapeva combattere, un sopravissuto e doveva vincere!!
La volta successiva Elvis,senza nessun timore, affrontò un ragazzo più grande. Si ricordò dell’enorme livido all’occhio, causato dai pugni dei ragazzi e, così, cominciò a darne altrettanti, mettendo il ragazzo KO. Tutto orgoglioso di essere il vincitore campione raccontò al padre la sua vittoria.
Gladys era molto arrabbiata con il marito, che aveva insegnato al figlio a combattere, ma Vernon ne fu orgoglioso. Si congratulò con Elvis e poi gli diede dei soldi per andare al cinema.


STORIA #17

Nel 1944, Vernon insegnò ad Elvis a guidare la macchina. Vernon, seduto sul sedile del passeggero in una Ford del 1934, dava istruzioni al figlio.
Elvis amava guidare; ad un certo punto quando suo padre gli chiese se gli sarebbe piaciuto fare un giro, Elvis, illuminandosi, raggiunse la macchina di corsa.
I vicini trovavano piuttosto azzardato, permettergli di guidare a quella giovane età. Riusciva a malapena a vedere sopra il cruscotto, perciò era divertente vedere il giovane Presley dietro il volante. Per poter arrivare all’acceleratore e ai pedali, Elvis doveva portare il sedile tutto in avanti, sedersi sul bordo, e allungare le gambe il più possibile. Ogni voltai che la grande vecchia Ford sembrava andasse senza il guidatore, i vicini sapevano che, alla guida, c’era Elvis.

STORIA #18

Raccontato da George Klein

C’era un sindaco a Memphis che adorava Elvis e, in qualche modo, voleva fargli onore. C’erano molti fans che gli dicevano, “Perché non chiami qualcosa con il nome di Elvis?” Alla fine decisero di rinominare la Highway 51 South, che porta a Graceland, come Elvis Presley Boulevard”. Mi chiesero di chiedere ad Elvis cosa ne pensasse di quest’idea. Elvis disse: “Guarda, non voglio essere io a decidere, perché ogni decisione potrebbe non essere quella giusta. Se dico di sì, può sembrare che ho un grande ego; se dico di no, può sembrare che voglio snobbare o che non mi fa piacere che venga fatto. In qualsiasi modo, io non vinco. – Dì loro, solamente, che, se danno il mio nome alla via, ne sarò felice, lusingato ed estremamente onorato. Ma allo stesso modo, se non lo faranno, non mi preoccuperò, non mi arrabbierò, non mi deluderanno”
Così, raccontai loro tutto quello che mi aveva detto Elvis e crearono l’Elvis Presley Boulevard.

STORIA #19

Teenagers in difficoltà

I capi di polizia, sia di Los Angeles che di Memphis aiutarono parecchie persone, in situazioni diverse. Si dice che, nel 1970, Elvis abbia occasionalmente aiutato alcuni adolescenti che avevano problemi con la legge, spesso pagando le loro cauzioni. Tuttavia, prima che i poliziotti lasciassero andare i giovani, per un paio d’ore, Elvis parlava con loro della vita, della legge, dei limiti e che si doveva rispettare le regole. Leggeva i loro rapporti e faceva loro capire in cosa avevano sbagliato e quello che potevano e dovevano fare per essere cittadini migliori, in futuro. Una volta, successe che alcuni di questi ragazzi si ritrovarono con le orecchie talmente piene delle sue parole, che sia affrettarono a ringraziarlo, per averli fatti uscire e corsero fuori il più velocemente possibile.

STORIA #20

Il Re le inviò dei fiori

Una giovane signora che si chiamava Peggy Thompson, da molti anni era una fan accanita di Elvis Presley. Nel 1970, questa signora acquistò il biglietto per uno dei suoi shows vicino alla sua città. Avrebbe assistito ad un suo concerto, per la prima volta.
Sfortunatamente, si ammalò e fu costretta ad andare in ospedale. A peggiorare le cose, l’ospedale era disponibile per l’intervento, proprio il giorno del concerto di Elvis.
Non essendo in grado di posticipare la data dell’intervento, Peggy fu costretta a rinunciare.
Elvis venne a sapere del problema di Peggy da un altro fan, che si era incontrato con uno dei componenti del suo entourage. Elvis decise di inviare a Peggy una dozzina di rose a gambo lungo, legate con una delle sue sciarpe blu. Quando arrivarono i fiori, Peggy si trovava, ancora, nel reparto di terapia intensiva. Quando uscì da quel reparto, vedendo il meraviglioso mazzo, vide anche la sciarpa blu, con scritto il nome di Elvis, non riusciva a credere che fosse stato proprio il Re ad inviarle i fiori.!! Peggy si rese conto di quanto Elvis avesse cura delle numerose persone sfortunate, ammalate, bisognose e di come si attivasse affinché queste persone potessero sentirsi meglio con il suo amore e gentilezza.
STORIA #21

RACCONTATO DA DAVID STANLEY

Elvis aveva un jet che gli permetteva di spostarsi per gli show. Ci furono minacce che l’aereo sarebbe stato bombardato, insieme ad altri.
Uscimmo dall’hotel di Long Island (New York) per andare a suonare al Nassau Coliseum e un ragazzo puntò un temperino a serramanico verso Elvis. Grazie alla luce del sole, vidi il riflesso della lama. La teneva giù, nascosta dalla sua parte. Elvis ed io stavamo camminando insieme, e il ragazzo si muoveva esattamente come ci muovevamo noi. Così, crossando Elvis, saltai addosso al ragazzo e lo afferrai da dietro e prendendolo per i capelli, lo bloccai, contro il muro. Tenni la pistola puntata sulla gola fino a che non ci raggiunsero gli altri e me lo tolsero dalle mani. Scappammo velocissimi… credo sia stata la peggior esperienza, che io abbia mai vissuto. Altre volte, alcuni ragazzi hanno cercato di spintonare Elvis, ma erano solo dei boyfriends gelosi, mariti gelosi e alle volte qualche donna fanatica.

STORIA #22
RACCONTATO DA SAM THOMPSON

Ci furono poche reali minacce verso Elvis - minacce che derivassero da volontà di fargli del male – ma esistevano i pericoli derivanti dall’amore che i fans avevano per lui. Tutti volevano un pezzo di lui, ma c’erano milioni di fans e un solo Elvis.
Ho recuperato Elvis da Hotels e luoghi dove i fans lo tiravano letteralmente per i capelli.
Non volevano ferirlo, ma volevano un pezzetto di lui.
Dopo ogni spettacolo, si ritrovava con i graffi sulle mani e era costretto a coprirsi di cerotti. Se vedi le sue foto durante e dopo gli spettacoli, gli vedi sempre cerotti.
La gente, lo graffiava involontariamente, quando riusciva a toccarlo o voleva prendere le sciarpe. In qualche posto nel Midwest, ho preso e portato fuori con la forza, una signora che aveva raggiunto Elvis e lo aveva notevolmente graffiato.
Mentre la portavo fuori, eccitata, lei urlava alle sue amiche “Guardate, ho la pelle di Elvis”. Era allucinante.

STORIA #23

Denise Sanchez, una ragazzina di 8 anni di Santa Fè, New Mexico, era una grande fan di Elvis da quando aveva 4 anni. Dopo le vacanze di Natale del 1971, le venne diagnosticato un cancro. Doveva esserle amputata una gamba e una parte dell’anca, per bloccare l’estensione del cancro. In brevissimo tempo, il cancro arrivò ai polmoni. I medici smisero di farle la chemioterapia a cui si stava sottoponendo, stabilendo che non c’era più niente da fare.
Parecchi mesi dopo, la madre di Denise, Trudi, scoprì che Elvis si sarebbe esibito ad Albunquerque il 19 Aprile 1972. La signora Sanchez riuscì ad avere 2 biglietti. La figlia fremeva dalla gioia.
Il giorno del concerto era vicino, quando Denise ebbe una ricaduta e venne data la terribile notizia, che nelle sue condizioni non poteva affrontare 65 miglia per vedere ELvis. La ragazza pianse per parecchi giorni e pregò sua madre di portarla, comunque allo show, perché voleva vedere Elvis in persona prima di morire. Alla fine sua madre e il medico decisero di accontentarla.
Due giorni prima dello spettacolo, la Signora Sanchez venne chiamata dal giornale locale che voleva scrivere la storia di Denise. Trudi andò al Albuquerque Journal e parlò con la giornalista Grace Marie Prather. La Signora Prather organizzò un incontro con il Colonnello Parker, nel primo pomeriggio del giorno dello show. Parlarono, a lungo, con Parker delle condizioni di Denise e del suo desiderio di vedere Elvis. Parker chiese loro di andare all’Hilton Hotel alle 4 e avrebbe valutato cosa poteva fare. Trudi portò all’appuntamento, le sue figlie Denise e Paula, nonché due loro amiche, Emma e Blinda Cantu. Anche la giornalista andò per poter documentare l’incontro. Il Colonnello le istruì di essere presenti allo spettacolo alle 5, così Denise avrebbe potuto incontrare Elvis dopo il concerto.
Tutto il gruppo guidò fino al Tingley Coliseum e per loro, erano stati riservati posti speciali. Denise, per tutto lo spettacolo, era in fremito, ansiosa che finisse la performance, per poter incontrare il suo idolo. Durante l’intervallo, il gruppo delle Sanchez fu invitato nella dressing room di Elvis. Denise era in ansia e aveva paura della reazione di Elvis, per la sua gamba e l’anca mancanti, e la testa senza capelli. Elvis guardò la bambina e si inginocchiò davanti a lei, e la baciò sulle guance. Disse a Denise che era molto carina, Trudi iniziò a piangere. Non riusciva a credere quanto Elvis fosse tenero con sua figlia e vide quanto lui la faceva sentire felice e viva. Denise, timidamente, srotolò un poster del Re e gli chiese un autografo. Elvis lo firmò: “To Denise – Love You, Elvis Presley” Denise gli chiese di cantare una canzone per, al suo rientro sul palco. Quando iniziò la seconda parte del concerto, Elvis dedicò la prima canzone “You Gave Me A Mountain”, a Denise. Spiegò a tutto il pubblico, “Questa canzone è per una bambina molto speciale che ho appena incontrato nel backstage – Denise.
Denise era emozionata e pianse durante tutta la canzone.
Quando Denise tornò a casa, disse alla madre di non pensare di lavarle il viso e quindi togliere i baci di Elvis. Tre giorni dopo, non si era ancora lavata il viso. Al quarto giorno, finalmente sua madre la obbligò a lavarsi il viso.
Elvis, per un breve momento ha reso la sua vita più bella, con questa sua dimostrazione d’amore per aiutarla, farla sentire meglio e alleviare il suo dolore.

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Vecchio 14-11-2006, 18:41
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STORIA #24

ALLE VOLTE, I CONCERTI ERANO ALLARMANTI

RACCONTATO DA MAE AXTON

Le ragazze cercavano di salire sul palco per avvicinarlo, specialmente quando gettava le sue sciarpe. A Oklahoma City, una sera, vidi una ragazza che era talmente eccitata, che saltò giù dalla galleria. Si poteva ammazzare, ma le persone sotto la afferrarono, evitando che cadesse. In quei concerti , alle volte c’era da aver paura.

SHAUN NIELSEN

Una volta Elvis gettò una sciarpa ad una signora e la signora fece l’errore di metterselo al collo. Improvvisamente, una donna da una parte e un’altra dall’altra, insieme tiravano la sciarpa, soffocando, letteralmentem la donna in mezzo.! Elvis urlò “Ecco tieni ! Prendi questa ! Prendila! E lanciò sciarpe alle donne che erano ai lati di questa signora. Credo che la signora abbia pensato di morire soffocata, lì di fronte a noi, e solo perché le altre si erano impuntate di avere quella sciarpa.

STORIA #25

Durante il film Kid Galahad, nel gennaio del 1961, gli amici di Elvis ordinarono una sedia da regista, fatta apposta, per fargli uno scherzo. La sedia riportava “Elvis Presley” stampato sul retro; la presentarono alla star il primo giorno di ciack, a metà novembre. Elvis si girò verso la squadra, il direttore e il produttore e chiese “Mr Presley? Perché così formale?” Il direttore Phil Karlson disse : “Solo il meglio per la nostra star!”
Elvis odiava le formalità. Voleva essere trattato come un ragazzo qualsiasi e la sedia aveva distrutto l’illusione. Il giorno dopo una sedia nuova sostituì quella formale. Il tessuto di un rosso sgargiante aveva stampato “SEMPLICEMENTE ELVIS” Elvis scoppiò in una grande risata e sprofondò nella sedia.


STORIA #26

Nel 1969 , Elvis diede un assegno da $ 1.000 ad una coppia dell’Arkansas.
Il denaro avrebbe permesso alla coppia di rimettersi in piedi, dopo tutta una serie di disgrazie. James Bullock, a 34 anni, venne ricoverato in ospedale, con seri problemi a causa di un incidente stradale che aveva subito. La sua macchina venne rubata nel parcheggio dell’ospedale. Fu costretto a chiamare un taxi e pagare una tariffa che sicuramente non poteva permettersi. Per completare il quadro, lo stesso anno, Bullock perse un braccio ed una gamba in un incidente con il trattore. La moglie fu costretta a fare la donna delle pulizie, per andare avanti. Tutto il denaro che guadagnava serviva a pagare fatture e le avanzava poco per comprare qualcosa da mangiare. Si trovavano in difficoltà finanziare molto serie. Un giornale locale scoprì la situazione della coppia e scrisse un breve articolo su di loro. Capitò che Elvis lesse la storia e dopo aver letto di queste tragedie, compilò un assegno. Incaricò uno dei suoi uomini di andare dalla coppia e consegnare l’assegno. I Bullocks videro in Elvis un angelo mandato da Dio. Riuscirono ad incassare l’assegno e furono in grado di pagare l’affitto , per qualche mese furono in grado di mangiare di più


STORIA #27


Il 25 Giugno 1973, un campo estivo di Holden, Louisiana fu completamente svuotato da dei ladri.
Avevano rubato tutto ciò che era appoggiato in terra. Un giornale locale ne fece un articolo e così fecero parecchi altri giornali importanti. Quando Elvis lesse la storia nel Cincinnati Post del 28 Giugno 1973, rimase scioccato della totale mancanza di rispetto dei ladri che si arrabbiò moltissimo. Lo stesso giorno, ordinò nuove attrezzature in un negozio sportivo di Golden, dando l’incarico di consegnare direttamenteal campo. Alla fine lo ha completamente rifornito capovolgendo una situazione così tragica.

STORIA #28


Durante una pausa sul set di Loving You, Elvis autorizzò la co-protagonista Dolores Hart, a fargli i riccioli. Elvis era sempre stato molto curioso di vedere come stava con I capelli mossi o ricci e permise a Dolore di farglielo.
Cinque minuti dopo, il regista Hal Kante entrò nel camerino della Hart e scoppò a ridere. L’immagine che gli si presentava davanti era Elvis, con i bigodini rosa su tutta la testa. Kanter rise così tanto e così a lungo che cominciò ad avere i crampi allo stomaco. Dovette uscire perché non riusciva a reggere la vista di Elvis in quelle condizioni. Hal Wallis chiese a Kanter perché ridesse in quel modo. Wallis vide la Hart che velocissimamente toglieva i bigodini dalla testa di Elvis. Elvis non riusciva a credere a tanta sfortuna: sia il produttore che il regista lo avevano visto con i bigodini!!
Fu riluttante a tornare sul set e quando lo fece, vide tutti due Kanter e Wallis che nascondevano i loro risolini. Elvis girò la scena con la Hart e, appena finito, scappò nel suo camerino.


STORIA #29


Mentre Elvis girava “Live A Little, Love A Little” a Los Angeles, nell’aprile del 1968, due vecchie signore iniziarono a girargli intorno. Quando Elvis si trovò sulla loro strada, lo spinsero così forte da buttarlo a terra. A quel punto Elvis capì che quelle donne erano lì per il suo co-protagonista, Rudy Valee. Disteso per terra, Elvis vide le due donne fare un salto pazzesco per avere l’autografo di Valee, prima che potesse arrivare alla macchina. Elvis raggiunse il suo famoso co-protagonista e gli chiese cosa avesse di così importante, da interessare, in quel modo, quelle signore. Vallee rispose “Sex appeal, caro ragazzo”. Elvis si allontanò ridendo.


STORIA #30


Durante l’ultimo anno di scuola alla L.C. Humes High School, nel 1953, L’insegnante di storia di Elvis era la Sig.ra Mildred Scrivener. Un giorno, vide Elvis mangiare una mela in classe. Ciò era inusuale, perchè la scuola aveva un regolamento rigido, in quanto non si poteva mangiare se non nella cafeteria. La Sig.ra Scrivener non obbligò Elvis a smettere di mangiare la mela, ma gliela lasciò finire. Sapeva che veniva da una famiglia molto povera, e suppose che non aveva soldi per comprasi il pranzo al bar. Non se la sentiva di farlo smettere di mangiare, anche se sapeva che stava infrangendo le regole.
Il giorno dopo, la Sig.ra Scrivener trovò una mela rossa lucida, sulla cattedra. Sapeva che era di Elvis. Era il suo modo per ringraziarla.

STORIA #31

Da giovane, Elvis voleva una bicicletta, ma i suoi genitori non potevano affrontare una spesa di
$ 55. Inoltre, Gladys non voleva che avesse una bicicletta perché aveva paura che si facesse male. Facendo un sacco di economia e risparmiando su tutto, nel 1948, finalmente, Vernon e Gladys furono in grado di acquistare una bicicletta al figlio. Elvis non li avrebbe mai ringraziati abbastanza. Peccato che la sua felicità durò poco, perché cadde dalla bicicletta e non riusciva più muovere il braccio. Vernon e Gladys lo portarono all’ospedale dove le notizie erano cattive. Elvis aveva rotto l’ulna. I Presley non sapevano cosa fosse l’ulna e pensarono al peggio. Si calmarono quando il medico spiegò che il loro figlio aveva rotto il braccio. Avrebbe dovuto portare il gesso per due mesi.
Il giorno dopo, Gladys ordinò a Vernon di rivendere la bici e usare i soldi per pagare i medici. Elvis rimase in silenzio, sapendo che la sua preziosa bici era stata venduta ad uno dei suoi migliori amici

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  #13  
Vecchio 14-11-2006, 19:55
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Hurt sei grande!
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  #14  
Vecchio 14-11-2006, 21:07
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STORIA #32

In certe occasioni, Elvis permetteva ad alcuni fans, di aspettare nel viale di Graceland, per poi entrare in casa. Una sera del 1963, disse ad uno dei suoi uomini di invitare tutte le ragazze che c’erano sul viale. Rimase molto sorpreso quando vide che stavano entrando ben 150 ragazze.
Elvis scelse le sue 10 preferite e disse ai suoi uomini di scegliere le loro e divertirsi. Ogni uomo aveva a disposizione 10 ragazze. Ognuno ebbe il tempo di vivere la notte.
Da quel momento, la parola “party” divenne un argomento di conversazione. Elvis avrebbe parlato di quel party e sia lui che i suoi amici, ricordandolo, ululavano come lupi .

STORIA #33

Durante un party, Elvis desiderava ardentemente burro di noccioline. Quando si accorse che non riusciva a trovarne in casa, chiede ad un ragazzo di andare giù in negozio a comprargli un cartone delle sue caramelle preferite. Il ragazzo accettò, ansioso di soddisfare Elvis. Elvis gli diede $ 10 e gli disse dove andare. Il ragazzo corse nel negozio, acquistò le caramelle, e tornò indietro. Non voleva far aspettare Elvis. Elvis strappò il cartone per aprilo, prese due pacchetti di burro di noccioline per sé e distribuì il resto tra i suoi ospiti. Dopo aver divorato le caramelle, Elvis si avvicinò al ragazzo e gli chiese “Mi dai il resto, per favore?”


STORIA #34

Durante un party, Elvis stava parlando con delle ragazze, quando notò una ragazza seduta da sola che piangeva. Si scusò con il suo harem adorante e raggiunse l’ospite triste. Si sedette vicino, la circondò con le sue braccia, e la lasciò piangere sulla sua spalla. Le chiese di spiegargli cosa stesse succedendo, prima di allagare tutta la stanza. Tra un singhiozzo e l’altro, la ragazza gli spiegò che era infelice perché il giorno dopo compiva 27anni. Divertito del motivo della disperazione, Elvis rise. L’abbracciò, stringendola e disse “Honey, non preoccuparti. Ne uscirai, crescendo” Esplose in un eccesso di risate, tanto che la ragazza iniziò a ridere insieme a lui. Baciò Elvis e lo ringraziò per averla fatta stare meglio

STORIA #35

Nell’Ottobre 1963, il giorno precedente all’inizio delle riprese per Kissin’ Cousins, Elvis era con la sua co- protagonista Yvonne Craig. La invitò a cena, e lei felice accettò. Poi decisero di andare a casa di Elvis a guardare la televisione. Elvis si addormentò mentre guardavano un vecchio film e Yvonne decise di andarsene. Non volendo disturbarlo, lo coprì con uan coperta, spense la tv e la luce e si avviò alla porta. Appena spenta la luce, Yvonne si ricordò che Elvis odiava il buio. Tornò indietro. Dopo aver riacceso la luce, uscì, chiudendo piano la porta. Quando si girò per andarsene, vide 5 macchine della polizia davanti alla casa. Poliziotti, pistole in mano, puntavano le armi verso di lei. Yvonne aveva attivato un allarme silenzioso. Il sergente di guardia le chiese chi era e che cosa faceva lì. I poliziotti suonarono il campanello e svegliarono Elvis. Verificarono la storia di Yvonne e la lasciarono andare. Elvis rideva di lei per essersi messa in quella situazione e la chiamò stupido uccellino. La mattina dopo sul set, Elvis piombò nel camerino e le chiese se non avrebbe più disattivato allarmi. Yvonne gli rispose di stare zitto ed uscire: era abbastanza imbarazzata e non voleva ricordare l’incidente. Nonostante fosse piuttosto arrabbiata con Elvis, alla fine della scena passeggiarono mano nella mano fino al suo camerino.

STORIA #36

RACCONTATO DA SAM THOMPSON

Una volta mia sorella Linda, mia moglie Louise ed io andammo con Elvis a vedere il vecchio Cicle G Ranch nel Mississipi e stavamo tornando a Memphis nell’Elvis’ Stutz Bearcat. Verso Highway 51. passammo vicino ad un ragazzino di colore, che poteva avere 10/11 anni. Era estate, faceva caldo . con un’aria intrisa di polvere. Il ragazzino era ricoperto dalla polvere, seduto vicino uno stand di angurie. C’era l’entourage con noi, circa 4/5 macchine e Elvis era davanti a tutti, con noi. Elvis accostò e naturalmente, dietro di lui, tutti accostarono. Uscimmo tutti – Red e tutti. Si guardavano intorno. Questo ragazzino, non dimenticherò mai il suo viso, sono sicuro che sapesse chi era Elvis , ma non voleva farglielo capire. Era un bussinessman. Si sedette e aspettò che Elvis si avvicinasse.Fu Elvis da dover iniziare la conversazione “Quanto costano ile angurie?” Venne definito un prezzo. Il ragazzino era convinto e non voleva abbassare il suo rpezzo. Così Elvis si girò e disse “Prendiamo tutto lo stand. Pagalo” E’ stata l’unica volta che il’espressione del ragazzino crolò di colpo. Elvis prese un’anguria, la migliore e la mise nella sua macchina. Poi partì e lasciò tutto l’entourage lì a saldare. Elvis acquistò tutto lo stand di angurie, prese tutti quei cocomeri e se li portò a Memphis.

STORIA #37


RACCONTATO CHERYLE JOHNSON

Ancora una volta, Elvis si trovò costretto a cancellare alcuni shows, questa volta al Sahara Tahoe (Statelie, Nevada9 il 4 maggio 1973. Annullò 4 giorni prima, perché fu detto, che era ammalato.

JAMES BURTON (Musicista) . Registrammo “Are You Sincere” nella casa di Palm Springs. Avevamo un vecchio camion preso a Los Angeles. Elvis registrò bene il disco nella sua sala da pranzo, per tutto il tempo in pigiama e vestaglia. Abbiamo fatto un paio di canzoni in più, ma solo quella divenne una hit.

ALEX LOGAN – La casa di Palm Spring era diversa. Le stanze erano tappezzate di rosso e nero, e il tappeto era prevalentemente rosso, Ricordo che Elvis aveva un grandissimo letto rotondo e un copriletto rosso, Un giorno entrai nella stanza, e lui era a letto da solo. Lo presi in giro chiedendogli se sapeva da che parte del letto alzarsi. Elvis aveva un pulsante che controllava tutte le luci, tutti i suoni, e il sistema di sicurezza. Ha dovuto persino mettere delle sbarre alle finestre perché la gente avrebbe guardato dalle fessure e cercato di entrare. Gli stavano costruendo un camera da letto che potesse avere una veduta completa di tutta la vallata, ma dopo che lui e Priscilla si lasciarono, non l’ha mai completata. Non ha nemmeno più messo il tappeto, solo ci si sedeva in quella stanza. Abbiamo fatto una stanza dei giochi per Lisa Marie. Ci volle circa un anno e mezzo per finirla. Lì si svolse la festa del suo 4° compleanno.

CHARLIE HODGE - Elvis amava stare disteso sul bordo della piscina, ma non voleva abbronzarsi il corpo, solo il viso, così indossava la vestaglia. Teneva un ventaglio elettrico per farsi fresco. Mangiava bistecche cotte in padella e purè di patate, fatte in cucina, ma adorava fare la griglia di bistecche vicino alla piscina e fare gli hot dog per Lisa Marie.

continua

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Vecchio 14-11-2006, 21:10
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Mitica Hurt!
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STORIA #25


Durante il film Kid Galahad, nel gennaio del 1961, gli amici di Elvis ordinarono una sedia da regista, fatta apposta, per fargli uno scherzo. La sedia riportava “Elvis Presley” stampato sul retro; la presentarono alla star il primo giorno di ciack, a metà novembre. Elvis si girò verso la squadra, il direttore e il produttore e chiese “Mr Presley? Perché così formale?” Il direttore Phil Karlson disse : “Solo il meglio per la nostra star!”
Elvis odiava le formalità. Voleva essere trattato come un ragazzo qualsiasi e la sedia aveva distrutto l’illusione. Il giorno dopo una sedia nuova sostituì quella formale. Il tessuto di un rosso sgargiante aveva stampato “SEMPLICEMENTE ELVIS” Elvis scoppiò in una grande risata e sprofondò nella sedia.



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  #17  
Vecchio 15-11-2006, 12:33
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Grazie Hurt, è d'avvero bello leggere questi episodi della vita di Elvis!

Stany!
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  #18  
Vecchio 15-11-2006, 14:51
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Continua STORIA #38

Nel film Girl Happy, Elvis impersonava Rusy Wells, capo di una band. I membri della sua band erano Andy, Wilbur e Doc, interpretato da GAry Crosby, Joby Baker e Jummy Hawkins. Rusty Wells e i suoi Combo suonavano, sia al Clubb 77 che al Sandbar Club a Fort Laudedale, Florida.
Nella scena dove al band suona “Starting Tonight”, incidentalmente Elvis colpì Jimmy Hawkins sulla bocca. Jimmy rischiò di perdere un dente e fu portato immediatamente dal dentista.
Elvis si sentì, terribilmente male, per quell’incidente e, più volte, si scusò con Hawkins. Da quella volta il regista fece in modo che i membri della band fossero abbastanza distanziati tra loro, per evitare di farsi male.


STORIA #39



RACCONTATO DA SHAUN NIELSEN
La prima volta che entrai a far parte del gruppo, quello che sarebbe diventato “Voice”, per incontrare Elvis, ci portarono a Las Vegas.
In quel periodo, Tom Jones aveva alcuni problemi con i suoi coristi e noi saremmo stati una specie di regalo, da parte di Elvis per Tom.
Fummo messi in un bellissimo Hotel, a spese di Elvis, e poi, quella sera, ci portò nella sua stanza per cantare per Tom. Tutto questo gli costò un sacco di soldi. Cantammo e ricordo che, Tom Jones, Bobbie Gentry e Elvis Presley, stavano giusto lì, davanti a noi . Tom disse ad Elvis che aveva appena firmato un contratto con The Blossoms, e se fosse recesso, si sarebbe trovato in guai giudiziari, perciò non pensava di poterci ingaggiare. Subito dopo, Elvis ci chiamò nella sua suite e, nella sua camera da letto, restammo un bel po’ a chiacchierare, seduti per terra.
Elvis disse “Bene, capisco che probabilmente siete arrabbiati e delusi, perciò ho stilato questo piccolo contratto” ….. Era stato scritto sui fogli di carta igienica!
La prima riga diceva: “Per l’importo di centomila dollari ….” avremmo viaggiato, cantato lavorato per lui e scritto canzoni, per le sue case discografiche.
Elvis disse: “Vi interessa?” Non appena ci fummo ripresi, la nostra risposta fu: “Certo ! Ci piacerebbe moltissimo”.
Eravamo nel 1973. Quei 100.000 $ di allora, oggi corrispondono a 250.00/300.000 $.
Dopo aver firmato il contratto con noi, Elvis andò al telefono e chiamò suo padre.
Disse: “Papà, voglio che tu sappia, che finalmente, ho un gruppo tutto mio” Queste furono le sue parole.
Praticamente eravamo lì, per viaggiare con lui e cantare, quando ne aveva voglia.
Alle volte, ci mandava l’aereo a Nashville, solo per portarci a Memphis e andare al cinema insieme! E, alle volte, dopo il cinema, tornavamo a Graceland e cantavamo tutta la notte. Praticamente, questo era il nostro lavoro.
Per 2/3 anni, abbiamo, anche, aperto il suo show all’Hilton di Las Vegas.


STORIA #40

Sul set di Loving You, nel 1957 Elvis si trovò vittima di una fatalità rischiosa.
Aveva appena finito di girare una scena e andava avanti e indietro, sul set, quando uno strano istinto gli disse di spostarsi.
Tre secondi dopo, crollò tutta la struttura luci. Se Elvis non si fosse spostato, un attimo prima, sarebbe rimasto completamente schiacciato.
Poiché, lo studio non voleva rischiare altri incidenti, con il suo giovane attore, da milioni di dollari, venne ordinato ad un macchinista di stare a portata di mano di Elvis, per assicurarsi che non gli succedesse niente.
Il regista e il produttore presero il controllo della squadra e definirono tutte le attrezzature. Per prendere queste precauzioni, si perse un giorno intero di riprese, ma era meglio perdere un giorno di lavoro, piuttosto che il Re del Rock ‘n Roll.

STORIA #41

Nel marzo del 1967, Elvis girava il film “Clambake”. Mentre Dan Greenway lo stava truccando, un componente della squadra lanciò un petardo nella roulette. Immediatamente scoppiò una gara di petardi. Elvis lanciò un petardo sotto la sedia di uno di loro. Ma, avendo sbagliato mira, il petardo volo più alto. Il tipo era seduto, quindi il petardo fece un buco nei suoi pantaloni.
Elvis rideva così tanto che non si accorse che una delle sue guardie del corpo, che era dietro a lui, ne aveva lanciato uno enorme verso il suo fondoschiena. A quel punto, Elvis entrò, velocissimo, nel suo camerino e recuperò i suoi fuochi d’artificio. La battaglia con i petardi, continuò parecchi giorni. Il set sembrava e risuonava come in un film di guerra. Persino il regista Artur Nadel si fece coinvolgere, tanto da presentarsi sul set con un elmetto militare, per proteggersi. I fondoschiena erano bollenti e le dita ustionate, ma nel contempo veniva girata anche qualche scena del film. Tutti erano di pessimo umore e si vede.

STORIA #42


Il 16 Giugno 1966, Elvis iniziò il suo nuovo film “Double Trouble” con Annette Day.
Quando fu assunta, la Day aveva solo 18 anni ed era nervosa visto che sarebbe stato il suo primo film, ed inoltre avrebbe incontrato e lavorato con Elvis Presley.
Con la sua solita voglia di giocare, Elvis decise di fare uno scherzo alla Day.
Prese un avvoltoio di gomma dal magazzino e se lo mise sul braccio. Andò dalla Day e le chiese se le sarebbe piaciuto vedere il suo nuovo beniamino. Le piazzò davanti al viso l’avvoltoio, facendola urlare. La Day fece un salto all’ indiero, cercando di allontanarsi dall’uccello. Le ci vollero 10 minuti per tornare in sé. Elvis, tra una risata e l’altra, iniziò a scusarsi. Quando, finalmente, lei lo perdonò. Elvis le disse che non aveva mai visto nessuno strabuzzare gli occhi in quel modo.
Nel giro di pochi minuti entrambi ridevano a crepapelle.

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  #19  
Vecchio 15-11-2006, 14:51
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STORIA #43


raccontato da dr. george nichopoulos

Sfortunatamente Elvis pensava che affinché qualcosa facesse più effetto, doveva essere iniettato. Ecco perché, gli davamo decongestionanti tramite iniezioni. Elvis aveva il terrore di andare sul palco, ritrovarsi con cedimenti della voce e non essere in grado di portare avanti lo show come sapeva fare lui. Anche se si fosse sentito perfettamente in forma prima di salire sul palco, riteneva che qualcosa, tipo un’iniezione, lo avrebbe protetto da qualcosa di negativo che poteva succedere. Non so se gli sia successo in qualche show, oppure cosa possa essere accaduto prima, ma, ogni volta, era difficile evitare di fargli queste iniezioni.
Ogni volta che Elvis si faceva fare un’iniezione (da uno dei bodyguards) tutti pensavano che fosse una specie di narcotico o cose simili, ma non era vero. Faceva iniezioni per alcune allergie che aveva e iniezioni di vitamina B-12 (era una di quelle persone che ritenevano che la vitamina B-12 lo avrebbe aiutato). Dopo l’iniezione, si sentiva meglio; Che questa l’aiutasse veramente o no, io non lo so.

raccontato da BECKY HARTLEY


Prima di cantare voleva farsi le iniezioni e cose del genere. Il Sig. Presley aveva scritto una lettera, ad un medico, perché si chiedeva come mai le iniezioni di vitamina B-12 costassero così tanto e più esattamente quali erano gli effetti. Il medico rispose e spiegò che, naturalmente, non poteva divulgare tale informazione.
Vernon voleva sapere e capire.

STORIA #44

Alla metà del 1970, Elvis venne a sapere, da un amico, la storia di un ragazzo che era quasi cieco. Il ragazzo necessitava di un intervento molto delicato per riacquistare la vista e la sua famiglia non aveva denaro a sufficienza per pagare l’ospedale.
Elvis contattò l’ospedale, fissò una data per l’intervento e assunse il miglior chirurgo oculistico di Memphis, per fare questo rischioso intervento.
Elvis non volle chiamare lui stesso la famiglia del ragazzo, ma incaricò l’ospedale di informarla che qualcuno aveva predisposto il tutto e pagato l’intervento.
Il ragazzo e la sua famiglia erano in estasi per questa bella notizia inaspettata.
L’intervento riuscì con successo ed il ragazzo riprese completamente la vista. Tutto l’ospedale venne completamente pagato, come pure il medico, prima ancora che il ragazzo fosse ricoverato e nessuno dello staff si è mai lasciato sfuggire chi fosse il benefattore. La famiglia non ha mai saputo chi abbia fatto il miracolo. Elvis era estremamente felice di sapere che la sua ricchezza poteva aiutare tanta gente.


STORIA #45


raccontato da SHAUN NIELSEN

Elvis è venuto parecchie volte alla Convention dei National Quartet di Nashville. Lo trattenevano nel backstage e lui aspettava fino a che tutti fossero sul palco, per ridurre al minimo la confusione. Lo tenevano quasi nascosto. Gli chiedevamo sempre se voleva essere presentato, e talvolta usciva e faceva qualche cenno di saluto e rientrava nel backstage. Quando veniva, era sempre un grande evento.

raccontato da JAMES BLACKWOOD

Quando poteva, Elvis era sempre presente alla convention. Mi ricordo una volta che mi cadde lo sguardo e lui era nel backstage. L’auditorium era stracarico di gente, tipo
4-5.000 persone. Quando Elvis arrivava sul palco, sembrava che milioni di occhi uscissero dalle orbite. Elvis aveva un grande amore per la musica gospel. I Grammys che ha vinto sono stati tutti per i suoi album gospels, e furono dei best-sellers. Mi è stato detto che, originariamente, Elvis ha copiato il suo stile da Jake Hess, che cantava con i quartetti degli Imperials e degli Statements. Come me, è stato cresciuto nella Chiesa Pentecostale


STORIA #46


Nell’Ottobre del 1974, Elvis sponsorizzò una ragazza, di nome Wardee Anderson, per la maratona ciclistica annuale, in favore dell’Associazione Diabetici della California. Wardee aveva contattato Elvis nella casa di Bel Air e gli aveva chiesto di sponsorizzarla. Gli piaceva l’idea che si corresse in bicicletta per i soldi e così le disse che le avrebbe pagato $ 5 per ogni miglio. In quei giorni, la media che veniva pagata era 25 o 50 cents a miglio. Per qualcuno pagare $ 5 a miglio era impensabile. Alla fine della gara di beneficenza Wardee aveva fatto 28 miglia. Elvis compilò subito un assegno di $ 140 e con orgoglio lo diede alla ragazza. Il contributo e la partecipazione di Elvis permise di raggiungere $ 7.000 in più rispetto ai previsti $ 50.000



STORIA #47


Nonostante Elvis andasse raramente nei bar, una delle ragazze che frequentava, gli chiese di portarla in un bar. Poiché non voleva deluderla, Elvis la portò. Si sedettero ad un tavolo, in un angolo, per avere un po’ di privacy. Elvis ordinò una soda per lui, mentre la ragazza chiese un martini. Sentì due uomini che facevano degli apprezzamenti su di lei e chiese loro di scusarsi con la ragazza. Questi si misero a ridere, affermando che non l’avrebbero mai fatto una cosa simile. Elvis chiese loro di allontanarsi e quando questi si rifiutarono, afferrò uno di loro e gli diede un pugno. Poi afferrò l’altro e fece la stessa cosa. Fatto questo, Elvis impose ai due di scusarsi con la ragazza. Poi la aiutò a mettersi il cappotto e uscirono dal bar. Così tornarono a casa per godersi un po’ di tranquillità.


STORIA #48


Il 26 Marzo 176, Elvis e il suo elettricista andarono nel negozio di materiale elettrico per comprare un nuovo lampadario per Graceland. Mentre stavano guidando sulla statale, videro un camion capovolto. Elvis fermò la macchina e corse a vedere cos’ era successo. Chiese ad un ufficiale della polizia presente sul posto, se poteva essere d’aiuto, e l’uomo si girò e gridò “Sì!! Togli la tua dannata macchina dalla strada!” Elvis prese il suo distintivo di sceriffo e lo mostrò al poliziotto, ma l’ufficiale non ne fu colpito. Disse “Bello, ma adesso spostati!” Offeso dall’arroganza e maleducazione del poliziotto, Elvis arrabbiato, prese la macchina e tornò a casa. Il giorno dopo, lo stesso poliziotto andò a Graceland per scusarsi con Elvis. Dopo aver saputo del fatto, lo sceriffo lo aveva obbligato ad andare a scusarsi. Quando Elvis venne a sapere che il poliziotto era in corridoio, si rifiutò di incontrarlo. Il poliziotto rimase scioccato dal comportamento di Elvis. Tornato alla stazione di polizia, raccontò allo sceriffo, quanto successo. Fu sospeso, senza paga.

Ultima Modifica di hurt : 08-12-2007 08:42
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  #20  
Vecchio 16-11-2006, 20:26
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Continua

Ero indeciso se inserire le storie che seguono perchè si riferiscono ai problemi di Elvis con le droghe. Poi ho deciso di inserirle perché, dal Dott. Nick fino a Sonny, parlano di quello che fecero per controllare le assunzioni di Elvis, ma non parlano delle LORO assunzioni di droghe. Sono l’unico che trova strano tutto questo??
Che cosa ha fatto Elvis, cosa hanno fatto tutti, ma nessuno sembra abbia la voglia di parlarne.

Hummm …… E’ forse il tipico caso del cane colpevole di essere il primo ad abbaiare?

STORIA #49

raccontato da :


Dr. George Nichopoulos

Elvis era capace chiamare altri medici ed ottenere medicine extra. Ho dovuto fare in modo, di avere la massima collaborazione, da parte di chiunque fosse intorno a lui, in modo tale da limitare questi extra che assumeva. Mi sono trovato costretto a far prendere coscienza del fatto che, se non avessimo tenuto la situazione sotto controllo, la cosa, non solo, avrebbe avuto degli effetti su Elvis, ma anche sul loro lavoro. Se Elvis non lavorava, anche loro non avrebbero lavorato.
Alcuni possono pensare che volevamo fargli un favore, tacendogli ciò che stava accadendo, invece i ragazzi stavano male per lui e per loro stessi. Avevamo adottato una sorta di rotazione: quando i piloti si mettevano in volo, mi chiamavano; quando qualcuno doveva andare all’aeroporto per Elvis, mi informavano. Alle volte ritiravano una spedizione di medicine e la portavano nel mio ufficio.
Il fatto è che se lui si metteva in testa, di avere qualcosa, gli era facile procurarselo. Nascondeva le droghe ovunque. Nel periodo di maggiore malattia nel 1973, mentre era in ospedale, Joe Esposito ed io andammo nella sua stanza e rovistammo dappertutto. Aveva 3 bottiglie (di medicine) con migliaia di capsule dentro ognuna di loro: in una c’era Dexedrina, nella seconda c’era Seconal e la terza conteneva del sedativi. Un migliaio di capsule in ogni bottiglia Le abbiamo buttate via tutte. Questa era una cosa sporadica. C’erano volte in cui, quando tutto andava bene, e non prendeva niente, periodi in cui era totalmente libero dalle droghe.

SONNY WEST

Elvis era molto determinato nelle cose di cui era convinto. Se si fosse messo in testa che doveva uscire dalle droghe e non prenderne più (Se realmente ha mai pensato di farlo) lo avrebbe fatto e non avrebbe preso più, una pillola. Quello che intendo, è che avrebbe potuto farlo, esattamente come ha fatto altre cose; doveva solo convincersene.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)

Penso che Elvis Presley, avesse pochissima conoscenza di quello che gli stavano facendo le sue medicine, o perché le stesse prendendo. Quando arrivi ad avere un tuo problema con la droga, facendo miscugli oppure non sai perché prendi le tue medicine, e non ammetti, con te stesso, che lo stai facendo, allora vuol dire che hai il problema. Questo è quanto che è successo ad Elvis.

STORIA #50

raccontato da:

LINDA THOMPSON

La vita con Elvis non era tutta rose e fiori. C’era parecchio male al cuore ed era evidente un comportamento autodistruttivo. Per me, era molto difficile vedere l’uomo che tanto amavo, distruggersi in quel modo.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Elvis cercava sempre le scorciatoie, tipo “Devo assolutamente dimagrire velocemente!” Credo nel Novembre del 1973, trovò questo medico in California che propose, ad Elvis, di fargli un trattamento di agopuntura…. ma glielo faceva con le siringhe. Usava degli anestetici locali, un po’ di Novocaina, un po’ di Demedrol, e vitamina B-12, Naturalmente Elvis, dopo si sentiva in grande forma. E’ così che, la malattia è iniziata. C’era così tanto cortisone e Demerol, in quelle iniezioni che divenne dipendente al Demerol. Da quanto cortisone gli era stato iniettato, sembrava Cushingoid: il viso e le mani gonfi, il suo corpo sovrappeso,. Era talmente sedato, quando tornò a Memphis, che fu portato fuori dall’aereo a braccio. Chiamai, immediatamente, un’ambulanza. C’erano tutta una serie di effetti collaterali, la sua ulcera stava sanguinando a causa del cortisone, e per alleviare i dolori doveva prendere delle medicine. Ha avuto un momento veramente difficile: era vicino alla morte. Lo feci ricoverare all’ospedale e chiamai due specialisti per disintossicarlo. Quella è stata la prima volta che ho dovuto disintossicarlo, ma ho sempre pensato che questa situazione di overdose, fosse stata una cosa accidentale. Mentre era in ospedale, abbiamo dovuto chiudere, in cassaforte, la sua cartella clinica. Tutti volevano vedere quello che c’era scritto. Gli addetti all’accettazione, i tecnici di laboratorio vendevano il suo sangue e le sue urine. Era pazzesco!! Abbiamo dovuto evitare di registrare un sacco di cose, in quanto era difficile mantenere il segreto. Non sapevamo quanto fosse dipendente, così abbiamo fatto un trattamento con una medicina tipo il Demerol. Avevamo interrotto il Demerol e davamo un dosaggio, a scendere, di Metadone. Cominciò a sentirsi meglio. Elvis era molto dispiaciuto, di quanto successo, cercò di comportarsi bene e promise che non lo avrebbe fatto più.

MARY ANN MOBLEY

In qualche modo Elvis è stato vittima della sua fama, ma credo che i medici gli abbiano dato qualsiasi cosa chiedesse.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Ho preso vera coscienza del fatto che Elvis usava droghe sempre più pesantemente, dopo l’incidente dell’agopuntura. Pensavo che se era stato così facile arrivare a quel punto, allora significava che era una facile esca, per tutti coloro che volevano giocare con lui. Era un ingenuo riguardo i dottori, per molte cose. Appena ripresosi, dall’esperienza dell’agopuntura e ricominciò a lavorare, mi accorsi che girava tutto lo stato per cercare qualcosa contro il dolore, cosa che non avrebbe dovuto fare.
Questo successe, dopo che si comprò l’aereo personale e quindi gli divenne facile.

STORIA #51


RACCONTATO DA:

DR GEORGE NICHOPOULOS

In occasione di un ricovero in ospedale qualche dottore, gli aveva spedito per posta alcune medicine “che l’avrebbero fatto sentire meglio”. Non eravamo in grado di identificarle, perché erano di produzione locale. Elvis non avrebbe dovuto prenderle, e quindi, le buttammo via.
Una volta un medico venne a trovarlo e gli diede delle medicine, senza informarmi. Chiamai il medico e gli chiesi che cosa gli stava dando. Disse che era solo placebo, di non preoccuparsi, non c’era niente in quelle pillole. La bottiglia aveva il sigillo di fabbrica. Era vero.

DR FOREST TENNAT JR. (esperto sugli abusi delle droghe)
Ogni specialista di medicina interna e in generale, tutti i medici praticanti negli Stati Uniti, hanno, nelle loro cartelle, qualche paziente come Elvis Presley. I medici lo sanno e, francamente, sanno che sta nel loro buon senso, gestire queste cose. Dottori come me cercano di capire cosa si possa fare con loro, ma è un grande impegno ed è molto faticoso. I casi Elvis Presley, sono routine nell’ambito di un certo ramo della medicina.
I sondaggi nazionali dimostrano che il 90% delle medicine prescritte da un medico vengono prese, così come sono prescritte. Tuttavia, i medici sanno che esistono quei pazienti, anche se pochi – pari al 5% di coloro che prendono queste sostanze - che non usano il dosaggio prescritto. Hanno questa azione compulsiva di prenderne sempre di più.
Risulta che, noi non abbiamo il potere di toglierli dalle medicine o non siamo in grado convincerli a non passare da un medico, all’altro o da un pronto soccorso, all’altro. Prendono le medicine in forma compulsiva e rifiutano di andare in psicoterapia oppure, con quel metodo ritengono di aver fallito.
C’è una differenza tra la dipendenza controllata e quella incontrollata. Quello che riscontriamo nelle persone che prendono una medicina tanto compulsivamente da creare dipendenza è che, è molto meglio aver la dipendenza medica piuttosto che avere una dipendenza incontrollata. In altre parole è il male minore.

SONNY WEST

C’erano volte in cui si svegliava nel bel mezzo della notte e assumeva cose. Ecco perchè, c’era sempre qualcuno di noi a vegliarlo, così non lo avrebbe fatto o, magari dimenticandosi di averlo fatto, accidentalmente poteva riprenderle. Ci sono state un paio di volte in cui Elvis andò quasi in overdose, ma venne salvato.

DR GEORGE NICHOPOULOS

Abbiamo avuto una discussione e io gli dissi che non riuscivo ad aver fiducia in lui, visto che continuava a prendersi le medicine da solo. Non lo accusavo di sovradosarsi e di prenderne deliberatamente troppe, ma la gente che era con lui, alle volte lo vedeva allontanarsi e prendere qualcosa e poco dopo era mezzo addormentato. Ricordo che si era svegliato ed era andato in bagno a prendersi una pillola, tanto per essere sicuro di riuscire a dormire di nuovo….. e non ne aveva bisogno. Questo è successo quella volta in cui, ci furono un sacco problemi in un tour. Dissi “Fai tenere a me le tue medicine e mi chiami, se hai bisogno di me”. Per questa cosa mi sono tormentato di domande. Sarebbe stato più facile darle tutte a lui e dirgli: “Eccole, sei tu che le vuoi prendere” Per un periodo è andata veramente bene, poi è ritornato al punto di partenza e mi disse “Hey, sono adulto. Sono un uomo cresciuto. Perché non posso tenere le mie medicine?” Tutti lo fanno. Perché devi farmi da baby sitter?” e io risposi “Abbiamo provato in altri modi e abbiamo visto cosa è successo. Questo è l’unico modo che ho per potermi fidare”. Si arrivava a questo, e sembrava lo capisse.

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